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1
LE SCULTURE SAVONESI DI N.S. DI MISERICORDIA TRA CINQUE E SEICENTO
Michele Ghiga
Attraverso l'episodio apparizionistico della Vergine di Savona, mettiamo le basi per discorrere sulla
figura della N.S. Di Misericordia nel comprensorio savonese, nello specifico, con varie schede sulle
opere, per quanto concerne le sculture marmoree a lei dedicate tra cinque e seicento.
1. LA NUOVA ICONOGRAFIA
L'apparizione del 1536 si colloca in un delicato momento che la chiesa cattolica stava affrontando; la
Riforma luterana stava dilagando in tutti i paesi del nord Europa.
Paolo III (1534-1549), pontefice regnante all'epoca dell'apparizione, avvierà tramite il concilio di
Trento (1545-1563) la dottrina controriformista, traducendo il ripensamento dell'essere cristiani in un
decisivo orientamento verso forme attive di carità.
La prudenza del clero di fronte ad episodi mistici, è motivata dalla paura che certi fenomeni potessero
provocare la nascita di nuove eterodossie dal significato più vasto del solo ambito locale. Il culto dei
santi, in particolare della Vergine, ricevette notevole importanza come baluardo antiluterano e le
immagini sacre divennero il fulcro della devozione, sostenuta da sottili argomenti teologici o dalla
spontaneità popolare, contro i nuovi iconoclasti.
La Chiesa indirizza nell'ortodossia tutte quelle manifestazioni miracolistiche che si ripetono sempre
con maggior frequenza nelle terre frontaliere, più vicine all'eresia oltralpina a contatto con la Riforma.
Nel nostro caso è quindi la Liguria il territorio a rischio, a causa della sua posizione dedita agli arrivi
di novità culturali d'oltralpe.
Genova e il clero savonese, fanno così erigere sul luogo dell'apparizione il più importante santuario
mariano della regione. Costruito a partire dall'anno 1536, su disegno del comasco Pace Antonio
2
Sormano “che in Savona esercitò la Scultura e l'Architettura”1
, contiene al suo interno la prima
immagine prototipo della N.S. di Misericordia. La figura è la statua dello scultore Pietro Orsolino, in
una nicchia della cripta2
. Questa nuova iconografia verrà presa ad esempio per le future immagine
artistiche che abbelliranno le città e luoghi di culto sotto il controllo genovese come Savona.
Genova stessa si pose sotto la protezione della Vergine. Nel 18653
si rileva come su 842 immagini
mariane in Genova, 134 rappresentassero la Madonna savonese. A testimonianza della nuova
iconografie possiamo rifarci ad un disegno del 1569 custodito nell'Archivio di stato di Genova,
allegato all'atto notarile, nel quale Bernardino di Novo da Lanciano s'impegna a scolpire una
Madonna di Misericordia, rappresentando una delle prime documentazioni della nuova Vergine. Il
disegno dimostra come l'influenza artistica e religiosa possa contaminare i paesi confinanti con la
Liguria dato che Bernardino dovette scolpirla per un devoto di Hyeres4
.
La diffusione nei territori frontalieri si deve soprattutto agli ordini religiosi, dimostrato da altre
sculture come quella inviata da Carlo Doria nel 1615 ai cappuccini di Martigues e quelle delle chiese
cappuccine di Tolone e Marsiglia. Ricordiamo inoltre il gruppo statuario nella chiesa parrocchiale di
Pertuis, donata nel 1653 alla chiesa cappuccina locale dal cardinale Antonio Barberini (1607 - 1671),
patrono della costruzione del complesso monumentale 5
, probabilmente eseguito dai Sormano,
operanti in Savona nel corso del seicento come dimostrato dal cantiere del Santuario6
. Le prime opere
scultoree che riportano la nuova immagine mantengono un carattere arcaico delle figure, connotanti
1
RATTI C. G. 1769, Vite, Genova, p. 317
2
“Il suddetto Pace è stato l'Architetto della sotterranea Cappella, che vedesi colà nel Tempio dedicato alla Madonna di
Misericordia (…) Alcuni han detto aver anche fattura del Sormano la Statua in marmo della Vergine, che colà si vede
nel presato Santuario” RATTI C. G. 1769, Vite, Genova, pp. 317-318
3
REMONDINI M. 1865, Santuari e immagini di Maria Santissima nella città di Genova, Genova.
4
Il disegno datato 1569 è allegato all'atto in cui lo scultore s'impegna con Giorgio Bogia a scolpire la statua. Rappresenta
una delle prime documentazioni grafiche del nuovo culto. ARMANI E. P. 1988, Diffusione dei Santuari nel territorio della
Repubblica e rinnovamento dell'iconografia Mariana, in La scultura a Genova e in Liguria dal Seicento al primo
Novecento a cura di Armani E.P., Galassi M. C. Genova, pp. 11-12
5
GUELFI F. F. 2004, La scultura del Seicento e del Settecento. Statue e arredi marmorei sulle vie del commercio e della
devozione, in Genova e la Francia a cura di P. Boccardo, C. Di Fabio, P. Sénéchal, Genova, p. 172
6
Attribuzione ipotizzata sormanesca della prima metà del seicento, grazie ai frequenti rapporti che tenevano con la
Francia e alla documentazione pubblicata su Dubois 1981, che ne attesta l'attribuzione. Sono riscontrati inoltre soggiorni
del Barberini a Legino nella villa di Gerolamo Gavotti, nel corso dei viaggi verso la Francia del Cardinale. TASSINARI M.
2002, Gli apparati decorativi nel secolo XVII, in Un'isola di devozione a Savona. Il complesso monumentale della
Cattedrale dell'Assunta, a cura di G. R. Terminiello, Savona, p. 222 nota 52
3
di un linguaggio scultoreo ancora tardocinquecentesco, strettamente connesso alla volontà della
committenza e dello scultore di adeguarsi all'immagine codificata dall'Orsolino.
2. IL CONTESTO SCULTOREO SAVONESE TRA CINQUE E SEICENTO
Le vicende artistiche di Savona agli albori del XVI secolo sono indissolubilmente legate, già sul finire
del quattrocento, alle committenze della famiglia Della Rovere.
Fino all'elezione di Sisto IV (1471) raramente si trovano nomi di artisti nei documenti contrattuali
savonesi, subito dopo, per circa un cinquantennio risultano invece numerosi e di alta qualità; tra questi
si trova un nutrito insieme di scultori lombardi come i Sormano7
.
Il mecenatismo legato ai papi termina poi irrimediabilmente nel 1528, quando Andrea Doria viene
proclamato dai genovesi “pater et liberatore patriae” sottomettendo definitivamente Savona e
determinando la fine della stagione artistica roveresca8
.
Diventata ormai un centro culturale fertile, gli artisti che vi si trasferirono continuarono a lavorare
alacremente per nuovi committenti. Tra gli scultori lombardi che tra cinque e seicento, operarono in
Savona e in Liguria si possono citare gli Orsolino, i Carlone e i Sormano.
La famiglia Orsolino, originaria di Ramponio in Val d'Intelvi, è attiva in Liguria dal cinque al
settecento. Capostipite fu Giovanni Orsolino da cui deriveranno i noti scultori tra cui Battista e
Tomaso9
. Nato probabilmente a Genova, Battista, insieme al figlio, lavorerà al cantiere del Santuario
mariano di Savona: “Chiamati poscia in Savona da' Deputati a quel Santuario della Madre di
Misericordia, vi fecero alcuni ornamenti in marmo così dentro, come fuori della cappella; ove si
venera la miracolosa Statua di essa Santissima Madre”10
.
La scultura della Madonna all'interno della cripta fu eseguita invece da Pietro nel 1560; è la prima
7
ARMANI E. P. 1987, Il secolo d'oro dei genovesi: il Cinquecento, in La scultura a Genova e in Liguria dalle origini al
cinquecento a cura di , Genova, p. 269
8
Eadem, p. 267-272
9
Eadem, p. 71
10
RATTI C. G. 1769, Vite, Genova, p. 436-437
4
statua portatrice della nuova iconografia. Purtroppo non si possiedono molte notizie su quest'ultimo,
soltanto che era originario di Ramponio e che al momento della commissione risiedeva in Genova11
.
Originari di Rovio (Mendrisio), furono invece i Carlone operanti in Liguria nei secoli XVII e XVIII.
Il capostipite, Giovanni, è segnalato in regione dal 1555 grazie ad un documento notarile per la
commissione della statua di Catteno Pinelli a Genova12
.
Ebbe due figli; il più conosciuto, Taddeo, nasce a Rovio nel 1543 formandosi presso la bottega paterna
completando la propria formazione con l'obbligato soggiorno romano.
In questo contesto, l'importanza di Taddeo Carlone è dovuta alla sua presenza nei primi decenni del
seicento nel cantiere del Santuario savonese dove prenderà contatto con la nuova iconografia della
Madonna. Lo scultore di Rovio prese spunto dalla nuova figura per la committenza genovese di
Giovanni Moneglia che nel testamento, rogato il 2 settembre 1609, deliberava la volontà di costruire
una cappella in favore della Nostra Signora di Misericordia nella chiesa di S. Nicola da Tolentino con
la statua “fabbricata per magistrum Tadeum Carlonum”13
. La famiglia dei Sormano è legata alle prime
due dagli intrecci delle committenze. Iniziatore fu Pace Antonio Sormano da Osteno nel Luganese,
che lavorò per la fabbrica del Santuario come architetto del complesso tra il 1536 e il 1540. In Savona
dagli anni venti del cinquecento14
vi “si ritirò per fuggire lo sdegno di certa persona potente, a cui
aveva ucciso un cagnolino”15
e nella quale acquistò notorietà e commissioni per abitazioni, fontane e
sculture16
. Non si conosce la data della morte, ma sappiamo che nel 1559 non era più in vita17
e
lasciava i figli nati a Savona18
.
11
ALGERI G. 1985, Le sculture del Santuario, in La Madonna di Savona a cura di , Savona, p. 207
12
GALASSI M. C. 1987, La scultura a Genova e in Liguria a cura di , Genova, p. 388
13
ARMANI E. P. 1988, Artisti e Artigiani del marmo dal Cinquecento al Seicento, in La scultura a Genova e in Liguria
dal seicento al primo Novecento a cura di E. P. Armani, M. C. Galassi; Genova, p. 12
14
“egli è indubbiamente in Savona nel 1529” BALDASSARRE E.-BRUNO R. 1981, Schedario degli uomini illustri in Savona,
Savona, p. 233
15
RATTI C. G. 1769, Vite, Genova, p. 317
16
BALDASSARRE E.-BRUNO R. 1981, Schedario degli uomini illustri in Savona, Savona 1981, p. 233
17
“(…) non era più in vita nel 1559, poiché, in un istrumento del 18 novembre di quest'anno... si dice “Quondam P.
Antonii” Id, p. 233
18
“(...) ebbe figliuoli degni di lui. Tali furono Lionardo, e Gio.Antonio” RATTI C. G.1769, Vite, Genova, p. 317. “Lionardo,
e Gio. Antonio fratelli Sormani, Scultori Savonesi di special merito.” RATTI C. G. 1769, Vite, Genova, p. 55
5
Nipote di Pace Antonio e figlio di Gio Andrea è Stefano Sormano, che si inserisce nel panorama
scultoreo savonese in competizione con altri valenti artisti come i due De Martini e Leonardo
Barberini19
. Lavorerà anche in Genova, dove probabilmente viene a conoscenza della Madonna di
Misericordia del Carlone del 1617, dati i suoi lavori nel 1620 per la chiesa di N.S. Delle Vigne20
. Il
Sormano diventerà rinomato e conosciuto come lo statuario per eccellenza delle effigi marmoree di
N.S. Di Misericordia, che, dal XVII secolo abbelliranno le edicole savonesi sulle porte delle mura.
19
BALDASSARRE E.-BRUNO R. 1981, Schedario degli uomini illustri in Savona, Savona 1981, p. 233
20
SANGUINETI D. 2014, Francesco Fanelli: considerazioni sull’attività genovese, in “Prospettiva” n. 153-154
6
3. LE SCULTURE MARIANE DI SAVONA
L'apparizione del 1536 è l'occasione per la quale il clero savonese, con il patrocinio di Genova, si
prende carico della costruzione del santuario mariano. Sulle colline che dominano Savona, il tempio
fu costruito a partire dal 1536 su disegno dell'architetto comasco Pace Antonio Sormano21
.
Al di sotto delle navate si cela la cripta, disegnata dallo stesso comasco e progettata insieme al figlio
Gio Andrea22
. L'attuale stato decorativo manierista viene terminato nel 1616, non lontano dal clima
artistico diffusosi in Genova tra XVI e XVII secolo, rifacendosi alle architetture genovesi di San Siro
e di Santa Maria delle Vigne23
.
La bellezza dell'ambiente, fatto di ori cangianti, marmi policromi e stucchi, converge in maniera totale
verso l'immagine principe della cripta: la statua di N.S. di Misericordia.
Ci troviamo così di fronte alla prima manifestazione scultorea della Madonna apparsa al beato Botta
che approfondiamo nella “scheda 1” a lei dedicata (fig. 1). Tra le sculture marmoree di questa
tipologia, presenti nel comprensorio del Santuario, va fatta menzione di una statua poco conosciuta
dalla critica, balzata all'attenzione dei contemporanei grazie alla storica dell'arte Magda Tassinari che
ne scrive le vicende su un articolo del “Letimbro” del maggio 201524
.
Poca distante dalla basilica, la statua si trova nel giardino della Locanda sulla strada per arrivare alla
chiesa. Eseguita in marmo bianco, di poco inferiore alle misure reali, la scultura è murata dentro una
nicchia di cemento e raffigura a pieno l'iconografia della mater misericordiae anche se è assente il
caratteristico Botta ai suoi piedi25
.
