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Massaro Marco

   Guglielmone Luca

      Pessiva Giovanni
L'arte gotica nasce a partire
dal secolo XII come
evoluzione del romanico, ma
assume subito una propria
caratteristica.
Si chiama gotico per indicare
che era l'espressione artistica
dei goti, dei barbari; ma non è
esatto, perché il gotico non ha
nulla di barbaro né di
primitivo.
Diffusione


                             Differenze tra zone
In Italia



                  Il gotico internazionale


    Gli artisti
L'arte gotica ebbe origine nell'Ile-de-France
intorno al 1140. Dapprima il fenomeno fu
limitato a cattedrali e abbazie di questa
regione, ma ben presto si diffuse nel resto
della Francia e poi in tutta Europa,
tramutandosi in un vero e proprio canone da
seguire e diffondendosi, dal campo religioso,
anche ad aree laiche.
Fu il primo periodo nella storia dell'arte di cui si sono
conservate opere pressoché in tutti i campi: basterà
ricordare le numerose cattedrali svettanti verso il
cielo, le chiese e le abbazie - tutte impreziosite da
cicli scultorei - le vetrate istoriate, gli affreschi, le
opere di oreficeria e i codici miniati.




A queste seguono poi i numerosi palazzi del potere
secolare, castelli e dimore nobiliari, tutti contenenti
   importanti opere d'arte.
La pittura si sviluppa ed assume in
Italia importanza predominante rispetto
agli altri paesi in virtù di una complessa
articolazione in scuole e centri, e delle
notevoli opere di illustri rappresentanti,
che riportarono nelle immagini la
vitalità e lo spirito del gotico.
Indirizzata dalla scuola di
Cimabue e Giotto, la
pittura gotica italiana
elabora applicazioni
prospettiche, suggestive e
realistici paesaggi urbani e
rurali ed incisivi ritratti.
Si sviluppa con lineare realismo
in Lombardia, in senso
drammatico in Firenze, con
raffinato lirismo a Siena, con
vivacità in Emilia e con estrosa
fantasia nel Veneto, per tornare
ed aprire la via al formarsi di una
tradizione che giungerà,
attraverso il gotico internazionale
                                      Morte di San Martino. Simone Martini
di Simone Martini, ai massimi
fastigi del Gotico.
La pittura gotica, come la scultura e l'architettura, assunse
caratteri diversi a seconda della regione in cui si sviluppò.
Al di fuori dell'Italia la pittura rivestì un ruolo di secondaria
importanza rispetto all'architettura e alla scultura:
scomparvero quasi del tutto i cicli
ad affresco tipicamente romanici,
mentre trionfò la pittura sulle vetrate
all'interno delle grandi cattedrali.
In Italia invece si continua a preferire
sempre la pittura ad affresco, i
mosaici e le tavole dipinte!
Le correnti d'oltralpe si sovrapposero al gusto bizantino
che persisteva in Italia dando origine a tre diverse
correnti pittoriche: la scuola senese con Duccio di
Buoninsegna, Simone Martini, Ambrogio Lorenzetti, la
scuola fiorentina culminante con Giotto e la scuola
romana il cui massimo esponente fu Pietro Cavallini.
Indubbiamente la pittura di Giotto influenzò tutti i pittori
del tempo elaborando un linguaggio pittorico riccamente
umano e naturalistico emblematici sono gli affreschi
della basilica di S. Francesco ad Assisi e quelli da lui
realizzati nella cappella degli Scrovegni a Padova.
È un periodo molto importante che si colloca tra il
1360 e il 1450, secondo i luoghi ha varie
sfumature e durata. A volte è chiamato tardo
gotico a volte gotico fiammeggiante. Si parla
molto più giustamente di gotico internazionale,
perché in questo momento nella storia d’Europa
c’è stata un’internazionalizzazione delle arti
figurative, nel senso che dalle regioni più a sud
come a nord si parla un linguaggio simile che
   muta solo in ragione degli artisti
Lo stile è comune, la caratterizzazione formale è
univoca che rende omogenee le varie regioni europee.
È per questo che si parla di gotico internazionale.
Regioni diverse ebbero contatti intensissimi che
generarono questo filone d’arti figurative.
Nella pittura troviamo un’altra grande espressione del
gotico internazionale, soprattutto nelle miniature e nelle
tavole; sono decorati in modo mirabile i libri.
• Cimabue
•   Giotto
•   Duccio di Buoninsegna
•   Pietro Lorenzetti
•   Ambrogio Lorenzetti
•   Simone Martini
•   il Pollaiolo
Gesù nato
Crocifisso
“Il Francobollo”
   di Cimabue
                   Bacio di Giuda
San Francesco
                Vergine con Bambino
La fuga



