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Università degli Studi dell’Insubria
Facoltà di Giurisprudenza
Corso di laurea in Scienze della Mediazione Interlinguistica e Interculturale
CULTURA E INDENTITÀ SCOZZESE NEGLI STATI
UNITI D’AMERICA
Tesi di Laurea Mirko Castagna
Matricola706797
Relatrice: Prof.ssa Paola Baseotto
Anno accademico 2010/2011
INDICE
SUMMARY 1
INTRODUZIONE 3
CAPITOLO 1 LA SCOZIA 4
1.2 CENNI STORICI 5
1.3 LA NASCITA DELL’IDENTITÀ 8
CAPITOLO 2 EMIGRAZIONE NEGLI STATI UNITI 10
2.2 GRUPPI ETNICI 13
2.3 INFLUENZA SCOZZESE NELLA SOCIETÀ AMERICANA 15
CAPITOLO 3 MELTING POT 19
3.2 GRUPPI ETNICI NEGLI STATI UNITI 21
3.3 LA COMUNITÀ SCOZZESE AMERICANA 22
CAPITOLO 4 ASSOCIAZIONI AMERICANE-SCOZZESI 27
4.2 IL DECLINO E LA RINASCITA DELL’ASSOCIAZIONI 28
4.3 GLI EVENTI PRINCIPALI DELL’ASSOCIAZIONI 31
4.4 GLI HIGHLAND GAMES 33
CAPITOLO 5 TARTAN DAY 35
5.2 ORIGINI DEL TARTAN DAY 35
5.3 TARTAN WEEK 37
CONCLUSIONI 39
BIBLIOGRAFIA 40
RINGRAZIAMENTI 41
SUMMARY
The aim of this thesis is to examine the Scottish-American community in the United States in
order to understand its origins and its evolution in the American society. Thus three main
issues are addressed in the present work: first of all the history of Scottish emigration to
Colonial America and the subdivision in three main groups: Highlander, Lowlander and Scots-
Irish. Secondly the birth of a national identity in Scotland based on Highland culture and
finally the reason why the identities of Scottish immigrants blended into Highland culture to
become Scottish Heritage. Therefore, the purpose is to review the sociological and historical
studies conducted on Scottish-American community. The thesis has been divided into 5
chapters.
Chapter 1 introduces Scotland’s geographical and historical facts leading to the
formation of a national identity. In Fact this Country consists of two main regions: Highland
and Lowland with two different backgrounds: in the first area there was a clan system divided
in territories, Highlanders spoke Gaelic language and had a particular traditions. Instead
Lowlanders spoke Scots, a Germanic language, very similar to English. Through the centuries
the Highland culture has become synonymous of Scottish Identity because of its historic past
characterized by English domination.
Chapter 2 begins by laying out the theoretical dimensions of the research, and looks at
how financial and political motives brought numerous Highlander, Lowlander and Scots-Irish
to leave the country and to migrate to the United States. Political, cultural and social
differences distinguished these three groups in early Anglo-America.
Chapter 3 analyzes the American cultural policies: melting pot and multiculturalism in
relation to the Scottish contest in which firstly there was a partial assimilation into American
society and secondly the revival of Scottish Heritage and celebrations
Chapter 4 describes the characterization and evaluation of Scottish immigrants who
founded their own organizations with two original aims: to help other immigrants from
Scotland and charity work. These associations and societies celebrate some Scottish festivities
for example: Burns Supper on 25th January and Highland Games which are several
competitions on Scottish sports, music and dance.
The last chapter assesses the establishment of the Tartan Day and its related
celebrations on April 6. Tartan Day is an important expression of Scottish-American identity
~ 1 ~
in the United States and the number of the Scottish Heritage celebrations in the Country has
greatly increased and the main cultural events are in New York and Washington (D.C).
~ 2 ~
INTRODUZIONE
Il popolo americano è il frutto di un continuo flusso migratorio proveniente in fase
iniziale dal Regno Unito e in seguito anche da moltissimi altri Paesi; tale fenomeno ha
contribuito alla formazione degli Stati Uniti odierni. La mia tesi vuole analizzare il gruppo
etnico più antico: il popolo scozzese e il suo contributo socio-culturale agli Stati Uniti.
L’aspetto più interessante emerso dal mio studio è stato il parallelismo creatosi tra le
tradizioni degli Highlanders, divenute un regionalismo rappresentativo dell’intera Scozia, e
l’impiego della cultura Highland nelle rievocazioni americane.
Storici e sociologi si sono interessati al fenomeno della comunità scozzese negli Stati
Uniti a partire dalla seconda metà del Novecento e sono state prodotte molte pubblicazioni in
merito, in prevalenza americane ma anche scozzesi. Non ho purtroppo rilevato ricerche
specifiche svolte in Italia, se non limitate alla storia della Scozia e degli Stati Uniti. Per la
stesura del mio elaborato mi sono quindi avvalso di libri in lingua inglese. Base fondamentale
per la mia tesi sono stati gli studi condotti dall’antropologa Celeste Ray e dal sociologo
scozzese Duncan Sim, fonte di un quadro ben dettagliato relativo all’influenza scozzese nel
territorio americano.
La mia tesi inizia con una presentazione geografica e storica della Scozia, essenziale ai
fini della ricostruzione della genesi dell’identità scozzese relativa alla cultura Highland. Il
secondo capitolo descrive la storia dell’emigrazione scozzese verso gli Stati Uniti e la
conseguente influenza degli immigranti nella politica, nella società e nell’economia
americana. Il terzo capitolo analizza il rapporto tra le politiche culturali americane e il contesto
scozzese in cui queste si sviluppano, approfondendo due tematiche: il melting pot e la società
multiculturale. Il quarto capitolo tratta la nascita e lo sviluppo delle associazioni culturali
scozzesi, punto nevralgico della comunità scozzese-americana. L’ultimo capitolo esamina
l’introduzione di una nuova festa nazionale il Tartan Day volta a celebrare la cultura scozzese
negli Stati Uniti.
~ 3 ~
CAPITOLO 1
1.1 LA SCOZIA
La Scozia si estende nella parte settentrionale della Gran Bretagna ed è bagnata a nord-
ovest dall’Oceano Atlantico e a nord-est dal Mare del Nord. Il territorio scozzese si presenta
prevalentemente montuoso e al suo interno possiamo distinguere due importanti macroaree:
• le Highlands, all’estremo nord della Scozia, sono contraddistinte da due principali cate-
ne montuose: le North West Highlands nella zona nord-occidentale e le Grampian
Mountains nella zona sud-orientale, dove è situata la vetta più alta dell’intero Regno
Unito, il Ben Nevis, con un’altezza pari a 1343 metri sopra il livello del mare. Si tratta
di un’area ricca di laghi, ed è proprio in questa regione che si trova il lago di Loch
Ness, secondo la leggenda rifugio di un mostro conosciuto con il nome di Nessie;
• le Lowlands, collocate tra le Highlands e l’Inghilterra, rappresentano l’area pianeggian-
te della Scozia, dove si concentra la maggior parte della popolazione scozzese. L’area è
formata dalle valli di tre fiumi: il Clyde, il Tay e il Forth.
Fig.1 Mappa della Scozia
La Scozia è abitata da circa 5 milioni di persone, residenti principalmente nella regione
delle Lowlands, anche se la distribuzione di aree densamente popolate è disomogenea.
~ 4 ~
Edimburgo, la capitale della Scozia, e Glasgow rappresentano i principali insediamenti
abitativi: l’area fra le due città, conosciuta con il nome di Central Belt, presenta una fiorente
attività industriale. Il nord della Scozia, invece, è caratterizzato da un territorio con indice
demografico relativamente basso (8 abitanti per km²), soprattutto in alcune zone delle
Highlands.
Insieme a Galles, Inghilterra e Irlanda del Nord, la Scozia forma il Regno Unito.
Nonostante lo status di nazione costitutiva della Gran Bretagna, la Scozia si differenzia da
questa per alcuni aspetti. Nel 1997 il corpo elettorale scozzese approvò la devolution che
permise di reintrodurre in Scozia un parlamento autonomo, dopo circa 200 anni. La Scozia
non è ancora una nazione indipendente, però il suo parlamento può legiferare autonomamente
in diversi settori, tra i quali l’economia, il turismo e l’educazione.
La Church of Scotland (nota come “the Kirk”), è l’istituzione religiosa peculiare della
Scozia, anche se indipendente dallo Stato; infatti il Capo di Stato della Gran Bretagna,
contrariamente a quanto accade nella Chiesa di Inghilterra, non riveste un ruolo ufficiale nella
gerarchia ecclesiastica.
Quanto al sistema giuridico, in Scozia unico caso tra le nazioni costituenti la Gran
Bretagna, vige il cosiddetto enacted law. Nato dall’influenza del diritto romano e sviluppatosi
attraverso atti promulgati dal Parlamento scozzese prima degli Acts of Union, l’enacted law si
è poi arricchito con le nuove leggi adottate dall’Unione Europea e dal nuovo Parlamento
riaperto nel 1999. Accanto all’enacted law troviamo il common law inglese, che però è poco
utilizzato nel sistema giuridico scozzese.
In Scozia sono diffuse tre lingue: lo Standard Scottish English, una variante
dell’inglese parlato nel Regno Unito, il gaelico, parlato soprattutto nella regione delle
Highlands e lo Scots, diffuso nell’area delle Lowlands, che presenta qualche analogia con
l’inglese standard, ma si differenzia da quest’ultimo per numerosi aspetti.
1.2 CENNI STORICI
Dai Pitti al Regno di Alba
In epoca neolitica si verificò l’avanzata dei Pitti, una popolazione celtica organizzata in
numerose tribù e con una cultura basata sulla tradizione orale. Nel I secolo i Romani invasero
l’isola britannica fino a raggiungere i confini della Caledonia, senza però riuscire a
~ 5 ~
sottomettere la popolazione dei Pitti. Eressero quindi una fortificazione, il Vallo di Adriano,
per delimitare i loro domini e prevenire le incursioni dei Celti dal nord. In seguito i Romani
riprovarono a penetrare nel territorio scozzese e giunsero nelle Lowlands scozzesi, dove
eressero il Vallo Antonino dal Firth of Clyde al Firth of Forth, ma dopo un breve periodo di
dominazione si ritirarono da questa zona.
Nel IV secolo arrivarono dall’Irlanda gli Scoti e dal continente europeo gli Angli.
Queste due popolazioni ebbero un ruolo determinante: gli Scoti parlavano una lingua celtica
da cui trae origine il gaelico e inoltre professavano il cristianesimo. Gli Angli, invece,
diffusero la lingua oggi conosciuta come Scots e si stabilirono nelle Lowlands. Nell’853 i Pitti
furono sconfitti da Kenneth MacAlpin, che successivamente unificò i due regni, quello dei
Pitti e quello degli Scoti, nel Regno di Alba, esteso in gran parte dell’attuale Scozia.
Nel 1057 salì al trono Malcolm III e il suo regno diede il via a grandi cambiamenti.
L’arrivo dei Normanni in Inghilterra spinse molte famiglie anglosassoni a trasferirsi nel Regno
di Alba e ciò contribuì ad accrescere il grado di civilizzazione all’interno del popolo scozzese.
Si verificò un rinnovamento a corte: il gaelico fu sostituito dallo Scots, parlato nelle Lowlands
e la nuova lingua reale fu influenzata anche dal francese normanno. Inoltre Malcolm III
introdusse il feudalesimo che cambiò il sistema di distribuzione della terra, quindi il rapporto
di consanguineità fu sostituito in gran parte dal rapporto di fedeltà tra padrone e vassallo.
Le guerre di indipendenza e il casato Stuart
La morte, nel 1286, del Re Alexander III pose di fatto fine al Regno di Alba. A causa di
altri decessi tra gli eredi al trono, il Re d’Inghilterra Edward I suggerì di unire in matrimonio
suo figlio con la giovane principessa Margaret, sua pronipote; purtroppo durante il tragitto
dalla Norvegia, dove risiedeva, alla Scozia, la principessa morì. Per risolvere la questione
dinastica, Edward I d'Inghilterra scelse John Balliol come nuovo Re di Scozia. Nonostante la
Corona inglese avesse quindi risolto il problema scozzese, essa mirava alla conquista totale del
territorio. Nel 1296 l’Inghilterra, infatti, invase la Scozia, ma gli scozzesi reagirono e, sotto la
guida di William Wallace sconfissero l’esercito inglese presso il Ponte di Stirling.
Nel 1306 Robert the Bruce fu incoronato con il nome di Robert I di Scozia. Le mire
espansionistiche inglesi nei confronti della Scozia proseguirono, sfociando nella battaglia di
Bannockburn nel 1314. Questo ultimo scontro determinò la cacciata degli inglesi dal territorio
scozzese e nel 1320 gli scozzesi sottoscrissero una dichiarazione di indipendenza.
~ 6 ~
Successivamente salì al trono il figlio di Robert I, Re David II, il quale non lasciò eredi,
cosicché subentrò suo nipote Robert II, capostipite della dinastia Stuart. Il casato governò sulla
Scozia fino al 1500 circa, quando James V si unì in matrimonio con la sorella del re inglese
Henry VIII, Margaret Tudor. Henry VIII era intenzionato a unire i due regni, quindi firmò il
Trattato di Greenwich che prevedeva la pace tra Scozia e Inghilterra e il matrimonio tra suo
figlio, il principe Edward, e Mary Stuart. L’accordo però non venne ratificato dal Parlamento
scozzese, orientato a mantenere un’alleanza (la Auld Alliance, siglata nel 1295) con la
Francia.
Durante il regno di Mary Stuart il calvinista John Know introdusse in Scozia la riforma
protestante. La regina, pur essendo cattolica, lasciò libertà religiosa ai propri sudditi e in
seguito il Parlamento istituì la prima Chiesa di Scozia di fede presbiteriana. La regina inglese
Elizabeth I, figlia di Henry VIII, non ebbe eredi, quindi al trono inglese salì il figlio di Mary
Stuart, James VI di Scozia con il nome di James I d’Inghilterra. I due regni, seppur uniti sotto
il medesimo monarca, mantennero le proprie istituzioni separate. Il successivo re, James VII,
si convertì al cattolicesimo, entrando in conflitto con la Chiesa anglicana inglese. Nel 1688
giunse in Inghilterra William of Orange, che spodestò il re cattolico e fu incoronato come
William III.
Nel 1707 Il Parlamento scozzese e il Parlamento inglese votarono gli Acts of Union che
sancirono la nascita del Parlamento della Gran Bretagna e quindi del Regno di Gran Bretagna.
Gli Acts of Union e l’arrivo di William of Orange provocarono la nascita di movimenti
giacobiti (principalmente nelle Highlands), che rivendicavano l’ascesa al trono dei discendenti
di James VII e una Scozia indipendente. Due furono le principali sommosse: la prima, nel
1715, a sostegno di James Edward Stuart, la seconda nel 1745, capeggiata da Charles Edward
Stuart, conosciuto con il nome di Bonnie Prince. Entrambe terminarono con una sconfitta.
In conclusione, sia per motivi geografici sia per motivi storico-culturali, nel corso della
storia scozzese si creò una distinzione tra Highlanders e Lowlanders. I primi erano di cultura
gaelica, basata sul sistema dei clan1
, prevalentemente cattolici e sostenitori della causa
giacobita. I secondi, trovandosi vicino all’Inghilterra, ne furono maggiormente influenzati,
anche grazie all’arrivo di molte famiglie anglosassoni e normanne ostili alle politiche di
William The Conqueror.
1
Il sistema dei clan era territoriale: all’interno di una determinata area il capoclan, che disponeva di molte terre,
ne concedeva parte ai membri del proprio clan, a lui legati da un vincolo militare. Inizialmente i clan erano
costituiti dai discendenti dei capoclan, ma successivamente si estesero anche ad altre famiglie di contadini, che
spesso assumevano il cognome del proprio capo.
~ 7 ~
La battaglia di Culloden e le sue conseguenze
La rivolta giacobita del 1745 si concluse con la battaglia di Culloden nel 1746 e la
vittoria degli inglesi. Questo evento lasciò una profonda cicatrice nella storia scozzese: lo
scontro rappresentò l’ultimo tentativo di rendere la Scozia indipendente e pose fine ai piani
degli Stuart di riconquistare il trono inglese. Le conseguenze furono rilevanti per gli
Highlanders, considerati i fautori della rivolta: in quanto il Governo inglese emise alcuni atti
volti a distruggere la cultura gaelica:
• Act of Proscription: vietò l’uso dei costumi scozzesi, tra cui il kilt e il tartan, conside-
rati simboli giacobiti e l’uso della cornamusa, che accompagnava gli assalti dell’eserci-
to. Fu proibita la lingua gaelica;
• Heritable Jurisdictions Act: pose fine al sistema tribale degli Highlanders.
1.3 LA NASCITA DELL’IDENTITÀ NAZIONALE SCOZZESE
Dopo le rivolte giacobite la Corona e il popolo inglese identificarono tutti gli Scozzesi
con la cultura Highland considerandoli un’etnia inferiore. Gli inglesi temendo nuove
sommosse guardarono gli scozzesi con sospetto. La Scozia divenne una regione soggiogata dal
potere dell’Inghilterra e chiamata semplicemente “North Britain” .
La perdita di dignità e del territorio, unitamente al ricordo degli insuccessi delle rivolte
giacobite e alla conseguente repressione della cultura gaelica, fecero nascere nel popolo
scozzese un forte senso di appartenenza. La volontà di creare un’identità nazionale per
rivendicare l’indipendenza culturale dagli inglesi pose fine all’antica rivalità tra gli
Highlanders e i Lowlanders, i quali iniziarono ad avvicinarsi alla cultura Highland.
Il XIX secolo fu caratterizzato dal fenomeno dell’Highlandism, ovvero da una rinascita
della cultura gaelica che si diffuse in tutta la Scozia. Il primo passo fu operato dalla Highland
Society di Londra, istituita con lo scopo di preservare la cultura gaelica e di abrogare le leggi
contro le tradizioni Highland. Questa istituzione portò al reintegro del tartan, che
successivamente divenne un tessuto alla moda. A causa della crisi economica e delle
problematiche legate alla gestione della terra, molti Highlanders si videro costretti ad
arruolarsi nell’esercito inglese e fu loro concesso l’utilizzo del kilt come indumento militare.
Durante l’espansione dell’impero britannico gli Highlanders si distinsero per le loro abilità
~ 8 ~
militari e strategiche, quindi il kilt, considerato simbolo del valore celtico, divenne in seguito
la divisa ufficiale di tutti gli Scozzesi.
In campo culturale furono determinanti ai fini dell’affermazione della cultura Highland
le opere di Sir Walter Scott, che descrivevano la maestosità delle tradizioni e dei rituali
Highland e trasformarono lo stereotipo del barbarico e incivile Highlander in una figura
eroica. In ambito musicale le canzoni, basate su temi tratti dalle rivolte giacobite e dalle
battaglie del passato, infusero negli Scozzesi una nuova coscienza patriottica.
La cultura Highland fu ristabilita ufficialmente nel 1822 con la visita in Scozia di Re
George IV. Era da circa 180 anni che un monarca inglese non si recava nel territorio scozzese;
durante il suo soggiorno indossò il kilt, in segno di rispetto verso la cultura scozzese.
Anche la Regina Victoria mostrò interesse nei confronti della cultura Highland e
rimase affascinata dal paesaggio locale; acquistò quindi il Castello di Balmoral, che divenne –
ed è tuttora – la residenza estiva tradizionale dei monarchi britannici, e prese parte a diversi
eventi culturali, tra cui i giochi scozzesi di Braemar.
Il rifiorire della cultura gaelica, i successi militari e il nuovo apprezzamento da parte
dei monarchi inglesi non spensero però il sentimento di rivalità tra i due popoli, ma anzi
accentuarono il nazionalismo scozzese e la distanza storica e culturale con l’Inghilterra.
~ 9 ~
CAPITOLO 2
2.1 EMIGRAZIONE NEGLI STATI UNITI
La storia dell’emigrazione scozzese verso gli Stati Uniti si articola in due momenti
fondamentali, contraddistinti da altrettanti flussi di notevole portata.
Il primo, a partire dal XVII secolo, fu causato da motivi religiosi e politici:
• i Covenanters, promotori del presbiterianesimo, e la Corona, favorevole
all’episcopalismo, entrarono in conflitto, anche perché i reali sostenevano il diritto
divino di governare e si dichiaravano guide spirituali della Chiesa di Scozia. Seguì la
deportazione di migliaia di Covenanters nelle colonie americane, le prime stabilite
nell’East Jersey nel 1683 e nel South Carolina nel 1684;
• Oliver Cromwell, divenuto Capo del governo dopo l’esecuzione di Charles I,
inizialmente non era ostile nei confronti della Scozia, ma fu costretto ad agire quando
gli scozzesi invasero l’Inghilterra; lo scontro sfociò nella battaglia di Worcester (1651),
vinta dagli inglesi e molti scozzesi furono esiliati nelle colonie americane.
Il secondo flusso si verificò quando il governo inglese adottò le Highland clearences, che
consistevano in una pianificazione del territorio e in una riorganizzazione della popolazione
scozzese, al fine di mantenere il controllo inglese sulla regione, di evitare nuove insurrezioni e
di rendere l’area più produttiva. Gli Highlanders furono sfrattati dalle loro terre, convertite
all’allevamento ovino, più redditizio rispetto alla coltivazione; molti di loro furono trasferiti
nelle aree costiere e meridionali della Scozia, dove furono impiegati come pescatori, mentre la
maggior parte decise di emigrare.