La posa ieratica, il volto austero e la morbidezza del panneggio che si posa sulle gambe flesse della
21
“Il suddetto Pace è stato l'Architetto della sotterranea Cappella” RATTI 1769, Vite, Genova, p. 317; “L'architetto fu Pace
Antonio Sormano (...)” TORTEROLI T. 1847, Monumenti di pittura, scultura e architettura della città di Savona, Savona,
p. 280; ARMANI E. P. 1988, Artisti e artigiani del marmo dal Cinquecento al Seicento, in La scultura a Genova e in
Liguria dal Seicento al primo Novecento a cura di E. P. Armani, M. C. Galassi, Genova 1988, p. 10
22
Eadem, p. 10
23
ROTONDI G. R. 1959, L' Arte del Santuario di Nostra Signora di Misericordia a Savona, Savona 1959, p. 25
24
TASSINARI M. 2015, “Letimbro”, numero 5 maggio, p. 23
25
Sicuramente, fino al 1930, la statua si trovava nella nicchia sopra la porta del refettorio dell'Ospizio e quasi sicuramente
posta in quel luogo dall'origine dell'edificio.
7
Vergine, sono elementi caratterizzanti del prototipo orsoliniano, anche se in questo caso, data la cifra
stilistica coerente con quella dei maestri lombardi-genovesi e la qualità del lavoro, siamo di fronte ad
un'opera di molto posteriore rispetto a quella della cripta della basilica, come affermato dalla data
scolpita alla base (1655).
Si nota quindi la volontà della committenza nel rimanere fedeli alla classica impostazione, nonostante
le innovazioni scultoree in termini di movimento, realismo e dinamismo che provenivano da Genova
per mezzo dei soggiorni romani degli artisti che nella città capitolina andavano a formarsi.
Scendendo per la valle del Santuario e giungendo in Savona, ci troviamo a soffermarci in Via Pia,
presso Piazza della Maddalena.
Qui, sull'angolo del palazzo Della Rovere Basso Giusti, troviamo un'edicola settecentesca 26
pregevolmente ornata da due angioletti che paiono quasi scostare il panneggio della nicchia come un
sipario teatrale, lasciando vedere dietro di esso la statua di una Madonna della Misericordia (fig. 2)
eseguita da Stefano Sormano; della quale trattiamo nella “scheda 2”.
Nel 162027
troviamo lo scultore nuovamente attivo in Savona per erigere “la Statua della Vergine, che
vedesi sopra la porta di S. Giovanni”28
. Le opere marmoree della patrona della città erano richieste
dalla popolazione del borgo vicino alle porte29
, di qui attribuiamo parte delle committenze ai cittadini
che abitavano quelle zone urbane. La “bellissima”30
Vergine, originariamente situata presso la porta
di S.Giovanni, venne in seguito spostata nella chiesa dell'omonimo santo dopo la distruzione della
porta, ma quando il titolo della chiesa passò in S.Domenico, la scultura venne riposizionata presso la
26
Eretta per racchiudere la Vergine, la scritta sul cartiglio: “Consolatrix afflictorum” risale al 1854. Ricorda l’epidemia
di colera.
27
“Nel 1598 sulla porta San Giovanni vi era un affresco della Madonna, che nel 1620, l'8 giugno, fu sostituito da una
statua marmorea” CAN. SGUERSO V. 1953, Come la luce, in Mater Misericordiae, a. XLIV, n. 9-10, pp. 5-7; “quella che
si vede sulla Porta di S. Giovanni entro altra nicchia ornata all'intorno con marmi vi fu posta nel 1620, come si ricava da
un decreto degli Anziani de’10 Febbraio di un tal anno” PICCONI G. 1760, Storia dell'apparizione e de' miracoli di Nostra
Signora di Misericordia di Savona, Libro I, Genova, p. 59
28
“Altri Scultori del cognome Sormano operarono in Savona. Uno fra gli altri (certamente de' migliori) fu Stefano, il
quale formò la Statua della Vergine, che vedesi sopra la porta di S. Giovanni” RATTI C. G.1769, Vite, Genova, p. 318
29
“Una statua rappresentante N. Donna di Misericordia (…) la fece fare il popolo di quella via”; “(...) la fece fare il popolo
del vicinato” TORTEROLI T. 1847, Monumenti di pittura, scultura e architettura della città di Savona, Savona, pp. 214,
216; “I popolani (…) vollero anch'essi (…) l'effige di Maria” CAN. V. SGUERSO 1953, Come la luce, in Mater
Misericordiae, a. XLIV, n. 9-10, pp. 5-7
30
BALDASSARRE E.-BRUNO R. 1981, Schedario degli uomini illustri in Savona, 1981, p. 233
8
collocazione odierna, all'interno della chiesa di N.S. della Neve, nel quartiere delle Fornaci.
L'attribuzione allo scultore di origini lombarde nasce da un documento del 1637 segnalato dal Ratti
che riporta: “1637. a dì. 7. Aprile. Lì Magnifici Signori dell'Ospedale di S. Paolo di Savona hanno
obbligato Maestro Stefano Sormano a fabbricare la Statua del fu Lorenzo Giachiero con gli ornamenti
della nicchia ogni cosa di mirino bianco, fra il termine di mesi quattro; fecondo il disegno lasciato
appresso Messer Gio. Francesco Pichesio Notaio, e sottoscritto dal Sig. Gio. Giancardo; che sia ogni
cosa lavorata bene, e ben finita tanto conforme al disegno, quanto anche alla perfezione, che si
desidera uguale a quella della Statua di Nostra Signora di Misericordia posta sulla porta di S.
Giovanni”31
.
Le discordanze stilistiche rispetto alle altre opere sormanesche fanno sorgere comunque dubbi sulla
sicurezza dell'attribuzione e datazione della statua.
Rimanendo oltre Letimbro, troviamo la chiesa di S.Rita che sorse grazie al volere degli Agostiniani,
autorizzati da Papa Giuliano II ad acquistare il terreno sottostante l'edificio.
Tra i temi decorativi dell'interno, troviamo una scultura di N.S. Di Misericordia in una nicchia del
primo altare della navata destra (fig. 3), descritta nella “scheda 3”.
Nel centro storico si staglia ora tra le case, la nuova Cattedrale. Nel transetto, la cappella di sinistra è
dedicata alla Vergine del Santuario32
.
La conformazione attuale del sacello, compresa la scultura è databile al 1868, anno in cui gli elementi
decorativi vengono spostati dalla chiesa delle Carmelitane Scalze, dopo l'abolizione dell'ordine,
all'interno del duomo, come dimostra la richiesta della Masseria della cattedrale per rimuovere gli
apparati dal suolo carmelitano33
.
La statua, ampiamente trattata nella “scheda 4”, che un tempo si trovava “colà dove sorgeva dianzi la
31
RATTI C. G.1769, Vite, Genova, pp. 318-319
32
Precedentemente dedicata all'Assunta. Concessa in origine alla famiglia Spinola di Garessio.
33
Data la deliberazione per alcuni capi d'arte dell'ex chiesa di S.Teresa offerti dal Municipio a ricognizione del marchese
Balbi del giuspatronato sulla cappella di N. S. Assunta.
9
porta di Bellaria.”34
, fu eseguita da Stefano Sormano (fig. 4), come dimostra l'incisione ai piedi
dell'opera insieme alla data del 162535
, ed inoltre il documento notarile porta la data dell'8 dicembre
162436
.
Del complesso della cappella va fatto notare come la scultura sormanesca non sia l'unica di quel
soggetto iconografico ad esservi racchiusa. Sul lato destro dell'altare, all'interno di un piccolo scurolo
in marmo policromo decorato da due teste alate di putti pregevolmente lavorati, si trova un'altra
scultura di N.S. Di Misericordia.
Finemente eseguita e di origini settecentesche, come riportano le fonti, la scultura è ricca di un
dinamismo e movimentazione del panneggio confacente alle novità genovesi di fine seicento e già si
trovava in cattedrale precedentemente ai rifacimenti ottocenteschi (fig. 5)
Reduce delle mura trecentesche del porto, si staglia la Torre Leon Pancaldo, più conosciuta come
“Torretta” che racchiude entro due nicchie, due sculture mariane37
.
La prima (fig. 6), situata sul lato frontale si presenta nella nicchia incorniciata da una doppia coppia
di colonne che sorreggono un timpano triangolare sotto il quale sono incise le parole: “QUI TE POSE
CUSTODE E QUI TE ONORA MEMORE IL POPOLO TUO MADRE E SIGNORA”
Studiando le fonti possiamo affermare che la collocazione originaria, sia stata sulla porta di S.Lucia
o di S.Agostino, conosciuta anche come della “Quarda”38
. Rifacendoci alla cifra stilistica del soggetto
si propone una datazione, dato che “(...) di questa che d’altra Statua contigua alla Porta di S. Agostino
34
TORTEROLI T. 1847, Monumenti di pittura, scultura e architettura della città di Savona, Savona, p. 214; “l'altra che è
alla Porta Bellaria in nicchia pure fregiata nobilmente di marmi vi fu collocata per ordine degli stessi Anziani nel 1625”
PICCONI G. 1760, Storia dell'apparizione e de' miracoli di Nostra Signora di Misericordia di Savona, Libro Primo,
Genova, p. 59
35
“(...) collocata per ordine degli stessi Anziani nel 1625 il qual anno appiè d'essa leggesi inciso” Id, p. 59; “vi fu posta
l'anno di mille seicento venticinque, siccome nota la scritta che vedesi nella base in caratteri romani” TORTEROLI T. 1847,
Monumenti di pittura, scultura e architettura della città di Savona, Savona, p. 214
36
“Da un atto dell'8 dicembre 1624 si sa ch'ei lavorò, per £ 200, quella che fu posta su porta “Villana” o “Bellaria.”
BALDASSARRE E.-BRUNO R.1981, Schedario degli uomini illustri in Savona, Savona, p. 233
37
La scultura si trovava precedentemente nella cappella dedicata a N.S. Nazareno, conosciuta anche come “della
Madonnetta” data la presenza della piccola scultura come scriveva il Bertolotto. “in una piccola nicchia di marmo havvi
una piccola statua di maria SS. Di Misericordia.” BERTOLOTTO A. 1881, Il Duomo di Savona, Savona, p. 13
38
“(...) posta nella Torre della marina dalla parte che guarda il magazzino del sale (…) Guardava prima d'esser qui
collocata la porta a Santa Lucia.” TORTEROLI T. 1847, Monumenti di pittura, scultura e architettura della città di Savona,
Savona, p. 215
10
non si è rinvenuta notizia dell'anno”39
, intorno alla fine del secondo decennio del seicento. L'unica
data che abbiamo è quella della posizione coeva, al 1825, anno in cui fu distrutta la porta cittadina.
Riguardo alle date proposte dalle fonti notiamo che nel 1847, anno del volume del Torteroli, la statua
già risiedeva nella sua nicchia, affermandone la collocazione nel 1825, mentre la data proposta dallo
Sguerso al 1862 è probabilmente confusa con quella dell'iscrizione scritta posteriormente alla
sistemazione odierna40
(scheda 5).
La statua che si affaccia sul mare, scolpita da un autore che risulta ancora ignoto, venne eseguita
probabilmente nei primi decenni del seicento41
(fig. 7).
Inizialmente viene citata come posta in un altro scurolo, al di sotto di quello che la contiene
attualmente, nel 1612 e poi nel 166442
. Nel 1779 quando viene finito il coronamento della nicchia, la
Terminiello riporta che venne inserita la scultura eseguita in questo periodo, dati i danneggiamenti di
quella del 1664, così facendo daterebbe di fatto la scultura nel settecento e mancherebbero di
conseguenza le notizie di questa grande scultura tra gli anni della sua probabile esecuzione nel
seicento e l'anno della sua collocazione, e dell'altra statua danneggiata43
.
Notiamo come la statua dovette trovarsi nella prima nicchia almeno fino al 1847, anno in cui il
Torteroli la cita in una nicchia al di sopra del distico del Chiabrera44
.
Rivedendo le fonti, vediamo la probabile sistemazione nel 1612, data la disputa cittadina che sfociò
per i versi del Chiabrera che morì nel 1637, e la statua quindi si trovava già in loco prima della sua
dipartita, di conseguenza antecedente al 166445
.
39
PICCONI G. 1760, Storia dell'apparizione e de' miracoli di Nostra Signora di Misericordia di Savona, Libro I, Genova,
p. 59
40
“Fu soltanto nel 1862 (…) che un'altra statua di Maria venne collocata sulla facciata della Torretta prospiciente alla
piazza” FARRIS G. 1985, La diffusione della devozione della Madonna di Misericordia nel Mondo, in La Madonna di
Savona a cura di , Savona, p. 380
41
Data la mancanza di documenti che accertano il periodo d'esecuzione dell'opera, mi sono rivolto al docente Daniele
Sanguineti che ha confermato la datazione della scultura nei primi decenni del XVI sec.
42
“Vi fu collocata nel 1612”. Id., p. 380; “Un’ altra Statua di marmo della Madonna Santissima vedesi sopra la Torre del
Porto, e su ivi posta d'ordine degli Anziani nell’anno 1664 addì 13 Marzo” PICCONI G. 1760, Storia dell'apparizione e de'
miracoli di Nostra Signora di Misericordia di Savona, Libro I, Genova, p. 59
43
GALLOTTI G. 2015, La Madonna di Savona sui simboli della città in “A Campanassa” N.2/2015, Savona, p. 26
44
“Sotto di essa si leggono scritti a lettere grandi i noti versi bilingui di Gabriello Chiabrera” TORTEROLI T. 1847,
Monumenti di pittura, scultura e architettura della città di Savona, Savona, p. 215
45
“(...) il Chiabrera morì nel 1637, e, lui vivente, avvenne la famosa discussione sulle parole da scriversi sotto quella
11
Si può supporre, in ultima analisi, la collocazione nel 1612 di quella seconda scultura mariana, che
danneggiata verrà poi sostituita nel 1664 con quella odierna, come scriveva già il Picconi, e che solo
dopo il 1847 venga spostata nella nicchia superiore; ulteriori dettagli sono riportati in “scheda 6”.
