IL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla Cresima
Il cimitero di Concesio
1. la nostra storia
Il cimitero di Concesio
La creazione del cimitero
di Concesio (1780-1809)
T
ra le varie innovazioni, spesso sconvolgenti per
l’epoca, che la conquista napoleonica dell’Italia
e dell’Europa introdusse, una tra le più rivoluzio-
narie fu certo quella relativa ai cimiteri. Infatti
con l’editto di Saint-Cloud (1804), che vietò il
seppellimento dei morti nelle chiese e nei centri abitati, si
iniziò in tutti i territori conquistati da Napoleone un vasto
movimento di trasferimento dei vecchi cimiteri in zone
decentrate, generalmente in aperta campagna.
Nelle grandi città come nei piccoli paesi del Regno fran-
cese, questa novità sconvolse una situazione che doveva
apparire più che consolidata, se non addirittura definita per
“diritto divino”. A Parigi e nelle grandi città si fu costretti a
creare enormi luoghi dove deporre le ossa e i resti che ve-
nivano trasportati, in genere nottetempo, dai vecchi cimi-
teri situati vicino ai vari quartieri quando non addirittura al-
l’interno delle antiche chiese. Nella capitale francese, sfrut-
tando la presenza delle molte cave, furono creati curiosi e
macabri luoghi sotterranei definiti da muri e “sculture” fatte
con le ossa che venivano intervallate da lastre di marmo
incise con motti generalmente abbastanza macabri; a Pa-
rigi tali luoghi vengono ancora oggi definiti “catacombe”.
Ovviamente anche nel nord Italia, questa situazione creò
non poche reazioni dividendo spesso la popolazione tra Nelle due immagini le famose catacombe “Parigine”:
progressisti e conservatori dello status quo ante. Sebbene enormi muri di ossa alternate da motti
di saggezza o macabri.
questa legge fosse finalizzata a criteri igienici e alla razio-
nalizzazione degli spazi pubblici per le sepolture, ai con-
temporanei non sfuggì l’intimo aspetto egalitario conte-
nuto all’interno delle norme. Fino ad allora (e da tempi an-
tichissimi) infatti, il clero più “alto” e i nobili godevano del
privilegio di essere sepolti nelle chiese e nei chiostri dei
monasteri, mentre la gente comune veniva sepolta nei ci-
miteri attigui alle chiese: solo in casi eccezionali (pesti-
lenze o guerre) venivano tollerati altri luoghi e altre moda-
lità di sepoltura. Il fatto di essere sepolti tutti indifferente-
mente nello stesso luogo, senza differenze di rango, non
sfuggì al nobile Foscolo che, come molti ricorderanno,
compose il suo celebre carme “I sepolcri” proprio col pre-
testo di stigmatizzare questa nuova consuetudine, per lui
barbara e inaudita.
aprile 2003 - CONCESIO I
2. la nostra storia
Il cimitero di Concesio
Anche a Concesio si verificarono problemati-
che simili, ma, curiosamente, esordirono con a
qualche anno d’anticipo rispetto all’editto di cui
sopra anche se non è facile capire (per la man-
canza di informazioni) se questo fu dovuto a si-
tuazioni contingenti (mancanza di spazio?) o
forse alla penetrazione di idee ed innovazioni
“moderne” (anche, forse, tramite la presenza b
di un personaggio “europeo” come l’Abate
Zola). A Concesio, come in molti altri paesi d’I-
talia, il cimitero si trovava infatti addossato alla
chiesa della Pieve appena dietro l’altare, alle-
gato come è rilevabile da una sommaria mappa
delle adiacenze della Chiesa (1). Come riporta c
il documento, il cimitero era stato restaurato o
ampliato in tempi vicini a quelli napoleonici:
“Nell’anno 1780. venendo l’anno 1781. colle
oblazioni del Popolo fu inalzato il locale che con-
fina a monte col campanile per eccitamento
d
dell’Arcip.te Brozzoni ad uso di Cimiterio”. Ma
vediamo cosa succede in periodo napoleonico:
“Nell’anno 1797. L’Abate Roselli, e l’Abate Pro-
fessore Zola presentarono alla Rappresentanza
di Carcina, tempo di Governo provvisorio, la ne- e
cessità di una Scuola e che il sud.to locale sa-
rebbe stato opportuno riducendolo e traspor-
Mappa del cimitero annesso alla Pieve nel 1780. a) cemeterio antico
tando le ossa dei morti. La cosa fu ottenuta e ove trovasi l’oratorio costruito dall’arciprete Brozzoni circa l’anno
Santo Riva muratore fu incaricato dell’opera al- 1781. b) altare e cancello dei morti. c) corte del campanile. d) uscio.
