6. L'indovinello veronese
Boves se pareba - Spingeva avanti a sè i buoi
Alba pratalia araba - arava prati bianchi,
Et albo versorio teneba - teneva un bianco aratro
Et negro semen seminaba.- e seminava un nero seme.
8. L'indovinello veronese
indovinèllo [der. di indovinare]
Nome generico di ogni gioco enigmistico;
in senso stretto, breve enigma popolare,
generalmente in versi facili e rimati.
9. L'indovinello veronese
• Scopo del gioco è, naturalmente, indovinare
quale oggetto si celi dietro tali versi,
tenendo presente che la composizione è
a doppio soggetto:
presenta, cioè, un significato reale nascosto
dietro un significato apparente.
10. L'indovinello veronese
è un testo scritto da un ignoto copista
tra l'VIII secolo e l'inizio del IX
in forma d'appunto,
presso il margine superiore di un foglio
in un codice pergamenaceo più antico
11. L'indovinello veronese
È forse il più antico testo pervenuto
che usi lingua romanza
e rappresenterebbe un possibile atto
di nascita del volgare in Italia
12. L'indovinello veronese
Le lingue romanze, lingue latine o lingue neolatine
sono le lingue derivate dal latino
Esse sono l'evoluzione diretta non già del latino
classico, bensì di quello volgare ossia "popolare",
costituito dalle varietà linguistiche sviluppatesi a
seguito dell'espansione dell'Impero romano.
13. L'indovinello veronese
il volgare
passa nelle scritture e diventa a poco a poco lingua
letteraria
non è il linguaggio del popolo così come questo
direttamente lo parla, ma
è quello stesso linguaggio di una persona colta, e
che generalmente sa di latino, lo tratta e lo
sistema, perché sia comprensibile al popolo ma al
tempo stesso abbia la dignità grammaticale e
stilistica di stare accanto al latino
14. L'indovinello veronese
Ma non tutti gli studiosi sono concordi e
alcuni ritengono che si tratti ancora di latino
(pur se con le evidenti aberrazioni),
come dimostra il fatto che il testo ha bisogno di una
traduzione in italiano.
15. L'indovinello veronese
Il codice originale fu redatto in Spagna
all'inizio dell'VIII secolo e
giunse a Verona non troppo tempo dopo.
Le due postille furono individuate nel 1924
16. L'indovinello veronese
Vincenzo De Bartholomaeis, un filologo italiano,
ha scoprito per primo il senso,
con l'aiuto di Lina Calza, una studentessa
universitaria del I anno
Luigi Schiaparelli, uno storico e paleografo italiano,
è tracciato il percorso del codice ,
dalla Spagna a Verona
17. L'indovinello veronese
dalla Spagna a Verona:
il codice probabilmente ha lasciato la penisola
iberica poco dopo la conquista araba del Regno
di Toledo ( 711),
è passato poi da Cagliari e Pisa negli anni trenta
dell'VIII secolo e
prima della fine del secolo (VIII) è giunto a Verona
18. L'indovinello veronese
La forma stilistica è quella di una coppia
di esametri caudati.
L’esametro dattilico o esametro eroico, spesso chiamato
semplicemente esametro, è la più antica e la più importante
tipologia di verso in uso nella poesia greca e latina, usato in
particolar modo per la poesia epica o poesia didascalica.
Secondo le definizioni della metrica classica esso consiste in
una esapodia dattilica catalettica in disyllabum, ossia di
un verso formato da sei piedi (esapodia) dattilici, di cui
l'ultimo manca di una sillaba (catalettico), risultando quindi di
due sillabe (in disyllabum)
19. L'indovinello veronese
• Molto probabilmente si tratta di una "prova di
penna".
In paleografia e in codicologia l’espressione
«prova di penna» indica il disegno, la parola
singola, la frase o i versi, che si trovano tracciati
nelle carte di guardia iniziali o finali e nei margini
dei manoscritti medievali e che rappresentano
esercizi calligrafici di carattere preparatorio,
eseguiti dall’amanuense per provare la qualità
degli strumenti scrittori o per abituarsi all’uso di
un determinato tipo di scrittura.
21. L'indovinello veronese
Traduzione Testo Soluzione
Teneva davanti a sé i
buoi
se pareba boves Le dita della mano
arava bianchi prati alba pratalia araba Le pagine bianche di
un libro
e aveva un bianco
aratro
et albo versorio
teneba
La penna d'oca, con
cui si era soliti scrivere
e un nero seme
seminava
et negro semen
seminaba
L'inchiostro, con cui si
scrivono le parole
22. L'indovinello veronese
STORIA DI UN INDOVINELLO
Negli Aenigmata Anglica leggiamo un indovinello
di Aldelmo (640 ca.-709) monaco
benedettino anglosassone:
Pergo per albentes directo tramite campos,
candentique viae vestigia cerula linquo
lucida nigratis fuscans anfractibus arva
Procedo diritto attraverso bianchi campi,
e sulla candida via lascio tracce celesti,
campi bianchi macchiando con oscuri
23. L'indovinello veronese
Anche Paolo Diacono (Cividale 720 ca.-Montecassino 799),
il grande storico e maestro di grammatica alla corte di
Carlo Magno, autore della Historia Langobardorum
riporta un indovinello simile:
Candidolum bifido proscissum vomere campum
visu et restrictas adii lustrante per occas.
Un candido campo solcato da un vomere a doppia lama
mi apparve e per gli stretti solchi avanzai riflettendo
24. L'indovinello veronese
Un'ultima versione ce la offre Pascoli nella poesia Il
piccolo aratore tratta da Myricae:
Scrive... (la nonna ammira): ara bel bello,
guida l'aratro con la mano lenta;
semina col suo piccolo marrello1:
il campo è bianco, nera la sementa.
1il marrello è la piccola zappa: il bambino che impara a scrivere sotto gli occhi della
nonna, tiene la penna come una zappa.
25. L'indovinello veronese
Ancor oggi in alcuni dialetti sopravvive
l'indovinello
il campo è bianco / nera è la semente / tre buoi
lavorano / due non fanno niente
Basta guardare come si impugna una penna per
capire chi sono i due "buoi" che non fanno niente.
26. L'indovinello veronese
Al testo dell'indovinello si accompagna un testo
(riga 3), stavolta in latino più sorvegliato:
si tratta di una formula canonica di benedizione in
latino. La formula, vergata da un'altra mano,
recita:
Gratias tibi agimus omnipotens sempiterne Deus
"Ti ringraziamo, Dio onnipotente ed eterno".
27. L'indovinello veronese
• L'indovinello viene citato nel quarto romanzo
di Umberto Eco, intitolato Baudolino ed
ambientato tra il XII e il XIII secolo.
• L'eremita che, con scopi non interamente
onorevoli, istruisce Baudolino, lo cita in una
forma semplificata - alba pratalia arabat et
negrum semen seminabat - quando decide di
insegnargli a scrivere