Teniamo in chiusura e nella “scheda 7”, dato che è ritornata all'attenzione della critica nell'ultimo
periodo46
, la scultura visibile presso la cappella della Casa Madre dell'ordine delle Suore dell'istituto
Rossello vicina alla chiesa di S.Andrea. Originariamente eseguita per la Porta della Marina, dal già
noto Stefano Sormano47
, viene poi spostata presso la sala dell'Anziania nel complesso del Brandale
quando la porta venne distrutta e di conseguenza ricollocata dal 1853 nella prima chiesa delle suore
della madonna di Misericordia48
. Viene descritta “bene e lodevolmente condotta”49
senza alcuna data.
Conoscendo comunque l'attribuzione allo scultore lombardo e la cifra stilistica possiamo collocarla
nel giro d'anni in cui lo scultore lavorò in Savona (fig. 8).
Menzioniamo in chiusura una scultura di cui ormai non se ne ha notizia. Più di una volta viene
segnalata una statua posizionata in Piazza Canepa, odierna Piazza Colombo, ormai scomparsa a causa
dei bombardamenti dell'ultima guerra che venne eretta a spese del vicinato per mano di uno scultore
genovese di poco conto50
nel 159751
, anche se all'interno del volume sui savonesi illustri viene
attribuita a Stefano Sormano52
. Citiamo inoltre una scultura non di grandi dimensioni, all'interno del
Seminario di Savona, un'immagine barocca della Vergine, tra panneggi largamente dinamici e
l'impostazione della figura differente dai prototipi della prima metà del Seicento (fig. 9).
statua di Maria” FARRIS G. 1985, La diffusione della devozione della Madonna di Misericordia nel Mondo, in La Madonna
di Savona, Savona, p. 380
46
L'8 dicembre 2015 la nicchia viene valorizzata da un'altra statua contemporanea della Madonna di Misericordia, per
l'occasione vengono scritti alcuni articoli di giornali locali.
47
“si vede in proprio nicchia nella sala del palazzo degli Anziani. Stava alla porta della Marina: quando essa fu demolita,
fu fatta qui trasportare. É lavoro del sopradetto Stefano Sormano (…) la fece scolpire l'arte dei marinai.” TORTEROLI T.
1847, Monumenti di pittura, scultura e architettura della città di Savona, Savona, p. 214
48
“La Madonna (…) passò al salone degli Anziani per venire finalmente alla prima chiesa delle Suore di N.S. Di
Misericordia”. BALDASSARRE E.-BRUNO R. 1981, Schedario degli uomini illustri in Savona, Savona, p. 234
49
Id, p. 214
50
“dentro sua nicchia nella piazza di Colombo (…) è lavoro di scultore genovese, che non merita molto di cercar chi sia
stato. Fu eretta alle spese del vicinato” Ibidem, p. 214
51
“(...) il 30 giugno 1597 fu elevata un'altra statua in piazza di Canepa” FARRIS G. 1985, La diffusione della devozione
della Madonna di Misericordia nel Mondo, in La Madonna di Savona, Savona, p. 378
52
“Fu infine di Stefano la Madonna di Piazza della Canapa, poi piazza Colombo, poi emigrata nella chiesa di S.Andrea”
BALDASSARRE E.-BRUNO R. 1981, Schedario degli uomini illustri in Savona, Savona 1981, p. 234.
12
4. SCHEDE
SCHEDA 1
Autore
Pietro Orsolino
Soggetto
Nostra Signora di Misericordia
Tecnica e misure
marmo bianco scolpito, cm 150 ca.
Datazione
1560
Collocazione
Santuario di N. S. di Misericordia, Cripta, località Santuario; Savona
Committenza
Ecclesia savonese
Descrizione ed elementi iconografici
Si trova nella nicchia absidale e da tradizione, il gruppo sorge esattamente dove si verificò
l'apparizione: “sta sullo scoglio sul quale piamente si crede aver posato la B. Vergine apparsa ad
Antonio Botta”.
Inserita nell'elegante nicchia manierista, la statua si presenta in tutto il suo ieratico aspetto. La posa
bloccata e il mancato dinamismo dei panneggi, denotano la cifra tardocinquecentesca della scultura
e dell'Orsolino.
Gli occhi assenti incorniciati da un viso che non dimostra emozioni, alimentano la staticità del gruppo,
alla cui destra si trova la più piccola figura del Botta che si presenta umilmente con il suo copricapo.
La sua scultura, a dispetto della Madonna è più realistica, dai tratti veritieri come dimostrano i capelli
e la berretta.
13
Vicende critiche principali
La scultura qui presa in considerazione è la più importante tra quelle di soggetto mariano presenti in
Savona, data la sua novità iconografica e perchè fu creata appositamente dallo scultore per
racchiudere l'episodio dell'apparizione. Il primo a citare l'opera è Giacomo Picconi nel suo volume
sulla storia dell'apparizione del 1760. Riporta che “la Statua di marmo di Nostra Signora alta sei palmi
e mezzo sia riposta dentro capace nicchia ben adorna, e posta sopra lo stesso scoglio, sui cui fermò i
suoi piedi la gran Madre di Dio nella sua Apparizione. Fu fatta da Pietro Orsolino come appare
dall'inserzione nel piedistallo incisa.” (Picconi 1760, p. 68)
Nove anni più tardi è il più conosciuto Ratti a parlare della scultura, all'interno delle sue Vite, per
quanto riguarda quella di Pace Antonio Sormano e della dubbia attribuzione della scultura che “alcuni
han detto esser anche fattura del Sormano” Mentre il Ratti scrive sull'esecuzione dell'Orsolino data
l'iscrizione “P.O.S” sotto il gruppo marmoreo. (Ratti 1769, p. 318)
Nella prima metà dell'ottocento sarà poi Bertolotti, a citare la statua brevemente, con la novità della
corona di gemme che Pio VII depose sul suo capo. (Bertolotti 1834, p. 386)
Nel 1847 Torteroli dedica qualche riga al gruppo, all'interno del suo libro sulle opere d'arte savonesi,
dove cita l'autore e un breve tratto del contratto notarile. (Torteroli 1847, p. 213)
Nel 1985 viene poi pubblicato un dettagliato volume sulla storia della Madonna di Savona, dove
immancabilmente è presente la scultura descritta nella sua interezza nel capitolo sulle sculture del
complesso ecclesiastico. Autografia e descrizione vengono riportati insieme all'iscrizione sul
basamento della scultura dove compare “PIETRO O. F. O.” e alle righe del contratto notarile “unam
statuam marmoream Beatae Virgins Mariae, quae sit et esse debeat de bono marmore albo altitudinis,
parmorum sex... cum alia parva statua.” (Algeri 1985, p. 207)
Osservazioni
Unico elemento discordante è la diversità tra il Ratti, che riporta l'iscrizione sotto il gruppo incisa
come “P.O.S.” e quella segnalata dall'Algeri in “PIETRO O.F.O.”
14
SCHEDA 2
Autore
Stefano Sormano
Soggetto
Nostra Signora di Misericordia
Tecnica e misure
marmo bianco scolpito, cm 150 ca.
Datazione
1610
Collocazione
Palazzo Della Rovere Basso Giusti (esterno), precedentemente preso l'Opera Pia del Santuario,
proveniente dalla porta del Molo; Savona
Committenza
Probabilmente committenza popolare
Descrizione ed elementi iconografici
Inserita in una nicchia settecentesca che sembra essere una quinta teatrale, la scultura si staglia in
tutta la sua tradizionale impostazione. Il panneggio mancante di dinamismo nelle e il volto assente
denotano il linguaggio del primo seicento e la volontà di rimanere fedeli alla posa orsoliniana. Il Botta
ricorda in maniera quasi letterale la figura del Santuario.
Vicenda critica
La più conosciuta dai cittadini, gode purtroppo di una vicenda critica non particolarmente estesa. Il
primo che segnala la statua è il Picconi nel volume sull'Apparizione: “quella che stava prima vicino
alla Porta del Molo (la quale indi si tolse nel 1749, quando fu demolito il Borgo) si conserva oggi
nella sala, ove si radunano i Governatori della pia Opera di Nostra Signora.” (Picconi 1760, p. 59)
Poi il Torteroli, nell'ottocento ne scrive come un “lavoro pregevole di Domenico Parodi” date le lettere
D. P. F. sulla base, e che “la fece fare il popolo del vicinato.” (Torteroli 1847, pp. 215-216)
15
Nel novecento il Can. Sguerso cita la scultura datandola nel 1610 e che la popolazione ne
commissionò l'esecuzione. Si trovava precedentemente sulla porta del Molo. Dalla porta venne poi
spostata dopo la distruzione del borgo nel 1749 e fino al 1766 riposta in alcuni locali dell'opera Pia
del Santuario, quando poi venne collocata nella nicchia del centro cittadino. (Sguerso 1953, pp. 5-7)
All'interno del compendio riguardo gli uomini illustri di Savona, trattando di Stefano Sormano, viene
segnalata una scultura che sormontava la porta della “Marinetta”, chiamata così probabilmente al
posto di “Porta del Molo” e passata poi, dopo la distruzione delle mura, nell'edicola dell'immobile
“Pessano-Sguerso” in Via “Scaria” (Baldassarre-Bruno 1981, p. 233)
Osservazioni
Data la cifra stilistica e l'iconografia l'opera è databile dagli ultimi anni del cinquecento ai primi del
seicento, da qui la probabile datazione al 1610 riferita dalle fonti. L'attribuzione da parte di Torteroli
a Domenico Parodi viene meno sia dal palese dato stilistico, sia semplicemente da quello cronologico
che vede la nascita del Domenico Parodi di Filippo nel 1672 e di Domenico Parodi di Giovanni
Antonio nel 1644. Si può comunque supporre la paternità di Stefano Sormano grazie alla segnalazione
del 1981, sapendo inoltre, che già nel 1604 lavorava per l'oratorio del Cristo risorto.
16
SCHEDA 3
Autore
Stefano Sormano
Soggetto
Nostra Signora di Misericordia
Tecnica e misure
marmo bianco scolpito, cm 175 ca.
Datazione
1620-1625 ca.
Collocazione
Chiesa di N.S. Della Consolazione, primo altare navata destra, Savona
Committenza
Arte dei Cordai
Descrizione ed elementi iconografici
Accolta dentro una nicchia decorata nelle bordature e dipinta di celeste, la statua si staglia con la
tradizionale impostazione. Esaltata da alcuni contorni dorati, aggiunti nel periodo dei decori dello
scurolo, ha un panneggio che si adagia sulla figura mariana in maniera semplice rimanendo nella sua
staticità che accomuna anche il volto.
La figura del Botta è come sempre più veritiera rispetto a quella mariana e mantiene la classica forma
di umiltà e rispetto verso l'apparizione.
Vicenda critica principale
La prima citazione della scultura, sempre che il Torteroli parli di quest'ultima, proviene dal suo
volume del 1847. Qui riporta una statua di N.D. Di Misericordia che si poteva vedere presso una
nicchia al ponte delle Pile in zona S.Rita, dove si trovava da circa mezzo secolo dopo essere stata
tolta dalla porta del Molo ormai distrutta. Nomina anche i committenti vedendoli nell'arte dei cordai
e si lascia andare ad un commento: “non è molto buona cosa.” (Torteroli 1847, p. 214)
17
Nello Schedario degli Uomini Illustri del 1981, parlando di Stefano Sormano, l'autore cita una statua
eseguita per la porta del Molo e murata presso il ponte della Pile, oggi di N.S. Della Consolazione,
per trovar poi definitiva collocazione nella omonima chiesa agostiniana. (Baldassare-Bruno 1981, pp.
233-234)
Osservazioni
L'unica osservazione è la sicura negazione per quanto riguarda la sua attribuzione a Filippo Parodi,
rivoltagli dal Gallotti. Cifra stilistica dell'opera che è decisamente lontana da quella parodesca per
aggiungere inoltre la datazione del pezzo negli anni venti del seicento, periodo in cui il Parodi non
era ancora nato.
18
SCHEDA 4
Autore
Stefano Sormano
Soggetto
Nostra Signora di Misericordia
Tecnica e misure
marmo bianco scolpito, cm 175 ca.
Datazione
1624-1625
Collocazione
Cattedrale dell'Assunta, Cappella di N.S. Di Misericordia già di N.S. Assunta, di S. Giuseppe o dei
Marchesi Balbi. Precedentemente sulla Porta Bellaria (o Villana); Savona
Committenza
Probabilmente committenza popolare
Descrizione ed elementi iconografici
Pregevolmente eseguita, è situata all'interno di una nicchia completamente dorata che ne esalta la
morbida figura. Erta di fronte ai fedeli con la classica posa, la Vergine si volge ad un piccolo Botta,
vicino ad una base marmorea riccamente decorata e probabilmente aggiunta dopo lo spostamento in
Cattedrale.
I panneggi ed un volto meno assente rispetto ad altre figure, denotano i caratteri seicenteschi del
gruppo nel quale spicca il dettaglio della bocca della Vergine semiaperta, indice di emotività sentita
durante l'avvenimento.
