1. LABORATORIO “Territori attivi: valutare e programmare in modo collaborativo lo sviluppo del Sistema Cilento”
WORKSHOP “La nuova programmazione: scenario di Europa 2020 e priorità dell’area del Cilento”
La Programmazione 2014-2020
per lo sviluppo e la coesione
territoriale
Raffaele Colaizzo
Vallo della Lucania, 22 gennaio 2014
2. Obiettivi della presentazione
• Fare il punto sulla situazione della Programmazione 2014
– 2020 in Italia
• Introdurre i contenuti essenziali dell’Accordo di
Partenariato per l’Italia
• Conoscere gli strumenti di progettazione territoriale
Raffaele Colaizzo
integrata nel 2014 - 2020
Vallo della Lucania, 22 gennaio 2014
3. Lo stato di definizione della
Programmazione 2014-2020
Raffaele Colaizzo
Vallo della Lucania, 22 gennaio 2014
4. Agenda del processo di programmazione
GU L 347/320
20.12.2013
22 luglio 2014
1.
Adozione
Regolamenti e
QSC (UE)
Entro il 22.4.2014
(Art. 14 Reg. 1303)
2.
Trasmissione AdP
(SM→CE)
Entro 3 mesi da 2.
(Art. 16 Reg. 1303)
Entro 4 mesi da 2.
(Art. 16 Reg. 1303)
3.
Osservazioni a
AdP (CE)
Al netto del periodo di
interruzione
4.
Decisione
su AdP (CE)
Entro 3 mesi da 2.
(Art. 26 Reg. 1303)
5.
Trasmissione PO
(SM→CE)
Entro 3 mesi da 5.
(Art. 28 Reg. 1303)
Entro 3 mesi da 6.
(Art. 28 Reg. 1303)
6.
Osservazioni a PO
(CE)
7.
Decisione
su PO (CE)
5. La GU L 347/320 del 2013 pubblica i
regolamenti dei fondi strutturali ed
altri importanti regolamenti
riguardanti i fondi SIE ed alcuni
programmi comunitari
• Regolamento (UE) n. 1301/2013 del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 17 dicembre 2013, relativo al Fondo europeo di sviluppo
regionale e a disposizioni specifiche concernenti l'obiettivo
"Investimenti a favore della crescita e dell'occupazione" e che abroga il
regolamento (CE) n. 1080/2006
• Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul
Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul
Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e
sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni
generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale
europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari
marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del
Consiglio
• Regolamento (UE) n. 1304/2013 del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 17 dicembre 2013, relativo al Fondo sociale europeo e
che abroga il regolamento (CE) n. 1081/2006 del Consiglio
6. Quadro della programmazione 2014 - 2020
Livello UE
PACCHETTO LEGISLATIVO UE (Regolamenti e QSC)
FESR, FSE, FC, FEASR, FEAMP (fondi SIE)
Livello
Nazionale
ACCORDO DI PARTENARIATO
FESR, FSE, FC, FEASR, FEAMP
Programmi Operativi
FESR
Programmi Operativi FSE
Livello
Nazionale o
Regionale
Programmi Operativi
FC
Programmi Operativi
Plurifondo
(FESR, FSE, FC)
Programmi di SR FEASR
Programmi Operativi
FEAMP
7. Gli obiettivi di Europa 2020
Occupazione
Innalzamento al 75% del tasso di occupazione (per la fascia
di età compresa tra 20 e 64 anni)
R&S / innovazione
Aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo ed
innovazione al 3% del PIL dell'UE (pubblico e privato
insieme)
Cambiamenti climatici /energia
(i) Riduzione delle emissioni di gas serra del 20% (o persino
del 30%, se le condizioni lo permettono) rispetto al 1990;
(ii) 20% del fabbisogno di energia ricavato da fonti
rinnovabili; (iii) Aumento del 20% dell'efficienza energetica.
Istruzione
(i) Riduzione degli abbandoni scolastici al di sotto del 10%;
(ii) Aumento al 40% dei 30-34enni con un'istruzione
universitaria
Povertà / emarginazione
Almeno 20 milioni di persone a rischio o in situazione di
povertà ed emarginazione in meno
8. I documenti chiave
Quadro Strategico Comune
(artt. 10-12 RRDC)
Definisce gli elementi per una direzione strategica chiara del
processo di programmazione e per il coordinamento settoriale
e territoriale degli interventi dell'Unione nel quadro dei Fondi
del QSC e delle altre politiche, in linea con gli obiettivi della
strategia Europa 2020.
