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SVILUPPO MERCATO USA
A cura di In collaborazione con:
Mauro Bandelli – Partner di Gen USA
• Approccio e modalità di presenza sul mercato
• Gli errori più comuni nello sviluppo del mercato USA
 
Paolo Ceresa – Business Advisor di AmCham (American Chamber of Commerce in Italy)
• Visti di lavoro sia per brevi periodi che per il trasferimento stabile di personale negli Stati Uniti
• Incentivi federali e statali per le imprese
 
Michele Bandini – Ufficio Mercati Internazionali Responsabile Customers Internationalization di Bper Banca
• Elementi di rischio nelle transazioni internazionali
• Il ruolo della Banca nel processo di internazionalizzazione
 
Andrea Paparo – Direttore di Confapi Piacenza
• Testimonianza di esperienze dirette di approccio al mercato USA
• Modalità di approccio al mercato per Consorzi di aziende
Relatori
Mauro Bandelli, Partner
Expand your company
Gen USA è una società
americana che supporta
le imprese italiane, passo
dopo passo, nei processi
di esportazione e
internazionalizzazione
verso gli Stati Uniti
Perché Gen USA?
Easy Access
Riduce i tempi e gli investimenti iniziali per
l’accesso al mercato statunitense
Focus sul mercato USA
È una guida per gli imprenditori in un’arena
competitiva molto complessa, che limita le
incognite e rischi
One stop source
È efficace in ogni fase di sviluppo del business,
dalla definizione delle strategie d’ingresso alla
gestione delle attività a regime negli Stati Uniti
Piattaforma operativa
Fornisce alle aziende tutti i servizi necessari per
avere una presenza stabile su territorio USA
✓Team di professionisti con cultura
imprenditoriale ed esperienza nel
business internazionale
✓Esperienza pluriennale sia nella
gestione di start up che nel
monitoraggio di attività a regime
✓Conoscenza trasversale e
multisettoriale
✓Presenza di sedi sia in Italia che negli
USA: semplifica i processi decisionali
Chi siamo
Gen USA: un elemento distintivo
La sharing economy applicata al processo di
internazionalizzazione: Gen USA propone l’hosting delle
filiali delle aziende clienti negli Stati Uniti
✓ Semplificazione: le aziende ricevono un pacchetto di servizi «chiavi in
mano» per la gestione quotidiana delle attività su territorio USA
✓ Investimenti ridotti in relazione alle reali attività sul territorio: si abbassano
così le barriere all’entrata per accedere al mercato
✓ Presenza stabile e continuativa delle aziende nel mercato USA, che
garantisce credibilità e affidabilità ai clienti locali
Quali sono i vantaggi per le aziende?
L’economia statunitense: 325 milioni di abitanti con PIL pro-capite
intorno ai $56.000
È il Mercato di Riferimento per ogni
impresa che si rivolga al di fuori dei
propri confini nazionali
Possibilità di fare pianificazioni a lungo
termine (5-10 anni)
Investire negli USA è ancora conveniente
ma vendere a livelli competitivi è ancora
possibile
Rischi geo-politici e sociali nulli
Conviene produrre in alcuni casi
PIL USA in ottima salute – oltre 2,1% di crescita del PIL nell’ultimo
trimestre - ma le notizie più confortanti provengono dalle stime di
crescita molto positive fino al 2024
Il dollaro USA è volutamente indebolito rispetto alle altre divise
internazionali per favorire il mercato interno e ridurre le importazioni
Il sistema politico USA è stabile, attento allo start up di nuove
imprese e allo sviluppo di quelle esistenti: ogni stato adotta un
programma di incentivazioni
Il costo dell’energia è basso, e grazie ad innovazioni tecnologiche
nel settore petrolifero che faranno diventare gli Stati Uniti totalmente
indipendenti da altri paesi dal punto di vista energetico entro il 2020
Perché gli Stati Uniti
La burocrazia americana ha regole chiare e semplici, è
trasparente, non ostacola lo sviluppo ma é al servizio delle
aziende, fornisce risposte rapide per autorizzazioni e delibere
Il mercato del lavoro è estremamente flessibile, orientato alla
meritocrazia e allo sviluppo del business, la tassazione sul
lavoro è estremamente ridotta
La risoluzione dei contenziosi tra aziende è rapida, corruzioni e
concussioni sono praticamente assenti
Una moneta unica, per un paese grande quanto un intero
continente, semplifica gli scambi e le contrattazioni
Una lingua unica, semplice e conosciuta, semplifica relazioni e
trattative tra manager e imprenditori
• La vita professionale (quotidiana) è
molto più semplice
• gli Italiani non sono abituati, se ne
meravigliano e hanno bisogno di un
periodo di adattamento
Gli USA oggi… e domani
Doing Business negli Stati Uniti
«Fare business» negli Stati Uniti è molto
più semplice che in molti paesi europei
*Fonte:	Banca	Mondiale
Rank 2020 Rank 2019
Italia 58 52
Germania 22 24
Francia 32 32
Spagna 30 30
Svizzera 36 38
UK 8 9
Approccio al mercato USA
11
1. Analisi	
2. Definizione	
	 strategie,	obiettivi	e	
action	plan
3. Implementazione	
attività
4. Valutazione	
risultati
5. Fine	tuning	/	ri-
settaggio	strategie
✓ Identificazione del target di
mercato
✓ Geomarketing
✓ Knowledge contest legale tecnico
e normativo
✓ Analisi del prodotto
✓ Business plan per
valutare impatto
economico finanziario
✓ Identificazione
strategia di approccio
“semplice e concreta”
✓ Definzione obbiettivi
misurabili nei primi 3
anni
✓ Elenco attivita da
implementare nei primi
3 anni
✓ Definizione dei canali
commerciali e
promozionali
✓ Costituzione sogg.
giuridico
✓ Richiesta visti
✓ Ricerca warehouse
✓ Recuiting
✓ Set up
contrattualistica
✓ Scouting rete
commerciale e
partner locali
✓ Attività promozionali
✓ Set up piattaforme
online
✓ Verifica tempi di
implementazione
✓ Verifica scostamenti
da business plan
per costi e fatturato
✓ Verifica target
✓ Visite a clienti/
distributori
✓ Presenza in fiere di
settore
✓ Rappresentanza
tramite agenti o
distributori
Come essere presenti negli USA
✓ Sede secondaria
(Branch Office)
✓ Ufficio di
rappresentanza
✓ Prodotti in
consignment stock
o presso magazzini
di terzi
✓ Filiale (subsidiary):
o Inc/Corp o llc
o Personale
locale
o Magazzino
o Customer
service
o Online
✓ Joint Venture ✓ Acquisizione o
impianto greenfield
✓ Micro-aziende o per
valutazioni pre-
investimento
✓ Modello valido fino
a 30 anni fa, oggi
chimera
✓ Modello valido solo
per brand già
affermati o prodotti
“unici” sul mercato
✓ Modello “poco”
conveniente
✓ Apparentemente
garantisce
semplicità
✓ Accordo con
produttori locali per
distribuzione
prodotto
✓ Partnership
societaria e/o
commeciale
✓ Modello (non solo)
per Grandi
✓ Garantisce risultati a
medio lungo termine
✓ Valutazione incentivi
locali
✓ Impatto fiscale
positivo vs fisco
italiano
✓ Modello PMI
✓ Livello “base” per
avere risultati
tangibili
✓ Richiede
investimenti fissi
anche se minimi
✓ Presenza stabile e
continuativa
✓ Credibilità e
affidabilità
Livello di coinvolgimento aziendale
Paolo Ceresa
Business Advisor di AmCham
✓ American Chamber of Commerce in Italy (AmCham) è un’organizzazione
privata senza scopo di lucro fondata il 12 aprile 1915 a Milano
✓ È affiliata alla Chamber of Commerce di Washington D.C., la Confindustria
statunitense, della quale fanno parte oltre tre milioni di imprese ed è una delle
117 AmChams presenti in 103 paesi al mondo
✓ L’Ambasciatore degli Stati Uniti d’America in Italia Lewis M. Eisenberg e
l’Ambasciatore d’Italia negli Stati Uniti Armando Varricchio sono eletti Presidenti
Onorari della Camera e restano in carica per tutta la durata del loro incarico
diplomatico
✓ È uno dei soci fondatori del European Council of American Chambers of
Commerce a Bruxelles, l’organismo che tutela il libero scambio tra Unione
Europea e Stati Uniti
Chi siamo
Networking Business
Services
Advocacy
Condividendo
esperienze e
conoscendo nuovi
partner: i contatti
alimentano il business
e sono la chiave per il
successo
Facendo da intermediario tra
le società e le istituzioni per
assicurarsi che le tematiche
affrontate vengano sottoposte
ai decision maker più
appropriati:
salvaguardare i propri
interessi è più semplice
quando si hanno degli alleati
Supportando la
crescita del business
attraverso
l’espansione delle
relazioni commerciali
oltreoceano
Cosa facciamo
500+	
SOCI
2%
200+	
Le	società	coinvolte	nei	
nostri	4	Comitati	e	13	
Gruppi	di	Lavoro
45	
Il	numero	medio	degli	
eventi	annuali
30	
Il	numero	medio	di	
richieste	di	assistenza	
commerciale	al	mese
10%
Il	PIL	
rappresentato	
dai	nostri	Soci
I	Soci	che	
rientrano	nella	
classifica	
Fortune	Global	
500	
I fatti chiave di AmCham Italy
Miliardi	$
+119,2%		
tra	2003	e	2018	per	
export	US
Tra	2014	e	2018	
aumento	dell’export	su	
entrambi	i	versanti	
commerciali	(+30,0%	
ITA	vs	USA;	+36,3%	USA	
vs	ITA)
Fonte:	Centro	Studi	AmCham	su	dati	U.S.	Census	Bureau
+115,3%		
tra	2003	e	2018	per	
export	Italia
0,0
15,0
30,0
45,0
60,0
2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018
23,2
18,4
16,816,217,016,516,116,0
14,2
12,3
15,5
14,1
12,5
11,510,710,6
54,7
49,9
45,2
44,0
42,1
38,7
36,9
34,0
28,5
26,4
36,1
35,0
32,7
31,0
28,1
25,4
Export	ITA Export	USA
Interscambio commerciale ITA-USA
Miliardi	$
+350,1%		
tra	2003	e	2018	per	
FDI	Italia	vs	US
Tra	2014	e	2018	
aumento	degli	FDI	USA		
(+27,6%)	e	aumento	
FDI	Italia	(+33,0%)
Fonte:	Centro	Studi	AmCham	su	dati	Bureau	of	Economic	Analysis
+66,6%		
tra	2003	e	2018	per	
FDI	US	vs	Italia
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018
31,3
29,3
29,9
27,7
23,5
24,9
22,2
21,1
20,1
18,6
19,5
13,8
9,3
7,7
6,96,9
38,5
30,730,930,9
30,2
25,8
27,326,927,1
29,9
27,7
28,2
25,4
24,5
25,2
23,1
US	FDI	to	Italy Italian	FDI	to	US
FDI ITA-USA (Stock)
Economic Development Organizations
✓ Ogni	Stato	USA	ha	una	o	più	EDOs	responsabile	dell’attrazione	degli	FDI	sul	territorio	locale	
✓ Gli	Stati	competono	gli	uni	con	gli	altri	per	attrarre	gli	investimenti,	mettendo	sul	tavolo	incentivi	(perlopiù	legati	
ai	posti	di	lavoro	creati),	assistenza	logistica	e	site	selection	
✓ Valutazione	case-by-case	dei	progetti	d’investimento	
✓ Le	principali	tipologie	di	incentivo	sono:	
• Tax	credit	(credito	d’imposta)	per	incoraggiare	i	progetti	di	ricerca,	assunzione	dipendenti,	investimenti	in	
aree	economicamente	depresse,	ecc.	
• Grant	&	Loan	(concessioni	e	finanziamenti	agevolati)	
• Tax	exemption	(esenzioni	fiscali)	sull’assunzione	di	dipendenti,	macchinari	produttivi,	investimenti	R&D,	
utilities,	ecc.
Incentives Map
http://selectusa.stateincentives.org/?referrer=selectusa
I VISTI
Per coloro che desiderano entrare negli USA per un periodo di tempo superiore a 3 mesi e non
devono trasferirsi in modo permanente (Immigrant Visa), ecco le principali tipologie di visto:
B1/B2 –
Business Vacation
E1/E2 – Treaty Trader/
Treaty Investor
Sono visti per affari e turismo. Il B1 è dedicato a chi viaggia per affari (conferenze,
visite a clienti, ecc.), il B2 a chi viaggia per turismo. Questi visti valgono per una
permanenza non superiore ai 6 mesi.
E1 permette di entrare negli USA solo «per esercitare un commercio
considerevole», i possessori di visto E2 «esclusivamente per sviluppare e dirigere le
attività di un’impresa» in cui si è investito. I potenziali investitori possono cercare
opportunità viaggiando con visto B1 o con ESTA ma senza poter sviluppare e
dirigere l’azienda. Validità pluriennale, con possibilità di rinnovo.
Questi visti prevedono il trasferimento temporaneo di lavoratori da un’azienda
italiana a un’azienda americana, sia essa filiale o meno dell’azienda italiana: H1 –
lavoratori altamente specializzati;; L – per persona trasferita all’interno della stessa
compagnia con mansioni manageriali, direttive o altamente specializzate. Validità
generale di 3 anni, rinnovabili per 2 se approvati da Immigration Office.
H1/L – Temporary
Work
Visti B1: business
Sono visti per coloro che desiderano entrare negli USA per condurre affari (ricerca clienti, meetings ecc) per un periodo
superiore ai tre mesi continuativi, o per tecnici installatori di materiali e apparecchiature vendute dall’Italia anche per
brevi periodi di tempo.
B1 visa: business
Il visto B1 consente ai richiedenti di entrare in USA con queste finalità:
▪ Partecipazione a fiere, trade shows, business conventions e conferenze;
▪ Negoziazione e stipula di contratti professionali e commerciali;
▪ Ricerca di nuovi business partners e nuove opportunità commerciali;
▪ Partecipazione a meetings con dipendenti, associati, avvocati, commercialisti ed altri consulenti in relazione ad un
business già esistente negli Stati Uniti;
▪ Partecipazione ad un programma di training professionale di breve durata
E’ fondamentale capire che il visto B1 non consente di essere assunti negli Stati Uniti, né di ricevere stipendi da datori di
lavoro americani.
Ai fini dell’ottenimento del visto B1 è necessario dimostrare che:
• il soggiorno negli Stati Uniti ha una finalità di business legittima
• si hanno fondi sufficienti a coprire le spese di viaggio e soggiorno
• si hanno legami con il paese di provenienza tali da far presumere che alla fine del soggiorno si farà rientro a casa
Visti B1: business
In merito ai punti:
• si hanno fondi sufficienti a coprire le spese di viaggio e soggiorno
• si hanno legami con il paese di provenienza tali da far presumere che alla fine del soggiorno si farà rientro a casa
E’ importante che ogni richiedente prepari una documentazione esaustiva con lo scopo di provare, senza ombra di
dubbio, che ha FORTI legami con l’Italia e quindi non sarà un potenziale immigrante, e quindi avrà abbastanza fondi per
pagare spese di viaggio e alloggio in USA durante il soggiorno.
Quali sono considerati i forti legami?
• Famiglia (quindi moglie e figli – soprattutto figli, genitori ecc)
• Lavoro stabile (quindi contratto di lavoro, ultime buste paga)
• Casa di proprietà o affitto (quindi atto di acquisto e/o contratto di affitto)
• Altro: Auto, casa vacanze, conto corrente bancario cointestato con moglie, scuola dei figli …
A tal fine la documentazione utile da presentare in Consolato al momento dell’intervista può essere costituita da lettere di
invito o di incarico professionale, certificato di stato di famiglia, estratti conto corrente bancario, visure catastali o
contratti di locazione relativi agli immobili di residenza, buste paga italiane, ultima dichiarazione dei redditi ecc., ovvero
tutti quei documenti necessari a provare che i requisiti sopra menzionati sono soddisfatti.
Il visto B1 ha una durata complessiva di 10 anni, ma l’effettivo periodo di soggiorno viene stabilito ad ogni singola entrata
negli Stati Uniti. I familiari del titolare del visto B-1 non possono entrare negli USA con lo stesso visto del titolare.
Visti B1: business
La procedura di richiesta visto comporta i seguenti passaggi:
• Collegarsi online al sito del Department of State per le richieste visti 

