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March 7, 2019
Come utilizzare i messaggi di WhatsApp in un processo
penale
studiolegalepappa.com/come-utilizzare-i-messaggi-di-whatsapp-in-un-processo-penale-quando-le-chat-
diventano-una-prova/
WhatsApp è l’applicazione di messaggistica più diffusa al mondo. Ogni
giorno scambiamo centinaia di messaggi con amici, conoscenti e familiari.
Tuttavia, se hai la sfortuna di essere coinvolto in un processo penale, sappi
che la chat di WhatsApp può diventare una prova.
Leggi l’articolo per capire come utilizzare i messaggi di WhatsApp in un
processo penale.
Che cosa è WhatsApp?
WhatsApp è l’applicazione di messaggistica più diffusa al mondo.
WhatsApp è disponibile sia per i sistemi android (come i cellulari Samsung o Huawei)
che Iphone.
L’applicazione è gratuita, di facile utilizzo e permette di inviare testo, audio, immagini
o video.
La chat di WhatsApp è una prova processuale?
Sì, i messaggi di WhatsApp possono essere utilizzati in un processo penale e
diventare una prova a te favorevole o sfavorevole.
Di recente, la Suprema Corte di Cassazione ha precisato che le conversazioni
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avvenute mediante WhatsApp costituiscono una forma di memorizzazione di una
fatto storico, comparabile ad una prova documentale e, pertanto, utilizzabile ai fini
probatori .
In altri termini, la conversazione avvenuta su WhatsApp è la rappresentazione
documentale di un fatto realmente avvenuto (la conversazione tra due persone),
pertanto la chat può essere utilizzata in un processo penale, ma solo a determinate
condizioni.
Come posso far entrare i messaggi di WhatsApp in un
processo penale?
1. Stampare gli screenshot della conversazioni
Il primo metodo è quello di fotografare lo schermo del cellulare e stampare le foto. In
gergo tecnico si dice fare “lo screenshot”.
2. Stampare la trascrizione della chat
Il secondo metodo è quello di esportare la chat grazie all’opzione “esporta chat”
presente nell’applicazione WhatsApp, e stampare la conversazione.
In entrambi i casi, all’esito di tali operazioni il giudice avrà tra le mani una mera
riproduzione cartacea (come una fotocopia) dei messaggi originali contenuti nello
smartphone.
In altri termini, il giudice non avrà i messaggi originali ma una copia che sarà
facilmente contestabile dalla difesa avversa.
Questo vuol dire che occorrerà fornire al giudice la prova della genuinità e
corrispondenza di quanto hai stampato con i messaggi contenuti nel tuo
smartphone.
Come dimostro la genuinità delle conversazioni stampate,
rispetto ai messaggi originali contenuti nel cellulare?
Questa è la domanda più importante.
Per utilizzare i messaggi di WhatsApp in un processo penale dovrai trovare un
modo per assicurare al giudice che le trascrizioni stampate sono l’esatta copia dei
messaggi contenuti nel tuo cellulare.
Questo perché secondo la Suprema Corte di Cassazione, l’utilizzabilità della
riproduzione cartacea della chat è condizionata dall’acquisizione del supporto (lo
smartphone) contenente i messaggi, svolgendo la relativa trascrizione o stampa una
funzione meramente riproduttiva del contenuto della principale prova documentale
originale
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Ci sono diverse opzioni per arrivare a tale risultato, ognuna ha vantaggi e svantaggi. A
seconda dei casi, dovrai valutare insieme al tuo avvocato come procedere.
Consegnare il cellulare al giudice insieme alla stampa dei
messaggi
Insieme ai messaggi stampati o trascritti, dovrai consegnare al giudice il tuo
smartphone e chiedere che sia periziato.
Il giudice nominerà un perito che accerterà l’esatta corrispondenza di quanto hai
stampato con i messaggi contenuti nel tuo cellulare. All’esito della perizia il cellulare ti
verrà riconsegnato.
Tuttavia, come avrai capito, per un paio di mesi dovrai rinunciare al tuo
smartphone.
Un altro inconveniente di tale opzione si verifica quando il processo inizia dopo tanti
anni dai fatti delittuosi.
In questi casi, capita spesso che al momento della celebrazione del processo il tuo
smartphone non esista più.
Ad esempio, se i fatti delittuosi ed i messaggi WhatsApp risalgono al 2015 ed il
processo si celebra nel 2019, è molto probabile che tu abbia cambiato cellulare e
gettato quello vecchio.
In questo caso, non ti resta che affidarti ad un possibile testimone che abbia letto i
messaggi e possa confermarne il contenuto nel processo (dopo ti spiego come fare).
