REDDITO DI CITTADINANZA e LAVORO NERO: cosa si rischia❓
Percepisci il reddito di cittadinanza e lavori in nero?♂️
Lo sai che rischi una condanna da due a sei anni di reclusione♂️
Inoltre, rischi la condanna anche se un membro del tuo nucleo familiare lavora in nero
Anche il datore di lavoro si espone a multe salatissime
✔Leggi l'articolo per saperne cosa si rischia lavorare in nero con il reddito di cittadinanza⤵
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Come funziona la pena sospesa? La guida alla sospensione condizionale della pena
Reddito di cittadinanza e lavoro nero: cosa si rischia?
1. 19/2/2020 Reddito di cittadinanza e lavoro nero: cosa si rischia?
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Avv. Giuseppe Pappa 19 febbraio 2020
Reddito di cittadinanza e lavoro nero: cosa si rischia?
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Hai il reddito di cittadinanza e lavori in nero? Lo sai che rischi una
condanna penale da due a sei anni di reclusione?
Inoltre, rischi la sanzione penale anche quando un membro del tuo nucleo
familiare lavora in nero e non hai comunicato tale informazione al
momento della richiesta del reddito di cittadinanza.
Infine, in caso di reddito di cittadinanza e lavoro nero, rischia anche il
datore di lavoro al quale saranno irrogate pesanti sanzioni pecuniarie.
Indice
Che cosa è il reddito di cittadinanza?
Il reddito di cittadinanza è un aiuto economico introdotto dal legislatore nel 2019 .
In altre parole, il reddito di cittadinanza è un sostegno economico ad integrazione dei redditi
familiari.
Il fine ultimo è indirizzare il beneficiario del reddito di cittadinanza verso un lavoro dignitoso.
Con il reddito di cittadinanza lo Stato intende contrastare la povertà, la diseguaglianza e
l’esclusione sociale.
Chi ha diritto al reddito di cittadinanza?
Per chiedere il reddito di cittadinanza è necessario avere i seguenti requisiti:
Cittadinanza
essere cittadino Italiano;
o essere cittadino europeo;
oppure soggiornare o risiedere in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi 2 in via
continuativa.
I.S.E.E.
avere un I.S.E.E. aggiornato inferiore a 9.360,00 euro annui.
Patrimonio immobiliare (case, fondi, immobili, palazzi, ecc…)
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possedere un patrimonio immobiliare, diverso dalla prima casa, non superiore a
30.000,00 euro. In parole povere, la prima casa non viene conteggiata nella valutazione
patrimoniale.
Patrimonio finanziario (soldi sul conto corrente)
avere un patrimonio finanziario non superiore a 6.000,00 euro, che può essere aumentato
in funzione dei componenti del nucleo familiare.
Reddito familiare
avere un reddito familiare inferiore a 6.000,00 euro annui. Tale somma può essere
aumentata sino a 9.360,00 euro annui se il nucleo familiare risiede in una casa in affitto.
Per conoscere tutti requisiti e le eventuali deroghe, ti consiglio di cliccare qui o di rivolgerti ad un
C.A.F.
Reddito di cittadinanza e precedenti penali
Il reddito di cittadinanza NON può essere concesso a chi al momento della richiesta è:
sottoposto ad una misura cautelare personale ;
stato condannato (anche con sentenza non definitiva) nei dieci anni precedenti per uno
dei seguenti reati:
associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine
democratico ;
attentato per finalità terroristiche o di eversione ;
sequestro di persona a scopo di terrorismo o di eversione ;
associazioni di tipo mafioso anche straniere ;
scambio elettorale politico-mafioso;
strage ;
truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ;
per tutti gli altri reati qualora siano stati commessi con l’aggravante del metodo
mafioso .
Che cosa accade se presento dichiarazioni false o attestanti
circostanze non vere per avere il reddito di cittadinanza?
Se chiedi il reddito di cittadinanza attraverso dichiarazioni false o taroccate, rischi una
condanna da due a sei anni di reclusione .
