3 Morvillo Falcone Brindisi - Come bambole di pezza
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COME BAMBOLE DI PEZZA
SCENA 1
Arriva la protagonista con la valigia, entra dal pubblico. Sale
sul palco e apre la valigia.
Arrivasulpalco,sisiede,aprelavaligiaelarichiudesbattendola.
Fissa il pubblico.
VITA: Mia madre mi diceva che una donna per
essere forte deve essere indipendente, mia madre mi
diceva. (silenzio, apre la valigia, prende la bambola e riprende
a parlare)
Diceva pure che nella vita bisogna camminare a testa
alta...ma era pure dolce (abbraccia la bambola)
Questa me la regalò quando ero bambina e mi disse
“guardala: lei abbassa la testa solo se viene schiacciata
(tocca la bambola abbassandole la testa) e tu, figlia mia, non
lasciarti mai schiacciare, mai! (lascia la testa della bambola
e la guarda negli occhi)
Oramiamadreèlontanamalabambolaèquiconme
per ricordarmi le sue parole. A testa alta
diceva...sempre! (Lascia la bambola sulla valigia le quali
rimarranno sul palco in un angolo).
VITA: Anche nei momenti più bui, mi ha insegnato
che nondevomai perderelasperanza eabbandonare
il rispetto per me stessa.
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SCENA 2
(Vita illumina il palco con la torcia che aveva nella valigia.
Arriva Teodora dal lato sinistro. Mentre Vita e Teodora
avanzano sul palco si accendono leluci e si vedono sul lato destro
del palco un attaccapanni con un camicebianco. Sullo sfondo, su
un piano leggermente rialzato, si vedono tre lavoratrici che
compiono gesti meccanici, come automi. In primo piano ci sono
altre 4 donne disposte intorno al bancone intente a lavorare.
Tuttelelavoratricihannounabendasugliocchi.Sulpalcoscaffali
con boccacci pieni di pomodori, Sul bancone boccacci e bacinelle
piene di pomodori.)
TEODORA: Sbrigati Vita, è tardi, ancora non hai
indossatoilcamice!Comemaihaifattocosìtardi?Ho
dovuto inventare una scusa con il Capo.
(Teodora e Vita vanno verso l’attaccapanni e Vita indossa il
camice)
VITA:Hairagione,ilbambinohaavutolafebbreper
tutta la notte.Tu come stai?
TEODORA: Al solito, mi fa male la schiena a stare
piegata tutto il giorno su quel bancone.
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SCENA 3
In primo piano si posiziona il bancone sul quale si mettono a
lavorare Vita, Teodora e altre quattro donne. Mentre Vita e
Teodoraraggiungonolaloropostazionelealtresonogiàall’opera.
LAVORATRICE 1: Aaah vedila...
LAVORATRICE 2: è arrivata finalmente.
LAVORATRICE 3: Con comodo la signora.
LAVORATRICE 4: E certo, quella può fare quello
che vuole.
LAVORATRICE 2: Ha le spalle coperte.
LAVORATRICE 1: Ah, sì? E perchè?
LAVORATRICE 2: Come non lo sai?
LAVORATRICE 3: Che se lo sanno tutti!
LAVORATRICE 2: Sì, sì, fai la santarella tu.
LAVORATRICE 1: Beh, se me lovolete dire me lo
dicete.
(Silenzio tutte)
LAVORATRICE 3: Dite!
(Silenzio tutte)
LAVORATRICE 1: Beh, allora, me lo dite o no?!
LAVORATRICE 3: Dite, no dicete.
LAVORATRICE 1: Si vabbè, dite, dicete, me lo
dovete raccontare o no?
LAVORATRICE 4 (in tono confidenziale): Allora,
l’altrogiornodurante la pausanonl’avete vista doveè
andata?
LAVORATRICE2: L’abbiamo vista, l’abbiamo
vista.
LAVORATRICE 1: E dove era andata?
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LAVORATRICE 2: Naaaa, secondo te?
