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Developmental Coordination Disorder (D.C.D.)
Valutazione in eta’ prescolare e scolare
D.C.D. definizione DSM IV
quotidiane
4 criteri
A)Compromissione sviluppo competenze motorie (<5° percentile test specifico
motorio)
B) Interferenza con apprendimento scolastico/attività vita quotidiana
C) non dovuta ad una condizione medica generale (es pci)
D) livello cognitivo nella norma (QIT> 85)
Leeds Consensus Conference 2006
Comprende tutti i quadri precedentemente diversamente definiti come
Disprassia, Goffaggine, Maldestrezza, Disfunzione Neurologica Minore, ecc.
La prevalenza del Disturbo di Sviluppo della Coordinazione è stata stimata
al 6% dei bambini tra i 5 e gli 11 anni
Include tutti i disturbi motori che
interferiscono nella vita quotidiana
VANTAGGI
Aspecificità
Eterogeneità della sintomatologia
SVANTAGGI
Le manifestazioni di questo disturbo variano con l'età e con lo sviluppo
I bambini più piccoli possono presentare, ritardo nel raggiungimento delle
tappe dello sviluppo motorio, goffaggine, inadeguatezza nelle abilità
motorie fini di routine
I bambini più grandi possono mostrare difficoltà nell'assemblaggio di
puzzles, nel gioco di costruzioni o nel modellismo, nel giocare a palla,
nell’apprendimento degli sport, nel disegno e nell’apprendimento della
scrittura
Costante: alterazioni dei processi di apprendimento di nuove abilità motorie
DCD: Caratteristiche
• Difficoltà di ordine neuromotorio
• Difficoltà nella rappresentazione dello spazio corporeo e extra
corporeo
• Difficoltà nella rappresentazione dell’oggetto
• Difficoltà di ideazione e di programmazione del movimento
Segni neurologici minori
Asimmetrie di carico e
posturali
Ritardo/atipia sv motorio
Imprecisa
Localizzazione stimoli
tattili
Riconoscimento
posizioni
Facilitazioni tattili
•rappresentazione del
movimento
•rappresentazione
dell’oggetto
•rappresentazione dei
rapporti che intercorrono tra
corpo e oggetto e/o tra due
oggetti
•rappresentazione
sequenziale delle azioni
Esecuzione
Rappresentazione
del problema
Pianificazione
Verifica del
risultato
DCD: Caratteristiche
• Difficoltà nella elaborazione delle informazioni visive e
nell’integrazione visuomotoria
• Profili cognitivi disarmonici
• Difficoltà di apprendimento scolastico
• Problemi psicopatologici
QIT>85
QIV>QIP
Disgrafia
Discalculia
Fino agli 11 aa disturbi
esternalizzanti (ADHD, ansia)
Adolecesnza prevalenza
disturbi internalizzanti
(depressione)
Bassa autostima
Scarse abilità sociali
 Difficoltà nella discriminazione
dell’orientamento, maggiormente
rispetto alle variazioni in senso latero-
laterale
 Difficoltà alla scansione della sequenza
• Difficoltà di arresto, di variazione di
traiettoria sulla base di informazioni
visive
• Difficoltà ad eseguire linee oblique, che si
incrociano, variazioni di direzione; nella
rappresentazione delle forme
• Organizzazione spaziale del disegno
deficitaria sia rispetto al foglio che
rispetto alle diverse componenti
dell’immagine
• Difficoltà ad integrare la gestalt globale
con la rappresentazione dei particolari
DCD: Eziologia
-Prematurità o altri problemi perinatali
-Basso peso alla nascita (small for date)
Jongmans et al. (1998) hanno riscontrato difficoltà percettivo-motorie nel 48%
dei bambini di 6 anni nati prematuri (<35°settimane di e.g.).
Nel 10% di questi non erano evidenti altri problemi.
In alcuni casi, lesioni cerebrali rilevate con tecniche di imaging alla nascita non
erano più visibili al follow up.
Cooke e coll. (1999), Miyahara et al. (2003) hanno trovato alterazioni alla RMN
alla nascita nel 42,5% dei soggetti di un gruppo di small for date.
 Predisposizione genetica come base comune per dislessia e DCD
(Stein, 2002; Stordy, 2000)
 Base genetica per problemi di articolazione della parola e difficoltà
motorie (Watkins, Gadian e Vargha-Khadem, 1999)
 Comune difetto genetico per abilità visuocostruttive e coordinazione
motoria (Mervis, Robinson e Pani, 1999)
Mercuri et al. (1996) in uno studio con RMf descrivono anormalità
morfologiche del corpo calloso nella maggioranza della popolazione di
bambini con DCD nati prematuramente. In uno studio follow-up (1998)
gli stessi autori notano che in alcuni casi, lesioni identificate alla
nascita non erano più evidenti in anni successivi.