non-immigrante: https://ceac.state.gov/GenNIV/Default.aspx
• Una volta terminata la procedura (circa 1h di tempo) e ricevuta la 

Confirmation Page, questa dovrà essere portata al colloquio in Consolato.
• Collegarsi al sito: https://ais.usvisa-info.com/it-it/niv per pagare 

le tasse consolari (per il visto B1 attualmente sono Euro 152) 

e programmare la data e orario del colloquio.
• ATTENZIONE: Il pagamento della tassa consolare (una tassa 

per ogni singolo visto) può essere pagata con Bonifico o con Carta di Debito o
Prepagata. NO Carta di Credito! Se pagate con Bonifico la possibilità di prenotare il
colloquio vi sarà concessa dopo avvenuto ricevimento dei fondi trasmessi, circa
dopo 4 giorni.
• ATTENZIONE: Potete prenotare il colloquio ad ogni Consolato in Italia, non
necessariamente quello più vicino a voi. A parte per una categoria di visto, l’E1/E2
che deve essere prenotato solo a Roma.
Visti B1: Industrial worker
Il visto B1 Industrial worker è specifico ed unicamente per quei lavoratori che si devono recare in USA, anche per breve
tempo, per effettuare installazione o manutenzione di macchinari industriali presso la fabbrica del cliente.
La procedura per la richiesta di questo visto è uguale al visto B1 business, ma cambia in modo sostanziale nella
documentazione che si dovrà presentare al Consolato durante il colloquio.
Infatti il visto B1 Industrial worker, per essere rilasciato, richiede della seguente documentazione aggiuntiva:
• Contratto di acquisto (Purchase Order) firmato dalle parti, la parte venditrice deve essere l’azienda che trasferisce i
tecnici e la parte acquirente deve essere statunitense, nel quale, oltre ai materiali e prodotti, vi sia espressamente
menzionata l’installazione da parte di tecnici della azienda venditrice e NON fatturati a parte. Ovvero deve essere
una attività NON remunerata. L’eventuale costo può essere integrato nel prezzo di vendita del prodotto.
• I tecnici devono essere dipendenti della venditrice, se a contratto bisognerà produrre il contratto di consulenza/
progetto, le remunerazioni stabilite. In questo caso è meglio che il contratto sia antecedente la data del Purchase
Order e il tecnico dovrà portare con sé un suo curriculum che stabilisca la sua esperienza nello specifico lavoro che
andrà a svolgere in USA.
• Il visto B1 Industrial worker può essere rilasciato con validità da 1 anno a 10 anni. Generalmente però, gli ultimi visti
rilasciati hanno tutti validità 1 anno.
• Ci sono casi in cui il visto viene rilasciato con annotazione B1 in lieu of H1. Questo è un caso raro e complesso che
può essere discusso a parte.
Visti E1: Treaty Trader
Anche il visto E1 è di categoria “non-immigrante” e si rivolge agli importatori/esportatori di un Paese con cui gli Stati
Uniti mantengono un Trattato di commercio e navigazione. L’Italia è uno di questi Paesi, in totale sono circa 78.
Con un visto E1, si può essere ammessi negli Stati Uniti unicamente per dedicarsi al commercio internazionale (Import/
Export), per conto proprio. Il Dipartimento d’Immigrazione americano definisce “commercio” come la compravendita
internazionale di merci, che produca un volume d’affari consistente tra gli Stati Uniti e un paese del trattato.
In generale, il commercio comporta un flusso costante di unità commerciali, attraverso numerose operazioni nel corso
del tempo. Voci di commercio includono, ma non sono limitate a:
• Merci;
• Servizi bancari internazionali;
• Servizi assicurativi internazionali;
• Servizi di trasporto internazionali;
• Servizi di turismo;
• Articoli tecnologici.
Visti E1: Treaty Trader
Per ottenere un visto E1, il richiedente deve soddisfare determinati requisiti specifici:
• Essere cittadino di un paese con il quale gli Stati Uniti mantengono un Trattato di commercio e navigazione;
• Il commercio internazionale deve essere sostanziale, ovvero deve esserci un flusso continuo, che coinvolge numerose
operazioni nel corso del tempo. Non vi è alcun requisito minimo per quanto riguarda il valore monetario o il volume di
ogni transazione. Viene comunque dato maggior peso a quanto numerosi siano gli scambi di maggior valore;
• Si deve esercitare un commercio principale tra gli Stati Uniti e il paese di provenienza del commerciante, ovvero oltre il
50% del volume totale del commercio internazionale.
• La legge americana non richiede un volume di scambi minimo.
Anche i dipendenti dell’investitore principale possono richiedere il visto E1, sempre e quando abbiano i seguenti requisiti:
• Possedere la stessa nazionalità del datore di lavoro;
• Essere impegnati in mansioni di dirigente o di controllo, oppure essere in possesso di qualifiche particolari, definite
dalla USCIS come competenze specialistiche che rendono il dipendente essenziale per il funzionamento del
commercio e che altri non hanno.
• Il periodo massimo iniziale di soggiorno concesso è di 5 anni (2 anni per i cambi e le estensioni di status negli Stati
Uniti). Possono essere concessi periodi di proroga di fino a due anni ciascuno. Non ci sono limiti al numero di rinnovi
che il possessore di un visto E-1 può ottenere, sempre che la società sia attiva e il volume d’affari rimanga consistente.
Visti E1: Treaty Trader
La procedura di richiesta visto E1:
• Compilare il modulo online DS160 (come abbiamo visto per i visti B1)
• Pagare la tassa consolare (come abbiamo visto per i visti B1), per questo visto è di Euro 160 circa.
• Compilare in tutte le sue parti il modulo DS156E, scaricabile in pdf compilabile dal sito https://eforms.state.gov/Forms/
ds156_e.PDF e firmarlo.
• Inviare elettronicamente la richiesta di visto, con la relativa documentazione al Consolato di Roma.
• La presentazione elettronica della domanda è l’unico metodo accettabile per fare richiesta di visto E1 Infatti tutte
devono essere inviate tramite e-mail a RomeEvisas@state.gov
• La documentazione da allegare è alquanto corposa (per motivi di tempo e spazio vi rimando al sito
dell’Ambasciata USA a Roma, sezione visti per l’elenco completo) e le aziende impiegano generalmente alcune
settimane per recuperarla, per cui è consigliabile iniziare per tempo la raccolta documentale.
• Una volta inviata la documentazione, il Consolato impiega circa due mesi per la valutazione al termine della quale
invierà una mail al o ai richiedenti con la data del colloquio.
• Il richiedente dovrà presentarsi al colloquio con una copia esatta di tutta la documentazione inviata.
Visti E2: Treaty Investor
I requisiti principali per richiedere e ottenere un visto USA di categoria E2 sono:
• che l’investimento sia sostanziale;
• che il richiedente sia cittadino Italiano (o di altro paese con cui gli Stati Uniti ha firmato un trattato internazionale per il
commercio);
• che il richiedente si trasferirà negli Stati Uniti per dirigere le operazioni della società.
La legge americana stabilisce che l’investimento deve essere sostanziale, ma non specifica una cifra minima; pertanto, le
decisioni sulle richieste di visti di categoria E-2 dipendono molto dalle circostanze specifiche del caso.
Il visto E2 è solo raramente concesso a chi presenta solamente un business plan. L’ambasciata americana di Roma che
gestisce tutte le richieste di visti E-2 in Italia, preferisce ricevere documenti che provino la consistenza dell’investimento già
effettuato. Al momento dell’intervista consolare l’azienda quindi dovrà essere operativa.
Un visto E2 può essere concesso anche per un investimento relativamente basso, se si è in grado di dimostrare che
l’attività commerciale è fattibile e non genererà solamente redditi minimi.
Per i dipendenti dell’investitore valgono i presupposti del visto E1.
La procedura è la stessa del visto E1, sebbene la documentazione richiesta sia più corposa, in quanto copre tutte le
informazioni societarie, economiche, amministrative, governance ecc di DUE aziende (ITA e USA).
Visti E2: Vetted Companies
Ci sono casi in cui la procedura di richiesta visto E2 venga semplificata.
E’ il caso in cui il richiedente faccia parte di una azienda riconosciuta dal Dipartimento di Stato USA come
«major investor», per cui entra nell’elenco delle VETTED COMPANIES.
Non si può richiedere di entrare nell’elenco, è l’Ambasciata di ogni Nazione che identifica e decide se
inserire o meno un’azienda in questo elenco, basandosi su fatturato, flussi import/export, numero dipendenti,
settore ecc. Questo elenco poi è gestito dal DoS.
L’azienda riconosciuta come vetted company ha una procedura semplificata e abbreviata rispetto ad una
non vetted.
Visti H1B: Lavoro temporaneo
Il visto H1B è un visto di lavoro che permette alle aziende americane di assumere persone con particolari competenze
o qualifiche provenienti da paesi stranieri. Il suo rilascio però è limitato a 65.000 visti all’anno (worldwide), al fine di
proteggere il mercato del lavoro, i lavoratori americani e la stabilità economica del Paese.
Il visto H1B viene rilasciato solo a dipendenti “qualificati” quali: ingegneri, avvocati, contabili, esperti informatici,
insegnanti, ricercatori scientifici, ecc.
Per ottenere tale autorizzazione, il richiedente deve soddisfare alcuni criteri:
• Possedere un’offerta di lavoro ed essere sponsorizzati da una società americana (Petitioner);
• Possedere un diploma di laurea (Bachelor) americano o equiparabile pertinente alla posizione;
• Da parte sua, l’azienda americana dovrà assumere il dipendente per lavori specializzati le cui mansioni non
possono essere eseguite da un cittadino americano. Deve inoltre essere in grado di pagare il personale qualificato
al livello della retribuzione in vigore per tale posizione negli Stati Uniti.
Visti H1B: Lavoro temporaneo
A differenza dei visti tradizionali, è l’azienda che avvia il processo per ottenere questo visto:
• Ottenere un’autorizzazione (Labor Condition Application) dal Dipartimento del Lavoro ;
• Compilare il modulo I-129 con il Servizio Immigrazione degli Stati 