LAVORATRICE 1: Ma stiamo facendo un quiz o
mi dovete raccontare sta storia?
LAVORATRICE 4: Nell’ufficio del capo.
LAVORATRICE 1: E quanto è rimasta?
LAVORATRICE 2, 3 e 4 (in coro): Assai!!!!
LAVORATRICE 4: E pure ieri, non avete visto lui
come la guardava?
LAVORATRICE 1: Vabbè, però è nuova, magari
sta controllando come lavora.
LAVORATRICE 4: Seeeeeee, tu sempre la
santarella fai.
LAVORATRICE 2: Aveva gli occhi di fuori.
LAVORATRICE 1: Chi?
LAVORATRICE 2: Come chi? Lui!
LAVORATRICE 3: Il capo!
LAVORATRICE 2: E certo, che lei pure, ma come
si veste?
LAVORATRICE 4: Ma quanti anni ha?
LAVORATRICE 3: Dice che ha un figlio?
LAVORATRICE 1: ah, sì? Con il Capo?
LAVORATRICE 2, 3 e 4: Noooo!
LAVORATRICE 1: Ma è sposata?
LAVORATRICE 4: Bah, questo non lo so.
LAVORATRICE 1: Come?Proprio tu, ancora non
ti sei informata?
(Continuano a parlare ma le voci diventano impercettibili perché
Vita si èavvicinataaprendereunabacinellapienadipomodori,
Vita ritorna da Teodora)
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(Durantetuttoil dialogosuccessivoledonneriempionoi boccacci,
li posizionanonellatinozza, depositanola tinozza ela svuotano
in una zona definita e tornano al bancone con la tinozza vuota)
TEODORA: Ma che stavano dicendo quelle?
VITA: Che ne so, dicono tante cose, ormai non le
ascolto più. Pensando alle cose serie, com’era il corso
sulla sicurezza ieri? Maledizione, se il piccolo non
fosse stato male lo avrei seguito volentieri.
TEODORA: Ma quale corso? Che se il capo ci ha
detto di non andare. Ah già, che tu sei andata via
prima!
LAVORATRICE 2: Sei andata a divertirti eh?
(Risate sommesse)
TEODORA: Ma finitela con queste battute!
LAVORATRICE 2: (rivolgendosi a Vita) Il capo…
l’amico tuo… ha detto che è lui che valuta i rischi, e
rischi qua non ce ne sono!
LAVORATRICE 3: E quindi ci ha detto di non
andare.
TEODORA: Rischi nonce ne sono?! Ma vi rendete
conto in che condizioni lavoriamo?
LAVORATRICE 3: Perchè? Siccome non teniamo
le scarpe antinfortunistiche non possiamo lavorare?
LAVORATRICE 4: Che qua le mani si usano!
LAVORATRICE 1: No no, io le scarpe me le sono
comprate! Nah (si indica le scarpe ai piedi) Vedetele
quanto sono belle: 20 euroal mercato lunedì mattina!
LAVORATRICE 3: Belle proprio sono!
LAVORATRICE2: Ma quelle manco per
passeggiare sono buone, che ti devono proteggere?
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LAVORATRICE 1: Facciamo la prova? Vedi che
sono buone! Prova, pro’!
LAVORATRICE 3: No! Ferma! Che si rovinano le
unghie!!! (ride)
LAVORATRICE 2: Ti stai preoccupando delle
scarpe! Guarda qua: vedi come si muovono questi
scaffali! (Tocca gli scaffali alle sue spalle)
LAVORATRICE 3: Basta sfiorarli!
LAVORATRICE 2: Ci possono cadere addosso da
un momento all’altro!
LAVORATRICE 3: Perchè a terra? Come ti
sembra? E’ tutto bagnato!
LAVORATRICE 1: Na na vedete come sono
brava! (finge di pattinare scivolando sull’acqua) Avete
visto che le mie scarpe sono buone?
LAVORATRICE 4: Buonissime, avoglia a
sicurezza qua!