DCD: Valutazione
Livello motorio: M-ABC
Livello visuopercettivo : VMI / TPV
Livello visuomotorio: VMI/ TPV
Grafismo: disegno spontaneo, disegno cognitivo (bicicletta, forbici. Su copia e modello)
Livello motorio prassico: GAP, PROVE PRASSIE BIMANUALI (transitive e non)
LABORATORIO DEL MOVIMENTO
-GAYT ANALISIS
-PRASSIE MOTORIE
-PRASSIE GRAFOMOTORIE
Aspetti motori
 Esame neurologico (soft signs)
Osservazione qualitativa (tono, postura, distribuzione
carico, fluidità del movimento, sincinesie, prove di
equilibrio)
 Test standardizzato (< 5° perc; - 2 ds)
 Alterazioni del tono muscolare
(lieve ipotono, variabilità, difficoltà al rilasciamento, tremori)
 Alterazione della forza
(difficoltà a canalizzare la forza in specifici distretti corporei)
 Persistenza di sincinesie
 Ritardo della lateralizzazione
Segni neurologici minori
Punti di riferimento spaziali
incostanti
Confini dello spazio corporeo
mal definiti
. SCARSA STABILITA’ POSTURALE
. VARIAZIONI DELL’ASSETTO E DEL CARICO
Continue variazioni dell’assetto
posturale
il bambino si adatta al disturbo e lo asseconda
COORDINAZIONE
STATICA
DCD - coordinazione motoria globale
Strategia del “lasciarsi cadere”
DIFFICOLTÀ IDEAZIONE - PROGRAMMAZIONE DI SEQUENZE SPAZIO-
TEMPORALI
• SCHEMI INCOSTANTI IN PASSAGGI POSTURALI
• DISSOCIAZIONE TRA EMILATI - EMICORPI
• POSSIBILE DEFICIT DI FORZA
La mancata interiorizzazione di moduli cinetici costanti si esprime in una
estrema variabilità degli schemi di movimento adottati e nel contempo si
cela in un’irrequietezza motoria
COORDINAZIONE
DINAMICA
DCD - coordinazione motoria globale
• assecondare la mal definizione dello spazio corporeo
• criterio quantitativo piuttosto che qualitativo
• accelerazione e approssimazione del gesto (vedi anche grafismo)
• esclusione di giunti articolari (vedi anche grafismo)
DATI SINTOMATICI POSSONO ESSERE IN PARTE
ESPRESSIONE DI STRATEGIE DI COMPENSO FUNZIONALE,
DI UN ADATTAMENTO DEL BAMBINO AL DISTURBO
“Stile” del bambino
(di movimento, di approccio e soluzione dei problemi)
stile di personalità atipico
Le strategie messe in atto dal bambino per adattarsi al disturbo
costituiscono un compromesso di “copertura” e finiscono per
assecondare, rinforzare ed amplificare le caratteristiche patologiche
L’approccio terapeutico deve saper cogliere questi elementi nel
comportamento del bambino e ricreare le condizioni favorenti un
effettivo processo di apprendimento
Batteria per la valutazione motoria del bambino
(Movement ABC I e II)
Il test è composto da due parti: test e checklist
 Test per la valutazione delle performance, somministrato individualmente:
M-ABC I: 32 item totali, 8 prove per ogni fascia d’età:
Fascia 1 (4 - 6 anni)
Fascia 2 (7 - 8 anni)
Fascia 3 (9 - 10 anni)
Fascia 4 (11 - 12 anni)
M-ABC II: 24 item totali, 8 prove per ogni fascia d’età:
Fascia 1 (3-6 anni)
Fascia 2 (7-10 anni)
Fascia 3 (11-16 anni)
Le tipologie di compito sono:
Destrezza manuale, Abilità con la palla, Equilibrio statico e dinamico
 La checklist consiste di 48 item relativi al comportamento del
soggetto, divisi in quattro sezioni, (bambino
stazionario/ambiente stabile, bambino in movimento/ambiente
stabile, bambino stazionario/ambiente che cambia, bambino in
movimento/ambiente che cambia), ciascuna delle quali
considera la performance del soggetto in situazione
progressivamente più complesse. Inoltre essa include una
sezione di altri 12 item relativa a problemi comportamentali
correlati con le difficoltà motorie, che permette di valutare
quanto gli atteggiamenti del bambino (timidezza, passività,
impulsività, sopravvalutazione della propria abilità, ecc.)
influenzino le sue performance motorie.
Aspetti prassici
 Osservazione qualitativa (strategie di movimento)
 Test standardizzati
 Il termine prassia deriva dal greco praxía, fare. La capacità di
compiere correttamente gesti coordinati e diretti a un
determinato fine. Un gesto abituale non deve essere pensato e
monitorato, ma si realizza senza controllo cognitivo (attentivo).
 Se il gesto è nuovo il soggetto deve invece selezionare la sequenza
degli atti e controllare il loro svolgimento ed eventualmente
modificare il piano. Il progetto d'azione deve cioè essere prima
immaginato e poi monitorato nell'atto della realizzazione.
 Nell'individuo normale l'acquisizione di un nuovo schema motorio
progredisce attraverso stadi in cui il movimento è controllato in
modo attivo e accurato. I singoli movimenti devono essere
prodotti lentamente prestando attenzione ad ogni singola azione e
alle sue conseguenze. Ciascuna azione deve essere selezionata e
la sequenza deve essere assemblata e immagazzinata in
memoria (ordine e timing). Con la pratica la sequenza si consolida
e diviene automatica.
