2. Quest opera fu commissionata a Michelangelo nel
1504 per decorare una parete della sala del gran
consiglio di palazzo vecchio.
Qui vi fu un confronto con il suo rivale Leonardo a
cui nell’anno precedente diedero il compito di
decorare un’altra parete della sala con il dipinto di
un’altra battaglia.
Una cosa che accomuna entrambi è il fatto che
nessuno dei due terminò l’opera.
Infatti nel caso di Michelangelo abbiamo solo a
disposizione qualche cartone rappresentante
figure nude.
STORIA DEL DIPINTO
3. I NUDI
Il motivo per cui a Michelangelo interessasse
particolarmente questa opera era perché
poteva esprimere quello che era per lui uno
dei temi più cari alla sua arte ovvero i corpi
ʺignudi ʺ in movimento, questo perché
secondo lui l’arte è un imitazione della
natura e il corpo umano rappresenta quanto
di più bello ci sia nel creato.
I cartoni che rappresentavano questi nudi
rimasero per anni e sono tutt ora oggetto di
grande studio e secondo alcuni furono
addirittura considerati la scuola del modo.
4. TEMA TRATTATO
Il tema del lavoro di Michelangelo era la
battaglia di Cascina, avvenuta nel 1364
e tramandata all’interno di varie fonti
storiche, secondo cui i Pisani vennero
sconfitti dai Fiorentini; quest’ultimi
sconfissero i nemici anche non essendo
adeguatamente equipaggiati, poiché in
precedenza, a causa del grande caldo
dovuto al fatto che la battaglia si
combatté a fine luglio essi cercarono di
rinfrescarsi gettandosi nell’Arno.
5. RAPPRSENTAZIONE
Michelangelo come già detto non terminò mai
quest’opera, l’opera infatti venne copiata da
Aristotile da San Gallio.
Vediamo rappresentati in quest’affresco i Fiorentini
che in modo caotico e disordinato escono dall’acqua
perché colti di sorpresa dai Pisani; qui ritroviamo la
bravura dell’artista nel rappresentare ogni tipo di
torsione o movimento: vediamo chi si rinfila
disperatamente i calzoni chi cerca qualcosa nell’
acqua o anche chi è già pronto alla battaglia con
spada ed elmo.
La tecnica utilizzata è il chiaroscuro che insieme alla
prospettiva esalta la sovrapposizione dei corpi e
rende ancor di più l’idea di caos.