Accordo di
partenariato
(artt. 13–17 RRDC)
Trasferisce le disposizioni del QSC nel contesto nazionale e
stabilisce gli impegni per raggiungere gli obiettivi dell'Unione
attraverso la programmazione dei Fondi del QSC. Viene
preparato dallo Stato Membro con la partecipazione dei
partner in base al sistema della governance a più livelli
Programma
(artt. 26–31 RRDC)
Definisce le priorità, gli obiettivi specifici e le dotazioni
finanziarie dei Fondi del QSC e il corrispondente
cofinanziamento nazionale. Comprende le modalità per
garantire l'attuazione coordinata dei Fondi del QSC
9. Obiettivi tematici (art. 9 RRDC)
① Rafforzare la ricerca, lo
sviluppo tecnologico e
l'innovazione
② Migliorare l'accesso alle TIC,
nonché il loro impiego e
qualità
③ Promuovere la competitività
delle PMI, l'agricoltura
(FEASR) e la pesca e
acquacoltura (FEAMP)
④ Sostenere la transizione
verso un'economia a basse
emissioni di carbonio in tutti
i settori
I regolamenti dei singoli fondi
identificano priorità collegate
agli OT
⑤
⑥
⑦
⑧
Promuovere l'adattamento ⑨
al cambiamento climatico, la
prevenzione e la gestione
dei rischi
⑩
Tutelare l'ambiente e
promuovere l'uso efficiente
delle risorse
Promuovere sistemi di
⑪
trasporto sostenibili ed
eliminare le strozzature nelle
principali infra-strutture di
rete
Promuovere l'occupazione e
sostenere la mobilità dei
lavoratori
Promuovere l'inclusione
sociale e combattere la
povertà
Investire nelle competenze,
nell'istru-zione e
nell'apprendi-mento
permanente
Rafforzare la capacità
istituzionale e promuovere
un'amministrazione
pubblica efficiente
10. Obiettivi e copertura territoriale dei fondi
Obiettivi
(art. 89 RRDC)
Investimenti in favore della crescita e
dell'occupazione negli Stati membri e
nelle regioni, con il sostegno di tutti i
Fondi
Cooperazione territoriale europea, con
il sostegno del FESR.
Copertura territoriale
(art. 90 RRDC)
Regioni meno sviluppate, il cui PIL pro
capite è inferiore al 75% della media del PIL
dell'UE a 27
Regioni in transizione, il cui PIL pro capite
è compreso tra il 75% e il 90% della media
del PIL dell'UE a 27
Regioni più sviluppate, il cui PIL pro
capite è superiore al 90% della media del
PIL dell'UE a 27.
12. Concentrazione tematica FESR
(art. 4 della Proposta di Regolamento FESR)
1. Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione
2. Tecnologie Informazione e Comunicazione
3. Competitività
4. Economia a basse emissioni di carbonio
5. Adattamento al cambiamento climatico
6. Ambiente ed uso efficiente delle risorse
7. Sistemi di trasporto sostenibile
8. Occupazione e lavoro
9. Inclusione sociale
10. Competenze, istruzione, apprendimento
11. Capacità istituzionale
RS e RiT: almeno 80%
RS > 80%, RiT >60%,
RmS: almeno 50%
RmS > 50%
RS > 20%, RiT > 15%, RmS
> 12%
13. Concentrazione tematica FSE
(art. 4 della Proposta di Regolamento FSE)
1.
Tecnologie Informazione e Comunicazione
3.
Competitività
4.
Economia a basse emissioni di carbonio
5.
Adattamento al cambiamento climatico
6.
Ambiente ed uso efficiente delle risorse
7.
Sistemi di trasporto sostenibile
8.
Occupazione e lavoro
9.
Inclusione sociale e lotta alla povertà
RS: almeno 80%
RiT: almeno 70%
RmS: almeno 60%
Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione
2.