Vicenda critica
Il primo a segnalare la statua è il Picconi nel suo elenco delle sculture mariane all'nterno del volume
sull'Apparizione recitando: “(...) l'altra che è alla Porta Bellaria in nicchia pure fregiata nobilmente di
marmi vi fu collocata per ordine degli stessi Anziani nel 1625 il qual anno appiè d'essa leggesi inciso”
19
(Picconi 1760, p. 59)
Il Torteroli verso metà ottocento, nel capitolo dedicato alle sculture savonesi all'interno del suo
volume, tratta della scultura di N. Donna di Misericordia “in bella nicchia decorata di marmi, colà
dove sorgeva dianzi la porta di Bellaria” ponendo il 1625 come data della sua collocazione e ne da la
misura in altezza, di 175 centimetri, insieme all'attribuzione a Stefano Sormano grazie all'iscrizione
in caratteri romani alla base della scultura, oltre all'evidenziare il committente nel “popolo di quella
via.” (Torteroli 1847, p. 214).
Nel trattato sugli uomini illustri di Savona, nella sezione dedicata a Stefano Sormano, si stila un
elenco delle sue opere che si trovano in Savona, compresa questa scultura. Citando un atto dell'8
dicembre 1624 con su scritto la spesa di lire 200, e si riporta la collocazione originale presso la porta
Bellaria o Villana e quella contemporanea presso la Cattedrale. (Baldassare-Bruno 1981, p. 233)
L'Armani nel volume sulla scultura in Liguria del Seicento fa riferimento all'opera scrivendo riguardo
la nuova iconografia mariana e segnala l'anno del 1625 come messa in opera del pezzo su porta
Villana ed ora visibile in cattedrale. (Armani 1988, p. 12)
Nei primi anni duemila la scultura è segnalata da Magda Tassinari. Trattando degli apparati decorativi
della cattedrale, viene nominata come elemento aggiuntivo alla cappella nel 1868, anno in cui il
sacello prese la conformazione attuale. Nello stesso volume, all'interno del capitolo successivo è poi
la Chilosi che descrive ampiamente l'ambiente della cappella contenente la scultura, aggiungendo
l'anno della sua realizzazione nel 1625 e lo scultore Stefano Sormano come autore del gruppo per la
distrutta porta Bellaria. (Tassinari-Chilosi 2001, p. 207, 233)
Osservazioni
Si può notare come nel complesso della cappella, la scultura non sia l'unica nel suo genere
iconografico. In una nicchia di piccole dimensioni sul lato destro è inserita una Madonna di
Misericordia elegantemente lavorata e di un dinamismo e qualità superiori alla più grande statua di
Sormano. Statuetta settecentesca quindi, stando alle fonti, sicuramente memore delle novità romane
coeve e che già era presente in cattedrale (in una diversa cappella) come citava il Bertolotto scrivendo
riguardo alla prima cappella della navata destra: “in una piccola nicchia di marmo havvi una piccola
statua di maria SS. Di Misericordia.” (Bertolotto 1881, p. 13)
Sull'attribuzione e datazione ci rifacciamo alle fonti, le quali riportano all'unisono gli elementi
necessari. La committenza è trovata nella popolazione vicina alla porta come riportato dal Torteroli,
data la caratteristica dell'oggetto scultoreo.
20
SCHEDA 5
Autore
Stefano Sormano
Soggetto
Nostra Signora di Misericordia
Tecnica e misure
marmo bianco scolpito, cm 150 ca.
Datazione
1620-1625 ca.
Collocazione
Torre Leon Pancaldo, nicchia frontale; Savona
Committenza
Probabilmente committenza popolare
Descrizione ed elementi iconografici
Poco fruibile data la grata protettiva che le si para davanti, è tradizionalmente impostata sulla visione
frontale del prototipo orsoliniano al quale si avvicina soprattutto nella ieraticità del volto, totalmente
assente riguardo all'avvenimento mistico.
Il Panneggio e la lavorazione della materia sono tipicamente seicenteschi nonostante mantengano il
rigore tardocinquecentesco del soggetto.
Nota gradevole del gruppo è il realismo manierista sul volto del contadino, realisticamente eseguito
rispetto al mancato verismo del viso mariano.
Vicenda critica
La prima segnalazione dell'opera proviene dal Torteroli, citando Stefano Sormano come suo esecutore.
La descrive come di un metro e mezzo circa di altezza che adorna la nicchia della Torre della marina.
Da quel che riporta l'autore, in precedenza era situata sulla porta della Quarda (di S.Lucia) o di
S.Agostino. (Torteroli 1847, p. 215)
21
Una differente citazione è quella del 1953, grazie al Can. Sguerso che la segnala sulla torretta, nella
nicchia prospiciente alla piazza, solamente nel 1862. (Sguerso 1953, pp. 5-7)
Afine novecento viene poi menzionata nello Schedario degli Uomini Illustri di Savona (1981) riguaro
Stefano Sormano, citato come autore della scultura: “Fu di Stefano la Madonna che dominava dall'alto
la porta S.Agostino, collocata oggi sulla torre “Leon Pancaldo.” (Baldassare-Bruno 1981, p. 234)
Osservazioni
La datazione, incerta, è stimata grazie alle altre sculture del Sormano e alla sua cifra stilistica vicina
alle madonne di inizio secolo. Medesimo discorso per le committenze; solitamente volute dagli
abitanti come scrive già Torteroli per la Vergine di porta Villana.
22
SCHEDA 6
Autore
Ignoto
Soggetto
Nostra Signora di Misericordia
Tecnica e misure
marmo bianco scolpito, cm 400 ca.
Datazione
Prima metà del seicento
Collocazione
Torre Leon Pancaldo, nicchia superiore posteriore; Savona
Committenza
Comune di Savona
Descrizione ed elementi iconografici
La scultura risulta essere la più grande tra quelle citate e situata nella nicchia superiore della Torretta
è anche quella meno fruibile.
Anch'essa protetta da una grata metallica, differisce dalle precedenti statue per quanto riguarda la
movenza più marcata nell'incedere, data la gamba che si flette maggiormente in avanti rispetto alle
altre, oltre un viso emotivamente toccato dall'episodio ed un mantello di fattezze più da viandante che
da soggetto religioso coprendo i capelli che per la prima volta si vedono sul capo di un soggetto di
questa iconografia.
Si nota il Botta non appartenente al gruppo, data la distanza stilistica e di dimensioni in rapporto alla
Vergine.
Vicenda critica
La prima citazione della scultura proviene dall'elenco delle statue delle Vergini nel volume di Picconi,
il quale scrive: “Un’ altra Statua di marmo della Madonna Santissima vedesi sopra la Torre del Porto,
23
e su ivi posta d'ordine degli Anziani nell’anno 1664 addì 13 Marzo.” (Picconi 1760, p. 59)
É poi il Ratti nel 1780, che segnala l'opera, scrivendo di una Beata Vergine alta quindici palmi,
scolpita da Filippo Parodi che “sulla torre del porto sta locata.” (Ratti 1780, p. 43)
Nel suo Viaggio del 1834, il Bertolotti ne fa poi menzione in maniera marginale riportando solamente
che “sotto una statua colossale della Vergine in un torrione al Porto è scritto a lettere cubitali il
seguente distico bilingue, attribuito al Chiabrera.” (Bertolotti 1834, p. 37)
Il Torteroli nuovamente, riporta la statua della Vergine come un pregiato lavoro di Filippo Parodi,
rifacendosi probabilmente al Ratti. Per la prima volta inoltre viene citato l'anno del suo collocamento,
ovvero il 1668 e chi la commissionò pagandone l'artefice: “Il comune fece la spesa.” In più aggiunge
anche l'altezza della medesima, in metri quattro. (Torteroli 1847, p. 215)
Nel 1868 è il volume dell'editoria Fodratti che ancora una volta cita solo brevemente la scultura, a
riguardo della Torre del Porto, la quale “è sormontata da una statua colossale della vergine.” (Fodratti
1868, p.36)
Per la critica del novecento è il Can. Sguerso che segnala la statua all'interno del suo volume,
elencando le statue della Vergine che si trovano in Savona. Per la prima volta si segnala la data della
collocazione, all'anno 1612. (Sguerso 1953, p. 5-7)
Infine è Giovanni Gallotti che tratta della scultura mariana in un articolo all'interno di un numero di
“A Campanassa” dove si segnala una differente datazione da quella di Sguerso passando dal 1612 al
1779, tagliando un'altra possibile data del 1664. (Gallotti 2015, p. 26)
Osservazioni
Per quanto riguarda la datazione, che le fonti riportano in maniera così discordante riguardo alla sua
collocazione, dobbiamo fare affidamento alla cifra stilistica della scultura riuscendola a collocare
nella prima metà del seicento.
Sull'attribuzione non riusciamo ancora a proporre un esecutore della scultura, di fatto discordante con
le statue sormanesche del periodo coevo, ma sicuramente non attinente a Filippo Parodi.
24
SCHEDA 7
Autore
Stefano Sormano
Soggetto
Nostra Signora di Misericordia
Tecnica e misure
marmo bianco scolpito, cm 175 ca.
Datazione
1620-1625 ca.
Collocazione
Cappella della Casa Madre dell'Istituto Rossello nel già "Vico del Vento", prima nella Sala degli
Anziani al Palazzo dei suddetti, proveniente dalla Porta della Marina; Savona
Committenza
Arte dei Marinai
Descrizione ed elementi iconografici
La scultura si manifesta ai fedeli entro una semplice nicchia disadorna. La posa classica e l'ampia
lavorazione del panneggio sono consone al periodo coevo, mentre l'invasiva colorazione degli occhi
è sicuramente posteriore come le aggiunte di orecchini e collana dorata. Il volto bloccato rivolto al
Botta, eseguito morbidamente come il resto della Vergine, non evita il carattere ieratico e la fermezza
del soggetto.
Vicenda critica
La prima citazione della scultura proviene dal Torteroli che scrive dell'opera collocata in una nicchia
del Palazzo degli Anziani nel complesso del Brandale, precedentemente sulla porta della Marina ed
eseguita da Stefano Sormano, qui sistemata dopo la distruzione della porta cittadini (Torteroli 1847,
p. 214). Nel novecento è poi segnalata nel volume sugli uomini illustri di Savona come autografa del
Sormano e poi collocata nella sala degli Anziani, per essere in seguito sita all'interno della chiesa
25
delle suore di N.S. Di Misericordia (Baldassare-Bruno 1981, p. 234)
Viene poi citata in un numero del giornale "A Campanassa" riguardo alla ricollocazione di un'altra
statua all'interno della nicchia della Sala dell'Anziania rimasta vuota quando quella sormenesca venne
spostata nel 1853 presso la chiesa dell'ordine religiose della Misericordia. (Padre Federico 2015, p.
6).
