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TU PUZZI
Pratica e manifesto del teatro Sanni(xi)sta
Personaggi e interpreti
A
Bi
Ci
Operai, tecnici e scenografi
Corifeo
(ancora a sipario abbassato, entra un corifeo e proclama
quanto segue)
Corifeo Cittadini! L’opera che vedrete questa sera, o questo
pomeriggio, non è un’opera unica nel suo genere. Pur
nell’altissimo spessore simbolico essa è un’opera molto
semplice, breve e che non richiede grandi mezzi per essere
messa in scena. Lo scopo di tutta questa semplicità è appunto
l’essere messa in scena senza tanti mezzi. Per di più, chi si è
preso la briga di scriverla non ha proprio passione per la
filologia e non è dotato di grande memoria. Se qualcuno
cambiasse qualche parola al testo, una intera battuta, o facesse
delle aggiunte, o dei tagli il nostro autore non se ne
accorgerebbe nemmeno e continuerebbe a fare quello che ha
sempre fatto: cioè molto poco. Ma c’è di più! Sì, cittadini,
oggi stiamo per dare una spallata a tutti i rapporti
di potere che stanno intorno al teatro di Stato che nessuno se
lo immagina. Se questo atto unico non dovesse piacervi, siete
liberi di andarvene quando volete, ma se quello che seguirà
suscita in voi qualche reazione o, che so, un’idea, ebbene:
mettetela in pratica! Non siate timidi, non abbiate paura e
soprattutto non credete a chi vi dice che per fare teatro ci
voglia talento o soldi o raccomandazioni o tutte e tre queste
cose. Talento soldi e raccomandazioni sono i tre soli che oggi
ci abbagliano e fanno appassire, con la loro vampa di fuoco,
le energie genuine che tutti portiamo nel profondo di noi
stessi. Ma il sole non spegne le stelle, le nasconde solamente:
esse operano solo invisibilmente nel giorno della Storia.
(il corifeo esce, si alza il sipario)
SCENA: un tavolino, A e Bi a destra e a sinistra, Ci di fronte
al pubblico. Ci mangia pistacchi o noccioline, ha già davanti
a sé un cospicuo mucchietto di gusci, non parla, è
completamente indifferente a quello che succede. A è allegro
e invadente, Bi è sarcastico e amaro. Operai e tecnici stanno
costruendo una scenografia piuttosto imponente. Siamo
durante la pausa delle prove.
A ti ricordi di Cristò?
Bi no.
A ma si, al mare quest’estate, quel tipo svitato, alto, che
camminava tutto dinoccolato…
Bi no.
A ma dai che te loricordi!
Bi e insomma, se ti dico che non me lo ricordo! Uno che si fa
chiamare Cristo me lo ricorderei bene, ono?
A ma… e va bene, ascolta, ti verrà in mente. L’ho sentito ieri
sera, mi ha telefonato. Lo sai che gli è capitato?
Bi devo indovinare?
A beh, gli è successa una cosa straordinaria, cioè pazzesca.
Tempo fa conosce una ragazza…
Bi straordinario!
A fammi dire. Tempo fa gli capita di conoscere una ragazza,
una tipa molto carina, ma di quelle toste, un po’ burina…
Bi non senti uno strano odore?
A mmm, non mi pare. Insomma ti dicevo della tipa, una
ragazza giovane, ma che aveva ben poco a che spartire con
lui. Sai che lui è timido…
Bi timido uno che si fa chiamareCristo?
A non si chiama Cristo, ma Cristoforo, per gli amici Cristò,
con l’accento. Ma davvero non ti ricordi dilui?
Bi Cristo, Cristoforo! Ma come si fa a chiamarsi Cristoforo?
Comunque io sento una puzza…
A beh, insomma, fammi finire che è una storia divertente.