SM: almeno 20%
10. Competenze, istruzione, apprendimento
11. Capacità istituzionale
Concentrazione
su 4 priorità
14. La struttura e le principali opzioni
strategiche dell’Accordo di
Partenariato
15. Struttura essenziale dell’Accordo di Partenariato
Quadro di riferimento
Situazione
di contesto
Strategia
generale
Obiettivi tematici
Linee di indirizzo strategico
Non presentate
nell’ultima bozza di AdP
Risultati attesi / OS
Indicatori
quantificabili
Azioni
Fondi SIE
interessati
Aspetti territoriali
Strategia
per le città
Strategia
per le Aree Interne
Aspetti finanziari ed organizzativi
Allocazione finanziaria
Attuazione e coordinamento
Stato delle condizionalità
16.
17. Definizione dell’allocazione finanziaria di FESR e FSE
La nuova bozza di AdP
ripartisce i fondi
complessivi per l’Italia
(21,233 di FESR e 9,9 di
FSE) per Obiettivo
Tematico e per
Risultato Atteso
18. OBIETTIVO TEMATICO 1 - RICERCA, SVILUPPO TECNOLOGICO E
INNOVAZIONE
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
1.1 Incremento dell’attività di
innovazione delle imprese
1.2 Rafforzamento del sistema
innovativo regionale attraverso
l’incremento della collaborazione fra
imprese/reti di imprese e strutture di
ricerca, e la valorizzazione di queste
ultime
1.3 Promozione di nuovi mercati
per l’innovazione attraverso la
qualificazione della domanda
pubblica, la promozione di standard
di qualità, le competizioni
tecnologiche (challenges&prizes)
orientate a premiare la capacità di
soluzione di specifici problemi di
rilevanza sociale
19. OBIETTIVO TEMATICO 2 - AGENDA DIGITALE
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
2.1 Riduzione dei divari digitali
nei territori e diffusione di
connettività in banda larga e
ultra larga coerentemente con
gli obiettivi fissati al 2020 dalla
"Digital Agenda" europea
2.2 Digitalizzazione dei processi
amministrativi e diffusione di servizi
digitali pienamente interoperabili della
PA offerti a cittadini e imprese (in
particolare nella sanità e nella giustizia)
2.3 Potenziamento della domanda di
ICT dei cittadini in termini di utilizzo
dei servizi online, inclusione digitale
e partecipazione in rete
20. OBIETTIVO TEMATICO 3 - COMPETITIVITÀ DEI SISTEMI PRODUTTIVI
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
3.1 Rilancio della
propensione agli
investimenti del sistema
produttivo
3.2 Sviluppo
occupazionale e
produttivo in aree
territoriali colpite da crisi
diffusa delle attività
produttive
3.3 Consolidamento,
modernizzazione e
diversificazione dei sistemi
produttivi territoriali
3.5 Nascita e
consolidamento delle
Micro, Piccole e Medie
Imprese a carattere
innovativo
3.6 Miglioramento
dell’accesso al credito
3.7 Aumento delle attività
economiche profit e non
profit a contenuto sociale e
delle attività di agricoltura
sociale
3.4 Incremento del livello di
internazionalizzazione dei
sistemi produttivi e
dell’attrattività del sistema
imprenditoriale rispetto agli
investimenti esteri (IDE)
21. OBIETTIVO TEMATICO 4 - ENERGIA SOSTENIBILE E QUALITÀ
DELLA VITA
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
4.1 Ridurre i consumi
energetici negli edifici e nelle
strutture pubbliche o ad uso
pubblico, residenziali e non
residenziali e integrazione di
fonti rinnovabili
4.2 Ridurre i consumi
energetici nei cicli e strutture
produttive e integrazione di
fonti rinnovabili
4.3 Incrementare la quota di
fabbisogno energetico coperto da
generazione distribuita
sviluppando e realizzando sistemi
di distribuzione intelligenti
4.4 Incrementare la quota di
fabbisogno energetico
coperto da cogenerazione e
trigenerazione di energia
4.5 Migliorare lo sfruttamento
sostenibile delle bioenergie
4.6 Aumentare la mobilità
sostenibile nelle aree urbane
22. OBIETTIVO TEMATICO 5 - CLIMA E RISCHI AMBIENTALI
