3. Secondo step:
Qualche consiglio da cui partire
O La poesia è «come
un paio di occhiali da
infilare con attenzione
per vedere, della
realtà, quello che di
solito non vediamo. A
questo riguardo
siamo tutti un po’
miopi»
(D. Bisutti, La poesia salva la vita)
O La poesia avviene
quando «il mondo
parla di un gran
numero di cose e di
casi che prima
tacevano, a cui
nemmeno facevamo
attenzione»
(M. Luzi, Spazio, stelle, voci)
la lettura iniziale di queste due brevi riflessioni sulla natura
della poesia è il punto di partenza per la scoperta delle
peculiarità del testo poetico…
4. Terzo step:
nella lingua della poesia le parole sono oggetti
O Anche le parole possono diventare oggetti,
non avere solo un significato, ma anche una
forma, un colore, un sapore, un movimento…
Nella lingua della
poesia ad un
significante
corrispondono diversi
significati
Da segno convenzionale a parola chedice: questo e’ l’itinerario della scrittura poetica.
MarioLuzi
5. Quarto step:
nomina sunt consequentia rerum
(i nomi sono conseguenti alle cose)
O Le parole possono essere luminose o buie, lente o rapide.
Una parola come «raffica», per esempio, è veloce e turbina,
come un colpo di vento improvviso, per quelle f che soffiano.
O Ci sono poi parole «grasse», che sono piene di o, e parole
«magre» piene di i. Parole «molli» piene di l, p e a.
O Ma quello che è più strano è che le parole grasse indicano
proprio un oggetto di forma rotonda o rotondeggiante, quelle
magre cose per lo più sottili, e così via.
Una parola non è solo il significato di una cosa, ma anche un
po’ l’immagine di essa…
Cfr. D. Bisutti, la poesia salva la vita, p. 13-14
10. Sesto step:
le parole accese della poesia
O La poesia appartiene a quella esperienza della lingua in cui si
prova a dire quel che non si comprende appieno. Accade a tutti,
non solo ai poeti. Se qualcosa ci scuote (un amore, un dolore, un
particolare imprevisto, o chissà cos’altro) allora le parole non
riescono più a essere «solite». Come quando diamo dei
soprannomi alle persone amate, i piccoli o alle donne. Vengono,
quei soprannomi. Sono un modo per decorare quelle presenze,
come posare un fiore su quei capelli. Ma anche il modo più
naturale che abbiamo per provare a mettere a fuoco quel che ci
colpisce in quelle presenze.
O Tutte le volte che qualcosa di rilevante accade nella nostra
esperienza interiore, ecco: la lingua che di solito ci sta in bocca
ferma e annoiata si mobilita, diviene una lingua accesa.
Cfr. D. Rondoni, Le parole accese, p. 5-7
11.
12. Settimo step:
la realtà guardata con gli occhi della
poesia
È tempo di passare alla lettura di poesie che ci
dimostrino questo sguardo inusuale e stupito dei
poeti sulla realtà ed i suoi aspetti anche più
banali e comuni.
la lettura di queste poesie ci permetterà anche di conoscere
quali siano gli strumenti peculiari della poesia, gli attrezzi da
lavoro che i poeti utilizzano affinchè il mondo venga svelato al
di là delle prime apparenze: il ritmo, la rima, le figure
retoriche…