Tra gli anni 1768 e 1775 l’emigrazione scozzese raggiunse il suo massimo (40000
Highlanders emigrarono negli Stati Uniti).
~ 10 ~
North Carolina 10,8 %
Georgia 9,9 %
Kentucky/Tennessee 8,5 %
South Carolina 8,5 %
Pennsylvania 8,4 %
Tabella 1
Tabella 2
La tabella 1 mostra le principali zone di insediamento dei coloni scozzesi: possiamo notare
come la loro distribuzione fosse prevalente nelle colonie meridionali (North Carolina, Georgia,
Kentucky e Tennessee, South Carolina), mentre a nord troviamo una rilevante comunità solo
in Pennsylvania (anche se ne esistevano di significative nella città di New York, nell’area di
Boston e nel New England)2
. La tabella 2 registra gli esiti del primo censimento americano del
1790: considerando gli Scots-Irish e gli scozzesi come un’unica entità, il totale ammonta a
2
Sim, 2011 p. 25
~ 11 ~
Inglesi 1.900.000
Africani 750.000
Scots-Irish 320.000
Tedeschi 280.000
Irlandesi 200.000
Scozzesi 160.000
Olandesi 100.000
Francesi 80.000
circa 500.000; essi quindi rappresentavano il terzo gruppo in termini di numero di abitanti,
dopo inglesi e africani3
.
L’emigrazione scozzese proseguì nel corso dei secoli XIX e XX, alimentata
principalmente da motivazioni economiche. La Scozia, infatti, pur essendo divenuta un paese
industrializzato, attraversò crisi economiche che spinsero molte famiglie a trasferirsi. Nella
maggior parte dei casi i migranti provenivano dalle città e si muovevano individualmente o
con il loro nucleo familiare; il loro livello culturale era generalmente piuttosto elevato e questo
permise loro di trovare occupazioni più dignitose e redditizie rispetto agli altri immigrati
europei.
Tabella 3
La parte superiore della tabella 34
illustra le varie fasi dell’emigrazione scozzese negli Stati
Uniti tra il 1820 e il 1950: notiamo subito che le fasi migratorie più rilevanti si concentrarono
3
Tratto da The Source, 2006, p. 361. La statistica si basa sulle stime effettuate da Thomas L. Purvis in The
European Ancestry in United States population, 1790 del 1984.
4
Berthoff, 1953, p. 5-7.
~ 12 ~
nel decennio del 1881, nel primo decennio del XX secolo e negli anni ’20. Proseguendo la
lettura, nella seconda parte vediamo come il numero dei figli di scozzesi sia cresciuto
notevolmente nel XIX secolo per poi stabilizzarsi, raggiungendo comunque un picco negli
anni ’30 del Novecento.
2.2 GRUPPI ETNICI
I migranti scozzesi erano distinti in tre gruppi etnici, gli Highlanders, i Lowlanders e
gli Scots-Irish, in base all’origine geografica e al patrimonio culturale.
Highlanders
Gli Highlanders emigrarono in America attratti dalla disponibilità della terra e dall’alto
costo degli affitti delle tenute agricole in Scozia. Essi si stabilirono prevalentemente in gruppo,
riunendosi in comunità di varie dimensioni. La loro principale destinazione fu il North
Carolina, dove il governo locale offriva concessioni terriere esentasse per un anno; questa
politica fu inaugurata da Gabriel Johnston e proseguì con il suo successore Josiah Martin, il
quale però richiedeva in cambio un giuramento di fedeltà all’Inghilterra. L’emigrazione in
questa terra garantì per alcune generazioni la sopravvivenza della lingua gaelica, poi però
sempre meno utilizzata e comunque quasi solo in ambito religioso; i Pastori di Cape Fear nel
North Carolina impiegano tuttora alcune parole di questa lingua durante le cerimonie.
La seconda destinazione in ordine di importanza fu New York, dove sbarcarono ben 80
famiglie. In questa regione si scontrarono gli Highlanders, fedeli al governo inglese e gli
Scots-Irish, indipendentisti: nella battaglia di Oriskany (1777) perirono molti Scots-Irish, ma
lo Stato di New York rimase favorevole all’indipendenza americana; questo spinse molti
Highlanders a trasferirsi in Canada o nel West.
Gli Highlanders rivestirono un ruolo fondamentale nella creazione di nuovi Stati come
il Texas, il Tennessee e il Mississippi. James Oglethorpe, governatore militare della Georgia,
reclutò molti Highlanders sulla costa, con il compito di proteggere la nuova colonia dagli
attacchi spagnoli; il loro insediamento, inizialmente noto come New Inverness, fu in seguito
ribattezzato Darien, ove fu riprodotto il sistema del clan, in cui un capo rivestiva il ruolo di
giudice. Quando la colonia tornò sotto il diretto controllo della Corona, furono sciolti i
reggimenti scozzesi e vennero stabilite limitazioni all’utilizzo della terra, cosicché molti
~ 13 ~
Highlanders abbandonarono l’insediamento originario e si recarono nelle aree montane per
dedicarsi al commercio di legname e all’allevamento.
Lowlanders
I primi Lowlanders giunsero in South Carolina nel 1682, durante il periodo dei
Covenanters, e nel New Jersey l’anno seguente. Caratteristica distintiva di questo gruppo era
la fede presbiteriana, che i Covenanters impegnarono a diffondere in America. Nel 1730 fu
creata la prima congregazione e fu eretto il primo seminario d’America, chiamato Log
College, destinato a diventare poi la prestigiosa Università di Princeton. Tra il 1763 e il 1776 i
Lowlanders si insediarono nel territorio oggi conosciuto come Vermont e questo è considerato
il loro principale flusso migratorio. Nel corso del XIX secolo alcune compagnie scozzesi
fondarono fabbriche a Kearny (New Jersey); la fiorente industria manifatturiera attrasse molti
scozzesi e questa città divenne il nuovo punto di riferimento delle loro migrazioni.
Il gruppo dei Lowlanders si integrò rapidamente nella società americana e questo
processo fu facilitato dall’adozione della lingua inglese, parlata dalla gran maggioranza dei
coloni, in luogo dello Scots.
Scots-Irish
Popolazione dell’Irlanda del Nord (parte del Regno Unito), gli Scots-Irish iniziarono a
spostarsi nel Nuovo Mondo tra il 1680 e il 1716. L’esodo di massa avvenne però a partire dal
1717, in seguito alla carestia, al collasso dell’industria tessile e alle leggi repressive in ambito
commerciale promulgate in Ulster: si stima che nel 1760 gli Scots-Irish presenti in America
fossero oltre 100.000 (Bailyn 1986a, 25).
Per distinguersi dagli Scots-Highlanders, gli irlandesi decisero di denominarsi Scots-
Irish e in seguito utilizzarono questo appellativo per differenziarsi dai Cattolici irlandesi,
anch’essi emigrati negli Stati Uniti a causa di una carestia5
. Le loro comunità erano piuttosto
chiuse, sia a causa delle peculiari convinzioni politiche e religiose, sia perché insediate in aree
di frontiera. Esse avevano mantenuto un legame molto forte con la madrepatria e il sentimento
di nostalgia per la loro terra d’origine veniva espresso tramite le lettere inviate ai parenti
rimasti nell’Ulster.
5
La carestia colpì l’Irlanda tra il 1840 e il 1860 a causa di un fungo che distrusse la patata, alimento principale
della popolazione irlandese.
~ 14 ~
Interessanti furono gli spostamenti compiuti dagli Scots-Irish: prima del 1710 scelsero
la Valle di Chesapeake in Virginia come primo insediamento e dopo il 1720 si recarono a
Philadelphia e nella Valle del Delaware. A partire dal 1735 essi penetrarono nel retroterra della
Pennsylvania e raggiunsero i Monti Appalachi, condividendo la zona con i Lowlanders e gli
Highlanders senza però integrarsi con loro. Gli Scots-Irish si stabilirono definitivamente in
questa regione alla fine del XIX secolo, in seguito allo sviluppo del commercio di legname e
alla scoperta di giacimenti di carbone. Dato il loro isolamento nelle aree montane, essi
svilupparono caratteristiche culturali proprie: una ricca tradizione orale, costituita da fiabe e
racconti, come ad esempio i Jack Tales6
. Gli Scots-Irish possedevano un dialetto proprio, le cui
tracce sono avvertibili ancora oggi nel modo di parlare degli abitanti della zona degli
Appalachi, diverso dall’American Standard English in virtù di peculiarità relative a certe
espressioni idiomatiche, ad alcuni tratti grammaticali e a inflessioni nella pronuncia.
Gli Scots-Irish contribuirono alla nascita della Hillbilly Music, una reinterpretazione
della musica celtica in versione americana: le ballate e canzoni celtiche-scozzesi furono
integrate con nuovi temi e suggestive ambientazioni legate all'America. Inoltre l’influsso di
generi musicali propri dei nativi americani e degli afroamericani ne stimolò lo sviluppo,
portando alla creazione del Bluegrass e della Country Music.
2.3 INFLUENZA SCOZZESE NELLA SOCIETÀ AMERICANA
Nella letteratura contemporanea possiamo trovare lo studio di Arthur Herman del 2001,
How Scots Invented the Modern World7
, nel quale l’autore descrive come l’influenza scozzese
sia stata significativa nella formazione degli Stati Uniti. Nello specifico egli ricorda come
molti presidenti americani abbiano origini scozzesi e come la Dichiarazione d’Indipendenza
americana avesse preso spunto dalla Dichiarazione di Arbroath del 13208
. Lo studioso
riconosce il merito agli scozzesi di essere stati pionieri nei territori del West americano e di
aver costruito le principali vie di comunicazione tra i vari Stati. Oltre a questo egli sottolinea
l’importanza di alcuni protagonisti dell’illuminismo scozzese che contribuirono a influenzare
6
Jack, il protagonista dei Jack Tales, affronta numerose avventure ispirate alla tradizione orale.
7
La pubblicazione americana contiene anche il sottotitolo The True Story of How Western Europe’s Poorest
Nation Created Our World and Everything in It, mentre la versione inglese presenta un titolo leggermente
diverso: The Scottish Enlightenment, con il sottotitolo The Scots’Invention of the Modern World.
8
Gli scozzesi chiesero a Papa Giovanni XXII il riconoscimento dell’indipendenza e la legittimazione di Robert
the Bruce come Re di Scozia.
~ 15 ~
le idee politiche, sociali ed economiche in America. Adam Smith per esempio è considerato il
padre della teoria economica classica, e sul suo trattato Wealth of Nations (1776) si basa la
moderna scienza economica. Thomas Reid fu il fondatore di una particolare scuola filosofica,
The Common Sense, che si diffuse nelle colonie tramite John Witherspoon, influente leader
religioso e politico dell’America rivoluzionaria nonché rettore dell’Università di Princeton: i
suoi studenti James Madison, Aaron Burr, Philip Freneau e John Breckenridge contribuirono a
formare gli Stati Uniti da un punto di vista costituzionale e politico. Anche nel campo
educativo gli scozzesi hanno avuto un ruolo significativo; proprio a loro si deve la fondazione
di Princeton, università cui si ispirò poi la maggior parte degli atenei statunitensi. Nel 1726 fu
istituita la prima facoltà di medicina a Edimburgo9
, che divenne una delle più importanti in
Europa dopo quella di Leiden: essa influenzò l’insegnamento e la pratica medica negli Stati
Uniti e introdusse il concetto della cura della mente e non solo del corpo. I docenti scozzesi
furono invitati in America per tenere corsi e seminari; contemporaneamente, gli studenti
americani si recarono in Scozia per approfondire i propri studi scientifici. L’abituale prassi per
diventare medico iniziava da un percorso di studi in un college americano, per poi proseguire
con un tirocinio presso illustri professori formati in Scozia e concludersi con una laurea in
medicina presso un’università scozzese. Dopo il 1765 la situazione cambiò: William Shipper e
John Morgan, laureati presso l’Università di Edimburgo, istituirono la prima scuola di
medicina presso il College of Philadelphia, permettendo così agli studenti di iniziare e portare
a termine la loro formazione accademica senza necessariamente varcare i confini del territorio
americano.
Bisogna però ricordare, come sottolinea l’antropologa Celeste Ray nel libro
Transatlantic Scots (2005), i problemi di integrazione degli immigranti scozzesi durante il
periodo coloniale, anche causati da un sentimento di pregiudizio contro gli scozzesi
abbastanza diffuso. In primo luogo furono attaccati gli Highlanders, considerati come una
comunità tribale molto chiusa, restia ad integrarsi con gli altri coloni e propensa a riporre
fiducia esclusivamente in persone di discendenza scozzese. In secondo luogo la causa delle
politiche oppressive di Re George III fu attribuita agli scozzesi, dal momento che il Capo del
governo, figura in grado di influenzare le decisione del Re, era di origini scozzesi. In America
si sviluppò quindi un movimento anti-scozzese e durante gli anni prerivoluzionari furono
9
Nel corso del XVIII e XIX secolo essa fu l’università dominante in campo medico, sia perché vi esercitarono
illustri medici come John Monro e William Cullen sia perché la lingua utilizzata nell’insegnamento era l’inglese,
mentre nel resto d’Europa era il latino.
~ 16 ~
pubblicati articoli e libri che incrementarono tale sentimento. Essendo poi la gran parte degli
scozzesi fedeli alla Corona, i pregiudizi non potevano che aumentare. Si sviluppò inoltre l’idea
che gli scozzesi aspirassero al controllo commerciale, oltre che politico, delle colonie, dal
momento che essi possedevano una moltitudine di tenute e terreni e godevano di notevole
successo nell’artigianato e nel commercio, grazie alla loro leadership nelle più importanti rotte
mercantili10
. Questa situazione discriminatoria perdurò fino alla Dichiarazione di Indipendenza
e spinse migliaia di scozzesi a trasferirsi in Canada o a tornare nella loro terra d’origine.
I racconti del romanziere scozzese Sir Walter Scott ebbero larga diffusione anche negli
Stati Uniti e fornirono una nuova immagine relativa agli scozzesi11
, contribuendo a eliminare
stereotipi negativi che perduravano fino a quel momento. Ciò permise agli scozzesi di
integrarsi maggiormente nella società americana e di partecipare attivamente alla vita politica
e alla colonizzazione del West.
La popolarità di Sir Walter Scott giunse nel momento in cui gli Stati del Sud si stavano
trasformando in un’area ricca di piantagioni, nelle quali si praticava la schiavitù. Incantati
dagli scenari medioevali e cavallereschi evocati in Waverley, i ricchi proprietari presero da essi
spunto per porsi come nuova aristocrazia e creare il mito del “Vecchio Sud”, una fiorente
civiltà di nobili cavalieri e un nuovo ordine sociale. L’entusiasmo per Walter Scott fu tale che
alcune piantagioni furono ribattezzate Bannockburn, Rossdhu e Waverley e vennero ricreati i
tornei medievali descritti nelle sue opere, alcune delle quali furono messe in scena a New
Orleans. Nelle storie di Walter Scott ricorreva spesso l’appellativo “Southrons”, un termine
dispregiativo con cui gli scozzesi identificavano gli inglesi; i confederati sudisti conferirono a
questa denominazione una connotazione positiva e la assunsero per distinguersi dai nordisti,
contro i quali stavano combattendo. La successiva sconfitta creò un’ulteriore analogia con la
storia scozzese, in virtù del parallelismo tra la causa sudista e la causa giacobita descritta nelle
opere di Walter Scott. Il sentimento nazionalista dei sudisti si espresse con un avvicinamento
all’immagine celtica, con lo scopo di distinguersi maggiormente dai nordisti.
Dopo la Guerra Civile il governo federale riassunse il controllo del territorio
meridionale e prese la fondamentale decisione di abolire la schiavitù. Contestualmente John C.
Leister fondò il Ku Klux Klan, movimento nato con l’intento di mantenere l’ordine durante la
ricostruzione del Sud. Esso però in seguito assunse una marcata connotazione razzista basata
10
Le colonie della Virginia, del Maryland e del North e South Carolina dominarono il commercio del tabacco con
l’Inghilterra.
11
Sir Walter Scott valorizzò la figura dell’Highlander e delle sue tradizioni, trasformandolo in un eroe.
~ 17 ~
sull’ideologia della supremazia bianca: si oppose all’estensione del diritto di voto alla
popolazione di colore e intraprese azioni che ripristinarono uno stato di segregazione razziale,
anche grazie a un’efficace propaganda. Questa organizzazione utilizzò il nome Klan per
evidenziare l’origine scozzese dei suoi membri, i quali pronunciavano dei giuramenti come
quelli impiegati dalla Society of the Horseman’s Word, società segreta operante nel nord-est
della Scozia.
La dimensione ideologica del Ku Klux Klan si sviluppò ulteriormente con l’uscita del
libro The Clansman di Thomas Dixon e con la sua successiva adattazione cinematografica
“The Birth of a Nation” di D.W. Griffith. Tali opere diffusero una versione romanticizzata del
patrimonio storico-culturale scozzese, che arricchì il movimento di antichi simboli e
tradizioni: l’impiego della croce ardente per esempio si ispirava alla tradizione della fiery
cross, con cui il capoclan chiamava alle armi i membri del suo clan, mentre l’utilizzo di
tuniche e cappucci bianchi traeva origine dalla tradizione massonica di rito scozzese.
Nel 1994 è stata fondata The League of the South, dall’intento separatista, che vuole
enfatizzare le radici celtiche distintive del regionalismo del Sud. Alcuni studiosi, tra cui
Roberts e Sebasta, accusano questo movimento di un eccessivo utilizzo di simboli scozzesi e
celtici, che possono diventare emblema della supremazia bianca. Alcune delle manifestazioni
organizzate dalla League uniscono la tradizione regionale del Sud con quella scozzese: ad
esempio la cornamusa accompagna “Dixie”, celebre canzone sudista, e le giacche della
Conferazione possono essere abbinate al kilt.
L’antropologa Celeste Ray tiene però a sottolineare che le celebrazioni ufficiali del
patrimonio scozzese non sono associate alla League of South e a fenomeni di razzismo, e le
ricerche da lei condotte nel 200112
hanno individuato solo sette sostenitori scozzesi-americani
appartenenti al movimento separatista del Sud.
12
Gli esiti delle ricerche sono illustrati in Transatlantic Scots.
~ 18 ~
CAPITOLO 3
3.1 IL MELTING POT
A cavallo tra il XIX e il XX secolo la popolazione degli Stati Uniti era composta da
una grossa percentuale WASP13
e da molti gruppi etnici. Il Governo americano avvertì per
questo motivo l’esigenza di creare un'unica identità americana e quindi introdusse il concetto
di melting pot, termine che esprime la fusione di molte etnie in un’unica società: negli
immigrati doveva quindi prevalere il senso di appartenenza al popolo americano, mentre la
cultura di origine doveva passare in secondo piano. Il sistema educativo rappresentò il
principale strumento nel processo di “americanizzazione” della popolazione. L’autore Gordon
descrive l’identità etnica dell’americano medio come una serie di cerchi concentrici:
Figura 2
Molti politici americani nel periodo tra il XIX e il XX secolo erano a favore
dell’integrazione degli immigrati all’interno della società, secondo il motto nazionale “E
13
White Anglo-Saxon Protestant.
~ 19 ~
Pluribus Unum”. Il Presidente Theodore Roosevelt affermava che gli immigrati dovevano fare
una scelta, visto che l’individuo istintivamente tende ad anteporre la propria bandiera di
origine a quella americana: l’essere americano doveva diventare una priorità. Anche il
Presidente Wilson definì come “non vero americano” chi continuava a identificarsi in un
determinato gruppo etnico e avvertì che ogni suddivisione poteva portare alla rovina del Paese,
dal momento che ognuno avrebbe perseguito i propri interessi e non il bene comune.
La situazione negli Stati Uniti era abbastanza paradossale: mentre l’obiettivo della
politica americana era la formazione di un unico gruppo socio-culturale, la realtà era
completamente diversa, ovvero multiculturale. Gli immigrati, nonostante il processo di
integrazione, potevano mantenere un legame con la propria cultura, sia attraverso la loro
famiglia, depositaria delle tradizioni, sia attraverso la pratica religiosa14
e le associazioni
culturali, che costituivano punti di incontro per le varie comunità etniche.
L’Immigration Act del 1924 introdusse le quote massime annuali di immigrati da ogni
singolo Paese straniero in rapporto al totale già presente sul suolo americano, con lo scopo di
evitare squilibri e la presenza di gruppi troppo numerosi, al fine di garantire una maggiore
omogeneità nella popolazione. La Grande Depressione del 1929 impedì comunque che questi
limiti fossero raggiunti, molti infatti preferirono rifugiarsi in Canada.
Il contesto scozzese
Nel secondo capitolo ho introdotto il tema dell’emigrazione scozzese negli Stati Uniti.
La suddivisione in tre sottogruppi etnici (Highlanders, Lowlanders e Scots-Irish) nacque per
indicare la provenienza geografica e il background socio-culturale degli immigranti.
Inizialmente, quando questi gruppi giunsero in America, le differenze si accentuarono; in
seguito essi iniziarono ad aiutarsi a vicenda e comunque i coloni inglesi consideravano gli
immigrati scozzesi come un’unica etnia distinta: ciò contribuì alla creazione di un’unica
identità scozzese.