LAVORATRICE 3: Una volta, dopo un controllo,
il capo aveva detto che avrebbe sistemato il
pavimento.
LAVORATRICE 2: Sì, sì. Me lo ricordo pure io.
Dice che non deve essere stracciatevole.
No! Ma che dici? Scivolevole si dice!
LAVORATRICE4:No,sdruccevoleèlaparolache
hanno usato!
LAVORATRICE 2: Vabbè! Bagnato! Abbiamo
capito!
LAVORATRICE 3: Che si scivola va’!
LAVORATRICE 1: Vedi come sono sconnessi qui
i mattoni! L’altro giorno ho rischiato di cadere!
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LAVORATRICE 2: Sì, e se cadi e ti rompi la testa
chi chiamiamo? Qua non c’è neanche un medico!
LAVORATRICE 3: Ma quale medico, neanche la
cassetta dei medicinali ho trovato quando mi sono
tagliata!
LAVORATRICE 2: Vabbé ma queste cose le
possiamo chiedere al nostro RLS.
LAVORATRICE 3: A chi?
LAVORATRICE 2: RLS, ignorante!
LAVORATRICE 3: E chi è?
VITA: E’ il rappresentante dei lavoratori per la
sicurezza.
(Le lavoratrici si guardano in modo interrogativo)
VITA: Se siamopiù di 15 lovotiamonoi, se siamodi
meno lo nomina il capo.
LAVORATRICE 1: E noi quante siamo?
(Si contano guardandosi intorno)
LAVORATRICE 3: Siamo 13.
LAVORATRICE 4: Seee allora è sicuro che lo
nomina.
LAVORATRICE 2: Sì infatti, aspetta e spera.
LAVORATRICE 4: Zitte zitte, che sta arrivando.
CAPO: Sempre a chiacchierare, eh???
TUTTE: Buongiono!
CAPO: Buongiorno lo decido io, care signore!
Allora: a che punto siete per la consegna di oggi?
LAVORATRICE 3: Stiamo lavorando!
LAVORATRICE 1: Sì, sì, stiamo lavorando.
CAPO: A me non sembra, siete in ritardo, poi vi
lamentate che non vi lascio andare a fare la pausa
pranzo, ma quale pausa pranzo volete fare? Neanche
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la pausa cena vi tocca oggi. Vita, come stai oggi? (si
avvicina a vita) Ti trovo bene. Sei radiosa.
(Le colleghe sghignazzano e si danno colpetti con il gomito
indicandola)
LAVORATRICE 4: Vedili, i soliti!
LAVORATRICE 1: Mo ci penso io... Vita, ancora
non hai preso la bacinella? Portamela qui che questi
boccacci li abbiamo riempiti, vai a prendere gli altri.
(Vita si infortuna scivolando, si aggrappa ad uno
scaffale e le si rompono addosso tutti i boccacci.)
TEODORA: Oddio,Vita.(Corre versoVita,si piega
su di lei) Venite ad aiutarmi, cosa fate lì impalate.
Le altre si avvicinano e la aiutano a sollevare lo scaffale. Nel
tentativo di aiutarla tutte si sporcano le mani e parzialmente i
camici di rosso. Intanto il capo cammina nervosamente sul palco
tenendosi la testa. Una volta sollevato lo scaffale:
LAVORATRICE 1: Prendila dalle gambe.
LAVORATRICE 3: No, non bisogna toccarla!
LAVORATRICE 2: Non lo sai che quando
succedono queste cose non si devono toccare???
LAVORATRICE 1: E’ vero, serve quella barella,
come si chiama? Quella ovale!
LAVORATRICE 2: Sì stai pensando come si
chiama, bisogna chiamare il 118!
CAPO: Ma quale 118?
LAVORATRICE 4: Oddio e il figlio? Chi lo terrà?
LAVORATRICE 2: Non possiamo chiamare la
madre?
LAVORATRICE 4: Non lo so.
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TEODORA: Vita, mi senti?