San Francesco riceve le stimmate
L’ultima cena




                L’adorazione
Il cerchio perfetto di Giotto




Madonna con Bambino
L’ultima cena
L’angelo e la vergine




                        La nascita di Gesù
La giovinezza di Duccio




Gesù e i ladroni
La madonna e il bambino
La sepoltura




La nascita del Cristo
Allegoria del
Buon Governo
Effetti del buon governo sulla città
Angelo dell’Annunciazione
Santa Caterina da Siena




Sepoltura di San Martino
Ercole e l’Idra




                  La Dama
Il martirio


                                La bolgia




I due fanciulli
Vita
 e
opere
L e opere
• A Rom an

• Ad assisi

• A N apoli
A Rom a
•   S. Paolo fuori le M ura: 1 277-1 285
•   S. Giorgio in Velabro
•   S. C risogono
•   S. Francesco a Ripa
•   S. M aria in Aracoeli
•   S. Pietro in Vaticano
•   S. M aria in Trastevere
•   S. C ecilia in Trastevere
•   S. Paolo fuori le M ura: 1 325
L a Vita
    Pietro Cavallini pseudonimo di Pietro de' Cerroni ( fine del XIII secolo
prima metà del XI V secolo) , pittore italiano. F u tra i primi ad allontanarsi
dal rigido stile bizantino per accostarsi a tecniche che, volte a creare
l'illusione della profondità e a rendere i volumi delle figure, anticipavano
quelle della prospettiva. L e opere di Cavallini comprendono i mosaici
( Storie della V ergine, 1291 ca.) dell'abside della chiesa di Santa Maria in
Trastevere a Roma e una serie di affreschi ( Giudizio universale,
Annunciazione e Storie bibliche, 1293 ca.) conservati nella chiesa di Santa
Cecilia, sempre a Roma. Inoltre vi sono gli affreschi del Giudizio
universale, degli Apostoli e dei Poeti ( 1308) , che si trovano a N apoli, nella
chiesa di Santa Maria Donnaregina. L e sue ricerche nella direzione di una
pittura realista sono accostabili a quelle del suo contemporaneo Giotto.
S. Paolo fuori le M ura: 1 277-1 285

Purtroppo nulla è sopravvissuto
della prima attività del pittore,
che       intervenne        nella
decorazione ad affresco di S.
Paolo fuori le Mura, perduta in
seguito all'incendio del 1823
che danneggiò la basilica in
modo gravissimo. Di tale
decorazione          rimangono
soltanto copie del XVII secolo.
S. Giorgio in Velabro
        L 'affresco absidale di S. Giorgio in Velabro
     rappresenta il Cristo affiancato a sinistra dalla
     V ergine e da S. Giorgio con il cavallo bianco; a
     destra da S. Pietro e da S. Sebastiano, un
     tempo compatrono della chiesa, poiché
     martirizzato, secondo la tradizione, nella zona
     del Velabro.
S. C risogono
       Antichi dipinti attribuiti al Cavallini
       dovevano trovarsi al posto degli
       attuali tre riquadri con scene della
       vita di s. Crisogono nel catino
       absidale. Più in basso, al centro del
       tamburo, si trova la famosa tavola
       musiva con la
       V ergine   e   il
       Bambino tra i
       santi Giacomo
       e Crisogono.
S. Francesco a Ripa
     Insieme alla chiesa di S. Maria in Aracoeli, S. F rancesco a Ripa è
il principale insediamento francescano a Roma. Un’ indagine
sull'edificio è giunta a fissare un intervento di Pietro Cavallini nella
chiesa trasteverina, consistente in un ciclo vetero e neotestamentario
e di una serie di
Storie della vita
di S. F rancesco.
S. M aria in Aracoeli
                                    Quello nella chiesa francescana di S.
                                    Maria in Aracoeli fu probabilmente il
                                    più importante lavoro commissionato
                                    a Pietro Cavallini. A Cavallini fu infatti
                                    commissionata la decorazione dell'abside
                                    raffigurante l'Apparizione della Sibilla
                                    all'imperatore Ottaviano Augusto oggi
                                    andata perduta