Uniti;
• Trasmettere copia del/i diploma/i del/dei dipendente/i, 

eventuali autorizzazioni che consentano al dipendente di svolgere 

tale attività, copia dell’offerta di lavoro nonché prove (numerose) 

che dimostrino le particolari capacità del dipendente;
• Se la richiesta viene approvata, l’azienda riceverà il modulo I-797 “Notice of Approval” da compilare a cura del
dipendente;
• Può essere che l’USCIS risponda alla richiesta con un RFE 

(Request of Further Evidence). In questo caso l’USCIS richiede maggiori 

informazioni e i tempi si allungano dato che generalmente la richiesta 

copre numerosi documenti.
• Utilizzando i moduli I-129 e I-797, la persona deve fissare un appuntamento 

presso l’ambasciata o il consolato statunitense per un colloquio individuale 

con un rappresentante americano. Previa compilazione del modulo DS160 e 

il pagamento delle tasse consolari.
• A seguito di tale colloquio, se la domanda viene accettata, l’ambasciata 

conserverà il passaporto per alcuni giorni e lo invierà, timbrato con il visto H1B, direttamente al richiedente.
Visti H1B: Lavoro temporaneo
Gli oneri amministrativi sono più elevati rispetto ad altri tipi di visto:
• La tassa consolare è attualmente di circa 181 euro;
• L’azienda deve pagare 500 dollari (valuta americana) quando presenta la domanda ai servizi di immigrazione;
• La somma di 1410 dollari per una procedura accelerata (2 settimane anziché due-tre mesi).
I visti H1B permettevano ai familiari di richiedere un visto H2 dipendente dal visto principale (H1B. Ora però,
l’Amministrazione Trump sta bloccando questa opzione.
Il visto H1B è considerato DUAL INTENT. Ovvero, permette di richiedere una Green Card con una percentuale di
convalida superiore a quello di una domanda tradizionale.
Visti L1 (A e B): Intracompany
Il visto L1 è per dirigenti e dipendenti che hanno lavorato per almeno un anno per una società che ha una filiale, una
succursale o un ramo d’azienda negli Stati Uniti.
Il visto L1 è stato creato per consentire agli operatori di una compagnia italiana di svolgere le loro attività sul territorio
americano presso la propria filiale. Tuttavia, non tutti i dipendenti sono ammissibili.
Sono interessate le seguenti figure aziendali:
• i dirigenti e i quadri che svolgono funzioni di gestione del personale (categoria visto L1-A);
• gli impiegati altamente qualificati o specializzati (categoria visto L1-B)
• In entrambi i casi, i candidati devono dimostrare di possedere l’esperienza e le qualifiche richieste per l’esercizio
delle loro funzioni negli Stati Uniti.
Il visto L1 ha un periodo di validità variabile:
• 1 anno: se la società è appena stata costituita;
• 3 anni: se già presente sul territorio.
• Il documento è rinnovabile. Tuttavia, la durata non può superare i 3 anni per i dirigenti e i quadri e i 5 anni per i
dipendenti altamente qualificati.
Visti L1 (A e B): Intracompany
Anche per i visti L1 si necessita quindi di un Petitioner, che in questo caso è l’azienda americana (filiale di quella
italiana) che inoltri la richiesta, supportata da documenti comprovante il legame tra le aziende e la figura
professionale all’USCIS in USA.
Come per i visti H1, il dossier viene preso in carico dall’USCIS il quale impiega circa due mesi per controllare e
rispondere al Petitioner. L’USCIS può rispondere con una approvazione (modulo I-797), o con un RFE (Request for
Further Evidence), oppure negando la petition.
Anche in questo caso è possibile richiedere un Expedite Service al costo di USD 1410. Ciò richiede all’USCIS di
rispondere entro 14 giorni lavorativi.
Il beneficiario di un visto L1 deve aver lavorato per la sedi all’estero della società’ americana per almeno un anno
degli ultimi tre.
Inoltre, bisogna dimostrare che il dipendente che si vuole trasferire, è necessario per le operazioni aziendali. I
dipendenti possono ottenere un soggiorno iniziale massimo di tre anni. Il datore di lavoro deve presentare il modulo
I-129 (Petition for a Nonimmigrant Worker).
Al termine del periodo massimo concesso di 5 o 7 anni, il lavoratore deve uscire dagli Stati Uniti per un periodo
minimo di un anno, prima una di poter far nuovamente domanda per un visto L1.
Visti L1 (A e B): Intracompany
Alcune organizzazioni stabiliscono anticipatamente una relazione intraziendale, tramite il deposito di petizioni di visto L1
mediante Blanket Petitions.
L’idoneità può essere concessa se la società:
• ha ottenuto almeno 10 approvazioni di visti L1, durante il precedente periodo di 12 mesi;
• ha delle consociate o affiliate negli Stati Uniti con un fatturato annuo combinato di almeno 25,000,000 di dollari; oppure
• ha una forza lavoro negli Stati Uniti di almeno 1,000 dipendenti.
L’approvazione di una Blanket Petition non garantisce ad un dipendente la classificazione L1. Tuttavia fornisce al datore di
lavoro, la possibilità di trasferire negli Stati Uniti i dipendenti idonei, in modo rapido e con breve preavviso, senza dover
presentare una petizione al Dipartimento d’immigrazione americano (USCIS).
Ci sono due tipi di lavoratori che possono fare domanda per un visto L1:
• Manager e Dirigenti: visto L-1A
• Dipendenti specializzati dell’azienda: visto L-1B
Visti L1 (A e B): Intracompany
Manager e Dirigenti: visto L-1A
Per questa categoria è richiesta una descrizione dettagliata dei doveri connessi alla posizione da svolgere.
Ai sensi della sezione § 101(a)(44) della legge sull’immigrazione e la nazionalità (INA), il dirigente o il manager deve
possedere:
• Executive capacity, ovvero la capacità di prendere decisioni di largo spettro, senza molta supervisione da parte di altri;
• Managerial capacity, cioè l’abilità di supervisionare e controllare il lavoro dei dipendenti, di gestire l’organizzazione o un
reparto o un componente della stessa. Include anche la dote di poter gestire una funzione essenziale e ad alto livello,
senza la diretta supervisione degli altri.
Per ottenere il visto L1 -A, è necessario dimostrare di essere stati impiegati per almeno 1 anno dei 3 precedenti, in una
qualità manageriale nella sede aziendale estera (italiana).
I visti L1 sono anch’essi considerati DUAL INTENT.
Un visto L1 -A è concesso inizialmente per un periodo di tre anni prorogabili di due in due anni fino a un massimo di sette, e
crea un percorso diretto alla residenza permanente. I Managers e Direttori di aziende multinazionali possono infatti ottenere
la Green Card EB-1 senza la certificazione del dipartimento del lavoro (Labor Certification).
Visti L1 (A e B): Intracompany
Dipendenti specializzati dell’azienda: visto L-1B:
Sono considerati dipendenti specializzati le persone con “specialized knowledge” vale a dire con un livello avanzato di
conoscenza dei prodotti o servizi dell’azienda, la ricerca, la gestione o le procedure e la sua applicazione nei mercati
internazionali.
È concesso inizialmente per tre anni estendibile a un massimo di cinque, ma non crea un percorso diretto alla Green
Card. Tuttavia, è un visto che permette il doppio intento, per cui non crea problemi alla concessione o il rinnovo del visto
L1 -B.
Le domande per il visto L1 -B sono esaminate molto più scrupolosamente da USCIS ed è necessario dimostrare che il
lavoratore in questione non può essere rimpiazzato da un altro lavoratore americano o residente permanente.
Il candidato di un visto L1 può essere accompagnato dal coniuge e dai figli (non sposati e inferiori ai 21 anni di età). I
familiari possono chiedere l’ammissione attraverso un visto L-2 che sarà concesso per lo stesso periodo di soggiorno del
lavoratore. Il coniuge dell’L-1, inoltre, può richiedere un’autorizzazione di lavoro presentando l’apposito modulo I- 765
(Application for Employment Authorization).
Molti clienti mi chiedono come si svolgono i colloqui.
Rispondere a questa domanda non è facile per vari motivi che qui cerco di riassumere:
• Dipende dall’interlocutore che avremo di fronte. Data l’alta casualità e variabilità del caso, non è possibile
prevedere l’umore o le domande che verranno poste al richiedente
• Dipende anche dal richiedente, il suo comportamento durante il colloquio, ma anche prima del colloquio (se è
tranquillo, se mostra timore o altro), se è deciso nel rispondere, sicuro o molto vago e insicuro
• Tenete presente che i visa officer sono esperti nei comportamenti e movimenti del corpo ed espressioni facciali,
quindi se vedono che mentite non passerete mail il colloquio.
• E’ quindi consigliabile rispondere in modo chiaro E BREVE, senza dilungarsi troppo nei dettagli. Ogni cosa che
aggiungiamo susciterebbe altre domande.
• Dovete essere sicuri di voi stessi e soprattutto NON MENTIRE!
• Il colloquio può durare pochissimi minuti o tanto, dipende se siete chiari o titubanti
• Capita però che a volte il visa officer non comprenda appieno la motivazione del vostro viaggio o il vostro lavoro,
specialmente se tecnico, per cui a volte il visto viene negato perché, in caso di dubbio, sono obbligati a negarlo.
• Se il visto viene negato, potete ripresentarvi effettuando l’iter del DS160 e prenotazione.
• La documentazione che portate è importante ma, soprattutto per i visti B1, è molto più importante quello e come
risponderete alle domande.
I colloqui
ATTENZIONE:
PER LA LEGGE AMERICANA SULL’IMMIGRAZIONE OGNI RICHIEDENTE VISTO E’ UN
POSSIBILE IMMIGRATO ILLEGALE
ATTENZIONE:
ANCHE SE IL VISTO VIENE CONCESSO NON VI E’ GARANTITA L’ENTRATA IN USA.
L’ULTIMO PASSAGGIO E’ AL PORTO DI ENTRATA DOVE PASSERETE IL CONTROLLO DEL CBP.
SOLO IL CBP HA L’ULTIMA PAROLA NEL VOSTRO ACCESSO IN TERRITORIO AMERICANO
Ci sono vari siti web che trattano la materia dei visti, ma gli unici due che suggerisco di consultare sono il sito dell’USCIS (Immigration), ma
solo in lingua inglese, e il sito dell’Ambasciata USA in Italia.
USCIS: https://www.uscis.gov/working-us
US EMBASSY IN ITALY: https://it.usembassy.gov/it/visti/
In alcuni casi è necessario controllare i propri giorni di permanenza in USA effettuati in passato. Ciò è possibile attraverso il sito dell’I-94:
I-94 website: https://i94.cbp.dhs.gov/I94/#/home
Le norme che regolano le decisioni dei visa officer sono racchiuse nel 9 FAM (Foreign Affairs Manual), che nei capitoli 9 FAM 402.1 e
seguenti riassume le regole per concedere o meno i visti.
Knowledge base visas
Paolo Ceresa
ceresa@amcham.it
business_services@amcham.it
Michele Bandini
Responsabile Customers Internationalization
Ufficio Mercati Internazionali di Bper Banca
BPER Banca – Michele Bandini
• Il ruolo della Banca nel processo di internazionalizzazione
• Elementi di rischio nelle transazioni internazionali
Esportare oggi: che valore ha?
Alcune riflessioni di scenario sulle AZIENDE ITALIANE:
• hanno nel prodotto (finito, intermedio, semilavorato) il loro punto di forza; IL VALORE
IRRINUNCIABILE DEL «MADE IN ITALY»
• basano frequentemente la loro strategia in una dimensione «italiano-centrica»:
dall’Italia verso il «Mondo»
• la percezione del «Mondo» attraverso questo modello è sintetizzabile in alcuni termini:
momentaneo, temporaneo, passeggero…
• L’Export, fine a sé stesso, genera valore….ma circoscritto e con prospettive incerte nel
tempo
Mutamento di prospettiva e cambio strategico
I mercati esteri oggi cosa evidenziano?
• Per le imprese italiane affrontare i mercati esteri e competere a livello internazionale significa
cambiare strategia, elaborando progettualità adeguate
• Per realizzare questi processi di cambiamento è importante focalizzare la propria attenzione
su una serie di elementi strutturali, interni ed esterni all’azienda
OGGI la creazione di valore attraverso lo sviluppo dei mercati esteri non può limitarsi al solo
export; è necessario un approccio strutturato, condotto in modo scientifico e metodologico
Dimensione		
aziendale
Costi	di	accesso		
elevati	
Scarsa	conoscenza		
dei	mercati	esteri	
Gap	culturale
Creare valore - le principali sfide da affrontare:

ambiti in cui le PMI hanno maggiore necessità di
consapevolezza e di supporto
Evoluzione del modello di business per generare valore
• Definire il progetto di internazionalizzazione
• Gestire la trasformazione organizzativa interna all’azienda
Da Export Manager
a Project Manager per l’Internazionalizzazione
Evoluzione del modello di business per generare valore
Da MADE «IN» ITALY
a MADE «WITH» ITALY
Creare un modello di business per generare valore
predisporre ANALISI
Dati di mercato (valore/volume), analisi della
concorrenza, tendenze e proiezioni
Quantitativi, qualitativi, economici, temporali
realizzare ORGANIZZAZIONE
Definizione della strategia per il mercato/paese,
organizzazione ideale nel paese target e nella struttura
attuale, identificazione partner locali, adeguamento alle
regole del mercato di sbocco.
Il gruppo BPER come interlocutore qualificato del sistema
imprese per lo sviluppo dei mercati internazionali
IL MODELLO BPERESTERO
Affiancamento alle imprese sin dalla fase iniziale di definizione dei progetti di
espansione sui mercati esteri, attraverso:
1. IL PORTALE WEB DEDICATO BPERESTERO.IT
2. GLI SPECIALISTI ESTERO DI BPER Banca
3. IL NETWORK DEI CONSULENTI GLOBALI
con l’obiettivo di promuovere un approccio strutturato.
BPERESTERO.IT – www.bperestero.it
INFORMAZIONI
STRATEGIE
RISORSE
Globalizzazione e internazionalizzazione:
la consapevolezza delle dinamiche di rischio
• Sempre di più il contesto sociale contemporaneo si configura come la società della insicurezza
e dell’incertezza, dal momento che con l’aumentare della complessità dei sistemi relazionali e
con la crescita esponenziale della loro interconnessione, è inevitabile che si corrano rischi
maggiori rispetto al passato.
• Comprendere l’importanza della gestione dei rischi, disporre di una reale cultura del rischio
significa, perciò, avere consapevolezza che l’evento imprevisto oltre ai danni diretti ne provoca
anche di indiretti ancora più gravi, che si ramificano nel tempo e nello spazio.
• Si manifesta così l’importanza della coscienza del rischio: la conoscenza grazie alla quale è
possibile valutare e quantificare il rischio.
• L’attuale assetto degli scambi commerciali internazionali prevede specifiche responsabilità in
capo alle parti e agli attori commerciali SPECIE NELLE TRANSAZIONI CON SOCIETÀ, ENTI,
PERSONE, SOGGETTE A RESTRIZIONI INTERNAZIONALI.
Globalizzazione e internazionalizzazione: i perimetri del rischio
rischio contrattualistica: rischio di
incomprensione (lingua, termini di uso
commerciale..); rischio relativo alla scelta della
legge applicabile / del foro competente
rischio merce: rischio di
trasporto/ distruzione /
danneggiamento; rischio
di variazione prezzi
rischio commerciale (rischio controparte:
banca o debitore): rischio di credito (mancato
pagamento); rischio di liquidità (ritardato
pagamento); rischio di fornitura; rischio di
mancato ritiro della merce; rischio di indebita
escussione delle garanzie
Rischio di vendere beni a
soggetti pericolosi per la pace liste di
nominativi sottoposti a sanzioni
rischio politico (rischio paese): rischio
sovrano; rischio trasferibilità o convertibilità
valutaria; atti di autorità civili, militari o
giudiziarie; cause di forza maggiore (atti del
principe o cosiddetti acts of God)
Rischiodi non conoscere appieno le
restrizioni/embarghi vigenti sui prodotti e
Paesi di destinazione, i Regolamenti UE,
leggi nazionali…
Rischio di vendere beni
destinati ad uso distorto
merci dual use
Rischio finanziario:
Rischio di cambio/di
tasso
Globalizzazione e internazionalizzazione:
i soggetti coinvolti nella gestione del rischio
AUTORITÀ BANCA
TRANSAZIONI		
FINANZIARIE
VERIFICA	SOGGETTIVA
CONTROLLO		
FERMO	MERCE	
VERIFICA	SOGGETTIVA
COMPLIANCE
IMPRESA
ESAMINARE IL
RISCHIO
info paese e
controparte estera
COMPRENDERE IL
RISCHIO
capire le peculiarità
dell’operazione
MITIGARE IL RISCHIO
corretto utilizzo degli
strumenti di Trade
Finance
… conoscere i rischi per sfruttare le opportunità commerciali
Globalizzazione e internazionalizzazione: la gestione del rischio
Grazie a tutti per l’attenzione
Michele Bandini
michele.bandini@bper.it
È a disposizione con la sua rete territoriale per rispondere a
tutti i quesiti degli operatori e dar corso alle attività richieste in
linea con quanto esposto
Andrea Paparo
Direttore di Confapi Piacenza
Chi siamo?
Confapi è la confederazione italiana della piccola e media
industria privata.
Dal 1947 Confapi rappresenta e tutela le piccole e medie
industrie, la colonna portante del sistema produttivo del
nostro Paese.
I numeri
CONSORZIO
Together upwards
Il Consorzio per l’internazionalizzazione Emilian Way si pone come obiettivo avvicinare le aziende emiliano
romagnole al mercato statunitense, creando un network di imprese, partendo da quelle agroalimentari, del
territorio.
L’intento principale è pertanto quello di concentrarsi su un unico mercato, facendo rete, aggregando risorse e
know how allo scopo di stabilire, gestire e sviluppare una presenza stabile e continuativa negli Stati Uniti, nonché
per promuovere prodotti delle aziende emiliano romagnole e avere contatti e informazioni sul mercato.
L’idea di creare un Consorzio con minimo comune denominatore il territorio emiliano nasce dalle seguenti
valutazioni:
• costituire un nucleo di aziende con prossimità territoriale
• utilizzare la provenienza da una regione che ha eccellenze e brand importanti sia nel settore food, ma non
solo, comunicando qualità, affidabilità, knowhow
• trasmettere il valore del territorio e delle sue origini, le storie e le esperienze.
Export 4.0
Per avere successo negli USA bisogna essere presenti, si tratta di un mercato con tante opportunità
ma anche complessità che è impossibile accedervi senza continuità e governando direttamente il
processo di ingresso e radicamento.
Il Consorzio Emilian Way vuole supportare anche quelle aziende che già vendono negli USA, ma che
vogliono incrementare il loro business ed anche quelle aziende che hanno il prodotto ma non le
caratteristiche economiche finanziarie ed organizzative per farlo e creare un’organizzazione stabile e
permanente. L’aggregazione di imprese permette di scegliere, controllare, coordinare e correggere le
attività degli operatori specializzati per ogni attività negli USA.
Aggiorna, inoltre, costantemente in modo sistematico su informazioni di mercato e trend, sviluppa il
proprio marchio, acquisendo visibilità sul luogo tramite azioni di marketing verso buyer, broker,
distributori.
L’obiettivo è quello di avere uno staff, di specialisti americani con esperienza, che lavora per le aziende
negli USA 365 giorni all’anno.
Made in Italy: non è più sufficiente
• Programmazione
• Presenza ed affidabilità
• Tempi lunghi
• Mentalità diverse
• Patti chiari
• Investimenti necessari
• Strada lunga ma poi inizia la discesa
Mauro Bandelli
Partner Gen USA
Gli errori più comuni
✓ Pensare di esportare un prodotto/servizio senza internazionalizzare l’azienda
✓ Avviare le attività senza una preparazione meticolosa, con un piano ad almeno tre anni
✓ Comportarsi negli USA come nel proprio paese
✓ Gestire le attività commerciali dal proprio paese
✓ Non operare nel pieno rispetto della legalità (es: visti)
✓ Presupporre che costituire e gestire una filiale negli stati uniti comporti costi elevati
✓ Pensare di poter fruire della propria affidabilità creditizia maturata nel proprio paese
✓ Trascurare le attività di post vendita e il customer service
✓ Non rispondere adeguatamente alle 4 domande fondamentali che un buyer
americano rivolge ad un potenziale fornitore Europeo
✓ Credere che la propria competitività possa basarsi solo sul livello tecnico/qualitativo del
prodotto
✓ Aspettarsi di avere un ROI positivo già dal primo anno di attività
1
✓ Analisi di mercato
✓ Piani di fattibilità
✓ Ricerca di finanziamenti
agevolati sia in Italia che
negli USA
✓ Supporto per il rilascio di
visti e certificazioni
✓ Consulenza legale e
fiscale
✓ Sales office outsourcing
✓ Mappatura, profilazione
e ingaggio di partner/
agenti/ distributori
✓ Supporto nella vendita
su piattaforme online
✓ Costituzione soggetto
giuridico
✓ Hosting filiale:
o Disponibilità uffici e
personale dedicato
o Amministrazione e
customer service
o Gestione ordini e logistica
✓ Head hunting
✓ Ricerca magazzini
I servizi Gen USA
conoscere	il	contesto	
competitivo
avviare	le	vendite	sul	
territorio	e/o	implementare	
la	rete	commerciale
garantire	una	presenza	
stabile	e	continuativa	
dell’azienda	negli	USA
acquisire	una	realtà	locale	
oppure	realizzare	in	
impianto	ex	novo
✓ Scouting
✓ Due diligence
✓ Integrazione
✓ Project
management
Advisory Bus Development Management M&A o Greenfield
Alcuni dei nostri clienti
Grazie per l’attenzione!
Per partecipare ai prossimi Webinar organizzati da Gen USA visita
il nostro sito www.gen-usa.com alla pagina News&Eventi
Contatti
contatti@gen-usa.com
USA
601 Brickell Key Dr
Miami, 33131 FL
+1 786 288-0209
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20123 Milano
+39 02 36587412
SVILUPPO MERCATO USA
A cura di In collaborazione con:

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  • 1. SVILUPPO MERCATO USA A cura di In collaborazione con:
  • 2. Mauro Bandelli – Partner di Gen USA • Approccio e modalità di presenza sul mercato • Gli errori più comuni nello sviluppo del mercato USA   Paolo Ceresa – Business Advisor di AmCham (American Chamber of Commerce in Italy) • Visti di lavoro sia per brevi periodi che per il trasferimento stabile di personale negli Stati Uniti • Incentivi federali e statali per le imprese   Michele Bandini – Ufficio Mercati Internazionali Responsabile Customers Internationalization di Bper Banca • Elementi di rischio nelle transazioni internazionali • Il ruolo della Banca nel processo di internazionalizzazione   Andrea Paparo – Direttore di Confapi Piacenza • Testimonianza di esperienze dirette di approccio al mercato USA • Modalità di approccio al mercato per Consorzi di aziende Relatori
  • 4. Expand your company Gen USA è una società americana che supporta le imprese italiane, passo dopo passo, nei processi di esportazione e internazionalizzazione verso gli Stati Uniti
  • 5. Perché Gen USA? Easy Access Riduce i tempi e gli investimenti iniziali per l’accesso al mercato statunitense Focus sul mercato USA È una guida per gli imprenditori in un’arena competitiva molto complessa, che limita le incognite e rischi One stop source È efficace in ogni fase di sviluppo del business, dalla definizione delle strategie d’ingresso alla gestione delle attività a regime negli Stati Uniti Piattaforma operativa Fornisce alle aziende tutti i servizi necessari per avere una presenza stabile su territorio USA
  • 6. ✓Team di professionisti con cultura imprenditoriale ed esperienza nel business internazionale ✓Esperienza pluriennale sia nella gestione di start up che nel monitoraggio di attività a regime ✓Conoscenza trasversale e multisettoriale ✓Presenza di sedi sia in Italia che negli USA: semplifica i processi decisionali Chi siamo
  • 7. Gen USA: un elemento distintivo La sharing economy applicata al processo di internazionalizzazione: Gen USA propone l’hosting delle filiali delle aziende clienti negli Stati Uniti ✓ Semplificazione: le aziende ricevono un pacchetto di servizi «chiavi in mano» per la gestione quotidiana delle attività su territorio USA ✓ Investimenti ridotti in relazione alle reali attività sul territorio: si abbassano così le barriere all’entrata per accedere al mercato ✓ Presenza stabile e continuativa delle aziende nel mercato USA, che garantisce credibilità e affidabilità ai clienti locali Quali sono i vantaggi per le aziende?
  • 8. L’economia statunitense: 325 milioni di abitanti con PIL pro-capite intorno ai $56.000 È il Mercato di Riferimento per ogni impresa che si rivolga al di fuori dei propri confini nazionali Possibilità di fare pianificazioni a lungo termine (5-10 anni) Investire negli USA è ancora conveniente ma vendere a livelli competitivi è ancora possibile Rischi geo-politici e sociali nulli Conviene produrre in alcuni casi PIL USA in ottima salute – oltre 2,1% di crescita del PIL nell’ultimo trimestre - ma le notizie più confortanti provengono dalle stime di crescita molto positive fino al 2024 Il dollaro USA è volutamente indebolito rispetto alle altre divise internazionali per favorire il mercato interno e ridurre le importazioni Il sistema politico USA è stabile, attento allo start up di nuove imprese e allo sviluppo di quelle esistenti: ogni stato adotta un programma di incentivazioni Il costo dell’energia è basso, e grazie ad innovazioni tecnologiche nel settore petrolifero che faranno diventare gli Stati Uniti totalmente indipendenti da altri paesi dal punto di vista energetico entro il 2020 Perché gli Stati Uniti
  • 9. La burocrazia americana ha regole chiare e semplici, è trasparente, non ostacola lo sviluppo ma é al servizio delle aziende, fornisce risposte rapide per autorizzazioni e delibere Il mercato del lavoro è estremamente flessibile, orientato alla meritocrazia e allo sviluppo del business, la tassazione sul lavoro è estremamente ridotta La risoluzione dei contenziosi tra aziende è rapida, corruzioni e concussioni sono praticamente assenti Una moneta unica, per un paese grande quanto un intero continente, semplifica gli scambi e le contrattazioni Una lingua unica, semplice e conosciuta, semplifica relazioni e trattative tra manager e imprenditori • La vita professionale (quotidiana) è molto più semplice • gli Italiani non sono abituati, se ne meravigliano e hanno bisogno di un periodo di adattamento Gli USA oggi… e domani
  • 10. Doing Business negli Stati Uniti «Fare business» negli Stati Uniti è molto più semplice che in molti paesi europei *Fonte: Banca Mondiale Rank 2020 Rank 2019 Italia 58 52 Germania 22 24 Francia 32 32 Spagna 30 30 Svizzera 36 38 UK 8 9
  • 11. Approccio al mercato USA 11 1. Analisi 2. Definizione strategie, obiettivi e action plan 3. Implementazione attività 4. Valutazione risultati 5. Fine tuning / ri- settaggio strategie ✓ Identificazione del target di mercato ✓ Geomarketing ✓ Knowledge contest legale tecnico e normativo ✓ Analisi del prodotto ✓ Business plan per valutare impatto economico finanziario ✓ Identificazione strategia di approccio “semplice e concreta” ✓ Definzione obbiettivi misurabili nei primi 3 anni ✓ Elenco attivita da implementare nei primi 3 anni ✓ Definizione dei canali commerciali e promozionali ✓ Costituzione sogg. giuridico ✓ Richiesta visti ✓ Ricerca warehouse ✓ Recuiting ✓ Set up contrattualistica ✓ Scouting rete commerciale e partner locali ✓ Attività promozionali ✓ Set up piattaforme online ✓ Verifica tempi di implementazione ✓ Verifica scostamenti da business plan per costi e fatturato ✓ Verifica target
  • 12. ✓ Visite a clienti/ distributori ✓ Presenza in fiere di settore ✓ Rappresentanza tramite agenti o distributori Come essere presenti negli USA ✓ Sede secondaria (Branch Office) ✓ Ufficio di rappresentanza ✓ Prodotti in consignment stock o presso magazzini di terzi ✓ Filiale (subsidiary): o Inc/Corp o llc o Personale locale o Magazzino o Customer service o Online ✓ Joint Venture ✓ Acquisizione o impianto greenfield ✓ Micro-aziende o per valutazioni pre- investimento ✓ Modello valido fino a 30 anni fa, oggi chimera ✓ Modello valido solo per brand già affermati o prodotti “unici” sul mercato ✓ Modello “poco” conveniente ✓ Apparentemente garantisce semplicità ✓ Accordo con produttori locali per distribuzione prodotto ✓ Partnership societaria e/o commeciale ✓ Modello (non solo) per Grandi ✓ Garantisce risultati a medio lungo termine ✓ Valutazione incentivi locali ✓ Impatto fiscale positivo vs fisco italiano ✓ Modello PMI ✓ Livello “base” per avere risultati tangibili ✓ Richiede investimenti fissi anche se minimi ✓ Presenza stabile e continuativa ✓ Credibilità e affidabilità Livello di coinvolgimento aziendale
  • 14. ✓ American Chamber of Commerce in Italy (AmCham) è un’organizzazione privata senza scopo di lucro fondata il 12 aprile 1915 a Milano ✓ È affiliata alla Chamber of Commerce di Washington D.C., la Confindustria statunitense, della quale fanno parte oltre tre milioni di imprese ed è una delle 117 AmChams presenti in 103 paesi al mondo ✓ L’Ambasciatore degli Stati Uniti d’America in Italia Lewis M. Eisenberg e l’Ambasciatore d’Italia negli Stati Uniti Armando Varricchio sono eletti Presidenti Onorari della Camera e restano in carica per tutta la durata del loro incarico diplomatico ✓ È uno dei soci fondatori del European Council of American Chambers of Commerce a Bruxelles, l’organismo che tutela il libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti Chi siamo
  • 15. Networking Business Services Advocacy Condividendo esperienze e conoscendo nuovi partner: i contatti alimentano il business e sono la chiave per il successo Facendo da intermediario tra le società e le istituzioni per assicurarsi che le tematiche affrontate vengano sottoposte ai decision maker più appropriati: salvaguardare i propri interessi è più semplice quando si hanno degli alleati Supportando la crescita del business attraverso l’espansione delle relazioni commerciali oltreoceano Cosa facciamo
  • 17. Miliardi $ +119,2% tra 2003 e 2018 per export US Tra 2014 e 2018 aumento dell’export su entrambi i versanti commerciali (+30,0% ITA vs USA; +36,3% USA vs ITA) Fonte: Centro Studi AmCham su dati U.S. Census Bureau +115,3% tra 2003 e 2018 per export Italia 0,0 15,0 30,0 45,0 60,0 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 23,2 18,4 16,816,217,016,516,116,0 14,2 12,3 15,5 14,1 12,5 11,510,710,6 54,7 49,9 45,2 44,0 42,1 38,7 36,9 34,0 28,5 26,4 36,1 35,0 32,7 31,0 28,1 25,4 Export ITA Export USA Interscambio commerciale ITA-USA
  • 18. Miliardi $ +350,1% tra 2003 e 2018 per FDI Italia vs US Tra 2014 e 2018 aumento degli FDI USA (+27,6%) e aumento FDI Italia (+33,0%) Fonte: Centro Studi AmCham su dati Bureau of Economic Analysis +66,6% tra 2003 e 2018 per FDI US vs Italia 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 31,3 29,3 29,9 27,7 23,5 24,9 22,2 21,1 20,1 18,6 19,5 13,8 9,3 7,7 6,96,9 38,5 30,730,930,9 30,2 25,8 27,326,927,1 29,9 27,7 28,2 25,4 24,5 25,2 23,1 US FDI to Italy Italian FDI to US FDI ITA-USA (Stock)
  • 19. Economic Development Organizations ✓ Ogni Stato USA ha una o più EDOs responsabile dell’attrazione degli FDI sul territorio locale ✓ Gli Stati competono gli uni con gli altri per attrarre gli investimenti, mettendo sul tavolo incentivi (perlopiù legati ai posti di lavoro creati), assistenza logistica e site selection ✓ Valutazione case-by-case dei progetti d’investimento ✓ Le principali tipologie di incentivo sono: • Tax credit (credito d’imposta) per incoraggiare i progetti di ricerca, assunzione dipendenti, investimenti in aree economicamente depresse, ecc. • Grant & Loan (concessioni e finanziamenti agevolati) • Tax exemption (esenzioni fiscali) sull’assunzione di dipendenti, macchinari produttivi, investimenti R&D, utilities, ecc.
  • 21. I VISTI Per coloro che desiderano entrare negli USA per un periodo di tempo superiore a 3 mesi e non devono trasferirsi in modo permanente (Immigrant Visa), ecco le principali tipologie di visto: B1/B2 – Business Vacation E1/E2 – Treaty Trader/ Treaty Investor Sono visti per affari e turismo. Il B1 è dedicato a chi viaggia per affari (conferenze, visite a clienti, ecc.), il B2 a chi viaggia per turismo. Questi visti valgono per una permanenza non superiore ai 6 mesi. E1 permette di entrare negli USA solo «per esercitare un commercio considerevole», i possessori di visto E2 «esclusivamente per sviluppare e dirigere le attività di un’impresa» in cui si è investito. I potenziali investitori possono cercare opportunità viaggiando con visto B1 o con ESTA ma senza poter sviluppare e dirigere l’azienda. Validità pluriennale, con possibilità di rinnovo. Questi visti prevedono il trasferimento temporaneo di lavoratori da un’azienda italiana a un’azienda americana, sia essa filiale o meno dell’azienda italiana: H1 – lavoratori altamente specializzati;; L – per persona trasferita all’interno della stessa compagnia con mansioni manageriali, direttive o altamente specializzate. Validità generale di 3 anni, rinnovabili per 2 se approvati da Immigration Office. H1/L – Temporary Work
