Violenza sulle donne. Raccomandazioni e diritto internazionale
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1. Fermiamo la strage delle donne
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Carola Del Buono per l’Altracittà
“Il 2012 è iniziato da neanche un mese e le donne vittime di violenza sono già quattordici. Questo
dato serve a farci capire che se le istituzioni non prendono subito provvedimenti e non cominciano
una campagna di sensibilizzazione, andremo incontro ad una vera e propria strage”.
Con queste parole ha esordito ieri sera in piazza della Signoria Lea Fiorentini, rappresentante del
comitato “Se non ora quando”, promotore di una fiaccolata in ricordo di Stefania Noce, una ragazza
di ventiquattro anni assassinata dal fidanzato in provincia di Catania.
L’evento ha radunato una cinquantina di persone attorno a delle sagome umane riprodotte sul
pavimento della piazza, rappresentanti le vittime a cui era dedicata la serata; le componenti del
comitato hanno letto ad alta voce una lunga lista di nomi di donne che, come Stefania, hanno visto la
loro vita terminare barbaramente con un assassinio. Per ogni nome, un breve riassunto dello
svolgimento dei vari omicidi, i cui moventi vanno dalle ragioni economiche al puro delitto passionale.
In questa lista nomi di donne italiane ed immigrate che vivevano nel nostro paese, fidanzate e mogli
uccise dai compagni, sorelle uccise dai fratelli ma anche madri uccise dai propri figli.
Come ricorda ancora Lea Fiorentini, il caso di Stefania Noce deve farci capire che oggi sono
soprattutto le nostre connazionali, e non solo le straniere che magari provengono da culture sessiste,
ad essere a rischio di fronte alla violenza di genere, qualunque sia la loro fascia di reddito e la loro
estrazione culturale.
“Il problema rimane quello, il possesso” – ci spiega Lea. “L’idea che la donna sia un oggetto, per cui
non degna di rispetto. Poi quando l’oggetto si ribella viene chiaramente abbandonato. Tutto questo
ci fa capire che la donna ha ancora un lungo cammino di fronte a sé per arrivare all’indipendenza ”
2. Il comitato “Se non ora quando” intende con quest’evento tenere alta l’attenzione su questi omicidi,
che sembrano essere trattati dai media più come dei meri fatti di cronaca che come in realtà essi
sono, una questione sociale se non politica. Giusy Salis, altra componente del comitato “Se non ora
quando”, parla anche della sua proposta di istituire una nuova categoria di omicidio, e il
“femminicidio”, quando cioè una donna viene uccisa per il solo fatto di essere tale. Salis propone
anche un inasprimento delle pene e delle misure restrittive, non solo per gli omicidi ma anche per la
violenza sessuale: “Una persona che subisce uno stupro si porta dietro questa sofferenza tutta la
vita, non penso sia assolutamente giusto che l’autore di un simile crimine venga punito alla pari di
un comune ladro, come invece spesso accade”.