Bi (rivolto a C) non senti anche tu questo odore? (C alza le
spalle, non risponde)
A ascoltami, non continuare a interrompermi, non c’è nessun
odore, lo senti solo tu. Questo qui, Cristoforo, ci prova in tutti
i modi…
Bi come, lo sento solo io quest’odore?
A e va bene, c’è un odore che fa vomitare, ma vuoi lasciarmi
continuare? Dicevo che lui ci prova in tutti i modi, cioè, ci
prova continuamente, veramente assillante, ma lui è
innamorato cotto, non capisce più un cazzo, non dorme, non
mangia.
Bi non è che sei tu chepuzzi?
A no, non sono io che puzzo! Ma se ti fa piacere ti dico che
sono io che puzzo, non mi lavo da tre giorni e mi sono cagato
addosso mentre provavo. Va bene così?
Bi non prendermi per il culo.
A ascolta… (pausa) …ovviamente questa qui non sa più
come levarselo di torno. Però è anche una ragazza molto
giovane e… sì, le fa anche uno strano effetto che uno gli
muore dietro in quella maniera.
Bi tu puzzi.
A (affranto) no, non puzzo.
Bi sì, puzzi.
A non puzzo.
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A senti, io posso avere tutti i difetti di questo mondo, ma sono
un igienista, capito? Mi lavo continuamente, ho un chiodo
fisso per l’igiene personale…
Bi tu puzzi.
A no.
Bi puzzi.
A no!
Bi puzzi, e anche forte.
A (innervosito) adesso mi stairompendo…
(Un tecnico si avvicina al tavolo con un rotolo di fogli in
mano, chiede scusa, appoggia il rotolo sul tavolo, e srotola.
Chiama un altro tecnico. Ci per lasciargli posto avrà
spostato il piatto con igusci.)
Tecnico vedi qui come è messa la finestra? Proprio qui, e
dietro c’è l’orologio con la torre. È tutto sbagliato ti dico, da
rifare.
(ripiega i fogli, chiede scusa per il disturbo e saluta)
A (sorride) non mi sembrano molto svegli, vero? A volte mi
chiedo dove vadano a prenderle certe maestranze…
Bi tu puzzi.
A e dai, vuoi finirla con questa storia?
Bi no.
A e… sentiamo, signor rompiballe, di che cosa puzzo, di
grazia?
Bi mmm, di merda, di sudore, anzi di piede sudato, di
caprone, di vomito, di scoreggia, di muffa, di ascella, di uova
marce, di cane bagnato, di piscio di gatto, di pesce andato a
male, di putrefazione, di alito cattivo, di aria viziata. Puzzi di
cavoli acidi, puzzi di minchia, di formaggio, di topo…
A (sorridendo) niente altro?
Bi il tuo è un afrore ributtante che impesta l’aria, èl’odore
che si porta dietro il diavolo.
A oh, oh, siamo escatologici!
Bi ma più di tutto puzzi di tristezza.
A cosa?
Bi sì, tu puzzi di tristezza, una tristezza vuota, funerea, da cui
non c’è uscita. Puzzi di una tristezza che è peggio della
morte…
A senti, adesso esageri.
Bi (mentre parla si infervora e la sua voce si alza di volume,
tanto che cattura l’attenzione dei tecnici e degli operai che
smettono il lavoro e restano in ascolto) no, fammi parlare.
La morte è una fine, capisci? Ci si sente più sollevati quando
qualcosa ha fine, fa parte della vita: qualcosa muore e
qualcosa può ripartire, nascere. Tu invece sei triste dentro,
dietro quell’aspetto di persona affabile, sempre pronta a
scherzare, sempre col sorriso stampato… tu sei della stirpe
che ha sempre la risposta pronta, che sa sempre cosa dire per
fare una bella figura. Ma in realtà perpetui il male, sei un
modello maligno ai molti che ti vedono e ti ascoltano. Porti
con te una falsità contagiosa. Contagiosa perché vincente. Di
chi ridicolizza le cose importanti e appesantisce il necessario,
soffoca tutto ciò che è vero, che è reale. Tu e quelli come te,
sempre pronti a giocare, ma incapaci di distinguere il gioco
dall’interesse.