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
5.1 Ridurre il rischio idrogeologico
e di erosione costiera
5.2 Prevenire e mitigare i
cambiamenti climatici e ridurre il
rischio di desertificazione
5.3 Ridurre il rischio incendi e il
rischio sismico
23. OBIETTIVO TEMATICO 6 - TUTELA DELL’AMBIENTE E VALORIZZAZIONE
DELLE RISORSE CULTURALI E AMBIENTALI
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
6.1 Ridurre alla fonte la produzione
dei rifiuti urbani e aumentare la
percentuale di materia da destinare
alla preparazione per il riutilizzo e il
riciclaggio secondo gli obiettivi
comunitari minimizzando lo
smaltimento in discarica dei rifiuti
urbani
6.2 Ridurre la quantità e la
pericolosità dei rifiuti industriali e
agricoli
6.3 Restituzione all'uso produttivo
di aree inquinate
6.4 Migliorare il servizio idrico
integrato per usi civili e ridurre le
perdite di rete di acquedotto
6.5 Mantenere e migliorare la qualità
dei corpi idrici attraverso la
diminuzione dei prelievi e dei carichi
inquinanti, l'efficientamento degli usi
nei vari settori di impiego e il
miglioramento e/o rispristino
graduale della capacità di ricarica
delle falde acquifere
6.6 Contribuire ad arrestare la
perdita di biodiversità in ambito
terrestre e marino, migliorando lo
stato di conservazione delle specie
e degli habitat di interesse
comunitario e salvaguardando la
biodiversità legata al paesaggio
rurale, mantenendo e ripristinando
i servizi ecosistemici
24. OBIETTIVO TEMATICO 6 - TUTELA DELL’AMBIENTE E VALORIZZAZIONE
DELLE RISORSE CULTURALI E AMBIENTALI
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
6.7 Miglioramento delle condizioni e
degli standard di offerta e fruizione
del patrimonio nelle aree di
attrazione naturale attraverso la
valorizzazione sistemica e integrata di
risorse e competenze territoriali
6.8 Miglioramento delle condizioni
e degli standard di offerta e
fruizione del patrimonio culturale,
materiale e immateriale, nelle aree
di attrazione attraverso la
valorizzazione sistemica e integrata
di risorse e competenze territoriali
6.9 Migliorare la competitività e
la capacità di attrazione delle
destinazioni turistiche,
attraverso la valorizzazione
sistemica ed integrata di risorse
e competenze territoriali
25. OBIETTIVO TEMATICO 7 - MOBILITÀ SOSTENIBILE DI PERSONE E MERCI
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
7.1 Potenziamento dell’offerta
ferroviaria e qualificazione del
servizio.
7.2 Aumentare la competitività
del sistema portuale e
interportuale
7.4 Rafforzare le connessioni con
la rete globale delle aree rurali,
delle aree interne ed insulari
7.5 Ottimizzare il sistema
aeroportuale e contribuire alla
realizzazione del cielo unico
europeo
7.3 Integrazione modale e
miglioramento dei collegamenti
multimodali con i principali nodi
urbani, produttivi e logistici (stazioni,
stazioni AV, porti, interporti e
aeroporti)
26. OBIETTIVO TEMATICO 8 - OCCUPAZIONE
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
8.1 Aumentare l’occupazione dei
giovani attraverso il rafforzamento
delle misure attive e preventive sul
mercato del lavoro, il contrasto al
fenomeno dei NEET ([…], il
rafforzamento dell’apprendistato e
altre misure di inserimento al lavoro,
la promozione di auto impiego e
auto imprenditorialità
8.2 Aumentare l’occupazione
femminile, attraverso il rafforzamento
delle misure per l’inserimento lavorativo
delle donne, la promozione della parità
tra uomini e donne e la conciliazione tra
vita professionale e vita
privata/familiare, il sostegno ad
autoimpiego e autoimprenditorialità
8.3 Aumentare l’occupazione dei
lavoratori anziani e favorire
l’invecchiamento attivo,
attraverso la promozione di
condizioni e forme di