  Cavallini tuttavia nella chiesa
capitolina eseguì la lunetta che
decora il fondo della tomba del
cardinale                 Matteo
d'Acquasparta        con       la
rappresentazione            della
Madonna con il Bambino in
trono tra i santi Matteo e
Francesco.
S. Pietro in Vaticano
        Sono attribuiti al Cavallini alcune pitture
   eseguite all'interno della Basilica di S. Pietro al
   tempo di papa N iccolò IV : l'opera del
   Cavallini,    nota solo attraverso copie,
   interessava la parete d'ingresso all'interno della
   chiesa dove trovavano posto in alto Pietro,
   Paolo, Andrea e Giovanni, con una figura di
   papa ai piedi del primo, e più in basso i simboli
   degli evangelisti ed una fila di ritratti papali.
   Tra le opere in S. Pietro attribuite a Pietro
   Cavallini va anche ricordata la Madonna della
   Bocciata un tempo nella basilica e oggi
   conservata      nelle    Grotte     Vaticane.
S. M aria in Trastevere
       Un'opera di sicura mano dell'artista è costituita dai sei episodi a
mosaico relativi alla vita della V ergine posti sotto il catino absidale di S.
Maria in Trastevere, nonché dallo scomparto votivo con
la Madonna tra i ss. Paolo e Pietro. N ello scomparto dedicatorio, ancora
nel secolo scorso, era visibile una iscrizione con il nome dell'artista e la
data, così da                                  rendere certa l'attribuzione
                                               al Cavallini. I l ciclo inizia da
                                               sinistra sulla parete accanto
                                               all'abside con la scena della
                                               Natività della V ergine, per
                                                  proseguire nel catino con
                                                       l'Annunciazione, la
                                               Nascita
                                               di Gesù,                         l'
                                               Adorazione dei
                                               Magi,               la
                                               Presentazione al
                                               Tempio,                         la
S. C ecilia in Trastevere
             L 'imponente affresco del
Giudizio Universale nella parete di
controfacciata della chiesa di S. Cecilia
in Trastevere Originariamente doveva
essere assai vasto, occupando tutta la
navata centrale della chiesa a eccezione
dell'abside e della parete di fondo. A
sinistra, nel registro inferiore, si
svolgevano le Storie del          Nuovo Testamento; in quello
                                  superiore, mezze figure di Sante
                                  V ergini; a destra invece le Storie del
                                  V ecchio Testamento erano sovrastate
                                  da figure di santi e profeti. L e sole
                                  parti visibili di tutto questo impianto
                                  che si stendeva lungo le pareti della
                                  navata            centrale         sono
                                  L 'Annunciazione,        S.     Michele
                                  Arcangelo, il Sogno di Giacobbe e
                                  l'Inganno             di         Isacco.
S. Paolo fuori le M ura: 1 325
      Pietro Cavallini avrebbe eseguito dopo il suo
ritorno a Roma i mosaici della facciata della basilica
ostiense, commissionati da papa Giovanni XXII nel
1325. L a datazione trova una conferma nella
presenza, nel mosaico stesso, del papa Giovanni
XXII ( 1316-1333) inginocchiato ai piedi del Battista.
                         Sempre       nella     basilica
                         ostiense sono attribuite a
                         Cavallini sculture raffiguranti
                         il Crocifisso e S. Paolo, il
                         Crocifisso di S. Maria in
                         Monticelli a Roma, il
                         Crocifisso      del     Museo
                         dell'Opera del Duomo a
                         F irenze e una Madonna con
                         il Bambino in collezione
                         privata.
Ad Assisi
Basilica d i san Francesco