Pro: nessun costo per te poiché il giudice acquisisce il cellulare e dispone
la perizia.
Contro: perdi il cellulare per oltre quattro mesi (nella migliore delle
ipotesi); spesso al momento del processo il cellulare non esiste più ed i
messaggi non potranno essere utilizzati come prova.
Copia forense durante le indagini o durante il processo
Un’altra strada percorribile è la copia forense: un tecnico abilitato, rispettando i
protocolli previsti dalla legge , effettua una copia di tutto il contenuto del cellulare.
Al giudice verrà consegnata la copia forense del tuo smartphone, la quale
garantirà la genuinità e corrispondenza dei messaggi WhatsApp rispetto a quelli
stampati.
La copia forense è, dunque, l’esatta duplicazione, senza perdita di dati e senza
alterazione, di tutta la memoria dello smartphone.
Copia forense effettuata dal pubblico ministero
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3/13
La copia forense spesso è effettuata dal pubblico ministero durante le indagini
preliminari.
Ad esempio, se sei accusato di stalking è molto probabile che verrà disposto il
sequestro probatorio del tuo cellulare . Lo scopo del sequestro è raccogliere i
messaggi che dimostrano la sussistenza del reato.
In questo caso, il pubblico ministero, al fine di raccogliere la prova per il processo,
disporrà la copia forense del tuo smartphone, che sarà effettuata da un suo tecnico di
fiducia.
Qualora tale attività dovesse essere qualificata come un accertamento tecnico
irripetibile , avrai la possibilità di partecipare, mediante un tuo tecnico di fiducia, alle
attività di duplicazione.
Ti consiglio di nominare un tuo consulente di fiducia al fine di partecipare alle attività
e verificare che siano rispettati tutti i protocolli previsti dalla legge.
Invece, se tale attività non dovesse essere considerata un accertamento tecnico
irripetibile , e pertanto non sarai avvisato di tali operazioni, potrai successivamente
effettuare la copia forense dello smartphone sequestrato, nominando un tuo
consulente.
Pro: dopo la copia forense il cellulare ritorna nelle tue mani.
Contro: dovrai pagare un consulente di parte per effettuare la copia
forense del cellulare o partecipare alle attività disposte dalla procura.
Il testimone dei messaggi durante il processo
Un’ulteriore possibilità è data dal testimone oculare dei messaggi WhatsApp.
Grazie agli occhi del testimone potranno entrare nel processo i messaggi e le chat.
In questo caso dovrai offrire al giudice un testimone che in passato abbia letto i
messaggi, il testimone da te indicato dovrà presenziare in tribunale e confermare il
contenuto dei messaggi, precisando di averli letti direttamente e non di esserne
venuto a conoscenza da terzi.
Così facendo, il contenuto dei messaggi entrerà nel processo attraverso i ricordi e le
parole del testimone.
L’opzione del testimone è utile quando il cellulare è oramai irreperibile e non c’è altro
modo di poter garantire la corrispondenza tra i messaggi stampati e gli originali
presenti nello smartphone.
Pro: nessun costo per te.
Contro: il testimone potrebbe contraddirsi o non ricordare e diventare
inattendibile.
Conclusioni
5
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7
89
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Spero di averti chiarito le idee su come utilizzare i messaggi di WhatsApp in un
processo penale.
Potrai stampare i messaggi e produrli in giudizio, tuttavia dovrai fornire al giudice la
prova della esatta corrispondenza e genuinità tra quanto stampato rispetto ai
messaggi originali contenuti nello smartphone.
Potrai offrire tale prova in diversi modi: consegnando il cellulare al giudice, facendo a
tue spese una copia forense dello smartphone, o trovando un testimone che abbia
letto a suo a tempo in messaggi.
In ultima analisi, a prescindere da tutto, è sempre data la possibilità al giudice di
acquisire la riproduzione fotografica delle chat, poiché ogni documento
legittimamente acquisito è soggetto alla libera valutazione da parte del giudice ed ha
valore probatorio, a prescindere dal fatto che provenga da un pubblico ufficiale o che
sia stato autenticato da un notaio .
Tuttavia, tale condotta offre la possibilità al difensore di appellare ed
evidenziare l’assenza di corrispondenza tra la riproduzione fotografica ed i
messaggi originali.
Dubbi, domande, quesiti giuridici? Scrivimi, entro 48 ore riceverai una risposta.
Avv. Giuseppe Pappa
Iscritto dal gennaio 2015 all’ordine degli avvocati di napoli.