A (rivolto a Ci che non ha mai smesso di mangiare le sue
noccioline, c’è un po’ di apprensione nella voce perché si
sente tutti gli occhi addosso) ma lo senti cosa dice? (Ci alza le
spalle indifferente. A ritorna a Bi) senti bello, diciamo che
adesso mi hai proprio stancato. Non so cosa ti sia saltato in
mente, cosa vuoi dimostrare. Io adesso me ne vado, faccio finta
che tu oggi sia ammalato o qualcosa del genere… (mentre parla
fa per alzarsi)
Bi tu non vai da nessuna parte.
A cosa? E chi me lo impedisce?
Bi (rivolto ai lavoratori, con il tono adatto) lui vuole
andarsene come se nulla fosse, ma non la sentite anche voi
questa puzza? Non sentite l’aria viziata? Non sono stanche le
vostre membra? Non percepite l’ingiustizia? L’ingiustizia
che avete ereditato dai vostri padri, l’ingiustizia che ha
umiliato le vostre madri? Egli è la puzza che ammorba l’aria,
egli è l’afrore ributtante che soffoca la vita! (tecnici e operai
lentamente lasciano il lavoro e si avvicinano al tavolo)
Un operaio è tutta mattina che c’è questo odore.
Altri è vero, ha ragione.
Bi io vi dico che è lui la causa di tutto!
Maestranze è lui, è colpa sua!
A ma che stai dicendo?
Bi sì! Questo cane esecrabile, questo pozzo nero di falsità ha
parlato male anche di Cristo!
A ma stiamo scherzando? Cos’è una candid camera?
(comincia a spaventarsi) ehi, basta con questo scherzo,
tornate indietro voi. Non parlavo di Cristo, ma di Cristoforo
un mio amico…
Una donna (non si era vista fino a questo momento, era
un’addetta a dipingere i fondali, ha una tuta bianca sporca
di colore, di vernice rossa) io dico che è peggio parlare male
di un amico piuttosto che di Cristo perché Cristo è morto
duemila anni fa. Io dico che bisogna condannare chi parla male
degli amici quando questi non ci sono.
Altri è vero, ha ragione!
Bi la nostra non è una sete di vendetta, noi chiediamo
giustizia! Egli ha l’odore del diavolo, egli semina il male per
il mondo. Parla male degli amici e male di voi chelavorate.
(esclamazione di sdegno, qualcuno impreca)
Bi non lasciamo andare impunito questo individuo, che la
nostra mansuetudine non diventi viltà. L’uomo buono sa
quando è tempo di usare le maniere forti. Ecco io dico: questo
è il momento! La mia parola è rivoluzione, siamo sempre
indietro di una rivoluzione.
Voci a morte, mettiamolo a morte!
A ma cosa state dicendo? (la gente gli è vicina, gli è
addosso, lo tiene. A si divincola e grida) ma cosa fate? Giù le
mani, state indietro! Fermi! Sieteimpazziti…
Bi è il momento della nostra riscossa. Uccidiamolo, liberiamo
il mondo dal suo odore nauseante. Crocifiggiamo il miasma
ributtante che rende così infelici le nostrevite!
Voci sì, crocifiggiamolo, crocifiggiamolo! (entra altra gente
portando una grossa croce)
A (viene sollevato di forza e messo sulla croce) Aiuto! Pietà
di me, qualcuno mi aiuti! cosa volete farmi? Cosa state
facendo? Basta con questo scherzo, non sorpassate il limite…
(lo distendono sulla croce, lo inchiodano, urla atroci di A)
Voci a morte… uccidilo… sulla croce! Abbasso la puzzache
soffoca il mondo! … A morte!
