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Modulo IV
Una mappa concettuale si legge?
Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

2
Elementi generali componenti delle mappe concettuali

Una mappa concettuale è composta da:



elementi organici
aspetti relazionali
Sono elementi organici:
I.
il concetto
II. le sue istanze e la relazione con i rispettivi attributi
III. le proposizioni risultanti
Gli aspetti relazionali sono:
I.
la connettività
II. i percorsi semantici

I percorsi semantici dipendono tanto dagli elementi organici quanto dalla connettività stessa.

Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

3
Esempi di concetto o di unità informativa
•

Il Sole

•

Il meandro

•

La luna

•

La dittatura

•

L’unificazione dell’Italia

•

Anno 1872 (non è un concetto, ma è un elemento informativo valido e necessario)

Esempi di proposizioni
•

La terra «è un» pianeta

•

Il fiume «scorre nel» letto

•

Il movimento delle molecole «determina» cambiamento di stato

Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

4
Esempi di percorsi
Acqua può essere solida è ghiaccio può essere liquida può evaporare (da “La
mappa di Denny” in “L’apprendimento significativo” di J. Novak
L’apprendimento significativo richiede pre-conoscenze rilevanti dell’allievo
immagazzinate in reti neuronali (“mappa dei requisiti dell’apprendimento
significativo” in “L’apprendimento significativo” di J. Novak

Le proposizioni sono gli elementi di significato. La proposizione è quello che si codifica
nella memoria.

Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

5
Elementi generali componenti delle mappe concettuali


Le mappe concettuali sono rappresentazioni diagrammatiche che evidenziano relazioni
significative tra concetti sotto forma di proposizioni.



Le proposizioni sono chiamate anche “unità semantiche” o “unità significative”.



Una proposizione è l’affermazione rappresentata da una relazione che connette due
concetti.



Trattandosi di una rete di connessioni, la mappa concettuale può essere anche intesa
come una rete di relazioni tra le relazioni, o come una rete di proposizioni.



Cioè come un’organizzazione associativa.

Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

6
Le caratteristiche dei concetti
Un concetto è una generalizzazione di oggetti o eventi, ricavata dall’esame di istanze o
occorrenze specifiche, o una concezione generale astratta, una nozione.
Caratteristiche generali del concetto:


È un’idea astratta che non è limitata ad un luogo, momento o cosa specifica.



Corrisponde ad un’idea e deve essere nominato.



Un concetto è sempre indirettamente relazionato con tutti gli altri concetti
presenti nella mappa.



Il criterio del “concetto più importante” in una mappa è sempre discutibile.



L’importanza di un concetto non si definisce, la dimostra la connettività di cui è
oggetto.

Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

7
Le caratteristiche dei concetti
Caratteristiche dei concetti rappresentati in una mappa:


il nome del concetto è una parola o una frase nominale brevissima, di non più di due
tre parole;



il nome del concetto non deve iniziare con una proposizione;



l’esistenza isolata (senza relazioni) di un concetto gli toglie validità dentro il campo
concettuale;



un concetto si relaziona almeno con un altro concetto;



un concetto può relazionarsi in qualunque modo con qualunque numero di concetti;



un concetto non può esistere due volte nella stessa mappa, nemmeno col nome
modificato;

Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

8
Le caratteristiche dei concetti
Caratteristiche dei concetti rappresentati in una mappa:


diversi concetti della mappa possono avere un ruolo affine. Ad essi, di conseguenza,
può essere attribuita una categoria che li accomuna dal punto di vista cognitivo: un
tipo di concetto;



un concetto, nella mappa, viene anche precisato da altri concetti e dalle relazioni che
li collegano;



una sequenza di concetti del tipo: concetto
relazione
concetto
relazione
concetto….. costituisce un percorso semantico, che è
un concetto di livello superiore o una proposizione estesa: è la traccia di un
ragionamento;



poichè la rete è una rappresentazione dinamica, il concetto costituisce un nodo, la
relazione costituisce una pista; la rete è costituita da nodi e piste associative;



un concetto può a sua volta contenere o rappresentare un’altra mappa.

Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

9
Le caratteristiche dei concetti
Aspetti complementari e informativi associati al concetto:


Un concetto o una sua istanza può essere rappresentato nella mappa con
un’immagine, ma questa rappresentazione non sostituisce il suo nome, arricchisce la
sua descrizione. Così un’immagine approfondisce ed esplicita il significato del
concetto o dell’istanza;



Il tipo di concetto, oltre alla caratterizzazione logica, può avere come attributo un
aspetto grafico particolare, nella forma dei simboli e dei colori. Questo attributo è
portatore di conoscenza ed incide fortemente nella percezione dello studente, tanto
dal punto di vista logico quanto visivo;



Per migliorare e precisare la descrizione del concetto, per favorire l’interazione dello
studente e rendere completa la presentazione, la descrizione del concetto può
essere precisata ed estesa con un testo descrittivo;



I testi descrittivi dei concetti hanno un ruolo importante nella preparazione alla
scrittura, nella comprensione e nella ricerca.

Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

10
Le caratteristiche delle relazioni
La relazione è un elemento fondamentale della mappa concettuale.
Una relazione determina:
I.
II.

che due concetti siano relazionati tra di loro;
qual è la caratteristica della relazione tra questi concetti, definita dal tipo di
relazione. Questo è un elemento fondamentale della conoscenza della mappa.

La mancanza di tale caratteristica principale toglie alla mappa i valori cognitivi più
importanti.
Le relazioni vengono usate nel ragionamento analitico e costruttivo, nei processi di
ricerca e di comparazione.

Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

11
Le caratteristiche delle relazioni
Una relazione può avere i seguenti stati:
A. Indefinita, quando non è evidente il tipo di relazione, il che significa che non
esprime conoscenza.

Nella figura si evidenzia che i concetti “cane” e “mammifero” sono relazionati, ma non è
esplicitato quale relazione li unisca.
Manca l’aspetto più importante: la conoscenza che le attribuirebbe il tipo di relazione, e
che permetterebbe alla relazione di esprimere conoscenza.

Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

12
Le caratteristiche delle relazioni

B. Definita solo in una direzione, che è il caso più comune, e spesso sufficiente.

Una volta definita la relazione, cioè assegnato il tipo di relazione, la conoscenza diventa
esplicita. La relazione, una volta formalizzata, crea una proposizione: “il cane è un
mammifero”.
Se dal concetto cane è possibile definire una relazione verso il concetto mammifero,
allora necessariamente deve essere possibile definire la relazione anche nel senso
inverso.
Questa relazione esiste sempre, latente.

Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

13
Le caratteristiche delle relazioni

C. Definita anche in maniera reciproca, se due concetti sono relazionati in una
direzione, allora sono relazionati anche nella direzione inversa, e questo tipo “inverso”
appare se la relazione viene invertita (cambiando il senso della freccia).

Poiché la relazione tra Cane e Mammifero non è simmetrica (è vero che il cane è un
mammifero, ma non è sempre vero che un mammifero sia un cane) allora è necessario
trovare il tipo di relazione che soddisfa la relazione inversa.
In questo caso, è sempre vero che un mammifero può essere un cane.

Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

14
Le caratteristiche delle relazioni

D. Simmetrica (con doppie punte), vale a dire equivalente in entrambe le direzioni.

Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

15
I tipi di relazione
Una relazione è sempre qualificata da un tipo di relazione.
Un tipo di relazione di solito è un verbo o una frase verbale.
I tipi di relazioni possono esprimere relazioni di:
Gerarchia(inclusività, appartenenza ad una classe) ad esempio:
È un/può essere
Non è/non può essere
Parte – tutto (esprime appartenenza ad un insieme, l’esclusione o il complemento),
ad esempio:
È parte di/contiene
Non appartiene a
Manca in

Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

16
I tipi di relazione
Causa – effetto (è il caso della relazione nella quale la causa è necessaria perché si
produca l’effetto, senza tenere conto della sufficienza/insufficienza della causa) ad
esempio:
Permette/è permesso da
Agevola/è agevolato da
Impedisce/è impedito da
Determina/è determinato da
[è necessario] per ottenere
[si fa] per raggiungere
Provoca
È causa di
Contestualità spazio – temporale (questi tipi di relazione servono a precisare
eventi nelle coordinate temporali e spaziali, associandoli ad altri concetti o ad elementi
informativi) ad esempio:
Accadde in
Accadde prima di
Avvenne nel
Non avvenne prima di
Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

17
I tipi di relazione
Attributo (esprime caratteristica, maniera, nome, ruolo, possesso, concomitanza), ad
esempio:
Si chiama
Possiede
È
Istanza (per esprimere l’esemplificazione di un concetto o di un’idea generica), ad
esempio:
È un esempio di
È un’istanza di
Ha per istanza
Equivalenza/identità (per esprimere l’uguaglianza o la disuguaglianza), ad esempio:
È uguale a
È sinonimo di
È contrario di
È maggiore/minore di

Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

18
I percorsi semantici
La relazione tra i concetti non è evidente nella memoria, secondo ciò che accade nei
processi di pensiero.
Se la mappa è una rappresentazione dell’organizzazione di concetti e informazione su un
argomento, allora nella mappa un’operazione importante per l’apprendimento è
l’identificazione e l’analisi dei percorsi, e l’interazione con i risultati di queste operazioni.
Una delle capacità cognitive più importanti da stimolare è quella di relazionare concetti e/o
cose non evidentemente relazionate, capacità che è alla base del pensiero critico e
astratto.
L’attività con i percorsi semantici emula l’accesso alla conoscenza così come la mente
umana vi accede e la elabora: infatti, durante il ragionamento, la mente esplora e
percorre le diverse piste associative tra le idee e i concetti.
I percorsi semantici sono correlati al modo in cui pensiamo, al modo in cui la nostra mente
cerca informazione nella MLT.

Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

19
I percorsi semantici
L’individuazione e l’analisi dei percorsi cognitivi all’interno di una mappa (ed anche tra
mappe) è un esercizio di ragionamento superiore e di approfondimento tecnico e
pedagogico.
Poiché un concetto è sempre connesso a più concetti, nella mappa esistono percorsi
latenti che, in un modo o nell’altro, connettono in sequenza i diversi concetti, anche
quelli non adiacenti.
Così nella mappa, come nella memoria, tutti i concetti sono in qualche modo relazionati
tra di loro. In una mappa i percorsi sono latenti, sono lì e, proprio come le unità
semantiche (concetto
relazione
concetto) rappresentano conoscenza.
Se la ricerca semantica, funzione inerente ai comuni processi di pensiero, nella mappa è
un dialogo con la conoscenza, allora l’analisi dei percorsi semantici che emergono da
quella ricerca costituisce uno strumento potentissimo di apprendimento.

Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

20
La definizione di percorso semantico
Un percorso semantico è:
Una traiettoria lineare non discontinua tra due concetti non adiacenti dentro la
rete della mappa;
Una concatenazione specifica di concetti che rappresentano un aspetto cognitivo
particolare nella mappa;
Un’espressione regolare (o proposizione) complessa;
Una vista della mappa;
Un percorso qualificato di pensiero;
La descrizione di una relazione tra due concetti connessi indirettamente, distanti;
La parte di un ragionamento subcosciente; un ragionamento implicito nei processi
cognitivi fondamentali;
La rappresentazione di un concetto d’ordine superiore, difficilmente
rappresentabile con un singolo concetto.

Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

21
Perché si dice “identificare” e non “creare” i percorsi?
Perché i percorsi già esistono, sempre.
Identificare un percorso semantico è riconoscere l’esistenza di un significato, di un valore
cognitivo, rendere esplicita un’idea o un concetto implicito.
Identificare i percorsi semantici tra due concetti in una mappa implica:
1. Un compito di ragionamento essenziale;
2. Un’esplorazione della memoria semantica, che ubicherà certi concetti chiave in un
ordinamento semantico e cognitivo coerente;
3. Riempire vuoti concettuali;
4. Facilitare la trattazione di inferenze di alto livello, cioè di conoscenza rappresentata
tramite relazioni indirette, non evidenti;
5. Una funzione della navigazione nella mappa: infatti, nella navigazione di ogni nuova
rotta si induce necessariamente un’analisi cognitiva.

Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

22
Perché si dice “identificare” e non “creare” i percorsi?
In termini cognitivi, il concetto che riceve più attivazione (che fa parte di più percorsi,
anche latenti) è il concetto più importante della mappa.
Un esercizio elementare ma utilissimo in una mappa concettuale è quello di individuare,
qualificare, analizzare e descrivere la relazione tra due concetti non direttamente
connessi, trovando il percorso che li unisce, ossia individuando una specifica rotta di
navigazione tra le tante esistenti.
Un altro modo di capire i percorsi semantici è considerare l’identificazione del percorso
come “passare l’evidenziatore lungo un percorso sulla mappa”.
Così funziona il pensiero: nella navigazione di una nuova rotta si induce necessariamente
un’analisi cognitiva, un ragionamento cosciente il cui risultato atteso è l’apprendimento.

Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

23
Risorse per l’individuazione dei percorsi semantici
Il modo induttivo
L’utente può individuare un percorso semantico partendo da un concetto specifico tramite
una ricerca semantica, scegliendo in ogni caso le relazioni su cui “passare l’evidenziatore”
e prendendo decisioni sui punti di snodo del percorso.
In ogni snodo “decisionale” deve scegliere la nuova rotta.
Questo metodo permette di salvare il percorso per un utilizzo successivo come riferimento
analitico per un’ulteriore riflessione o per altre attività d’apprendimento.
Tale metodo, infine, permette l’individuazione cosciente di possibili percorsi significativi
con la consapevolezza che è basilare in qualunque attività di apprendimento.

Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

24
Risorse per l’individuazione dei percorsi semantici
Il modo semiautomatico
Questo metodo risponde direttamente alla domanda “Che relazione esiste tra i
concetti A e B?”, non essendo A e B adiacenti.
Tutti siamo d’accordo sul fatto che la conoscenza (nella nostra mente) è altamente
integrata in molti modi, e sul fatto che tutti i concetti nella rete sono in qualche modo
relazionati.
Allora è sempre possibile tanto nella nostra mente quanto nella mappa, relazionare due
concetti, anche se all’apparenza sembra difficile o impossibile poterli relazionare.
Se affermiamo che in una mappa i percorsi già esistono “latenti”, e che una mappa
concettuale è di solito fortemente connessa, tra due concetti esistono più percorsi, di cui
qualcuno breve e altri più lunghi, dal momento che questa molteplicità dipende dalla
distanza tra i due concetti scelti e dal livello della mappa.

Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

25
La mappa concettuale si legge?
La “lettura” dei testi, metodo abituale per la comprensione della lingua naturale scritta, è
sequenziale.
Nella lettura, per capire il significato dei contenuti, il lettore percorre le parole da un
estremo all’altro della loro sequenza.
Durante questo percorso lineare all’interno del periodo, i segni di punteggiatura
specificano un’organizzazione che precisa il significato.
In questo percorso lineare, il lettore deve scartare l’informazione ridondante e quella
complementare per individuare il significato del contenuto, ricorrendo costantemente alla
propria conoscenza.

Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

26
La mappa concettuale si legge?
Le caratteristiche più comuni della lettura del testo sono:
Il punto convenzionale dal quale iniziare la lettura è definito;
il punto convenzionale dove finire la lettura è definito;
L’organizzazione della scrittura segue le convenzioni della lettura;
È necessario percorrere il testo fra gli estremi per garantire la consistenza della
lettura;
Capire l’essenza implica scartare parte della forma.

Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

27
La mappa concettuale si legge?
Le mappe concettuali, come del resto tutti i diagrammi, hanno come obiettivo
precisamente quello di ridurre al massimo gli aspetti meno produttivi della lettura
testuale:
1. Eliminano la forma testuale, scartano l’informazione prescindibile (di controllo),
presentano l’essenza;
2. Assieme alla forma testuale è stata eliminata anche la sequenzialità, che obbliga a
seguire percorsi lineari (nei diagrammi di flusso non esiste la sequenzialità di parole,
ma di eventi,operazioni, ecc.);
3. Presentano molteplici punti di accesso agli elementi che danno un senso alla
comunicazione, invece di un solo punto di inizio.

Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

28
La mappa concettuale si legge?
Con l’espressione diagrammatica dei contenuti si perdono tre caratteristiche della lettura
convenzionale:
1. La convenzione sintattica (i simboli utilizzati e la loro organizzazione relativa) non è
orientata alla comunicazione formale ma all’espressione dei contenuti;
2. Non c’è una forma da scartare;
3. Non è necessario percorrere una sequenza predefinita per garantire la percezione dei
contenuti.
Non importa come è stata costruita una mappa: alla fine ci sarà una rete. Essendo questa
un reticolo dinamico, non ha un inizio e non ha una fine: avrà molti punti di inizio di
“lettura”, mentre il punto finale lo decide il lettore coscientemente,nella riflessione
necessaria per la comprensione.

Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

29
La mappa concettuale si legge?
Risulta evidente che, qualunque sia nella mappa l’organizzazione interna della conoscenza
e/o dell’informazione, la “lettura” della mappa ha proprie connotazioni esegue propri
metodi.
Una delle differenze fondamentali della lettura della mappa rispetto alla lettura testuale è
l’assenza di sequenzialità che offre la possibilità di:
realizzare un’osservazione esplorativa semplice e chiara della generalità del contesto,
riconoscendo gli aspetti importanti, chiaramente rappresentati nella mappa;
scegliere l’accesso ai componenti di rilievo,orientando l’analisi del “lettore” agli aspetti
più importanti;
riflettere sulle relazioni evidenziate nella mappa;
intervenire direttamente, adattando la mappa alle proprie esigenze cognitive, con
addizioni o modifiche;

Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

30
La mappa concettuale si legge?
Allora la lettura della mappa, oltre che non sequenziale è diretta.
Indurre la lettura di sequenze di proposizioni come in un testo, costruendo percorsi
testuali, invece di identificare i contenuti cognitivi per l’analisi, può dare luogo a mera
memorizzazione.
Considerare la mappa come un’immagine da “fotografare”,per ricordarla nel suo insieme,
converte la mappa concettuale in una tecnica raffinata per la mera memorizzazione, non
orientata all’apprendimento.
L’analisi o “lettura” della mappa, esamina principalmente i concetti e le unità semantiche,
che sono elementi fondamentali nella rappresentazione.

Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

31
La mappa concettuale si legge?
Di un concetto debbono essere analizzati:
I suoi attributi.
Un concetto viene descritto da:
Il nome del concetto
Il testo descrittivo
Il tipo di concetto (o classe) alla quale appartiene
Gli eventuali documenti (multimediali e non) che lo illustrano
Le proposizioni in cui si evidenzia una sua istanza
Le proposizioni (la conoscenza), le unità semantiche fondamentali della mappa, di cui il
concetto fa parte:
Come inizio della proposizione
Come destinazione della proposizione
Come l’istanza di un concetto
Come parte di percorsi di maggior rilievo

Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

32
La mappa concettuale si legge?
Della mappa devono essere analizzati:
il modo in cui le proposizioni sono articolate fra di loro;
i percorsi (le sequenze che alternativamente formano le proposizioni), siano espliciti,
già individuati o latenti;
l’insieme, la sua organizzazione.
Il valore didattico della mappa concettuale è precisamente questo: essere efficace per
l’esplorazione cognitiva e per l’analisi delle strutture semantiche, motivando l’attenzione e
la riflessione e inducendo l’apprendimento.

Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

33
La mappa concettuale si legge?
Trasferire alla mappa le regole discorsive del testo riduce la potenza didattica del metodo
concettuale e non contribuisce ad un miglior apprendimento.

Se la mappa concettuale è una struttura reticolare, logica e fondamentalmente
concettuale, che esprime la conoscenza tramite relazioni, allora la mappa non può essere
concepita come un’immagine da osservare e memorizzare: memorizzando la mappa,
leggendola sempre nello stesso modo, si potrebbe ottenere un livello più sofisticato di
memorizzazione, ma sempre e solo memorizzazione.

Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

34
FINE

Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

35
Bibliografia
H. Fortez “Insegnare e apprendere con le mappe concettuali”
Guida teorico-pratica per l’insegnante immedia editrice

Giuseppe Albezzano

IISS Boselli Alberti Pertini

36

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Insegnare con le mappe concettuali

  • 1. Albez edutainment production Modulo IV Una mappa concettuale si legge?
  • 3. Elementi generali componenti delle mappe concettuali Una mappa concettuale è composta da:   elementi organici aspetti relazionali Sono elementi organici: I. il concetto II. le sue istanze e la relazione con i rispettivi attributi III. le proposizioni risultanti Gli aspetti relazionali sono: I. la connettività II. i percorsi semantici I percorsi semantici dipendono tanto dagli elementi organici quanto dalla connettività stessa. Giuseppe Albezzano IISS Boselli Alberti Pertini 3
  • 4. Esempi di concetto o di unità informativa • Il Sole • Il meandro • La luna • La dittatura • L’unificazione dell’Italia • Anno 1872 (non è un concetto, ma è un elemento informativo valido e necessario) Esempi di proposizioni • La terra «è un» pianeta • Il fiume «scorre nel» letto • Il movimento delle molecole «determina» cambiamento di stato Giuseppe Albezzano IISS Boselli Alberti Pertini 4
  • 5. Esempi di percorsi Acqua può essere solida è ghiaccio può essere liquida può evaporare (da “La mappa di Denny” in “L’apprendimento significativo” di J. Novak L’apprendimento significativo richiede pre-conoscenze rilevanti dell’allievo immagazzinate in reti neuronali (“mappa dei requisiti dell’apprendimento significativo” in “L’apprendimento significativo” di J. Novak Le proposizioni sono gli elementi di significato. La proposizione è quello che si codifica nella memoria. Giuseppe Albezzano IISS Boselli Alberti Pertini 5
  • 6. Elementi generali componenti delle mappe concettuali  Le mappe concettuali sono rappresentazioni diagrammatiche che evidenziano relazioni significative tra concetti sotto forma di proposizioni.  Le proposizioni sono chiamate anche “unità semantiche” o “unità significative”.  Una proposizione è l’affermazione rappresentata da una relazione che connette due concetti.  Trattandosi di una rete di connessioni, la mappa concettuale può essere anche intesa come una rete di relazioni tra le relazioni, o come una rete di proposizioni.  Cioè come un’organizzazione associativa. Giuseppe Albezzano IISS Boselli Alberti Pertini 6
  • 7. Le caratteristiche dei concetti Un concetto è una generalizzazione di oggetti o eventi, ricavata dall’esame di istanze o occorrenze specifiche, o una concezione generale astratta, una nozione. Caratteristiche generali del concetto:  È un’idea astratta che non è limitata ad un luogo, momento o cosa specifica.  Corrisponde ad un’idea e deve essere nominato.  Un concetto è sempre indirettamente relazionato con tutti gli altri concetti presenti nella mappa.  Il criterio del “concetto più importante” in una mappa è sempre discutibile.  L’importanza di un concetto non si definisce, la dimostra la connettività di cui è oggetto. Giuseppe Albezzano IISS Boselli Alberti Pertini 7
  • 8. Le caratteristiche dei concetti Caratteristiche dei concetti rappresentati in una mappa:  il nome del concetto è una parola o una frase nominale brevissima, di non più di due tre parole;  il nome del concetto non deve iniziare con una proposizione;  l’esistenza isolata (senza relazioni) di un concetto gli toglie validità dentro il campo concettuale;  un concetto si relaziona almeno con un altro concetto;  un concetto può relazionarsi in qualunque modo con qualunque numero di concetti;  un concetto non può esistere due volte nella stessa mappa, nemmeno col nome modificato; Giuseppe Albezzano IISS Boselli Alberti Pertini 8
  • 9. Le caratteristiche dei concetti Caratteristiche dei concetti rappresentati in una mappa:  diversi concetti della mappa possono avere un ruolo affine. Ad essi, di conseguenza, può essere attribuita una categoria che li accomuna dal punto di vista cognitivo: un tipo di concetto;  un concetto, nella mappa, viene anche precisato da altri concetti e dalle relazioni che li collegano;  una sequenza di concetti del tipo: concetto relazione concetto relazione concetto….. costituisce un percorso semantico, che è un concetto di livello superiore o una proposizione estesa: è la traccia di un ragionamento;  poichè la rete è una rappresentazione dinamica, il concetto costituisce un nodo, la relazione costituisce una pista; la rete è costituita da nodi e piste associative;  un concetto può a sua volta contenere o rappresentare un’altra mappa. Giuseppe Albezzano IISS Boselli Alberti Pertini 9
  • 10. Le caratteristiche dei concetti Aspetti complementari e informativi associati al concetto:  Un concetto o una sua istanza può essere rappresentato nella mappa con un’immagine, ma questa rappresentazione non sostituisce il suo nome, arricchisce la sua descrizione. Così un’immagine approfondisce ed esplicita il significato del concetto o dell’istanza;  Il tipo di concetto, oltre alla caratterizzazione logica, può avere come attributo un aspetto grafico particolare, nella forma dei simboli e dei colori. Questo attributo è portatore di conoscenza ed incide fortemente nella percezione dello studente, tanto dal punto di vista logico quanto visivo;  Per migliorare e precisare la descrizione del concetto, per favorire l’interazione dello studente e rendere completa la presentazione, la descrizione del concetto può essere precisata ed estesa con un testo descrittivo;  I testi descrittivi dei concetti hanno un ruolo importante nella preparazione alla scrittura, nella comprensione e nella ricerca. Giuseppe Albezzano IISS Boselli Alberti Pertini 10
  • 11. Le caratteristiche delle relazioni La relazione è un elemento fondamentale della mappa concettuale. Una relazione determina: I. II. che due concetti siano relazionati tra di loro; qual è la caratteristica della relazione tra questi concetti, definita dal tipo di relazione. Questo è un elemento fondamentale della conoscenza della mappa. La mancanza di tale caratteristica principale toglie alla mappa i valori cognitivi più importanti. Le relazioni vengono usate nel ragionamento analitico e costruttivo, nei processi di ricerca e di comparazione. Giuseppe Albezzano IISS Boselli Alberti Pertini 11
  • 12. Le caratteristiche delle relazioni Una relazione può avere i seguenti stati: A. Indefinita, quando non è evidente il tipo di relazione, il che significa che non esprime conoscenza. Nella figura si evidenzia che i concetti “cane” e “mammifero” sono relazionati, ma non è esplicitato quale relazione li unisca. Manca l’aspetto più importante: la conoscenza che le attribuirebbe il tipo di relazione, e che permetterebbe alla relazione di esprimere conoscenza. Giuseppe Albezzano IISS Boselli Alberti Pertini 12
  • 13. Le caratteristiche delle relazioni B. Definita solo in una direzione, che è il caso più comune, e spesso sufficiente. Una volta definita la relazione, cioè assegnato il tipo di relazione, la conoscenza diventa esplicita. La relazione, una volta formalizzata, crea una proposizione: “il cane è un mammifero”. Se dal concetto cane è possibile definire una relazione verso il concetto mammifero, allora necessariamente deve essere possibile definire la relazione anche nel senso inverso. Questa relazione esiste sempre, latente. Giuseppe Albezzano IISS Boselli Alberti Pertini 13
  • 14. Le caratteristiche delle relazioni C. Definita anche in maniera reciproca, se due concetti sono relazionati in una direzione, allora sono relazionati anche nella direzione inversa, e questo tipo “inverso” appare se la relazione viene invertita (cambiando il senso della freccia). Poiché la relazione tra Cane e Mammifero non è simmetrica (è vero che il cane è un mammifero, ma non è sempre vero che un mammifero sia un cane) allora è necessario trovare il tipo di relazione che soddisfa la relazione inversa. In questo caso, è sempre vero che un mammifero può essere un cane. Giuseppe Albezzano IISS Boselli Alberti Pertini 14
  • 15. Le caratteristiche delle relazioni D. Simmetrica (con doppie punte), vale a dire equivalente in entrambe le direzioni. Giuseppe Albezzano IISS Boselli Alberti Pertini 15
  • 16. I tipi di relazione Una relazione è sempre qualificata da un tipo di relazione. Un tipo di relazione di solito è un verbo o una frase verbale. I tipi di relazioni possono esprimere relazioni di: Gerarchia(inclusività, appartenenza ad una classe) ad esempio: È un/può essere Non è/non può essere Parte – tutto (esprime appartenenza ad un insieme, l’esclusione o il complemento), ad esempio: È parte di/contiene Non appartiene a Manca in Giuseppe Albezzano IISS Boselli Alberti Pertini 16
  • 17. I tipi di relazione Causa – effetto (è il caso della relazione nella quale la causa è necessaria perché si produca l’effetto, senza tenere conto della sufficienza/insufficienza della causa) ad esempio: Permette/è permesso da Agevola/è agevolato da Impedisce/è impedito da Determina/è determinato da [è necessario] per ottenere [si fa] per raggiungere Provoca È causa di Contestualità spazio – temporale (questi tipi di relazione servono a precisare eventi nelle coordinate temporali e spaziali, associandoli ad altri concetti o ad elementi informativi) ad esempio: Accadde in Accadde prima di Avvenne nel Non avvenne prima di Giuseppe Albezzano IISS Boselli Alberti Pertini 17
  • 18. I tipi di relazione Attributo (esprime caratteristica, maniera, nome, ruolo, possesso, concomitanza), ad esempio: Si chiama Possiede È Istanza (per esprimere l’esemplificazione di un concetto o di un’idea generica), ad esempio: È un esempio di È un’istanza di Ha per istanza Equivalenza/identità (per esprimere l’uguaglianza o la disuguaglianza), ad esempio: È uguale a È sinonimo di È contrario di È maggiore/minore di Giuseppe Albezzano IISS Boselli Alberti Pertini 18
  • 19. I percorsi semantici La relazione tra i concetti non è evidente nella memoria, secondo ciò che accade nei processi di pensiero. Se la mappa è una rappresentazione dell’organizzazione di concetti e informazione su un argomento, allora nella mappa un’operazione importante per l’apprendimento è l’identificazione e l’analisi dei percorsi, e l’interazione con i risultati di queste operazioni. Una delle capacità cognitive più importanti da stimolare è quella di relazionare concetti e/o cose non evidentemente relazionate, capacità che è alla base del pensiero critico e astratto. L’attività con i percorsi semantici emula l’accesso alla conoscenza così come la mente umana vi accede e la elabora: infatti, durante il ragionamento, la mente esplora e percorre le diverse piste associative tra le idee e i concetti. I percorsi semantici sono correlati al modo in cui pensiamo, al modo in cui la nostra mente cerca informazione nella MLT. Giuseppe Albezzano IISS Boselli Alberti Pertini 19
  • 20. I percorsi semantici L’individuazione e l’analisi dei percorsi cognitivi all’interno di una mappa (ed anche tra mappe) è un esercizio di ragionamento superiore e di approfondimento tecnico e pedagogico. Poiché un concetto è sempre connesso a più concetti, nella mappa esistono percorsi latenti che, in un modo o nell’altro, connettono in sequenza i diversi concetti, anche quelli non adiacenti. Così nella mappa, come nella memoria, tutti i concetti sono in qualche modo relazionati tra di loro. In una mappa i percorsi sono latenti, sono lì e, proprio come le unità semantiche (concetto relazione concetto) rappresentano conoscenza. Se la ricerca semantica, funzione inerente ai comuni processi di pensiero, nella mappa è un dialogo con la conoscenza, allora l’analisi dei percorsi semantici che emergono da quella ricerca costituisce uno strumento potentissimo di apprendimento. Giuseppe Albezzano IISS Boselli Alberti Pertini 20
  • 21. La definizione di percorso semantico Un percorso semantico è: Una traiettoria lineare non discontinua tra due concetti non adiacenti dentro la rete della mappa; Una concatenazione specifica di concetti che rappresentano un aspetto cognitivo particolare nella mappa; Un’espressione regolare (o proposizione) complessa; Una vista della mappa; Un percorso qualificato di pensiero; La descrizione di una relazione tra due concetti connessi indirettamente, distanti; La parte di un ragionamento subcosciente; un ragionamento implicito nei processi cognitivi fondamentali; La rappresentazione di un concetto d’ordine superiore, difficilmente rappresentabile con un singolo concetto. Giuseppe Albezzano IISS Boselli Alberti Pertini 21
  • 22. Perché si dice “identificare” e non “creare” i percorsi? Perché i percorsi già esistono, sempre. Identificare un percorso semantico è riconoscere l’esistenza di un significato, di un valore cognitivo, rendere esplicita un’idea o un concetto implicito. Identificare i percorsi semantici tra due concetti in una mappa implica: 1. Un compito di ragionamento essenziale; 2. Un’esplorazione della memoria semantica, che ubicherà certi concetti chiave in un ordinamento semantico e cognitivo coerente; 3. Riempire vuoti concettuali; 4. Facilitare la trattazione di inferenze di alto livello, cioè di conoscenza rappresentata tramite relazioni indirette, non evidenti; 5. Una funzione della navigazione nella mappa: infatti, nella navigazione di ogni nuova rotta si induce necessariamente un’analisi cognitiva. Giuseppe Albezzano IISS Boselli Alberti Pertini 22
  • 23. Perché si dice “identificare” e non “creare” i percorsi? In termini cognitivi, il concetto che riceve più attivazione (che fa parte di più percorsi, anche latenti) è il concetto più importante della mappa. Un esercizio elementare ma utilissimo in una mappa concettuale è quello di individuare, qualificare, analizzare e descrivere la relazione tra due concetti non direttamente connessi, trovando il percorso che li unisce, ossia individuando una specifica rotta di navigazione tra le tante esistenti. Un altro modo di capire i percorsi semantici è considerare l’identificazione del percorso come “passare l’evidenziatore lungo un percorso sulla mappa”. Così funziona il pensiero: nella navigazione di una nuova rotta si induce necessariamente un’analisi cognitiva, un ragionamento cosciente il cui risultato atteso è l’apprendimento. Giuseppe Albezzano IISS Boselli Alberti Pertini 23
  • 24. Risorse per l’individuazione dei percorsi semantici Il modo induttivo L’utente può individuare un percorso semantico partendo da un concetto specifico tramite una ricerca semantica, scegliendo in ogni caso le relazioni su cui “passare l’evidenziatore” e prendendo decisioni sui punti di snodo del percorso. In ogni snodo “decisionale” deve scegliere la nuova rotta. Questo metodo permette di salvare il percorso per un utilizzo successivo come riferimento analitico per un’ulteriore riflessione o per altre attività d’apprendimento. Tale metodo, infine, permette l’individuazione cosciente di possibili percorsi significativi con la consapevolezza che è basilare in qualunque attività di apprendimento. Giuseppe Albezzano IISS Boselli Alberti Pertini 24
  • 25. Risorse per l’individuazione dei percorsi semantici Il modo semiautomatico Questo metodo risponde direttamente alla domanda “Che relazione esiste tra i concetti A e B?”, non essendo A e B adiacenti. Tutti siamo d’accordo sul fatto che la conoscenza (nella nostra mente) è altamente integrata in molti modi, e sul fatto che tutti i concetti nella rete sono in qualche modo relazionati. Allora è sempre possibile tanto nella nostra mente quanto nella mappa, relazionare due concetti, anche se all’apparenza sembra difficile o impossibile poterli relazionare. Se affermiamo che in una mappa i percorsi già esistono “latenti”, e che una mappa concettuale è di solito fortemente connessa, tra due concetti esistono più percorsi, di cui qualcuno breve e altri più lunghi, dal momento che questa molteplicità dipende dalla distanza tra i due concetti scelti e dal livello della mappa. Giuseppe Albezzano IISS Boselli Alberti Pertini 25
  • 26. La mappa concettuale si legge? La “lettura” dei testi, metodo abituale per la comprensione della lingua naturale scritta, è sequenziale. Nella lettura, per capire il significato dei contenuti, il lettore percorre le parole da un estremo all’altro della loro sequenza. Durante questo percorso lineare all’interno del periodo, i segni di punteggiatura specificano un’organizzazione che precisa il significato. In questo percorso lineare, il lettore deve scartare l’informazione ridondante e quella complementare per individuare il significato del contenuto, ricorrendo costantemente alla propria conoscenza. Giuseppe Albezzano IISS Boselli Alberti Pertini 26
  • 27. La mappa concettuale si legge? Le caratteristiche più comuni della lettura del testo sono: Il punto convenzionale dal quale iniziare la lettura è definito; il punto convenzionale dove finire la lettura è definito; L’organizzazione della scrittura segue le convenzioni della lettura; È necessario percorrere il testo fra gli estremi per garantire la consistenza della lettura; Capire l’essenza implica scartare parte della forma. Giuseppe Albezzano IISS Boselli Alberti Pertini 27
  • 28. La mappa concettuale si legge? Le mappe concettuali, come del resto tutti i diagrammi, hanno come obiettivo precisamente quello di ridurre al massimo gli aspetti meno produttivi della lettura testuale: 1. Eliminano la forma testuale, scartano l’informazione prescindibile (di controllo), presentano l’essenza; 2. Assieme alla forma testuale è stata eliminata anche la sequenzialità, che obbliga a seguire percorsi lineari (nei diagrammi di flusso non esiste la sequenzialità di parole, ma di eventi,operazioni, ecc.); 3. Presentano molteplici punti di accesso agli elementi che danno un senso alla comunicazione, invece di un solo punto di inizio. Giuseppe Albezzano IISS Boselli Alberti Pertini 28
  • 29. La mappa concettuale si legge? Con l’espressione diagrammatica dei contenuti si perdono tre caratteristiche della lettura convenzionale: 1. La convenzione sintattica (i simboli utilizzati e la loro organizzazione relativa) non è orientata alla comunicazione formale ma all’espressione dei contenuti; 2. Non c’è una forma da scartare; 3. Non è necessario percorrere una sequenza predefinita per garantire la percezione dei contenuti. Non importa come è stata costruita una mappa: alla fine ci sarà una rete. Essendo questa un reticolo dinamico, non ha un inizio e non ha una fine: avrà molti punti di inizio di “lettura”, mentre il punto finale lo decide il lettore coscientemente,nella riflessione necessaria per la comprensione. Giuseppe Albezzano IISS Boselli Alberti Pertini 29
  • 30. La mappa concettuale si legge? Risulta evidente che, qualunque sia nella mappa l’organizzazione interna della conoscenza e/o dell’informazione, la “lettura” della mappa ha proprie connotazioni esegue propri metodi. Una delle differenze fondamentali della lettura della mappa rispetto alla lettura testuale è l’assenza di sequenzialità che offre la possibilità di: realizzare un’osservazione esplorativa semplice e chiara della generalità del contesto, riconoscendo gli aspetti importanti, chiaramente rappresentati nella mappa; scegliere l’accesso ai componenti di rilievo,orientando l’analisi del “lettore” agli aspetti più importanti; riflettere sulle relazioni evidenziate nella mappa; intervenire direttamente, adattando la mappa alle proprie esigenze cognitive, con addizioni o modifiche; Giuseppe Albezzano IISS Boselli Alberti Pertini 30
  • 31. La mappa concettuale si legge? Allora la lettura della mappa, oltre che non sequenziale è diretta. Indurre la lettura di sequenze di proposizioni come in un testo, costruendo percorsi testuali, invece di identificare i contenuti cognitivi per l’analisi, può dare luogo a mera memorizzazione. Considerare la mappa come un’immagine da “fotografare”,per ricordarla nel suo insieme, converte la mappa concettuale in una tecnica raffinata per la mera memorizzazione, non orientata all’apprendimento. L’analisi o “lettura” della mappa, esamina principalmente i concetti e le unità semantiche, che sono elementi fondamentali nella rappresentazione. Giuseppe Albezzano IISS Boselli Alberti Pertini 31
  • 32. La mappa concettuale si legge? Di un concetto debbono essere analizzati: I suoi attributi. Un concetto viene descritto da: Il nome del concetto Il testo descrittivo Il tipo di concetto (o classe) alla quale appartiene Gli eventuali documenti (multimediali e non) che lo illustrano Le proposizioni in cui si evidenzia una sua istanza Le proposizioni (la conoscenza), le unità semantiche fondamentali della mappa, di cui il concetto fa parte: Come inizio della proposizione Come destinazione della proposizione Come l’istanza di un concetto Come parte di percorsi di maggior rilievo Giuseppe Albezzano IISS Boselli Alberti Pertini 32
  • 33. La mappa concettuale si legge? Della mappa devono essere analizzati: il modo in cui le proposizioni sono articolate fra di loro; i percorsi (le sequenze che alternativamente formano le proposizioni), siano espliciti, già individuati o latenti; l’insieme, la sua organizzazione. Il valore didattico della mappa concettuale è precisamente questo: essere efficace per l’esplorazione cognitiva e per l’analisi delle strutture semantiche, motivando l’attenzione e la riflessione e inducendo l’apprendimento. Giuseppe Albezzano IISS Boselli Alberti Pertini 33
  • 34. La mappa concettuale si legge? Trasferire alla mappa le regole discorsive del testo riduce la potenza didattica del metodo concettuale e non contribuisce ad un miglior apprendimento. Se la mappa concettuale è una struttura reticolare, logica e fondamentalmente concettuale, che esprime la conoscenza tramite relazioni, allora la mappa non può essere concepita come un’immagine da osservare e memorizzare: memorizzando la mappa, leggendola sempre nello stesso modo, si potrebbe ottenere un livello più sofisticato di memorizzazione, ma sempre e solo memorizzazione. Giuseppe Albezzano IISS Boselli Alberti Pertini 34
  • 36. Bibliografia H. Fortez “Insegnare e apprendere con le mappe concettuali” Guida teorico-pratica per l’insegnante immedia editrice Giuseppe Albezzano IISS Boselli Alberti Pertini 36