terando prima l’altare e l’atrio e riducendolo ad e) feriata.
una stanza per la Scuola, subito dopo attivata”.
I due religiosi chiedono e ottengono, in sostanza, di tra- diceva, una sommaria mappa che qui riportiamo. Mi sem-
slare parte delle sepolture per utilizzare il luogo di pre- bra importante sottolineare come dall’analisi delle dida-
ghiera come scuola pubblica (all’epoca della durata di due scalie sembra che il Brozzoni costruì nel 1780 un oratorio
anni). (cioè luogo di preghiera, cappella) annesso al cimitero
Ma vediamo adesso la reazione della popolazione a que- che, come appare plausibile, invece doveva essere più
st’uso che (in teoria) doveva essere a vantaggio delle antico. La spinosa causa sul cimitero, che sicuramente
classi più umili, i cui figli potevano avrebbero finalmente destò molto clamore in un paese piccolo come era la Con-
potuto imparare a “scrivere e fare di conto” (almeno un cesio di allora, rappresenta anche uno spaccato significa-
poco!): “Un caso avvenne degno di memoria. Ed è che tivo del clima e delle lotte che si instaurarono sul territo-
pochi giorni dopo incominciata la fabbrica alcuni del Paese rio nel passaggio tra Repubblica veneziana, Francia e Au-
si opposero dicendo come era vero che il Cemeterio era stria: un clima feroce dove le fazioni non esitavano a ri-
fatto con oblazione e che non si dovea distruggere; ma correre ad ogni cavillo o appoggio politico per ottenere
questi furono condannati a pagare una multa piuttosto vantaggi personali.
che incarcerarli e così con quella multa si pagò parte della Nel 1804, a ridosso dell’editto di Saint-Cloud, un atto (2)
fabbrica. Il capo pagò lire 50. Alla venuta dei tedeschi nel- riporta in auge la questione di un nuovo cimitero: “Per l’e-
l’anno 1799. il capo che pagò lire 50. fece la istanza al secuzione dell’ordine Vostro N° 2172 … a dover rilevare
nuovo Governo di vendetta contro Santo Riva accusan- la misura e perizia del fondo detto della Carità stato scelto
dolo di Giacobino per cui ebbe a rimaner prigione 45. per l’erezione di un nuovo Cimitero, ossia Campo Santo
giorni. Finalmente fu poi abbandonato il locale quando si nella Comune di Concesio, e di formare il disegno di detto
attivarono le due Scuole”. Il documento acclude, come si cimitero accio siano intrapresi i lavori mi sono trasferito
II CONCESIO - aprile 2003
3. la nostra storia
Il cimitero di Concesio
sul luogo e sul pezzo di terra detto della Carità di ragione metà, restando perciò capace del n° di 442 quell’area di
dell’Arc. Roselli (…) e sono poi passato alla Casa Parroc- maggior numero, e per dodici anni ancora se occorrono
chiale per raccogliere lo stato di quella popolazione e per alla consumazione. Ho disegnato anco il luogo acciò sia
molti anteriori anni ancora il numero dei defunti, onde con cinto di muro…”.