FIG.1
26
FIG. 2
27
FIG. 3
28
FIG. 4
29
FIG. 5
30
FIG. 6
31
FIG. 7
32
FIG. 8
FIG. 9
33
BIBLIOGRAFIA
G. PICCONI, Storia dell'apparizione e de' miracoli di Nostra Signora di Misericordia di Savona,
Libro I, Genova, Bernardo Tarigo 1760
C. G. RATTI, Delle vite de’ pittori, scultori ed architetti genovesi. Tomo secondo scritto da Carlo
Giuseppe Ratti Pittore, e Socio delle Accademie Ligustiche e Parmense in continuazione dell’opera
di Raffaello Soprani, Genova, Casamara 1769
C. G. RATTI, Descrizione delle pitture, scolture e architetture ecc., che trovansi in alcune città, borghi
e castelli delle due riviere dello stato Ligure, Genova, Ivone Gravier 1780
D. BERTOLOTTI, Viaggio nella Liguria marittima I, Torino, Eredi Botta 1834
T. TORTEROLI, Monumenti di pittura, scultura e architettura della città di Savona, Savona, Giacomo
Prudente 1847
A. BERTOLOTTO, Il Duomo di Savona, Savona, F. Bertolotto 1881
CAN. V. SGUERSO, Come la luce, in Mater Misericordiae, a. XLIV, n. 9-10, settembre-ottobre 1953
A. M. REMONDINI, I santuari e le immagini di Maria Santissima nella città di Genova, Genova,
Caorsi 1865
P. T. ROTONDI, L' Arte del Santuario di Nostra Signora di Misericordia a Savona, Savona,
Tipografia Priamar 1959
E. BALDASSARE – E. BRUNO, Schedario degli uomini illustri in Savona, Savona, A Campanassa
1981
G. FARRIS, La diffusione della devozione della Madonna di Misericordia nel Mondo, in La Madonna
di Savona, Savona, Sabatelli 1985
34
G. ALGERI, Le sculture del Santuario, in La Madonna di Savona, Savona, Sabatelli 1985
E. P. ARMANI, Il secolo d'oro dei genovesi: il Cinquecento, in La scultura a Genova e in Liguria
dalle origini al cinquecento, Genova, Fratelli Pagano 1987
E. P. ARMANI, Diffusione dei Santuari nel territorio della Repubblica e rinnovamento
dell'iconografia Mariana, in La scultura a Genova e in Liguria dal Seicento al primo Novecento,
Genova, Fratelli Pagano 1988
G. GALLOTTI, Chiese di Savona, Savona, Liguria 1992
M. TASSINARI, Gli apparati decorativi nel secolo XVII in Un'isola di devozione a Savona. Il
complesso monumentale della Cattedrale dell'Assunta, Savona, Sabatelli 2002
C. CHILOSI, Il rinnovamento sette-ottocentesco della veste decorativa, in Un'Isola di devozione a
Savona, Savona, Sabatelli 2001
F. F. GUELFI, La scultura del Seicento e del Settecento. Statue e arredi marmorei sulle vie del
commercio e della devozione in Genova e la Francia, Genova, Silvana 2004
D. SANGUINETI, Francesco Fanelli: considerazioni sull’attività genovese in Prospettiva n. 153-
154, Firenze 2014
G. GALLOTTI, La Madonna di Savona sui simboli della città in A Campanassa N.2/2015, Savona
2015
PADRE FEDERICO, Una statua della Madonna della Misericordia nella storica sede
dell’Associazione “A Campanassa” in “A Campanassa” N.3/ 2015, Savona 2015
35

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Le Sculture savonesi di Nostra Signora di Misericordia tra Cinque e Seicento

  • 1. 1 LE SCULTURE SAVONESI DI N.S. DI MISERICORDIA TRA CINQUE E SEICENTO Michele Ghiga Attraverso l'episodio apparizionistico della Vergine di Savona, mettiamo le basi per discorrere sulla figura della N.S. Di Misericordia nel comprensorio savonese, nello specifico, con varie schede sulle opere, per quanto concerne le sculture marmoree a lei dedicate tra cinque e seicento. 1. LA NUOVA ICONOGRAFIA L'apparizione del 1536 si colloca in un delicato momento che la chiesa cattolica stava affrontando; la Riforma luterana stava dilagando in tutti i paesi del nord Europa. Paolo III (1534-1549), pontefice regnante all'epoca dell'apparizione, avvierà tramite il concilio di Trento (1545-1563) la dottrina controriformista, traducendo il ripensamento dell'essere cristiani in un decisivo orientamento verso forme attive di carità. La prudenza del clero di fronte ad episodi mistici, è motivata dalla paura che certi fenomeni potessero provocare la nascita di nuove eterodossie dal significato più vasto del solo ambito locale. Il culto dei santi, in particolare della Vergine, ricevette notevole importanza come baluardo antiluterano e le immagini sacre divennero il fulcro della devozione, sostenuta da sottili argomenti teologici o dalla spontaneità popolare, contro i nuovi iconoclasti. La Chiesa indirizza nell'ortodossia tutte quelle manifestazioni miracolistiche che si ripetono sempre con maggior frequenza nelle terre frontaliere, più vicine all'eresia oltralpina a contatto con la Riforma. Nel nostro caso è quindi la Liguria il territorio a rischio, a causa della sua posizione dedita agli arrivi di novità culturali d'oltralpe. Genova e il clero savonese, fanno così erigere sul luogo dell'apparizione il più importante santuario mariano della regione. Costruito a partire dall'anno 1536, su disegno del comasco Pace Antonio
  • 2. 2 Sormano “che in Savona esercitò la Scultura e l'Architettura”1 , contiene al suo interno la prima immagine prototipo della N.S. di Misericordia. La figura è la statua dello scultore Pietro Orsolino, in una nicchia della cripta2 . Questa nuova iconografia verrà presa ad esempio per le future immagine artistiche che abbelliranno le città e luoghi di culto sotto il controllo genovese come Savona. Genova stessa si pose sotto la protezione della Vergine. Nel 18653 si rileva come su 842 immagini mariane in Genova, 134 rappresentassero la Madonna savonese. A testimonianza della nuova iconografie possiamo rifarci ad un disegno del 1569 custodito nell'Archivio di stato di Genova, allegato all'atto notarile, nel quale Bernardino di Novo da Lanciano s'impegna a scolpire una Madonna di Misericordia, rappresentando una delle prime documentazioni della nuova Vergine. Il disegno dimostra come l'influenza artistica e religiosa possa contaminare i paesi confinanti con la Liguria dato che Bernardino dovette scolpirla per un devoto di Hyeres4 . La diffusione nei territori frontalieri si deve soprattutto agli ordini religiosi, dimostrato da altre sculture come quella inviata da Carlo Doria nel 1615 ai cappuccini di Martigues e quelle delle chiese cappuccine di Tolone e Marsiglia. Ricordiamo inoltre il gruppo statuario nella chiesa parrocchiale di Pertuis, donata nel 1653 alla chiesa cappuccina locale dal cardinale Antonio Barberini (1607 - 1671), patrono della costruzione del complesso monumentale 5 , probabilmente eseguito dai Sormano, operanti in Savona nel corso del seicento come dimostrato dal cantiere del Santuario6 . Le prime opere scultoree che riportano la nuova immagine mantengono un carattere arcaico delle figure, connotanti 1 RATTI C. G. 1769, Vite, Genova, p. 317 2 “Il suddetto Pace è stato l'Architetto della sotterranea Cappella, che vedesi colà nel Tempio dedicato alla Madonna di Misericordia (…) Alcuni han detto aver anche fattura del Sormano la Statua in marmo della Vergine, che colà si vede nel presato Santuario” RATTI C. G. 1769, Vite, Genova, pp. 317-318 3 REMONDINI M. 1865, Santuari e immagini di Maria Santissima nella città di Genova, Genova. 4 Il disegno datato 1569 è allegato all'atto in cui lo scultore s'impegna con Giorgio Bogia a scolpire la statua. Rappresenta una delle prime documentazioni grafiche del nuovo culto. ARMANI E. P. 1988, Diffusione dei Santuari nel territorio della Repubblica e rinnovamento dell'iconografia Mariana, in La scultura a Genova e in Liguria dal Seicento al primo Novecento a cura di Armani E.P., Galassi M. C. Genova, pp. 11-12 5 GUELFI F. F. 2004, La scultura del Seicento e del Settecento. Statue e arredi marmorei sulle vie del commercio e della devozione, in Genova e la Francia a cura di P. Boccardo, C. Di Fabio, P. Sénéchal, Genova, p. 172 6 Attribuzione ipotizzata sormanesca della prima metà del seicento, grazie ai frequenti rapporti che tenevano con la Francia e alla documentazione pubblicata su Dubois 1981, che ne attesta l'attribuzione. Sono riscontrati inoltre soggiorni del Barberini a Legino nella villa di Gerolamo Gavotti, nel corso dei viaggi verso la Francia del Cardinale. TASSINARI M. 2002, Gli apparati decorativi nel secolo XVII, in Un'isola di devozione a Savona. Il complesso monumentale della Cattedrale dell'Assunta, a cura di G. R. Terminiello, Savona, p. 222 nota 52
  • 3. 3 di un linguaggio scultoreo ancora tardocinquecentesco, strettamente connesso alla volontà della committenza e dello scultore di adeguarsi all'immagine codificata dall'Orsolino. 2. IL CONTESTO SCULTOREO SAVONESE TRA CINQUE E SEICENTO Le vicende artistiche di Savona agli albori del XVI secolo sono indissolubilmente legate, già sul finire del quattrocento, alle committenze della famiglia Della Rovere. Fino all'elezione di Sisto IV (1471) raramente si trovano nomi di artisti nei documenti contrattuali savonesi, subito dopo, per circa un cinquantennio risultano invece numerosi e di alta qualità; tra questi si trova un nutrito insieme di scultori lombardi come i Sormano7 . Il mecenatismo legato ai papi termina poi irrimediabilmente nel 1528, quando Andrea Doria viene proclamato dai genovesi “pater et liberatore patriae” sottomettendo definitivamente Savona e determinando la fine della stagione artistica roveresca8 . Diventata ormai un centro culturale fertile, gli artisti che vi si trasferirono continuarono a lavorare alacremente per nuovi committenti. Tra gli scultori lombardi che tra cinque e seicento, operarono in Savona e in Liguria si possono citare gli Orsolino, i Carlone e i Sormano. La famiglia Orsolino, originaria di Ramponio in Val d'Intelvi, è attiva in Liguria dal cinque al settecento. Capostipite fu Giovanni Orsolino da cui deriveranno i noti scultori tra cui Battista e Tomaso9 . Nato probabilmente a Genova, Battista, insieme al figlio, lavorerà al cantiere del Santuario mariano di Savona: “Chiamati poscia in Savona da' Deputati a quel Santuario della Madre di Misericordia, vi fecero alcuni ornamenti in marmo così dentro, come fuori della cappella; ove si venera la miracolosa Statua di essa Santissima Madre”10 . La scultura della Madonna all'interno della cripta fu eseguita invece da Pietro nel 1560; è la prima 7 ARMANI E. P. 1987, Il secolo d'oro dei genovesi: il Cinquecento, in La scultura a Genova e in Liguria dalle origini al cinquecento a cura di , Genova, p. 269 8 Eadem, p. 267-272 9 Eadem, p. 71 10 RATTI C. G. 1769, Vite, Genova, p. 436-437
  • 4. 4 statua portatrice della nuova iconografia. Purtroppo non si possiedono molte notizie su quest'ultimo, soltanto che era originario di Ramponio e che al momento della commissione risiedeva in Genova11 . Originari di Rovio (Mendrisio), furono invece i Carlone operanti in Liguria nei secoli XVII e XVIII. Il capostipite, Giovanni, è segnalato in regione dal 1555 grazie ad un documento notarile per la commissione della statua di Catteno Pinelli a Genova12 . Ebbe due figli; il più conosciuto, Taddeo, nasce a Rovio nel 1543 formandosi presso la bottega paterna completando la propria formazione con l'obbligato soggiorno romano. In questo contesto, l'importanza di Taddeo Carlone è dovuta alla sua presenza nei primi decenni del seicento nel cantiere del Santuario savonese dove prenderà contatto con la nuova iconografia della Madonna. Lo scultore di Rovio prese spunto dalla nuova figura per la committenza genovese di Giovanni Moneglia che nel testamento, rogato il 2 settembre 1609, deliberava la volontà di costruire una cappella in favore della Nostra Signora di Misericordia nella chiesa di S. Nicola da Tolentino con la statua “fabbricata per magistrum Tadeum Carlonum”13 . La famiglia dei Sormano è legata alle prime due dagli intrecci delle committenze. Iniziatore fu Pace Antonio Sormano da Osteno nel Luganese, che lavorò per la fabbrica del Santuario come architetto del complesso tra il 1536 e il 1540. In Savona dagli anni venti del cinquecento14 vi “si ritirò per fuggire lo sdegno di certa persona potente, a cui aveva ucciso un cagnolino”15 e nella quale acquistò notorietà e commissioni per abitazioni, fontane e sculture16 . Non si conosce la data della morte, ma sappiamo che nel 1559 non era più in vita17 e lasciava i figli nati a Savona18 . 11 ALGERI G. 1985, Le sculture del Santuario, in La Madonna di Savona a cura di , Savona, p. 207 12 GALASSI M. C. 1987, La scultura a Genova e in Liguria a cura di , Genova, p. 388 13 ARMANI E. P. 1988, Artisti e Artigiani del marmo dal Cinquecento al Seicento, in La scultura a Genova e in Liguria dal seicento al primo Novecento a cura di E. P. Armani, M. C. Galassi; Genova, p. 12 14 “egli è indubbiamente in Savona nel 1529” BALDASSARRE E.-BRUNO R. 1981, Schedario degli uomini illustri in Savona, Savona, p. 233 15 RATTI C. G. 1769, Vite, Genova, p. 317 16 BALDASSARRE E.-BRUNO R. 1981, Schedario degli uomini illustri in Savona, Savona 1981, p. 233 17 “(…) non era più in vita nel 1559, poiché, in un istrumento del 18 novembre di quest'anno... si dice “Quondam P. Antonii” Id, p. 233 18 “(...) ebbe figliuoli degni di lui. Tali furono Lionardo, e Gio.Antonio” RATTI C. G.1769, Vite, Genova, p. 317. “Lionardo, e Gio. Antonio fratelli Sormani, Scultori Savonesi di special merito.” RATTI C. G. 1769, Vite, Genova, p. 55
  • 5. 5 Nipote di Pace Antonio e figlio di Gio Andrea è Stefano Sormano, che si inserisce nel panorama scultoreo savonese in competizione con altri valenti artisti come i due De Martini e Leonardo Barberini19 . Lavorerà anche in Genova, dove probabilmente viene a conoscenza della Madonna di Misericordia del Carlone del 1617, dati i suoi lavori nel 1620 per la chiesa di N.S. Delle Vigne20 . Il Sormano diventerà rinomato e conosciuto come lo statuario per eccellenza delle effigi marmoree di N.S. Di Misericordia, che, dal XVII secolo abbelliranno le edicole savonesi sulle porte delle mura. 19 BALDASSARRE E.-BRUNO R. 1981, Schedario degli uomini illustri in Savona, Savona 1981, p. 233 20 SANGUINETI D. 2014, Francesco Fanelli: considerazioni sull’attività genovese, in “Prospettiva” n. 153-154
  • 6. 6 3. LE SCULTURE MARIANE DI SAVONA L'apparizione del 1536 è l'occasione per la quale il clero savonese, con il patrocinio di Genova, si prende carico della costruzione del santuario mariano. Sulle colline che dominano Savona, il tempio fu costruito a partire dal 1536 su disegno dell'architetto comasco Pace Antonio Sormano21 . Al di sotto delle navate si cela la cripta, disegnata dallo stesso comasco e progettata insieme al figlio Gio Andrea22 . L'attuale stato decorativo manierista viene terminato nel 1616, non lontano dal clima artistico diffusosi in Genova tra XVI e XVII secolo, rifacendosi alle architetture genovesi di San Siro e di Santa Maria delle Vigne23 . La bellezza dell'ambiente, fatto di ori cangianti, marmi policromi e stucchi, converge in maniera totale verso l'immagine principe della cripta: la statua di N.S. di Misericordia. Ci troviamo così di fronte alla prima manifestazione scultorea della Madonna apparsa al beato Botta che approfondiamo nella “scheda 1” a lei dedicata (fig. 1). Tra le sculture marmoree di questa tipologia, presenti nel comprensorio del Santuario, va fatta menzione di una statua poco conosciuta dalla critica, balzata all'attenzione dei contemporanei grazie alla storica dell'arte Magda Tassinari che ne scrive le vicende su un articolo del “Letimbro” del maggio 201524 . Poca distante dalla basilica, la statua si trova nel giardino della Locanda sulla strada per arrivare alla chiesa. Eseguita in marmo bianco, di poco inferiore alle misure reali, la scultura è murata dentro una nicchia di cemento e raffigura a pieno l'iconografia della mater misericordiae anche se è assente il caratteristico Botta ai suoi piedi25 . La posa ieratica, il volto austero e la morbidezza del panneggio che si posa sulle gambe flesse della 21 “Il suddetto Pace è stato l'Architetto della sotterranea Cappella” RATTI 1769, Vite, Genova, p. 317; “L'architetto fu Pace Antonio Sormano (...)” TORTEROLI T. 1847, Monumenti di pittura, scultura e architettura della città di Savona, Savona, p. 280; ARMANI E. P. 1988, Artisti e artigiani del marmo dal Cinquecento al Seicento, in La scultura a Genova e in Liguria dal Seicento al primo Novecento a cura di E. P. Armani, M. C. Galassi, Genova 1988, p. 10 22 Eadem, p. 10 23 ROTONDI G. R. 1959, L' Arte del Santuario di Nostra Signora di Misericordia a Savona, Savona 1959, p. 25 24 TASSINARI M. 2015, “Letimbro”, numero 5 maggio, p. 23 25 Sicuramente, fino al 1930, la statua si trovava nella nicchia sopra la porta del refettorio dell'Ospizio e quasi sicuramente posta in quel luogo dall'origine dell'edificio.
