1. PD 4.0
Piattaforma per un Partito del coinvolgimento e della partecipazione
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2. Indice
Premessa
Metastasi del linguaggio politico (1, 2)
Temi e dilemmi della comunicazione politica
L’autoproduzione dei contenuti
Oltre l’attività di stampa & propaganda
E la buona comunicazione produce la rigenerazione
Condivisione con l’open innovation
Il percorso progettuale
Il confronto con la Piattaforma Rousseau
Un modello innovativo
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3. Premessa
L’intensità, la velocità e la stessa qualità dei provvedimenti riformisti del Governo
Renzi, faticano ad essere divulgati e metabolizzati dall’opinione pubblica e tradursi
in legittimazione e consenso
Lo stesso «motore politico-culturale» rappresentato dalla Leopolda non è stato
finora in grado di innescare un processo di riflessività diffusa e di implementazione
sia dell’elaborazione che della capacità operativa delle rappresentanze istituzionali
a tutti i livelli
Nel recente appuntamento del Referendum sulle Trivelle è andata in scena una
commedia rivelatrice di equivoci e tensioni divaricanti che hanno dato una
rappresentazione plastica delle contraddizioni in seno al Partito, non ancora
dotato di una strategia di coinvolgimento e partecipazione interna alla discussione
sulle scelte strategiche
Il referendum costituzionale costituisce quindi l’occasione decisiva non tanto e
non solo per la conferma della leadership renziana, bensì per irrobustire e rendere
riconoscibile l’identità di un Partito con la vocazione e la mission al rinnovamento
democratico del Paese
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4. Metastasi del linguaggio politico (1)
I giornalisti presumono e si arrogano il
diritto di esercitare la funzione di
watchdog dell’informazione, di
rappresentare la realtà sociale
“obiettivamente”: a ben vedere essi,
invece, costituiscono un potere esercitato
discrezionalmente, assumendo posizioni
ed atteggiamenti autoreferenziali che li
portano a costituire una vera e propria
lobby che interagisce con gli altri poteri
nell’ambito del contesto sociale, politico
ed economico
Per quanto attiene il rapporto speifico che
essi intrattengono con il sistema politico,
si può osservare che molti di essi
rappresentano dei veri e propri drop out,
ovvero dei protagonisti del dibattito
politico che usano il ruolo e lo spazio
pubblico di cui godono, per esercitare
critiche ed adottare orientamenti di cui
però non sono chiamati a rispondere
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5. Metastasi del linguaggio politico (2)
Nel sistema mediatico italiano, tale
situazione determina un’esondazione di
programmi e tempo dedicato all’attualità
politica, con un’esasperazione dei dibattiti e
della conflittualità politica e con un effetto di
progressivo disamoramento ed allontamento
degli spettatori e dei cittadini dalla
partecipazione…
I giornalisti che si occupano di cronaca e
dibattito politico confermano la tesi di
Luhmann sulla “seconda realtà” creata dai
media
Essi quindi possono a buon diritto definirsi
ed autoproclamarsi professionisti
dell’intrattenimento, ma non lo specchio
della realtà (che anzi –per quanto riguarda il
sistema politico – viene osservata e
commentata con lo sguardo libidinoso di
Alvaro Vitali, allo scopo di migliorare
l’audience!)
