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EUROPA :
una espressione geografica ? una entità geopolitica ?
un sogno del passato ? un progetto per il futuro ?
sergio benassai
Mancano pochi giorni alle elezioni europee del 25 maggio
2014.
Ognuna/o voterà per chi crede giusto, o non voterà, se lo ritiene
giusto.
Però forse uno sguardo al passato può fornire qualche utile
elemento di riflessione e aiutare a decidere con più
consapevolezza.
L’idea di Europa ha sempre oscillato fra una definizione
geografica e una culturale, fra una definizione politica e una
definizione etnica.
Ma non è mai scomparsa.
Allora il problema è: vogliamo un’Europa, un’Unione Europea,
magari diversa, magari molto diversa, o no ? E, se sì, cosa fare
per realizzare questa diversità: votare o non votare ? E, se sì,
per chi ?
.
Sommario
1. L’etimologia della parola “europa” è tuttora incerta, come già riconoscevano gli antichi greci. Per
i quali comunque l’Europa era identificata con le terre situate al di sopra del Mediterraneo. E,
all’epoca del predominio macedone, ci fu che ipotizzò anche una, sia pur piccola, Europa politica.
2. Per gli antichi romani il riferimento geopolitico, più che l’Europa, era l’impero romano e, con la
sua caduta, anche l’idea di Europa si ridusse ad una non meglio definita espressione geografica,
talvolta identificata con le terre occupate dalla discendenza biblica di Jafet, uno dei figli di Noé.
3. Nel Medioevo, e in particolare con Carlo Magno, si tese ad identificare l’Europa con i territori
della “cristianità”.
4. Nel XVI secolo si verificarono diversi tentativi di costruire una Europa geografica e politica
unita, soprattutto per opera degli Asburgo. Tentativi che trovarono espressione anche in diverse
opere cartografiche dell’epoca , ma tutti destinati a fallire.
5. Anche adesso non vi è una esatta corrispondenza fra Europa politica ed Europa geografica
1. L’Europa degli antichi greci
1.1 Etimologia
Nella mitologia greca, Giove, innamoratosi di Europa, la figlia del re della città fenicia di Tiro,
trasformatosi in un toro bianco, la rapì e la condusse a Creta, ove Europa ebbe tre figli, tra i quali
Minosse, che divenne re di Creta e diede vita alla civiltà cretese.
Il riferimento ai fenici contenuto nel mito ha favorito in passato l’opinione che l’etimologia della
parola “europa” sarebbe da ritrovarsi nel vocabolo semitico “ereb”, cioè “occidente”, utilizzato dai
fenici per indicare i paesi che si trovavano appunto ad occidente della Fenicia.
Un’altra ipotesi è che “europa” derivi dai due vocaboli greci εὐ ρύς (ampio) e ὤψ (sguardo)
Però non si può non ricordare che Erodoto, il grande storico di Alicarnasso (484 – 425 a.C.), nel
libro IV delle “Storie”, affermava:
Quanto all’Europa, come nessuno sa se è circondata dal mare, così nessuno sa né
da dove abbia preso il suo nome né chi sia stato a imporglielo, a meno di
sostenere che lo si ricavò da Europa di Tiro Ma Europa sicuramente era di
origine asiatica e non giunse mai nel nostro continente, quello ora detto Europa
dai Greci: si limitò a passare dalla Fenicia a Creta, e da Creta in Licia.
1.2 Geografia dell’Europa
La prima mappa dell’Europa viene fatta risalire ad Anassimandro, il filosofo greco di Mileto (610 –
546 a.C.) che, secondo la tradizione greca, in quanto filosofo, era anche uno storico, uno scienziato,
un matematico, un geografo.
Una ricostruzione della mappa di Anassimandro è la seguente:
Come si vede, l’Europa, in linea con quanto sopra accennato, è costituita dalle terre che si trovano a
nord del Mediterraneo. Il suo confine occidentale, come quello settentrionale, è costituito
dall’oceano, mentre il confine orientale, che separa l’Europa dall’Asia, è costituito dal fiume Phasis
(in italiano: Rioni), un fiume della Georgia che nasce nel Caucaso e sfocia nel Mar Nero.
La mappa di Anassimandro fu successivamente arricchita da Ecateo, uno storico greco, anch’egli di
Mileto (550 – 476 a.C.). Questa una possibile ricostruzione della mappa di Ecateo, risultante dalla
descrizione fornita nella sua opera “Periegesi” (viaggio intorno al mondo):
Questa rappresentazione dell’Europa non convinceva molto Erodoto che, nel libro IV delle “Storie”,
affermava:
Io rido quando vedo che molti hanno disegnato la mappa della terra, ma che
nessuno ne ha dato una spiegazione ragionevole: raffigurano un Oceano che
scorre intorno alla terra, tonda come se l’avessero fatta col compasso, e
disegnano l’Asia grande come l’Europa
Invece a nessuno è chiaramente noto, né dalla parte d’oriente né da quella di
settentrione, se l’Europa sia circondata dal mare; si sa però la sua lunghezza, che
è pari a quella degli altri due continenti insieme.
E’ comunque evidente che, al di là di una chiara definizione geografica, l’Europa è comunque fatta
coincidere con le terre a nord del Mediterraneo e al di qua degli Urali.
1.3 Un’Europa politica ?
Al di là della definizione geografica è comunque presente nella cultura dell’antica Grecia una netta
contrapposizione di tipo culturale fra quella che viene definita come Europa e l’Asia.
In particolare, secondo la cultura greca, l’Europa (che però spesso, da questo punto di vista, si
riduce ad identificarsi con la stessa Grecia) si caratterizza per le sue istituzioni democratiche in
contrapposizione alle strutture monarchiche, imperiali, dell’Asia (a sua volta essenzialmente
identificate nell’impero persiano).
E’ però interessante notare come, già allora, si ipotizzasse una specie di “unione europea”.
In particolare, in un frammento dell’ “Encomio di Filippo”, scritto nel 346 a.C. dallo storico greco
Teopompo, si invita Filippo II, il re di Macedonia (e padre di Alessandro Magno), a farsi promotore
di una “unificazione” europea in questi termini
Esorto te, Filippo, a seguire una politica europea, a costruire un grande stato
europeo da contrapporre al grande stato asiatico
Filippo II
Anche se, va precisato, l’Europa a cui si riferisce Teopompo sembra limitarsi alle terre comprese fra
l’Adriatico ed il Mar Nero.
2. L’Europa degli antichi romani
2.1 L’Europa come “romanità”
Nella cultura romana non si riscontrano sostanziali modifiche alla concezione di “Europa” così
come ereditata dalla cultura greca.
Va però notato che, per gli antichi romani, l’Europa (ancora percepita, come per i greci, in
contrapposizione all’Asia) tendeva ad identificarsi con i territori soggetti alla dominazione romana,
unificati dunque dal punto di vista istituzionale, oltre che culturale, più che con riferimento alla
collocazione geografica.
Il che peraltro comportava che, essendo il collante unificante costituito dall’appartenenza all’impero
romano, i paesi dell’Africa e dell’Asia soggetti al dominio romano erano considerati come più
omogenei a Roma di quanto non lo fossero i paesi del Nord Europa non soggetti a tale dominio.
Il discrimine istituzionale, e, di conseguenza, anche culturale, era dunque quello della “romanità” e
non quello geografico, come si ricava anche da questa frase, contenuta nella “Historia Augusta”
(Probus XIII, 4):
Ricevette quindi la sottomissione di tutti gli eserciti europei (europenses) che
avevano proclamato Floriano imperatore e lo avevano poi ucciso.
Questa distinzione fra “romanità” e geografia è del resto ben presente nell’opera “Historiarum
adversum paganos” di Paolo Orosio (375 – 418 d.C.), uno storico romano, discepolo e collaboratore
di sant'Agostino.
Paolo Orosio
Nel I libro di quest’opera infatti l’Europa “geografica” è molto simile a quella definita dagli antichi
greci, sia pur con la differenza che il fiume che costituisce una parte del confine orientale (con
l’Asia) è qui costituito dal fiume Tanais (il Don), dalla sua sorgente nei non meglio identificati
monti “Rifei” fino alla sua foce nella palude Meotide (il mare d’Azov), mentre, come detto, per i
greci il fiume di riferimento era il Rioni.
Tuttavia, quando Orosio passa a descrivere i diversi paesi che costituiscono l’Europa, si limita a
considerare quelli che si trovano ad occidente del Reno e sotto al Danubio, considerando gli altri
paesi (Germania, Scandinavia, Scizia, ecc.) come paesi dei “barbari”.
2.2 L’evanescenza dell’Europa
Nel 293 d.C. l’imperatore Diocleziano suddivise l’impero in quattro aree, a loro volta articolate in
dodici diocesi.
Iniziò così il processo di separazione dell’impero romano in impero d’occidente e impero d’oriente,
che trovò la sua definitiva formalizzazione nel 395 con la morte dell’imperatore Teodosio.
E mentre l’impero romano d’occidente si avviava alla sua fine, l’impero romano d’oriente vedeva il
suo baricentro, sia geografico che culturale, sempre più spostato verso l’Asia.
Ne derivò quindi l’irrilevanza del concetto di Europa, se non come mera espressione geografica.
2.3 L’eredità biblica
Nel capitolo 10 della Genesi, il primo libro della Bibbia, vengono elencati i discendenti dei tre figli
di Noè: Sem, Cam e Iafet.
Questa è la discendenza dei figli di Noè: Sem, Cam e Jafet; dopo il diluvio a loro
nacquero dei figli. I figli di Jafet furono: Gomer, Magog, Madai, Javan, Tubal,
Mescek e Tiras. I figli di Gomer: Ashkenaz, Rifath e Togarmah. I figli di Javan:
Elisham, Tarshish, Kittim e Dodanim. Da essi vennero i popoli sparsi nelle isole
delle nazioni, nei loro diversi paesi, ciascuno secondo la propria lingua, secondo
le loro famiglie, nelle loro nazioni.
Secondo Flavio Giuseppe, lo storico romano di origine ebraiche vissuto nel I secolo d.C., i
discendenti di Iafet elencati nella Genesi sono da identificarsi con diversi popoli europei che lo
storico elenca nel libro I della sua opera “Antichità giudaiche”.
Jafeth, figlio di Noè, ebbe sette figli. Costoro iniziarono ad abitare le montagne
del Tauro e dell'Amano, avanzarono nell'Asia verso il fiume Tanai, e in Europa
fino a Gadeira occupando il territorio sul quale andavano; e siccome nessuno li
aveva preceduti diedero alle regioni i loro propri nomi.
E vengono quindi citati i diversi popoli europei derivanti dalla stirpe di Jafet, quali: Galati, Sciiti,
Medi, Greci, Iberi, Traci, Regini, Paflagoni, Frigi, Eoli, Cilici, Ciprioti
L’identificazione dell’Europa con le terre popolate dai discendenti di Jafet è poi confermata nella
prima pagina del XIV libro di quella che si può considerare la prima enciclopedia occidentale, le
“Etymologiae”, compilate da Isidoro di Siviglia, il vescovo spagnolo nato nel 560 d.C ( come nella
prima edizione a stampa del 1472).
3. L’Europa nel medioevo
3.1 Europa e cristianità
Ma, nell’VIII secolo, l’ormai obsoleto riferimento ad una entità come l’Europa torna in auge.
Nel 754 un mozarabo (un cristiano che viveva nella Spagna musulmana) scrive una cronaca,
intitolata “Continuatio Isidoriana Hispana” nella quale descrive la storia spagnola dal 610 al 754.
Tale cronaca contiene una dettagliata descrizione della famosa battaglia di Poitiers del 732, con la
quale Carlo Martello inflisse una pesante sconfitta ai saraceni che occupavano la Spagna.
In tale descrizione, per ben due volte, nel riferirsi all’esercito dei Franchi guidati da Carlo Martello,
usa il vocabolo “europei”:
prospiciunt Europenses Arabum tentoria, nescientes cuncta esse pervacua
Europenses vero … spoliis tantum et manubiis decenter divisis, in suas se laeti
recipiunt patrias
E il concetto di europei vi appare non più come riferito ad una nozione geografica, ma al complesso
di popoli e nazioni che si identificano nella religione cristiana in contrapposizione all’Islam.
3.2 Carlo Magno
Questa identificazione fra “europa” e “cristianità” si rafforza sempre più con l’affermarsi del potere
di Carlo Magno (in alleanza col papato).
In un poema del 799, il “Carmen de Karolo Magno”, si dice infatti:
Re Carlo, apice del mondo, amore e vanto del popolo,
venerato vertice dell’Europa, ottimo padre, eroe
Ma, in questo caso, l’Europa ha dimensioni territoriali limitate all’impero carolingio
E, alla morte di Carlo Magno, anche in conseguenza di nuove invasioni barbariche e di una lotta per
la supremazia fra impero e papato, la precaria e limitata unità territoriale europea da lui realizzata si
disintegra, dando luogo ad un frammentarsi in stati e staterelli, mentre, va ricordato, nella parte
orientale dell’Europa è ancora vivo e vegeto l’impero romano d’oriente.
4. Tentativi di unificazione europea
4.1 Carlo V
La frammentazione politica dell’Europa si protrae fino al XVI secolo.
Ma, nel 1520, ad Aquisgrana, Carlo V d’Asburgo viene eletto imperatore del Sacro Romano
Impero. Un impero che, grazie alle conquiste e alle acquisizioni per via ereditaria, comprende, tra
l’altro, la Spagna, parte della Francia e dell’Italia, il regno di Napoli, la Germania, l’Austria,
l’Ungheria.
Tuttavia il sogno di una definitiva unificazione dell’Europa (almeno di quella occidentale e
centrale) tramonta ben presto, a fronte della invincibile resistenza della Francia e della spaccatura
che si crea a seguito della riforma luterana.
Un tramonto che troverà una definitiva consacrazione con la pace di Westfalia del 1648, con la
quale si sancirà un nuovo ordinamento internazionale, con il riconoscimento di più stati
indipendenti.
4.2 L’Europa regina
In corrispondenza con la parziale unificazione europea realizzatasi con l’impero di Carlo V si
assiste ad un interessante tentativo di definire una possibile Europa unita, sia in termini geografici
che politici.
E’ infatti questa definizione unificante che caratterizza alcune opere di cartografi tedeschi del XVI
secolo, raggruppabili sotto il nome di “Europa regina”: si tratta di mappe antropomorfiche
dell’Europa nelle quali i confini geografici dell’Europa coincidono con i contorni della figura di una
Regina, nella quale figura sono rappresentati i diversi stati europei.
Se ne conoscono diverse versioni, quali:
Putsch
Quad-Bussmacher
Bunting
Ma sicuramente la mappa graficamente più leggibile è quella di Munster:
In questa “Europa Regina”, in buona analogia con quanto descritto nelle mappe dell’antichità, i
confini dell’Europa sono costituiti dal Mar Mediterraneo, dall’Oceano, dal Mar Baltico, dal fiume
Tanais (il Don).
Può essere interessante notare che alla prima mappa antropomorfa “Europa Regina”, quella di
Johannes Putsch, un poeta matematico al servizio di Ferdinando I (fratello di Carlo V e suo
successore come imperatore), si affianca un poemetto dello stesso Putsch intitolato “Europa
Lamentans” nel quale si possono trovare alcune spiegazioni alla sua mappa.
In particolare vi si trova:
Così la mia testa è inclinata sotto l’oppressione dei crudeli Inglesi, e il mio
braccio destro, appesantito dai tiranni Romani, si inclina verso il terreno, mentre
le vene perdono vigore. Solo la leale e potente Germania, al centro del mio corpo,
si è potentemente rafforzata.
E, naturalmente, il poemetto (dedicato all’imperatore Carlo V e a Ferdinando I) si conclude con una
esortazione ai due potenti fratelli affinché si impegnino per una Europa unita e pacificata.
5. Adesso
5.1 L’Europa geografica …
Adesso l’Europa (sia che sia considerata un continente o l’estremità occidentale del continente
euroasiatico o una delle tre parti del continente Afro-Eurasia) è quell’area geografica delimitata a
nord dal mare Glaciale Artico, ad ovest dall'oceano Atlantico, a sud dal mar Mediterraneo e dal mar
Nero e, ad est, dalla catena montuosa degli Urali, dal fiume Ural, dalla costa settentrionale del mar
Caspio e dalla depressione del Kuma-Manyč.
5.2 … e l’Unione Europea
Tuttavia a tale definizione geografica non corrisponde certo una omogeneità politica, come peraltro
risulta evidente dalla non coincidenza fra l’Europa geografica e l’Unione Europea.
Questa non coincidenza fra dati geografici e dati politici non è certo una novità. E, per altro verso,
non è neppure una novità il tentativo di procedere ad una integrazione politica dei paesi europei che,
pur avendo raggiunto un rilevante risultato appunto con l’Unione Europea, è già stato più volte
ipotizzato anche in un lontano passato.

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EUROPA : una espressione geografica ? una entità geopolitica ? un sogno del passato ? un progetto per il futuro ?

  • 1. Estratto dal sito www.ilfuturomigliore.org EUROPA : una espressione geografica ? una entità geopolitica ? un sogno del passato ? un progetto per il futuro ? sergio benassai Mancano pochi giorni alle elezioni europee del 25 maggio 2014. Ognuna/o voterà per chi crede giusto, o non voterà, se lo ritiene giusto. Però forse uno sguardo al passato può fornire qualche utile elemento di riflessione e aiutare a decidere con più consapevolezza. L’idea di Europa ha sempre oscillato fra una definizione geografica e una culturale, fra una definizione politica e una definizione etnica. Ma non è mai scomparsa. Allora il problema è: vogliamo un’Europa, un’Unione Europea, magari diversa, magari molto diversa, o no ? E, se sì, cosa fare per realizzare questa diversità: votare o non votare ? E, se sì, per chi ? .
  • 2. Sommario 1. L’etimologia della parola “europa” è tuttora incerta, come già riconoscevano gli antichi greci. Per i quali comunque l’Europa era identificata con le terre situate al di sopra del Mediterraneo. E, all’epoca del predominio macedone, ci fu che ipotizzò anche una, sia pur piccola, Europa politica. 2. Per gli antichi romani il riferimento geopolitico, più che l’Europa, era l’impero romano e, con la sua caduta, anche l’idea di Europa si ridusse ad una non meglio definita espressione geografica, talvolta identificata con le terre occupate dalla discendenza biblica di Jafet, uno dei figli di Noé. 3. Nel Medioevo, e in particolare con Carlo Magno, si tese ad identificare l’Europa con i territori della “cristianità”. 4. Nel XVI secolo si verificarono diversi tentativi di costruire una Europa geografica e politica unita, soprattutto per opera degli Asburgo. Tentativi che trovarono espressione anche in diverse opere cartografiche dell’epoca , ma tutti destinati a fallire. 5. Anche adesso non vi è una esatta corrispondenza fra Europa politica ed Europa geografica
  • 3. 1. L’Europa degli antichi greci 1.1 Etimologia Nella mitologia greca, Giove, innamoratosi di Europa, la figlia del re della città fenicia di Tiro, trasformatosi in un toro bianco, la rapì e la condusse a Creta, ove Europa ebbe tre figli, tra i quali Minosse, che divenne re di Creta e diede vita alla civiltà cretese. Il riferimento ai fenici contenuto nel mito ha favorito in passato l’opinione che l’etimologia della parola “europa” sarebbe da ritrovarsi nel vocabolo semitico “ereb”, cioè “occidente”, utilizzato dai fenici per indicare i paesi che si trovavano appunto ad occidente della Fenicia. Un’altra ipotesi è che “europa” derivi dai due vocaboli greci εὐ ρύς (ampio) e ὤψ (sguardo) Però non si può non ricordare che Erodoto, il grande storico di Alicarnasso (484 – 425 a.C.), nel libro IV delle “Storie”, affermava: Quanto all’Europa, come nessuno sa se è circondata dal mare, così nessuno sa né da dove abbia preso il suo nome né chi sia stato a imporglielo, a meno di sostenere che lo si ricavò da Europa di Tiro Ma Europa sicuramente era di origine asiatica e non giunse mai nel nostro continente, quello ora detto Europa dai Greci: si limitò a passare dalla Fenicia a Creta, e da Creta in Licia. 1.2 Geografia dell’Europa La prima mappa dell’Europa viene fatta risalire ad Anassimandro, il filosofo greco di Mileto (610 – 546 a.C.) che, secondo la tradizione greca, in quanto filosofo, era anche uno storico, uno scienziato, un matematico, un geografo. Una ricostruzione della mappa di Anassimandro è la seguente:
  • 4. Come si vede, l’Europa, in linea con quanto sopra accennato, è costituita dalle terre che si trovano a nord del Mediterraneo. Il suo confine occidentale, come quello settentrionale, è costituito dall’oceano, mentre il confine orientale, che separa l’Europa dall’Asia, è costituito dal fiume Phasis (in italiano: Rioni), un fiume della Georgia che nasce nel Caucaso e sfocia nel Mar Nero. La mappa di Anassimandro fu successivamente arricchita da Ecateo, uno storico greco, anch’egli di Mileto (550 – 476 a.C.). Questa una possibile ricostruzione della mappa di Ecateo, risultante dalla descrizione fornita nella sua opera “Periegesi” (viaggio intorno al mondo): Questa rappresentazione dell’Europa non convinceva molto Erodoto che, nel libro IV delle “Storie”, affermava: Io rido quando vedo che molti hanno disegnato la mappa della terra, ma che nessuno ne ha dato una spiegazione ragionevole: raffigurano un Oceano che scorre intorno alla terra, tonda come se l’avessero fatta col compasso, e disegnano l’Asia grande come l’Europa
  • 5. Invece a nessuno è chiaramente noto, né dalla parte d’oriente né da quella di settentrione, se l’Europa sia circondata dal mare; si sa però la sua lunghezza, che è pari a quella degli altri due continenti insieme. E’ comunque evidente che, al di là di una chiara definizione geografica, l’Europa è comunque fatta coincidere con le terre a nord del Mediterraneo e al di qua degli Urali. 1.3 Un’Europa politica ? Al di là della definizione geografica è comunque presente nella cultura dell’antica Grecia una netta contrapposizione di tipo culturale fra quella che viene definita come Europa e l’Asia. In particolare, secondo la cultura greca, l’Europa (che però spesso, da questo punto di vista, si riduce ad identificarsi con la stessa Grecia) si caratterizza per le sue istituzioni democratiche in contrapposizione alle strutture monarchiche, imperiali, dell’Asia (a sua volta essenzialmente identificate nell’impero persiano). E’ però interessante notare come, già allora, si ipotizzasse una specie di “unione europea”. In particolare, in un frammento dell’ “Encomio di Filippo”, scritto nel 346 a.C. dallo storico greco Teopompo, si invita Filippo II, il re di Macedonia (e padre di Alessandro Magno), a farsi promotore di una “unificazione” europea in questi termini Esorto te, Filippo, a seguire una politica europea, a costruire un grande stato europeo da contrapporre al grande stato asiatico Filippo II Anche se, va precisato, l’Europa a cui si riferisce Teopompo sembra limitarsi alle terre comprese fra l’Adriatico ed il Mar Nero.
  • 6. 2. L’Europa degli antichi romani 2.1 L’Europa come “romanità” Nella cultura romana non si riscontrano sostanziali modifiche alla concezione di “Europa” così come ereditata dalla cultura greca. Va però notato che, per gli antichi romani, l’Europa (ancora percepita, come per i greci, in contrapposizione all’Asia) tendeva ad identificarsi con i territori soggetti alla dominazione romana, unificati dunque dal punto di vista istituzionale, oltre che culturale, più che con riferimento alla collocazione geografica. Il che peraltro comportava che, essendo il collante unificante costituito dall’appartenenza all’impero romano, i paesi dell’Africa e dell’Asia soggetti al dominio romano erano considerati come più omogenei a Roma di quanto non lo fossero i paesi del Nord Europa non soggetti a tale dominio. Il discrimine istituzionale, e, di conseguenza, anche culturale, era dunque quello della “romanità” e non quello geografico, come si ricava anche da questa frase, contenuta nella “Historia Augusta” (Probus XIII, 4): Ricevette quindi la sottomissione di tutti gli eserciti europei (europenses) che avevano proclamato Floriano imperatore e lo avevano poi ucciso. Questa distinzione fra “romanità” e geografia è del resto ben presente nell’opera “Historiarum adversum paganos” di Paolo Orosio (375 – 418 d.C.), uno storico romano, discepolo e collaboratore di sant'Agostino. Paolo Orosio
  • 7. Nel I libro di quest’opera infatti l’Europa “geografica” è molto simile a quella definita dagli antichi greci, sia pur con la differenza che il fiume che costituisce una parte del confine orientale (con l’Asia) è qui costituito dal fiume Tanais (il Don), dalla sua sorgente nei non meglio identificati monti “Rifei” fino alla sua foce nella palude Meotide (il mare d’Azov), mentre, come detto, per i greci il fiume di riferimento era il Rioni. Tuttavia, quando Orosio passa a descrivere i diversi paesi che costituiscono l’Europa, si limita a considerare quelli che si trovano ad occidente del Reno e sotto al Danubio, considerando gli altri paesi (Germania, Scandinavia, Scizia, ecc.) come paesi dei “barbari”. 2.2 L’evanescenza dell’Europa Nel 293 d.C. l’imperatore Diocleziano suddivise l’impero in quattro aree, a loro volta articolate in dodici diocesi. Iniziò così il processo di separazione dell’impero romano in impero d’occidente e impero d’oriente, che trovò la sua definitiva formalizzazione nel 395 con la morte dell’imperatore Teodosio. E mentre l’impero romano d’occidente si avviava alla sua fine, l’impero romano d’oriente vedeva il suo baricentro, sia geografico che culturale, sempre più spostato verso l’Asia. Ne derivò quindi l’irrilevanza del concetto di Europa, se non come mera espressione geografica.
  • 8. 2.3 L’eredità biblica Nel capitolo 10 della Genesi, il primo libro della Bibbia, vengono elencati i discendenti dei tre figli di Noè: Sem, Cam e Iafet. Questa è la discendenza dei figli di Noè: Sem, Cam e Jafet; dopo il diluvio a loro nacquero dei figli. I figli di Jafet furono: Gomer, Magog, Madai, Javan, Tubal, Mescek e Tiras. I figli di Gomer: Ashkenaz, Rifath e Togarmah. I figli di Javan: Elisham, Tarshish, Kittim e Dodanim. Da essi vennero i popoli sparsi nelle isole delle nazioni, nei loro diversi paesi, ciascuno secondo la propria lingua, secondo le loro famiglie, nelle loro nazioni. Secondo Flavio Giuseppe, lo storico romano di origine ebraiche vissuto nel I secolo d.C., i discendenti di Iafet elencati nella Genesi sono da identificarsi con diversi popoli europei che lo storico elenca nel libro I della sua opera “Antichità giudaiche”. Jafeth, figlio di Noè, ebbe sette figli. Costoro iniziarono ad abitare le montagne del Tauro e dell'Amano, avanzarono nell'Asia verso il fiume Tanai, e in Europa fino a Gadeira occupando il territorio sul quale andavano; e siccome nessuno li aveva preceduti diedero alle regioni i loro propri nomi. E vengono quindi citati i diversi popoli europei derivanti dalla stirpe di Jafet, quali: Galati, Sciiti, Medi, Greci, Iberi, Traci, Regini, Paflagoni, Frigi, Eoli, Cilici, Ciprioti L’identificazione dell’Europa con le terre popolate dai discendenti di Jafet è poi confermata nella prima pagina del XIV libro di quella che si può considerare la prima enciclopedia occidentale, le “Etymologiae”, compilate da Isidoro di Siviglia, il vescovo spagnolo nato nel 560 d.C ( come nella prima edizione a stampa del 1472).
  • 9. 3. L’Europa nel medioevo 3.1 Europa e cristianità Ma, nell’VIII secolo, l’ormai obsoleto riferimento ad una entità come l’Europa torna in auge. Nel 754 un mozarabo (un cristiano che viveva nella Spagna musulmana) scrive una cronaca, intitolata “Continuatio Isidoriana Hispana” nella quale descrive la storia spagnola dal 610 al 754. Tale cronaca contiene una dettagliata descrizione della famosa battaglia di Poitiers del 732, con la quale Carlo Martello inflisse una pesante sconfitta ai saraceni che occupavano la Spagna. In tale descrizione, per ben due volte, nel riferirsi all’esercito dei Franchi guidati da Carlo Martello, usa il vocabolo “europei”: prospiciunt Europenses Arabum tentoria, nescientes cuncta esse pervacua Europenses vero … spoliis tantum et manubiis decenter divisis, in suas se laeti recipiunt patrias E il concetto di europei vi appare non più come riferito ad una nozione geografica, ma al complesso di popoli e nazioni che si identificano nella religione cristiana in contrapposizione all’Islam.
  • 10. 3.2 Carlo Magno Questa identificazione fra “europa” e “cristianità” si rafforza sempre più con l’affermarsi del potere di Carlo Magno (in alleanza col papato). In un poema del 799, il “Carmen de Karolo Magno”, si dice infatti: Re Carlo, apice del mondo, amore e vanto del popolo, venerato vertice dell’Europa, ottimo padre, eroe Ma, in questo caso, l’Europa ha dimensioni territoriali limitate all’impero carolingio E, alla morte di Carlo Magno, anche in conseguenza di nuove invasioni barbariche e di una lotta per la supremazia fra impero e papato, la precaria e limitata unità territoriale europea da lui realizzata si disintegra, dando luogo ad un frammentarsi in stati e staterelli, mentre, va ricordato, nella parte orientale dell’Europa è ancora vivo e vegeto l’impero romano d’oriente.
  • 11. 4. Tentativi di unificazione europea 4.1 Carlo V La frammentazione politica dell’Europa si protrae fino al XVI secolo. Ma, nel 1520, ad Aquisgrana, Carlo V d’Asburgo viene eletto imperatore del Sacro Romano Impero. Un impero che, grazie alle conquiste e alle acquisizioni per via ereditaria, comprende, tra l’altro, la Spagna, parte della Francia e dell’Italia, il regno di Napoli, la Germania, l’Austria, l’Ungheria. Tuttavia il sogno di una definitiva unificazione dell’Europa (almeno di quella occidentale e centrale) tramonta ben presto, a fronte della invincibile resistenza della Francia e della spaccatura che si crea a seguito della riforma luterana. Un tramonto che troverà una definitiva consacrazione con la pace di Westfalia del 1648, con la quale si sancirà un nuovo ordinamento internazionale, con il riconoscimento di più stati indipendenti. 4.2 L’Europa regina In corrispondenza con la parziale unificazione europea realizzatasi con l’impero di Carlo V si assiste ad un interessante tentativo di definire una possibile Europa unita, sia in termini geografici che politici. E’ infatti questa definizione unificante che caratterizza alcune opere di cartografi tedeschi del XVI secolo, raggruppabili sotto il nome di “Europa regina”: si tratta di mappe antropomorfiche
  • 12. dell’Europa nelle quali i confini geografici dell’Europa coincidono con i contorni della figura di una Regina, nella quale figura sono rappresentati i diversi stati europei. Se ne conoscono diverse versioni, quali: Putsch Quad-Bussmacher
  • 13. Bunting Ma sicuramente la mappa graficamente più leggibile è quella di Munster:
  • 14. In questa “Europa Regina”, in buona analogia con quanto descritto nelle mappe dell’antichità, i confini dell’Europa sono costituiti dal Mar Mediterraneo, dall’Oceano, dal Mar Baltico, dal fiume Tanais (il Don). Può essere interessante notare che alla prima mappa antropomorfa “Europa Regina”, quella di Johannes Putsch, un poeta matematico al servizio di Ferdinando I (fratello di Carlo V e suo successore come imperatore), si affianca un poemetto dello stesso Putsch intitolato “Europa Lamentans” nel quale si possono trovare alcune spiegazioni alla sua mappa. In particolare vi si trova: Così la mia testa è inclinata sotto l’oppressione dei crudeli Inglesi, e il mio braccio destro, appesantito dai tiranni Romani, si inclina verso il terreno, mentre le vene perdono vigore. Solo la leale e potente Germania, al centro del mio corpo, si è potentemente rafforzata. E, naturalmente, il poemetto (dedicato all’imperatore Carlo V e a Ferdinando I) si conclude con una esortazione ai due potenti fratelli affinché si impegnino per una Europa unita e pacificata.
  • 15. 5. Adesso 5.1 L’Europa geografica … Adesso l’Europa (sia che sia considerata un continente o l’estremità occidentale del continente euroasiatico o una delle tre parti del continente Afro-Eurasia) è quell’area geografica delimitata a nord dal mare Glaciale Artico, ad ovest dall'oceano Atlantico, a sud dal mar Mediterraneo e dal mar Nero e, ad est, dalla catena montuosa degli Urali, dal fiume Ural, dalla costa settentrionale del mar Caspio e dalla depressione del Kuma-Manyč. 5.2 … e l’Unione Europea Tuttavia a tale definizione geografica non corrisponde certo una omogeneità politica, come peraltro risulta evidente dalla non coincidenza fra l’Europa geografica e l’Unione Europea.
  • 16. Questa non coincidenza fra dati geografici e dati politici non è certo una novità. E, per altro verso, non è neppure una novità il tentativo di procedere ad una integrazione politica dei paesi europei che, pur avendo raggiunto un rilevante risultato appunto con l’Unione Europea, è già stato più volte ipotizzato anche in un lontano passato.