Per non essere emarginati nel contesto americano gli scozzesi si integrarono nel gruppo
WASP e, avvantaggiati dal fatto di parlare principalmente inglese, ebbero successo sia
professionalmente sia in ambito sociale e politico; questo, insieme alla nuova figura
dell’Highlander delineata dalle opere di Sir Walter Scott, contribuì ad accrescere la
14
La religione negli Stati Uniti è assolutamente libera e tutelata a livello costituzionale, ed è un soggetto
autonomo nei confronti dello Stato. Questo ha garantito, nel corso degli anni, la possibilità di mantenere le
proprie radici culturali.
~ 20 ~
considerazione degli inglesi nei confronti degli scozzesi. Essi mantennero comunque un certo
distacco dai coloni inglesi ponendo l’accento sulla cultura Highland e sulla religione comune,
creando nuove associazioni scozzesi.
Gli Scots-Irish, stabilitisi in aree di frontiera, assunsero questa denominazione per
distinguersi dai loro conterranei irlandesi-cattolici. Dopo un’iniziale separazione dai gruppi
dei Lowlanders e degli Highlanders, decisero di conformarsi alla cultura Highland.
Il patrimonio culturale delle successive generazioni fu oggetto di un’evoluzione in
quanto le tradizioni Lowlander si fusero con la cultura Highland: ad esempio la cena nel
giorno di S. Andrea e la Burns Supper, che traggono la propria origine dalle Lowlands
scozzesi, sono celebrate con costumi e musica Highland.
Perché nasce questa fusione fra tradizioni che prima erano contrapposte o addirittura
sconosciute in Scozia? Occorre ricordare che una persona diventa molto più consapevole delle
proprie origini nel momento in cui si trasferisce in un altro Paese ed entra in contatto con altri
connazionali; in questo contesto è frequente la nascita di un patrimonio culturale misto con
evoluzione propria rispetto alle tradizioni originali.
3.2 GRUPPI ETNICI NEGLI STATI UNITI
Gli sforzi del Governo nel processo di integrazione degli immigrati nella società
americana ebbero esito positivo: i figli degli immigrati iniziarono ad integrarsi nella cultura
americana e persero interesse riguardo alla cultura originaria; la pratica religiosa nel corso
degli anni ha favorito, almeno in parte, la conservazione del pluralismo culturale nel territorio
americano.
Il cambio di direzione nella politica assimilazionista americana avvenne tramite
l’Ethnic Heritage Act, votato dal Congresso nel 1974, che riconosceva le diverse etnie presenti
in America e predisponeva fondi e sovvenzioni a sostegno delle varie iniziative per la
promozione del patrimonio storico-culturale dei vari gruppi etnici. Nel contesto sociale furono
determinanti la pubblicazione del libro Roots15
di Alex Haley e il seguente adattamento
televisivo: esso ebbe un forte riscontro nella popolazione di colore, che divenne più
consapevole riguardo al proprio passato e al proprio retaggio culturale, ma riscosse successo
presso le comunità di bianchi, la cui ascendenza si differenziava dal gruppo WASP per usi e
15
Il libro è ambientato a fine Ottocento e racconta la storia di Kunta Kinte, rapito in Africa e divenuto schiavo in
America.
~ 21 ~
costumi. Gli Stati Uniti sono quindi ritornati politicamente a una società multiculturale, dove
si tende a sottolineare le differenze e ritorna il concetto di Hyphenated Identities, ovvero una
categorizzazione dei vari gruppi che compongono la società americana, per esempio gli
Scottish-American, gli Irish-American e gli Italian-American; si sottolinea quindi la
cittadinanza americana, ma si desidera anche evidenziare le diverse culture da cui discendono i
cittadini americani.
Negli anni si sviluppò anche l’esigenza di ricercare le proprie origini genealogiche, ma
spesso l’appartenenza che si delineava era puramente simbolica: molti americani infatti, pur
discendendo da una commistione di diverse culture, scelgono di identificarsi in quella da cui si
sentono meglio rappresentati. Perché questa scelta? La studiosa Waters suggerisce diversi
fattori che spingono un individuo a prediligere un particolare gruppo: legami affettivi e vincoli
di parentela, l’origine del proprio cognome, oppure la popolarità di una determinata cultura o
un sentimento di affinità nei suoi confronti.
3.3 LA COMUNITÀ SCOZZESE-AMERICANA
L’attuale comunità scozzese-americana è il risultato del flusso migratorio verso gli
Stati Uniti iniziato nel XVII secolo; la creazione di associazioni culturali ha poi mantenuto
vivo il senso d’identità scozzese all’interno della società americana. Nella prima metà del
Novecento la cultura scozzese ha attraversato un periodo di declino in quanto considerata di
“basso livello” dal popolo americano. A partire dagli anni ’50 è iniziata una fase di rinascita: la
necessità di appartenenza, come specificato nel paragrafo precedente, aveva spinto una larga
parte della popolazione americana alla ricerca delle proprie origini. Parallelamente la
reintroduzione del sistema dei clan attraverso le Clan Society e la creazione degli Highland
Games sono stati due importanti fenomeni culturali, con una crescente partecipazione da parte
degli scozzesi-americani nel corso degli anni.
All’interno della comunità scozzese-americana si distinguono due principali gruppi:
• gli scozzesi-americani, i cui familiari sono nati in Scozia ed emigrati in America. Il
loro legame scozzese quindi è riconducibile al massimo a due o tre generazioni
precedenti e si tramanda l’importanza della cultura scozzese e delle sue tradizioni;
• gli americani di discendenza scozzese che pur presentando nel loro albero genealogico
uno o più antenati scozzesi risalenti anche a secoli precedenti, si dichiarano scozzesi-
~ 22 ~
americani. Essi provano infatti un legame affettivo con quel determinato gruppo, anche
se l’appartenenza a quest’ultimo è simbolica.
La popolarità della cultura scozzese ha raggiunto il suo massimo nel corso degli anni
‘90 con l’uscita dei film “Braveheart” e “Rob Roy” che hanno valorizzato la figura dello
scozzese, rendendola ammirevole e descrivendone le qualità: attaccamento alla famiglia e
appassionata difesa dei propri valori e principi. Queste due pellicole hanno anche diffuso la
conoscenza dei costumi e delle tradizioni Highland.
Il patrimonio scozzese si ricollega alla cultura Highland e alle sue tradizioni; la musica,
i balli, i costumi, la letteratura e la storia sono così interessanti, che gli scozzesi-americani
tendono a identificarsi in tale cultura a discapito di un senso di appartenenza alla comunità
WASP.
Non sussistendo un collegamento diretto con la madrepatria, dalla metà del Novecento
gli scozzesi-americani hanno riportato in auge una cultura che stava perdendosi. La distanza
geografica tra Stati Uniti e Scozia ha permesso nel tempo l’ ”americanizzazione” di antiche
tradizioni che gli scozzesi-americani riconoscono come autentiche. Cosa significa
americanizzare una tradizione? Come già suggerito prima, la distanza dal proprio Paese
d’origine porta alla trasformazione di tradizioni adattate al luogo di insediamento. Nel corso
delle generazioni la cultura originaria viene tramandata, iniziando però a differenziarsi sempre
di più da quella originale, in un contesto ampio come quello americano, acquisisce un carattere
spesso stereotipato. Un esempio è rappresentato dall’uso del kilt, che gli scozzesi-americani
indossano in occasione di ogni attività organizzata dalle associazioni, dei matrimoni e di
qualsiasi evento rievocativo della cultura scozzese. Gli abitanti della Scozia però non sono
sempre vestiti con il kilt, che utilizzano solo in determinate occasioni; questo è rappresentativo
del processo di enfatizzazione del folklore. Parallelamente vengono introdotti nuovi elementi
nelle celebrazioni di particolari festività, nella convinzione che anche in passato si svolgessero
in quel modo. Ad esempio, gli Highland Games in North Carolina differiscono da quelli
scozzesi perché, in primo luogo in Scozia si chiamano Highland Gatherings, in secondo luogo
non prevedono il pernottamento con le tende sul campo della manifestazione. La
partecipazione in Scozia, infine, prevede l’acquisto di un biglietto e la suddivisione dei posti a
sedere in base alla classe sociale di appartenenza, mentre in America i giochi rappresentano
un’occasione di ritrovo per la comunità scozzese-americana, che si considera unita da un
legame di “parentela” privo di differenze sociali. In conclusione le varie associazioni hanno
~ 23 ~
introdotto nuove tradizioni, nate nel contesto scozzese-americano, che non sono però
riconosciute in Scozia come ad esempio il Tartan Day o il Kirkin’o’ the Tartan. Il primo
celebra il patrimonio scozzese in America, il secondo consiste nella benedizione dei tartan dei
vari clan o delle associazioni.
Negli ultimi vent’anni i viaggi aerei hanno abbreviato la distanza fisica e culturale tra
scozzesi-americani e Scozia. Gli scozzesi-americani che si sono recati in Scozia hanno
visitato i luoghi da cui i loro ascendenti provengono, in alcuni casi sono andati a trovare i loro
parenti, altri hanno preso parte a diverse attività culturali come corsi di lingua gaelica.
Internet ha dato la possibilità a milioni di scozzesi-americani di leggere notizie e
informazioni sulla Scozia in tempo reale. Si possono comunque trovare molte pubblicazioni
cartacee prodotte sia negli Stati Uniti sia in Scozia, rivolte alla comunità scozzese-americana:
• lo Scottish Banner pubblicato a Dunedin in Florida, si presenta come l’unico periodico
rivolto agli scozzesi di tutto il mondo, che possono stringere così amicizie
transoceaniche.
• lo Scottish Life una rivista del Massachusetts tratta di argomenti quali la cultura, la
storia e lo sport scozzesi. Include anche articoli riguardo alle storie degli americani
trasferiti in Scozia; inoltre dispone di un calendario aggiornato relativo agli eventi che
si tengono sia in Nord America che in Scozia;
• l’ Highlander pubblicato in Massachusetts, rappresenta uno dei primi periodici
stampati in America. La pubblicazione è bimensile ed è composta da articoli relativi ad
eventi storici, a tradizioni e vita scozzese; è inoltre descritta la vita di celebri
personaggi scozzesi;
• lo Scottish Tales è un giornale on-line rivolto a giovani lettori e si basa su racconti e
cartoni animati che hanno come tema la Scozia e il suo popolo;
• An Naidheachd Againne è una rivista dell’American Gaelic Society con articoli in
lingua gaelica affiancati dalla traduzione in inglese, il suo intento è promuovere il
gaelico e la cultura Highland all’interno della comunità scozzese-americana.
Il ruolo della Scozia
In passato la politica scozzese non aveva altro modo di esprimersi se non attraverso il
Governo Britannico; i politici inglesi poi, non potevano rappresentare la Scozia all’estero.
~ 24 ~
Oggi, grazie alla devolution del ’97, il Parlamento scozzese può disporre di propri
rappresentati acquistando così un ruolo più attivo e decisivo nei rapporti con le varie
comunità scozzesi all’estero. La prima iniziativa intrapresa è rappresentata dal Fresh Talent
Initiative, che vuole incoraggiare le persone a vivere e lavorare in Scozia. Essa è rivolta
soprattutto ai cittadini non-europei laureati nelle università scozzesi, i quali hanno la
possibilità di rimanere in Scozia per un periodo di due anni, senza permesso di soggiorno;
trascorso questo periodo possono tornare nel loro Paese o richiedere un permesso in base alle
norme vigenti.
Il Parlamento scozzese ha promosso inoltre varie iniziative per incrementare i
collegamenti tra Scozia e Stati Uniti, The Global Friends of Scotland istituita per promuovere
l’immagine della Scozia a livello internazionale e per mostrare i risultati che gli scozzesi
hanno ottenuto in determinanti ambiti tra cui lo sport, il business e la cultura. Sir Sean
Connery ha fondato la Friends of Scotland, che svolge la funzione di punto di incontro per la
comunità scozzese-americana; i suoi uffici sono situati a Manhattan. Essa si occupa delle
attività commerciali e delle università scozzesi che vogliono stabilire contatti in America. Il
primo Ministro scozzese Jack McConnel ha visitato nel 2005 gli Stati Uniti e ha incontrato
molti imprenditori americani con l’obiettivo di espandere i rapporti commerciali tra i due
Paesi; nel 2008,infatti, Donald Trump ha deciso di stanziare fondi nel nord-est della Scozia per
la realizzazione di strutture per il tempo libero e la costruzione di case e hotel.
Il turismo è un importante settore dell’economia scozzese e un proficuo campo
d’investimento. Numerose compagnie turistiche scozzesi hanno realizzato tour appositi con i
quali si esplorano i territori, occupati in precedenza dai clan o teatro di determinati fatti storici,
tra cui le Highland Clearances. Molte Clan Society hanno istituito dei musei propri, nei quali
è possibile ripercorre la storia familiare, in aggiunta molti clan utilizzano castelli per
accogliere visitatori e svolgere vari eventi. Un esempio riguarda Dunvegan Castle in Skye,
dove ogni quattro anni si tiene il parlamento del Clan MacLeod. Attraverso queste visite i
turisti possono riscoprire i propri legami genealogici con un determinato clan. Negli ultimi
anni si è sviluppato l’Homecoming Year in Scozia, nel quale si radunano le comunità scozzesi
residenti all’estero; il primo anno in cui si è svolto è il 2009, 250° anniversario della nascita di
Robert Burns. Questo avvenimento è stato finanziato dal Parlamento Scozzese e dall’European
Regional Development Fund. Nell’ambito dell’Homecoming Year sono organizzati vari eventi
da enti turistici quali EventScotland e VisitScotland. Un evento peculiare è stato la Clan
~ 25 ~
Convention, tenuta all’interno del Parlamento scozzese e ove si sono riuniti i vari capiclan per
discutere il ruolo dei clan nel XXI secolo. Dato il successo dell’evento, il Parlamento scozzese
ha deciso di organizzarne una nuova edizione nel 2014, anno in cui si svolgeranno i
Commonwealth Games a Glasgow e 700° anniversario della battaglia di Bannockburn.
~ 26 ~
CAPITOLO 4
4.1 ASSOCIAZIONI AMERICANE- SCOZZESI
Nel secondo e nel terzo capitolo ho descritto come l’emigrazione scozzese verso gli
Stati Uniti sia stata importante per due principali motivi: il numero degli emigrati e il loro
patrimonio socio-culturale. Gli scozzesi non si dispersero all’interno del territorio americano,
tendendo invece a formare delle piccole comunità. Essi non dimenticarono le loro origini, ma
anzi le varie tradizioni degli Highlanders e Lowlanders si fusero in un’unica identità.
Gli emigranti scozzesi, come altri gruppi etnici, crearono delle proprie associazioni: la
Scots Charitable Society di Boston (1657) fu la prima organizzazione scozzese, nata con lo
scopo di aiutare i prigionieri esiliati in America da Oliver Cromwell; nel corso del XVIII
secolo furono istituite altre associazioni, tra cui la St. Andrew Society (1729) e la New York
Foundation (1744). I loro principali obiettivi erano l’assistenza agli immigrati provenienti
dalla Scozia e le opere di carità; la beneficenza fu l’aspetto caratterizzante di queste istituzioni,
votate ad elargire aiuto agli orfani, alle vedove e soprattutto alle persone in difficoltà
economica. Naturalmente esse svolgevano anche altre attività, come la celebrazione di alcune
ricorrenze scozzesi, tra cui le feste di Hogmanay16
e del patrono della Scozia, S. Andrea.
Dalla metà del XIX secolo nacquero anche associazioni di carattere sportivo; furono
infatti gli scozzesi a introdurre negli Stati Uniti il golf e il curling17
. A Boston nel 1853 furono
organizzati i primi Giochi Scozzesi, e nel 1867 a New York si tenne la prima competizione
internazionale tra Canada e Stati Uniti. Inoltre nacquero associazioni culturali connesse a
opere del poeta scozzese Robert Burns (Burns Club, 1847), alla musica celtica e alla
cornamusa (Pittsburgh Bagpipe Band Society, 1900).
Le organizzazioni nate tra la fine del Settecento e l’inizio del Novecento furono
fondamentali nella formazione di un’identità e di un senso di appartenenza. L’adesione non era
però determinata da una discendenza da un clan (come invece accadrà dal 1960 in poi), ma si
basava semplicemente sulla provenienza geografica dei membri, esclusivamente di sesso
maschile. Le donne, ammesse occasionalmente a limitati eventi, fondarono in seguito
organizzazioni femminili, tra cui le Figlie della Scozia (1895) e la Grande Loggia (1899), che
estendevano l’iscrizione a tutte le persone di sesso femminile nate in Scozia o sposate con
16
Termine gaelico per indicare il Capodanno scozzese.
17
Il curling in seguito divenne lo sport più praticato in Canada.
~ 27 ~
uomini scozzesi; tali istituzioni erano concentrate soprattutto nella zona nord-est degli Stati
Uniti e nella città di Chicago.
Nel corso dei decenni queste organizzazioni hanno allargato la loro influenza nel
territorio americano e hanno aperto uffici anche all’estero: oggi le maggiori società sono il
Burns Club, la St. Andrew Society e la Caledonian Society. Le origini scozzesi non
rappresentano tuttora un requisito essenziale per gli iscritti: essi possono essere semplicemente
interessati alla cultura scozzese, anche se in verità molte persone coinvolte sono attratte
maggiormente dall’idea di appartenere a un determinato circolo che da quella di scoprire il
patrimonio culturale della Scozia. Dalla loro fondazione queste associazioni continuano ad
accogliere prevalentemente membri di sesso maschile; inoltre la maggior parte dei soci
proviene dall’élite della società americana.
4.2 IL DECLINO E LA RINASCITA DELLE ASSOCIAZIONI
Dal 1920 iniziò un periodo di declino per tali società e le cause furono molte. In primo
luogo un calo rilevante nelle migrazioni scozzesi provocò un minor apporto culturale autentico
in America; gli scozzesi-americani inoltre tendevano ad adeguarsi allo stile di vita americano.
In secondo luogo i figli nati da genitori scozzesi si integravano nella società americana più
velocemente rispetto ai figli di altre etnie, infatti la seconda generazione conosceva le proprie
origini scozzesi ma considerava se stessa a tutti gli effetti americana. Infine gli scozzesi-
americani andavano perdendo interesse per molte manifestazioni, tra cui gli Highland Games,
sostituiti poi, a causa del costo eccessivo, da semplici eventi sportivi.
Il 1950 rappresenta l’anno del riavvicinamento alla cultura scozzese e le relative
organizzazioni tornarono in voga. Tutto cominciò quando Donald F. MacDonald visitò l’Isola
di Skye in Scozia: durante il suo soggiorno fu ispirato dalle manifestazioni culturali cui prese
parte e al suo ritorno decise di fondare gli Highland Games sulla Grandfather Mountain nello
stato del North Carolina. Egli istituì anche il clan Donald e la prima compagnia di danze
scozzesi. Egli inaugurò quindi una fase in cui le persone desideravano ricercare le proprie
radici: nacque la necessità di rafforzare il senso di appartenenza a una determinata etnia,
seppur in maniera simbolica. Furono fondate le Clan Society, che affiancarono le associazioni
già presenti sul territorio americano. La parola clan18
letteralmente significa “figli”, ma in
18
Clan, deriva dal gaelico Clann.
~ 28 ~
seguito la sua accezione si è estesa sino a comprendere il termine “famiglia”; con conseguente
allargamento dei legami di “parentela” a tutte le persone che avevano un cognome in comune.
A partire dal 1960 queste società hanno ricostruito l’antico sistema dei clan19
; prive di
carattere territoriale, a differenza dei clan originali, esse si formarono in base alla discendenza
da un determinato clan. Esse inoltre differivano dalle organizzazioni scozzesi, istituite decenni
prima, perché in primo luogo la loro fondazione si deve principalmente a Scozzesi-Americani
e in secondo luogo perché erano suddivise in base al clan di discendenza; esse offrivano
quindi un nuovo senso d’identità e di appartenenza a una grande famiglia.
Le Clan Society organizzano riunioni famigliari e incoraggiano i membri più giovani a
prendere parte a differenti attività culturali, come le danze scozzesi e i corsi di cornamusa e di
arte, e partecipano ai vari festival e agli Highland Games. Esse hanno adottato inoltre dei
propri tartan, che si differenziano nei colori e nei disegni e rappresentano un tratto distintivo
del clan all’interno della comunità scozzese-americana.
L’affiliazione alle Clan Society, come detto in precedenza, si basa sul cognome in
comune e i membri devono dimostrare la discendenza da un determinato clan fornendo
certificati o atti legali. Siccome la ricerca genealogica è abbastanza complessa, le varie società
indicano sulle loro pagine internet una lista di cognomi collegati al clan originale e ne
specificano anche la provenienza geografica. Ad esempio se gli antenati delle persone che
presentano il cognome Blues sono originari delle aree dell’Islay, del Kintyre o dell’Arran,
possono diventare membri del Clan Donald; mentre se gli antenati provengono da altre zone
della Scozia, devono riferirsi al Clan MacMillian; un altro esempio è rappresentato dal Clan
Lindsay, al quale può aderire chi porta il cognome Lindsay, Byer, Cobb, Crawford, Deuchar,
Dowie o Summers.
Nel 1974 fu istituito il COSCA (Council Of Scottish Clans and Associations), che
disciplina le Clan Society e le associazioni famigliari sul territorio americano; il suo scopo
consiste anche nella conservazione degli usi e dei costumi e nella promozione del folklore
scozzese. Sette organizzazioni tra cui il COSCA formano la Scottish Coalition, una
federazione volta a promuovere il patrimonio culturale della Scozia tra le comunità scozzesi-
americane. Nell’ ambito della Scottish Coalition, possiamo trovare le seguenti associazioni:
• Scottish-American Foundation: fondata da Lord e Lady Malcolm Douglas-Hamilton
nel 1956, rappresenta un collegamento sociale e commerciale tra la Scozia e gli Stati
19
I primi clan scozzesi nacquero in base alla suddivisione geografica ed erano governati da un capoclan.