  • 7. 7 Vergine, sono elementi caratterizzanti del prototipo orsoliniano, anche se in questo caso, data la cifra stilistica coerente con quella dei maestri lombardi-genovesi e la qualità del lavoro, siamo di fronte ad un'opera di molto posteriore rispetto a quella della cripta della basilica, come affermato dalla data scolpita alla base (1655). Si nota quindi la volontà della committenza nel rimanere fedeli alla classica impostazione, nonostante le innovazioni scultoree in termini di movimento, realismo e dinamismo che provenivano da Genova per mezzo dei soggiorni romani degli artisti che nella città capitolina andavano a formarsi. Scendendo per la valle del Santuario e giungendo in Savona, ci troviamo a soffermarci in Via Pia, presso Piazza della Maddalena. Qui, sull'angolo del palazzo Della Rovere Basso Giusti, troviamo un'edicola settecentesca 26 pregevolmente ornata da due angioletti che paiono quasi scostare il panneggio della nicchia come un sipario teatrale, lasciando vedere dietro di esso la statua di una Madonna della Misericordia (fig. 2) eseguita da Stefano Sormano; della quale trattiamo nella “scheda 2”. Nel 162027 troviamo lo scultore nuovamente attivo in Savona per erigere “la Statua della Vergine, che vedesi sopra la porta di S. Giovanni”28 . Le opere marmoree della patrona della città erano richieste dalla popolazione del borgo vicino alle porte29 , di qui attribuiamo parte delle committenze ai cittadini che abitavano quelle zone urbane. La “bellissima”30 Vergine, originariamente situata presso la porta di S.Giovanni, venne in seguito spostata nella chiesa dell'omonimo santo dopo la distruzione della porta, ma quando il titolo della chiesa passò in S.Domenico, la scultura venne riposizionata presso la 26 Eretta per racchiudere la Vergine, la scritta sul cartiglio: “Consolatrix afflictorum” risale al 1854. Ricorda l’epidemia di colera. 27 “Nel 1598 sulla porta San Giovanni vi era un affresco della Madonna, che nel 1620, l'8 giugno, fu sostituito da una statua marmorea” CAN. SGUERSO V. 1953, Come la luce, in Mater Misericordiae, a. XLIV, n. 9-10, pp. 5-7; “quella che si vede sulla Porta di S. Giovanni entro altra nicchia ornata all'intorno con marmi vi fu posta nel 1620, come si ricava da un decreto degli Anziani de’10 Febbraio di un tal anno” PICCONI G. 1760, Storia dell'apparizione e de' miracoli di Nostra Signora di Misericordia di Savona, Libro I, Genova, p. 59 28 “Altri Scultori del cognome Sormano operarono in Savona. Uno fra gli altri (certamente de' migliori) fu Stefano, il quale formò la Statua della Vergine, che vedesi sopra la porta di S. Giovanni” RATTI C. G.1769, Vite, Genova, p. 318 29 “Una statua rappresentante N. Donna di Misericordia (…) la fece fare il popolo di quella via”; “(...) la fece fare il popolo del vicinato” TORTEROLI T. 1847, Monumenti di pittura, scultura e architettura della città di Savona, Savona, pp. 214, 216; “I popolani (…) vollero anch'essi (…) l'effige di Maria” CAN. V. SGUERSO 1953, Come la luce, in Mater Misericordiae, a. XLIV, n. 9-10, pp. 5-7 30 BALDASSARRE E.-BRUNO R. 1981, Schedario degli uomini illustri in Savona, 1981, p. 233
  • 8. 8 collocazione odierna, all'interno della chiesa di N.S. della Neve, nel quartiere delle Fornaci. L'attribuzione allo scultore di origini lombarde nasce da un documento del 1637 segnalato dal Ratti che riporta: “1637. a dì. 7. Aprile. Lì Magnifici Signori dell'Ospedale di S. Paolo di Savona hanno obbligato Maestro Stefano Sormano a fabbricare la Statua del fu Lorenzo Giachiero con gli ornamenti della nicchia ogni cosa di mirino bianco, fra il termine di mesi quattro; fecondo il disegno lasciato appresso Messer Gio. Francesco Pichesio Notaio, e sottoscritto dal Sig. Gio. Giancardo; che sia ogni cosa lavorata bene, e ben finita tanto conforme al disegno, quanto anche alla perfezione, che si desidera uguale a quella della Statua di Nostra Signora di Misericordia posta sulla porta di S. Giovanni”31 . Le discordanze stilistiche rispetto alle altre opere sormanesche fanno sorgere comunque dubbi sulla sicurezza dell'attribuzione e datazione della statua. Rimanendo oltre Letimbro, troviamo la chiesa di S.Rita che sorse grazie al volere degli Agostiniani, autorizzati da Papa Giuliano II ad acquistare il terreno sottostante l'edificio. Tra i temi decorativi dell'interno, troviamo una scultura di N.S. Di Misericordia in una nicchia del primo altare della navata destra (fig. 3), descritta nella “scheda 3”. Nel centro storico si staglia ora tra le case, la nuova Cattedrale. Nel transetto, la cappella di sinistra è dedicata alla Vergine del Santuario32 . La conformazione attuale del sacello, compresa la scultura è databile al 1868, anno in cui gli elementi decorativi vengono spostati dalla chiesa delle Carmelitane Scalze, dopo l'abolizione dell'ordine, all'interno del duomo, come dimostra la richiesta della Masseria della cattedrale per rimuovere gli apparati dal suolo carmelitano33 . La statua, ampiamente trattata nella “scheda 4”, che un tempo si trovava “colà dove sorgeva dianzi la 31 RATTI C. G.1769, Vite, Genova, pp. 318-319 32 Precedentemente dedicata all'Assunta. Concessa in origine alla famiglia Spinola di Garessio. 33 Data la deliberazione per alcuni capi d'arte dell'ex chiesa di S.Teresa offerti dal Municipio a ricognizione del marchese Balbi del giuspatronato sulla cappella di N. S. Assunta.
  • 9. 9 porta di Bellaria.”34 , fu eseguita da Stefano Sormano (fig. 4), come dimostra l'incisione ai piedi dell'opera insieme alla data del 162535 , ed inoltre il documento notarile porta la data dell'8 dicembre 162436 . Del complesso della cappella va fatto notare come la scultura sormanesca non sia l'unica di quel soggetto iconografico ad esservi racchiusa. Sul lato destro dell'altare, all'interno di un piccolo scurolo in marmo policromo decorato da due teste alate di putti pregevolmente lavorati, si trova un'altra scultura di N.S. Di Misericordia. Finemente eseguita e di origini settecentesche, come riportano le fonti, la scultura è ricca di un dinamismo e movimentazione del panneggio confacente alle novità genovesi di fine seicento e già si trovava in cattedrale precedentemente ai rifacimenti ottocenteschi (fig. 5) Reduce delle mura trecentesche del porto, si staglia la Torre Leon Pancaldo, più conosciuta come “Torretta” che racchiude entro due nicchie, due sculture mariane37 . La prima (fig. 6), situata sul lato frontale si presenta nella nicchia incorniciata da una doppia coppia di colonne che sorreggono un timpano triangolare sotto il quale sono incise le parole: “QUI TE POSE CUSTODE E QUI TE ONORA MEMORE IL POPOLO TUO MADRE E SIGNORA” Studiando le fonti possiamo affermare che la collocazione originaria, sia stata sulla porta di S.Lucia o di S.Agostino, conosciuta anche come della “Quarda”38 . Rifacendoci alla cifra stilistica del soggetto si propone una datazione, dato che “(...) di questa che d’altra Statua contigua alla Porta di S. Agostino 34 TORTEROLI T. 1847, Monumenti di pittura, scultura e architettura della città di Savona, Savona, p. 214; “l'altra che è alla Porta Bellaria in nicchia pure fregiata nobilmente di marmi vi fu collocata per ordine degli stessi Anziani nel 1625” PICCONI G. 1760, Storia dell'apparizione e de' miracoli di Nostra Signora di Misericordia di Savona, Libro Primo, Genova, p. 59 35 “(...) collocata per ordine degli stessi Anziani nel 1625 il qual anno appiè d'essa leggesi inciso” Id, p. 59; “vi fu posta l'anno di mille seicento venticinque, siccome nota la scritta che vedesi nella base in caratteri romani” TORTEROLI T. 1847, Monumenti di pittura, scultura e architettura della città di Savona, Savona, p. 214 36 “Da un atto dell'8 dicembre 1624 si sa ch'ei lavorò, per £ 200, quella che fu posta su porta “Villana” o “Bellaria.” BALDASSARRE E.-BRUNO R.1981, Schedario degli uomini illustri in Savona, Savona, p. 233 37 La scultura si trovava precedentemente nella cappella dedicata a N.S. Nazareno, conosciuta anche come “della Madonnetta” data la presenza della piccola scultura come scriveva il Bertolotto. “in una piccola nicchia di marmo havvi una piccola statua di maria SS. Di Misericordia.” BERTOLOTTO A. 1881, Il Duomo di Savona, Savona, p. 13 38 “(...) posta nella Torre della marina dalla parte che guarda il magazzino del sale (…) Guardava prima d'esser qui collocata la porta a Santa Lucia.” TORTEROLI T. 1847, Monumenti di pittura, scultura e architettura della città di Savona, Savona, p. 215
  • 10. 10 non si è rinvenuta notizia dell'anno”39 , intorno alla fine del secondo decennio del seicento. L'unica data che abbiamo è quella della posizione coeva, al 1825, anno in cui fu distrutta la porta cittadina. Riguardo alle date proposte dalle fonti notiamo che nel 1847, anno del volume del Torteroli, la statua già risiedeva nella sua nicchia, affermandone la collocazione nel 1825, mentre la data proposta dallo Sguerso al 1862 è probabilmente confusa con quella dell'iscrizione scritta posteriormente alla sistemazione odierna40 (scheda 5). La statua che si affaccia sul mare, scolpita da un autore che risulta ancora ignoto, venne eseguita probabilmente nei primi decenni del seicento41 (fig. 7). Inizialmente viene citata come posta in un altro scurolo, al di sotto di quello che la contiene attualmente, nel 1612 e poi nel 166442 . Nel 1779 quando viene finito il coronamento della nicchia, la Terminiello riporta che venne inserita la scultura eseguita in questo periodo, dati i danneggiamenti di quella del 1664, così facendo daterebbe di fatto la scultura nel settecento e mancherebbero di conseguenza le notizie di questa grande scultura tra gli anni della sua probabile esecuzione nel seicento e l'anno della sua collocazione, e dell'altra statua danneggiata43 . Notiamo come la statua dovette trovarsi nella prima nicchia almeno fino al 1847, anno in cui il Torteroli la cita in una nicchia al di sopra del distico del Chiabrera44 . Rivedendo le fonti, vediamo la probabile sistemazione nel 1612, data la disputa cittadina che sfociò per i versi del Chiabrera che morì nel 1637, e la statua quindi si trovava già in loco prima della sua dipartita, di conseguenza antecedente al 166445 . 39 PICCONI G. 1760, Storia dell'apparizione e de' miracoli di Nostra Signora di Misericordia di Savona, Libro I, Genova, p. 59 40 “Fu soltanto nel 1862 (…) che un'altra statua di Maria venne collocata sulla facciata della Torretta prospiciente alla piazza” FARRIS G. 1985, La diffusione della devozione della Madonna di Misericordia nel Mondo, in La Madonna di Savona a cura di , Savona, p. 380 41 Data la mancanza di documenti che accertano il periodo d'esecuzione dell'opera, mi sono rivolto al docente Daniele Sanguineti che ha confermato la datazione della scultura nei primi decenni del XVI sec. 42 “Vi fu collocata nel 1612”. Id., p. 380; “Un’ altra Statua di marmo della Madonna Santissima vedesi sopra la Torre del Porto, e su ivi posta d'ordine degli Anziani nell’anno 1664 addì 13 Marzo” PICCONI G. 1760, Storia dell'apparizione e de' miracoli di Nostra Signora di Misericordia di Savona, Libro I, Genova, p. 59 43 GALLOTTI G. 2015, La Madonna di Savona sui simboli della città in “A Campanassa” N.2/2015, Savona, p. 26 44 “Sotto di essa si leggono scritti a lettere grandi i noti versi bilingui di Gabriello Chiabrera” TORTEROLI T. 1847, Monumenti di pittura, scultura e architettura della città di Savona, Savona, p. 215 45 “(...) il Chiabrera morì nel 1637, e, lui vivente, avvenne la famosa discussione sulle parole da scriversi sotto quella
  • 11. 11 Si può supporre, in ultima analisi, la collocazione nel 1612 di quella seconda scultura mariana, che danneggiata verrà poi sostituita nel 1664 con quella odierna, come scriveva già il Picconi, e che solo dopo il 1847 venga spostata nella nicchia superiore; ulteriori dettagli sono riportati in “scheda 6”. Teniamo in chiusura e nella “scheda 7”, dato che è ritornata all'attenzione della critica nell'ultimo periodo46 , la scultura visibile presso la cappella della Casa Madre dell'ordine delle Suore dell'istituto Rossello vicina alla chiesa di S.Andrea. Originariamente eseguita per la Porta della Marina, dal già noto Stefano Sormano47 , viene poi spostata presso la sala dell'Anziania nel complesso del Brandale quando la porta venne distrutta e di conseguenza ricollocata dal 1853 nella prima chiesa delle suore della madonna di Misericordia48 . Viene descritta “bene e lodevolmente condotta”49 senza alcuna data. Conoscendo comunque l'attribuzione allo scultore lombardo e la cifra stilistica possiamo collocarla nel giro d'anni in cui lo scultore lavorò in Savona (fig. 8). Menzioniamo in chiusura una scultura di cui ormai non se ne ha notizia. Più di una volta viene segnalata una statua posizionata in Piazza Canepa, odierna Piazza Colombo, ormai scomparsa a causa dei bombardamenti dell'ultima guerra che venne eretta a spese del vicinato per mano di uno scultore genovese di poco conto50 nel 159751 , anche se all'interno del volume sui savonesi illustri viene attribuita a Stefano Sormano52 . Citiamo inoltre una scultura non di grandi dimensioni, all'interno del Seminario di Savona, un'immagine barocca della Vergine, tra panneggi largamente dinamici e l'impostazione della figura differente dai prototipi della prima metà del Seicento (fig. 9). statua di Maria” FARRIS G. 1985, La diffusione della devozione della Madonna di Misericordia nel Mondo, in La Madonna di Savona, Savona, p. 380 46 L'8 dicembre 2015 la nicchia viene valorizzata da un'altra statua contemporanea della Madonna di Misericordia, per l'occasione vengono scritti alcuni articoli di giornali locali. 47 “si vede in proprio nicchia nella sala del palazzo degli Anziani. Stava alla porta della Marina: quando essa fu demolita, fu fatta qui trasportare. É lavoro del sopradetto Stefano Sormano (…) la fece scolpire l'arte dei marinai.” TORTEROLI T. 1847, Monumenti di pittura, scultura e architettura della città di Savona, Savona, p. 214 48 “La Madonna (…) passò al salone degli Anziani per venire finalmente alla prima chiesa delle Suore di N.S. Di Misericordia”. BALDASSARRE E.-BRUNO R. 1981, Schedario degli uomini illustri in Savona, Savona, p. 234 49 Id, p. 214 50 “dentro sua nicchia nella piazza di Colombo (…) è lavoro di scultore genovese, che non merita molto di cercar chi sia stato. Fu eretta alle spese del vicinato” Ibidem, p. 214 51 “(...) il 30 giugno 1597 fu elevata un'altra statua in piazza di Canepa” FARRIS G. 1985, La diffusione della devozione della Madonna di Misericordia nel Mondo, in La Madonna di Savona, Savona, p. 378 52 “Fu infine di Stefano la Madonna di Piazza della Canapa, poi piazza Colombo, poi emigrata nella chiesa di S.Andrea” BALDASSARRE E.-BRUNO R. 1981, Schedario degli uomini illustri in Savona, Savona 1981, p. 234.