Appassionato di nuove tecnologie e di tutto ciò che gravita intorno
al diritto penale.
https://studiolegalepappa.com/
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Come utilizzare i messaggi di WhatsApp in un processo penale: quando le chat diventano una prova?

  • 1. March 7, 2019 Come utilizzare i messaggi di WhatsApp in un processo penale studiolegalepappa.com/come-utilizzare-i-messaggi-di-whatsapp-in-un-processo-penale-quando-le-chat- diventano-una-prova/ WhatsApp è l’applicazione di messaggistica più diffusa al mondo. Ogni giorno scambiamo centinaia di messaggi con amici, conoscenti e familiari. Tuttavia, se hai la sfortuna di essere coinvolto in un processo penale, sappi che la chat di WhatsApp può diventare una prova. Leggi l’articolo per capire come utilizzare i messaggi di WhatsApp in un processo penale. Che cosa è WhatsApp? WhatsApp è l’applicazione di messaggistica più diffusa al mondo. WhatsApp è disponibile sia per i sistemi android (come i cellulari Samsung o Huawei) che Iphone. L’applicazione è gratuita, di facile utilizzo e permette di inviare testo, audio, immagini o video. La chat di WhatsApp è una prova processuale? Sì, i messaggi di WhatsApp possono essere utilizzati in un processo penale e diventare una prova a te favorevole o sfavorevole. Di recente, la Suprema Corte di Cassazione ha precisato che le conversazioni 1/13
  • 2. avvenute mediante WhatsApp costituiscono una forma di memorizzazione di una fatto storico, comparabile ad una prova documentale e, pertanto, utilizzabile ai fini probatori . In altri termini, la conversazione avvenuta su WhatsApp è la rappresentazione documentale di un fatto realmente avvenuto (la conversazione tra due persone), pertanto la chat può essere utilizzata in un processo penale, ma solo a determinate condizioni. Come posso far entrare i messaggi di WhatsApp in un processo penale? 1. Stampare gli screenshot della conversazioni Il primo metodo è quello di fotografare lo schermo del cellulare e stampare le foto. In gergo tecnico si dice fare “lo screenshot”. 2. Stampare la trascrizione della chat Il secondo metodo è quello di esportare la chat grazie all’opzione “esporta chat” presente nell’applicazione WhatsApp, e stampare la conversazione. In entrambi i casi, all’esito di tali operazioni il giudice avrà tra le mani una mera riproduzione cartacea (come una fotocopia) dei messaggi originali contenuti nello smartphone. In altri termini, il giudice non avrà i messaggi originali ma una copia che sarà facilmente contestabile dalla difesa avversa. Questo vuol dire che occorrerà fornire al giudice la prova della genuinità e corrispondenza di quanto hai stampato con i messaggi contenuti nel tuo smartphone. Come dimostro la genuinità delle conversazioni stampate, rispetto ai messaggi originali contenuti nel cellulare? Questa è la domanda più importante. Per utilizzare i messaggi di WhatsApp in un processo penale dovrai trovare un modo per assicurare al giudice che le trascrizioni stampate sono l’esatta copia dei messaggi contenuti nel tuo cellulare. Questo perché secondo la Suprema Corte di Cassazione, l’utilizzabilità della riproduzione cartacea della chat è condizionata dall’acquisizione del supporto (lo smartphone) contenente i messaggi, svolgendo la relativa trascrizione o stampa una funzione meramente riproduttiva del contenuto della principale prova documentale originale 1 2 3 2/13
  • 3. Ci sono diverse opzioni per arrivare a tale risultato, ognuna ha vantaggi e svantaggi. A seconda dei casi, dovrai valutare insieme al tuo avvocato come procedere. Consegnare il cellulare al giudice insieme alla stampa dei messaggi Insieme ai messaggi stampati o trascritti, dovrai consegnare al giudice il tuo smartphone e chiedere che sia periziato. Il giudice nominerà un perito che accerterà l’esatta corrispondenza di quanto hai stampato con i messaggi contenuti nel tuo cellulare. All’esito della perizia il cellulare ti verrà riconsegnato. Tuttavia, come avrai capito, per un paio di mesi dovrai rinunciare al tuo smartphone. Un altro inconveniente di tale opzione si verifica quando il processo inizia dopo tanti anni dai fatti delittuosi. In questi casi, capita spesso che al momento della celebrazione del processo il tuo smartphone non esista più. Ad esempio, se i fatti delittuosi ed i messaggi WhatsApp risalgono al 2015 ed il processo si celebra nel 2019, è molto probabile che tu abbia cambiato cellulare e gettato quello vecchio. In questo caso, non ti resta che affidarti ad un possibile testimone che abbia letto i messaggi e possa confermarne il