     Recentemente è stata esposta la rivoluzionaria
  tesi secondo cui sarebbe Pietro Cavallini l'autore
  degli affreschi della Basilica Superiore di S.
  Francesco, tradizionalmente attribuiti a Giotto.
  Confrontando poi gli affreschi del maestro
  principale della Basilica Superiore con quelli
  realizzati da Giotto nella Basilica Inferiore, si
  noterebbero delle differenze non solo di stile, ma anche
  tecnico-esecutive, evidenti soprattutto nella stesura
  degli incarnati, mentre il confronto degli stessi
  affreschi con il Giudizio Universale di S. Cecilia in
  Trastevere mostrerebbe delle evidenti somiglianze.
A N apoli
  N ell'ambito dell'attività napoletana
di Pietro Cavallini, vanno ascritti alla
sua mano gli affreschi della Cappella
Brancaccio in S. Domenico Maggiore.
Pietro Cavallini presiedette anche alla
                              decorazione della navata, dell'arco
                              trionfale e della Cappella L offredo nella
                              chiesa di S. Maria Donnaregina. Anche il
                              Duomo di N apoli presenta opere
                              attribuite a Cavallini: gli affreschi nella
                              Cappella Tocco.
Sempre in territorio campano, in quello che fu
il Regno Angioino, vengono attribuite a Pietro
Cavallini anche altre opere: il breve ciclo di
affreschi nell'abside di S. Salvatore Piccolo a
Capua; un ciclo di affreschi a S. Angelo d'Alife in
provincia di Caserta; la Dormitio V irginis nella
chiesa di S. Maria a Piazza ad Aversa, sempre in
provincia di Caserta; il gigantesco S. Cristoforo
nel                          chiostro trecentesco del Convento
                             di S. Chiara Vecchia a N ola ( in
                             provincia di N apoli) ; alcuni murali
                             in S. L orenzo Maggiore a N apoli; a
                             venerata tavola della Madonna nel
                             Santuario di Montevergine a
                             Mercogliano.
Il Giud izio universale



Del Giudizio Universale rimangono la fascia centrale
con il Redentore circondato da una corona di angeli,
ai cui lati si dispiegano i due gruppi degli apostoli,
seduti su scanni, preceduti da Maria e da Giovanni
Battista in piedi.
Apostoli
apostolo
apostolo
Vergine
particolare d el
   Giud izio
 U niversale
apostoli
apostoli
Il red entore con Angeli
Il red entore
   particolare d el
giud izio U niversale
Il red entore
Angeli
angelo
Apostolo
Mosaico dell'A dorazione dei Magi
Mosaico della Dormitio Virginis
Mosaico della Natività della
         Vergine
Mosaico dell'A nnunciazione
Mosaico della Nascita di Gesù
Mosaico della Presentazione al Tempio
Mosaico della Madonna tra Ss
       Pietro e Paolo
l'A dorazione dei Magi
                     I tre Magi, vestiti con abiti
                 ricamati e preziosi, presentano
                 le loro offerte al Bambino
                 seduto in braccio a Maria
                 posizionata a sua volta davanti
                 ad un trono. In alto a sinistra è
                 raffigurata una città turrita,
                 probabilmente Gerusalemme,
                 posta in cima a un monte che,
                 oltre ad avere una valenza
                 simbolica,      permette       di
                 percepire la profondità della
                 scena.
Dormitio Virginis
A sinistra del letto funebre S. Paolo piange ai piedi di
Maria; a destra fra apostoli e vescovi è rappresentato S.
Pietro con il pallio romano e con l'incensiere, mentre in
ginocchio, presso la defunta, è S. Giovanni; al centro, fra
due angeli, il Redentore con l'Anima di Maria. Di fronte
al grande                   sviluppo che il tema della
                            Dormizione aveva raggiunto
                            nell'area culturale bizantina,
                            la versione cavalliniana
                            appare fra le più raccolte ed
                            intime, pur accogliendo i
                            vari motivi comuni, come
                            Pietro che con l'incensiere
                            sembra compiere l'estremo
                            rito di suffragio.
la Natività della Vergine
                    S. Anna, seduta ai piedi
                 del letto, assiste al bagno
                 della      neonata,      con
                 l'ostetrica che protende la
                 mano per saggiare la
                 temperatura       dell'acqua
                 prima di immergervi la
                 neonata; al suo fianco due
                 visitatrici offrono cibo e
                 bevande.
l'A nnunciazione
              L a Vergine, seduta sul trono,
          riceve l'annuncio dall'Angelo. Il
          polo d'attrazione della scena è il
          grande trono, che definisce lo
          spazio prospetticamente; a esso
          è affidata la funzione di
          misurare lo spazio e le figure,
          creando una verosimiglianza
          che rinnova profondamente il
          tema sacro.
la Nascita di Gesù
                     All'interno della
               grotta Maria, distesa,
               ascolta l'annuncio che
               gli angeli fanno ai
               pastori. In basso S.
               Giuseppe,             un
               pastorello suonatore
               di corno e un cane
               colto nel momento in
               cui volge la testa verso
               il bambino.
la Presentazione al Tempio

