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CAPITOLO 1
Il ruolo dei formatori nel servizio civile nazionale
1.1 Premessa
Le linee guida individuano nella formazione dei volontari un elemento strategico perché
il nuovo servizio civile consolidi la propria identità, ed un momento necessario affinché
ai giovani siano forniti gli strumenti per vivere appieno l’esperienza del servizio civile.
La normativa di riferimento definisce in modo preciso contenuti, tempi e metodi per la
realizzazione di percorsi formativi rivolti ai volontari, sono definiti anche i requisiti
necessari per ricoprire il ruolo di formatore all’interno dei progetti presentati all’UNSC.
Il formatore non è una figura che può improvvisarsi tale, deve essere un professionista
che fa della formazione in aula il proprio mestiere.
Partendo da questi presupposti essenziali in questo capitolo si darà una lettura formativa
dell’esperienza di servizio civile nel suo complesso, delineando per il formatore diversi
piani di intervento possibili e sicuramente necessari per gestire al meglio i progetti di
servizio civile.
L’esperienza nella gestione di progetti rivela come il valore formativo del servizio civile
non sia per nulla limitato alla fase di formazione intenzionale (generale o specifica)
prevista dai progetti. Il ruolo del formatore non si limita alla trasmissione di contenuti o
concetti ma riguarda principalmente la conduzione del volontario attraverso percorsi di
crescita della consapevolezza e di attribuzione di significato dell’esperienza vissuta. Il
formatore affianca il volontario nell’anno di servizio civile, tenendo conto dei saperi e
delle esperienze pregresse del ragazzo, costruendo insieme a lui un percorso unico.
Ne discende un modello formativo integrato rispetto al prestare servizio, che considera
l’intera esperienza di servizio civile come un momento di formazione continua durante
il quale il giovane si misura con le proprie ed altrui competenze, con organizzazioni
complesse, con percorsi e strumenti professionali, con percorsi intrapersonali e
relazionali significativi.
La proposta formativa che si rivolge ad un giovane impegnato in servizio per un anno
deve essere necessariamente costruita insieme al volontario, gli obiettivi saranno
condivisi e il percorso il più possibile personalizzato. Gli obiettivi raggiunti, i risultati
dell’apprendimento devono il più possibile essere riconosciuti e certificati per essere
resi disponibili e capitalizzati al termine dell’esperienza stessa. E’ per questo motivo
che, al termine di un percorso formativo molto personalizzato che tiene conto delle
esigenze particolari del singolo, la proposta di certificazione delle competenze, che
viene descritta a fine capitolo, dovrebbe rifarsi il più possibile ad modelli standardizzati,
in grado di esaminare e certificare conoscenze ed abilità acquisite, rilasciando crediti e
attestati spendibili in percorsi formativi o lavorativi successivi.
Al termine del capitolo avremo
 Esaminato un modello integrato di riferimento per la formazione nel servizio civile
 Individuato le fasi del processo formativo
 Compreso il ruolo del formatore come conduttore di un processo
 Presentato le opportunità della certificazione regionale delle competenze
 Analizzato i riferimenti normativi
1.2 Il servizio civile: un momento di formazione continua
L’attività svolta durante il servizio civile offre alle giovani generazioni un’opportunità
formativa unica nel suo genere progettata dall’origine come momento di educazione alla
cittadinanza attiva e alla solidarietà, è un’occasione per conoscere la Società e i suoi
complessi apparati; si configura come una delle esperienze possibili di formazione
attiva e sul campo, un primo momento giovanile di lifelong learning.
Il carattere formativo dell’esperienza di servizio civile è garantito dalla normativa per la
progettazione e dalle linee guida per la formazione dei volontari che indicano le
modalità, la durata, le tematiche e soprattutto le finalità della formazione stessa. La
legge 64/01 prevede inoltre un percorso formativo dettagliato per tutte le figure
coinvolte nei progetti degli enti accreditati. La formazione è intesa come preparazione
allo svolgimento del servizio civile e ha la finalità di accrescere nei giovani la
partecipazione attiva alla vita della società e la consapevolezza sul significato della
scelta e della esperienza di servizio civile nazionale. La formazione nel periodo di
servizio ha anche l’obiettivo di avvicinare il giovane a professionalità specifiche, in
questo senso l’esperienza di servizio civile può rappresentare un’occasione di
apprendimento e di acquisizione di conoscenze e abilità.
Il servizio civile, oltre all’acquisizione delle competenze necessarie per lo svolgimento
dell’attività prevista dal progetto, contribuisce più in generale alla crescita e allo
sviluppo della persona, intesa in tutti i suoi risvolti ed aspirazioni individuali e
rappresenta un fattore determinante per favorirne la crescita. Lo svolgimento dell’anno
di servizio è un importante momento di crescita in cui l’attività formativa si realizza
principalmente attraverso l’interazione con l’altro e il confronto con attività
professionali, in situazioni di apprendimento intenzionali e naturali.
In questo capitolo si presenteranno casa, strumenti e metodi per leggere il servizio civile
in un’ottica formativa complessiva, configurandolo come una tappa di un percorso in
cui l’attenzione è focalizzata sull’apprendimento di nuovi saperi mediante opportunità
formative differenziate.  
Con il termine “apprendimento” si sposta l’attenzione dal progetto educativo
intenzionale, dal corso, ad un processo dinamico centrato sull’individuo, inteso come
soggetto che apprende in una pluralità di situazioni e di contesti. Il concetto di
apprendimento introduce un nuovo interesse verso l’individualità dei processi, vale a
dire per l’individuo cui si riconosce e si richiede l’assunzione di una responsabilità
diretta nella decisione di che cosa, come, dove, quando apprendere.