  • 12. 12 4. SCHEDE SCHEDA 1 Autore Pietro Orsolino Soggetto Nostra Signora di Misericordia Tecnica e misure marmo bianco scolpito, cm 150 ca. Datazione 1560 Collocazione Santuario di N. S. di Misericordia, Cripta, località Santuario; Savona Committenza Ecclesia savonese Descrizione ed elementi iconografici Si trova nella nicchia absidale e da tradizione, il gruppo sorge esattamente dove si verificò l'apparizione: “sta sullo scoglio sul quale piamente si crede aver posato la B. Vergine apparsa ad Antonio Botta”. Inserita nell'elegante nicchia manierista, la statua si presenta in tutto il suo ieratico aspetto. La posa bloccata e il mancato dinamismo dei panneggi, denotano la cifra tardocinquecentesca della scultura e dell'Orsolino. Gli occhi assenti incorniciati da un viso che non dimostra emozioni, alimentano la staticità del gruppo, alla cui destra si trova la più piccola figura del Botta che si presenta umilmente con il suo copricapo. La sua scultura, a dispetto della Madonna è più realistica, dai tratti veritieri come dimostrano i capelli e la berretta.
  • 13. 13 Vicende critiche principali La scultura qui presa in considerazione è la più importante tra quelle di soggetto mariano presenti in Savona, data la sua novità iconografica e perchè fu creata appositamente dallo scultore per racchiudere l'episodio dell'apparizione. Il primo a citare l'opera è Giacomo Picconi nel suo volume sulla storia dell'apparizione del 1760. Riporta che “la Statua di marmo di Nostra Signora alta sei palmi e mezzo sia riposta dentro capace nicchia ben adorna, e posta sopra lo stesso scoglio, sui cui fermò i suoi piedi la gran Madre di Dio nella sua Apparizione. Fu fatta da Pietro Orsolino come appare dall'inserzione nel piedistallo incisa.” (Picconi 1760, p. 68) Nove anni più tardi è il più conosciuto Ratti a parlare della scultura, all'interno delle sue Vite, per quanto riguarda quella di Pace Antonio Sormano e della dubbia attribuzione della scultura che “alcuni han detto esser anche fattura del Sormano” Mentre il Ratti scrive sull'esecuzione dell'Orsolino data l'iscrizione “P.O.S” sotto il gruppo marmoreo. (Ratti 1769, p. 318) Nella prima metà dell'ottocento sarà poi Bertolotti, a citare la statua brevemente, con la novità della corona di gemme che Pio VII depose sul suo capo. (Bertolotti 1834, p. 386) Nel 1847 Torteroli dedica qualche riga al gruppo, all'interno del suo libro sulle opere d'arte savonesi, dove cita l'autore e un breve tratto del contratto notarile. (Torteroli 1847, p. 213) Nel 1985 viene poi pubblicato un dettagliato volume sulla storia della Madonna di Savona, dove immancabilmente è presente la scultura descritta nella sua interezza nel capitolo sulle sculture del complesso ecclesiastico. Autografia e descrizione vengono riportati insieme all'iscrizione sul basamento della scultura dove compare “PIETRO O. F. O.” e alle righe del contratto notarile “unam statuam marmoream Beatae Virgins Mariae, quae sit et esse debeat de bono marmore albo altitudinis, parmorum sex... cum alia parva statua.” (Algeri 1985, p. 207) Osservazioni Unico elemento discordante è la diversità tra il Ratti, che riporta l'iscrizione sotto il gruppo incisa come “P.O.S.” e quella segnalata dall'Algeri in “PIETRO O.F.O.”
  • 14. 14 SCHEDA 2 Autore Stefano Sormano Soggetto Nostra Signora di Misericordia Tecnica e misure marmo bianco scolpito, cm 150 ca. Datazione 1610 Collocazione Palazzo Della Rovere Basso Giusti (esterno), precedentemente preso l'Opera Pia del Santuario, proveniente dalla porta del Molo; Savona Committenza Probabilmente committenza popolare Descrizione ed elementi iconografici Inserita in una nicchia settecentesca che sembra essere una quinta teatrale, la scultura si staglia in tutta la sua tradizionale impostazione. Il panneggio mancante di dinamismo nelle e il volto assente denotano il linguaggio del primo seicento e la volontà di rimanere fedeli alla posa orsoliniana. Il Botta ricorda in maniera quasi letterale la figura del Santuario. Vicenda critica La più conosciuta dai cittadini, gode purtroppo di una vicenda critica non particolarmente estesa. Il primo che segnala la statua è il Picconi nel volume sull'Apparizione: “quella che stava prima vicino alla Porta del Molo (la quale indi si tolse nel 1749, quando fu demolito il Borgo) si conserva oggi nella sala, ove si radunano i Governatori della pia Opera di Nostra Signora.” (Picconi 1760, p. 59) Poi il Torteroli, nell'ottocento ne scrive come un “lavoro pregevole di Domenico Parodi” date le lettere D. P. F. sulla base, e che “la fece fare il popolo del vicinato.” (Torteroli 1847, pp. 215-216)
  • 15. 15 Nel novecento il Can. Sguerso cita la scultura datandola nel 1610 e che la popolazione ne commissionò l'esecuzione. Si trovava precedentemente sulla porta del Molo. Dalla porta venne poi spostata dopo la distruzione del borgo nel 1749 e fino al 1766 riposta in alcuni locali dell'opera Pia del Santuario, quando poi venne collocata nella nicchia del centro cittadino. (Sguerso 1953, pp. 5-7) All'interno del compendio riguardo gli uomini illustri di Savona, trattando di Stefano Sormano, viene segnalata una scultura che sormontava la porta della “Marinetta”, chiamata così probabilmente al posto di “Porta del Molo” e passata poi, dopo la distruzione delle mura, nell'edicola dell'immobile “Pessano-Sguerso” in Via “Scaria” (Baldassarre-Bruno 1981, p. 233) Osservazioni Data la cifra stilistica e l'iconografia l'opera è databile dagli ultimi anni del cinquecento ai primi del seicento, da qui la probabile datazione al 1610 riferita dalle fonti. L'attribuzione da parte di Torteroli a Domenico Parodi viene meno sia dal palese dato stilistico, sia semplicemente da quello cronologico che vede la nascita del Domenico Parodi di Filippo nel 1672 e di Domenico Parodi di Giovanni Antonio nel 1644. Si può comunque supporre la paternità di Stefano Sormano grazie alla segnalazione del 1981, sapendo inoltre, che già nel 1604 lavorava per l'oratorio del Cristo risorto.
  • 16. 16 SCHEDA 3 Autore Stefano Sormano Soggetto Nostra Signora di Misericordia Tecnica e misure marmo bianco scolpito, cm 175 ca. Datazione 1620-1625 ca. Collocazione Chiesa di N.S. Della Consolazione, primo altare navata destra, Savona Committenza Arte dei Cordai Descrizione ed elementi iconografici Accolta dentro una nicchia decorata nelle bordature e dipinta di celeste, la statua si staglia con la tradizionale impostazione. Esaltata da alcuni contorni dorati, aggiunti nel periodo dei decori dello scurolo, ha un panneggio che si adagia sulla figura mariana in maniera semplice rimanendo nella sua staticità che accomuna anche il volto. La figura del Botta è come sempre più veritiera rispetto a quella mariana e mantiene la classica forma di umiltà e rispetto verso l'apparizione. Vicenda critica principale La prima citazione della scultura, sempre che il Torteroli parli di quest'ultima, proviene dal suo volume del 1847. Qui riporta una statua di N.D. Di Misericordia che si poteva vedere presso una nicchia al ponte delle Pile in zona S.Rita, dove si trovava da circa mezzo secolo dopo essere stata tolta dalla porta del Molo ormai distrutta. Nomina anche i committenti vedendoli nell'arte dei cordai e si lascia andare ad un commento: “non è molto buona cosa.” (Torteroli 1847, p. 214)
  • 17. 17 Nello Schedario degli Uomini Illustri del 1981, parlando di Stefano Sormano, l'autore cita una statua eseguita per la porta del Molo e murata presso il ponte della Pile, oggi di N.S. Della Consolazione, per trovar poi definitiva collocazione nella omonima chiesa agostiniana. (Baldassare-Bruno 1981, pp. 233-234) Osservazioni L'unica osservazione è la sicura negazione per quanto riguarda la sua attribuzione a Filippo Parodi, rivoltagli dal Gallotti. Cifra stilistica dell'opera che è decisamente lontana da quella parodesca per aggiungere inoltre la datazione del pezzo negli anni venti del seicento, periodo in cui il Parodi non era ancora nato.