~ 29 ~
Uniti, fornisce dettagli riguardanti la genealogia e i contratti commerciali, informa in
merito alle varie attività scozzesi che si svolgono all’interno del Paese; inoltre
conferisce il Premio Wallace alle persone di origine scozzese che si sono distinte in
determinati ambiti;
• Caledonian Foundation (1976): il suo intento è il mantenimento e il rafforzamento dei
legami tra Scozia, Canada e Stati Uniti; si occupa principalmente di arte, musica e
teatro; inoltre dispone di un programma di scambio tra gli studenti scozzesi e
americani nel campo della musica;
• Highland Games and Festival Association: fondata nel 1981, rappresenta il principale
ente organizzatore degli Highland Games negli Stati Uniti;
• Scottish Heritage USA: istituita nel 1965, il suo fine è di valorizzare i legami sociali e
culturali tra la popolazione scozzese e americana; attività peculiari di questa società
sono i suoi due concorsi letterari: il primo, rivolto ai giovani, consiste nella stesura di
un tema concernente il patrimonio storico-culturale scozzese; il secondo ha luogo
presso l’East Tennessee State University durante il programma estivo di studi scozzesi
e prevede la stesura di una tesina;
• Living Legacy of Scotland: creata nel 2000, i suoi obiettivi sono la tutela del
patrimonio portato dagli immigrati scozzesi negli Stati Uniti e la trasmissione di tale
eredità alle generazioni future, grazie a materiale audiovisivo e cartaceo distribuito
durante le presentazioni nelle scuole, nei musei e nelle biblioteche;
• The Tartan Educational and Cultural Association: filiale americana della Scottish
Tartan Authority, fornisce informazioni sul tartan e sulla sua storia; presso questo ente
si può certificare la creazione di nuovi tartan, che in seguito saranno registrati
nell’International Tartan Index.
Alla comunità scozzese-americana fanno capo moltissime altre associazioni, che però
non aderiscono alla Scottish Coalition: alcune di esse, infatti, sono autonome e nascono
dall’iniziativa di condividere un interesse comune. Esistono circa mille band che suonano la
cornamusa e la musica scozzese e partecipano a diverse competizioni nazionali, e numerosi
gruppi che commemorano determinati eventi storici scozzesi, come The Historic Highlanders
nello stato del New Hampshire, che rievoca la vita quotidiana scozzese dal 1314 (Prima
Guerra d’Indipendenza scozzese) fino al 1746 (battaglia di Culloden); altre associazioni
~ 30 ~
invece trattano avvenimenti che hanno visto il coinvolgimento degli scozzesi nella storia
americana: possiamo citare The 1745 Jacobite Society (dell’Arizona), che rievoca la guerra
franco-indiana20
.
Inoltre vi sono gruppi affiliati ad associazioni della Scozia, ad esempio circa 200
gruppi che praticano balli scozzesi seguendo le direttive e i regolamenti dalla Royal Scottish
Country Dance Society (RSCDS), fondata nel 1923 da Jane Milligan; chi vuole qualificarsi
come insegnante di ballo deve affrontare un percorso costituito da esami e da un tirocinio di
circa due anni, dopodiché deve sostenere un esame per la certificazione finale. Alcune
competizioni di ballo, esclusive delle Highlands, seguono gli standard e i requisiti imposti
dallo Scottish Official Board of Highland Dancing, istituito nel 1950 in Scozia e rappresentato
in America dalla sua filiale FUSTA (Federation of United States Teachers and Adjudicators),
che conta circa 150 scuole di ballo.
4.3 GLI EVENTI PRINCIPALI DELLE ASSOCIAZIONI
Ogni associazione organizza eventi propri che rappresentano un’occasione sia per stare
insieme con altri membri, sia per celebrare il patrimonio storico-culturale della Scozia.
Elencare tutte le attività che si svolgono sarebbe abbastanza difficile, perciò mi concentro su
due dei più importanti eventi che hanno luogo presso le associazioni scozzesi e le Clan
society: Burns Supper e Kirkin’o’the Tartan.
Burns Supper
La Burns Supper è una cena in onore del poeta scozzese Robert Burns (1759-1796) e si
svolge il 25 gennaio, giorno della sua nascita. Celebrata soprattutto in Scozia e in Irlanda del
Nord, si è poi diffusa attraverso l’emigrazione scozzese nel mondo. Negli Stati Uniti i primi a
introdurla sono stati i Burns Clubs, ed è stata di riflesso adottata da tutte le altre associazioni.
La cena, caratterizzata da piatti della tradizione scozzese e accompagnata da musica celtica,
segue un protocollo abbastanza formale: prima di iniziare a mangiare si recita il
ringraziamento di Selkirk, in lingua Scots:
“Some hae meat and canna eat,
20
La Battaglia (1756-1763) avvenuta sul suolo americano tra la Gran Bretagna e la Francia, finì con l’espulsione
dei francesi dall’America
~ 31 ~
and some wad eat that want it,
But we hae meat and we can eat,
and sae the Lord be thankit.” (Burns, 1976)
Prima che le portate siano servite, gli ospiti si alzano per accogliere l’haggis, portato in tavola
da tre persone: lo chef, un suonatore di cornamusa e un giovane in abito tradizionale che
rivolge all’haggis un discorso (The Address to the Haggis). Dopo si svolge un brindisi
generale in onore dell’haggis (Toast to Haggis), che viene tagliato davanti a tutti i presenti
affinché la cena possa iniziare. Al suo termine si commemora Robert Burns attraverso “The
Immortal Memory”, che racconta la vita del poeta; inoltre sono cantate alcune sue canzoni tra
le quali “Ae Fond Kiss”, “Parcel O' Rogues”, “A Man's a Man”, e sono recitate alcune opere,
tra cui “To a Mouse”, “To a Louse”, “Tam O' Shanter”. Infine gli ospiti, tenendosi per mano, si
uniscono in coro nella canzone "Auld Lang Syne”21
, che rappresenta la conclusione della
serata.
The Kirkin’ o’ the Tartan
Questo evento è stato creato nel 1941 dal presidente della St. Andrew’s Society di
Washington (D.C.), il reverendo Peter Marshall. L’intento iniziale era di sostenere le truppe
britanniche durante la Seconda Guerra mondiale, ma dal 1952 è diventata una tradizione delle
principali organizzazioni scozzesi-americane. All’inizio si svolgeva nella domenica successiva
agli Highland Games locali, mentre in seguito la ricorrenza è stata fissata il 6 aprile, giorno del
Tartan Day. Questo evento ha luogo in chiesa e consiste in una processione dei principali
membri di una determinata associazione, accompagnati all’altare da un gruppo locale che
suona la cornamusa; giunti all’altare, essi presentano i vari tartan o gli stendardi del proprio
clan e ricevono la benedizione. La cerimonia prevede inoltre preghiere e inni rivolti a S.
Andrea, patrono della Scozia. Terminata la funzione, la processione continua all’esterno della
Chiesa, dove sono organizzati concerti e manifestazioni.
4.4 GLI HIGHLAND GAMES
21
La canzone è cantata durante Hogmanay, il Capodanno scozzese; essa è conosciuta in tutto il mondo e
soprattutto negli Stati Uniti, dove è stata portata dagli immigrati scozzesi ed è cantata alla vigilia del Capodanno
americano
~ 32 ~
Nell’XI secolo gli Highland Games erano delle gare organizzate in Scozia dal re come
intrattenimento; esse avevano anche lo scopo di selezionare uomini in ottima forma fisica da
impiegare poi come guardie del corpo, braccianti o messaggeri. Nel corso dei secoli il loro
svolgimento si combinò con l’intento di stringere alleanze e matrimoni tra i vari clan e
divenne un’occasione per scambiare merci. In seguito questa manifestazione si arricchì di
competizioni relative alle danze scozzesi e alla musica celtica con cornamuse e tamburi. Con
la sconfitta nella battaglia di Culloden nel 1746, questo evento non ebbe più luogo. A partire
dal 1832 furono di nuovo organizzati gli Highland Games dalla Braemar Highland Society.
Nell’anno dell’inaugurazione la Regina Victoria prese parte a questo evento e tuttora la
Famiglia Reale vi partecipa.
Nel contesto americano i primi giochi scozzesi si svolsero a San Francisco nel 1866 e a
Detroit nel 1867 con il nome di Caledonian Games, antico appellativo attribuito alla Scozia
dai Romani, ed erano volti a celebrare il patrimonio culturale dalla Scozia. In seguito alla
Guerra Civile Americana, gli Stati del Sud furono impegnati nella ricostruzione sociale e
politica del proprio territorio; qui i Caledonian Games si tennero quindi solo in undici
cittadine, diversamente dal Nord degli Stati Uniti dove furono un evento di massa (circa 20000
partecipanti). Il libro “The Caledonian Games in 19th–Century America” di Gerald Redmond
colloca la diffusione dei giochi scozzesi nella fase della “Rise of Sport”, periodo in cui le
rivoluzioni tecnologiche, l’urbanizzazione e un crescente apprezzamento dimostrato dall’élite
permisero al fenomeno sportivo di raggiungere il suo apice nella seconda metà del XIX
secolo. Questo evento era transnazionale, in quanto alcuni atleti e giudici provenivano dalla
Scozia, internazionale, poiché si tenevano competizioni tra Canada e Stati Uniti, e multietnico,
grazie alla partecipazione di immigrati non scozzesi tra cui afro-americani e irlandesi; i giochi
scozzesi rappresentavano quindi anche un momento in cui persone di etnia diversa si
aggregavano e condividevano la passione per lo sport, per i balli e la musica scozzese.
Risulta difficile comprendere il declino dei Caledonian Games dopo un così florido
avvio. La spiegazione risiede nel contesto che li vede come precursori dell’attuale tradizione
sportiva americana: molti americani si interessarono sempre più a nuovi sport come il basket,
il baseball e il football. Inoltre la Depressione del 1929 condusse a una drastica riduzione negli
investimenti per questo evento.
A partire dagli anni ‘60 incominciò il revival dei giochi scozzesi, che furono
reintrodotti con il nome di Highland Games. Nel corso degli anni questa manifestazione è
~ 33 ~
cresciuta e oggi si contano circa 125 eventi ad essa collegati. California, Texas, Pennsylvania,
New York, Florida, Virginia e North Carolina sono gli Stati in cui gli Highland Games (e i
festival scozzesi) hanno ottenuto maggiore diffusione; la manifestazione ha luogo
principalmente nelle aree dove i coloni scozzesi si stabilirono o fondarono città ( Cape Fear in
North Carolina e Glasgow in Kentucky) oppure è ospitata da paesi che vogliono rilanciare
l’economia locale. Le competizioni atletiche seguono gli standard imposti dalla Scottish
Games Association, la stessa associazione che disciplina i giochi anche in Scozia. I
partecipanti si suddividono in tre categorie: i professionisti, invitati ufficialmente, competono
per vincere un premio in denaro; i dilettanti, divisi in diverse categorie a seconda del loro
livello; i masters, sopra i 45 anni d’età.
Gli Highland Games si svolgono durante tutto l’anno e rappresentano un’occasione sia
per chi vanta origini scozzesi sia per tutti gli appassionati di sport e per la Scozia in generale.
Molti partecipanti inoltre effettuano veri e propri tour di giochi scozzesi recandosi a più eventi
in diversi Stati.
~ 34 ~
CAPITOLO 5
5.1 TARTAN DAY
Molti Paesi nel mondo hanno una propria festa nazionale che celebra un evento
particolarmente importante per la storia della nazione. Si può commemorare l’anniversario
dell’indipendenza, come ad esempio l’Independence Day negli Stati Uniti (4 luglio), ma si può
anche festeggiare il proprio patrono, come accade in Irlanda con la festa di S. Patrizio (17
marzo). La Scozia non è una nazione indipendente, nonostante abbia un proprio parlamento,
perciò non esistono feste nazionali; alcune ricorrenze hanno però rilevanza socio-culturale
all’interno di tutto il territorio scozzese, come ad esempio Hogmanay (31 dicembre) e la
commemorazione della nascita del poeta Robert Burns (25 gennaio).
Le ricorrenze citate nel precedente paragrafo sono arrivate negli Stati Uniti insieme
agli immigranti scozzesi, ma la comunità scozzese americana celebra anche altre occasioni,
come la festa del patrono della Scozia, S. Andrea (30 Novembre); negli ultimi anni inoltre ha
riscosso successo l’introduzione di una nuova festività, il Tartan Day (6 aprile), in occasione
del quale si celebra il patrimonio culturale scozzese.
5.2 ORIGINI DEL TARTAN DAY
Il primo Paese che sviluppò l’idea di creare un giorno nazionale scozzese fu il Canada.
Nel 1986 The Federation of Scottish Clan, con sede nella provincia della Nuova Scozia,
propose alle legislature provinciali canadesi di fissare il Tartan Day il 6 aprile, giorno in cui
peraltro cade l’anniversario della Dichiarazione di Arbroath del 1320, che sanciva
l’indipendenza scozzese. Nel 1987 Il Parlamento della Nuova Scozia approvò il Tartan Day
Act all’interno del suo territorio e in seguito la maggior parte delle provincie canadesi adottò
questa legge, esclusi il Québec, il Newfoundland e Labrador.
Le organizzazioni scozzesi degli Stati Uniti studiarono la situazione canadese e si
incontrarono per discutere di un’eventuale adozione del Tartan Day, che avvenne grazie
all’iniziativa del senatore repubblicano Trent Lott. Egli propose la Delibera 155:
“Whereas April 6 has a special significance for all Americans, and especially those
American of Scottish descent, because the Declaration of Arbroath, The Scottish Declaration
~ 35 ~
of Independence, was signed on April 6, 1320 and the American Declaration of Independence
was modeled on that inspirational document;
Whereas this resolution honors the major role that Scottish American played in founding of
this Nation, such as the fact that almost half of the signers of the Declaration of Independence
were of Scottish descent, The Governors in nine of the original thirteen States were of Scottish
ancestry, Scottish Americans successfully helped shape this country in its formative years and
guide this Nation through its most troubled times;
Whereas this resolution recognizes the monumental achievements and invaluable
contributions made by Scottish Americans that have led to America’s pre-eminence in the
fields of science, technology, medicine, government, politics, economics, architecture,
literature, media, and visual and performing arts;
Whereas this resolution commends the more than 200 organizations throughout the United
States that honor Scottish heritage, tradition and culture, representing the hundreds of
thousands of Americans of Scottish descent, residing in every State, who already have made
the observance of Tartan Day on April 6 a success;
Whereas these numerous individuals, clans, society, clubs and fraternal organizations do not
let the great contributions of the Scottish people go unnoticed:
Now therefore be it Resolved, That the Senate designates April 6 of each year as National
Tartan Day. ” (Sim, 2011, p.98).
Il contenuto della Delibera 155 afferma che gli immigrati scozzesi e i loro discendenti hanno
avuto un ruolo fondamentale nella formazione degli Stati Uniti, poiché i governatori delle
prime colonie e la maggior parte dei firmatari della Dichiarazione d’Indipendenza americana
avevano origini scozzesi. Inoltre essa riconosce il contributo degli scozzesi-americani in
diversi ambiti, tra i quali la politica, la tecnologia, la medicina, l’economia e la letteratura. In
aggiunta riconosce l’esistenza di più di 200 organizzazioni sul territorio americano che
celebrano il patrimonio storico-culturale scozzese. Infine chiede al Senato americano di
istituire il Tartan Day il 6 aprile di ogni anno. Questo disegno di legge inoltre sottolinea
l’ispirazione della Dichiarazione di Indipendenza americana al modello della Dichiarazione di
Arbroath. Tale dichiarazione risale al periodo successivo alle Guerre d’Indipendenza tra
Scozia e Inghilterra, nelle quali gli scozzesi sconfissero gli inglesi a Stirling nel 1297 e in
seguito nel 1314 a Bannockburn. Il giorno 6 aprile 1320 gli scozzesi inviarono a Papa
~ 36 ~
Giovanni XXII una lettera nella quale chiedevano il riconoscimento dell’indipendenza
scozzese.
L’affermazione del Senatore Lott ha creato varie correnti di pensiero. Alcuni, come
Duncan Bruce, presidente della St. Andrew Society di New York, sostengono le somiglianze
tra i due documenti e affermano che la Dichiarazione d’Indipendenza deriva da quella di
Arbroath, soprattutto riguardo agli articoli sulla libertà e sulla sovranità del popolo. Altri,
come lo storico Michael Fry dubitano dell’esistenza di nessi tra le due dichiarazioni; in primo
luogo perché il primo documento è scritto in latino, mentre il secondo è redatto in lingua
inglese; in secondo luogo perché è impensabile che i Padri Fondatori abbiano tratto ispirazione
da un evento storico avvenuto secoli prima; questa opinione è rafforzato inoltre dal fatto che
solo Whiterspoon e Wilson erano effettivamente scozzesi e che nei loro scritti non esistono
dichiarazioni connesse ad Arbroath. Possono sussistere della affinità tra i due documenti, ma
dovute forse al fatto che entrambi i Paesi chiedevano l’indipendenza da un potere centrale e
oppressivo e volevano creare una nuova nazione che si basasse sui principi di libertà in
precedenza negati.
La proposta è stata approvata all’unanimità il 20 marzo del 1998 ed è stata accolta in
maniera positiva all’interno degli Stati Uniti: durante gli ultimi anni sono nate infatti varie
celebrazioni legate al Tartan Day; le principali si svolgono nelle città di New York e
Washington (D.C.).
5.2 TARTAN WEEK
Il Tartan Day di New York è la manifestazione scozzese più importante negli Stati
Uniti ed è cresciuta nel corso degli ultimi anni, trasformandosi nel Tartan Week, della durata di
due settimane:
• in campo artistico si organizzano vari concerti di gruppi scozzesi nei pub o all’aperto,
mentre compagnie teatrali provenienti dalla Scozia si esibiscono nei teatri
newyorchesi; si tengono inoltre seminari sulla storia e sulla cultura scozzese presso
associazioni scozzesi-americane, con proiezione di film ambientati in Scozia;
• nel settore sportivo si svolge l’annuale maratona di Central Park e la Tartan Army di
New York organizza un torneo di football tra i suoi membri e i visitatori;
~ 37 ~
• lo Scottish Village, situato in un’area della Grand Central Station, è uno spazio con
numerosi stand che offrono vari prodotti artigianale scozzesi; vi sono anche molte
agenzie di viaggio e enti per la promozione del turismo in Scozia;
• Dressed to Kilt è l’evento più importante della settimana e le sue sfilate di moda
presentano ogni anno i nuovi colori e i nuovi disegni del tartan; partecipano molti
personaggi famosi, tra cui l’attore Sir Sean Connery;
• L’avvenimento più rilevante del Tartan Week è rappresentato dalla parata, con la sfilata
di diciassette pipe bands, sette Clan Society e nove organizzazioni scozzesi-americane;
si svolge nella Sixth Avenue: teatro delle principali parate dei vari gruppi etnici
presenti negli Stati Uniti
In conclusione il Tartan Day si sta ancora sviluppando e non ha ancora raggiunto una
rilevanza paragonabile ad altri eventi etnici come la Parata di S. Patrizio o il Capodanno
cinese, che attirano migliaia di americani. In precedenza molte organizzazioni americane-
scozzesi si erano risentite del fatto che la Scozia non avesse avuto un ruolo attivo
nell’organizzazione di questa festività; inizialmente la Scozia e gli Scozzesi non erano a favore
del Tartan Day, visto come una conferma di vecchi stereotipi. Nel corso degli anni la
posizione della Scozia è cambiata e dal 2008 essa ha deciso di dare il suo contributo. Il
Parlamento scozzese,infatti, ha intuito l’importanza sociale e commerciale del Tartan Week
nell’abito dei rapporti tra Stati Uniti e Scozia.
~ 38 ~
CONCLUSIONI
Rispetto a quanto espresso nei precedenti capitoli, si può parafrasare il pensiero
dell’antropologa Celeste Ray espresso nel libro Transatlantic Scots; ovvero l’attuale
patrimonio culturale scozzese celebrato in America non è stato tramandato dalle generazioni
precedenti, ma è stato riportato in auge a partire dagli anni ’60. Il multiculturalismo del
governo americano e la pubblicazione del libro Roots di Alex Haley sono stati determinanti in
quanto hanno incentivato le persone a ricercare le proprie radici. Molti americani riscoprirono
le proprie origini scozzesi, permettendo una rinascita della cultura scozzese nell’età
contemporanea. La comunità scozzese-americana ha sempre desiderato distinguersi dal gruppo
WASP (White Anglo-Saxon Protestant), poiché essa presenta aspetti socio-culturali distinti: sia
nel patrimonio storico e sia nelle tradizioni. Attualmente la cultura scozzese è estremamente
popolare, poiché dispone di un ricco patrimonio connesso alla letteratura, alla storia e alla
musica della Scozia; l’uscita di film come “Braveheart” e “Rob Roy” hanno incrementato tale
apprezzamento.
I viaggi low-cost e l’avvento di internet hanno riavvicinato la comunità scozzese-
americana alla terra d’origine, una situazione che in precedenza non sussisteva per la
mancanza di mezzi e che aveva contribuito ad un leggero allontanamento fra le due culture.
Gli scozzesi-americani hanno infatti “americanizzato” alcune tradizioni come l’uso del kilt e
hanno introdotto nuove celebrazioni come il Tartan Day e il Kirkin’o’the Tartan.