(la croce viene issata, A è sconvolto dal dolore)
Tutti muori… muori! …
A (con un tono energico, senza più dolore né paura nella
voce) Voi siete dei pazzi, ecco cosa siete! Io muoio e voi
uccidete, ancora una volta, uccidete per dare un senso alle
vostre vite. Continuate a rimandare, sempre a rimandare.
Invece di darvi da fare per cambiare le cose, ecco che date la
colpa della vostra infelicità a qualche cosa di esterno a voi e
lo condannate. Sperate sempre in un miglioramento, non vi
accontentate mai. Ma non fate niente per cambiare le cose,
niente. In fondo vi annoiate e vi lamentate, lontano da voi è il
segreto della vita. Non capirete mai la ricchezza, la grande
abbondanza che vi circonda. Siete condannati all’esilio su
questa terra, all’esilio per la vostra mancanza di umiltà. Non
capite che uccidendo me uccidete voi stessi? Senza di me
siete solo più poveri e cercherete un altro a cui dare la colpa.
Domani sarete infelici come sempre. Voi attraversate la vita,
chiusi nelle vostre corazze, incapaci di intimità, timorosi di
perdere voi stessi. Siate invece attraversati dalla vita,
lasciatevi condurre dove essa vi porta, solo così sarete salvi!
(muore).
Tutti (suono d’organo, cantando) è morto! è morto! Viva il
salvatore del mondo che è morto sulla croce per noi! Evviva,
evviva!
A (resuscita, parla velocemente. La musica dell’organo
smette di colpo) e non sapete nemmeno come è finita la storia
del mio amico! Allora, vi dicevo, questo mio amico,
Cristoforo, mi ha telefonato ieri sera e siamo stati un’ora la
telefono. Sì, va bene, lui a volte è un po’ peso, ma chi non lo
è? e poi è molto giovane. Bene, insomma, vi dicevo, questo
mio amico si è innamorato perdutamente di questa, che non
lo sentiva nemmeno, non lo cagava per niente. Però anche lei
è molto giovane e, insomma, lui sarà anche goffo, ma ha una
sua purezza. Lei era una ragazza burina, cioè di quelle un po’
aggressive, non una cattiva ragazza, per carità, solo un po’
spigolosa, ma anche lei è molto giovane. Sì perdona tutto ai
giovani, vero? Un giorno però, erano in discoteca, sì, proprio
in discoteca, ecco lui forse era un po’ brillo, e aveva preso
coraggio, e mentre lei se ne stava sola sola su di un divanetto
e così… e così ci prova. Lei si offende e lo manda
via in malo modo, lui ci rimane malissimo, si sente morire,
sapete come sono i giovani, lui va a casa, si mette a letto e
piange disperato. Ma non è mica finita qui, state a sentire
perché è bello, gli succede una cosaincredibile…
(colpo di pistola, qualcuno ha sparato ad A la musica
d’organo riprende)
Tutti (cantando c.s.) è morto! È morto! Viva il salvatore del
mondo che è morto sulla croce per noi!
(sipario).
(entra il corifeo)
Corifeo cittadini! vedo che non siete tutti scappati e questo
mi fa piacere. Bene, bravi. Che ve ne pare dello spettacolo?
Vi è piaciuto? Non vi è piaciuto? Non ditemelo che… non me
ne importa niente! Solo vi invito a usare questa gioia o questo
disprezzo per fare qualcosa: un articolo di sdegno, una nota
polemica, oppure un panegirico di lodi, quello che volete.