 Agire sul mondo esterno costruire strutture motorie (sequenze di movimenti
ordinati rispetto ad uno scopo e a specifiche esigenze adattive)
 La rappresentazione dello spazio
Il confronto tra esperienze provenienti da canali differenti offre la base per rendere coerenti
le esperienze e costruire categorie e concetti per classificare e organizzare gli interventi
sul mondo esterno rendendo azioni e riconoscimenti sempre più precisi. La
rappresentazione costituisce quindi una costituente fondamentale del movimento
intenzionale (diretto a uno scopo).
Differenti livelli di organizzazione (e di controllo) sottostanno alla realizzazione del
comportamento intenzionale:
 rappresentazione mentale dell'attività e pianificazione degli atti sequenziali indispensabili
per realizzarla (preparazione dell'azione) feed-forward
 controllo (feed-back) nel corso dell'azione ad opera del sistema effettore
 verifica del risultato (feed-back a posteriori).
 L'azione finalizzata consiste nell'assemblamento di atti elementari in serie e si
caratterizza per una progressiva minor variabilità maggior economia (utilizzazione dei
soli atti necessari allo scopo).
COMPONENTI DELL’ATTO PRASSICO
INDIVIDUAZIONE dell’OBIETTIVO
RAPPRESENTAZIONE MENTALE dell’OGGETTO e del MOVIMENTO
NECESSARI PER RAGGIUNGERE LO SCOPO
IDEAZIONE
PREVISIONE e REALIZZAZIONE dell’
ASSEMBLAGGIO SPAZIO-TEMPORALE di SCHEMI PRASSICI
secondo rapporti di SEQUENZIALITA’O SIMULTANEITA’
PROGRAMMAZIONE
COORDINAZIONE e DESTREZZA
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COMPONENTE STRUMENTALE
Scala GAP prassie transitive
 La GAP-T è composta da 45 prove, suddivise in 9 fasce d’età
corrispondenti ad un intervallo di 6 mesi l’una, da 1 anno ai 5.6 anni,
con un periodo particolarmente informativo tra i 2 e i 4 anni.
Il test,
oltre alla determinazione di un livello prestazionale del bambino,
permette un’analisi qualitativa della funzione indagata, fornendo utili
indizi sul suo stile operativo, cioè sulla modalità di procedere nella
risoluzione del compito, sulle strategie adottate e sulla capacità di
sfruttare una facilitazione data dall’operatore per ampliare la
prestazione (si assegnano punteggi distinti per l’Esecuzione
autonoma e per l’Esecuzione con facilitazione). I
Gesti semplici
Gesti complessi
Prassie bimanuali
(ideazione - sequenzialità - destrezza)
• Ritaglio quadrato - cerchio - fiore
• Temperamatite
• Nodo e fiocco
• Allacciare un orologio all’op.
• Accendere un fiammifero
• Gomitolo
• Contagocce
• Accendere una candela con l’accendino
• Catena elastici
• Caccia alla moneta
Problem solving
RITAGLIO (QUADRATO – CERCHIO – FIORE)
Mano d’azione:
 attivazionedel meccanismo delle forbici
 applicazione della forza per procedere in avanti sulla base di un’informazione
propriocettiva (resistenza del materiale)
 controllo della direzione da imprimere al gesto sulla base di informazione visiva
Mano di supporto:
 mantenere il foglio in posizione
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Precisa consensualità di mov. delle due mani
Successione di tratti lineari: adattamento progressivo ma non armonico
Ritaglio di grosse porzioni di carta: possibile strategia funzionale
Facilitazione: aumento di dimensioni del modello
CONTAGOCCE
Comprensione di un meccanismo regolato da una precisa sequenza
spazio-temporale (spostamento-azione-azione-spostamento: infilo-
premo-rilascio-sfilo) che espelle/aspira l’elemento, quale che sia, nel
quale la pompetta è immersa
 La stessa azione (premere) produce effetti contrari (riempire/ svuotare la
pompetta) a seconda del momento della sequenza spaziale
 Passaggio ad uno schema diverso con regolazione fine del mov. per rilasciare
goccia a goccia
Strategie: il b. che non è in grado di eseguire la prova invece di porre
l’attenzione sul meccanismo della pompetta si concentra sull’acqua
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Difficoltà a rispettare la sequenza spazio-temporale dei rapporti tra i
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Prassie rappresentative
Valutano capacità relative alla:
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Prassie rappresentative, esempi
 Chiudere una porta a chiave
 Lavarsi le mani con il sapone
 Infilare calza e scarpa
 Tirare una freccia con l’arco
 Distribuire le carte
 Procedere zoppicando
 Cucire
 Scopare
 Stappare una bottiglia
 Versare un liquido
Disturbi visuo-percettivi, organizzazione spaziale e grafica
compiti visuo - percettivi
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INEFFICACI STRATEGIE SPONTANEE IN
• DIFFICOLTÀ DELL’ELABORAZIONE DI INFORMAZIONI NON VERBALI
MEDIATE DAL CANALE VISIVO (ESTRAPOLAZIONE FIGURA-SFONDO,
RICONOSCIMENTO FIGURA TRATTEGGIATA, RITENZIONE COSTANZA
DELLA FORMA)
T.P.V.
Test di percezione visiva e integrazione visuo-motoria (D.Hammill,
N. Pearson, J. Voress)
Batteria di 8 subtests che misurano le abilità percettive visive e visuo-motorie:
Coordinazione occhio-mano
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Velocità visuo-motoria
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Età: 4 - 10 anni
V.M.I.