Questa tipologia formativa, lungi dall’essere improvvisata, si attua attraverso esperienze
di training on the job ed è la più indicata per tradurre le attività del servizio civile in
esperienze di apprendimento sul campo.
1.3 La formazione on the job nel servizio civile
Nelle attività di servizio civile ci sono molte situazioni che consentono di mettere in
pratica i comportamenti appresi, l’anno di servizio si configura tra l’altro come un
esperienza di training on the job perché permette di verificare e di mettere in pratica le
proprie conoscenze direttamente sul campo. I progetti di servizio civile che investono
nella formazione sul campo, tenendo conto degli aspetti sopra citati, affiancano alla
formazione intenzionale (in aula e a distanza) un piano di formazione on the job
(semistrutturato).
Gli interventi “intenzionali” si possono attuare con tecniche e metodi di formazione
d’aula e FAD, metodologie previste dalle linee guida che possiamo considerare
consolidate all’interno dei progetti di servizio civile. Per la formazione d’aula saranno
impiegate metodologie formali di lezione frontale e non formali ovvero: situazioni
formative che fanno riferimento alle dinamiche di un gruppo e sono essenzialmente
legate a risultati di facilitazione. Alcuni dei paragrafi successivi saranno dedicati ad
approfondire le caratteristiche della formazione intenzionale.
L’intera attività formativa naturale di “Training on the job” non avviene in totale
assenza di progettazione e monitoraggio. Il formatore dedicherà molta attenzione al
coordinamento di questa attività nelle sedi di realizzazione dell’esperienza formativa,
occupandosi di definire i contenuti didattici e di supervisionare gli interventi. Per
l’attività di formazione on the job è opportuno che il formatore individui e sottoscriva
con il volontario un project work che consenta al giovane in servizio civile di verificare e
di mettere in pratica le proprie conoscenze direttamente all’interno dell’organizzazione.
E’possibile ipotizzare un modello per la gestione della formazione on the job
organizzandola in fasi, e monitorare le attività prevedendo una documentazione di
output (vedi schema pagine seguenti).
1.4 La realizzazione di un project work per la gestione e il monitoraggio della
formazione on the job.
Il project work rappresenta la parte della formazione in cui il ragazzo si mette in gioco e
sperimenta sul campo le proprie conoscenze e abilità, dal punto di vista operativo il
project work può coinvolgere il volontario in una o tutte le attività previste dal progetto
di servizio civile. L’allievo concorda con i suoi referenti didattici (responsabile della
formazione e OLP), le applicazioni pratiche del progetto di servizio civile da inserire in
questa particolare forma di tirocinio formativo monitorato (project work).
La formazione on the job che si attua nel project work deve essere impostata in termini
di esigenze a cui rispondere: obiettivi, strumenti a disposizione, tempi e modalità di
interazione/monitoraggio. Il project work si realizza nel monte ore della formazione del
servizio civile ed è concepito come un’attività in parallelo alla fase d’aula utile per
applicare le conoscenze acquisite in contesti e sui problemi reali.
Il project work è un’opportunità significativa in grado di favorire un contatto diretto con
l’attività di servizio e l’acquisizione degli elementi applicativi della specifica attività di
competenza, rappresenta un’esperienza di formazione in un contesto progettuale
organizzato, finalizzata ad agevolare le scelte personali tramite l’accrescimento di
conoscenze e abilità certificabili. La formazione on the job darà modo all’allievo di
apprendere sul campo le abilità fondamentali previste dal progetto – e le competenze
trasversali legate al lavoro per progetti: “come conoscere”, “come decidere”, “come
programmare”, “come fare”, “come lavorare in gruppo e per obiettivi”, “come
valutare”.
L’allievo potrà essere direttamente coinvolto nello svolgimento di intere sequenze
lavorative, grazie alla presenza del referente dell’ente rappresentato nel caso del servizio
civile dall’OLP e del referente della formazione.
Gli obiettivi trasversali di un project work applicabile al servizio civile possono essere
cosi sintetizzati:
1) acquisire capacità di ruolo, relativamente alla figura professionale e alla posizione
organizzativa di inserimento, in termini di conoscenza del processo, metodologie,
procedure tecnico – professionali, modelli, di relazioni organizzative;
2) consentire la verifica delle conoscenze e delle abilità acquisite durante le fasi del
percorso formativo;
3) avvicinare il volontario all’ambiente di realizzazione del progetto per conoscere i
comportamenti richiesti in termini di relazioni umane, di organizzazione e di
metodologie di lavoro;
4) imparare a gestire le relazioni con gli altri in maniera non conflittuale;
5) acquisire padronanza nell’uso degli strumenti di lavoro;
6) conoscere e decodificare i concetti, la terminologia specifica e il linguaggio tipico del
contesto di riferimento.
Molteplici e determinanti per la buona riuscita del training on the job sono i compiti
previsti per il formatore il quale lavora in strettissima collaborazione con l’OLP.