                           Simeone ha in
                      braccio            il
                      Bambino e ha
                      vicino            la
                      Madonna, S. Anna
                      e S. Giuseppe che
                      offre delle bianche
                      colombe.
Madonna tra Ss Pietro e Paolo

    È il riquadro dedicatorio
del ciclo in cui è raffigurata
la Madonna col Bambino,
fra i Santi Pietro e Paolo. In
ginocchio, rivolto verso di
L ei,      è     ritratto    il
committente         dell'opera,
Bertoldo Stefaneschi.
Hanno lavorato per voi…
Guglielmone L uca

       Pittura gotica, tecnico
       audio e arrangiamenti vari.
Massaro Marco

       • Pietro Cavallini
       • Tuttofare
Pessiva Giovanni
    Pittura gotica, tecnico
    generico e tanto altro che
    Massaro non potrà mai
    apprezzare.

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Pittura Gotica e Pietro Cavallini

  • 1. Massaro Marco Guglielmone Luca Pessiva Giovanni
  • 2.
  • 3. L'arte gotica nasce a partire dal secolo XII come evoluzione del romanico, ma assume subito una propria caratteristica. Si chiama gotico per indicare che era l'espressione artistica dei goti, dei barbari; ma non è esatto, perché il gotico non ha nulla di barbaro né di primitivo.
  • 4. Diffusione Differenze tra zone In Italia Il gotico internazionale Gli artisti
  • 5. L'arte gotica ebbe origine nell'Ile-de-France intorno al 1140. Dapprima il fenomeno fu limitato a cattedrali e abbazie di questa regione, ma ben presto si diffuse nel resto della Francia e poi in tutta Europa, tramutandosi in un vero e proprio canone da seguire e diffondendosi, dal campo religioso, anche ad aree laiche.
  • 6. Fu il primo periodo nella storia dell'arte di cui si sono conservate opere pressoché in tutti i campi: basterà ricordare le numerose cattedrali svettanti verso il cielo, le chiese e le abbazie - tutte impreziosite da cicli scultorei - le vetrate istoriate, gli affreschi, le opere di oreficeria e i codici miniati. A queste seguono poi i numerosi palazzi del potere secolare, castelli e dimore nobiliari, tutti contenenti importanti opere d'arte.
  • 7.
  • 8. La pittura si sviluppa ed assume in Italia importanza predominante rispetto agli altri paesi in virtù di una complessa articolazione in scuole e centri, e delle notevoli opere di illustri rappresentanti, che riportarono nelle immagini la vitalità e lo spirito del gotico.
  • 9. Indirizzata dalla scuola di Cimabue e Giotto, la pittura gotica italiana elabora applicazioni prospettiche, suggestive e realistici paesaggi urbani e rurali ed incisivi ritratti.
  • 10. Si sviluppa con lineare realismo in Lombardia, in senso drammatico in Firenze, con raffinato lirismo a Siena, con vivacità in Emilia e con estrosa fantasia nel Veneto, per tornare ed aprire la via al formarsi di una tradizione che giungerà, attraverso il gotico internazionale Morte di San Martino. Simone Martini di Simone Martini, ai massimi fastigi del Gotico.
  • 11. La pittura gotica, come la scultura e l'architettura, assunse caratteri diversi a seconda della regione in cui si sviluppò. Al di fuori dell'Italia la pittura rivestì un ruolo di secondaria importanza rispetto all'architettura e alla scultura: scomparvero quasi del tutto i cicli ad affresco tipicamente romanici, mentre trionfò la pittura sulle vetrate all'interno delle grandi cattedrali.
  • 12. In Italia invece si continua a preferire sempre la pittura ad affresco, i mosaici e le tavole dipinte!
  • 13. Le correnti d'oltralpe si sovrapposero al gusto bizantino che persisteva in Italia dando origine a tre diverse correnti pittoriche: la scuola senese con Duccio di Buoninsegna, Simone Martini, Ambrogio Lorenzetti, la scuola fiorentina culminante con Giotto e la scuola romana il cui massimo esponente fu Pietro Cavallini. Indubbiamente la pittura di Giotto influenzò tutti i pittori del tempo elaborando un linguaggio pittorico riccamente umano e naturalistico emblematici sono gli affreschi della basilica di S. Francesco ad Assisi e quelli da lui realizzati nella cappella degli Scrovegni a Padova.