Developmental Test of Visual-Motor Integration
(K.E. Beery)
Ampliamento del precedente test Beery-Buktenica con i test
Supplementari. Test carta e matita 27 item totali
Età: 3 aa. - età adulta 3/7 anni: versione ridotta (18 item)
2 Subtest: Percezione Visiva - Coordinazione Motoria
Nel test di Percezione Visiva delle forme geometriche, assolutamente identiche agli
stimoli del VMI, devono essere scelte, una per volta tra altre che differiscono
sotto qualche aspetto. Il compito consiste nell'identificare in 3 minuti il maggior
numero di forme, che corrisponde a 27.
Nel test di Coordinazione Motoria il
compito consiste semplicemente nel tracciare le forme stimolo con una matita
senza uscire dai margini del percorso stampato; la somministrazione richiede 5
minuti.
Prassie costruttive Prova di Borelly-Oleron
(costruzioni su modello grafico)
Difficoltà crescente per
• “lettura” dell’immagine
• numero degli elementi da assemblare
• complessità spaziale delle forme da costruire
Abilità grafomotorie
 Disegno spontaneo (contenuti, gestione dello spazio,
lateralità,
 Disegno cognitivo (esplicitazione nessi logico funzionali)
 Compiti di precisione esecutiva
 Valutazione scrittura
Disegno cognitivo: esecuzione di disegni a soggetto
(su richiesta, copia da modello grafico, copia da modello reale)
 Attiva l’utilizzo di risorse grafiche imperfette per rappresentare un oggetto
complesso
 Attiva l’uso di moduli grafici altrimenti non utilizzati
 Richiede l’integrazione della gestalt globale con la rappresentazione dei particolari
Il disegno delle forbici
 Lame
 parallele separate
 parallele connesse
 Angolate
 incrociate
 Vite
 Assente
 presente errata
 presente corretta
• Nel disegno spontaneo: l’incrocio, possibile su copia a 5 anni, viene
utilizzato stabilmente solo dai 7 anni.
• Con modello reale: tutti migliorano; a 6 anni viene stabilmente
rappresentato l’incrocio.
• Nella copia da modello grafico il miglioramento è più netto. Si osserva
più facilmente la rappresentazione del nesso meccanico.
Il disegno della bicicletta (3/3)
Criteri di valutazione: connessioni dinamiche
1: solo pedali (o solo catena)
2: catena e pedali, non collegati
3. catena e pedali collegati solo tra loro
4: catena e pedali collegati alla ruota
5: catena e pedali collegati alla ruota ed all’asse
Fattori grafo – motori che influenzano la qualità del tratto grafico e gli aspetti
relativi alla forma della scrittura:
• Recupero allografico
• Recupero dei pattern grafo - motori
• Abilità neuromotoria, visuopercettive e di coordinazione oculo - manuale
• Postura scorretta, fulcri del movimento atipici
• Prensione scarsamente funzionale
• Difficoltà ad orientarsi nello spazio grafico
• Pressione sul foglio incostante
• Inversioni nella direzionalità del gesto grafico
• Difficoltà nelle riproduzioni grafiche
Grafismo
DCD
DCD età scolare
Il profilo cognitivo risulta disarmonico QIT >85
QIV>QIP
comorbidità con difficoltà scolastiche (disgrafia, dist di lettura, dist del
calcolo)
insorgenza di problemi psicopatologici
CBCL
7-11 aa :disturbi di ansia (iperattività/ADHD)
adolescenza: depressione
BUON LIVELLO INTELLETTIVO
WISC III
discrepanza tra reattivi
VERBALI
PERFORMANCE
Nei reattivi di performance cadute maggiori nei subtest
•completamento figure
(analisi visiva figure familiari e identificazione di elementi mancanti)
• ricostruzione oggetti
(analisi e sintesi indizi visuo-percettivi, anticipazione mentalmente e
ricostruzione dell’insieme complessivo)
Difficoltà
DCD Abilità visuo-percettive DSA
e visuo-spaziali
Coordinazione manuale
• Difficoltà di calcolo
• Disgrafia - disortografia
a) In età scolare i bambini con DCD incontrano difficoltà di apprendimento
rischio maggiore, di sviluppare disturbi affettivi o comportamentali, a causa
degli effetti dello scarso rendimento scolastico sia sullo status rispetto ai pari
e sulla competenza sociale percepita .
b) Le difficoltà visuopercettive potrebbero essere una delle cause delle
prestazioni inferiori a quelle dei soggetti di controllo in compiti di
riconoscimentodelle emozioni nei volti; difficoltà in questo compito di
cognizione sociale possono influenzare negativamente le abilità sociali dei
bambini con DCD.
d) Come riportato al punto a), i bambini con DCD sviluppano una scarsa
competenza percepita, che si riflette in un basso Valore di Sé. A differenza dei
bambini con un disturbo specifico dell’apprendimento, nei bambini con DCD la
scarsa competenza di sé tende ad estendersi progressivamente a più ambiti
funzionali, quali quello sportivo e quello sociale, costituendo un fattore di
rischio per lo sviluppo di disturbi internalizzanti in adolescenza, periodo in cui
la pressione dei pari si fa più forte che in precedenza .