organizzazione del lavoro più
favorevoli e la solidarietà tra
generazioni
8.4 Rafforzare e qualificare
l’inserimento lavorativo degli
immigrati
8.5 Ridurre il numero dei disoccupati di
lunga durata e sostenere
adeguatamente le persone a rischio di
disoccupazione di lunga durata,
anticipando anche le opportunità di
occupazione di lungo termine
8.6 Favorire la permanenza al
lavoro e la ricollocazione dei
lavoratori coinvolti in situazioni di
crisi (settoriali e di grandi
aziende), sia attraverso la
contestualità e l’integrazione delle
politiche di sviluppo industriale e
del lavoro, sia attraverso
l’attivazione di azioni integrate
[…]
27. OBIETTIVO TEMATICO 8 - OCCUPAZIONE
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
8.7 Favorire l’inserimento lavorativo
e l’occupazione dei soggetti
svantaggiati e delle persone con
disabilità
8.8 Migliorare l’efficacia e la qualità
dei servizi al lavoro, attraverso la
definizione dei livelli essenziali delle
prestazioni (LEP) e degli standard
minimi di servizio, la creazione di
partenariati, il rafforzamento
dell’utilizzo della rete EURES, il
sostegno agli investimenti nelle
infrastrutture
8.9 Facilitare la diversificazione, la
creazione di nuove piccole
imprese e di lavoro nelle aree
rurali
28. OBIETTIVO TEMATICO 9 - INCLUSIONE SOCIALE E LOTTA ALLA
POVERTÀ
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
9.1 Riduzione della povertà,
dell’esclusione sociale e
innovazione sociale
9.2 Incremento dell’occupabilità e della
partecipazione al mercato del lavoro,
attraverso percorsi integrati e
multidimensionali di inclusione attiva delle
persone maggiormente vulnerabili, vittime
di violenza o grave sfruttamento e a rischio
di discriminazione
9.3 Aumento/ consolidamento/
qualificazione dei servizi di cura
socio-educativi rivolti ai bambini e
cura rivolti a persone con
limitazioni dell’autonomia e
potenziamento della rete
infrastrutturale e dell’offerta di
servizi sanitari e sociosanitari
territoriali
9.4 Riduzione del numero di
famiglie in condizioni di disagio
abitativo
9.5 Riduzione della marginalità estrema e
interventi di inclusione a favore delle
persone senza dimora e delle popolazioni
Rom, Sinti e Camminanti in coerenza con la
strategia nazionale di integrazione dei rom
9.6 Aumento della legalità nelle
aree ad alta esclusione sociale e
miglioramento del tessuto urbano
nelle aree a basso tasso di legalità
29. OBIETTIVO TEMATICO 10 - ISTRUZIONE E FORMAZIONE
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
10.1 Riduzione del fallimento
formativo precoce e della dispersione
scolastica e formativa a parità di
contesto e con attenzione a specifici
target, anche attraverso […]
10.2 Miglioramento delle
competenze chiave degli allievi,
anche attraverso la fornitura di
strumenti di apprendimento
adeguati e il supporto dello sviluppo
delle capacità di docenti, formatori e
staff
10.3 Innalzamento del livello di
istruzione della popolazione
adulta, con particolare riguardo
alle fasce di istruzione meno
elevate anche attraverso […]
10.4 Accrescimento delle
competenze della forza lavoro e
agevolare la mobilità,
l’inserimento/reinserimento
lavorativo, attraverso […]
10.5 Innalzamento dei livelli di
competenze, di partecipazione e di
successo formativo nell’istruzione
universitaria e/o equivalente,
attraverso […]
10.6 Qualificazione dell’offerta di
istruzione e formazione tecnica e
professionale, anche attraverso
l’intensificazione dei rapporti
scuola-formazione-impresa e lo
sviluppo di poli tecnicoprofessionali
30. OBIETTIVO TEMATICO 10 - ISTRUZIONE E FORMAZIONE
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
10.7 Miglioramento della sicurezza,
dell’efficientamento energetico e
dell’attrattività e fruibilità degli
ambienti scolastici finalizzato a