Il formatore che collabora con l’equipe di lavoro (olp, altri formatori, referenti dell’ente)
alla progettazione operativa del project work ed ha i seguenti compiti:
1) stabilire metodi di lavoro, strumenti, tempi di realizzazione;
2) valutare il progetto presentato dall’OLP e dal volontario garantendo la coerenza tra la
proposta di training on the job e gli obiettivi del progetto di formazione associato
all’anno di servizio civile;
3) intervenire per far fronte a momenti di difficoltà personale dei volontari;
4) collaborare all’attività di monitoraggio e verifica
L’OLP è una figura chiave per la realizzazione delle attività del project work, svolge
azioni per facilitare lo sviluppo e/o il transfert di competenze nella situazione reale,
aiutare l’allievo nella costruzione di un’identità professionale, oltre che nella
socializzazione nel contesto lavorativo e per favorire l’interscambio tra i saperi teorici e
le capacità pratiche. Ha il compito di facilitare l’inserimento del volontario, di seguirlo e
valutarlo nel lavoro assegnato, per cui rappresenta il fulcro dell’attività di formazione
on the job. All’OLP spetta l’elaborazione del piano di lavoro del project work, la
calendarizzazione dei momenti e i contenuti di training on the job. Redige un giudizio
finale sull’impegno del volontario nelle attività formative e sulle abilità di tipo tecnico e
relazionale apprese.
Il modello formativo rivolto a soggetti che imparano facendo prevede l’utilizzo di
metodi con alto grado d’interazione, metodi attivi che permettono all’individuo di creare
uno stretto rapporto con il contenuto dell’apprendimento. Uno dei metodi che più si
avvicinano all’esperienza reale è la simulazione. Operare in una situazione simulata e
non reale permette di mettersi alla prova tentando di risolvere problemi che potrebbero
presentarsi anche nella vita reale. Durante l’anno di servizio civile il formatore
accompagna il volontario nella transizione tra simulazione del servizio e partecipazione
ad attività reali, creando situazioni in cui il soggetto abbia la possibilità di mettere in
pratica i comportamenti appresi e verificando i risultati dell’intervento formativo nel
suo complesso.
 L’OLP e il volontario
condividono le aspettative sul
progetto di servizio civile
 L’OLP certifica le competenze
iniziali del volontario
 L’OLP si presenta definendo il
proprio ruolo e le proprie
responsabilità
 Scheda sulle aspettative
OLP/Vol.
 Scheda competenze iniziali del
volontario
PRESENTAZIONE
La fase di introduzione al servizio si ripete ogni volta che il volontario si affianca ad una nuova attività
ORIENTAMENTO  L’OLP presenta al volontario
l’ENTE in cui si realizza il
progetto
 L’OLP presenta la sede di
servizio e ne descrive le funzioni
rispetto alla struttura dell’ENTE
 L’OLP e il volontario individuano
insieme ruolo e responsabilità di
quest’ultimo rispetto al servizio
 Organigramma del servizio
INTRODUZIONE
AL SERVIZIO
 L’OLP presenta al volontario le
prestazioni erogate dal servizio
 L’OLP presenta al volontario le
priorità definite dalla struttura
 L’OLP presenta al volontario le
problematiche e le criticità del
servizio
 Orario settimanale delle attività
 
CONGEDO  L’OLP e il volontario analizzano i
risultati raggiunti rispetto alle
aspettative
 L’OLP trasmette al sistema per la
formazione la documentazione
raccolta, utile alla certificazione
finale delle competenze
 
 Documentazione
 
FASI ATTIVITA’ PROGRAMMATE OUTPUT PREVISTI
TRACCIA PER UN PROJECT WORK - FLUSSO DELLE ATTIVITA’ DI TRAINING ON THE JOB
 
Contenuti della fase di PRESENTAZIONE
In questa prima fase il formatore definisce con l’Olp i contenuti della fase di
presentazione. La piena comprensione e definizione dei ruoli, degli incarichi e delle
responsabilità connesse al servizio civile è il presupposto da cui partire per avviare
l’esperienza.
Contenuti proposti:
 Le aspettative sul servizio civile. L’Olp avvia insieme al volontario una
riflessione sulle aspettative connesse al progetto di servizio civile.
 L’Operatore Locale di progetto: presentazione del ruolo e delle responsabilità.
La comprensione da parte del volontario del ruolo di guida e coordinamento
svolto dall’Olp permetterà al volontario di individuare e riconoscere l’Olp come
la figura cui fare riferimento e alla quale rivolgersi nel corso del proprio
servizio.
Contenuti della fase di ORENTAMENTO
In questa fase si propongono i seguenti contenuti:
 Analisi della sede di servizio: si descrive l’organizzazione e le funzioni della
sede rispetto alla struttura dell’Ente
 Ruolo le responsabilità del volontario: analisi e riflessioni sul ruolo che il
volontario dovrà assumersi durante il servizio.
La conoscenza dell’organigramma del servizio, dei ruoli e delle responsabilità coinvolte
permetterà al volontario di sviluppare la consapevolezza del contesto nel quale svolgerà
servizio e di definire con maggiore chiarezza il proprio ruolo e il contributo che dovrà
svolgere all’interno dell’ente.
Contenuti della fase di INTRODUZIONE AL SERVIZIO e di formazione continua
per operare nei servizi
In questa fase si dedica del tempo per presentare e spiegare nel dettaglio i diversi servizi
proposti, specificando e chiarendo al volontario quali sono le problematiche che dovrà
affrontare e gli strumenti da utilizzare. Nel dettaglio, i contenuti formativi proposti sono
i seguenti.
 Riflessione ed analisi delle prestazioni erogate dal servizio.
 Riflessione ed analisi delle priorità definite dalla struttura.
 Riflessione ed analisi delle problematiche e delle criticità del servizio.
 Riflessione ed analisi delle modalità di realizzazione del servizio.
Risultato finale di questa fase è la definizione e la stesura del piano di lavoro
settimanale del volontario, all’interno del quale sono specificati gli orari di servizio e le
attività da svolgere.