  • 14. È un periodo molto importante che si colloca tra il 1360 e il 1450, secondo i luoghi ha varie sfumature e durata. A volte è chiamato tardo gotico a volte gotico fiammeggiante. Si parla molto più giustamente di gotico internazionale, perché in questo momento nella storia d’Europa c’è stata un’internazionalizzazione delle arti figurative, nel senso che dalle regioni più a sud come a nord si parla un linguaggio simile che muta solo in ragione degli artisti
  • 15. Lo stile è comune, la caratterizzazione formale è univoca che rende omogenee le varie regioni europee. È per questo che si parla di gotico internazionale. Regioni diverse ebbero contatti intensissimi che generarono questo filone d’arti figurative. Nella pittura troviamo un’altra grande espressione del gotico internazionale, soprattutto nelle miniature e nelle tavole; sono decorati in modo mirabile i libri.
  • 16. • Cimabue • Giotto • Duccio di Buoninsegna • Pietro Lorenzetti • Ambrogio Lorenzetti • Simone Martini • il Pollaiolo
  • 18. “Il Francobollo” di Cimabue Bacio di Giuda
  • 19. San Francesco Vergine con Bambino
  • 20. La fuga San Francesco riceve le stimmate
  • 21. L’ultima cena L’adorazione
  • 22. Il cerchio perfetto di Giotto Madonna con Bambino
  • 24. L’angelo e la vergine La nascita di Gesù
  • 25. La giovinezza di Duccio Gesù e i ladroni
  • 26. La madonna e il bambino
  • 29. Effetti del buon governo sulla città
  • 31. Santa Caterina da Siena Sepoltura di San Martino
  • 32. Ercole e l’Idra La Dama
  • 33. Il martirio La bolgia I due fanciulli
  • 34.
  • 36. L e opere • A Rom an • Ad assisi • A N apoli
  • 37. A Rom a • S. Paolo fuori le M ura: 1 277-1 285 • S. Giorgio in Velabro • S. C risogono • S. Francesco a Ripa • S. M aria in Aracoeli • S. Pietro in Vaticano • S. M aria in Trastevere • S. C ecilia in Trastevere • S. Paolo fuori le M ura: 1 325
  • 38. L a Vita Pietro Cavallini pseudonimo di Pietro de' Cerroni ( fine del XIII secolo prima metà del XI V secolo) , pittore italiano. F u tra i primi ad allontanarsi dal rigido stile bizantino per accostarsi a tecniche che, volte a creare l'illusione della profondità e a rendere i volumi delle figure, anticipavano quelle della prospettiva. L e opere di Cavallini comprendono i mosaici ( Storie della V ergine, 1291 ca.) dell'abside della chiesa di Santa Maria in Trastevere a Roma e una serie di affreschi ( Giudizio universale, Annunciazione e Storie bibliche, 1293 ca.) conservati nella chiesa di Santa Cecilia, sempre a Roma. Inoltre vi sono gli affreschi del Giudizio universale, degli Apostoli e dei Poeti ( 1308) , che si trovano a N apoli, nella chiesa di Santa Maria Donnaregina. L e sue ricerche nella direzione di una pittura realista sono accostabili a quelle del suo contemporaneo Giotto.
  • 39. S. Paolo fuori le M ura: 1 277-1 285 Purtroppo nulla è sopravvissuto della prima attività del pittore, che intervenne nella decorazione ad affresco di S. Paolo fuori le Mura, perduta in seguito all'incendio del 1823 che danneggiò la basilica in modo gravissimo. Di tale decorazione rimangono soltanto copie del XVII secolo.
  • 40. S. Giorgio in Velabro L 'affresco absidale di S. Giorgio in Velabro rappresenta il Cristo affiancato a sinistra dalla V ergine e da S. Giorgio con il cavallo bianco; a destra da S. Pietro e da S. Sebastiano, un tempo compatrono della chiesa, poiché martirizzato, secondo la tradizione, nella zona del Velabro.
  • 41. S. C risogono Antichi dipinti attribuiti al Cavallini dovevano trovarsi al posto degli attuali tre riquadri con scene della vita di s. Crisogono nel catino absidale. Più in basso, al centro del tamburo, si trova la famosa tavola musiva con la V ergine e il Bambino tra i santi Giacomo e Crisogono.