aumentare la propensione dei
giovani a permanere nei contesti
formativi
10.8 Diffusione della società della
conoscenza nel mondo della scuola
e della formazione e adozione di
approcci didattici innovativi, anche
attraverso il sostegno all’accesso a
nuove tecnologie e la fornitura di
strumenti di apprendimento
adeguati e la promozione di risorse
di apprendimento on-line
10.9 Miglioramento delle capacità
di auto-diagnosi, auto-valutazione
e valutazione delle scuole e di
innovare la didattica adattandola
ai contesti
31. OBIETTIVO TEMATICO 11 – CAPACITÀ ISTITUZIONALE E AMMINISTRATIVA
Risultati Attesi / Obiettivi Specifici
11.1 Aumento della trasparenza
dell’accesso ai dati pubblici
11.2 Riduzione degli oneri
amministrativi e regolatori
11.4 Aumento dei livelli di
legalità nell’azione della Pubblica
Amministrazione
11.5 Miglioramento della
governance multilivello e delle
capacità degli organismi coinvolti
nella attuazione e gestione dei
programmi operativi
11.3 Miglioramento della qualità dei
servizi offerti dalla pubblica
amministrazione
32. Programmi Operativi Nazionali
Programmi Operativi
Nazionali
Regioni
Fondi
OT
Più
sviluppate
In
transizione
Meno
sviluppate
FESR
FSE
1. Istruzione
•
•
•
•
•
10, 11
2. Occupazione
•
•
•
•
•
8, 11
3. Inclusione
•
•
•
•
9, 11
4. Città metropolitane
•
•
•
•
•
5. Governance
•
•
•
•
•
6. Programma IOG
•
•
•
7. Ricerca e innovazione
•
•
8. Imprese e competitività
•
•
9. Infrastrutture e reti
•
10. Beni culturali
•
11. Legalità
•
•
11
33. Integrazione e dimensione territoriale nei
nuovi Regolamenti e nell’Accordo di
Partenariato
Raffaele Colaizzo
Vallo della Lucania, 22 gennaio 2014
34. Strumenti di integrazione
Approccio di policy
integrato,
territoriale,
multidimensionale
Obiettivo di
coesione
territoriale
Strumenti di integrazione
Fondi
del QSC
Fondi
Sviluppo Locale
Partecipativo
Estensione
approccio
LEADER
Investimenti
Territoriali
Integrati
Applicazione di una singola
metodologia di SLOP per tutti i
Fondi e le regioni
35. Lo sviluppo locale partecipativo
(artt. 32 – 35 RRDC)
Il CLLD è un
metodo per
coinvolgere i
partner a livello
locale, inclusa la
società civile e gli
attori economici
locali, per
formulare ed
attuare strategie
locali integrate
che aiutino i loro
territori nella
transizione ad un
futuro più
sostenibile
Gruppi di Azione Locale composti da
rappresentanti locali pubblici e privati, in cui né il settore
pubblico, né un singolo gruppo di interesse ha più del
49% dei diritti di voto (art. 28 c. 1 lettera b)
Concentrazione su territori subregionali specifici (art. 28 c. 1 lettera a)
Bisogni e potenzialità locali,
innovazione nel contesto locale,
istituzione di una rete, cooperazione
(art. 28 c. 1 lettera d)
Strategie territoriali di sviluppo
locale integrate e multisettoriali (art. 28
c. 1 lettera c)
36. Elementi chiave del CLLD
Strategia di SLO
Le strategie di SLO, che devono includere tutti gli elementi di cui
all'art. 29 del RRDC, sono selezionate da un comitato istituito
dall’AdG dei programmi. Il primo ciclo di selezione e approvazione
delle strategie di SLO va completato entro due anni
dall’approvazione dell’AdP. Strategie aggiuntive possono essere
selezionate entro la fine del 2017.
Strategia di SLO e
Contratto di
Partenariato
Gli Stati membri devono specificare nel contratto di partenariato
in che modo intendono sostenere lo SLOP e indicare i programmi e
le tipologie di aree in cui sarà possibile utilizzarlo.
Integrazione tra
Fondi del QSC
Il CLLD è sostenuto dal FEASR e può essere sostenuto dagli altri
fondi. I Fondi SIE contribuiscono allo sviluppo locale in modo
coerente e coordinato.
Multisettorialità
Lo SLO sostenuto dai Fondi del QSC è realizzato nell'ambito di una o
più priorità del programma.