  • 22. Visti B1: business Sono visti per coloro che desiderano entrare negli USA per condurre affari (ricerca clienti, meetings ecc) per un periodo superiore ai tre mesi continuativi, o per tecnici installatori di materiali e apparecchiature vendute dall’Italia anche per brevi periodi di tempo. B1 visa: business Il visto B1 consente ai richiedenti di entrare in USA con queste finalità: ▪ Partecipazione a fiere, trade shows, business conventions e conferenze; ▪ Negoziazione e stipula di contratti professionali e commerciali; ▪ Ricerca di nuovi business partners e nuove opportunità commerciali; ▪ Partecipazione a meetings con dipendenti, associati, avvocati, commercialisti ed altri consulenti in relazione ad un business già esistente negli Stati Uniti; ▪ Partecipazione ad un programma di training professionale di breve durata E’ fondamentale capire che il visto B1 non consente di essere assunti negli Stati Uniti, né di ricevere stipendi da datori di lavoro americani. Ai fini dell’ottenimento del visto B1 è necessario dimostrare che: • il soggiorno negli Stati Uniti ha una finalità di business legittima • si hanno fondi sufficienti a coprire le spese di viaggio e soggiorno • si hanno legami con il paese di provenienza tali da far presumere che alla fine del soggiorno si farà rientro a casa
  • 23. Visti B1: business In merito ai punti: • si hanno fondi sufficienti a coprire le spese di viaggio e soggiorno • si hanno legami con il paese di provenienza tali da far presumere che alla fine del soggiorno si farà rientro a casa E’ importante che ogni richiedente prepari una documentazione esaustiva con lo scopo di provare, senza ombra di dubbio, che ha FORTI legami con l’Italia e quindi non sarà un potenziale immigrante, e quindi avrà abbastanza fondi per pagare spese di viaggio e alloggio in USA durante il soggiorno. Quali sono considerati i forti legami? • Famiglia (quindi moglie e figli – soprattutto figli, genitori ecc) • Lavoro stabile (quindi contratto di lavoro, ultime buste paga) • Casa di proprietà o affitto (quindi atto di acquisto e/o contratto di affitto) • Altro: Auto, casa vacanze, conto corrente bancario cointestato con moglie, scuola dei figli … A tal fine la documentazione utile da presentare in Consolato al momento dell’intervista può essere costituita da lettere di invito o di incarico professionale, certificato di stato di famiglia, estratti conto corrente bancario, visure catastali o contratti di locazione relativi agli immobili di residenza, buste paga italiane, ultima dichiarazione dei redditi ecc., ovvero tutti quei documenti necessari a provare che i requisiti sopra menzionati sono soddisfatti. Il visto B1 ha una durata complessiva di 10 anni, ma l’effettivo periodo di soggiorno viene stabilito ad ogni singola entrata negli Stati Uniti. I familiari del titolare del visto B-1 non possono entrare negli USA con lo stesso visto del titolare.
  • 24. Visti B1: business La procedura di richiesta visto comporta i seguenti passaggi: • Collegarsi online al sito del Department of State per le richieste visti 
 non-immigrante: https://ceac.state.gov/GenNIV/Default.aspx • Una volta terminata la procedura (circa 1h di tempo) e ricevuta la 
 Confirmation Page, questa dovrà essere portata al colloquio in Consolato. • Collegarsi al sito: https://ais.usvisa-info.com/it-it/niv per pagare 
 le tasse consolari (per il visto B1 attualmente sono Euro 152) 
 e programmare la data e orario del colloquio. • ATTENZIONE: Il pagamento della tassa consolare (una tassa 
 per ogni singolo visto) può essere pagata con Bonifico o con Carta di Debito o Prepagata. NO Carta di Credito! Se pagate con Bonifico la possibilità di prenotare il colloquio vi sarà concessa dopo avvenuto ricevimento dei fondi trasmessi, circa dopo 4 giorni. • ATTENZIONE: Potete prenotare il colloquio ad ogni Consolato in Italia, non necessariamente quello più vicino a voi. A parte per una categoria di visto, l’E1/E2 che deve essere prenotato solo a Roma.
  • 25. Visti B1: Industrial worker Il visto B1 Industrial worker è specifico ed unicamente per quei lavoratori che si devono recare in USA, anche per breve tempo, per effettuare installazione o manutenzione di macchinari industriali presso la fabbrica del cliente. La procedura per la richiesta di questo visto è uguale al visto B1 business, ma cambia in modo sostanziale nella documentazione che si dovrà presentare al Consolato durante il colloquio. Infatti il visto B1 Industrial worker, per essere rilasciato, richiede della seguente documentazione aggiuntiva: • Contratto di acquisto (Purchase Order) firmato dalle parti, la parte venditrice deve essere l’azienda che trasferisce i tecnici e la parte acquirente deve essere statunitense, nel quale, oltre ai materiali e prodotti, vi sia espressamente menzionata l’installazione da parte di tecnici della azienda venditrice e NON fatturati a parte. Ovvero deve essere una attività NON remunerata. L’eventuale costo può essere integrato nel prezzo di vendita del prodotto. • I tecnici devono essere dipendenti della venditrice, se a contratto bisognerà produrre il contratto di consulenza/ progetto, le remunerazioni stabilite. In questo caso è meglio che il contratto sia antecedente la data del Purchase Order e il tecnico dovrà portare con sé un suo curriculum che stabilisca la sua esperienza nello specifico lavoro che andrà a svolgere in USA. • Il visto B1 Industrial worker può essere rilasciato con validità da 1 anno a 10 anni. Generalmente però, gli ultimi visti rilasciati hanno tutti validità 1 anno. • Ci sono casi in cui il visto viene rilasciato con annotazione B1 in lieu of H1. Questo è un caso raro e complesso che può essere discusso a parte.
  • 26. Visti E1: Treaty Trader Anche il visto E1 è di categoria “non-immigrante” e si rivolge agli importatori/esportatori di un Paese con cui gli Stati Uniti mantengono un Trattato di commercio e navigazione. L’Italia è uno di questi Paesi, in totale sono circa 78. Con un visto E1, si può essere ammessi negli Stati Uniti unicamente per dedicarsi al commercio internazionale (Import/ Export), per conto proprio. Il Dipartimento d’Immigrazione americano definisce “commercio” come la compravendita internazionale di merci, che produca un volume d’affari consistente tra gli Stati Uniti e un paese del trattato. In generale, il commercio comporta un flusso costante di unità commerciali, attraverso numerose operazioni nel corso del tempo. Voci di commercio includono, ma non sono limitate a: • Merci; • Servizi bancari internazionali; • Servizi assicurativi internazionali; • Servizi di trasporto internazionali; • Servizi di turismo; • Articoli tecnologici.
  • 27. Visti E1: Treaty Trader Per ottenere un visto E1, il richiedente deve soddisfare determinati requisiti specifici: • Essere cittadino di un paese con il quale gli Stati Uniti mantengono un Trattato di commercio e navigazione; • Il commercio internazionale deve essere sostanziale, ovvero deve esserci un flusso continuo, che coinvolge numerose operazioni nel corso del tempo. Non vi è alcun requisito minimo per quanto riguarda il valore monetario o il volume di ogni transazione. Viene comunque dato maggior peso a quanto numerosi siano gli scambi di maggior valore; • Si deve esercitare un commercio principale tra gli Stati Uniti e il paese di provenienza del commerciante, ovvero oltre il 50% del volume totale del commercio internazionale. • La legge americana non richiede un volume di scambi minimo. Anche i dipendenti dell’investitore principale possono richiedere il visto E1, sempre e quando abbiano i seguenti requisiti: • Possedere la stessa nazionalità del datore di lavoro; • Essere impegnati in mansioni di dirigente o di controllo, oppure essere in possesso di qualifiche particolari, definite dalla USCIS come competenze specialistiche che rendono il dipendente essenziale per il funzionamento del commercio e che altri non hanno. • Il periodo massimo iniziale di soggiorno concesso è di 5 anni (2 anni per i cambi e le estensioni di status negli Stati Uniti). Possono essere concessi periodi di proroga di fino a due anni ciascuno. Non ci sono limiti al numero di rinnovi che il possessore di un visto E-1 può ottenere, sempre che la società sia attiva e il volume d’affari rimanga consistente.
  • 28. Visti E1: Treaty Trader La procedura di richiesta visto E1: • Compilare il modulo online DS160 (come abbiamo visto per i visti B1) • Pagare la tassa consolare (come abbiamo visto per i visti B1), per questo visto è di Euro 160 circa. • Compilare in tutte le sue parti il modulo DS156E, scaricabile in pdf compilabile dal sito https://eforms.state.gov/Forms/ ds156_e.PDF e firmarlo. • Inviare elettronicamente la richiesta di visto, con la relativa documentazione al Consolato di Roma. • La presentazione elettronica della domanda è l’unico metodo accettabile per fare richiesta di visto E1 Infatti tutte devono essere inviate tramite e-mail a RomeEvisas@state.gov • La documentazione da allegare è alquanto corposa (per motivi di tempo e spazio vi rimando al sito dell’Ambasciata USA a Roma, sezione visti per l’elenco completo) e le aziende impiegano generalmente alcune settimane per recuperarla, per cui è consigliabile iniziare per tempo la raccolta documentale. • Una volta inviata la documentazione, il Consolato impiega circa due mesi per la valutazione al termine della quale invierà una mail al o ai richiedenti con la data del colloquio. • Il richiedente dovrà presentarsi al colloquio con una copia esatta di tutta la documentazione inviata.
  • 29. Visti E2: Treaty Investor I requisiti principali per richiedere e ottenere un visto USA di categoria E2 sono: • che l’investimento sia sostanziale; • che il richiedente sia cittadino Italiano (o di altro paese con cui gli Stati Uniti ha firmato un trattato internazionale per il commercio); • che il richiedente si trasferirà negli Stati Uniti per dirigere le operazioni della società. La legge americana stabilisce che l’investimento deve essere sostanziale, ma non specifica una cifra minima; pertanto, le decisioni sulle richieste di visti di categoria E-2 dipendono molto dalle circostanze specifiche del caso. Il visto E2 è solo raramente concesso a chi presenta solamente un business plan. L’ambasciata americana di Roma che gestisce tutte le richieste di visti E-2 in Italia, preferisce ricevere documenti che provino la consistenza dell’investimento già effettuato. Al momento dell’intervista consolare l’azienda quindi dovrà essere operativa. Un visto E2 può essere concesso anche per un investimento relativamente basso, se si è in grado di dimostrare che l’attività commerciale è fattibile e non genererà solamente redditi minimi. Per i dipendenti dell’investitore valgono i presupposti del visto E1. La procedura è la stessa del visto E1, sebbene la documentazione richiesta sia più corposa, in quanto copre tutte le informazioni societarie, economiche, amministrative, governance ecc di DUE aziende (ITA e USA).
  • 30. Visti E2: Vetted Companies Ci sono casi in cui la procedura di richiesta visto E2 venga semplificata. E’ il caso in cui il richiedente faccia parte di una azienda riconosciuta dal Dipartimento di Stato USA come «major investor», per cui entra nell’elenco delle VETTED COMPANIES. Non si può richiedere di entrare nell’elenco, è l’Ambasciata di ogni Nazione che identifica e decide se inserire o meno un’azienda in questo elenco, basandosi su fatturato, flussi import/export, numero dipendenti, settore ecc. Questo elenco poi è gestito dal DoS. L’azienda riconosciuta come vetted company ha una procedura semplificata e abbreviata rispetto ad una non vetted.