  • 42. S. Francesco a Ripa Insieme alla chiesa di S. Maria in Aracoeli, S. F rancesco a Ripa è il principale insediamento francescano a Roma. Un’ indagine sull'edificio è giunta a fissare un intervento di Pietro Cavallini nella chiesa trasteverina, consistente in un ciclo vetero e neotestamentario e di una serie di Storie della vita di S. F rancesco.
  • 43. S. M aria in Aracoeli Quello nella chiesa francescana di S. Maria in Aracoeli fu probabilmente il più importante lavoro commissionato a Pietro Cavallini. A Cavallini fu infatti commissionata la decorazione dell'abside raffigurante l'Apparizione della Sibilla all'imperatore Ottaviano Augusto oggi andata perduta Cavallini tuttavia nella chiesa capitolina eseguì la lunetta che decora il fondo della tomba del cardinale Matteo d'Acquasparta con la rappresentazione della Madonna con il Bambino in trono tra i santi Matteo e Francesco.
  • 44. S. Pietro in Vaticano Sono attribuiti al Cavallini alcune pitture eseguite all'interno della Basilica di S. Pietro al tempo di papa N iccolò IV : l'opera del Cavallini, nota solo attraverso copie, interessava la parete d'ingresso all'interno della chiesa dove trovavano posto in alto Pietro, Paolo, Andrea e Giovanni, con una figura di papa ai piedi del primo, e più in basso i simboli degli evangelisti ed una fila di ritratti papali. Tra le opere in S. Pietro attribuite a Pietro Cavallini va anche ricordata la Madonna della Bocciata un tempo nella basilica e oggi conservata nelle Grotte Vaticane.
  • 45. S. M aria in Trastevere Un'opera di sicura mano dell'artista è costituita dai sei episodi a mosaico relativi alla vita della V ergine posti sotto il catino absidale di S. Maria in Trastevere, nonché dallo scomparto votivo con la Madonna tra i ss. Paolo e Pietro. N ello scomparto dedicatorio, ancora nel secolo scorso, era visibile una iscrizione con il nome dell'artista e la data, così da rendere certa l'attribuzione al Cavallini. I l ciclo inizia da sinistra sulla parete accanto all'abside con la scena della Natività della V ergine, per proseguire nel catino con l'Annunciazione, la Nascita di Gesù, l' Adorazione dei Magi, la Presentazione al Tempio, la
  • 46. S. C ecilia in Trastevere L 'imponente affresco del Giudizio Universale nella parete di controfacciata della chiesa di S. Cecilia in Trastevere Originariamente doveva essere assai vasto, occupando tutta la navata centrale della chiesa a eccezione dell'abside e della parete di fondo. A sinistra, nel registro inferiore, si svolgevano le Storie del Nuovo Testamento; in quello superiore, mezze figure di Sante V ergini; a destra invece le Storie del V ecchio Testamento erano sovrastate da figure di santi e profeti. L e sole parti visibili di tutto questo impianto che si stendeva lungo le pareti della navata centrale sono L 'Annunciazione, S. Michele Arcangelo, il Sogno di Giacobbe e l'Inganno di Isacco.
  • 47. S. Paolo fuori le M ura: 1 325 Pietro Cavallini avrebbe eseguito dopo il suo ritorno a Roma i mosaici della facciata della basilica ostiense, commissionati da papa Giovanni XXII nel 1325. L a datazione trova una conferma nella presenza, nel mosaico stesso, del papa Giovanni XXII ( 1316-1333) inginocchiato ai piedi del Battista. Sempre nella basilica ostiense sono attribuite a Cavallini sculture raffiguranti il Crocifisso e S. Paolo, il Crocifisso di S. Maria in Monticelli a Roma, il Crocifisso del Museo dell'Opera del Duomo a F irenze e una Madonna con il Bambino in collezione privata.
  • 49. Basilica d i san Francesco Recentemente è stata esposta la rivoluzionaria tesi secondo cui sarebbe Pietro Cavallini l'autore degli affreschi della Basilica Superiore di S. Francesco, tradizionalmente attribuiti a Giotto. Confrontando poi gli affreschi del maestro principale della Basilica Superiore con quelli realizzati da Giotto nella Basilica Inferiore, si noterebbero delle differenze non solo di stile, ma anche tecnico-esecutive, evidenti soprattutto nella stesura degli incarnati, mentre il confronto degli stessi affreschi con il Giudizio Universale di S. Cecilia in Trastevere mostrerebbe delle evidenti somiglianze.