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valutazione in età prscolare

  • 1. Developmental Coordination Disorder (D.C.D.) Valutazione in eta’ prescolare e scolare
  • 2. D.C.D. definizione DSM IV quotidiane 4 criteri A)Compromissione sviluppo competenze motorie (<5° percentile test specifico motorio) B) Interferenza con apprendimento scolastico/attività vita quotidiana C) non dovuta ad una condizione medica generale (es pci) D) livello cognitivo nella norma (QIT> 85) Leeds Consensus Conference 2006 Comprende tutti i quadri precedentemente diversamente definiti come Disprassia, Goffaggine, Maldestrezza, Disfunzione Neurologica Minore, ecc. La prevalenza del Disturbo di Sviluppo della Coordinazione è stata stimata al 6% dei bambini tra i 5 e gli 11 anni
  • 3. Include tutti i disturbi motori che interferiscono nella vita quotidiana VANTAGGI Aspecificità Eterogeneità della sintomatologia SVANTAGGI Le manifestazioni di questo disturbo variano con l'età e con lo sviluppo I bambini più piccoli possono presentare, ritardo nel raggiungimento delle tappe dello sviluppo motorio, goffaggine, inadeguatezza nelle abilità motorie fini di routine I bambini più grandi possono mostrare difficoltà nell'assemblaggio di puzzles, nel gioco di costruzioni o nel modellismo, nel giocare a palla, nell’apprendimento degli sport, nel disegno e nell’apprendimento della scrittura Costante: alterazioni dei processi di apprendimento di nuove abilità motorie
  • 4. DCD: Caratteristiche • Difficoltà di ordine neuromotorio • Difficoltà nella rappresentazione dello spazio corporeo e extra corporeo • Difficoltà nella rappresentazione dell’oggetto • Difficoltà di ideazione e di programmazione del movimento Segni neurologici minori Asimmetrie di carico e posturali Ritardo/atipia sv motorio Imprecisa Localizzazione stimoli tattili Riconoscimento posizioni Facilitazioni tattili •rappresentazione del movimento •rappresentazione dell’oggetto •rappresentazione dei rapporti che intercorrono tra corpo e oggetto e/o tra due oggetti •rappresentazione sequenziale delle azioni Esecuzione Rappresentazione del problema Pianificazione Verifica del risultato
  • 5. DCD: Caratteristiche • Difficoltà nella elaborazione delle informazioni visive e nell’integrazione visuomotoria • Profili cognitivi disarmonici • Difficoltà di apprendimento scolastico • Problemi psicopatologici QIT>85 QIV>QIP Disgrafia Discalculia Fino agli 11 aa disturbi esternalizzanti (ADHD, ansia) Adolecesnza prevalenza disturbi internalizzanti (depressione) Bassa autostima Scarse abilità sociali  Difficoltà nella discriminazione dell’orientamento, maggiormente rispetto alle variazioni in senso latero- laterale  Difficoltà alla scansione della sequenza • Difficoltà di arresto, di variazione di traiettoria sulla base di informazioni visive • Difficoltà ad eseguire linee oblique, che si incrociano, variazioni di direzione; nella rappresentazione delle forme • Organizzazione spaziale del disegno deficitaria sia rispetto al foglio che rispetto alle diverse componenti dell’immagine • Difficoltà ad integrare la gestalt globale con la rappresentazione dei particolari
  • 6. DCD: Eziologia -Prematurità o altri problemi perinatali -Basso peso alla nascita (small for date) Jongmans et al. (1998) hanno riscontrato difficoltà percettivo-motorie nel 48% dei bambini di 6 anni nati prematuri (<35°settimane di e.g.). Nel 10% di questi non erano evidenti altri problemi. In alcuni casi, lesioni cerebrali rilevate con tecniche di imaging alla nascita non erano più visibili al follow up. Cooke e coll. (1999), Miyahara et al. (2003) hanno trovato alterazioni alla RMN alla nascita nel 42,5% dei soggetti di un gruppo di small for date.
  • 7.  Predisposizione genetica come base comune per dislessia e DCD (Stein, 2002; Stordy, 2000)  Base genetica per problemi di articolazione della parola e difficoltà motorie (Watkins, Gadian e Vargha-Khadem, 1999)  Comune difetto genetico per abilità visuocostruttive e coordinazione motoria (Mervis, Robinson e Pani, 1999) Mercuri et al. (1996) in uno studio con RMf descrivono anormalità morfologiche del corpo calloso nella maggioranza della popolazione di bambini con DCD nati prematuramente. In uno studio follow-up (1998) gli stessi autori notano che in alcuni casi, lesioni identificate alla nascita non erano più evidenti in anni successivi.