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6. Temi e dilemmi della comunicazione politica
La novità devastante è che il linguaggio
giornalistico, dopo aver alimentato la subcultura
anticasta, ora trova vantaggioso affiancare e
sostenere le campagna del populismo,
sottraendosi ai vincoli etici e della deontologia
professionale
Si evidenziano sempre più i segnali e le pratiche
di un uso disinvolto ed amorale della
falsificazione dei dati e dei fatti, al solo scopo di
alimentare la delegittimazione dei protagonisti
politici, le fobie, le paure
Nel tunnel del disorientamento in cui gli eventi,
che si susseguono nello scenario nazionale ed
internazionale, tendono a spingere l’opinione
pubblica, il sistema di informazione e dibattito
pubblico risulta viziato dal pressapochismo, dal
vezzo dell’antipolitica, dal becerume ideologico
antistituzionale
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7. L’autoproduzione dei contenuti
E’ diffusamente percepita l’esigenza di
rafforzare gli strumenti interni di
comunicazione, di rilancio delle attività
di elaborazione culturale, di
miglioramento del coordinamento
redazionale
Tutto ciò deve essere finalizzato a
creare un flusso robusto e continuo di
informazione in grado sia di replicare
alle nefandezze diffuse dai media ed in
rete, che di veicolare un messaggio
positivo e di fiducia sui progetti e
percorsi del rinnovamento sociale ed
economico attraverso l’adozione di un
linguaggio convincente ed efficace
nell’illustrare i contenuti e gli obietttivi
del riformismo operoso
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8. Oltre l’attività di stampa & propaganda
La buona comunicazione non
significa solo organizzare bene il
marketing, bensì la volontà politica e
la competenza di infrastrutturare un
sistema di relazioni interne ed
esterne durature, in grado di
promuovere l’ascolto e veicolare i
messaggi sintonizzati con le
domande profonde (ed in molti casi
inespresse per sfiducia) che sono
espresse ed il portato di una inedita
frammentazione sociale:
segmentazione più che “liquidità”,
bisogni diversificati, ma il cui tratto
comune è dato dall’assenza di leganti
autenticamente comunitari che
possono essere ricostituiti dalla
progettualità politica
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9. E la buona comunicazione produce la rigenerazione
Il nuovo ruolo del Partito Democratico è
quello di agire e proposrsi nella società
post-democratica, caratterizzata da
disaffezione culturale alla politica
contestuale all’esigenza di
professionalizzazione della politica stessa,
moltiplicazione delle identità e domanda,
da parte dei cittadini di esercitare reali
forme di partecipazione
La proposta che viene avanzata è la
costituzione di un sistema di
comunicazione interattiva con i
simpatizzanti e gli iscritti al partito,
finalizzato al recupero di una identità e al
coinvolgimento dei cittadini più attivi nei
processi di organizzazionedei processi
partecipativi e decisionali
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10. Condivisione con l’open innovation
Il PD, partito dell’animazione e
del coinvolgimento, riprende la
propria progettualità attraverso
una piattaforma di condivisione di
contenuti progettuali innovativi e
di coinvolgimento dei cittadini
alla vita politica.
Il progetto e le tecnologie che
saranno adottate per
l’interscambio seguirà gli
orientamenti della open
innovation, dove sistemi di
matching tra bisogni e
competenze riescono a realizzare
processi di generazione di
soluzioni innovative.
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11. Il percorso progettuale
Se questa ipotesi viene confermata e diventa oggetto di un programma
di lunga portata, può essere attivato un percorso progettuale che
comprende:
1. definizione degli strumenti:
a. messa a punto di una piattaforma di condivisione di
materiali, progetti, idee e attività
b. creazione di un sistema di social per rinforzare il
networking
2. individuazione di un gruppo per la gestione degli strumenti e la
content curation
3. definizione delle regole e delle procedure per la gestione e la
continuità operativa del progetto
4. individuazione di un gruppo di competenti/tutor/garanti che
consentano l’integrazione tra i livelli di responsabilità politica e il
gruppo d’innovazione.
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12. Il confronto con la Piattaforma Rousseau
Rispetto alla piattaforma Rousseau messa a punto dal
M5S, i livelli con cui la piattaforma PD 4.0 potrebbe
operare sono i seguenti:
1. attività di informazione e scambio materiali in merito
alle iniziative e agli eventi gestiti dal partito
2. area di elaborazione, raccolta materiali e condivisione
in merito alle attività di governo (proposte deliberazioni,
leggi, ecc.) ai diversi livelli di governo locale
3. e-learning materiali formativi e iniziative per distribuire
formazione e accrescere la conoscenza
4. costituzione di gruppi di lavoro sulla base di richieste e
messa in evidenza di bisogni
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13. Un modello innovativo
L’intera progettualità deve essere
gestita con l’adozione di nuovi
modelli di professionalità e di
competenza, che orientano il
processo di intervento con
l’obiettivo di raggiungere risultati
ma ponendosi al servizio del
processo democratico e non
ponendosi il problema del suo
controllo
L’output sarà dato sia dalla
rigenerazione della struttura
organizzativa del Partito che dalla
emersione di una nuova
leadership diffusa caratterizzata
dall’esercizio di una prevalente
funzione «arbitrale» piuttosto
che gerarchico-burocratica
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