I contenuti di introduzione al servizio vengono riproposti ogni volta che il volontario si
affianca ad una nuova attività e rappresentano quantitativamente la parte più
significativa di quanto trasmesso.
1.5 Il formatore come conduttore del processo di formazione
Fare formazione non significa organizzare semplicemente corsi di formazione, è
importante parlare di processo di formazione, più che di corsi.
Si parla di "processo formativo", proprio ad indicare un percorso di apprendimento
guidato e consapevole. Tale processo solitamente è individuato in un percorso articolato
in 4 diverse fasi:
Il formatore deve:
1. Avviare il processo partendo da un'analisi approfondita dei fabbisogni, dalla
quale scaturiscono le indicazioni per pianificare gli interventi;
2. formulare la progettazione generale delle attività; progettare ed organizzare
gli interventi specifici, realizzando le condizioni ottimali per l'apprendimento e il
coinvolgimento dei partecipanti;
3. assicurare l’erogazione dell'intervento;
4. valutare i risultati soprattutto riguardo all'apprendimento dei partecipanti.
1.6 Analisi dei fabbisogni
In questa fase si tratta di definire nel modo più preciso possibile quali siano le esigenze
specifiche connesse alla qualificazione degli utenti della formazione in riferimento alla
loro relazione con l’organizzazione e con il contesto di riferimento.
Nell’analisi dei fabbisogni formativi si terrà conto dei fattori legati al contesto
organizzativo di riferimento, al ruolo o mansione che il soggetto in formazione dovrà
ricoprire, al singolo individuo.
Gli aspetti di analisi del fabbisogno formativo legati all’organizzazione sono, nel caso
del servizio civile, strettamente dipendenti dalle linee guida. La norma infatti definisce
la dimensione dell'intervento formativo nel suo complesso, le metodologie da
impiegare, il numero massimo di partecipanti da coinvolgere per ciascuna classe, i
contenuti da erogare in forma obbligatoria, la tempistica di erogazione all’interno
dell’anno di servizio.
La seconda variabile da considerare è legata al ruolo del volontario, in particolare alle
attività previste dal progetto e alle competenze ad esso correlate. Le competenze sono
un insieme di contenuti caratterizzati da conoscenze e abilità ben definite. Nel caso del
servizio civile è la Formazione Specifica che può proporre percorsi di conoscenza e
approfondimento legati al ruolo o alla mansione assegnata al volontario dal progetto.
L’ultima variabile che consideriamo è strettamente legata all’individuo. Il fabbisogno
formativo scaturisce dal confronto tra competenze individuali in ingresso e competenze
attese alla fine del progetto. Ciascun volontario possiede un livello di competenze
acquisito nel tempo, dovuto alla propria formazione scolastica, alle esperienze
precedenti, ai corsi frequentati. Tale livello di competenze può essere più o meno
adeguato al progetto di servizio civile in cui è impiegato. Per ciascuna persona è
possibile predisporre percorsi di formazione individualizzati facendo sempre riferimento
agli standard minimi previsti dalla normativa. Il piano di formazione individuale, che
comprende momenti d’aula a distanza e on the job, ha la funzione di delineare un
percorso di apprendimento finalizzato a creare le premesse per inserire i volontari
all'interno di sentieri di sviluppo e certificazione delle competenze.
1.7 Progettazione
L’azione di progettazione traduce in fasi operative la pianificazione degli obiettivi
prevista dall’analisi dei fabbisogni. Nei progetti di servizio civile il piano generale
dell’intervento è definito in prima battuta dalle linee guida e secondariamente dal
progetto di servizio presentato a bando.
Le caratteristiche indicate nei due documenti appena citati vanno esplicitate in una
progettazione operativa di dettaglio. Pertanto si individueranno nello specifico le azioni
che saranno realizzate passando dalla pianificazione generale alla pianificazione
operativa dei singoli interventi. Oltre agli aspetti pedagogici e didattici, si
programmeranno anche gli aspetti organizzativi e logistici.
La pianificazione operativa richiede che siano specificati tutti gli elementi che
compongono il progetto formativo, con un livello di dettaglio che, senza eccedere in
analisi, fornisca però un quadro di riferimento abbastanza preciso per l'azione. Di
seguito sono indicati alcuni elementi fondamentali:
· titolo del progetto formativo;
· destinatari;
· obiettivi formativi, competenze da sviluppare;
· sede di svolgimento;
· contenuti;
· metodi didattici;
· aspetti organizzativi: risorse umane e professionali, ruoli assegnati,
responsabile dell'azione formativa;
· aspetti quantitativi: quante ore di formazione sono previste;
· tempi ed il calendario delle attività;
· budget di progetto.
1.8 Erogazione della formazione
E’ il momento in cui realizzare le attività formative come previsto dalla fase
progettuale, adottando e riadattando i metodi, perseguendo obiettivi e finalità.
La formazione per essere efficace potrà adottare metodologie interattive e coinvolgenti,
dovrà riuscire a sviluppare la partecipazione di coloro a cui si rivolge. I processi di
apprendimento sono infatti attivabili solo con adeguate strategie formative: ciò implica
una scelta, da parte del formatore, delle metodologie didattiche più appropriate al
contesto ed ai soggetti a cui ci si rivolge con l’intervento formativo.
Nei capitoli successivi si dedicherà spazio ad alcune metodologie di conduzione di
attività formative.
1.9 Valutazione
L’obiettivo di questa fase è di validare o verificare l’avvenuto apprendimento e il
trasferimento di quest’ultimo all’attività lavorativa.