Ovviamente, perderai il reddito di cittadinanza e dovrai restituire i soldi percepiti.
Che cosa rischio se dopo aver ottenuto il reddito di cittadinanza
non comunico le successive variazioni patrimoniali?
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3. 19/2/2020 Reddito di cittadinanza e lavoro nero: cosa si rischia?
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Una volta che hai ottenuto legittimamente il reddito di cittadinanza hai il dovere di comunicare i
successivi cambiamenti reddituali (anche provenienti da lavoro nero) e patrimoniali all’I.N.P.S.
Dovranno essere comunicate anche le variazioni reddituali provenienti (sia a nero che regolari)
da un membro della tua famiglia. In altre parole, se tu percepisci il reddito di cittadinanza e
tuo padre lavora a nero, hai l’obbligo di comunicare tale circostanza, poiché determina una
cambiamento reddituale.
Se non comunichi tali informazioni rischi una condanna da uno a tre anni di reclusione .
Anche in questo caso, verrà revocato il reddito di cittadinanza e dovrai restituire i soldi.
Che cosa rischio se lavoro (con contratto) e chiedo il reddito di
cittadinanza?
Il reddito di cittadinanza può essere chiesto anche da chi ha già un lavoro regolare.
Il reddito di cittadinanza è una misura di sostegno ed integrazione, pertanto, può integrare un
reddito basso derivante da lavoro.
Pertanto, se il richiedente ha un lavoro contrattualizzato ed è in possesso dei requisiti reddituali
richiesti, può chiedere reddito di cittadinanza ma ha il dovere di comunicare tale circostanze al
momento della richiesta del beneficio.
Se non lo comunica rischia la perdita del reddito di cittadinanza e un processo penale per aver
dichiarato circostanze false o non corrispondenti al vero .
Che cosa rischio se lavoro a nero e chiedo il reddito di
cittadinanza?
Se lavori senza contratto, quindi lavoro nero, rischi di perdere il beneficio del reddito di
cittadinanza e, soprattutto, un processo penale per aver dichiarato circostanze false o non
corrispondenti al vero.
Tale reato prevede, come detto sopra, una pena che va da due a sei anni di reclusione . E’
ovvio che dovrai anche restituire i soldi ottenuti con il reddito di cittadinanza.
La sanzione penale è prevista anche quando a lavorare in nero sia un membro del nucleo
familiare del soggetto richiedente il reddito di cittadinanza e tale circostanza non sia stata
comunicata al momento della richiesta del beneficio .
Che cosa rischia il datore di lavoro che impiega a nero
lavoratori percettori del reddito di cittadinanza?
Il datore di lavoro che impiega a nero, cioè senza contratto, un lavoratore beneficiario del
reddito di cittadinanza rischia una sanzione pecuniaria aumentata del 20%.
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4. 19/2/2020 Reddito di cittadinanza e lavoro nero: cosa si rischia?
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Il datore di lavoro rischia la maxi sanzione anche quando il lavoratore a nero che impiega non
è il diretto beneficiario del reddito di cittadinanza, ma fa parte di un nucleo familiare che
percepisce il beneficio .
Inoltre, in questo caso, il datore di lavoro non potrà beneficiare della procedura di diffida che
permette di regolarizzare la violazione ed ottenere una consistente riduzione della sanzione
irrogata.
L’unico beneficio riconosciuto al datore di lavoro è il pagamento della sanzione in misura ridotta in
relazione ai giorni di lavoro effettivo del lavoratore a nero.
Pertanto, il datore di lavoro dovrà prestare molta attenzione poiché rischia la maxi sanzioni sia
quando:
il lavoratore “in nero” è l’effettivo richiedente del reddito di cittadinanza;
il lavoratore “in nero” appartenga al nucleo familiare beneficiario del reddito di
cittadinanza.
Ad esempio, se il capo famiglia è il beneficiario del reddito di cittadinanza e un datore di lavoro
impiega a nero il figlio, il datore di lavoro rischia la maxi sanzione!