37. Elementi chiave del CLLD (segue)
Rilevanza del ruolo
dei GAL
I gruppi di azione locale elaborano e attuano le strategie di
sviluppo locale, svolgendo anche importanti compiti di
coordinamento e gestione
Incentivi
Per i PO dove un intero asse prioritario viene attuato tramite il
CLLD, il tasso massimo di cofinanziamento del FESR e/o del
FSE a livello di ciascun asse prioritario sarà aumentato di 10 punti
percentuali. Nel caso del FEASR, in base alle circostanze, il tasso
massimo di cofinanziamento per lo SLOP può andare dall'80 % al
90 %, mentre per il FEAMP è pari al 75 %
Costi preparatori e
gestionali
I Fondi finanziano anche azioni preparatorie e costi di
gestione e animazione della strategia di sviluppo locale. Nel
caso delle strategie plurifondo, sarà possibile finanziare i costi di
esercizio e l'organizzazione della strategia di sviluppo locale
tramite il “Lead Fund”
38. Compiti minimi dei GAL
• Costruire la capacità degli attori locali di formulare ed attuare operazioni
• Costruire procedure di selezione trasparenti e non discriminatorie,
garantendo che le autorità pubbliche non posseggano la maggioranza dei
voti
• Garantire la coerenza fra operazioni selezionate e strategia dello sviluppo
locale partecipativo
• Preparare e pubblicare bandi e procedure di selezione delle operazioni
• Ricevere le domande di sostegno e valutarle
• Selezionare le operazioni e fissare l’ammontare del sostegno, in coerenza
con le norme sulla ammissibilità
• Monitorare l’attuazione della strategia SLOP e delle singole operazioni
39. Investimenti Territoriali Integrati (art. 36 RRDC)
Se una strategia di sviluppo territoriale
richiede un approccio integrato che
comporti investimenti nell'ambito
di più assi prioritari di uno o più
PO, l'azione è eseguita sotto forma di
Investimento Territoriale
Integrato.
I PO interessati individuano gli ITI
previsti e stabiliscono la dotazione
finanziaria indicativa di ciascun asse
prioritario destinata agli ITI.
Lo Stato membro o l'AdG può designare
uno o più organismi intermedi,
compresi enti locali, organismi di
sviluppo regionale o organizzazioni non
governative, cui delegare la gestione e
l'attuazione di un ITI.
Commissione Europea (2012), Investimenti
Territoriali Integrati, Scheda Informativa.
40. ITI e CLLD
CLLD
ITI
È un approccio strettamente dal
basso verso l'alto. Il gruppo di azione
locale stabilisce il contenuto della
strategia di sviluppo locale e le
operazioni soggette a finanziamento.
Gli ITI possono essere costruiti dall'alto
verso il basso, dal basso verso l'alto o
con una combinazione dei due
approcci.
Lo sviluppo locale partecipativo può
essere la componente di una strategia
urbana integrata implementata
mediante un ITI
41. Elementi chiave degli ITI
Dominio
territoriale
Qualsiasi area geografica con caratteristiche territoriali
particolari può essere oggetto di un ITI, da quartieri urbani specifici
con svantaggi a livello urbano, metropolitano, urbano-rurale, subregionale o interregionale.
Applicabilità alle Reti
Un ITI può offrire iniziative integrate in unità con caratteristiche simili
all'interno di una regione, anche se distanti dal punto di vista
geografico (ad esempio, una rete di città di piccole o medie
dimensioni). Non è obbligatorio che un ITI copra l'intero territorio di
un'unità amministrativa.
Applicabilità nella
CTE
Gli ITI possono essere realizzati nell'ambito della Cooperazione
Territoriale Europea (CTE), ad esempio per implementare una
strategia integrata per lo sviluppo urbano in città transfrontaliere.
42. Elementi chiave degli ITI (segue)
Finalità
Gli ITI dovranno contribuire agli obiettivi tematici dei rispettivi
assi prioritari dei programmi operativi partecipanti, nonché agli
obiettivi di sviluppo della strategia territoriale.
Integrazione degli
interventi
Gli ITI possono essere finanziati dal FESR e dal FSE ma non è
obbligatorio combinare tutti i fondi in ciascun ITI. È auspicabile che
l'ITI combini il FESR e il FSE per collegare i piccoli investimenti alle
infrastrutture fisiche. Ciò è particolarmente importante nello
sviluppo urbano sostenibile. Possono partecipare gli altri fondi del
SIE
Governance
L'AdG del PO ha la responsabilità ultima della gestione e
dell'implementazione delle operazioni di un ITI. Tuttavia, può
designare organismi intermediari, inclusi autorità locali, organismi
di sviluppo regionale oppure organizzazioni non governative per
adempiere ad alcune o a tutte le attività di gestione e
implementazione.