La Scozia non aveva un ruolo ufficiale nei confronti delle comunità scozzesi-americana
sino alla devolution del 1997 dalla Gran Bretagna. Un evento di estrema rilevanza, grazie al
quale oggi la Scozia dispone di propri rappresentati politici. Essi rappresentano il proprio
Paese, partecipando ai vari eventi relativi alla cultura scozzese in America e stringono rapporti
commerciali tra le due Nazioni.
~ 39 ~
BIBLIOGRAFIA
Davies, Norman, 2004. Isole: Storia dell’Inghilterra, della Scozia, del Galles e dell’Irlanda. Bruno Mondadori,
Milano.
Dobson, David, 2004. Scottish Emigration to Colonial America 1607-1785. The University of Georgia Press,
Athens.
Donaldson, Emily Ann, 1986.The Scottish Highland Games in America. Pelican Publishing Company Inc,
Gretna.
Kay, Billy, 2008. The Scottish World: A Journey into the Scottish Diaspora. Mainstream Publishing Company,
Edinburgh.
Klieforth, A.L. e Munro, R. J. 2004. Scottish Invention of America Democracy and Human Rights. University of
America Press, Lanham.
Mitchison, Rosalind, 2002. A History of Scotland. 3rd Edition. Routledge, New York.
Olson, J. S. e Beal, O. H. 2010. The Ethnic Dimension in America History. 4th
Edition. Wiley-Blackwell,
Chichester.
Ray, Celeste, 2001. Highland Heritage: Scottish Americans in the American South. The University of North
Carolina Press, Chapel Hill.
Ray , Celeste, 2005.Transatlantic Scots. The University of Alabama Press, Tuscaloosa.
Sim, Duncan, 2011. American Scots: The Scottish Diaspora and the USA. Dunedin Academic Press, Edinburgh.
SITOGRAFIA
http://www.americanscottishfoundation.com/home/index.html
http://www.arts.gla.ac.uk/ScotLit/ASLS/SWE/TBI/TBIIssue1/ScotandAmer.html
http://www.bbc.co.uk/history/scottishhistory/
http://www.bbc.co.uk/news/magazine-16537073
http://caribem.hubpages.com/hub/Scottish-influence-in-American-culture-US-Constitution-and-Princeton-
University
http://www.electricscotland.com/history/scottish_american.htm
http://www.everyculture.com/multi/Pa-Sp/Scottish-and-Scotch-Irish-Americans.html#b
http://www.genealogymagazine.com/scots.html
http://www.heritage-of-scotland.com/hist.htm
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2376711/pdf/tacca00083-0116.pdf
http://www.tartanday.org/influence.htm
http://www.scottish-history.com/
http://simplyscotches.blogspot.com/2011/01/scotch-regions-and-their-unique-flavors.html
~ 40 ~
RINGRAZIAMENTI
La mia tesi di Laurea è dedicata ai miei genitori che hanno contribuito
economicamente alla mia formazione accademica. Essi rappresentano il punto
di forza, a cui mi sono potuto aggrappare nei momenti di difficoltà e di
incertezza, sostenendomi in ogni occasione.
Un ringraziamento speciale va a Marcello e a Sonia per la loro estrema
disponibilità, senza i quali non avrei potuto concludere la stesura del mio
elaborato, consigliandomi le scelte migliori.
Vorrei ringraziare le miei compagne di corso, con le quali ho condiviso i
momenti più belli e indimenticabili della mia carriera universitaria: Karen
dell’Orto, Rossana d’Aria, Sara Paolinelli e Stefania Testa.
Infine voglio personalmente ringraziare tutti i miei amici, che mi hanno
sostenuto durante il percorso di studi. Essi mi hanno aiutato a crescere,
ascoltandomi e offrendomi ottimi consigli: Girolamo, Luca, Giovanna,
Francesca, Leo, Giuseppe, Elena, Claudio, Massimo e Monica.
~ 41 ~

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Thesis

  • 1. Università degli Studi dell’Insubria Facoltà di Giurisprudenza Corso di laurea in Scienze della Mediazione Interlinguistica e Interculturale CULTURA E INDENTITÀ SCOZZESE NEGLI STATI UNITI D’AMERICA Tesi di Laurea Mirko Castagna Matricola706797 Relatrice: Prof.ssa Paola Baseotto Anno accademico 2010/2011
  • 2. INDICE SUMMARY 1 INTRODUZIONE 3 CAPITOLO 1 LA SCOZIA 4 1.2 CENNI STORICI 5 1.3 LA NASCITA DELL’IDENTITÀ 8 CAPITOLO 2 EMIGRAZIONE NEGLI STATI UNITI 10 2.2 GRUPPI ETNICI 13 2.3 INFLUENZA SCOZZESE NELLA SOCIETÀ AMERICANA 15 CAPITOLO 3 MELTING POT 19 3.2 GRUPPI ETNICI NEGLI STATI UNITI 21 3.3 LA COMUNITÀ SCOZZESE AMERICANA 22 CAPITOLO 4 ASSOCIAZIONI AMERICANE-SCOZZESI 27 4.2 IL DECLINO E LA RINASCITA DELL’ASSOCIAZIONI 28 4.3 GLI EVENTI PRINCIPALI DELL’ASSOCIAZIONI 31 4.4 GLI HIGHLAND GAMES 33 CAPITOLO 5 TARTAN DAY 35 5.2 ORIGINI DEL TARTAN DAY 35 5.3 TARTAN WEEK 37 CONCLUSIONI 39 BIBLIOGRAFIA 40 RINGRAZIAMENTI 41
  • 3. SUMMARY The aim of this thesis is to examine the Scottish-American community in the United States in order to understand its origins and its evolution in the American society. Thus three main issues are addressed in the present work: first of all the history of Scottish emigration to Colonial America and the subdivision in three main groups: Highlander, Lowlander and Scots- Irish. Secondly the birth of a national identity in Scotland based on Highland culture and finally the reason why the identities of Scottish immigrants blended into Highland culture to become Scottish Heritage. Therefore, the purpose is to review the sociological and historical studies conducted on Scottish-American community. The thesis has been divided into 5 chapters. Chapter 1 introduces Scotland’s geographical and historical facts leading to the formation of a national identity. In Fact this Country consists of two main regions: Highland and Lowland with two different backgrounds: in the first area there was a clan system divided in territories, Highlanders spoke Gaelic language and had a particular traditions. Instead Lowlanders spoke Scots, a Germanic language, very similar to English. Through the centuries the Highland culture has become synonymous of Scottish Identity because of its historic past characterized by English domination. Chapter 2 begins by laying out the theoretical dimensions of the research, and looks at how financial and political motives brought numerous Highlander, Lowlander and Scots-Irish to leave the country and to migrate to the United States. Political, cultural and social differences distinguished these three groups in early Anglo-America. Chapter 3 analyzes the American cultural policies: melting pot and multiculturalism in relation to the Scottish contest in which firstly there was a partial assimilation into American society and secondly the revival of Scottish Heritage and celebrations Chapter 4 describes the characterization and evaluation of Scottish immigrants who founded their own organizations with two original aims: to help other immigrants from Scotland and charity work. These associations and societies celebrate some Scottish festivities for example: Burns Supper on 25th January and Highland Games which are several competitions on Scottish sports, music and dance. The last chapter assesses the establishment of the Tartan Day and its related celebrations on April 6. Tartan Day is an important expression of Scottish-American identity ~ 1 ~
  • 4. in the United States and the number of the Scottish Heritage celebrations in the Country has greatly increased and the main cultural events are in New York and Washington (D.C). ~ 2 ~
  • 5. INTRODUZIONE Il popolo americano è il frutto di un continuo flusso migratorio proveniente in fase iniziale dal Regno Unito e in seguito anche da moltissimi altri Paesi; tale fenomeno ha contribuito alla formazione degli Stati Uniti odierni. La mia tesi vuole analizzare il gruppo etnico più antico: il popolo scozzese e il suo contributo socio-culturale agli Stati Uniti. L’aspetto più interessante emerso dal mio studio è stato il parallelismo creatosi tra le tradizioni degli Highlanders, divenute un regionalismo rappresentativo dell’intera Scozia, e l’impiego della cultura Highland nelle rievocazioni americane. Storici e sociologi si sono interessati al fenomeno della comunità scozzese negli Stati Uniti a partire dalla seconda metà del Novecento e sono state prodotte molte pubblicazioni in merito, in prevalenza americane ma anche scozzesi. Non ho purtroppo rilevato ricerche specifiche svolte in Italia, se non limitate alla storia della Scozia e degli Stati Uniti. Per la stesura del mio elaborato mi sono quindi avvalso di libri in lingua inglese. Base fondamentale per la mia tesi sono stati gli studi condotti dall’antropologa Celeste Ray e dal sociologo scozzese Duncan Sim, fonte di un quadro ben dettagliato relativo all’influenza scozzese nel territorio americano. La mia tesi inizia con una presentazione geografica e storica della Scozia, essenziale ai fini della ricostruzione della genesi dell’identità scozzese relativa alla cultura Highland. Il secondo capitolo descrive la storia dell’emigrazione scozzese verso gli Stati Uniti e la conseguente influenza degli immigranti nella politica, nella società e nell’economia americana. Il terzo capitolo analizza il rapporto tra le politiche culturali americane e il contesto scozzese in cui queste si sviluppano, approfondendo due tematiche: il melting pot e la società multiculturale. Il quarto capitolo tratta la nascita e lo sviluppo delle associazioni culturali scozzesi, punto nevralgico della comunità scozzese-americana. L’ultimo capitolo esamina l’introduzione di una nuova festa nazionale il Tartan Day volta a celebrare la cultura scozzese negli Stati Uniti. ~ 3 ~
  • 6. CAPITOLO 1 1.1 LA SCOZIA La Scozia si estende nella parte settentrionale della Gran Bretagna ed è bagnata a nord- ovest dall’Oceano Atlantico e a nord-est dal Mare del Nord. Il territorio scozzese si presenta prevalentemente montuoso e al suo interno possiamo distinguere due importanti macroaree: • le Highlands, all’estremo nord della Scozia, sono contraddistinte da due principali cate- ne montuose: le North West Highlands nella zona nord-occidentale e le Grampian Mountains nella zona sud-orientale, dove è situata la vetta più alta dell’intero Regno Unito, il Ben Nevis, con un’altezza pari a 1343 metri sopra il livello del mare. Si tratta di un’area ricca di laghi, ed è proprio in questa regione che si trova il lago di Loch Ness, secondo la leggenda rifugio di un mostro conosciuto con il nome di Nessie; • le Lowlands, collocate tra le Highlands e l’Inghilterra, rappresentano l’area pianeggian- te della Scozia, dove si concentra la maggior parte della popolazione scozzese. L’area è formata dalle valli di tre fiumi: il Clyde, il Tay e il Forth. Fig.1 Mappa della Scozia La Scozia è abitata da circa 5 milioni di persone, residenti principalmente nella regione delle Lowlands, anche se la distribuzione di aree densamente popolate è disomogenea. ~ 4 ~
  • 7. Edimburgo, la capitale della Scozia, e Glasgow rappresentano i principali insediamenti abitativi: l’area fra le due città, conosciuta con il nome di Central Belt, presenta una fiorente attività industriale. Il nord della Scozia, invece, è caratterizzato da un territorio con indice demografico relativamente basso (8 abitanti per km²), soprattutto in alcune zone delle Highlands. Insieme a Galles, Inghilterra e Irlanda del Nord, la Scozia forma il Regno Unito. Nonostante lo status di nazione costitutiva della Gran Bretagna, la Scozia si differenzia da questa per alcuni aspetti. Nel 1997 il corpo elettorale scozzese approvò la devolution che permise di reintrodurre in Scozia un parlamento autonomo, dopo circa 200 anni. La Scozia non è ancora una nazione indipendente, però il suo parlamento può legiferare autonomamente in diversi settori, tra i quali l’economia, il turismo e l’educazione. La Church of Scotland (nota come “the Kirk”), è l’istituzione religiosa peculiare della Scozia, anche se indipendente dallo Stato; infatti il Capo di Stato della Gran Bretagna, contrariamente a quanto accade nella Chiesa di Inghilterra, non riveste un ruolo ufficiale nella gerarchia ecclesiastica. Quanto al sistema giuridico, in Scozia unico caso tra le nazioni costituenti la Gran Bretagna, vige il cosiddetto enacted law. Nato dall’influenza del diritto romano e sviluppatosi attraverso atti promulgati dal Parlamento scozzese prima degli Acts of Union, l’enacted law si è poi arricchito con le nuove leggi adottate dall’Unione Europea e dal nuovo Parlamento riaperto nel 1999. Accanto all’enacted law troviamo il common law inglese, che però è poco utilizzato nel sistema giuridico scozzese. In Scozia sono diffuse tre lingue: lo Standard Scottish English, una variante dell’inglese parlato nel Regno Unito, il gaelico, parlato soprattutto nella regione delle Highlands e lo Scots, diffuso nell’area delle Lowlands, che presenta qualche analogia con l’inglese standard, ma si differenzia da quest’ultimo per numerosi aspetti. 1.2 CENNI STORICI Dai Pitti al Regno di Alba In epoca neolitica si verificò l’avanzata dei Pitti, una popolazione celtica organizzata in numerose tribù e con una cultura basata sulla tradizione orale. Nel I secolo i Romani invasero l’isola britannica fino a raggiungere i confini della Caledonia, senza però riuscire a ~ 5 ~
  • 8. sottomettere la popolazione dei Pitti. Eressero quindi una fortificazione, il Vallo di Adriano, per delimitare i loro domini e prevenire le incursioni dei Celti dal nord. In seguito i Romani riprovarono a penetrare nel territorio scozzese e giunsero nelle Lowlands scozzesi, dove eressero il Vallo Antonino dal Firth of Clyde al Firth of Forth, ma dopo un breve periodo di dominazione si ritirarono da questa zona. Nel IV secolo arrivarono dall’Irlanda gli Scoti e dal continente europeo gli Angli. Queste due popolazioni ebbero un ruolo determinante: gli Scoti parlavano una lingua celtica da cui trae origine il gaelico e inoltre professavano il cristianesimo. Gli Angli, invece, diffusero la lingua oggi conosciuta come Scots e si stabilirono nelle Lowlands. Nell’853 i Pitti furono sconfitti da Kenneth MacAlpin, che successivamente unificò i due regni, quello dei Pitti e quello degli Scoti, nel Regno di Alba, esteso in gran parte dell’attuale Scozia. Nel 1057 salì al trono Malcolm III e il suo regno diede il via a grandi cambiamenti. L’arrivo dei Normanni in Inghilterra spinse molte famiglie anglosassoni a trasferirsi nel Regno di Alba e ciò contribuì ad accrescere il grado di civilizzazione all’interno del popolo scozzese. Si verificò un rinnovamento a corte: il gaelico fu sostituito dallo Scots, parlato nelle Lowlands e la nuova lingua reale fu influenzata anche dal francese normanno. Inoltre Malcolm III introdusse il feudalesimo che cambiò il sistema di distribuzione della terra, quindi il rapporto di consanguineità fu sostituito in gran parte dal rapporto di fedeltà tra padrone e vassallo. Le guerre di indipendenza e il casato Stuart La morte, nel 1286, del Re Alexander III pose di fatto fine al Regno di Alba. A causa di altri decessi tra gli eredi al trono, il Re d’Inghilterra Edward I suggerì di unire in matrimonio suo figlio con la giovane principessa Margaret, sua pronipote; purtroppo durante il tragitto dalla Norvegia, dove risiedeva, alla Scozia, la principessa morì. Per risolvere la questione dinastica, Edward I d'Inghilterra scelse John Balliol come nuovo Re di Scozia. Nonostante la Corona inglese avesse quindi risolto il problema scozzese, essa mirava alla conquista totale del territorio. Nel 1296 l’Inghilterra, infatti, invase la Scozia, ma gli scozzesi reagirono e, sotto la guida di William Wallace sconfissero l’esercito inglese presso il Ponte di Stirling. Nel 1306 Robert the Bruce fu incoronato con il nome di Robert I di Scozia. Le mire espansionistiche inglesi nei confronti della Scozia proseguirono, sfociando nella battaglia di Bannockburn nel 1314. Questo ultimo scontro determinò la cacciata degli inglesi dal territorio scozzese e nel 1320 gli scozzesi sottoscrissero una dichiarazione di indipendenza. ~ 6 ~
  • 9. Successivamente salì al trono il figlio di Robert I, Re David II, il quale non lasciò eredi, cosicché subentrò suo nipote Robert II, capostipite della dinastia Stuart. Il casato governò sulla Scozia fino al 1500 circa, quando James V si unì in matrimonio con la sorella del re inglese Henry VIII, Margaret Tudor. Henry VIII era intenzionato a unire i due regni, quindi firmò il Trattato di Greenwich che prevedeva la pace tra Scozia e Inghilterra e il matrimonio tra suo figlio, il principe Edward, e Mary Stuart. L’accordo però non venne ratificato dal Parlamento scozzese, orientato a mantenere un’alleanza (la Auld Alliance, siglata nel 1295) con la Francia. Durante il regno di Mary Stuart il calvinista John Know introdusse in Scozia la riforma protestante. La regina, pur essendo cattolica, lasciò libertà religiosa ai propri sudditi e in seguito il Parlamento istituì la prima Chiesa di Scozia di fede presbiteriana. La regina inglese Elizabeth I, figlia di Henry VIII, non ebbe eredi, quindi al trono inglese salì il figlio di Mary Stuart, James VI di Scozia con il nome di James I d’Inghilterra. I due regni, seppur uniti sotto il medesimo monarca, mantennero le proprie istituzioni separate. Il successivo re, James VII, si convertì al cattolicesimo, entrando in conflitto con la Chiesa anglicana inglese. Nel 1688 giunse in Inghilterra William of Orange, che spodestò il re cattolico e fu incoronato come William III. Nel 1707 Il Parlamento scozzese e il Parlamento inglese votarono gli Acts of Union che sancirono la nascita del Parlamento della Gran Bretagna e quindi del Regno di Gran Bretagna. Gli Acts of Union e l’arrivo di William of Orange provocarono la nascita di movimenti giacobiti (principalmente nelle Highlands), che rivendicavano l’ascesa al trono dei discendenti di James VII e una Scozia indipendente. Due furono le principali sommosse: la prima, nel 1715, a sostegno di James Edward Stuart, la seconda nel 1745, capeggiata da Charles Edward Stuart, conosciuto con il nome di Bonnie Prince. Entrambe terminarono con una sconfitta. In conclusione, sia per motivi geografici sia per motivi storico-culturali, nel corso della storia scozzese si creò una distinzione tra Highlanders e Lowlanders. I primi erano di cultura gaelica, basata sul sistema dei clan1 , prevalentemente cattolici e sostenitori della causa giacobita. I secondi, trovandosi vicino all’Inghilterra, ne furono maggiormente influenzati, anche grazie all’arrivo di molte famiglie anglosassoni e normanne ostili alle politiche di William The Conqueror. 1 Il sistema dei clan era territoriale: all’interno di una determinata area il capoclan, che disponeva di molte terre, ne concedeva parte ai membri del proprio clan, a lui legati da un vincolo militare. Inizialmente i clan erano costituiti dai discendenti dei capoclan, ma successivamente si estesero anche ad altre famiglie di contadini, che spesso assumevano il cognome del proprio capo. ~ 7 ~
  • 10. La battaglia di Culloden e le sue conseguenze La rivolta giacobita del 1745 si concluse con la battaglia di Culloden nel 1746 e la vittoria degli inglesi. Questo evento lasciò una profonda cicatrice nella storia scozzese: lo scontro rappresentò l’ultimo tentativo di rendere la Scozia indipendente e pose fine ai piani degli Stuart di riconquistare il trono inglese. Le conseguenze furono rilevanti per gli Highlanders, considerati i fautori della rivolta: in quanto il Governo inglese emise alcuni atti volti a distruggere la cultura gaelica: • Act of Proscription: vietò l’uso dei costumi scozzesi, tra cui il kilt e il tartan, conside- rati simboli giacobiti e l’uso della cornamusa, che accompagnava gli assalti dell’eserci- to. Fu proibita la lingua gaelica; • Heritable Jurisdictions Act: pose fine al sistema tribale degli Highlanders. 1.3 LA NASCITA DELL’IDENTITÀ NAZIONALE SCOZZESE Dopo le rivolte giacobite la Corona e il popolo inglese identificarono tutti gli Scozzesi con la cultura Highland considerandoli un’etnia inferiore. Gli inglesi temendo nuove sommosse guardarono gli scozzesi con sospetto. La Scozia divenne una regione soggiogata dal potere dell’Inghilterra e chiamata semplicemente “North Britain” . La perdita di dignità e del territorio, unitamente al ricordo degli insuccessi delle rivolte giacobite e alla conseguente repressione della cultura gaelica, fecero nascere nel popolo scozzese un forte senso di appartenenza. La volontà di creare un’identità nazionale per rivendicare l’indipendenza culturale dagli inglesi pose fine all’antica rivalità tra gli Highlanders e i Lowlanders, i quali iniziarono ad avvicinarsi alla cultura Highland. Il XIX secolo fu caratterizzato dal fenomeno dell’Highlandism, ovvero da una rinascita della cultura gaelica che si diffuse in tutta la Scozia. Il primo passo fu operato dalla Highland Society di Londra, istituita con lo scopo di preservare la cultura gaelica e di abrogare le leggi contro le tradizioni Highland. Questa istituzione portò al reintegro del tartan, che successivamente divenne un tessuto alla moda. A causa della crisi economica e delle problematiche legate alla gestione della terra, molti Highlanders si videro costretti ad arruolarsi nell’esercito inglese e fu loro concesso l’utilizzo del kilt come indumento militare. Durante l’espansione dell’impero britannico gli Highlanders si distinsero per le loro abilità ~ 8 ~