Iniziate anche da quello che avete appena visto, o da qualcosa
scritto apposta da voi, per l’occasione. Mettete in scena
dovunque il teatro, per strada, in salotto, in soffitta, in qualche
vecchio scantinato. Se non sapete recitare, tenete il copione
davanti a voi e leggete, che fa lo stesso. Coinvolgete
gli amici e i parenti, senza vergogna e senza pudore. È
abbastanza stupido avere vergogna di noi povere persone
visto come si comportano i grandi e i potenti. E poi lo sapete:
fare è la vergogna di un attimo, ma non fare è quella di tutta
la vita. Ma basta prediche per oggi. Andate e tirate fuori le
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  • 1. TU PUZZI Pratica e manifesto del teatro Sanni(xi)sta
  • 2. Personaggi e interpreti A Bi Ci Operai, tecnici e scenografi Corifeo (ancora a sipario abbassato, entra un corifeo e proclama quanto segue) Corifeo Cittadini! L’opera che vedrete questa sera, o questo pomeriggio, non è un’opera unica nel suo genere. Pur nell’altissimo spessore simbolico essa è un’opera molto semplice, breve e che non richiede grandi mezzi per essere messa in scena. Lo scopo di tutta questa semplicità è appunto l’essere messa in scena senza tanti mezzi. Per di più, chi si è preso la briga di scriverla non ha proprio passione per la filologia e non è dotato di grande memoria. Se qualcuno cambiasse qualche parola al testo, una intera battuta, o facesse delle aggiunte, o dei tagli il nostro autore non se ne accorgerebbe nemmeno e continuerebbe a fare quello che ha sempre fatto: cioè molto poco. Ma c’è di più! Sì, cittadini, oggi stiamo per dare una spallata a tutti i rapporti
  • 3. di potere che stanno intorno al teatro di Stato che nessuno se lo immagina. Se questo atto unico non dovesse piacervi, siete liberi di andarvene quando volete, ma se quello che seguirà suscita in voi qualche reazione o, che so, un’idea, ebbene: mettetela in pratica! Non siate timidi, non abbiate paura e soprattutto non credete a chi vi dice che per fare teatro ci voglia talento o soldi o raccomandazioni o tutte e tre queste cose. Talento soldi e raccomandazioni sono i tre soli che oggi ci abbagliano e fanno appassire, con la loro vampa di fuoco, le energie genuine che tutti portiamo nel profondo di noi stessi. Ma il sole non spegne le stelle, le nasconde solamente: esse operano solo invisibilmente nel giorno della Storia. (il corifeo esce, si alza il sipario) SCENA: un tavolino, A e Bi a destra e a sinistra, Ci di fronte al pubblico. Ci mangia pistacchi o noccioline, ha già davanti a sé un cospicuo mucchietto di gusci, non parla, è completamente indifferente a quello che succede. A è allegro e invadente, Bi è sarcastico e amaro. Operai e tecnici stanno costruendo una scenografia piuttosto imponente. Siamo durante la pausa delle prove. A ti ricordi di Cristò? Bi no.
  • 4. A ma si, al mare quest’estate, quel tipo svitato, alto, che camminava tutto dinoccolato… Bi no. A ma dai che te loricordi! Bi e insomma, se ti dico che non me lo ricordo! Uno che si fa chiamare Cristo me lo ricorderei bene, ono? A ma… e va bene, ascolta, ti verrà in mente. L’ho sentito ieri sera, mi ha telefonato. Lo sai che gli è capitato? Bi devo indovinare? A beh, gli è successa una cosa straordinaria, cioè pazzesca. Tempo fa conosce una ragazza… Bi straordinario! A fammi dire. Tempo fa gli capita di conoscere una ragazza, una tipa molto carina, ma di quelle toste, un po’ burina… Bi non senti uno strano odore? A mmm, non mi pare. Insomma ti dicevo della tipa, una ragazza giovane, ma che aveva ben poco a che spartire con lui. Sai che lui è timido… Bi timido uno che si fa chiamareCristo?