  • 8. DCD: Valutazione Livello motorio: M-ABC Livello visuopercettivo : VMI / TPV Livello visuomotorio: VMI/ TPV Grafismo: disegno spontaneo, disegno cognitivo (bicicletta, forbici. Su copia e modello) Livello motorio prassico: GAP, PROVE PRASSIE BIMANUALI (transitive e non) LABORATORIO DEL MOVIMENTO -GAYT ANALISIS -PRASSIE MOTORIE -PRASSIE GRAFOMOTORIE
  • 9. Aspetti motori  Esame neurologico (soft signs) Osservazione qualitativa (tono, postura, distribuzione carico, fluidità del movimento, sincinesie, prove di equilibrio)  Test standardizzato (< 5° perc; - 2 ds)
  • 10.  Alterazioni del tono muscolare (lieve ipotono, variabilità, difficoltà al rilasciamento, tremori)  Alterazione della forza (difficoltà a canalizzare la forza in specifici distretti corporei)  Persistenza di sincinesie  Ritardo della lateralizzazione Segni neurologici minori
  • 11. Punti di riferimento spaziali incostanti Confini dello spazio corporeo mal definiti . SCARSA STABILITA’ POSTURALE . VARIAZIONI DELL’ASSETTO E DEL CARICO Continue variazioni dell’assetto posturale il bambino si adatta al disturbo e lo asseconda COORDINAZIONE STATICA DCD - coordinazione motoria globale
  • 12. Strategia del “lasciarsi cadere” DIFFICOLTÀ IDEAZIONE - PROGRAMMAZIONE DI SEQUENZE SPAZIO- TEMPORALI • SCHEMI INCOSTANTI IN PASSAGGI POSTURALI • DISSOCIAZIONE TRA EMILATI - EMICORPI • POSSIBILE DEFICIT DI FORZA La mancata interiorizzazione di moduli cinetici costanti si esprime in una estrema variabilità degli schemi di movimento adottati e nel contempo si cela in un’irrequietezza motoria COORDINAZIONE DINAMICA DCD - coordinazione motoria globale
  • 13. • assecondare la mal definizione dello spazio corporeo • criterio quantitativo piuttosto che qualitativo • accelerazione e approssimazione del gesto (vedi anche grafismo) • esclusione di giunti articolari (vedi anche grafismo) DATI SINTOMATICI POSSONO ESSERE IN PARTE ESPRESSIONE DI STRATEGIE DI COMPENSO FUNZIONALE, DI UN ADATTAMENTO DEL BAMBINO AL DISTURBO
  • 14. “Stile” del bambino (di movimento, di approccio e soluzione dei problemi) stile di personalità atipico Le strategie messe in atto dal bambino per adattarsi al disturbo costituiscono un compromesso di “copertura” e finiscono per assecondare, rinforzare ed amplificare le caratteristiche patologiche L’approccio terapeutico deve saper cogliere questi elementi nel comportamento del bambino e ricreare le condizioni favorenti un effettivo processo di apprendimento
  • 15. Batteria per la valutazione motoria del bambino (Movement ABC I e II) Il test è composto da due parti: test e checklist  Test per la valutazione delle performance, somministrato individualmente: M-ABC I: 32 item totali, 8 prove per ogni fascia d’età: Fascia 1 (4 - 6 anni) Fascia 2 (7 - 8 anni) Fascia 3 (9 - 10 anni) Fascia 4 (11 - 12 anni) M-ABC II: 24 item totali, 8 prove per ogni fascia d’età: Fascia 1 (3-6 anni) Fascia 2 (7-10 anni) Fascia 3 (11-16 anni) Le tipologie di compito sono: Destrezza manuale, Abilità con la palla, Equilibrio statico e dinamico
  • 16.  La checklist consiste di 48 item relativi al comportamento del soggetto, divisi in quattro sezioni, (bambino stazionario/ambiente stabile, bambino in movimento/ambiente stabile, bambino stazionario/ambiente che cambia, bambino in movimento/ambiente che cambia), ciascuna delle quali considera la performance del soggetto in situazione progressivamente più complesse. Inoltre essa include una sezione di altri 12 item relativa a problemi comportamentali correlati con le difficoltà motorie, che permette di valutare quanto gli atteggiamenti del bambino (timidezza, passività, impulsività, sopravvalutazione della propria abilità, ecc.) influenzino le sue performance motorie.
  • 17. Aspetti prassici  Osservazione qualitativa (strategie di movimento)  Test standardizzati
  • 18.  Il termine prassia deriva dal greco praxía, fare. La capacità di compiere correttamente gesti coordinati e diretti a un determinato fine. Un gesto abituale non deve essere pensato e monitorato, ma si realizza senza controllo cognitivo (attentivo).  Se il gesto è nuovo il soggetto deve invece selezionare la sequenza degli atti e controllare il loro svolgimento ed eventualmente modificare il piano. Il progetto d'azione deve cioè essere prima immaginato e poi monitorato nell'atto della realizzazione.  Nell'individuo normale l'acquisizione di un nuovo schema motorio progredisce attraverso stadi in cui il movimento è controllato in modo attivo e accurato. I singoli movimenti devono essere prodotti lentamente prestando attenzione ad ogni singola azione e alle sue conseguenze. Ciascuna azione deve essere selezionata e la sequenza deve essere assemblata e immagazzinata in memoria (ordine e timing). Con la pratica la sequenza si consolida e diviene automatica.