  • 11. militari e strategiche, quindi il kilt, considerato simbolo del valore celtico, divenne in seguito la divisa ufficiale di tutti gli Scozzesi. In campo culturale furono determinanti ai fini dell’affermazione della cultura Highland le opere di Sir Walter Scott, che descrivevano la maestosità delle tradizioni e dei rituali Highland e trasformarono lo stereotipo del barbarico e incivile Highlander in una figura eroica. In ambito musicale le canzoni, basate su temi tratti dalle rivolte giacobite e dalle battaglie del passato, infusero negli Scozzesi una nuova coscienza patriottica. La cultura Highland fu ristabilita ufficialmente nel 1822 con la visita in Scozia di Re George IV. Era da circa 180 anni che un monarca inglese non si recava nel territorio scozzese; durante il suo soggiorno indossò il kilt, in segno di rispetto verso la cultura scozzese. Anche la Regina Victoria mostrò interesse nei confronti della cultura Highland e rimase affascinata dal paesaggio locale; acquistò quindi il Castello di Balmoral, che divenne – ed è tuttora – la residenza estiva tradizionale dei monarchi britannici, e prese parte a diversi eventi culturali, tra cui i giochi scozzesi di Braemar. Il rifiorire della cultura gaelica, i successi militari e il nuovo apprezzamento da parte dei monarchi inglesi non spensero però il sentimento di rivalità tra i due popoli, ma anzi accentuarono il nazionalismo scozzese e la distanza storica e culturale con l’Inghilterra. ~ 9 ~
  • 12. CAPITOLO 2 2.1 EMIGRAZIONE NEGLI STATI UNITI La storia dell’emigrazione scozzese verso gli Stati Uniti si articola in due momenti fondamentali, contraddistinti da altrettanti flussi di notevole portata. Il primo, a partire dal XVII secolo, fu causato da motivi religiosi e politici: • i Covenanters, promotori del presbiterianesimo, e la Corona, favorevole all’episcopalismo, entrarono in conflitto, anche perché i reali sostenevano il diritto divino di governare e si dichiaravano guide spirituali della Chiesa di Scozia. Seguì la deportazione di migliaia di Covenanters nelle colonie americane, le prime stabilite nell’East Jersey nel 1683 e nel South Carolina nel 1684; • Oliver Cromwell, divenuto Capo del governo dopo l’esecuzione di Charles I, inizialmente non era ostile nei confronti della Scozia, ma fu costretto ad agire quando gli scozzesi invasero l’Inghilterra; lo scontro sfociò nella battaglia di Worcester (1651), vinta dagli inglesi e molti scozzesi furono esiliati nelle colonie americane. Il secondo flusso si verificò quando il governo inglese adottò le Highland clearences, che consistevano in una pianificazione del territorio e in una riorganizzazione della popolazione scozzese, al fine di mantenere il controllo inglese sulla regione, di evitare nuove insurrezioni e di rendere l’area più produttiva. Gli Highlanders furono sfrattati dalle loro terre, convertite all’allevamento ovino, più redditizio rispetto alla coltivazione; molti di loro furono trasferiti nelle aree costiere e meridionali della Scozia, dove furono impiegati come pescatori, mentre la maggior parte decise di emigrare. Tra gli anni 1768 e 1775 l’emigrazione scozzese raggiunse il suo massimo (40000 Highlanders emigrarono negli Stati Uniti). ~ 10 ~
  • 13. North Carolina 10,8 % Georgia 9,9 % Kentucky/Tennessee 8,5 % South Carolina 8,5 % Pennsylvania 8,4 % Tabella 1 Tabella 2 La tabella 1 mostra le principali zone di insediamento dei coloni scozzesi: possiamo notare come la loro distribuzione fosse prevalente nelle colonie meridionali (North Carolina, Georgia, Kentucky e Tennessee, South Carolina), mentre a nord troviamo una rilevante comunità solo in Pennsylvania (anche se ne esistevano di significative nella città di New York, nell’area di Boston e nel New England)2 . La tabella 2 registra gli esiti del primo censimento americano del 1790: considerando gli Scots-Irish e gli scozzesi come un’unica entità, il totale ammonta a 2 Sim, 2011 p. 25 ~ 11 ~ Inglesi 1.900.000 Africani 750.000 Scots-Irish 320.000 Tedeschi 280.000 Irlandesi 200.000 Scozzesi 160.000 Olandesi 100.000 Francesi 80.000
  • 14. circa 500.000; essi quindi rappresentavano il terzo gruppo in termini di numero di abitanti, dopo inglesi e africani3 . L’emigrazione scozzese proseguì nel corso dei secoli XIX e XX, alimentata principalmente da motivazioni economiche. La Scozia, infatti, pur essendo divenuta un paese industrializzato, attraversò crisi economiche che spinsero molte famiglie a trasferirsi. Nella maggior parte dei casi i migranti provenivano dalle città e si muovevano individualmente o con il loro nucleo familiare; il loro livello culturale era generalmente piuttosto elevato e questo permise loro di trovare occupazioni più dignitose e redditizie rispetto agli altri immigrati europei. Tabella 3 La parte superiore della tabella 34 illustra le varie fasi dell’emigrazione scozzese negli Stati Uniti tra il 1820 e il 1950: notiamo subito che le fasi migratorie più rilevanti si concentrarono 3 Tratto da The Source, 2006, p. 361. La statistica si basa sulle stime effettuate da Thomas L. Purvis in The European Ancestry in United States population, 1790 del 1984. 4 Berthoff, 1953, p. 5-7. ~ 12 ~
  • 15. nel decennio del 1881, nel primo decennio del XX secolo e negli anni ’20. Proseguendo la lettura, nella seconda parte vediamo come il numero dei figli di scozzesi sia cresciuto notevolmente nel XIX secolo per poi stabilizzarsi, raggiungendo comunque un picco negli anni ’30 del Novecento. 2.2 GRUPPI ETNICI I migranti scozzesi erano distinti in tre gruppi etnici, gli Highlanders, i Lowlanders e gli Scots-Irish, in base all’origine geografica e al patrimonio culturale. Highlanders Gli Highlanders emigrarono in America attratti dalla disponibilità della terra e dall’alto costo degli affitti delle tenute agricole in Scozia. Essi si stabilirono prevalentemente in gruppo, riunendosi in comunità di varie dimensioni. La loro principale destinazione fu il North Carolina, dove il governo locale offriva concessioni terriere esentasse per un anno; questa politica fu inaugurata da Gabriel Johnston e proseguì con il suo successore Josiah Martin, il quale però richiedeva in cambio un giuramento di fedeltà all’Inghilterra. L’emigrazione in questa terra garantì per alcune generazioni la sopravvivenza della lingua gaelica, poi però sempre meno utilizzata e comunque quasi solo in ambito religioso; i Pastori di Cape Fear nel North Carolina impiegano tuttora alcune parole di questa lingua durante le cerimonie. La seconda destinazione in ordine di importanza fu New York, dove sbarcarono ben 80 famiglie. In questa regione si scontrarono gli Highlanders, fedeli al governo inglese e gli Scots-Irish, indipendentisti: nella battaglia di Oriskany (1777) perirono molti Scots-Irish, ma lo Stato di New York rimase favorevole all’indipendenza americana; questo spinse molti Highlanders a trasferirsi in Canada o nel West. Gli Highlanders rivestirono un ruolo fondamentale nella creazione di nuovi Stati come il Texas, il Tennessee e il Mississippi. James Oglethorpe, governatore militare della Georgia, reclutò molti Highlanders sulla costa, con il compito di proteggere la nuova colonia dagli attacchi spagnoli; il loro insediamento, inizialmente noto come New Inverness, fu in seguito ribattezzato Darien, ove fu riprodotto il sistema del clan, in cui un capo rivestiva il ruolo di giudice. Quando la colonia tornò sotto il diretto controllo della Corona, furono sciolti i reggimenti scozzesi e vennero stabilite limitazioni all’utilizzo della terra, cosicché molti ~ 13 ~
  • 16. Highlanders abbandonarono l’insediamento originario e si recarono nelle aree montane per dedicarsi al commercio di legname e all’allevamento. Lowlanders I primi Lowlanders giunsero in South Carolina nel 1682, durante il periodo dei Covenanters, e nel New Jersey l’anno seguente. Caratteristica distintiva di questo gruppo era la fede presbiteriana, che i Covenanters impegnarono a diffondere in America. Nel 1730 fu creata la prima congregazione e fu eretto il primo seminario d’America, chiamato Log College, destinato a diventare poi la prestigiosa Università di Princeton. Tra il 1763 e il 1776 i Lowlanders si insediarono nel territorio oggi conosciuto come Vermont e questo è considerato il loro principale flusso migratorio. Nel corso del XIX secolo alcune compagnie scozzesi fondarono fabbriche a Kearny (New Jersey); la fiorente industria manifatturiera attrasse molti scozzesi e questa città divenne il nuovo punto di riferimento delle loro migrazioni. Il gruppo dei Lowlanders si integrò rapidamente nella società americana e questo processo fu facilitato dall’adozione della lingua inglese, parlata dalla gran maggioranza dei coloni, in luogo dello Scots. Scots-Irish Popolazione dell’Irlanda del Nord (parte del Regno Unito), gli Scots-Irish iniziarono a spostarsi nel Nuovo Mondo tra il 1680 e il 1716. L’esodo di massa avvenne però a partire dal 1717, in seguito alla carestia, al collasso dell’industria tessile e alle leggi repressive in ambito commerciale promulgate in Ulster: si stima che nel 1760 gli Scots-Irish presenti in America fossero oltre 100.000 (Bailyn 1986a, 25). Per distinguersi dagli Scots-Highlanders, gli irlandesi decisero di denominarsi Scots- Irish e in seguito utilizzarono questo appellativo per differenziarsi dai Cattolici irlandesi, anch’essi emigrati negli Stati Uniti a causa di una carestia5 . Le loro comunità erano piuttosto chiuse, sia a causa delle peculiari convinzioni politiche e religiose, sia perché insediate in aree di frontiera. Esse avevano mantenuto un legame molto forte con la madrepatria e il sentimento di nostalgia per la loro terra d’origine veniva espresso tramite le lettere inviate ai parenti rimasti nell’Ulster. 5 La carestia colpì l’Irlanda tra il 1840 e il 1860 a causa di un fungo che distrusse la patata, alimento principale della popolazione irlandese. ~ 14 ~
  • 17. Interessanti furono gli spostamenti compiuti dagli Scots-Irish: prima del 1710 scelsero la Valle di Chesapeake in Virginia come primo insediamento e dopo il 1720 si recarono a Philadelphia e nella Valle del Delaware. A partire dal 1735 essi penetrarono nel retroterra della Pennsylvania e raggiunsero i Monti Appalachi, condividendo la zona con i Lowlanders e gli Highlanders senza però integrarsi con loro. Gli Scots-Irish si stabilirono definitivamente in questa regione alla fine del XIX secolo, in seguito allo sviluppo del commercio di legname e alla scoperta di giacimenti di carbone. Dato il loro isolamento nelle aree montane, essi svilupparono caratteristiche culturali proprie: una ricca tradizione orale, costituita da fiabe e racconti, come ad esempio i Jack Tales6 . Gli Scots-Irish possedevano un dialetto proprio, le cui tracce sono avvertibili ancora oggi nel modo di parlare degli abitanti della zona degli Appalachi, diverso dall’American Standard English in virtù di peculiarità relative a certe espressioni idiomatiche, ad alcuni tratti grammaticali e a inflessioni nella pronuncia. Gli Scots-Irish contribuirono alla nascita della Hillbilly Music, una reinterpretazione della musica celtica in versione americana: le ballate e canzoni celtiche-scozzesi furono integrate con nuovi temi e suggestive ambientazioni legate all'America. Inoltre l’influsso di generi musicali propri dei nativi americani e degli afroamericani ne stimolò lo sviluppo, portando alla creazione del Bluegrass e della Country Music. 2.3 INFLUENZA SCOZZESE NELLA SOCIETÀ AMERICANA Nella letteratura contemporanea possiamo trovare lo studio di Arthur Herman del 2001, How Scots Invented the Modern World7 , nel quale l’autore descrive come l’influenza scozzese sia stata significativa nella formazione degli Stati Uniti. Nello specifico egli ricorda come molti presidenti americani abbiano origini scozzesi e come la Dichiarazione d’Indipendenza americana avesse preso spunto dalla Dichiarazione di Arbroath del 13208 . Lo studioso riconosce il merito agli scozzesi di essere stati pionieri nei territori del West americano e di aver costruito le principali vie di comunicazione tra i vari Stati. Oltre a questo egli sottolinea l’importanza di alcuni protagonisti dell’illuminismo scozzese che contribuirono a influenzare 6 Jack, il protagonista dei Jack Tales, affronta numerose avventure ispirate alla tradizione orale. 7 La pubblicazione americana contiene anche il sottotitolo The True Story of How Western Europe’s Poorest Nation Created Our World and Everything in It, mentre la versione inglese presenta un titolo leggermente diverso: The Scottish Enlightenment, con il sottotitolo The Scots’Invention of the Modern World. 8 Gli scozzesi chiesero a Papa Giovanni XXII il riconoscimento dell’indipendenza e la legittimazione di Robert the Bruce come Re di Scozia. ~ 15 ~
  • 18. le idee politiche, sociali ed economiche in America. Adam Smith per esempio è considerato il padre della teoria economica classica, e sul suo trattato Wealth of Nations (1776) si basa la moderna scienza economica. Thomas Reid fu il fondatore di una particolare scuola filosofica, The Common Sense, che si diffuse nelle colonie tramite John Witherspoon, influente leader religioso e politico dell’America rivoluzionaria nonché rettore dell’Università di Princeton: i suoi studenti James Madison, Aaron Burr, Philip Freneau e John Breckenridge contribuirono a formare gli Stati Uniti da un punto di vista costituzionale e politico. Anche nel campo educativo gli scozzesi hanno avuto un ruolo significativo; proprio a loro si deve la fondazione di Princeton, università cui si ispirò poi la maggior parte degli atenei statunitensi. Nel 1726 fu istituita la prima facoltà di medicina a Edimburgo9 , che divenne una delle più importanti in Europa dopo quella di Leiden: essa influenzò l’insegnamento e la pratica medica negli Stati Uniti e introdusse il concetto della cura della mente e non solo del corpo. I docenti scozzesi furono invitati in America per tenere corsi e seminari; contemporaneamente, gli studenti americani si recarono in Scozia per approfondire i propri studi scientifici. L’abituale prassi per diventare medico iniziava da un percorso di studi in un college americano, per poi proseguire con un tirocinio presso illustri professori formati in Scozia e concludersi con una laurea in medicina presso un’università scozzese. Dopo il 1765 la situazione cambiò: William Shipper e John Morgan, laureati presso l’Università di Edimburgo, istituirono la prima scuola di medicina presso il College of Philadelphia, permettendo così agli studenti di iniziare e portare a termine la loro formazione accademica senza necessariamente varcare i confini del territorio americano. Bisogna però ricordare, come sottolinea l’antropologa Celeste Ray nel libro Transatlantic Scots (2005), i problemi di integrazione degli immigranti scozzesi durante il periodo coloniale, anche causati da un sentimento di pregiudizio contro gli scozzesi abbastanza diffuso. In primo luogo furono attaccati gli Highlanders, considerati come una comunità tribale molto chiusa, restia ad integrarsi con gli altri coloni e propensa a riporre fiducia esclusivamente in persone di discendenza scozzese. In secondo luogo la causa delle politiche oppressive di Re George III fu attribuita agli scozzesi, dal momento che il Capo del governo, figura in grado di influenzare le decisione del Re, era di origini scozzesi. In America si sviluppò quindi un movimento anti-scozzese e durante gli anni prerivoluzionari furono 9 Nel corso del XVIII e XIX secolo essa fu l’università dominante in campo medico, sia perché vi esercitarono illustri medici come John Monro e William Cullen sia perché la lingua utilizzata nell’insegnamento era l’inglese, mentre nel resto d’Europa era il latino. ~ 16 ~
  • 19. pubblicati articoli e libri che incrementarono tale sentimento. Essendo poi la gran parte degli scozzesi fedeli alla Corona, i pregiudizi non potevano che aumentare. Si sviluppò inoltre l’idea che gli scozzesi aspirassero al controllo commerciale, oltre che politico, delle colonie, dal momento che essi possedevano una moltitudine di tenute e terreni e godevano di notevole successo nell’artigianato e nel commercio, grazie alla loro leadership nelle più importanti rotte mercantili10 . Questa situazione discriminatoria perdurò fino alla Dichiarazione di Indipendenza e spinse migliaia di scozzesi a trasferirsi in Canada o a tornare nella loro terra d’origine. I racconti del romanziere scozzese Sir Walter Scott ebbero larga diffusione anche negli Stati Uniti e fornirono una nuova immagine relativa agli scozzesi11 , contribuendo a eliminare stereotipi negativi che perduravano fino a quel momento. Ciò permise agli scozzesi di integrarsi maggiormente nella società americana e di partecipare attivamente alla vita politica e alla colonizzazione del West. La popolarità di Sir Walter Scott giunse nel momento in cui gli Stati del Sud si stavano trasformando in un’area ricca di piantagioni, nelle quali si praticava la schiavitù. Incantati dagli scenari medioevali e cavallereschi evocati in Waverley, i ricchi proprietari presero da essi spunto per porsi come nuova aristocrazia e creare il mito del “Vecchio Sud”, una fiorente civiltà di nobili cavalieri e un nuovo ordine sociale. L’entusiasmo per Walter Scott fu tale che alcune piantagioni furono ribattezzate Bannockburn, Rossdhu e Waverley e vennero ricreati i tornei medievali descritti nelle sue opere, alcune delle quali furono messe in scena a New Orleans. Nelle storie di Walter Scott ricorreva spesso l’appellativo “Southrons”, un termine dispregiativo con cui gli scozzesi identificavano gli inglesi; i confederati sudisti conferirono a questa denominazione una connotazione positiva e la assunsero per distinguersi dai nordisti, contro i quali stavano combattendo. La successiva sconfitta creò un’ulteriore analogia con la storia scozzese, in virtù del parallelismo tra la causa sudista e la causa giacobita descritta nelle opere di Walter Scott. Il sentimento nazionalista dei sudisti si espresse con un avvicinamento all’immagine celtica, con lo scopo di distinguersi maggiormente dai nordisti. Dopo la Guerra Civile il governo federale riassunse il controllo del territorio meridionale e prese la fondamentale decisione di abolire la schiavitù. Contestualmente John C. Leister fondò il Ku Klux Klan, movimento nato con l’intento di mantenere l’ordine durante la ricostruzione del Sud. Esso però in seguito assunse una marcata connotazione razzista basata 10 Le colonie della Virginia, del Maryland e del North e South Carolina dominarono il commercio del tabacco con l’Inghilterra. 11 Sir Walter Scott valorizzò la figura dell’Highlander e delle sue tradizioni, trasformandolo in un eroe. ~ 17 ~
  • 20. sull’ideologia della supremazia bianca: si oppose all’estensione del diritto di voto alla popolazione di colore e intraprese azioni che ripristinarono uno stato di segregazione razziale, anche grazie a un’efficace propaganda. Questa organizzazione utilizzò il nome Klan per evidenziare l’origine scozzese dei suoi membri, i quali pronunciavano dei giuramenti come quelli impiegati dalla Society of the Horseman’s Word, società segreta operante nel nord-est della Scozia. La dimensione ideologica del Ku Klux Klan si sviluppò ulteriormente con l’uscita del libro The Clansman di Thomas Dixon e con la sua successiva adattazione cinematografica “The Birth of a Nation” di D.W. Griffith. Tali opere diffusero una versione romanticizzata del patrimonio storico-culturale scozzese, che arricchì il movimento di antichi simboli e tradizioni: l’impiego della croce ardente per esempio si ispirava alla tradizione della fiery cross, con cui il capoclan chiamava alle armi i membri del suo clan, mentre l’utilizzo di tuniche e cappucci bianchi traeva origine dalla tradizione massonica di rito scozzese. Nel 1994 è stata fondata The League of the South, dall’intento separatista, che vuole enfatizzare le radici celtiche distintive del regionalismo del Sud. Alcuni studiosi, tra cui Roberts e Sebasta, accusano questo movimento di un eccessivo utilizzo di simboli scozzesi e celtici, che possono diventare emblema della supremazia bianca. Alcune delle manifestazioni organizzate dalla League uniscono la tradizione regionale del Sud con quella scozzese: ad esempio la cornamusa accompagna “Dixie”, celebre canzone sudista, e le giacche della Conferazione possono essere abbinate al kilt. L’antropologa Celeste Ray tiene però a sottolineare che le celebrazioni ufficiali del patrimonio scozzese non sono associate alla League of South e a fenomeni di razzismo, e le ricerche da lei condotte nel 200112 hanno individuato solo sette sostenitori scozzesi-americani appartenenti al movimento separatista del Sud. 12 Gli esiti delle ricerche sono illustrati in Transatlantic Scots. ~ 18 ~
  • 21. CAPITOLO 3 3.1 IL MELTING POT A cavallo tra il XIX e il XX secolo la popolazione degli Stati Uniti era composta da una grossa percentuale WASP13 e da molti gruppi etnici. Il Governo americano avvertì per questo motivo l’esigenza di creare un'unica identità americana e quindi introdusse il concetto di melting pot, termine che esprime la fusione di molte etnie in un’unica società: negli immigrati doveva quindi prevalere il senso di appartenenza al popolo americano, mentre la cultura di origine doveva passare in secondo piano. Il sistema educativo rappresentò il principale strumento nel processo di “americanizzazione” della popolazione. L’autore Gordon descrive l’identità etnica dell’americano medio come una serie di cerchi concentrici: Figura 2 Molti politici americani nel periodo tra il XIX e il XX secolo erano a favore dell’integrazione degli immigrati all’interno della società, secondo il motto nazionale “E 13 White Anglo-Saxon Protestant. ~ 19 ~
