2. Lëv Semenovich Vygotskij (1896-1934)
Nato in Russia lo stesso anno di Piaget.
I suoi interessi iniziali sono rivolti alla
letteratura, ma ben presto si interessa alla
psicologia.
Bambino considerato all’interno della
cultura dominante a cui appartiene.
La psicologia deve indagare la tensione fra
bambino e società ed il modo in cui tale
tensione si risolve nello sviluppo.
Vita breve Teoria non completata
3. La teoria
Le funzioni intellettuali superiori emergono
dalle esperienze sociali
Come Piaget, il bambino è considerato
attivo costruttore nell’ambiente:
Piaget: ambiente fisico
Vygotskij ambiente sociale, inteso sia come
sociale
cultura che come interazioni
5. Aspetti culturali
I bambini non partono da zero nel costruire la
conoscenza sul mondo utilizzano le acquisizioni
delle generazioni precedenti
Gli strumenti culturali o artefatti culturali sono
Si distinguono 2 tipi di strumenti culturali:
sviluppati da ogni società
aiutano ad adattarsi alla realtà
sono tramandati da una generazione alla successiva
strumenti materiali o tecnologici, es. computer
strumenti concettuali o psicologici, es. linguaggio
Gli strumenti tecnologici e psicologici esercitano
la loro influenza in maniera congiunta
6. Il linguaggio
E’ lo strumento più importante per trasmettere la cultura.
Consente ai bambini di regolare la propria attività.
Si acquisisce nelle interazioni sociali e poi viene internalizzato
PIAGET
VYGOTSKIJ
Il linguaggio dipende dal
pensiero, è un sottosistema
all’interno di una più generale
capacità cognitiva, quella
simbolica.
Linguaggio e pensiero hanno
origini diverse, ma poi si
integrano ed influenzano
reciprocamente.
Prima egocentrico (ripetizioni
ecolaliche, monologhi, monologhi
collettivi), poi socializzato con la
reversibilità operatoria
Prima interpsichico, poi
intrapsichico: prima linguaggio
sociale comunicativo con minimo di
attività cognitiva svil. Cognitivo,
linguaggio sempre più socializzato
+ linguaggio egocentrico come
“pensare ad alta voce”
linguaggio interiore
7. Livello interpersonale
Sviluppo cognitivo = risultato delle interazioni
con altre persone più competenti in diversi
contesti
La natura umana implica che:
Bambino sfrutta l’aiuto e l’insegnamento
Adulto offre aiuto ed insegnamento
Competenza intellettuale emerge a partire
dalle modalità di risolvere i problemi che
vengono dapprima conosciute nelle
interazioni sociali e successivamente
interiorizzate
8. Livello individuale
Minore attenzione rispetto a Piaget
Visione costruttivistica dello sviluppo: bambino
non solo attivo nello sviluppo delle proprie
conoscenze, ma non costruisce da solo
risultato dell’interazione con altre persone più
“esperte”.
Costruttivismo sociale o socio-costruttivismo
9. Legge dello sviluppo delle funzioni
psichiche superiori
Vygotskij presenta la teoria concentrandosi
soprattutto sul livello interindividuale.
Le capacità superiori compaiono prima
nell’interazione con gli altri e poi vengono
interiorizzate e compaiono a livello intraindividuale.
Le interazioni sociali formano il contesto primario
nel quale il bambino viene avviato alle modalità di
pensiero più mature presenti in ogni società
INTERMENTALE
INTRAMENTALE
ETEROREGOLAZIONE
AUTOREGOLAZIONE
BAMBINO = APPRENDISTA
10. Zona di sviluppo prossimale
E’ il concetto unificatore di tutta la sua
teoria, supportato da pochi dati empirici
(studi successivi)
La differenza tra ciò che il bambino sa fare
da solo e ciò che sa fare insieme ad un
altro.
Definisce i limiti cognitivi entro cui
l’insegnamento può considerarsi efficace.
Stimola una valutazione dinamica
dell’intelligenza potenziale di
apprendimento
11. Zona di sviluppo prossimale
Solo
BAMBINO A
Insieme
Solo
Insieme
BAMBINO B
12. Progresso attraverso la zona di sviluppo
prossimale
Avviene in tre fasi:
1.
2.
3.
La prestazione è controllata
dall’adulto/esperto
La prestazione è controllata dal bambino
La prestazione è automatizzata
13. La partecipazione guidata: Barbara
Rogoff
Definisce ciò che accade nella zona di sviluppo
prossimale
Procedura grazie alla quale gli adulti aiutano i
bambini ad acquisire varie conoscenze mediante
la collaborazione in situazioni di problem-solving
e in una vasta gamma di interazioni casuali e
informali
Reciprocità
Bambino apprendista
14. Madre – bambino nella composizione di
un puzzle (Wertsch, 1979)
• Luca [4 anni]: “Non ci va” [provando a mettere una tessera di forma sbagliata
nella parte inferiore del puzzle]
• Madre: “Quale pezzo potrebbe andare lì?” [Indicando la parte inferiore del
puzzle]
• L: “Le sue scarpe” [Cerca un pezzo che assomigli alle scarpe del clown, ma
prova con quello sbagliato]
• M: “Be’, quale pezzo ha questa forma?” [indicando sempre il punto del
puzzle
dove manca la tessera]
• L: “Quello marrone” [Prova col pezzo marrone e va bene, quindi prova con un
altro pezzo e guarda la madre]
• M: “Perche’ non provi a girarlo un poco?”
• L: “Ecco! Fatto!” [Mette una serie di pezzi al posto giusto. La madre lo guarda]
La madre tiene il compito nella zona di sviluppo prossimale,
facendo domande, dando suggerimenti, suggerendo strategie.
In questo modo il bambino trasforma il linguaggio di questi
dialoghi come parte del suo linguaggio interno, utilizzandolo
per organizzare il suo stesso modo di pensare e di comportarsi.