  • 19.  Agire sul mondo esterno costruire strutture motorie (sequenze di movimenti ordinati rispetto ad uno scopo e a specifiche esigenze adattive)  La rappresentazione dello spazio Il confronto tra esperienze provenienti da canali differenti offre la base per rendere coerenti le esperienze e costruire categorie e concetti per classificare e organizzare gli interventi sul mondo esterno rendendo azioni e riconoscimenti sempre più precisi. La rappresentazione costituisce quindi una costituente fondamentale del movimento intenzionale (diretto a uno scopo). Differenti livelli di organizzazione (e di controllo) sottostanno alla realizzazione del comportamento intenzionale:  rappresentazione mentale dell'attività e pianificazione degli atti sequenziali indispensabili per realizzarla (preparazione dell'azione) feed-forward  controllo (feed-back) nel corso dell'azione ad opera del sistema effettore  verifica del risultato (feed-back a posteriori).  L'azione finalizzata consiste nell'assemblamento di atti elementari in serie e si caratterizza per una progressiva minor variabilità maggior economia (utilizzazione dei soli atti necessari allo scopo).
  • 20. COMPONENTI DELL’ATTO PRASSICO INDIVIDUAZIONE dell’OBIETTIVO RAPPRESENTAZIONE MENTALE dell’OGGETTO e del MOVIMENTO NECESSARI PER RAGGIUNGERE LO SCOPO IDEAZIONE PREVISIONE e REALIZZAZIONE dell’ ASSEMBLAGGIO SPAZIO-TEMPORALE di SCHEMI PRASSICI secondo rapporti di SEQUENZIALITA’O SIMULTANEITA’ PROGRAMMAZIONE COORDINAZIONE e DESTREZZA Controllo su FORZA - VELOCITA’ - TRAIETTORIA COMPONENTE STRUMENTALE
  • 21. Scala GAP prassie transitive  La GAP-T è composta da 45 prove, suddivise in 9 fasce d’età corrispondenti ad un intervallo di 6 mesi l’una, da 1 anno ai 5.6 anni, con un periodo particolarmente informativo tra i 2 e i 4 anni.
Il test, oltre alla determinazione di un livello prestazionale del bambino, permette un’analisi qualitativa della funzione indagata, fornendo utili indizi sul suo stile operativo, cioè sulla modalità di procedere nella risoluzione del compito, sulle strategie adottate e sulla capacità di sfruttare una facilitazione data dall’operatore per ampliare la prestazione (si assegnano punteggi distinti per l’Esecuzione autonoma e per l’Esecuzione con facilitazione). I
  • 23. Prassie bimanuali (ideazione - sequenzialità - destrezza) • Ritaglio quadrato - cerchio - fiore • Temperamatite • Nodo e fiocco • Allacciare un orologio all’op. • Accendere un fiammifero • Gomitolo • Contagocce • Accendere una candela con l’accendino • Catena elastici • Caccia alla moneta Problem solving
  • 24. RITAGLIO (QUADRATO – CERCHIO – FIORE) Mano d’azione:  attivazionedel meccanismo delle forbici  applicazione della forza per procedere in avanti sulla base di un’informazione propriocettiva (resistenza del materiale)  controllo della direzione da imprimere al gesto sulla base di informazione visiva Mano di supporto:  mantenere il foglio in posizione  orientarlo per assecondare il direzionamento del taglio Precisa consensualità di mov. delle due mani Successione di tratti lineari: adattamento progressivo ma non armonico Ritaglio di grosse porzioni di carta: possibile strategia funzionale Facilitazione: aumento di dimensioni del modello
  • 25. CONTAGOCCE Comprensione di un meccanismo regolato da una precisa sequenza spazio-temporale (spostamento-azione-azione-spostamento: infilo- premo-rilascio-sfilo) che espelle/aspira l’elemento, quale che sia, nel quale la pompetta è immersa  La stessa azione (premere) produce effetti contrari (riempire/ svuotare la pompetta) a seconda del momento della sequenza spaziale  Passaggio ad uno schema diverso con regolazione fine del mov. per rilasciare goccia a goccia Strategie: il b. che non è in grado di eseguire la prova invece di porre l’attenzione sul meccanismo della pompetta si concentra sull’acqua (attesa, uso della forza, incremento dei tentativi casuali) Difficoltà a rispettare la sequenza spazio-temporale dei rapporti tra i due elementi spesso anche dopo modello
  • 26. Prassie rappresentative Valutano capacità relative alla:  rappresentazione del movimento  rappresentazione dell’oggetto  rappresentazione dei rapporti che intercorrono tra corpo e oggetto e/o tra due oggetti  rappresentazione sequenziale delle azioni
  • 27. Prassie rappresentative, esempi  Chiudere una porta a chiave  Lavarsi le mani con il sapone  Infilare calza e scarpa  Tirare una freccia con l’arco  Distribuire le carte  Procedere zoppicando  Cucire  Scopare  Stappare una bottiglia  Versare un liquido
  • 28. Disturbi visuo-percettivi, organizzazione spaziale e grafica compiti visuo - percettivi analisi visuo - spaziale attività costruttive INEFFICACI STRATEGIE SPONTANEE IN • DIFFICOLTÀ DELL’ELABORAZIONE DI INFORMAZIONI NON VERBALI MEDIATE DAL CANALE VISIVO (ESTRAPOLAZIONE FIGURA-SFONDO, RICONOSCIMENTO FIGURA TRATTEGGIATA, RITENZIONE COSTANZA DELLA FORMA)
  • 29. T.P.V. Test di percezione visiva e integrazione visuo-motoria (D.Hammill, N. Pearson, J. Voress) Batteria di 8 subtests che misurano le abilità percettive visive e visuo-motorie: Coordinazione occhio-mano Posizione nello spazio Copiatura/riproduzione Figura sfondo Rapporti spaziali Completamento di figura Velocità visuo-motoria Costanza della forma Età: 4 - 10 anni
  • 30. V.M.I. Developmental Test of Visual-Motor Integration (K.E. Beery) Ampliamento del precedente test Beery-Buktenica con i test Supplementari. Test carta e matita 27 item totali Età: 3 aa. - età adulta 3/7 anni: versione ridotta (18 item) 2 Subtest: Percezione Visiva - Coordinazione Motoria Nel test di Percezione Visiva delle forme geometriche, assolutamente identiche agli stimoli del VMI, devono essere scelte, una per volta tra altre che differiscono sotto qualche aspetto. Il compito consiste nell'identificare in 3 minuti il maggior numero di forme, che corrisponde a 27.