CAPO: Toglietevi di mezzo, fatemi vedere cosa è
successo. Dai Vita alzati, non è successo niente.
TEODORA: Bisogna portarla in ospedale!
LAVORATRICE 2: L’ho detto io che dobbiamo
chiamare l’ambulanza!!!
LAVORATRICE 2: Allora chiamo il 118?
CAPO: Ma stai zitta! Che chiami? Vedete di
aggiustare quei boccacci e recuperare qualche
pomodoro!
TEODORA: Ma non vede che sta male? Si è fatta
male per davvero!
Le lavoratrici aiutano Vita ad alzarsi, Vita è coperta di rosso
e si tiene il braccio lamentandosi.
TEODORA: Dobbiamo portarla in ospedale.
Minimo si è rotta un braccio.
CAPO: Ma quale ospedale, ma non esagerate, avete
idea di quanto sia complicato? (e si allontana dalle
donne)
(Teodora si avvicina al capo mentre le altre donne tengono Vita
e le fanno bere un bicchiere d’acqua)
TEODORA: No, no, va portata proprio in
ospedale! Non vede come è messo il braccio, si sta
gonfiando!
CAPO: Vabbè, allora facciamo così: tu, adesso,
prendilamacchinaelaportialProntoSoccorso.Guai
a te se dici qualcosa! E’ caduta in casa, hai capito?
TEODORA: Sì, tutta sporca di pomodoro!
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CAPO:Evorràdirecheprimadiportarlaletoglierete
il camice! Che state aspettando??? Dai! Andate!
Andate e tornate il prima possibile, dai che non ti è
successo niente.
(TeodoraeVitaesconodiscena,lealtrelaseguonoconlosguardo
ancora stordite)
CAPO: Beh, muovetevi! A lavoro! (Esce)
LAVORATRICE 1: Mado’ che spavento!
LAVORATRICE 3: Ma secondo te si è fatta male?
LAVORATRICE2:Macheneso!Nonsicapivase
era sangue o pomodoro.
LAVORATRICE 4:Chemacello, echi pulisce mo?
LAVORATRICE 2: Io no, sicuro!
LAVORATRICE 3: Sicuro poteva andare peggio!
LAVORATRICE 4: Che quello scaffale è pesante!
LAVORATRICE 1: Poteva cadergli in testa!
LAVORATRICE 2: Ve l'avevo detto io che era
traballante!!!
LAVORATRICE 3: Certo che se avesse avuto le
scarpe giuste!!!
LAVORATRICE 4: Sì e sempre le stesse cose
diciamo ma non cambia niente!
LAVORATRICE 2: Ma noi non facciamo niente:
parliamo, parliamo...
LAVORATRICE 1: Siamo brave a lamentarci!
LAVORATRICE2:Ecosavuoidire?Chequelloci
licenza subito!
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LAVORATRICE 3: Ma l'avete capito o non lo
avete capito che può succede a tutte?
LAVORATRICE4:Secondomeèstata sbadatalei.
LAVORATRICE 1: Ma quale sbadata!!! Che se qua
traballa tutto!!!
LAVORATRICE 2: Manca la sicurezza, manca la
si-cu-rez-za!!!
LAVORATRICE 1: E qua non c’è nessuno che ci
difende.
LAVORATRICE 3: Eppure le leggi ci sono!
LAVORATRICE 4: Chi le deve far rispettare, tu?
LAVORATRICE 1: Fatta la legge, trovato
l’inganno.
LAVORATRICE 2: Ma non è così, fossimo tutte
unite sarebbe diverso! Invece di spettegolare sempre
dovremmo parlare delle cose serie.
LAVORATRICE3:Eh,infatti,potremmochiedere
a qualcuno: ci sono i sindacati.
(Entra il capo con fogli e calcolatrice)
CAPO: Ancora lì state? Non avete pulito?
(Ledonnesimettonoapulirementreil capoconta iboccacci rotti
e quantifica le perdite, ogni tanto si tocca la fronte e appare
disperato. Tornano Vita e Teodora. Vita ha il braccio fasciato
e il collare. Le donne accorrono a chiederle come sta.)