  • 5. A non si chiama Cristo, ma Cristoforo, per gli amici Cristò, con l’accento. Ma davvero non ti ricordi dilui? Bi Cristo, Cristoforo! Ma come si fa a chiamarsi Cristoforo? Comunque io sento una puzza… A beh, insomma, fammi finire che è una storia divertente. Bi (rivolto a C) non senti anche tu questo odore? (C alza le spalle, non risponde) A ascoltami, non continuare a interrompermi, non c’è nessun odore, lo senti solo tu. Questo qui, Cristoforo, ci prova in tutti i modi… Bi come, lo sento solo io quest’odore? A e va bene, c’è un odore che fa vomitare, ma vuoi lasciarmi continuare? Dicevo che lui ci prova in tutti i modi, cioè, ci prova continuamente, veramente assillante, ma lui è innamorato cotto, non capisce più un cazzo, non dorme, non mangia. Bi non è che sei tu chepuzzi? A no, non sono io che puzzo! Ma se ti fa piacere ti dico che sono io che puzzo, non mi lavo da tre giorni e mi sono cagato addosso mentre provavo. Va bene così? Bi non prendermi per il culo.
  • 6. A ascolta… (pausa) …ovviamente questa qui non sa più come levarselo di torno. Però è anche una ragazza molto giovane e… sì, le fa anche uno strano effetto che uno gli muore dietro in quella maniera. Bi tu puzzi. A (affranto) no, non puzzo. Bi sì, puzzi. A non puzzo. Bi e invece sì. A senti, io posso avere tutti i difetti di questo mondo, ma sono un igienista, capito? Mi lavo continuamente, ho un chiodo fisso per l’igiene personale… Bi tu puzzi. A no. Bi puzzi. A no! Bi puzzi, e anche forte. A (innervosito) adesso mi stairompendo…
  • 7. (Un tecnico si avvicina al tavolo con un rotolo di fogli in mano, chiede scusa, appoggia il rotolo sul tavolo, e srotola. Chiama un altro tecnico. Ci per lasciargli posto avrà spostato il piatto con igusci.) Tecnico vedi qui come è messa la finestra? Proprio qui, e dietro c’è l’orologio con la torre. È tutto sbagliato ti dico, da rifare. (ripiega i fogli, chiede scusa per il disturbo e saluta) A (sorride) non mi sembrano molto svegli, vero? A volte mi chiedo dove vadano a prenderle certe maestranze… Bi tu puzzi. A e dai, vuoi finirla con questa storia? Bi no. A e… sentiamo, signor rompiballe, di che cosa puzzo, di grazia? Bi mmm, di merda, di sudore, anzi di piede sudato, di caprone, di vomito, di scoreggia, di muffa, di ascella, di uova marce, di cane bagnato, di piscio di gatto, di pesce andato a male, di putrefazione, di alito cattivo, di aria viziata. Puzzi di cavoli acidi, puzzi di minchia, di formaggio, di topo… A (sorridendo) niente altro?
  • 8. Bi il tuo è un afrore ributtante che impesta l’aria, èl’odore che si porta dietro il diavolo. A oh, oh, siamo escatologici! Bi ma più di tutto puzzi di tristezza. A cosa? Bi sì, tu puzzi di tristezza, una tristezza vuota, funerea, da cui non c’è uscita. Puzzi di una tristezza che è peggio della morte… A senti, adesso esageri. Bi (mentre parla si infervora e la sua voce si alza di volume, tanto che cattura l’attenzione dei tecnici e degli operai che smettono il lavoro e restano in ascolto) no, fammi parlare. La morte è una fine, capisci? Ci si sente più sollevati quando qualcosa ha fine, fa parte della vita: qualcosa muore e qualcosa può ripartire, nascere. Tu invece sei triste dentro, dietro quell’aspetto di persona affabile, sempre pronta a scherzare, sempre col sorriso stampato… tu sei della stirpe che ha sempre la risposta pronta, che sa sempre cosa dire per fare una bella figura. Ma in realtà perpetui il male, sei un modello maligno ai molti che ti vedono e ti ascoltano. Porti con te una falsità contagiosa. Contagiosa perché vincente. Di chi ridicolizza le cose importanti e appesantisce il necessario, soffoca tutto ciò che è vero, che è reale. Tu e quelli come te, sempre pronti a giocare, ma incapaci di distinguere il gioco dall’interesse.