43. Agenda Urbana e Aree Interne nell’AdP
Agenda Urbana
La programmazione dei Fondi comunitari considera le città
come “città funzionali”; distingue tra grandi città/aree
metropolitane, città medie e sistemi di piccoli comuni; punta
sulla “rete delle grandi città metropolitane” per rafforzare la
competitività dell'Europa; rafforzerà la cooperazione e codecisione tra diversi livelli di governo.
Aree Interne
La Strategia per le Aree Interne mira a tutelare il territorio e la
sicurezza degli abitanti affidandogliene la cura, promuovere la
diversità naturale e culturale e il policentrismo aprendo
all'esterno, rilanciare lo sviluppo e il lavoro attraverso l'uso di
risorse potenziali male utilizzate.
44. I “driver” dello sviluppo urbano sostenibile
1.
Ridisegno e modernizzazione dei servizi urbani per i residenti e gli utilizzatori delle
città: mobilità e logistica sostenibile, risparmio energetico e fonti rinnovabili,
miglioramento della gestione dei servizi collettivi, rafforzamento dei servizi
collettivi attraverso interventi in piccole infrastrutture e start up di nuovi servizi
2.
Politiche e progettazione per l’inclusione sociale per i segmenti di popolazione più
fragile e per aree e quartieri disagiati: sostegno alle politiche sociali attraverso il
rafforzamento degli strumenti ordinari, contrato alla povertà e al disagio.
L’intervento è orientato su target territoriali a scala sub-comunale e/o su target di
popolazione in condizione di esclusione
3.
Rafforzamento della capacità delle città di potenziare segmenti locali pregiati di
filiere produttive globali. Servizi avanzati per le imprese industriali e agricole,
Imprese sociali, creative e per servizi per i cittadini
4.
Driver identificato dalle Regioni
45. Identificazione delle aree urbane
14 città metropolitane, di cui 10
individuate con legge nazionale e 4
individuate dalle regioni a statuto
speciale. Gli interventi in queste città
sono realizzati attraverso un
Programma Operativo Nazionale. Sono
incoraggiati partnership e progetti di
scala intercomunale
Città medie e poli urbani regionali, a
servizio di aree vaste significative,
dove gli interventi sono realizzati dai
Programmi Operativi Regionali. Queste
città sono identificate prima definendo
le aree territoriali potenzialmente
interessate (secondo un metodo
condiviso a livello nazionale) e poi
individuando le Autorità Urbane
titolari di progetti
46. Aree Interne
Obiettivo generale
Elementi strategici
•
Inversione e miglioramento delle tendenze demografiche in
atto (riduzione dell’emigrazione, attrazione di nuovi
residenti, ripresa delle nascite, etc.)
•
•
•
•
•
Aumento del benessere della popolazione locale
Aumento della domanda locale di lavoro
Aumento del grado di utilizzo del capitale territoriale
Riduzione dei costi sociali della de-antropizzazione
Rafforzamento dei fattori di sviluppo locale
51. Tipologie di azioni
Adeguamento dei
servizi essenziali
Miglioramento della qualità e quantità dei servizi per l’istruzione,
per la salute e per la mobilità. Questi interventi vengono realizzati
con le risorse messe a disposizione dalla Legge di Stabilità 2014 e
vengono realizzate da Ministeri, Regioni e Province in base alle
loro competenze
Monitoraggio della rete dei servizi delle aree interne
Sono basati su cinque “fattori latenti di sviluppo”:
Progetti di
Sviluppo Locale
•
•
•
•
•
Tutela del Territorio e Comunità Locali
Valorizzazione delle risorse naturali, culturali e turistiche
Sistemi Agroalimentari e Sviluppo Locale
Risparmio energetico e filiere locali di energia rinnovabile
Saper fare ed artigianato
52.
53. Ruoli e strumenti per attuare la Strategia
•
Le Regioni selezionano le aree sulla base di criteri condivisi,
programmano e finanziano le azioni per le Aree Interne
•
I Comuni (che devono essere contigui) garantiscono la gestione
associata dei servizi funzionali alla strategia (nell’ambito di processi di
unione o fusione)
•
Per l’attuazione dei Progetti di Sviluppo Locale, vengono sottoscritti
degli Accordi di Programma Quadro fra Regioni, Enti Locali,
Amministrazione centrale di coordinamento e le altre Amministrazioni
competenti