La valutazione di efficacia delle azioni formative riguarda essenzialmente:
- la qualità: del contesto operativo legata all’adeguatezza delle aule, l’adeguatezza
dei docenti, del materiale didattico;
- la customer satisfaction: gradimento e percezioni dei partecipanti circa i contenuti
formativi, i docenti, le strutture;
- l’efficacia: verifica dell’effettivo accrescimento delle competenze (oggetto del
paragrafo successivo)

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  • 1. CAPITOLO 1 Il ruolo dei formatori nel servizio civile nazionale 1.1 Premessa Le linee guida individuano nella formazione dei volontari un elemento strategico perché il nuovo servizio civile consolidi la propria identità, ed un momento necessario affinché ai giovani siano forniti gli strumenti per vivere appieno l’esperienza del servizio civile. La normativa di riferimento definisce in modo preciso contenuti, tempi e metodi per la realizzazione di percorsi formativi rivolti ai volontari, sono definiti anche i requisiti necessari per ricoprire il ruolo di formatore all’interno dei progetti presentati all’UNSC. Il formatore non è una figura che può improvvisarsi tale, deve essere un professionista che fa della formazione in aula il proprio mestiere. Partendo da questi presupposti essenziali in questo capitolo si darà una lettura formativa dell’esperienza di servizio civile nel suo complesso, delineando per il formatore diversi piani di intervento possibili e sicuramente necessari per gestire al meglio i progetti di servizio civile. L’esperienza nella gestione di progetti rivela come il valore formativo del servizio civile non sia per nulla limitato alla fase di formazione intenzionale (generale o specifica) prevista dai progetti. Il ruolo del formatore non si limita alla trasmissione di contenuti o concetti ma riguarda principalmente la conduzione del volontario attraverso percorsi di crescita della consapevolezza e di attribuzione di significato dell’esperienza vissuta. Il formatore affianca il volontario nell’anno di servizio civile, tenendo conto dei saperi e delle esperienze pregresse del ragazzo, costruendo insieme a lui un percorso unico. Ne discende un modello formativo integrato rispetto al prestare servizio, che considera l’intera esperienza di servizio civile come un momento di formazione continua durante il quale il giovane si misura con le proprie ed altrui competenze, con organizzazioni complesse, con percorsi e strumenti professionali, con percorsi intrapersonali e relazionali significativi. La proposta formativa che si rivolge ad un giovane impegnato in servizio per un anno deve essere necessariamente costruita insieme al volontario, gli obiettivi saranno condivisi e il percorso il più possibile personalizzato. Gli obiettivi raggiunti, i risultati dell’apprendimento devono il più possibile essere riconosciuti e certificati per essere resi disponibili e capitalizzati al termine dell’esperienza stessa. E’ per questo motivo che, al termine di un percorso formativo molto personalizzato che tiene conto delle esigenze particolari del singolo, la proposta di certificazione delle competenze, che viene descritta a fine capitolo, dovrebbe rifarsi il più possibile ad modelli standardizzati, in grado di esaminare e certificare conoscenze ed abilità acquisite, rilasciando crediti e attestati spendibili in percorsi formativi o lavorativi successivi. Al termine del capitolo avremo  Esaminato un modello integrato di riferimento per la formazione nel servizio civile  Individuato le fasi del processo formativo  Compreso il ruolo del formatore come conduttore di un processo  Presentato le opportunità della certificazione regionale delle competenze  Analizzato i riferimenti normativi
  • 2. 1.2 Il servizio civile: un momento di formazione continua L’attività svolta durante il servizio civile offre alle giovani generazioni un’opportunità formativa unica nel suo genere progettata dall’origine come momento di educazione alla cittadinanza attiva e alla solidarietà, è un’occasione per conoscere la Società e i suoi complessi apparati; si configura come una delle esperienze possibili di formazione attiva e sul campo, un primo momento giovanile di lifelong learning. Il carattere formativo dell’esperienza di servizio civile è garantito dalla normativa per la progettazione e dalle linee guida per la formazione dei volontari che indicano le modalità, la durata, le tematiche e soprattutto le finalità della formazione stessa. La legge 64/01 prevede inoltre un percorso formativo dettagliato per tutte le figure coinvolte nei progetti degli enti accreditati. La formazione è intesa come preparazione allo svolgimento del servizio civile e ha la finalità di accrescere nei giovani la partecipazione attiva alla vita della società e la consapevolezza sul significato della scelta e della esperienza di servizio civile nazionale. La formazione nel periodo di servizio ha anche l’obiettivo di avvicinare il giovane a professionalità specifiche, in questo senso l’esperienza di servizio civile può rappresentare un’occasione di apprendimento e di acquisizione di conoscenze e abilità. Il servizio civile, oltre all’acquisizione delle competenze necessarie per lo svolgimento dell’attività prevista dal progetto, contribuisce più in generale alla crescita e allo sviluppo della persona, intesa in tutti i suoi risvolti ed aspirazioni individuali e rappresenta un fattore determinante per favorirne la crescita. Lo svolgimento dell’anno di servizio è un importante momento di crescita in cui l’attività formativa si realizza principalmente attraverso l’interazione con l’altro e il confronto con attività professionali, in situazioni di apprendimento intenzionali e naturali. In questo capitolo si presenteranno casa, strumenti e metodi per leggere il servizio civile in un’ottica formativa complessiva, configurandolo come una tappa di un percorso in cui l’attenzione è focalizzata sull’apprendimento di nuovi saperi mediante opportunità formative differenziate.   Con il termine “apprendimento” si sposta l’attenzione dal progetto educativo intenzionale, dal corso, ad un processo dinamico centrato sull’individuo, inteso come soggetto che apprende in una pluralità di situazioni e di contesti. Il concetto di apprendimento introduce un nuovo interesse verso l’individualità dei processi, vale a dire per l’individuo cui si riconosce e si richiede l’assunzione di una responsabilità diretta nella decisione di che cosa, come, dove, quando apprendere. Questa tipologia formativa, lungi dall’essere improvvisata, si attua attraverso esperienze di training on the job ed è la più indicata per tradurre le attività del servizio civile in esperienze di apprendimento sul campo.