  • 22. Pluribus Unum”. Il Presidente Theodore Roosevelt affermava che gli immigrati dovevano fare una scelta, visto che l’individuo istintivamente tende ad anteporre la propria bandiera di origine a quella americana: l’essere americano doveva diventare una priorità. Anche il Presidente Wilson definì come “non vero americano” chi continuava a identificarsi in un determinato gruppo etnico e avvertì che ogni suddivisione poteva portare alla rovina del Paese, dal momento che ognuno avrebbe perseguito i propri interessi e non il bene comune. La situazione negli Stati Uniti era abbastanza paradossale: mentre l’obiettivo della politica americana era la formazione di un unico gruppo socio-culturale, la realtà era completamente diversa, ovvero multiculturale. Gli immigrati, nonostante il processo di integrazione, potevano mantenere un legame con la propria cultura, sia attraverso la loro famiglia, depositaria delle tradizioni, sia attraverso la pratica religiosa14 e le associazioni culturali, che costituivano punti di incontro per le varie comunità etniche. L’Immigration Act del 1924 introdusse le quote massime annuali di immigrati da ogni singolo Paese straniero in rapporto al totale già presente sul suolo americano, con lo scopo di evitare squilibri e la presenza di gruppi troppo numerosi, al fine di garantire una maggiore omogeneità nella popolazione. La Grande Depressione del 1929 impedì comunque che questi limiti fossero raggiunti, molti infatti preferirono rifugiarsi in Canada. Il contesto scozzese Nel secondo capitolo ho introdotto il tema dell’emigrazione scozzese negli Stati Uniti. La suddivisione in tre sottogruppi etnici (Highlanders, Lowlanders e Scots-Irish) nacque per indicare la provenienza geografica e il background socio-culturale degli immigranti. Inizialmente, quando questi gruppi giunsero in America, le differenze si accentuarono; in seguito essi iniziarono ad aiutarsi a vicenda e comunque i coloni inglesi consideravano gli immigrati scozzesi come un’unica etnia distinta: ciò contribuì alla creazione di un’unica identità scozzese. Per non essere emarginati nel contesto americano gli scozzesi si integrarono nel gruppo WASP e, avvantaggiati dal fatto di parlare principalmente inglese, ebbero successo sia professionalmente sia in ambito sociale e politico; questo, insieme alla nuova figura dell’Highlander delineata dalle opere di Sir Walter Scott, contribuì ad accrescere la 14 La religione negli Stati Uniti è assolutamente libera e tutelata a livello costituzionale, ed è un soggetto autonomo nei confronti dello Stato. Questo ha garantito, nel corso degli anni, la possibilità di mantenere le proprie radici culturali. ~ 20 ~
  • 23. considerazione degli inglesi nei confronti degli scozzesi. Essi mantennero comunque un certo distacco dai coloni inglesi ponendo l’accento sulla cultura Highland e sulla religione comune, creando nuove associazioni scozzesi. Gli Scots-Irish, stabilitisi in aree di frontiera, assunsero questa denominazione per distinguersi dai loro conterranei irlandesi-cattolici. Dopo un’iniziale separazione dai gruppi dei Lowlanders e degli Highlanders, decisero di conformarsi alla cultura Highland. Il patrimonio culturale delle successive generazioni fu oggetto di un’evoluzione in quanto le tradizioni Lowlander si fusero con la cultura Highland: ad esempio la cena nel giorno di S. Andrea e la Burns Supper, che traggono la propria origine dalle Lowlands scozzesi, sono celebrate con costumi e musica Highland. Perché nasce questa fusione fra tradizioni che prima erano contrapposte o addirittura sconosciute in Scozia? Occorre ricordare che una persona diventa molto più consapevole delle proprie origini nel momento in cui si trasferisce in un altro Paese ed entra in contatto con altri connazionali; in questo contesto è frequente la nascita di un patrimonio culturale misto con evoluzione propria rispetto alle tradizioni originali. 3.2 GRUPPI ETNICI NEGLI STATI UNITI Gli sforzi del Governo nel processo di integrazione degli immigrati nella società americana ebbero esito positivo: i figli degli immigrati iniziarono ad integrarsi nella cultura americana e persero interesse riguardo alla cultura originaria; la pratica religiosa nel corso degli anni ha favorito, almeno in parte, la conservazione del pluralismo culturale nel territorio americano. Il cambio di direzione nella politica assimilazionista americana avvenne tramite l’Ethnic Heritage Act, votato dal Congresso nel 1974, che riconosceva le diverse etnie presenti in America e predisponeva fondi e sovvenzioni a sostegno delle varie iniziative per la promozione del patrimonio storico-culturale dei vari gruppi etnici. Nel contesto sociale furono determinanti la pubblicazione del libro Roots15 di Alex Haley e il seguente adattamento televisivo: esso ebbe un forte riscontro nella popolazione di colore, che divenne più consapevole riguardo al proprio passato e al proprio retaggio culturale, ma riscosse successo presso le comunità di bianchi, la cui ascendenza si differenziava dal gruppo WASP per usi e 15 Il libro è ambientato a fine Ottocento e racconta la storia di Kunta Kinte, rapito in Africa e divenuto schiavo in America. ~ 21 ~
  • 24. costumi. Gli Stati Uniti sono quindi ritornati politicamente a una società multiculturale, dove si tende a sottolineare le differenze e ritorna il concetto di Hyphenated Identities, ovvero una categorizzazione dei vari gruppi che compongono la società americana, per esempio gli Scottish-American, gli Irish-American e gli Italian-American; si sottolinea quindi la cittadinanza americana, ma si desidera anche evidenziare le diverse culture da cui discendono i cittadini americani. Negli anni si sviluppò anche l’esigenza di ricercare le proprie origini genealogiche, ma spesso l’appartenenza che si delineava era puramente simbolica: molti americani infatti, pur discendendo da una commistione di diverse culture, scelgono di identificarsi in quella da cui si sentono meglio rappresentati. Perché questa scelta? La studiosa Waters suggerisce diversi fattori che spingono un individuo a prediligere un particolare gruppo: legami affettivi e vincoli di parentela, l’origine del proprio cognome, oppure la popolarità di una determinata cultura o un sentimento di affinità nei suoi confronti. 3.3 LA COMUNITÀ SCOZZESE-AMERICANA L’attuale comunità scozzese-americana è il risultato del flusso migratorio verso gli Stati Uniti iniziato nel XVII secolo; la creazione di associazioni culturali ha poi mantenuto vivo il senso d’identità scozzese all’interno della società americana. Nella prima metà del Novecento la cultura scozzese ha attraversato un periodo di declino in quanto considerata di “basso livello” dal popolo americano. A partire dagli anni ’50 è iniziata una fase di rinascita: la necessità di appartenenza, come specificato nel paragrafo precedente, aveva spinto una larga parte della popolazione americana alla ricerca delle proprie origini. Parallelamente la reintroduzione del sistema dei clan attraverso le Clan Society e la creazione degli Highland Games sono stati due importanti fenomeni culturali, con una crescente partecipazione da parte degli scozzesi-americani nel corso degli anni. All’interno della comunità scozzese-americana si distinguono due principali gruppi: • gli scozzesi-americani, i cui familiari sono nati in Scozia ed emigrati in America. Il loro legame scozzese quindi è riconducibile al massimo a due o tre generazioni precedenti e si tramanda l’importanza della cultura scozzese e delle sue tradizioni; • gli americani di discendenza scozzese che pur presentando nel loro albero genealogico uno o più antenati scozzesi risalenti anche a secoli precedenti, si dichiarano scozzesi- ~ 22 ~
  • 25. americani. Essi provano infatti un legame affettivo con quel determinato gruppo, anche se l’appartenenza a quest’ultimo è simbolica. La popolarità della cultura scozzese ha raggiunto il suo massimo nel corso degli anni ‘90 con l’uscita dei film “Braveheart” e “Rob Roy” che hanno valorizzato la figura dello scozzese, rendendola ammirevole e descrivendone le qualità: attaccamento alla famiglia e appassionata difesa dei propri valori e principi. Queste due pellicole hanno anche diffuso la conoscenza dei costumi e delle tradizioni Highland. Il patrimonio scozzese si ricollega alla cultura Highland e alle sue tradizioni; la musica, i balli, i costumi, la letteratura e la storia sono così interessanti, che gli scozzesi-americani tendono a identificarsi in tale cultura a discapito di un senso di appartenenza alla comunità WASP. Non sussistendo un collegamento diretto con la madrepatria, dalla metà del Novecento gli scozzesi-americani hanno riportato in auge una cultura che stava perdendosi. La distanza geografica tra Stati Uniti e Scozia ha permesso nel tempo l’ ”americanizzazione” di antiche tradizioni che gli scozzesi-americani riconoscono come autentiche. Cosa significa americanizzare una tradizione? Come già suggerito prima, la distanza dal proprio Paese d’origine porta alla trasformazione di tradizioni adattate al luogo di insediamento. Nel corso delle generazioni la cultura originaria viene tramandata, iniziando però a differenziarsi sempre di più da quella originale, in un contesto ampio come quello americano, acquisisce un carattere spesso stereotipato. Un esempio è rappresentato dall’uso del kilt, che gli scozzesi-americani indossano in occasione di ogni attività organizzata dalle associazioni, dei matrimoni e di qualsiasi evento rievocativo della cultura scozzese. Gli abitanti della Scozia però non sono sempre vestiti con il kilt, che utilizzano solo in determinate occasioni; questo è rappresentativo del processo di enfatizzazione del folklore. Parallelamente vengono introdotti nuovi elementi nelle celebrazioni di particolari festività, nella convinzione che anche in passato si svolgessero in quel modo. Ad esempio, gli Highland Games in North Carolina differiscono da quelli scozzesi perché, in primo luogo in Scozia si chiamano Highland Gatherings, in secondo luogo non prevedono il pernottamento con le tende sul campo della manifestazione. La partecipazione in Scozia, infine, prevede l’acquisto di un biglietto e la suddivisione dei posti a sedere in base alla classe sociale di appartenenza, mentre in America i giochi rappresentano un’occasione di ritrovo per la comunità scozzese-americana, che si considera unita da un legame di “parentela” privo di differenze sociali. In conclusione le varie associazioni hanno ~ 23 ~
  • 26. introdotto nuove tradizioni, nate nel contesto scozzese-americano, che non sono però riconosciute in Scozia come ad esempio il Tartan Day o il Kirkin’o’ the Tartan. Il primo celebra il patrimonio scozzese in America, il secondo consiste nella benedizione dei tartan dei vari clan o delle associazioni. Negli ultimi vent’anni i viaggi aerei hanno abbreviato la distanza fisica e culturale tra scozzesi-americani e Scozia. Gli scozzesi-americani che si sono recati in Scozia hanno visitato i luoghi da cui i loro ascendenti provengono, in alcuni casi sono andati a trovare i loro parenti, altri hanno preso parte a diverse attività culturali come corsi di lingua gaelica. Internet ha dato la possibilità a milioni di scozzesi-americani di leggere notizie e informazioni sulla Scozia in tempo reale. Si possono comunque trovare molte pubblicazioni cartacee prodotte sia negli Stati Uniti sia in Scozia, rivolte alla comunità scozzese-americana: • lo Scottish Banner pubblicato a Dunedin in Florida, si presenta come l’unico periodico rivolto agli scozzesi di tutto il mondo, che possono stringere così amicizie transoceaniche. • lo Scottish Life una rivista del Massachusetts tratta di argomenti quali la cultura, la storia e lo sport scozzesi. Include anche articoli riguardo alle storie degli americani trasferiti in Scozia; inoltre dispone di un calendario aggiornato relativo agli eventi che si tengono sia in Nord America che in Scozia; • l’ Highlander pubblicato in Massachusetts, rappresenta uno dei primi periodici stampati in America. La pubblicazione è bimensile ed è composta da articoli relativi ad eventi storici, a tradizioni e vita scozzese; è inoltre descritta la vita di celebri personaggi scozzesi; • lo Scottish Tales è un giornale on-line rivolto a giovani lettori e si basa su racconti e cartoni animati che hanno come tema la Scozia e il suo popolo; • An Naidheachd Againne è una rivista dell’American Gaelic Society con articoli in lingua gaelica affiancati dalla traduzione in inglese, il suo intento è promuovere il gaelico e la cultura Highland all’interno della comunità scozzese-americana. Il ruolo della Scozia In passato la politica scozzese non aveva altro modo di esprimersi se non attraverso il Governo Britannico; i politici inglesi poi, non potevano rappresentare la Scozia all’estero. ~ 24 ~
  • 27. Oggi, grazie alla devolution del ’97, il Parlamento scozzese può disporre di propri rappresentati acquistando così un ruolo più attivo e decisivo nei rapporti con le varie comunità scozzesi all’estero. La prima iniziativa intrapresa è rappresentata dal Fresh Talent Initiative, che vuole incoraggiare le persone a vivere e lavorare in Scozia. Essa è rivolta soprattutto ai cittadini non-europei laureati nelle università scozzesi, i quali hanno la possibilità di rimanere in Scozia per un periodo di due anni, senza permesso di soggiorno; trascorso questo periodo possono tornare nel loro Paese o richiedere un permesso in base alle norme vigenti. Il Parlamento scozzese ha promosso inoltre varie iniziative per incrementare i collegamenti tra Scozia e Stati Uniti, The Global Friends of Scotland istituita per promuovere l’immagine della Scozia a livello internazionale e per mostrare i risultati che gli scozzesi hanno ottenuto in determinanti ambiti tra cui lo sport, il business e la cultura. Sir Sean Connery ha fondato la Friends of Scotland, che svolge la funzione di punto di incontro per la comunità scozzese-americana; i suoi uffici sono situati a Manhattan. Essa si occupa delle attività commerciali e delle università scozzesi che vogliono stabilire contatti in America. Il primo Ministro scozzese Jack McConnel ha visitato nel 2005 gli Stati Uniti e ha incontrato molti imprenditori americani con l’obiettivo di espandere i rapporti commerciali tra i due Paesi; nel 2008,infatti, Donald Trump ha deciso di stanziare fondi nel nord-est della Scozia per la realizzazione di strutture per il tempo libero e la costruzione di case e hotel. Il turismo è un importante settore dell’economia scozzese e un proficuo campo d’investimento. Numerose compagnie turistiche scozzesi hanno realizzato tour appositi con i quali si esplorano i territori, occupati in precedenza dai clan o teatro di determinati fatti storici, tra cui le Highland Clearances. Molte Clan Society hanno istituito dei musei propri, nei quali è possibile ripercorre la storia familiare, in aggiunta molti clan utilizzano castelli per accogliere visitatori e svolgere vari eventi. Un esempio riguarda Dunvegan Castle in Skye, dove ogni quattro anni si tiene il parlamento del Clan MacLeod. Attraverso queste visite i turisti possono riscoprire i propri legami genealogici con un determinato clan. Negli ultimi anni si è sviluppato l’Homecoming Year in Scozia, nel quale si radunano le comunità scozzesi residenti all’estero; il primo anno in cui si è svolto è il 2009, 250° anniversario della nascita di Robert Burns. Questo avvenimento è stato finanziato dal Parlamento Scozzese e dall’European Regional Development Fund. Nell’ambito dell’Homecoming Year sono organizzati vari eventi da enti turistici quali EventScotland e VisitScotland. Un evento peculiare è stato la Clan ~ 25 ~
  • 28. Convention, tenuta all’interno del Parlamento scozzese e ove si sono riuniti i vari capiclan per discutere il ruolo dei clan nel XXI secolo. Dato il successo dell’evento, il Parlamento scozzese ha deciso di organizzarne una nuova edizione nel 2014, anno in cui si svolgeranno i Commonwealth Games a Glasgow e 700° anniversario della battaglia di Bannockburn. ~ 26 ~
  • 29. CAPITOLO 4 4.1 ASSOCIAZIONI AMERICANE- SCOZZESI Nel secondo e nel terzo capitolo ho descritto come l’emigrazione scozzese verso gli Stati Uniti sia stata importante per due principali motivi: il numero degli emigrati e il loro patrimonio socio-culturale. Gli scozzesi non si dispersero all’interno del territorio americano, tendendo invece a formare delle piccole comunità. Essi non dimenticarono le loro origini, ma anzi le varie tradizioni degli Highlanders e Lowlanders si fusero in un’unica identità. Gli emigranti scozzesi, come altri gruppi etnici, crearono delle proprie associazioni: la Scots Charitable Society di Boston (1657) fu la prima organizzazione scozzese, nata con lo scopo di aiutare i prigionieri esiliati in America da Oliver Cromwell; nel corso del XVIII secolo furono istituite altre associazioni, tra cui la St. Andrew Society (1729) e la New York Foundation (1744). I loro principali obiettivi erano l’assistenza agli immigrati provenienti dalla Scozia e le opere di carità; la beneficenza fu l’aspetto caratterizzante di queste istituzioni, votate ad elargire aiuto agli orfani, alle vedove e soprattutto alle persone in difficoltà economica. Naturalmente esse svolgevano anche altre attività, come la celebrazione di alcune ricorrenze scozzesi, tra cui le feste di Hogmanay16 e del patrono della Scozia, S. Andrea. Dalla metà del XIX secolo nacquero anche associazioni di carattere sportivo; furono infatti gli scozzesi a introdurre negli Stati Uniti il golf e il curling17 . A Boston nel 1853 furono organizzati i primi Giochi Scozzesi, e nel 1867 a New York si tenne la prima competizione internazionale tra Canada e Stati Uniti. Inoltre nacquero associazioni culturali connesse a opere del poeta scozzese Robert Burns (Burns Club, 1847), alla musica celtica e alla cornamusa (Pittsburgh Bagpipe Band Society, 1900). Le organizzazioni nate tra la fine del Settecento e l’inizio del Novecento furono fondamentali nella formazione di un’identità e di un senso di appartenenza. L’adesione non era però determinata da una discendenza da un clan (come invece accadrà dal 1960 in poi), ma si basava semplicemente sulla provenienza geografica dei membri, esclusivamente di sesso maschile. Le donne, ammesse occasionalmente a limitati eventi, fondarono in seguito organizzazioni femminili, tra cui le Figlie della Scozia (1895) e la Grande Loggia (1899), che estendevano l’iscrizione a tutte le persone di sesso femminile nate in Scozia o sposate con 16 Termine gaelico per indicare il Capodanno scozzese. 17 Il curling in seguito divenne lo sport più praticato in Canada. ~ 27 ~
  • 30. uomini scozzesi; tali istituzioni erano concentrate soprattutto nella zona nord-est degli Stati Uniti e nella città di Chicago. Nel corso dei decenni queste organizzazioni hanno allargato la loro influenza nel territorio americano e hanno aperto uffici anche all’estero: oggi le maggiori società sono il Burns Club, la St. Andrew Society e la Caledonian Society. Le origini scozzesi non rappresentano tuttora un requisito essenziale per gli iscritti: essi possono essere semplicemente interessati alla cultura scozzese, anche se in verità molte persone coinvolte sono attratte maggiormente dall’idea di appartenere a un determinato circolo che da quella di scoprire il patrimonio culturale della Scozia. Dalla loro fondazione queste associazioni continuano ad accogliere prevalentemente membri di sesso maschile; inoltre la maggior parte dei soci proviene dall’élite della società americana. 4.2 IL DECLINO E LA RINASCITA DELLE ASSOCIAZIONI Dal 1920 iniziò un periodo di declino per tali società e le cause furono molte. In primo luogo un calo rilevante nelle migrazioni scozzesi provocò un minor apporto culturale autentico in America; gli scozzesi-americani inoltre tendevano ad adeguarsi allo stile di vita americano. In secondo luogo i figli nati da genitori scozzesi si integravano nella società americana più velocemente rispetto ai figli di altre etnie, infatti la seconda generazione conosceva le proprie origini scozzesi ma considerava se stessa a tutti gli effetti americana. Infine gli scozzesi- americani andavano perdendo interesse per molte manifestazioni, tra cui gli Highland Games, sostituiti poi, a causa del costo eccessivo, da semplici eventi sportivi. Il 1950 rappresenta l’anno del riavvicinamento alla cultura scozzese e le relative organizzazioni tornarono in voga. Tutto cominciò quando Donald F. MacDonald visitò l’Isola di Skye in Scozia: durante il suo soggiorno fu ispirato dalle manifestazioni culturali cui prese parte e al suo ritorno decise di fondare gli Highland Games sulla Grandfather Mountain nello stato del North Carolina. Egli istituì anche il clan Donald e la prima compagnia di danze scozzesi. Egli inaugurò quindi una fase in cui le persone desideravano ricercare le proprie radici: nacque la necessità di rafforzare il senso di appartenenza a una determinata etnia, seppur in maniera simbolica. Furono fondate le Clan Society, che affiancarono le associazioni già presenti sul territorio americano. La parola clan18 letteralmente significa “figli”, ma in 18 Clan, deriva dal gaelico Clann. ~ 28 ~