contenuto nel processo (dopo ti spiego come fare). Pro: nessun costo per te poiché il giudice acquisisce il cellulare e dispone la perizia. Contro: perdi il cellulare per oltre quattro mesi (nella migliore delle ipotesi); spesso al momento del processo il cellulare non esiste più ed i messaggi non potranno essere utilizzati come prova. Copia forense durante le indagini o durante il processo Un’altra strada percorribile è la copia forense: un tecnico abilitato, rispettando i protocolli previsti dalla legge , effettua una copia di tutto il contenuto del cellulare. Al giudice verrà consegnata la copia forense del tuo smartphone, la quale garantirà la genuinità e corrispondenza dei messaggi WhatsApp rispetto a quelli stampati. La copia forense è, dunque, l’esatta duplicazione, senza perdita di dati e senza alterazione, di tutta la memoria dello smartphone. Copia forense effettuata dal pubblico ministero 4 3/13
  • 4. La copia forense spesso è effettuata dal pubblico ministero durante le indagini preliminari. Ad esempio, se sei accusato di stalking è molto probabile che verrà disposto il sequestro probatorio del tuo cellulare . Lo scopo del sequestro è raccogliere i messaggi che dimostrano la sussistenza del reato. In questo caso, il pubblico ministero, al fine di raccogliere la prova per il processo, disporrà la copia forense del tuo smartphone, che sarà effettuata da un suo tecnico di fiducia. Qualora tale attività dovesse essere qualificata come un accertamento tecnico irripetibile , avrai la possibilità di partecipare, mediante un tuo tecnico di fiducia, alle attività di duplicazione. Ti consiglio di nominare un tuo consulente di fiducia al fine di partecipare alle attività e verificare che siano rispettati tutti i protocolli previsti dalla legge. Invece, se tale attività non dovesse essere considerata un accertamento tecnico irripetibile , e pertanto non sarai avvisato di tali operazioni, potrai successivamente effettuare la copia forense dello smartphone sequestrato, nominando un tuo consulente. Pro: dopo la copia forense il cellulare ritorna nelle tue mani. Contro: dovrai pagare un consulente di parte per effettuare la copia forense del cellulare o partecipare alle attività disposte dalla procura. Il testimone dei messaggi durante il processo Un’ulteriore possibilità è data dal testimone oculare dei messaggi WhatsApp. Grazie agli occhi del testimone potranno entrare nel processo i messaggi e le chat. In questo caso dovrai offrire al giudice un testimone che in passato abbia letto i messaggi, il testimone da te indicato dovrà presenziare in tribunale e confermare il contenuto dei messaggi, precisando di averli letti direttamente e non di esserne venuto a conoscenza da terzi. Così facendo, il contenuto dei messaggi entrerà nel processo attraverso i ricordi e le parole del testimone. L’opzione del testimone è utile quando il cellulare è oramai irreperibile e non c’è altro modo di poter garantire la corrispondenza tra i messaggi stampati e gli originali presenti nello smartphone. Pro: nessun costo per te. Contro: il testimone potrebbe contraddirsi o non ricordare e diventare inattendibile. Conclusioni 5 6 7 89 4/13
  • 5. Spero di averti chiarito le idee su come utilizzare i messaggi di WhatsApp in un processo penale. Potrai stampare i messaggi e produrli in giudizio, tuttavia dovrai fornire al giudice la prova della esatta corrispondenza e genuinità tra quanto stampato rispetto ai messaggi originali contenuti nello smartphone. Potrai offrire tale prova in diversi modi: consegnando il cellulare al giudice, facendo a tue spese una copia forense dello smartphone, o trovando un testimone che abbia letto a suo a tempo in messaggi. In ultima analisi, a prescindere da tutto, è sempre data la possibilità al giudice di acquisire la riproduzione fotografica delle chat, poiché ogni documento legittimamente acquisito è soggetto alla libera valutazione da parte del giudice ed ha valore probatorio, a prescindere dal fatto che provenga da un pubblico ufficiale o che sia stato autenticato da un notaio . Tuttavia, tale condotta offre la possibilità al difensore di appellare ed evidenziare l’assenza di corrispondenza tra la riproduzione fotografica ed i messaggi originali. Dubbi, domande, quesiti giuridici? Scrivimi, entro 48 ore riceverai una risposta. Avv. Giuseppe Pappa Iscritto dal gennaio 2015 all’ordine degli avvocati di napoli. Appassionato di nuove tecnologie e di tutto ciò che gravita intorno al diritto penale. https://studiolegalepappa.com/ 10 5/13
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