  • 3. 1.3 La formazione on the job nel servizio civile Nelle attività di servizio civile ci sono molte situazioni che consentono di mettere in pratica i comportamenti appresi, l’anno di servizio si configura tra l’altro come un esperienza di training on the job perché permette di verificare e di mettere in pratica le proprie conoscenze direttamente sul campo. I progetti di servizio civile che investono nella formazione sul campo, tenendo conto degli aspetti sopra citati, affiancano alla formazione intenzionale (in aula e a distanza) un piano di formazione on the job (semistrutturato). Gli interventi “intenzionali” si possono attuare con tecniche e metodi di formazione d’aula e FAD, metodologie previste dalle linee guida che possiamo considerare consolidate all’interno dei progetti di servizio civile. Per la formazione d’aula saranno impiegate metodologie formali di lezione frontale e non formali ovvero: situazioni formative che fanno riferimento alle dinamiche di un gruppo e sono essenzialmente legate a risultati di facilitazione. Alcuni dei paragrafi successivi saranno dedicati ad approfondire le caratteristiche della formazione intenzionale. L’intera attività formativa naturale di “Training on the job” non avviene in totale assenza di progettazione e monitoraggio. Il formatore dedicherà molta attenzione al coordinamento di questa attività nelle sedi di realizzazione dell’esperienza formativa, occupandosi di definire i contenuti didattici e di supervisionare gli interventi. Per l’attività di formazione on the job è opportuno che il formatore individui e sottoscriva con il volontario un project work che consenta al giovane in servizio civile di verificare e di mettere in pratica le proprie conoscenze direttamente all’interno dell’organizzazione. E’possibile ipotizzare un modello per la gestione della formazione on the job organizzandola in fasi, e monitorare le attività prevedendo una documentazione di output (vedi schema pagine seguenti).
  • 4. 1.4 La realizzazione di un project work per la gestione e il monitoraggio della formazione on the job. Il project work rappresenta la parte della formazione in cui il ragazzo si mette in gioco e sperimenta sul campo le proprie conoscenze e abilità, dal punto di vista operativo il project work può coinvolgere il volontario in una o tutte le attività previste dal progetto di servizio civile. L’allievo concorda con i suoi referenti didattici (responsabile della formazione e OLP), le applicazioni pratiche del progetto di servizio civile da inserire in questa particolare forma di tirocinio formativo monitorato (project work). La formazione on the job che si attua nel project work deve essere impostata in termini di esigenze a cui rispondere: obiettivi, strumenti a disposizione, tempi e modalità di interazione/monitoraggio. Il project work si realizza nel monte ore della formazione del servizio civile ed è concepito come un’attività in parallelo alla fase d’aula utile per applicare le conoscenze acquisite in contesti e sui problemi reali. Il project work è un’opportunità significativa in grado di favorire un contatto diretto con l’attività di servizio e l’acquisizione degli elementi applicativi della specifica attività di competenza, rappresenta un’esperienza di formazione in un contesto progettuale organizzato, finalizzata ad agevolare le scelte personali tramite l’accrescimento di conoscenze e abilità certificabili. La formazione on the job darà modo all’allievo di apprendere sul campo le abilità fondamentali previste dal progetto – e le competenze trasversali legate al lavoro per progetti: “come conoscere”, “come decidere”, “come programmare”, “come fare”, “come lavorare in gruppo e per obiettivi”, “come valutare”. L’allievo potrà essere direttamente coinvolto nello svolgimento di intere sequenze lavorative, grazie alla presenza del referente dell’ente rappresentato nel caso del servizio civile dall’OLP e del referente della formazione. Gli obiettivi trasversali di un project work applicabile al servizio civile possono essere cosi sintetizzati: 1) acquisire capacità di ruolo, relativamente alla figura professionale e alla posizione organizzativa di inserimento, in termini di conoscenza del processo, metodologie, procedure tecnico – professionali, modelli, di relazioni organizzative; 2) consentire la verifica delle conoscenze e delle abilità acquisite durante le fasi del percorso formativo; 3) avvicinare il volontario all’ambiente di realizzazione del progetto per conoscere i comportamenti richiesti in termini di relazioni umane, di organizzazione e di metodologie di lavoro; 4) imparare a gestire le relazioni con gli altri in maniera non conflittuale; 5) acquisire padronanza nell’uso degli strumenti di lavoro; 6) conoscere e decodificare i concetti, la terminologia specifica e il linguaggio tipico del contesto di riferimento. Molteplici e determinanti per la buona riuscita del training on the job sono i compiti previsti per il formatore il quale lavora in strettissima collaborazione con l’OLP. Il formatore che collabora con l’equipe di lavoro (olp, altri formatori, referenti dell’ente) alla progettazione operativa del project work ed ha i seguenti compiti: 1) stabilire metodi di lavoro, strumenti, tempi di realizzazione;
  • 5. 2) valutare il progetto presentato dall’OLP e dal volontario garantendo la coerenza tra la proposta di training on the job e gli obiettivi del progetto di formazione associato all’anno di servizio civile; 3) intervenire per far fronte a momenti di difficoltà personale dei volontari; 4) collaborare all’attività di monitoraggio e verifica L’OLP è una figura chiave per la realizzazione delle attività del project work, svolge azioni per facilitare lo sviluppo e/o il transfert di competenze nella situazione reale, aiutare l’allievo nella costruzione di un’identità professionale, oltre che nella socializzazione nel contesto lavorativo e per favorire l’interscambio tra i saperi teorici e le capacità pratiche. Ha il compito di facilitare l’inserimento del volontario, di seguirlo e valutarlo nel lavoro assegnato, per cui rappresenta il fulcro dell’attività di formazione on the job. All’OLP spetta l’elaborazione del piano di lavoro del project work, la calendarizzazione dei momenti e i contenuti di training on the job. Redige un giudizio finale sull’impegno del volontario nelle attività formative e sulle abilità di tipo tecnico e relazionale apprese. Il modello formativo rivolto a soggetti che imparano facendo prevede l’utilizzo di metodi con alto grado d’interazione, metodi attivi che permettono all’individuo di creare uno stretto rapporto con il contenuto dell’apprendimento. Uno dei metodi che più si avvicinano all’esperienza reale è la simulazione. Operare in una situazione simulata e non reale permette di mettersi alla prova tentando di risolvere problemi che potrebbero presentarsi anche nella vita reale. Durante l’anno di servizio civile il formatore accompagna il volontario nella transizione tra simulazione del servizio e partecipazione ad attività reali, creando situazioni in cui il soggetto abbia la possibilità di mettere in pratica i comportamenti appresi e verificando i risultati dell’intervento formativo nel suo complesso.