Nel test di Coordinazione Motoria il compito consiste semplicemente nel tracciare le forme stimolo con una matita senza uscire dai margini del percorso stampato; la somministrazione richiede 5 minuti.
  • 31. Prassie costruttive Prova di Borelly-Oleron (costruzioni su modello grafico) Difficoltà crescente per • “lettura” dell’immagine • numero degli elementi da assemblare • complessità spaziale delle forme da costruire
  • 32. Abilità grafomotorie  Disegno spontaneo (contenuti, gestione dello spazio, lateralità,  Disegno cognitivo (esplicitazione nessi logico funzionali)  Compiti di precisione esecutiva  Valutazione scrittura
  • 33. Disegno cognitivo: esecuzione di disegni a soggetto (su richiesta, copia da modello grafico, copia da modello reale)  Attiva l’utilizzo di risorse grafiche imperfette per rappresentare un oggetto complesso  Attiva l’uso di moduli grafici altrimenti non utilizzati  Richiede l’integrazione della gestalt globale con la rappresentazione dei particolari
  • 34. Il disegno delle forbici  Lame  parallele separate  parallele connesse  Angolate  incrociate  Vite  Assente  presente errata  presente corretta • Nel disegno spontaneo: l’incrocio, possibile su copia a 5 anni, viene utilizzato stabilmente solo dai 7 anni. • Con modello reale: tutti migliorano; a 6 anni viene stabilmente rappresentato l’incrocio. • Nella copia da modello grafico il miglioramento è più netto. Si osserva più facilmente la rappresentazione del nesso meccanico.
  • 35. Il disegno della bicicletta (3/3) Criteri di valutazione: connessioni dinamiche 1: solo pedali (o solo catena) 2: catena e pedali, non collegati 3. catena e pedali collegati solo tra loro 4: catena e pedali collegati alla ruota 5: catena e pedali collegati alla ruota ed all’asse
  • 36. Fattori grafo – motori che influenzano la qualità del tratto grafico e gli aspetti relativi alla forma della scrittura: • Recupero allografico • Recupero dei pattern grafo - motori • Abilità neuromotoria, visuopercettive e di coordinazione oculo - manuale • Postura scorretta, fulcri del movimento atipici • Prensione scarsamente funzionale • Difficoltà ad orientarsi nello spazio grafico • Pressione sul foglio incostante • Inversioni nella direzionalità del gesto grafico • Difficoltà nelle riproduzioni grafiche Grafismo DCD
  • 37. DCD età scolare Il profilo cognitivo risulta disarmonico QIT >85 QIV>QIP comorbidità con difficoltà scolastiche (disgrafia, dist di lettura, dist del calcolo) insorgenza di problemi psicopatologici CBCL 7-11 aa :disturbi di ansia (iperattività/ADHD) adolescenza: depressione
  • 38. BUON LIVELLO INTELLETTIVO WISC III discrepanza tra reattivi VERBALI PERFORMANCE Nei reattivi di performance cadute maggiori nei subtest •completamento figure (analisi visiva figure familiari e identificazione di elementi mancanti) • ricostruzione oggetti (analisi e sintesi indizi visuo-percettivi, anticipazione mentalmente e ricostruzione dell’insieme complessivo)
  • 39. Difficoltà DCD Abilità visuo-percettive DSA e visuo-spaziali Coordinazione manuale • Difficoltà di calcolo • Disgrafia - disortografia
  • 40. a) In età scolare i bambini con DCD incontrano difficoltà di apprendimento rischio maggiore, di sviluppare disturbi affettivi o comportamentali, a causa degli effetti dello scarso rendimento scolastico sia sullo status rispetto ai pari e sulla competenza sociale percepita . b) Le difficoltà visuopercettive potrebbero essere una delle cause delle prestazioni inferiori a quelle dei soggetti di controllo in compiti di riconoscimentodelle emozioni nei volti; difficoltà in questo compito di cognizione sociale possono influenzare negativamente le abilità sociali dei bambini con DCD. d) Come riportato al punto a), i bambini con DCD sviluppano una scarsa competenza percepita, che si riflette in un basso Valore di Sé. A differenza dei bambini con un disturbo specifico dell’apprendimento, nei bambini con DCD la scarsa competenza di sé tende ad estendersi progressivamente a più ambiti funzionali, quali quello sportivo e quello sociale, costituendo un fattore di rischio per lo sviluppo di disturbi internalizzanti in adolescenza, periodo in cui la pressione dei pari si fa più forte che in precedenza .