  • 18. 18 SCHEDA 4 Autore Stefano Sormano Soggetto Nostra Signora di Misericordia Tecnica e misure marmo bianco scolpito, cm 175 ca. Datazione 1624-1625 Collocazione Cattedrale dell'Assunta, Cappella di N.S. Di Misericordia già di N.S. Assunta, di S. Giuseppe o dei Marchesi Balbi. Precedentemente sulla Porta Bellaria (o Villana); Savona Committenza Probabilmente committenza popolare Descrizione ed elementi iconografici Pregevolmente eseguita, è situata all'interno di una nicchia completamente dorata che ne esalta la morbida figura. Erta di fronte ai fedeli con la classica posa, la Vergine si volge ad un piccolo Botta, vicino ad una base marmorea riccamente decorata e probabilmente aggiunta dopo lo spostamento in Cattedrale. I panneggi ed un volto meno assente rispetto ad altre figure, denotano i caratteri seicenteschi del gruppo nel quale spicca il dettaglio della bocca della Vergine semiaperta, indice di emotività sentita durante l'avvenimento. Vicenda critica Il primo a segnalare la statua è il Picconi nel suo elenco delle sculture mariane all'nterno del volume sull'Apparizione recitando: “(...) l'altra che è alla Porta Bellaria in nicchia pure fregiata nobilmente di marmi vi fu collocata per ordine degli stessi Anziani nel 1625 il qual anno appiè d'essa leggesi inciso”
  • 19. 19 (Picconi 1760, p. 59) Il Torteroli verso metà ottocento, nel capitolo dedicato alle sculture savonesi all'interno del suo volume, tratta della scultura di N. Donna di Misericordia “in bella nicchia decorata di marmi, colà dove sorgeva dianzi la porta di Bellaria” ponendo il 1625 come data della sua collocazione e ne da la misura in altezza, di 175 centimetri, insieme all'attribuzione a Stefano Sormano grazie all'iscrizione in caratteri romani alla base della scultura, oltre all'evidenziare il committente nel “popolo di quella via.” (Torteroli 1847, p. 214). Nel trattato sugli uomini illustri di Savona, nella sezione dedicata a Stefano Sormano, si stila un elenco delle sue opere che si trovano in Savona, compresa questa scultura. Citando un atto dell'8 dicembre 1624 con su scritto la spesa di lire 200, e si riporta la collocazione originale presso la porta Bellaria o Villana e quella contemporanea presso la Cattedrale. (Baldassare-Bruno 1981, p. 233) L'Armani nel volume sulla scultura in Liguria del Seicento fa riferimento all'opera scrivendo riguardo la nuova iconografia mariana e segnala l'anno del 1625 come messa in opera del pezzo su porta Villana ed ora visibile in cattedrale. (Armani 1988, p. 12) Nei primi anni duemila la scultura è segnalata da Magda Tassinari. Trattando degli apparati decorativi della cattedrale, viene nominata come elemento aggiuntivo alla cappella nel 1868, anno in cui il sacello prese la conformazione attuale. Nello stesso volume, all'interno del capitolo successivo è poi la Chilosi che descrive ampiamente l'ambiente della cappella contenente la scultura, aggiungendo l'anno della sua realizzazione nel 1625 e lo scultore Stefano Sormano come autore del gruppo per la distrutta porta Bellaria. (Tassinari-Chilosi 2001, p. 207, 233) Osservazioni Si può notare come nel complesso della cappella, la scultura non sia l'unica nel suo genere iconografico. In una nicchia di piccole dimensioni sul lato destro è inserita una Madonna di Misericordia elegantemente lavorata e di un dinamismo e qualità superiori alla più grande statua di Sormano. Statuetta settecentesca quindi, stando alle fonti, sicuramente memore delle novità romane coeve e che già era presente in cattedrale (in una diversa cappella) come citava il Bertolotto scrivendo riguardo alla prima cappella della navata destra: “in una piccola nicchia di marmo havvi una piccola statua di maria SS. Di Misericordia.” (Bertolotto 1881, p. 13) Sull'attribuzione e datazione ci rifacciamo alle fonti, le quali riportano all'unisono gli elementi necessari. La committenza è trovata nella popolazione vicina alla porta come riportato dal Torteroli, data la caratteristica dell'oggetto scultoreo.
  • 20. 20 SCHEDA 5 Autore Stefano Sormano Soggetto Nostra Signora di Misericordia Tecnica e misure marmo bianco scolpito, cm 150 ca. Datazione 1620-1625 ca. Collocazione Torre Leon Pancaldo, nicchia frontale; Savona Committenza Probabilmente committenza popolare Descrizione ed elementi iconografici Poco fruibile data la grata protettiva che le si para davanti, è tradizionalmente impostata sulla visione frontale del prototipo orsoliniano al quale si avvicina soprattutto nella ieraticità del volto, totalmente assente riguardo all'avvenimento mistico. Il Panneggio e la lavorazione della materia sono tipicamente seicenteschi nonostante mantengano il rigore tardocinquecentesco del soggetto. Nota gradevole del gruppo è il realismo manierista sul volto del contadino, realisticamente eseguito rispetto al mancato verismo del viso mariano. Vicenda critica La prima segnalazione dell'opera proviene dal Torteroli, citando Stefano Sormano come suo esecutore. La descrive come di un metro e mezzo circa di altezza che adorna la nicchia della Torre della marina. Da quel che riporta l'autore, in precedenza era situata sulla porta della Quarda (di S.Lucia) o di S.Agostino. (Torteroli 1847, p. 215)
  • 21. 21 Una differente citazione è quella del 1953, grazie al Can. Sguerso che la segnala sulla torretta, nella nicchia prospiciente alla piazza, solamente nel 1862. (Sguerso 1953, pp. 5-7) Afine novecento viene poi menzionata nello Schedario degli Uomini Illustri di Savona (1981) riguaro Stefano Sormano, citato come autore della scultura: “Fu di Stefano la Madonna che dominava dall'alto la porta S.Agostino, collocata oggi sulla torre “Leon Pancaldo.” (Baldassare-Bruno 1981, p. 234) Osservazioni La datazione, incerta, è stimata grazie alle altre sculture del Sormano e alla sua cifra stilistica vicina alle madonne di inizio secolo. Medesimo discorso per le committenze; solitamente volute dagli abitanti come scrive già Torteroli per la Vergine di porta Villana.
  • 22. 22 SCHEDA 6 Autore Ignoto Soggetto Nostra Signora di Misericordia Tecnica e misure marmo bianco scolpito, cm 400 ca. Datazione Prima metà del seicento Collocazione Torre Leon Pancaldo, nicchia superiore posteriore; Savona Committenza Comune di Savona Descrizione ed elementi iconografici La scultura risulta essere la più grande tra quelle citate e situata nella nicchia superiore della Torretta è anche quella meno fruibile. Anch'essa protetta da una grata metallica, differisce dalle precedenti statue per quanto riguarda la movenza più marcata nell'incedere, data la gamba che si flette maggiormente in avanti rispetto alle altre, oltre un viso emotivamente toccato dall'episodio ed un mantello di fattezze più da viandante che da soggetto religioso coprendo i capelli che per la prima volta si vedono sul capo di un soggetto di questa iconografia. Si nota il Botta non appartenente al gruppo, data la distanza stilistica e di dimensioni in rapporto alla Vergine. Vicenda critica La prima citazione della scultura proviene dall'elenco delle statue delle Vergini nel volume di Picconi, il quale scrive: “Un’ altra Statua di marmo della Madonna Santissima vedesi sopra la Torre del Porto,
  • 23. 23 e su ivi posta d'ordine degli Anziani nell’anno 1664 addì 13 Marzo.” (Picconi 1760, p. 59) É poi il Ratti nel 1780, che segnala l'opera, scrivendo di una Beata Vergine alta quindici palmi, scolpita da Filippo Parodi che “sulla torre del porto sta locata.” (Ratti 1780, p. 43) Nel suo Viaggio del 1834, il Bertolotti ne fa poi menzione in maniera marginale riportando solamente che “sotto una statua colossale della Vergine in un torrione al Porto è scritto a lettere cubitali il seguente distico bilingue, attribuito al Chiabrera.” (Bertolotti 1834, p. 37) Il Torteroli nuovamente, riporta la statua della Vergine come un pregiato lavoro di Filippo Parodi, rifacendosi probabilmente al Ratti. Per la prima volta inoltre viene citato l'anno del suo collocamento, ovvero il 1668 e chi la commissionò pagandone l'artefice: “Il comune fece la spesa.” In più aggiunge anche l'altezza della medesima, in metri quattro. (Torteroli 1847, p. 215) Nel 1868 è il volume dell'editoria Fodratti che ancora una volta cita solo brevemente la scultura, a riguardo della Torre del Porto, la quale “è sormontata da una statua colossale della vergine.” (Fodratti 1868, p.36) Per la critica del novecento è il Can. Sguerso che segnala la statua all'interno del suo volume, elencando le statue della Vergine che si trovano in Savona. Per la prima volta si segnala la data della collocazione, all'anno 1612. (Sguerso 1953, p. 5-7) Infine è Giovanni Gallotti che tratta della scultura mariana in un articolo all'interno di un numero di “A Campanassa” dove si segnala una differente datazione da quella di Sguerso passando dal 1612 al 1779, tagliando un'altra possibile data del 1664. (Gallotti 2015, p. 26) Osservazioni Per quanto riguarda la datazione, che le fonti riportano in maniera così discordante riguardo alla sua collocazione, dobbiamo fare affidamento alla cifra stilistica della scultura riuscendola a collocare nella prima metà del seicento. Sull'attribuzione non riusciamo ancora a proporre un esecutore della scultura, di fatto discordante con le statue sormanesche del periodo coevo, ma sicuramente non attinente a Filippo Parodi.
  • 24. 24 SCHEDA 7 Autore Stefano Sormano Soggetto Nostra Signora di Misericordia Tecnica e misure marmo bianco scolpito, cm 175 ca. Datazione 1620-1625 ca. Collocazione Cappella della Casa Madre dell'Istituto Rossello nel già "Vico del Vento", prima nella Sala degli Anziani al Palazzo dei suddetti, proveniente dalla Porta della Marina; Savona Committenza Arte dei Marinai Descrizione ed elementi iconografici La scultura si manifesta ai fedeli entro una semplice nicchia disadorna. La posa classica e l'ampia lavorazione del panneggio sono consone al periodo coevo, mentre l'invasiva colorazione degli occhi è sicuramente posteriore come le aggiunte di orecchini e collana dorata. Il volto bloccato rivolto al Botta, eseguito morbidamente come il resto della Vergine, non evita il carattere ieratico e la fermezza del soggetto. Vicenda critica La prima citazione della scultura proviene dal Torteroli che scrive dell'opera collocata in una nicchia del Palazzo degli Anziani nel complesso del Brandale, precedentemente sulla porta della Marina ed eseguita da Stefano Sormano, qui sistemata dopo la distruzione della porta cittadini (Torteroli 1847, p. 214). Nel novecento è poi segnalata nel volume sugli uomini illustri di Savona come autografa del Sormano e poi collocata nella sala degli Anziani, per essere in seguito sita all'interno della chiesa
  • 25. 25 delle suore di N.S. Di Misericordia (Baldassare-Bruno 1981, p. 234) Viene poi citata in un numero del giornale "A Campanassa" riguardo alla ricollocazione di un'altra statua all'interno della nicchia della Sala dell'Anziania rimasta vuota quando quella sormenesca venne spostata nel 1853 presso la chiesa dell'ordine religiose della Misericordia. (Padre Federico 2015, p. 6). FIG.1
  • 33. 33 BIBLIOGRAFIA G. PICCONI, Storia dell'apparizione e de' miracoli di Nostra Signora di Misericordia di Savona, Libro I, Genova, Bernardo Tarigo 1760 C. G. RATTI, Delle vite de’ pittori, scultori ed architetti genovesi. Tomo secondo scritto da Carlo Giuseppe Ratti Pittore, e Socio delle Accademie Ligustiche e Parmense in continuazione dell’opera di Raffaello Soprani, Genova, Casamara 1769 C. G. RATTI, Descrizione delle pitture, scolture e architetture ecc., che trovansi in alcune città, borghi e castelli delle due riviere dello stato Ligure, Genova, Ivone Gravier 1780 D. BERTOLOTTI, Viaggio nella Liguria marittima I, Torino, Eredi Botta 1834 T. TORTEROLI, Monumenti di pittura, scultura e architettura della città di Savona, Savona, Giacomo Prudente 1847 A. BERTOLOTTO, Il Duomo di Savona, Savona, F. Bertolotto 1881 CAN. V. SGUERSO, Come la luce, in Mater Misericordiae, a. XLIV, n. 9-10, settembre-ottobre 1953 A. M. REMONDINI, I santuari e le immagini di Maria Santissima nella città di Genova, Genova, Caorsi 1865 P. T. ROTONDI, L' Arte del Santuario di Nostra Signora di Misericordia a Savona, Savona, Tipografia Priamar 1959 E. BALDASSARE – E. BRUNO, Schedario degli uomini illustri in Savona, Savona, A Campanassa 1981 G. FARRIS, La diffusione della devozione della Madonna di Misericordia nel Mondo, in La Madonna di Savona, Savona, Sabatelli 1985
  • 34. 34 G. ALGERI, Le sculture del Santuario, in La Madonna di Savona, Savona, Sabatelli 1985 E. P. ARMANI, Il secolo d'oro dei genovesi: il Cinquecento, in La scultura a Genova e in Liguria dalle origini al cinquecento, Genova, Fratelli Pagano 1987 E. P. ARMANI, Diffusione dei Santuari nel territorio della Repubblica e rinnovamento dell'iconografia Mariana, in La scultura a Genova e in Liguria dal Seicento al primo Novecento, Genova, Fratelli Pagano 1988 G. GALLOTTI, Chiese di Savona, Savona, Liguria 1992 M. TASSINARI, Gli apparati decorativi nel secolo XVII in Un'isola di devozione a Savona. Il complesso monumentale della Cattedrale dell'Assunta, Savona, Sabatelli 2002 C. CHILOSI, Il rinnovamento sette-ottocentesco della veste decorativa, in Un'Isola di devozione a Savona, Savona, Sabatelli 2001 F. F. GUELFI, La scultura del Seicento e del Settecento. Statue e arredi marmorei sulle vie del commercio e della devozione in Genova e la Francia, Genova, Silvana 2004 D. SANGUINETI, Francesco Fanelli: considerazioni sull’attività genovese in Prospettiva n. 153- 154, Firenze 2014 G. GALLOTTI, La Madonna di Savona sui simboli della città in A Campanassa N.2/2015, Savona 2015 PADRE FEDERICO, Una statua della Madonna della Misericordia nella storica sede dell’Associazione “A Campanassa” in “A Campanassa” N.3/ 2015, Savona 2015
  • 35. 35