CAPO: Già siete tornate? Brave, brave!
Ricominciamo a lavorare!
LAVORATRICE 1 (rivolgendosi a Vita): Come stai?
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LAVORATRICE 2: Te lohanno ingessato?
LAVORATRICE 4: E pure il collare ti hanno
messo???
LAVORATRICE 3: Ma ti hanno fatto le lastre?
LAVORATRICE 2: Ti hanno messo punti?
LAVORATRICE 2: Dove ti fa male?
LAVORATRICE 1: Pensavo ti tenessero in
ospedale!
TEODORA: Eh, basta, levatevi!
CAPO: Avete visto? Che vi avevo detto? Non si è
fatta niente! Ricominciate a lavorare che le perdite
sono molto alte!
(Teodorasidirigespeditaversoilcapoelealtredonnelaseguono,
il capo pian piano che ascolta le parole di Teodora va verso il
centro del proscenio dando le spalle al pubblico)
Teodora: Ma cosa credi che ci puoi trattare come
vuoi? Che ci tieni al cappio del licenziamento? Credi
chesiamoburattininelletuemani?(Guardalabambola)
Come questa bambola di pezza (prende la bambola) e ci
schiacci...Ecibuttiquandovuoi?(mentreTeodorastaper
buttare la bambola Vita la prende e se la stringe al petto)
(Le donne si tolgono la benda che hanno sugli occhi man mano
cheprendonolaparolaesiposizionanoschieratecomenelquadro
di Pelizza da Volpedo “Il quarto Stato”. Vita, che ha la
bambola di pezza in braccio, ènella posizionedella donna con il
bambino. Ad ogni battuta delle lavoratrici, il capo si allontana
diunpassodalpalco,arrivandotrailpubblico, inunaposizione
centrale.)
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LAVORATRICE 1: 1947, Costituzione della
Repubblica Italiana, Articolo 32: "La Repubblica
tutela la salute come fondamentale diritto
dell'individuo e interesse della collettività"
LAVORATRICE 2: 1958, Decreto Ministeriale del
12 settembre, viene istituito il Registro Infortuni.
LAVORATRICE 3: 1965, DPR del 30 giugno n.
1124, Testo unico delle disposizioni per
l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul
lavoro e le malattie professionali.
LAVORATRICE4:1970,Legge20maggio,n.300,
Statuto dei lavoratori, Articolo 9: “Tutela della salute
e della integrità fisica dei lavoratori mediante loro
rappresentanti”.
LAVORATRICE 5: 1978, legge n. 833 del 23
dicembre, istituzione del servizio sanitario nazionale
per il controllo e la tutela dell'igiene ambientale, la
prevenzione degli infortuni sul lavoro e le malattie
professionali.
LAVORATRICE 6: 1991, Decreto Legislativo del
15 agosto, n. 277, protezione dei lavoratori contro i
rischi derivanti da esposizione ad agenti chimici, fisici
e biologici.
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LAVORATRICE7:1994,decretolegislativon.626,
vengono definiti gli obblighi per il datore di lavoro e i
lavoratori, istituendo il responsabile del servizio di
prevenzione e protezione, del medico e dei
rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza.
TEODORA: 2008, D. Lgs. 81, Testo Unico in
materia di salute e di sicurezza nei luoghi di lavoro.
VITA: Mia madre mi diceva che una donna, per
essere forte, deve essere indipendente!
Diceva pure che nella vita bisogna camminare a testa
alta! Questa me la regalò quando ero bambina e mi
disse: “Guardala: abbassa la testa solo se viene
schiacciata! E tu, figlia mia, non lasciarti mai
schiacciare, mai! (Si abbassano le luci e resta un piazzato su
Vita)
Oramiamadreèlontanamalabambolaèquiconme
per ricordarmi le sue parole.
A testa alta diceva… Sempre!
Sempre!
(Si spengono le luci.)
SIPARIO.