Questo avviene perché il reddito di cittadinanza è riconosciuto solamente a chi possiede i
requisiti economici e patrimoniali che riguardano l’intero nucleo familiare.
Quali sono le sanzioni per il datore di lavoro che impiega un
lavoratore a nero percettore del reddito di cittadinanza?
La maxi sanzione prevista per il datore di lavoro che impiega a nero un beneficiario del
reddito di cittadinanza è pari a :
2.160 a 12.960 euro per ogni lavoratore irregolare in caso di impiego dello stesso fino a 30
giorni di lavoro effettivo;
4.320 a 25.920 euro per ciascun lavoratore a nero in caso di impiego di quest’ultimo
lavoratore da 31 e fino a 60 giorni di lavoro effettivo;
8.640 euro a 51.840 euro per ciascun lavoratore irregolare in caso di impiego dello stesso
oltre 60 giorni.
Nelle ipotesi aggravate e, quindi, anche nel caso di impiego di lavoratori in nero beneficiari del
reddito di cittadinanza, non è applicabile l’istituto della diffida .
Il datore di lavoro potrà solo beneficiare di una riduzione qualora decida di pagare entro 60
giorni dalla contestazione immediata .
In questo caso la sanzioni ridotte saranno pari a:
4.320 euro per ogni lavoratore irregolare in caso di impiego dello stesso fino a 30 giorni di
lavoro effettivo;
8.640 euro per ciascun lavoratore a nero in caso di impiego di quest’ultimo da 31 e fino a
60 giorni di lavoro effettivo;
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5. 19/2/2020 Reddito di cittadinanza e lavoro nero: cosa si rischia?
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17.280 euro per ciascun lavoratore irregolare in caso di impiego dello stesso oltre 60 giorni.
Può essere sospesa l’attività del datore di lavoro?
A prescindere dal reddito di cittadinanza, il datore di lavoro che impiega lavoratori irregolari
rischia anche la sospensione dell’attività.
Se il numero di lavoratori a nero è superiore al 20% di quelli presenti in azienda (sia regolari che
irregolari), il datore di lavoro rischia la sospensione dell’attività produttiva.
Allo stesso modo, la sospensione può essere irrogata in caso di gravi e reiterate violazioni della
normativa in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro.
La sospensione può essere revocata se il datore di lavoro:
regolarizza i lavoratori in nero;
ripristina la sicurezza sul luogo di lavoro;
paga la somma di 2.000,00 euro in caso di lavoro nero. Sanzione elevata a 3.200 euro in
caso di violazioni in materia di sicurezza sul lavoro.
Chi controlla i beneficiari del reddito di cittadinanza?
L’ispettorato nazionale del lavoro ha accesso alle banche dati gestite dall’I.N.P.S.
Grazie a questo scambio di informazioni, gli ispettori del lavoro potranno facilmente individuare se
all’interno di un nucleo familiare beneficiario del reddito di cittadinanza è presente un
lavoratore, la cui posizione non è stata comunicata al momento della richiesta del reddito di
cittadinanza.
Inoltre, le forze dell’ordine, in particolar modo la Guardia di Finanza, ogni volta che svolgono un
controllo in materia di lavoro sommerso, hanno l’obbligo consultare il sistema informatico delle
comunicazioni obbligatorie, così da poter rapidamente scovare i percettori di reddito di
cittadinanza.
Conclusioni
Se lavori in nero e percepisci il reddito di cittadinanza rischi una condanna penale da due a
sei anni di reclusione, o da uno a tre anni, a seconda che tu abbia iniziato a lavorare prima o
dopo la richiesta di reddito di cittadinanza.
Inoltre, rischi la sanzione penale anche quando un membro del tuo nucleo familiare lavora e
nero e non hai comunicato tale informazione al momento della richiesta del reddito di
cittadinanza.
Infine, in caso di reddito di cittadinanza e lavoro nero, rischia anche il datore di lavoro, al
quale saranno irrogate pesanti sanzioni pecuniarie.
Hai avuto problemi penali a causa del reddito di cittadinanza? Contattami per risolvere il
problema!