  • 31. Visti H1B: Lavoro temporaneo Il visto H1B è un visto di lavoro che permette alle aziende americane di assumere persone con particolari competenze o qualifiche provenienti da paesi stranieri. Il suo rilascio però è limitato a 65.000 visti all’anno (worldwide), al fine di proteggere il mercato del lavoro, i lavoratori americani e la stabilità economica del Paese. Il visto H1B viene rilasciato solo a dipendenti “qualificati” quali: ingegneri, avvocati, contabili, esperti informatici, insegnanti, ricercatori scientifici, ecc. Per ottenere tale autorizzazione, il richiedente deve soddisfare alcuni criteri: • Possedere un’offerta di lavoro ed essere sponsorizzati da una società americana (Petitioner); • Possedere un diploma di laurea (Bachelor) americano o equiparabile pertinente alla posizione; • Da parte sua, l’azienda americana dovrà assumere il dipendente per lavori specializzati le cui mansioni non possono essere eseguite da un cittadino americano. Deve inoltre essere in grado di pagare il personale qualificato al livello della retribuzione in vigore per tale posizione negli Stati Uniti.
  • 32. Visti H1B: Lavoro temporaneo A differenza dei visti tradizionali, è l’azienda che avvia il processo per ottenere questo visto: • Ottenere un’autorizzazione (Labor Condition Application) dal Dipartimento del Lavoro ; • Compilare il modulo I-129 con il Servizio Immigrazione degli Stati 
 Uniti; • Trasmettere copia del/i diploma/i del/dei dipendente/i, 
 eventuali autorizzazioni che consentano al dipendente di svolgere 
 tale attività, copia dell’offerta di lavoro nonché prove (numerose) 
 che dimostrino le particolari capacità del dipendente; • Se la richiesta viene approvata, l’azienda riceverà il modulo I-797 “Notice of Approval” da compilare a cura del dipendente; • Può essere che l’USCIS risponda alla richiesta con un RFE 
 (Request of Further Evidence). In questo caso l’USCIS richiede maggiori 
 informazioni e i tempi si allungano dato che generalmente la richiesta 
 copre numerosi documenti. • Utilizzando i moduli I-129 e I-797, la persona deve fissare un appuntamento 
 presso l’ambasciata o il consolato statunitense per un colloquio individuale 
 con un rappresentante americano. Previa compilazione del modulo DS160 e 
 il pagamento delle tasse consolari. • A seguito di tale colloquio, se la domanda viene accettata, l’ambasciata 
 conserverà il passaporto per alcuni giorni e lo invierà, timbrato con il visto H1B, direttamente al richiedente.
  • 33. Visti H1B: Lavoro temporaneo Gli oneri amministrativi sono più elevati rispetto ad altri tipi di visto: • La tassa consolare è attualmente di circa 181 euro; • L’azienda deve pagare 500 dollari (valuta americana) quando presenta la domanda ai servizi di immigrazione; • La somma di 1410 dollari per una procedura accelerata (2 settimane anziché due-tre mesi). I visti H1B permettevano ai familiari di richiedere un visto H2 dipendente dal visto principale (H1B. Ora però, l’Amministrazione Trump sta bloccando questa opzione. Il visto H1B è considerato DUAL INTENT. Ovvero, permette di richiedere una Green Card con una percentuale di convalida superiore a quello di una domanda tradizionale.
  • 34. Visti L1 (A e B): Intracompany Il visto L1 è per dirigenti e dipendenti che hanno lavorato per almeno un anno per una società che ha una filiale, una succursale o un ramo d’azienda negli Stati Uniti. Il visto L1 è stato creato per consentire agli operatori di una compagnia italiana di svolgere le loro attività sul territorio americano presso la propria filiale. Tuttavia, non tutti i dipendenti sono ammissibili. Sono interessate le seguenti figure aziendali: • i dirigenti e i quadri che svolgono funzioni di gestione del personale (categoria visto L1-A); • gli impiegati altamente qualificati o specializzati (categoria visto L1-B) • In entrambi i casi, i candidati devono dimostrare di possedere l’esperienza e le qualifiche richieste per l’esercizio delle loro funzioni negli Stati Uniti. Il visto L1 ha un periodo di validità variabile: • 1 anno: se la società è appena stata costituita; • 3 anni: se già presente sul territorio. • Il documento è rinnovabile. Tuttavia, la durata non può superare i 3 anni per i dirigenti e i quadri e i 5 anni per i dipendenti altamente qualificati.
  • 35. Visti L1 (A e B): Intracompany Anche per i visti L1 si necessita quindi di un Petitioner, che in questo caso è l’azienda americana (filiale di quella italiana) che inoltri la richiesta, supportata da documenti comprovante il legame tra le aziende e la figura professionale all’USCIS in USA. Come per i visti H1, il dossier viene preso in carico dall’USCIS il quale impiega circa due mesi per controllare e rispondere al Petitioner. L’USCIS può rispondere con una approvazione (modulo I-797), o con un RFE (Request for Further Evidence), oppure negando la petition. Anche in questo caso è possibile richiedere un Expedite Service al costo di USD 1410. Ciò richiede all’USCIS di rispondere entro 14 giorni lavorativi. Il beneficiario di un visto L1 deve aver lavorato per la sedi all’estero della società’ americana per almeno un anno degli ultimi tre. Inoltre, bisogna dimostrare che il dipendente che si vuole trasferire, è necessario per le operazioni aziendali. I dipendenti possono ottenere un soggiorno iniziale massimo di tre anni. Il datore di lavoro deve presentare il modulo I-129 (Petition for a Nonimmigrant Worker). Al termine del periodo massimo concesso di 5 o 7 anni, il lavoratore deve uscire dagli Stati Uniti per un periodo minimo di un anno, prima una di poter far nuovamente domanda per un visto L1.
  • 36. Visti L1 (A e B): Intracompany Alcune organizzazioni stabiliscono anticipatamente una relazione intraziendale, tramite il deposito di petizioni di visto L1 mediante Blanket Petitions. L’idoneità può essere concessa se la società: • ha ottenuto almeno 10 approvazioni di visti L1, durante il precedente periodo di 12 mesi; • ha delle consociate o affiliate negli Stati Uniti con un fatturato annuo combinato di almeno 25,000,000 di dollari; oppure • ha una forza lavoro negli Stati Uniti di almeno 1,000 dipendenti. L’approvazione di una Blanket Petition non garantisce ad un dipendente la classificazione L1. Tuttavia fornisce al datore di lavoro, la possibilità di trasferire negli Stati Uniti i dipendenti idonei, in modo rapido e con breve preavviso, senza dover presentare una petizione al Dipartimento d’immigrazione americano (USCIS). Ci sono due tipi di lavoratori che possono fare domanda per un visto L1: • Manager e Dirigenti: visto L-1A • Dipendenti specializzati dell’azienda: visto L-1B
  • 37. Visti L1 (A e B): Intracompany Manager e Dirigenti: visto L-1A Per questa categoria è richiesta una descrizione dettagliata dei doveri connessi alla posizione da svolgere. Ai sensi della sezione § 101(a)(44) della legge sull’immigrazione e la nazionalità (INA), il dirigente o il manager deve possedere: • Executive capacity, ovvero la capacità di prendere decisioni di largo spettro, senza molta supervisione da parte di altri; • Managerial capacity, cioè l’abilità di supervisionare e controllare il lavoro dei dipendenti, di gestire l’organizzazione o un reparto o un componente della stessa. Include anche la dote di poter gestire una funzione essenziale e ad alto livello, senza la diretta supervisione degli altri. Per ottenere il visto L1 -A, è necessario dimostrare di essere stati impiegati per almeno 1 anno dei 3 precedenti, in una qualità manageriale nella sede aziendale estera (italiana). I visti L1 sono anch’essi considerati DUAL INTENT. Un visto L1 -A è concesso inizialmente per un periodo di tre anni prorogabili di due in due anni fino a un massimo di sette, e crea un percorso diretto alla residenza permanente. I Managers e Direttori di aziende multinazionali possono infatti ottenere la Green Card EB-1 senza la certificazione del dipartimento del lavoro (Labor Certification).
  • 38. Visti L1 (A e B): Intracompany Dipendenti specializzati dell’azienda: visto L-1B: Sono considerati dipendenti specializzati le persone con “specialized knowledge” vale a dire con un livello avanzato di conoscenza dei prodotti o servizi dell’azienda, la ricerca, la gestione o le procedure e la sua applicazione nei mercati internazionali. È concesso inizialmente per tre anni estendibile a un massimo di cinque, ma non crea un percorso diretto alla Green Card. Tuttavia, è un visto che permette il doppio intento, per cui non crea problemi alla concessione o il rinnovo del visto L1 -B. Le domande per il visto L1 -B sono esaminate molto più scrupolosamente da USCIS ed è necessario dimostrare che il lavoratore in questione non può essere rimpiazzato da un altro lavoratore americano o residente permanente. Il candidato di un visto L1 può essere accompagnato dal coniuge e dai figli (non sposati e inferiori ai 21 anni di età). I familiari possono chiedere l’ammissione attraverso un visto L-2 che sarà concesso per lo stesso periodo di soggiorno del lavoratore. Il coniuge dell’L-1, inoltre, può richiedere un’autorizzazione di lavoro presentando l’apposito modulo I- 765 (Application for Employment Authorization).
  • 39. Molti clienti mi chiedono come si svolgono i colloqui. Rispondere a questa domanda non è facile per vari motivi che qui cerco di riassumere: • Dipende dall’interlocutore che avremo di fronte. Data l’alta casualità e variabilità del caso, non è possibile prevedere l’umore o le domande che verranno poste al richiedente • Dipende anche dal richiedente, il suo comportamento durante il colloquio, ma anche prima del colloquio (se è tranquillo, se mostra timore o altro), se è deciso nel rispondere, sicuro o molto vago e insicuro • Tenete presente che i visa officer sono esperti nei comportamenti e movimenti del corpo ed espressioni facciali, quindi se vedono che mentite non passerete mail il colloquio. • E’ quindi consigliabile rispondere in modo chiaro E BREVE, senza dilungarsi troppo nei dettagli. Ogni cosa che aggiungiamo susciterebbe altre domande. • Dovete essere sicuri di voi stessi e soprattutto NON MENTIRE! • Il colloquio può durare pochissimi minuti o tanto, dipende se siete chiari o titubanti • Capita però che a volte il visa officer non comprenda appieno la motivazione del vostro viaggio o il vostro lavoro, specialmente se tecnico, per cui a volte il visto viene negato perché, in caso di dubbio, sono obbligati a negarlo. • Se il visto viene negato, potete ripresentarvi effettuando l’iter del DS160 e prenotazione. • La documentazione che portate è importante ma, soprattutto per i visti B1, è molto più importante quello e come risponderete alle domande. I colloqui