  • 6.  L’OLP e il volontario condividono le aspettative sul progetto di servizio civile  L’OLP certifica le competenze iniziali del volontario  L’OLP si presenta definendo il proprio ruolo e le proprie responsabilità  Scheda sulle aspettative OLP/Vol.  Scheda competenze iniziali del volontario PRESENTAZIONE La fase di introduzione al servizio si ripete ogni volta che il volontario si affianca ad una nuova attività ORIENTAMENTO  L’OLP presenta al volontario l’ENTE in cui si realizza il progetto  L’OLP presenta la sede di servizio e ne descrive le funzioni rispetto alla struttura dell’ENTE  L’OLP e il volontario individuano insieme ruolo e responsabilità di quest’ultimo rispetto al servizio  Organigramma del servizio INTRODUZIONE AL SERVIZIO  L’OLP presenta al volontario le prestazioni erogate dal servizio  L’OLP presenta al volontario le priorità definite dalla struttura  L’OLP presenta al volontario le problematiche e le criticità del servizio  Orario settimanale delle attività   CONGEDO  L’OLP e il volontario analizzano i risultati raggiunti rispetto alle aspettative  L’OLP trasmette al sistema per la formazione la documentazione raccolta, utile alla certificazione finale delle competenze    Documentazione   FASI ATTIVITA’ PROGRAMMATE OUTPUT PREVISTI TRACCIA PER UN PROJECT WORK - FLUSSO DELLE ATTIVITA’ DI TRAINING ON THE JOB
  • 7.   Contenuti della fase di PRESENTAZIONE In questa prima fase il formatore definisce con l’Olp i contenuti della fase di presentazione. La piena comprensione e definizione dei ruoli, degli incarichi e delle responsabilità connesse al servizio civile è il presupposto da cui partire per avviare l’esperienza. Contenuti proposti:  Le aspettative sul servizio civile. L’Olp avvia insieme al volontario una riflessione sulle aspettative connesse al progetto di servizio civile.  L’Operatore Locale di progetto: presentazione del ruolo e delle responsabilità. La comprensione da parte del volontario del ruolo di guida e coordinamento svolto dall’Olp permetterà al volontario di individuare e riconoscere l’Olp come la figura cui fare riferimento e alla quale rivolgersi nel corso del proprio servizio. Contenuti della fase di ORENTAMENTO In questa fase si propongono i seguenti contenuti:  Analisi della sede di servizio: si descrive l’organizzazione e le funzioni della sede rispetto alla struttura dell’Ente  Ruolo le responsabilità del volontario: analisi e riflessioni sul ruolo che il volontario dovrà assumersi durante il servizio. La conoscenza dell’organigramma del servizio, dei ruoli e delle responsabilità coinvolte permetterà al volontario di sviluppare la consapevolezza del contesto nel quale svolgerà servizio e di definire con maggiore chiarezza il proprio ruolo e il contributo che dovrà svolgere all’interno dell’ente. Contenuti della fase di INTRODUZIONE AL SERVIZIO e di formazione continua per operare nei servizi In questa fase si dedica del tempo per presentare e spiegare nel dettaglio i diversi servizi proposti, specificando e chiarendo al volontario quali sono le problematiche che dovrà affrontare e gli strumenti da utilizzare. Nel dettaglio, i contenuti formativi proposti sono i seguenti.  Riflessione ed analisi delle prestazioni erogate dal servizio.  Riflessione ed analisi delle priorità definite dalla struttura.  Riflessione ed analisi delle problematiche e delle criticità del servizio.  Riflessione ed analisi delle modalità di realizzazione del servizio. Risultato finale di questa fase è la definizione e la stesura del piano di lavoro settimanale del volontario, all’interno del quale sono specificati gli orari di servizio e le attività da svolgere.
  • 8. I contenuti di introduzione al servizio vengono riproposti ogni volta che il volontario si affianca ad una nuova attività e rappresentano quantitativamente la parte più significativa di quanto trasmesso.