  • 50. A N apoli N ell'ambito dell'attività napoletana di Pietro Cavallini, vanno ascritti alla sua mano gli affreschi della Cappella Brancaccio in S. Domenico Maggiore. Pietro Cavallini presiedette anche alla decorazione della navata, dell'arco trionfale e della Cappella L offredo nella chiesa di S. Maria Donnaregina. Anche il Duomo di N apoli presenta opere attribuite a Cavallini: gli affreschi nella Cappella Tocco.
  • 51. Sempre in territorio campano, in quello che fu il Regno Angioino, vengono attribuite a Pietro Cavallini anche altre opere: il breve ciclo di affreschi nell'abside di S. Salvatore Piccolo a Capua; un ciclo di affreschi a S. Angelo d'Alife in provincia di Caserta; la Dormitio V irginis nella chiesa di S. Maria a Piazza ad Aversa, sempre in provincia di Caserta; il gigantesco S. Cristoforo nel chiostro trecentesco del Convento di S. Chiara Vecchia a N ola ( in provincia di N apoli) ; alcuni murali in S. L orenzo Maggiore a N apoli; a venerata tavola della Madonna nel Santuario di Montevergine a Mercogliano.
  • 52. Il Giud izio universale Del Giudizio Universale rimangono la fascia centrale con il Redentore circondato da una corona di angeli, ai cui lati si dispiegano i due gruppi degli apostoli, seduti su scanni, preceduti da Maria e da Giovanni Battista in piedi.
  • 56. Vergine particolare d el Giud izio U niversale
  • 59. Il red entore con Angeli
  • 60. Il red entore particolare d el giud izio U niversale
  • 67. Mosaico della Natività della Vergine
  • 71. Mosaico della Madonna tra Ss Pietro e Paolo
  • 72. l'A dorazione dei Magi I tre Magi, vestiti con abiti ricamati e preziosi, presentano le loro offerte al Bambino seduto in braccio a Maria posizionata a sua volta davanti ad un trono. In alto a sinistra è raffigurata una città turrita, probabilmente Gerusalemme, posta in cima a un monte che, oltre ad avere una valenza simbolica, permette di percepire la profondità della scena.
  • 73. Dormitio Virginis A sinistra del letto funebre S. Paolo piange ai piedi di Maria; a destra fra apostoli e vescovi è rappresentato S. Pietro con il pallio romano e con l'incensiere, mentre in ginocchio, presso la defunta, è S. Giovanni; al centro, fra due angeli, il Redentore con l'Anima di Maria. Di fronte al grande sviluppo che il tema della Dormizione aveva raggiunto nell'area culturale bizantina, la versione cavalliniana appare fra le più raccolte ed intime, pur accogliendo i vari motivi comuni, come Pietro che con l'incensiere sembra compiere l'estremo rito di suffragio.
  • 74. la Natività della Vergine S. Anna, seduta ai piedi del letto, assiste al bagno della neonata, con l'ostetrica che protende la mano per saggiare la temperatura dell'acqua prima di immergervi la neonata; al suo fianco due visitatrici offrono cibo e bevande.
  • 75. l'A nnunciazione L a Vergine, seduta sul trono, riceve l'annuncio dall'Angelo. Il polo d'attrazione della scena è il grande trono, che definisce lo spazio prospetticamente; a esso è affidata la funzione di misurare lo spazio e le figure, creando una verosimiglianza che rinnova profondamente il tema sacro.
  • 76. la Nascita di Gesù All'interno della grotta Maria, distesa, ascolta l'annuncio che gli angeli fanno ai pastori. In basso S. Giuseppe, un pastorello suonatore di corno e un cane colto nel momento in cui volge la testa verso il bambino.
  • 77. la Presentazione al Tempio Simeone ha in braccio il Bambino e ha vicino la Madonna, S. Anna e S. Giuseppe che offre delle bianche colombe.
  • 78. Madonna tra Ss Pietro e Paolo È il riquadro dedicatorio del ciclo in cui è raffigurata la Madonna col Bambino, fra i Santi Pietro e Paolo. In ginocchio, rivolto verso di L ei, è ritratto il committente dell'opera, Bertoldo Stefaneschi.
  • 80. Guglielmone L uca Pittura gotica, tecnico audio e arrangiamenti vari.
  • 81. Massaro Marco • Pietro Cavallini • Tuttofare
  • 82. Pessiva Giovanni Pittura gotica, tecnico generico e tanto altro che Massaro non potrà mai apprezzare.