  • 9. A (rivolto a Ci che non ha mai smesso di mangiare le sue noccioline, c’è un po’ di apprensione nella voce perché si sente tutti gli occhi addosso) ma lo senti cosa dice? (Ci alza le spalle indifferente. A ritorna a Bi) senti bello, diciamo che adesso mi hai proprio stancato. Non so cosa ti sia saltato in mente, cosa vuoi dimostrare. Io adesso me ne vado, faccio finta che tu oggi sia ammalato o qualcosa del genere… (mentre parla fa per alzarsi) Bi tu non vai da nessuna parte. A cosa? E chi me lo impedisce? Bi (rivolto ai lavoratori, con il tono adatto) lui vuole andarsene come se nulla fosse, ma non la sentite anche voi questa puzza? Non sentite l’aria viziata? Non sono stanche le vostre membra? Non percepite l’ingiustizia? L’ingiustizia che avete ereditato dai vostri padri, l’ingiustizia che ha umiliato le vostre madri? Egli è la puzza che ammorba l’aria, egli è l’afrore ributtante che soffoca la vita! (tecnici e operai lentamente lasciano il lavoro e si avvicinano al tavolo) Un operaio è tutta mattina che c’è questo odore. Altri è vero, ha ragione. Bi io vi dico che è lui la causa di tutto! Maestranze è lui, è colpa sua! A ma che stai dicendo?
  • 10. Bi sì! Questo cane esecrabile, questo pozzo nero di falsità ha parlato male anche di Cristo! A ma stiamo scherzando? Cos’è una candid camera? (comincia a spaventarsi) ehi, basta con questo scherzo, tornate indietro voi. Non parlavo di Cristo, ma di Cristoforo un mio amico… Una donna (non si era vista fino a questo momento, era un’addetta a dipingere i fondali, ha una tuta bianca sporca di colore, di vernice rossa) io dico che è peggio parlare male di un amico piuttosto che di Cristo perché Cristo è morto duemila anni fa. Io dico che bisogna condannare chi parla male degli amici quando questi non ci sono. Altri è vero, ha ragione! Bi la nostra non è una sete di vendetta, noi chiediamo giustizia! Egli ha l’odore del diavolo, egli semina il male per il mondo. Parla male degli amici e male di voi chelavorate. (esclamazione di sdegno, qualcuno impreca) Bi non lasciamo andare impunito questo individuo, che la nostra mansuetudine non diventi viltà. L’uomo buono sa quando è tempo di usare le maniere forti. Ecco io dico: questo è il momento! La mia parola è rivoluzione, siamo sempre indietro di una rivoluzione. Voci a morte, mettiamolo a morte!