  • 9. 1.5 Il formatore come conduttore del processo di formazione Fare formazione non significa organizzare semplicemente corsi di formazione, è importante parlare di processo di formazione, più che di corsi. Si parla di "processo formativo", proprio ad indicare un percorso di apprendimento guidato e consapevole. Tale processo solitamente è individuato in un percorso articolato in 4 diverse fasi: Il formatore deve: 1. Avviare il processo partendo da un'analisi approfondita dei fabbisogni, dalla quale scaturiscono le indicazioni per pianificare gli interventi; 2. formulare la progettazione generale delle attività; progettare ed organizzare gli interventi specifici, realizzando le condizioni ottimali per l'apprendimento e il coinvolgimento dei partecipanti; 3. assicurare l’erogazione dell'intervento; 4. valutare i risultati soprattutto riguardo all'apprendimento dei partecipanti.
  • 10. 1.6 Analisi dei fabbisogni In questa fase si tratta di definire nel modo più preciso possibile quali siano le esigenze specifiche connesse alla qualificazione degli utenti della formazione in riferimento alla loro relazione con l’organizzazione e con il contesto di riferimento. Nell’analisi dei fabbisogni formativi si terrà conto dei fattori legati al contesto organizzativo di riferimento, al ruolo o mansione che il soggetto in formazione dovrà ricoprire, al singolo individuo. Gli aspetti di analisi del fabbisogno formativo legati all’organizzazione sono, nel caso del servizio civile, strettamente dipendenti dalle linee guida. La norma infatti definisce la dimensione dell'intervento formativo nel suo complesso, le metodologie da impiegare, il numero massimo di partecipanti da coinvolgere per ciascuna classe, i contenuti da erogare in forma obbligatoria, la tempistica di erogazione all’interno dell’anno di servizio. La seconda variabile da considerare è legata al ruolo del volontario, in particolare alle attività previste dal progetto e alle competenze ad esso correlate. Le competenze sono un insieme di contenuti caratterizzati da conoscenze e abilità ben definite. Nel caso del servizio civile è la Formazione Specifica che può proporre percorsi di conoscenza e approfondimento legati al ruolo o alla mansione assegnata al volontario dal progetto. L’ultima variabile che consideriamo è strettamente legata all’individuo. Il fabbisogno formativo scaturisce dal confronto tra competenze individuali in ingresso e competenze attese alla fine del progetto. Ciascun volontario possiede un livello di competenze acquisito nel tempo, dovuto alla propria formazione scolastica, alle esperienze precedenti, ai corsi frequentati. Tale livello di competenze può essere più o meno adeguato al progetto di servizio civile in cui è impiegato. Per ciascuna persona è possibile predisporre percorsi di formazione individualizzati facendo sempre riferimento agli standard minimi previsti dalla normativa. Il piano di formazione individuale, che comprende momenti d’aula a distanza e on the job, ha la funzione di delineare un percorso di apprendimento finalizzato a creare le premesse per inserire i volontari all'interno di sentieri di sviluppo e certificazione delle competenze. 1.7 Progettazione L’azione di progettazione traduce in fasi operative la pianificazione degli obiettivi prevista dall’analisi dei fabbisogni. Nei progetti di servizio civile il piano generale dell’intervento è definito in prima battuta dalle linee guida e secondariamente dal progetto di servizio presentato a bando. Le caratteristiche indicate nei due documenti appena citati vanno esplicitate in una progettazione operativa di dettaglio. Pertanto si individueranno nello specifico le azioni che saranno realizzate passando dalla pianificazione generale alla pianificazione operativa dei singoli interventi. Oltre agli aspetti pedagogici e didattici, si programmeranno anche gli aspetti organizzativi e logistici. La pianificazione operativa richiede che siano specificati tutti gli elementi che compongono il progetto formativo, con un livello di dettaglio che, senza eccedere in
  • 11. analisi, fornisca però un quadro di riferimento abbastanza preciso per l'azione. Di seguito sono indicati alcuni elementi fondamentali: · titolo del progetto formativo; · destinatari; · obiettivi formativi, competenze da sviluppare; · sede di svolgimento; · contenuti; · metodi didattici; · aspetti organizzativi: risorse umane e professionali, ruoli assegnati, responsabile dell'azione formativa; · aspetti quantitativi: quante ore di formazione sono previste; · tempi ed il calendario delle attività; · budget di progetto. 1.8 Erogazione della formazione E’ il momento in cui realizzare le attività formative come previsto dalla fase progettuale, adottando e riadattando i metodi, perseguendo obiettivi e finalità. La formazione per essere efficace potrà adottare metodologie interattive e coinvolgenti, dovrà riuscire a sviluppare la partecipazione di coloro a cui si rivolge. I processi di apprendimento sono infatti attivabili solo con adeguate strategie formative: ciò implica una scelta, da parte del formatore, delle metodologie didattiche più appropriate al contesto ed ai soggetti a cui ci si rivolge con l’intervento formativo. Nei capitoli successivi si dedicherà spazio ad alcune metodologie di conduzione di attività formative. 1.9 Valutazione L’obiettivo di questa fase è di validare o verificare l’avvenuto apprendimento e il trasferimento di quest’ultimo all’attività lavorativa. La valutazione di efficacia delle azioni formative riguarda essenzialmente: - la qualità: del contesto operativo legata all’adeguatezza delle aule, l’adeguatezza dei docenti, del materiale didattico; - la customer satisfaction: gradimento e percezioni dei partecipanti circa i contenuti formativi, i docenti, le strutture; - l’efficacia: verifica dell’effettivo accrescimento delle competenze (oggetto del paragrafo successivo)