qualche fondamento dedurre la quantità del latifondo oc- Ma la creazione del nuovo cimitero doveva essere già nel-
corrente all’interrazione. l’aria da almeno due anni se il giorno 8 febbraio del 1804 i
Raccolsi adunque che la popolazione si sostiene al n° di due Amministratori comunali Balucanti e Caprioli (2) scris-
1100. circa e che in dieci anni l’adeguato dei defunti stà sero al “Citt.o Prefetto del Dipartimento del Mella” infor-
nella ragione del 3 per cento circa, eccettuato l’anno 1800. mandolo che la Popolazione di Concesio “con Petizione
nel quale perirono più di sessanta fanciulli del Vajolo, e primo Corr.te (mese) ci manifesta l’unanime suo deside-
sarebbero tutti periti, se non si fosse tosto colà introdotto rio d’essere sepelita nella Chiesa Parochiale à norma del-
l’innesto Vaccino, che troncò con grande consolazione di l’antico uso, e ci porge vive instanze per la rinnovazione
quel popolo la strage. dei vecchi sepolcri in detta Chiesa, essibendo per tal opera
Riflettendo che il calcolo del 3% stà nella proporzione che il loro gratuito travaglio. Noi ci reputiamo in dovere , Cit-
generalmente sussiste in quasi tutta questa Provincia, mi tadino Prefetto, di accompagnarvela unita ai voti nostri,
vi sono affidato, e per una larghezza di computo ho rite- accio che venga appagato questo pio universale deside-
nuto che potessero anco mancare 40 persone all’anno tra rio. (…)”. Nobili e popolo si trovavano insomma uniti in
grandi e piccole. E considerando che all’intiera consuma- posizione “conservatrice”.
zione dei cadaveri vi occorrano dieci anni il numero da in- Ma perché i tempi per la definizione del cimitero furono
terrarsi sarebbe di quattrocento. così dilatati? Gli stessi amministratori (con aggiunta del-
Dietro a tale ragguaglio ho scelto nel prescritto fondo un l’amministratore Tabeni) inoltreranno una nuova comuni-
area di tavole quadrate 40 ½, che dedotta la base dei muri cazione al Prefetto nel giorno 24 dicembre dello stesso
da costruirsi è capace del n°. di 442. ritenendo per ogni anno 1804, ripercorrendo la problematica trafila che ri-
interrato lo spazio di Bra. 4 per lunghezza, e Bra. 3 per lar- vela la motivazione della lentezza nella creazione del cimi-
ghezza, sebbene pei fanciulli non possa occorrere che la tero e cioè l’aspetto economico e le varie resistenze della
Mappa del catasto austriaco 1852: il cimitero originario è in basso a destra (lettera “C”). In alto la contrada della Pieve.
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4. la nostra storia
Il cimitero di Concesio
della Prefettura che il 4 maggio 1804, finalmente, definirà
grandezza e posizione del Camposanto. L’opposizione di
alcuni nobili concesiani alleati con l’Arciprete possessore
del terreno rappresentava un’ostacolo percepito come in-
sormontabile: “Dalla succinta, e sincera informazione, che
vi rassegniamo, potrete abbastanza comprendere la mali-
ziosa dissimulazione dei sottoscritti Roselli, Cossina, e
Zola, che quantunque siano al fatto di tutto, fingono di
nulla sapere, per sorprendere, se fosse possibile, la vo-
stra giustizia, per impedire la costruzione di d.to Cimitero,
che deve essere fatto in un campo Roselli, e che da Voi
medesimo giudicato troppo necessario, con vostro De-
creto 15 novembre 1803: ci solecitate a metter mano al-
l’opra.
Ardisce finalmente quest’Ammin.e: Mun.e: di aggiungere,
che se da voi si lascia alla discrezione dei Nuovi Am-
mini.ri:, la Costruzione dell’indicato Cimitero, essi vi frap-
porrano tanti ostacoli, che se non si verificarà mai più.
Sarebbe assai meglio, che si incombensasse indipenden-
temente il Deputato alla Sanità, or ora approvato, persona
ben intenzionata, perché lo riducesse a termine (…)”. Le
pressioni erano quindi forti perché l’innovazione non ve-
nisse realizzata e se non fosse stato per la liberatoria del
Catasto italiano 1898: la nuova suddivisione delle proprietà ter- capitale della Serioletta (“Lire Bresciane 2100, capitale
riere a destra del cimitero sembra prefigurare il primo amplia- impiegato nelle occorrenze di detta Serioletta” e cioè per
mento del cimitero che lo porterà ad una forma simile all’attuale. la manutenzione) presumibilmente l’iter sarebbe stato as-
sai più lungo. L’assenza di atti d’archivio successivi sul-
popolazione e dei nobili (2 - le sottolineature sono dell’au- l’argomento fa pensare che la richiesta di un perito
tore): “Essendosi resa inabile all’interrazione dei morti la “esterno” alle realtà comunali e il reperimento dei fondi
Chiesa Parrocchiale di Concesio, e non avendo la abbiano finalmente permesso la costruzione e il primo uti-
Com.(un)e i fondi per comprare un pezzo di terra per co- lizzo del nuovo cimitero.
struirci un Cimitero della Municipalità fù presentata al Citt. L’edificazione del cimitero non fece in tempo a rientrare
(…) una petizione A. (15 marzo 1802), con cui dimandava nella redazione della mappa napoleonica del territorio di
l’autorizzazione d’impiegare a tale effetto il connotato Ca- Concesio (1810) e non si trova in quella dei centri abitati
(1823) appunto perché era situato in una zona agricola,
pitale di Scudi 300; dovuti a questa Com.e dalli Compar-
ma farà la sua prima apparizione solo nel catasto austriaco
tecipi della Serioletta (cioè le persone e le ditte che usu-
(1852).
fruivano dell’acqua che veniva da Villa Carcina tramite Co-
Continua
storio fino alla Pieve n.d.r.). ... Il Ministro degli Affari In-
terni con suo Decreto autorizzò la Municipalità a far af- Giovanni Boccingher
francare, ed impiegare il d.to Capitale. Dopo diversi dibat-
timenti sul locale da scielgiersi fù fatta istanza dalla Mu-
nicipalità … perché mandasse persona intendente a fare
la detta scielta. (…) Non essendo persuaso il d.to Roselli
di cedere il Campo nonostante l’abbondante inden(nizzo):,
fu obbligato a ceder lo dal Ministro dell’Interno con suo Fondi d’archivio utilizzati:
Decreto (… 23 gennaio 1804)”. Solo il 18 agosto 1804 i (1) Archivio vescovile di Brescia, Notizie riguardanti l’arciprebenda
responsabili dei Compartecipi della Serioletta permette- di Concesio, lettera O dell’indice, non datato (post 1799).
ranno il prelievo di capitale che servirà per costruire il ci- (2) Archivio di Stato di Brescia, Prefettura Dip. del Mella 128.
mitero, ma le resistenze sociali obbligheranno gli ammini- (3) Archivio Comunale di Concesio, Sanità e Igiene, 1811-1839.
stratori a far intervenire un esperto (“il perito Corbolani”) La ricerca sulle mappe è stata curata da Mario Bertanza.
IV CONCESIO - aprile 2003
5. la nostra storia
Il cimitero di Concesio
La creazione del cimitero
di Concesio (1810-1823)
Nel precedente numero di questo notiziario
abbiamo affrontato il tema della creazione
dell'attuale cimitero di Concesio che fu la
tappa finale di un lungo cammino
intersecato con la riforma napoleonica
delle sepolture. In specifico, si era
ipotizzato di costruire una scuola al posto
dell'antico cimitero che si trovava sul retro
dell'abside della chiesa della Pieve di
Concesio. Tale ipotesi suscitò numerose
reazioni negative, sia da parte del popolo
che non voleva vedere distrutto il cimitero
costruito con le offerte dei parrocchiani,
sia da parte dei nobili che non volevano
perdere la prerogativa di essere sepolti in
chiesa, segno evidente di nobiltà e
distinzione per l'epoca. Finalmente si
definì che il nuovo cimitero sarebbe sorto
in un campo periferico, poco distante dalla Le più antiche tombe rimanenti sono di fine ’800,
cippo della famiglia Figaroli.
Parrocchiale, dove si trova anche
attualmente, un terreno privato, dato che
la municipalità non possedeva terreni SECONDA PARTE
Q
adeguati. Il possessore del terreno che era uali erano le principali malattie che colpivano
l'arciprete della Pieve Roselli, oppose una mortalmente i concesiani dell’epoca? Ab-
strenua resistenza, ma dopo un lungo biamo già citato il vaiolo, come causa di
morte soprattutto per i più piccoli, ma dal
braccio di ferro dovette cedere. Per
coevo faldone “Sanità e igiene” (3) dell’archi-
l'acquisto del terreno furono impiegati dei vio comunale - sezione storica possiamo ricavare altre
fondi che venivano dai "compartecipi della notizie. Dal 1811 innanzitutto cominciò una vaccinazione
Serioletta", cioè un gruppo di utenti del pubblica contro il vaiolo e si ritrovano gli elenchi dei vac-
cinati nelle campagne periodiche e gli elenchi dei casi di
corso d'acqua artificiale che da
contagio verificatisi. L’altra grande emergenza che si do-
Villa Carcina (tramite Costoro) irrigava i vette combattere fu la “febbre petecchiale” (1817-1818),
terreni della Pieve. una particolare forma di tifo, accompagnato dal sintomo
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6. la nostra storia
Il cimitero di Concesio
esteriore di macchie cutanee (in dialetto “pe-
tece”). I malati ritenuti contagiosi dovevano es-
sere trasportati al più presto all’ospedale citta-
dini. Il medico comunale attestava la contagio-
sità e scattava una profilassi a cui erano sotto-
posti i portantini, gli infermieri, i sacerdoti e gli
oggetti che venivano a contatto col malato. Per
evitare casi di contagio “fra le altre misure
eransi anche quella di sospendere le fiere, che
durano più di un giorno, come pure le sacre fun-
zioni che chiamano molta adunanza di popolo”.
Un altro grave problema sanitario era rappre-
sentato dall’idrofobia (rabbia canina) tra-
smessa dai cani randagi. Trascriviamo da un
avviso a stampa del giugno 1823: “Il più terri-
bile disastro che accader possa all’umana spe-
cie si è l’idrofobia, il pericolo della quale disa-
ventura è in ragione diretta del numero de’ cani
vaganti e senza custodia. Non ha guari che al-
cuni individui sono rimasti vittime di questo
spaventevole malanno, e raro è poi quel giorno,
in cui o in Città o in campagna dei cani asse-
tati, mal nutriti e senza covile ove sottrarsi dal-
l’intemperie della stagione non addentino qual-
che persona e spargano l’allarme per intiere po-
polazioni. A prevenire un tanto malore … qua-
lunque tenitore di cani di presa e di grossa razza
lo dovrà tenere a mano con guinzaglio, non do-
vendo la pubblica sicurezza essere sacrificata Un muro superstite del vecchio cimitero (lato sud).
dal capriccio di qualche privato cittadino, che
a fronte delle prescrizioni per la custodia de’ cani non si che col colare, qualora non fosse tenuto per mano dal pro-
prende alcun pensiero dell’osservanza delle medesime. prietario. Se qualche proprietario poi dei comminati cani
Saranno attivati dei mazzacani a spese comunali i quali avesse l’impudenza, e la temerità di opporsi all’uccisione
perlustreranno i quartieri che loro saranno stabiliti e do- dei cani medesimi o d’insultare li uccisori, verrà questo
vranno ammazzare tosto qualunque cane che si trovi va- fatto conoscere alla Superiore Autorità per quelle misure
gante non custodito, o non tenuto a mano, ancorchè ab- che saranno ritenute del caso. Il presente verrà fatto pub-
bia il collare, senza riguardo a chicchessia. (…)”.Come si blicare, previo il suono della campana”.
vede si era abbastanza lontani dai più moderni e rassicu- Altre malattie endemiche dell’epoca furono la pellagra, la
ranti “accalappiacani”! tosse convulsiva ed inoltre erano numerosi gli avvelena-
Recependo tale direttiva il 3 giugno 1823 i Deputati co- menti da funghi.
munali avvisavano che “siccome nell’attuale stagione, per Un'altra malattia che spaventava molto i concesiani nel
l’eccessivo caldo, gli animali, e massime i cani divengono primo Ottocento era sicuramente la sifilide, una malat-
idrofobi, e dannosi non solo all’uman genere, ma eziandio tia a trasmissione sessuale molto grave, che si ritiene
anche agli altri animali” si ordina di uccidere tutti i cani probabilmente importata dall'America dai marinai di Co-
vaganti. “E siccome questa mattina è passato per questa lombo. Nonostante le campagne ottocentesche sulla re-
Comune un cane idrofobo, morsicando diversi altri cani, golarizzazione dei costumi sessuali, proprio durante l'Ot-
che frappoco anche questi diventeranno idrofobi, questa tocento ci fu una recrudescenza della malattia. In data
Deputazione … ha ordinato al Custode, ed alle Guardie di 20 maggio 1820 l'Imperiale Regio Commissario Distret-
battere tosto le strade di questa Comune, e di uccidere tuale scrive al Deputato incaricato della polizia Comu-
qualunque cane, senza alcun riguardo, tanto senza colare, nale di Concesio una lettera che, stranamente, è stata
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7. la nostra storia
Il cimitero di Concesio
conservata nell'Archivio Parrocchiale della Pieve di Con-
cesio, nel Falcone Fabbriceria 1816-1820.Con tale let-
tera, si invitano gli amministratori addetti a segnalare
le persone che si prostituiscono e i “fautori del mal co-
stume e corruttori della gioventù”. Tale estrema richie-
sta è motivata col fatto che si ritiene che la corruzione
del costume si è ormai diffusa anche nella campagna
tra gli agricoltori e gli “artisti” (cioè gli artigiani), cate-
gorie evidentemente considerate “probe” per antono-
masia. L'accenno iniziale ai bambini contagiati credo
debba essere inteso come contagio tra madre e neo-
nato per via fetale e che non sia una allusione alla pe-
dofilia. Forse tale lettera è finita nell'archivio parroc-
chiale perché gli amministratori, come spesso succe-
deva, si erano rivolti per un consiglio su argomenti così
scabrosi al parroco:
“L'eccedente numero dei bambini esposti in questo spe-
dal maggiore nello scorso e nel corrente anno affetti da
malattia sifilitica persuadendo che la corruzione del co-
stume si è diffusa anche nella
campagna tra gli agricoltori, e gli artisti vuolsi dalla supe-
riorità che sieno praticate indagini ad oggetto di scoprire i
fautori del mal costume e corruttori della gioventù, come
pure che si propongono analoghi provvedimenti segnata-
mente contro le persone d'ambo i sessi dedite al lenoci-
Muro del vecchio cimitero sul lato nord.
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8. la nostra storia
Il cimitero di Concesio
pene portate dal Codice vigente; e finalmente ad aver con
tutta sollecitudine eseguita la fossa della lunghezza di B.a
18, e della larghezza, ed altezza giusta il capitolato d’ap-
palto”.
Ecco il resoconto della notificazione: “Comparso dietro in-
vito in questo Uff.o Francesco Moretti qm. Agostino, Tu-
mulatore di questa Comune, il quale dopo esser stato da
questa Deput.e severamente corretto e sgridato, perché
nel Camposanto si è fatto lecito di coltivare alcune viti,
che si sono riprodotte dopo la costruzione, ed in oltre di
condurre nel detto Campo Santo delle bestie al pascolo,
tutte cose vietate dalla legge (…) rispose che essendo
che egli stava sostituito ad un altro Tumulatore non sa-
peva la detta legge, né gli sono mai state note le disci-
pline relative al Campo Santo … Essendo il nominato tu-
mulatore illetterato ha fatto il segno di Croce”.
Occorrerà quindi molto tempo prima che si formi un senso
comune di valore religioso o almeno civile di questo nuovo
luogo. Penso che possa essere citata come documento
conclusiva della parte burocratica di questa realizzazione
un documento del 31 gennaio 1817. In esso la Cancelleria
del Governo di Brescia chiede “se sia stato costruito il
Campo Santo in luogo opportunamente lontano dal abi-
La recente cappella costruita
lungo l’antico perimentro del cimitero. tato, e quando siasi attivato”, domanda inoltre specifiche
notizie sulle modalità di sepoltura e se si è appaltata la
carica di tumulatore comunale, il tutto sostanzialmente
per scopi igienico-sanitari. A queste richieste i Deputati
nio a senso della circol.e 3 aprile 1819 N.° 3612 dell'I.R.De-
rispondono: “Esiste in questa Comune il Campo Santo che
legaz.e Prov.le.
fù costrutto nell’anno 1809 ed attivato nell’anno pure
Egli è perciò che viene Ella vivamente pregata di concor-
1809; un quarto di miglia distante dall’abitato in luogo ap-
rere a tale oggetto col maggiore zelo facendo conoscere
positamente esaminato e scelto dall’Ufficio di Sanità. Si
riservatamente entro 10 giorni al sottoscritto gli individui
interrano i cadaveri in fosse separate a termine dei rela-
cadenti nella classe de' fautori e corruttori suddetti, espo-
tivi regolamenti e come si seppelliscono nel Campo santo
nendo anche le savie sue osservazioni sull'argomento de'
di Brescia, ove sonosi prese le norme.
provvedimenti da proporsi. Si farà uso delle notizie colla
Il tumulatore, il cui esercizio scade coll’andante anno,
debita circospezione.
viene pagato dalle famiglie dolenti, giusta i capitoli d’ap-
Ella vorrà poi invigilare colla maggiore circospezione e se-
palto, ad eccezione delle Famiglie indigenti, i di cui cada-
gretezza perché gli ammalati venerei indigenti abbiano ad
veri vengono sepolti per carità dal medesimo tumulatore,
essere diretti agli ospitali civili, osservato le prescrizioni
à termini dei suddetti capitoli”.
delle circol.i 1mo maggio 1817 N°. 300 (?) 1439 e 28
mag.o 1818 N°. 59 BS -1659 (?). Giovanni Boccingher
Ma per concludere ritornando al nostro argomento princi-
pale sembra che il nuovo camposanto non fosse rispet-
tato (almeno in un primo tempo) come la sacralità del
luogo presupponeva o almeno sicuramente non come il
precedente, adiacente alla Chiesa parrocchiale. Il 3 set- Fondi d’archivio utilizzati:
tembre del 1820, infatti, il Comune con motu proprio diffi- (1) Archivio vescovile di Brescia, Notizie riguardanti l’arciprebenda
derà “il Tumulatore Comunale ad aver estirpate le viti che di Concesio, lettera O dell’indice, non datato (post 1799).
trovasi lungo il muro del Campo Santo, ed a non permet- (2) Archivio di Stato di Brescia, Prefettura Dip. del Mella 128.
tersi ulteriormente l’ingresso di qualunque bestia nel detto (3) Archivio Comunale di Concesio, Sanità e Igiene, 1811-1839.
luogo, né l’estirpazione d’erba, o di fieno, sotto le rigorose La ricerca sulle mappe è stata curata da Mario Bertanza.
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