  • 40. ATTENZIONE: PER LA LEGGE AMERICANA SULL’IMMIGRAZIONE OGNI RICHIEDENTE VISTO E’ UN POSSIBILE IMMIGRATO ILLEGALE ATTENZIONE: ANCHE SE IL VISTO VIENE CONCESSO NON VI E’ GARANTITA L’ENTRATA IN USA. L’ULTIMO PASSAGGIO E’ AL PORTO DI ENTRATA DOVE PASSERETE IL CONTROLLO DEL CBP. SOLO IL CBP HA L’ULTIMA PAROLA NEL VOSTRO ACCESSO IN TERRITORIO AMERICANO Ci sono vari siti web che trattano la materia dei visti, ma gli unici due che suggerisco di consultare sono il sito dell’USCIS (Immigration), ma solo in lingua inglese, e il sito dell’Ambasciata USA in Italia. USCIS: https://www.uscis.gov/working-us US EMBASSY IN ITALY: https://it.usembassy.gov/it/visti/ In alcuni casi è necessario controllare i propri giorni di permanenza in USA effettuati in passato. Ciò è possibile attraverso il sito dell’I-94: I-94 website: https://i94.cbp.dhs.gov/I94/#/home Le norme che regolano le decisioni dei visa officer sono racchiuse nel 9 FAM (Foreign Affairs Manual), che nei capitoli 9 FAM 402.1 e seguenti riassume le regole per concedere o meno i visti. Knowledge base visas
  • 42. Michele Bandini Responsabile Customers Internationalization Ufficio Mercati Internazionali di Bper Banca
  • 43. BPER Banca – Michele Bandini • Il ruolo della Banca nel processo di internazionalizzazione • Elementi di rischio nelle transazioni internazionali
  • 44. Esportare oggi: che valore ha? Alcune riflessioni di scenario sulle AZIENDE ITALIANE: • hanno nel prodotto (finito, intermedio, semilavorato) il loro punto di forza; IL VALORE IRRINUNCIABILE DEL «MADE IN ITALY» • basano frequentemente la loro strategia in una dimensione «italiano-centrica»: dall’Italia verso il «Mondo» • la percezione del «Mondo» attraverso questo modello è sintetizzabile in alcuni termini: momentaneo, temporaneo, passeggero… • L’Export, fine a sé stesso, genera valore….ma circoscritto e con prospettive incerte nel tempo
  • 45. Mutamento di prospettiva e cambio strategico I mercati esteri oggi cosa evidenziano? • Per le imprese italiane affrontare i mercati esteri e competere a livello internazionale significa cambiare strategia, elaborando progettualità adeguate • Per realizzare questi processi di cambiamento è importante focalizzare la propria attenzione su una serie di elementi strutturali, interni ed esterni all’azienda OGGI la creazione di valore attraverso lo sviluppo dei mercati esteri non può limitarsi al solo export; è necessario un approccio strutturato, condotto in modo scientifico e metodologico
  • 46. Dimensione aziendale Costi di accesso elevati Scarsa conoscenza dei mercati esteri Gap culturale Creare valore - le principali sfide da affrontare:
 ambiti in cui le PMI hanno maggiore necessità di consapevolezza e di supporto
  • 47. Evoluzione del modello di business per generare valore • Definire il progetto di internazionalizzazione • Gestire la trasformazione organizzativa interna all’azienda Da Export Manager a Project Manager per l’Internazionalizzazione
  • 48. Evoluzione del modello di business per generare valore Da MADE «IN» ITALY a MADE «WITH» ITALY
  • 49. Creare un modello di business per generare valore predisporre ANALISI Dati di mercato (valore/volume), analisi della concorrenza, tendenze e proiezioni Quantitativi, qualitativi, economici, temporali realizzare ORGANIZZAZIONE Definizione della strategia per il mercato/paese, organizzazione ideale nel paese target e nella struttura attuale, identificazione partner locali, adeguamento alle regole del mercato di sbocco.
  • 50. Il gruppo BPER come interlocutore qualificato del sistema imprese per lo sviluppo dei mercati internazionali IL MODELLO BPERESTERO Affiancamento alle imprese sin dalla fase iniziale di definizione dei progetti di espansione sui mercati esteri, attraverso: 1. IL PORTALE WEB DEDICATO BPERESTERO.IT 2. GLI SPECIALISTI ESTERO DI BPER Banca 3. IL NETWORK DEI CONSULENTI GLOBALI con l’obiettivo di promuovere un approccio strutturato.
  • 52. Globalizzazione e internazionalizzazione: la consapevolezza delle dinamiche di rischio • Sempre di più il contesto sociale contemporaneo si configura come la società della insicurezza e dell’incertezza, dal momento che con l’aumentare della complessità dei sistemi relazionali e con la crescita esponenziale della loro interconnessione, è inevitabile che si corrano rischi maggiori rispetto al passato. • Comprendere l’importanza della gestione dei rischi, disporre di una reale cultura del rischio significa, perciò, avere consapevolezza che l’evento imprevisto oltre ai danni diretti ne provoca anche di indiretti ancora più gravi, che si ramificano nel tempo e nello spazio. • Si manifesta così l’importanza della coscienza del rischio: la conoscenza grazie alla quale è possibile valutare e quantificare il rischio. • L’attuale assetto degli scambi commerciali internazionali prevede specifiche responsabilità in capo alle parti e agli attori commerciali SPECIE NELLE TRANSAZIONI CON SOCIETÀ, ENTI, PERSONE, SOGGETTE A RESTRIZIONI INTERNAZIONALI.
  • 53. Globalizzazione e internazionalizzazione: i perimetri del rischio rischio contrattualistica: rischio di incomprensione (lingua, termini di uso commerciale..); rischio relativo alla scelta della legge applicabile / del foro competente rischio merce: rischio di trasporto/ distruzione / danneggiamento; rischio di variazione prezzi rischio commerciale (rischio controparte: banca o debitore): rischio di credito (mancato pagamento); rischio di liquidità (ritardato pagamento); rischio di fornitura; rischio di mancato ritiro della merce; rischio di indebita escussione delle garanzie Rischio di vendere beni a soggetti pericolosi per la pace liste di nominativi sottoposti a sanzioni rischio politico (rischio paese): rischio sovrano; rischio trasferibilità o convertibilità valutaria; atti di autorità civili, militari o giudiziarie; cause di forza maggiore (atti del principe o cosiddetti acts of God) Rischiodi non conoscere appieno le restrizioni/embarghi vigenti sui prodotti e Paesi di destinazione, i Regolamenti UE, leggi nazionali… Rischio di vendere beni destinati ad uso distorto merci dual use Rischio finanziario: Rischio di cambio/di tasso
  • 54. Globalizzazione e internazionalizzazione: i soggetti coinvolti nella gestione del rischio AUTORITÀ BANCA TRANSAZIONI FINANZIARIE VERIFICA SOGGETTIVA CONTROLLO FERMO MERCE VERIFICA SOGGETTIVA COMPLIANCE IMPRESA
  • 55. ESAMINARE IL RISCHIO info paese e controparte estera COMPRENDERE IL RISCHIO capire le peculiarità dell’operazione MITIGARE IL RISCHIO corretto utilizzo degli strumenti di Trade Finance … conoscere i rischi per sfruttare le opportunità commerciali Globalizzazione e internazionalizzazione: la gestione del rischio
  • 56. Grazie a tutti per l’attenzione Michele Bandini michele.bandini@bper.it È a disposizione con la sua rete territoriale per rispondere a tutti i quesiti degli operatori e dar corso alle attività richieste in linea con quanto esposto
  • 57. Andrea Paparo Direttore di Confapi Piacenza
  • 58. Chi siamo? Confapi è la confederazione italiana della piccola e media industria privata. Dal 1947 Confapi rappresenta e tutela le piccole e medie industrie, la colonna portante del sistema produttivo del nostro Paese. I numeri
  • 60. Together upwards Il Consorzio per l’internazionalizzazione Emilian Way si pone come obiettivo avvicinare le aziende emiliano romagnole al mercato statunitense, creando un network di imprese, partendo da quelle agroalimentari, del territorio. L’intento principale è pertanto quello di concentrarsi su un unico mercato, facendo rete, aggregando risorse e know how allo scopo di stabilire, gestire e sviluppare una presenza stabile e continuativa negli Stati Uniti, nonché per promuovere prodotti delle aziende emiliano romagnole e avere contatti e informazioni sul mercato. L’idea di creare un Consorzio con minimo comune denominatore il territorio emiliano nasce dalle seguenti valutazioni: • costituire un nucleo di aziende con prossimità territoriale • utilizzare la provenienza da una regione che ha eccellenze e brand importanti sia nel settore food, ma non solo, comunicando qualità, affidabilità, knowhow • trasmettere il valore del territorio e delle sue origini, le storie e le esperienze.
  • 61. Export 4.0 Per avere successo negli USA bisogna essere presenti, si tratta di un mercato con tante opportunità ma anche complessità che è impossibile accedervi senza continuità e governando direttamente il processo di ingresso e radicamento. Il Consorzio Emilian Way vuole supportare anche quelle aziende che già vendono negli USA, ma che vogliono incrementare il loro business ed anche quelle aziende che hanno il prodotto ma non le caratteristiche economiche finanziarie ed organizzative per farlo e creare un’organizzazione stabile e permanente. L’aggregazione di imprese permette di scegliere, controllare, coordinare e correggere le attività degli operatori specializzati per ogni attività negli USA. Aggiorna, inoltre, costantemente in modo sistematico su informazioni di mercato e trend, sviluppa il proprio marchio, acquisendo visibilità sul luogo tramite azioni di marketing verso buyer, broker, distributori. L’obiettivo è quello di avere uno staff, di specialisti americani con esperienza, che lavora per le aziende negli USA 365 giorni all’anno.
  • 62. Made in Italy: non è più sufficiente • Programmazione • Presenza ed affidabilità • Tempi lunghi • Mentalità diverse • Patti chiari • Investimenti necessari • Strada lunga ma poi inizia la discesa
  • 64. Gli errori più comuni ✓ Pensare di esportare un prodotto/servizio senza internazionalizzare l’azienda ✓ Avviare le attività senza una preparazione meticolosa, con un piano ad almeno tre anni ✓ Comportarsi negli USA come nel proprio paese ✓ Gestire le attività commerciali dal proprio paese ✓ Non operare nel pieno rispetto della legalità (es: visti) ✓ Presupporre che costituire e gestire una filiale negli stati uniti comporti costi elevati ✓ Pensare di poter fruire della propria affidabilità creditizia maturata nel proprio paese ✓ Trascurare le attività di post vendita e il customer service ✓ Non rispondere adeguatamente alle 4 domande fondamentali che un buyer americano rivolge ad un potenziale fornitore Europeo ✓ Credere che la propria competitività possa basarsi solo sul livello tecnico/qualitativo del prodotto ✓ Aspettarsi di avere un ROI positivo già dal primo anno di attività
  • 65. 1 ✓ Analisi di mercato ✓ Piani di fattibilità ✓ Ricerca di finanziamenti agevolati sia in Italia che negli USA ✓ Supporto per il rilascio di visti e certificazioni ✓ Consulenza legale e fiscale ✓ Sales office outsourcing ✓ Mappatura, profilazione e ingaggio di partner/ agenti/ distributori ✓ Supporto nella vendita su piattaforme online ✓ Costituzione soggetto giuridico ✓ Hosting filiale: o Disponibilità uffici e personale dedicato o Amministrazione e customer service o Gestione ordini e logistica ✓ Head hunting ✓ Ricerca magazzini I servizi Gen USA conoscere il contesto competitivo avviare le vendite sul territorio e/o implementare la rete commerciale garantire una presenza stabile e continuativa dell’azienda negli USA acquisire una realtà locale oppure realizzare in impianto ex novo ✓ Scouting ✓ Due diligence ✓ Integrazione ✓ Project management Advisory Bus Development Management M&A o Greenfield
  • 66. Alcuni dei nostri clienti
  • 67. Grazie per l’attenzione! Per partecipare ai prossimi Webinar organizzati da Gen USA visita il nostro sito www.gen-usa.com alla pagina News&Eventi Contatti contatti@gen-usa.com USA 601 Brickell Key Dr Miami, 33131 FL +1 786 288-0209 ITALY Via Pietro Panzeri, 5 20123 Milano +39 02 36587412
  • 68. SVILUPPO MERCATO USA A cura di In collaborazione con: