La Corte di Giustizia dell’Unione Europea, cos'è e cosa fa. È stata fondata nel 1952 e ha sede a Lussemburgo. Interpreta il diritto dell’UE per garantire che sia applicato allo stesso
modo in tutti gli Stati Membri.
2. COS’È E COSA FA
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea è composta da 15 giudici e
tratta le richieste presentate dai tribunali nazionali e alcuni ricorsi
per annullamento e impugnazioni.
È stata fondata nel 1952 e ha sede a Lussemburgo.
Interpreta il diritto dell’UE per garantire che sia applicato allo stesso
modo in tutti gli Stati Membri:
assicura il rispetto della legge (procedure d’infrazione);
annulla gli atti giuridici dell’UE (ricorsi per annullamento);
assicura l’intervento dell’UE (ricorsi per omissione).
Anche singoli individui, imprese o organizzazioni si possono rivolgere
alla CGUE per intraprendere un’azione legale contro un’Istituzione
dell’UE quando pensano che i propri diritti siano stati violati.
3. LA CORTE DI GIUSTIZIA NON È IL TRIBUNALE DELL’UE
Il Tribunale dell’UE, sempre organo della Corte, giudica sui ricorsi per
annullamento presentati da privati cittadini, imprese e, in taluni casi,
Governi dell’UE e si occupa soprattutto di diritto della concorrenza,
aiuti di Stato, commercio, agricoltura e marchi.
Giudici e Avvocati generali sono nominati dai Governi nazionali per
un mandato, rinnovabile, di 6 anni.
Il Presidente resta in carica per 3 anni, con un mandato rinnovabile.
4. LA PROCEDURA DI INFRAZIONE
FASE PRELIMINARE
LaCommissioneEuropeapuòagireingiudiziocontroloStatoMembro
che non rispetta il diritto UE in seguito a:
denuncia di cittadino privato;
un’interrogazione del Parlamento Europeo;
propria iniziativa.
Invia una lettera di messa in mora che concede allo Stato due mesi
per presentare le proprie osservazioni.
Se le risposte sono ritenute insoddisfacenti, viene inviato il cd. parere
motivato. Se i richiami rimangono inascoltati, la Commissione può
deferire lo Stato Membro alla Corte.
Accertata l’infrazione, la Corte può condannare il Paese a mettersi in
regola. Se lo Stato continua a non adeguarsi, la Corte può comminare
sanzioni pecuniarie, per un importo proposto della Commissione e
commisurato alla gravità e persistenza dell’inadempimento.
5. Le cause, assegnate a un giudice e a un avvocato generale, si
compongono di due fasi.
FASE SCRITTA. Le parti presentano alla Corte delle dichiarazioni
scritte che vengono sintetizzate dal giudice relatore e discusse
durante la riunione generale della Corte, che decide:
quanti giudici si occupano della causa: 3, 5 o 15 a seconda
dell’importanza e complessità. La maggior parte viene trattata da 5;
se deve tenersi un’audizione (fase orale) e se è necessario un
parere ufficiale dell’avvocato generale.
FASE ORALE: UN’AUDIZIONE PUBBLICA. Gli avvocati delle parti
sono sentiti dai giudici e dall’avvocato generale. Infine i giudici
deliberano ed emettono il verdetto.
I tempi del verdetto? Per i casi di infrazione, ad esempio, arriva dopo
circa 10 mesi.
COME DECIDE LA CORTE
6. ALCUNE SENTENZE STORICHE
Marzo 2017. Vietare il velo islamico
sul luogo di lavoro si può
LaCortehadeliberatoche«unaregola
interna che proibisca di indossare in
modo visibile qualsiasi segno politico,
filosofico o religioso non costituisce
diretta discriminazione».
Dicembre 2017. Stop a Uber
La sentenza della Corte definisce
Uber un servizio di trasporto e quindi
soggetto alla regolamentazione dei
singoli Stati Membri.
Dicembre 1995.
Calciomercato story
La sentenza Bosman ha
sancito il principio della libera
circolazione dei lavoratori/
calciatori nel mercato unico,
una volta scaduto il contratto.
Grazie alla Bosnam venne
messo un tetto al numero di
calciatori extra-UE nelle rose
delle squadre.
7. Negli ultimi dieci anni la Corte ha emesso 94 sentenze di infrazione
per mancato rispetto delle norme UE da parte dell’Italia.
85 volte i giudici hanno dato ragione alla Commissione UE, solo in 9
casi l’Italia ha avuto la meglio.
74 di queste sentenze sono state emesse tra il 2007 a il 2011.
Dal 2012 il numero si è ridotto grazie al sistema EU Pilot, un dialogo
informale tra Bruxelles e gli Stati Membri prima di avviare una
procedura di infrazione.
Per 492 casi i giudici italiani hanno richiesto un “parere pregiudiziale”
(vincolante) alla Corte UE sull’interpretazione della normativa europea.
Numero esorbitante se si pensa che rappresenta il 12% delle richieste
totali presentate da TUTTI gli Stati Membri.
L’ITALIA E LA CORTE: DAL 2007 AD OGGI
8. LE CAUSE DI INFRAZIONE PENDENTI
A carico dell’Italia figurano
7 cause e 6 sentenze, alle
quali l’Italia non ha ottem-
perato, 4 delle quali hanno
comportato sanzioni pecu-
niarie.
L’ultimo procedimento riguar-
da il ritardo nei pagamenti
della PA alle imprese.
La Commissione Europea ha infatti
deferito l’Italia alla Corte per il siste-
matico ritardo con il quale le am-
ministrazioni pubbliche italiane effet-
tuano i pagamenti nelle transazioni
commerciali, in violazione delle nor-
me dell’UE in materia di pagamenti
(Direttiva 2011/7/UE sui ritardi di pa-
gamento).
9. Su questo punto i negoziati si erano bloccati. Solo dopo il discorso di
Firenze della May, si inizia e vedere un’apertura.
L’8 dicembre 2017 l’Intesa Comune tra UE e GB «riconosce il ruolo della
Corte di giustizia europea come arbitro ultimo dell’interpretazione della
legislazione dell’Unione».
Sarannoitribunalibritanniciadecideresullecausesollevatedacittadini
UE sulla tutela dei propri diritti, ma si baseranno sulla Giurisprudenza
della CGUE. I giudici britannici potranno inoltre rivolgersi alla CGUE per
questioni interpretative “entro 8 anni” dall’entrata in vigore dell’accordo
sulla Brexit.
BREXIT: LA MAY CEDE ALLA CORTE
Cosa succede se, dopo la Brexit, un cittadino
UE, residente in Gran Bretagna, sente lesi i
propri diritti ed entra in un contenzioso con lo
Stato britannico?
10. Telos Analisi & Strategie
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