  • 11. A ma cosa state dicendo? (la gente gli è vicina, gli è addosso, lo tiene. A si divincola e grida) ma cosa fate? Giù le mani, state indietro! Fermi! Sieteimpazziti… Bi è il momento della nostra riscossa. Uccidiamolo, liberiamo il mondo dal suo odore nauseante. Crocifiggiamo il miasma ributtante che rende così infelici le nostrevite! Voci sì, crocifiggiamolo, crocifiggiamolo! (entra altra gente portando una grossa croce) A (viene sollevato di forza e messo sulla croce) Aiuto! Pietà di me, qualcuno mi aiuti! cosa volete farmi? Cosa state facendo? Basta con questo scherzo, non sorpassate il limite… (lo distendono sulla croce, lo inchiodano, urla atroci di A) Voci a morte… uccidilo… sulla croce! Abbasso la puzzache soffoca il mondo! … A morte! (la croce viene issata, A è sconvolto dal dolore) Tutti muori… muori! … A (con un tono energico, senza più dolore né paura nella voce) Voi siete dei pazzi, ecco cosa siete! Io muoio e voi uccidete, ancora una volta, uccidete per dare un senso alle vostre vite. Continuate a rimandare, sempre a rimandare. Invece di darvi da fare per cambiare le cose, ecco che date la colpa della vostra infelicità a qualche cosa di esterno a voi e lo condannate. Sperate sempre in un miglioramento, non vi accontentate mai. Ma non fate niente per cambiare le cose,
  • 12. niente. In fondo vi annoiate e vi lamentate, lontano da voi è il segreto della vita. Non capirete mai la ricchezza, la grande abbondanza che vi circonda. Siete condannati all’esilio su questa terra, all’esilio per la vostra mancanza di umiltà. Non capite che uccidendo me uccidete voi stessi? Senza di me siete solo più poveri e cercherete un altro a cui dare la colpa. Domani sarete infelici come sempre. Voi attraversate la vita, chiusi nelle vostre corazze, incapaci di intimità, timorosi di perdere voi stessi. Siate invece attraversati dalla vita, lasciatevi condurre dove essa vi porta, solo così sarete salvi! (muore). Tutti (suono d’organo, cantando) è morto! è morto! Viva il salvatore del mondo che è morto sulla croce per noi! Evviva, evviva! A (resuscita, parla velocemente. La musica dell’organo smette di colpo) e non sapete nemmeno come è finita la storia del mio amico! Allora, vi dicevo, questo mio amico, Cristoforo, mi ha telefonato ieri sera e siamo stati un’ora la telefono. Sì, va bene, lui a volte è un po’ peso, ma chi non lo è? e poi è molto giovane. Bene, insomma, vi dicevo, questo mio amico si è innamorato perdutamente di questa, che non lo sentiva nemmeno, non lo cagava per niente. Però anche lei è molto giovane e, insomma, lui sarà anche goffo, ma ha una sua purezza. Lei era una ragazza burina, cioè di quelle un po’ aggressive, non una cattiva ragazza, per carità, solo un po’ spigolosa, ma anche lei è molto giovane. Sì perdona tutto ai giovani, vero? Un giorno però, erano in discoteca, sì, proprio in discoteca, ecco lui forse era un po’ brillo, e aveva preso coraggio, e mentre lei se ne stava sola sola su di un divanetto e così… e così ci prova. Lei si offende e lo manda
  • 13. via in malo modo, lui ci rimane malissimo, si sente morire, sapete come sono i giovani, lui va a casa, si mette a letto e piange disperato. Ma non è mica finita qui, state a sentire perché è bello, gli succede una cosaincredibile… (colpo di pistola, qualcuno ha sparato ad A la musica d’organo riprende) Tutti (cantando c.s.) è morto! È morto! Viva il salvatore del mondo che è morto sulla croce per noi! (sipario). (entra il corifeo) Corifeo cittadini! vedo che non siete tutti scappati e questo mi fa piacere. Bene, bravi. Che ve ne pare dello spettacolo? Vi è piaciuto? Non vi è piaciuto? Non ditemelo che… non me ne importa niente! Solo vi invito a usare questa gioia o questo disprezzo per fare qualcosa: un articolo di sdegno, una nota polemica, oppure un panegirico di lodi, quello che volete. Iniziate anche da quello che avete appena visto, o da qualcosa scritto apposta da voi, per l’occasione. Mettete in scena dovunque il teatro, per strada, in salotto, in soffitta, in qualche vecchio scantinato. Se non sapete recitare, tenete il copione davanti a voi e leggete, che fa lo stesso. Coinvolgete
  • 14. gli amici e i parenti, senza vergogna e senza pudore. È abbastanza stupido avere vergogna di noi povere persone visto come si comportano i grandi e i potenti. E poi lo sapete: fare è la vergogna di un attimo, ma non fare è quella di tutta la vita. Ma basta prediche per oggi. Andate e tirate fuori le idee, prolificatevi: siateun’epidemia!