  • 31. seguito la sua accezione si è estesa sino a comprendere il termine “famiglia”; con conseguente allargamento dei legami di “parentela” a tutte le persone che avevano un cognome in comune. A partire dal 1960 queste società hanno ricostruito l’antico sistema dei clan19 ; prive di carattere territoriale, a differenza dei clan originali, esse si formarono in base alla discendenza da un determinato clan. Esse inoltre differivano dalle organizzazioni scozzesi, istituite decenni prima, perché in primo luogo la loro fondazione si deve principalmente a Scozzesi-Americani e in secondo luogo perché erano suddivise in base al clan di discendenza; esse offrivano quindi un nuovo senso d’identità e di appartenenza a una grande famiglia. Le Clan Society organizzano riunioni famigliari e incoraggiano i membri più giovani a prendere parte a differenti attività culturali, come le danze scozzesi e i corsi di cornamusa e di arte, e partecipano ai vari festival e agli Highland Games. Esse hanno adottato inoltre dei propri tartan, che si differenziano nei colori e nei disegni e rappresentano un tratto distintivo del clan all’interno della comunità scozzese-americana. L’affiliazione alle Clan Society, come detto in precedenza, si basa sul cognome in comune e i membri devono dimostrare la discendenza da un determinato clan fornendo certificati o atti legali. Siccome la ricerca genealogica è abbastanza complessa, le varie società indicano sulle loro pagine internet una lista di cognomi collegati al clan originale e ne specificano anche la provenienza geografica. Ad esempio se gli antenati delle persone che presentano il cognome Blues sono originari delle aree dell’Islay, del Kintyre o dell’Arran, possono diventare membri del Clan Donald; mentre se gli antenati provengono da altre zone della Scozia, devono riferirsi al Clan MacMillian; un altro esempio è rappresentato dal Clan Lindsay, al quale può aderire chi porta il cognome Lindsay, Byer, Cobb, Crawford, Deuchar, Dowie o Summers. Nel 1974 fu istituito il COSCA (Council Of Scottish Clans and Associations), che disciplina le Clan Society e le associazioni famigliari sul territorio americano; il suo scopo consiste anche nella conservazione degli usi e dei costumi e nella promozione del folklore scozzese. Sette organizzazioni tra cui il COSCA formano la Scottish Coalition, una federazione volta a promuovere il patrimonio culturale della Scozia tra le comunità scozzesi- americane. Nell’ ambito della Scottish Coalition, possiamo trovare le seguenti associazioni: • Scottish-American Foundation: fondata da Lord e Lady Malcolm Douglas-Hamilton nel 1956, rappresenta un collegamento sociale e commerciale tra la Scozia e gli Stati 19 I primi clan scozzesi nacquero in base alla suddivisione geografica ed erano governati da un capoclan. ~ 29 ~
  • 32. Uniti, fornisce dettagli riguardanti la genealogia e i contratti commerciali, informa in merito alle varie attività scozzesi che si svolgono all’interno del Paese; inoltre conferisce il Premio Wallace alle persone di origine scozzese che si sono distinte in determinati ambiti; • Caledonian Foundation (1976): il suo intento è il mantenimento e il rafforzamento dei legami tra Scozia, Canada e Stati Uniti; si occupa principalmente di arte, musica e teatro; inoltre dispone di un programma di scambio tra gli studenti scozzesi e americani nel campo della musica; • Highland Games and Festival Association: fondata nel 1981, rappresenta il principale ente organizzatore degli Highland Games negli Stati Uniti; • Scottish Heritage USA: istituita nel 1965, il suo fine è di valorizzare i legami sociali e culturali tra la popolazione scozzese e americana; attività peculiari di questa società sono i suoi due concorsi letterari: il primo, rivolto ai giovani, consiste nella stesura di un tema concernente il patrimonio storico-culturale scozzese; il secondo ha luogo presso l’East Tennessee State University durante il programma estivo di studi scozzesi e prevede la stesura di una tesina; • Living Legacy of Scotland: creata nel 2000, i suoi obiettivi sono la tutela del patrimonio portato dagli immigrati scozzesi negli Stati Uniti e la trasmissione di tale eredità alle generazioni future, grazie a materiale audiovisivo e cartaceo distribuito durante le presentazioni nelle scuole, nei musei e nelle biblioteche; • The Tartan Educational and Cultural Association: filiale americana della Scottish Tartan Authority, fornisce informazioni sul tartan e sulla sua storia; presso questo ente si può certificare la creazione di nuovi tartan, che in seguito saranno registrati nell’International Tartan Index. Alla comunità scozzese-americana fanno capo moltissime altre associazioni, che però non aderiscono alla Scottish Coalition: alcune di esse, infatti, sono autonome e nascono dall’iniziativa di condividere un interesse comune. Esistono circa mille band che suonano la cornamusa e la musica scozzese e partecipano a diverse competizioni nazionali, e numerosi gruppi che commemorano determinati eventi storici scozzesi, come The Historic Highlanders nello stato del New Hampshire, che rievoca la vita quotidiana scozzese dal 1314 (Prima Guerra d’Indipendenza scozzese) fino al 1746 (battaglia di Culloden); altre associazioni ~ 30 ~
  • 33. invece trattano avvenimenti che hanno visto il coinvolgimento degli scozzesi nella storia americana: possiamo citare The 1745 Jacobite Society (dell’Arizona), che rievoca la guerra franco-indiana20 . Inoltre vi sono gruppi affiliati ad associazioni della Scozia, ad esempio circa 200 gruppi che praticano balli scozzesi seguendo le direttive e i regolamenti dalla Royal Scottish Country Dance Society (RSCDS), fondata nel 1923 da Jane Milligan; chi vuole qualificarsi come insegnante di ballo deve affrontare un percorso costituito da esami e da un tirocinio di circa due anni, dopodiché deve sostenere un esame per la certificazione finale. Alcune competizioni di ballo, esclusive delle Highlands, seguono gli standard e i requisiti imposti dallo Scottish Official Board of Highland Dancing, istituito nel 1950 in Scozia e rappresentato in America dalla sua filiale FUSTA (Federation of United States Teachers and Adjudicators), che conta circa 150 scuole di ballo. 4.3 GLI EVENTI PRINCIPALI DELLE ASSOCIAZIONI Ogni associazione organizza eventi propri che rappresentano un’occasione sia per stare insieme con altri membri, sia per celebrare il patrimonio storico-culturale della Scozia. Elencare tutte le attività che si svolgono sarebbe abbastanza difficile, perciò mi concentro su due dei più importanti eventi che hanno luogo presso le associazioni scozzesi e le Clan society: Burns Supper e Kirkin’o’the Tartan. Burns Supper La Burns Supper è una cena in onore del poeta scozzese Robert Burns (1759-1796) e si svolge il 25 gennaio, giorno della sua nascita. Celebrata soprattutto in Scozia e in Irlanda del Nord, si è poi diffusa attraverso l’emigrazione scozzese nel mondo. Negli Stati Uniti i primi a introdurla sono stati i Burns Clubs, ed è stata di riflesso adottata da tutte le altre associazioni. La cena, caratterizzata da piatti della tradizione scozzese e accompagnata da musica celtica, segue un protocollo abbastanza formale: prima di iniziare a mangiare si recita il ringraziamento di Selkirk, in lingua Scots: “Some hae meat and canna eat, 20 La Battaglia (1756-1763) avvenuta sul suolo americano tra la Gran Bretagna e la Francia, finì con l’espulsione dei francesi dall’America ~ 31 ~
  • 34. and some wad eat that want it, But we hae meat and we can eat, and sae the Lord be thankit.” (Burns, 1976) Prima che le portate siano servite, gli ospiti si alzano per accogliere l’haggis, portato in tavola da tre persone: lo chef, un suonatore di cornamusa e un giovane in abito tradizionale che rivolge all’haggis un discorso (The Address to the Haggis). Dopo si svolge un brindisi generale in onore dell’haggis (Toast to Haggis), che viene tagliato davanti a tutti i presenti affinché la cena possa iniziare. Al suo termine si commemora Robert Burns attraverso “The Immortal Memory”, che racconta la vita del poeta; inoltre sono cantate alcune sue canzoni tra le quali “Ae Fond Kiss”, “Parcel O' Rogues”, “A Man's a Man”, e sono recitate alcune opere, tra cui “To a Mouse”, “To a Louse”, “Tam O' Shanter”. Infine gli ospiti, tenendosi per mano, si uniscono in coro nella canzone "Auld Lang Syne”21 , che rappresenta la conclusione della serata. The Kirkin’ o’ the Tartan Questo evento è stato creato nel 1941 dal presidente della St. Andrew’s Society di Washington (D.C.), il reverendo Peter Marshall. L’intento iniziale era di sostenere le truppe britanniche durante la Seconda Guerra mondiale, ma dal 1952 è diventata una tradizione delle principali organizzazioni scozzesi-americane. All’inizio si svolgeva nella domenica successiva agli Highland Games locali, mentre in seguito la ricorrenza è stata fissata il 6 aprile, giorno del Tartan Day. Questo evento ha luogo in chiesa e consiste in una processione dei principali membri di una determinata associazione, accompagnati all’altare da un gruppo locale che suona la cornamusa; giunti all’altare, essi presentano i vari tartan o gli stendardi del proprio clan e ricevono la benedizione. La cerimonia prevede inoltre preghiere e inni rivolti a S. Andrea, patrono della Scozia. Terminata la funzione, la processione continua all’esterno della Chiesa, dove sono organizzati concerti e manifestazioni. 4.4 GLI HIGHLAND GAMES 21 La canzone è cantata durante Hogmanay, il Capodanno scozzese; essa è conosciuta in tutto il mondo e soprattutto negli Stati Uniti, dove è stata portata dagli immigrati scozzesi ed è cantata alla vigilia del Capodanno americano ~ 32 ~
  • 35. Nell’XI secolo gli Highland Games erano delle gare organizzate in Scozia dal re come intrattenimento; esse avevano anche lo scopo di selezionare uomini in ottima forma fisica da impiegare poi come guardie del corpo, braccianti o messaggeri. Nel corso dei secoli il loro svolgimento si combinò con l’intento di stringere alleanze e matrimoni tra i vari clan e divenne un’occasione per scambiare merci. In seguito questa manifestazione si arricchì di competizioni relative alle danze scozzesi e alla musica celtica con cornamuse e tamburi. Con la sconfitta nella battaglia di Culloden nel 1746, questo evento non ebbe più luogo. A partire dal 1832 furono di nuovo organizzati gli Highland Games dalla Braemar Highland Society. Nell’anno dell’inaugurazione la Regina Victoria prese parte a questo evento e tuttora la Famiglia Reale vi partecipa. Nel contesto americano i primi giochi scozzesi si svolsero a San Francisco nel 1866 e a Detroit nel 1867 con il nome di Caledonian Games, antico appellativo attribuito alla Scozia dai Romani, ed erano volti a celebrare il patrimonio culturale dalla Scozia. In seguito alla Guerra Civile Americana, gli Stati del Sud furono impegnati nella ricostruzione sociale e politica del proprio territorio; qui i Caledonian Games si tennero quindi solo in undici cittadine, diversamente dal Nord degli Stati Uniti dove furono un evento di massa (circa 20000 partecipanti). Il libro “The Caledonian Games in 19th–Century America” di Gerald Redmond colloca la diffusione dei giochi scozzesi nella fase della “Rise of Sport”, periodo in cui le rivoluzioni tecnologiche, l’urbanizzazione e un crescente apprezzamento dimostrato dall’élite permisero al fenomeno sportivo di raggiungere il suo apice nella seconda metà del XIX secolo. Questo evento era transnazionale, in quanto alcuni atleti e giudici provenivano dalla Scozia, internazionale, poiché si tenevano competizioni tra Canada e Stati Uniti, e multietnico, grazie alla partecipazione di immigrati non scozzesi tra cui afro-americani e irlandesi; i giochi scozzesi rappresentavano quindi anche un momento in cui persone di etnia diversa si aggregavano e condividevano la passione per lo sport, per i balli e la musica scozzese. Risulta difficile comprendere il declino dei Caledonian Games dopo un così florido avvio. La spiegazione risiede nel contesto che li vede come precursori dell’attuale tradizione sportiva americana: molti americani si interessarono sempre più a nuovi sport come il basket, il baseball e il football. Inoltre la Depressione del 1929 condusse a una drastica riduzione negli investimenti per questo evento. A partire dagli anni ‘60 incominciò il revival dei giochi scozzesi, che furono reintrodotti con il nome di Highland Games. Nel corso degli anni questa manifestazione è ~ 33 ~
  • 36. cresciuta e oggi si contano circa 125 eventi ad essa collegati. California, Texas, Pennsylvania, New York, Florida, Virginia e North Carolina sono gli Stati in cui gli Highland Games (e i festival scozzesi) hanno ottenuto maggiore diffusione; la manifestazione ha luogo principalmente nelle aree dove i coloni scozzesi si stabilirono o fondarono città ( Cape Fear in North Carolina e Glasgow in Kentucky) oppure è ospitata da paesi che vogliono rilanciare l’economia locale. Le competizioni atletiche seguono gli standard imposti dalla Scottish Games Association, la stessa associazione che disciplina i giochi anche in Scozia. I partecipanti si suddividono in tre categorie: i professionisti, invitati ufficialmente, competono per vincere un premio in denaro; i dilettanti, divisi in diverse categorie a seconda del loro livello; i masters, sopra i 45 anni d’età. Gli Highland Games si svolgono durante tutto l’anno e rappresentano un’occasione sia per chi vanta origini scozzesi sia per tutti gli appassionati di sport e per la Scozia in generale. Molti partecipanti inoltre effettuano veri e propri tour di giochi scozzesi recandosi a più eventi in diversi Stati. ~ 34 ~
  • 37. CAPITOLO 5 5.1 TARTAN DAY Molti Paesi nel mondo hanno una propria festa nazionale che celebra un evento particolarmente importante per la storia della nazione. Si può commemorare l’anniversario dell’indipendenza, come ad esempio l’Independence Day negli Stati Uniti (4 luglio), ma si può anche festeggiare il proprio patrono, come accade in Irlanda con la festa di S. Patrizio (17 marzo). La Scozia non è una nazione indipendente, nonostante abbia un proprio parlamento, perciò non esistono feste nazionali; alcune ricorrenze hanno però rilevanza socio-culturale all’interno di tutto il territorio scozzese, come ad esempio Hogmanay (31 dicembre) e la commemorazione della nascita del poeta Robert Burns (25 gennaio). Le ricorrenze citate nel precedente paragrafo sono arrivate negli Stati Uniti insieme agli immigranti scozzesi, ma la comunità scozzese americana celebra anche altre occasioni, come la festa del patrono della Scozia, S. Andrea (30 Novembre); negli ultimi anni inoltre ha riscosso successo l’introduzione di una nuova festività, il Tartan Day (6 aprile), in occasione del quale si celebra il patrimonio culturale scozzese. 5.2 ORIGINI DEL TARTAN DAY Il primo Paese che sviluppò l’idea di creare un giorno nazionale scozzese fu il Canada. Nel 1986 The Federation of Scottish Clan, con sede nella provincia della Nuova Scozia, propose alle legislature provinciali canadesi di fissare il Tartan Day il 6 aprile, giorno in cui peraltro cade l’anniversario della Dichiarazione di Arbroath del 1320, che sanciva l’indipendenza scozzese. Nel 1987 Il Parlamento della Nuova Scozia approvò il Tartan Day Act all’interno del suo territorio e in seguito la maggior parte delle provincie canadesi adottò questa legge, esclusi il Québec, il Newfoundland e Labrador. Le organizzazioni scozzesi degli Stati Uniti studiarono la situazione canadese e si incontrarono per discutere di un’eventuale adozione del Tartan Day, che avvenne grazie all’iniziativa del senatore repubblicano Trent Lott. Egli propose la Delibera 155: “Whereas April 6 has a special significance for all Americans, and especially those American of Scottish descent, because the Declaration of Arbroath, The Scottish Declaration ~ 35 ~
  • 38. of Independence, was signed on April 6, 1320 and the American Declaration of Independence was modeled on that inspirational document; Whereas this resolution honors the major role that Scottish American played in founding of this Nation, such as the fact that almost half of the signers of the Declaration of Independence were of Scottish descent, The Governors in nine of the original thirteen States were of Scottish ancestry, Scottish Americans successfully helped shape this country in its formative years and guide this Nation through its most troubled times; Whereas this resolution recognizes the monumental achievements and invaluable contributions made by Scottish Americans that have led to America’s pre-eminence in the fields of science, technology, medicine, government, politics, economics, architecture, literature, media, and visual and performing arts; Whereas this resolution commends the more than 200 organizations throughout the United States that honor Scottish heritage, tradition and culture, representing the hundreds of thousands of Americans of Scottish descent, residing in every State, who already have made the observance of Tartan Day on April 6 a success; Whereas these numerous individuals, clans, society, clubs and fraternal organizations do not let the great contributions of the Scottish people go unnoticed: Now therefore be it Resolved, That the Senate designates April 6 of each year as National Tartan Day. ” (Sim, 2011, p.98). Il contenuto della Delibera 155 afferma che gli immigrati scozzesi e i loro discendenti hanno avuto un ruolo fondamentale nella formazione degli Stati Uniti, poiché i governatori delle prime colonie e la maggior parte dei firmatari della Dichiarazione d’Indipendenza americana avevano origini scozzesi. Inoltre essa riconosce il contributo degli scozzesi-americani in diversi ambiti, tra i quali la politica, la tecnologia, la medicina, l’economia e la letteratura. In aggiunta riconosce l’esistenza di più di 200 organizzazioni sul territorio americano che celebrano il patrimonio storico-culturale scozzese. Infine chiede al Senato americano di istituire il Tartan Day il 6 aprile di ogni anno. Questo disegno di legge inoltre sottolinea l’ispirazione della Dichiarazione di Indipendenza americana al modello della Dichiarazione di Arbroath. Tale dichiarazione risale al periodo successivo alle Guerre d’Indipendenza tra Scozia e Inghilterra, nelle quali gli scozzesi sconfissero gli inglesi a Stirling nel 1297 e in seguito nel 1314 a Bannockburn. Il giorno 6 aprile 1320 gli scozzesi inviarono a Papa ~ 36 ~
  • 39. Giovanni XXII una lettera nella quale chiedevano il riconoscimento dell’indipendenza scozzese. L’affermazione del Senatore Lott ha creato varie correnti di pensiero. Alcuni, come Duncan Bruce, presidente della St. Andrew Society di New York, sostengono le somiglianze tra i due documenti e affermano che la Dichiarazione d’Indipendenza deriva da quella di Arbroath, soprattutto riguardo agli articoli sulla libertà e sulla sovranità del popolo. Altri, come lo storico Michael Fry dubitano dell’esistenza di nessi tra le due dichiarazioni; in primo luogo perché il primo documento è scritto in latino, mentre il secondo è redatto in lingua inglese; in secondo luogo perché è impensabile che i Padri Fondatori abbiano tratto ispirazione da un evento storico avvenuto secoli prima; questa opinione è rafforzato inoltre dal fatto che solo Whiterspoon e Wilson erano effettivamente scozzesi e che nei loro scritti non esistono dichiarazioni connesse ad Arbroath. Possono sussistere della affinità tra i due documenti, ma dovute forse al fatto che entrambi i Paesi chiedevano l’indipendenza da un potere centrale e oppressivo e volevano creare una nuova nazione che si basasse sui principi di libertà in precedenza negati. La proposta è stata approvata all’unanimità il 20 marzo del 1998 ed è stata accolta in maniera positiva all’interno degli Stati Uniti: durante gli ultimi anni sono nate infatti varie celebrazioni legate al Tartan Day; le principali si svolgono nelle città di New York e Washington (D.C.). 5.2 TARTAN WEEK Il Tartan Day di New York è la manifestazione scozzese più importante negli Stati Uniti ed è cresciuta nel corso degli ultimi anni, trasformandosi nel Tartan Week, della durata di due settimane: • in campo artistico si organizzano vari concerti di gruppi scozzesi nei pub o all’aperto, mentre compagnie teatrali provenienti dalla Scozia si esibiscono nei teatri newyorchesi; si tengono inoltre seminari sulla storia e sulla cultura scozzese presso associazioni scozzesi-americane, con proiezione di film ambientati in Scozia; • nel settore sportivo si svolge l’annuale maratona di Central Park e la Tartan Army di New York organizza un torneo di football tra i suoi membri e i visitatori; ~ 37 ~
  • 40. • lo Scottish Village, situato in un’area della Grand Central Station, è uno spazio con numerosi stand che offrono vari prodotti artigianale scozzesi; vi sono anche molte agenzie di viaggio e enti per la promozione del turismo in Scozia; • Dressed to Kilt è l’evento più importante della settimana e le sue sfilate di moda presentano ogni anno i nuovi colori e i nuovi disegni del tartan; partecipano molti personaggi famosi, tra cui l’attore Sir Sean Connery; • L’avvenimento più rilevante del Tartan Week è rappresentato dalla parata, con la sfilata di diciassette pipe bands, sette Clan Society e nove organizzazioni scozzesi-americane; si svolge nella Sixth Avenue: teatro delle principali parate dei vari gruppi etnici presenti negli Stati Uniti In conclusione il Tartan Day si sta ancora sviluppando e non ha ancora raggiunto una rilevanza paragonabile ad altri eventi etnici come la Parata di S. Patrizio o il Capodanno cinese, che attirano migliaia di americani. In precedenza molte organizzazioni americane- scozzesi si erano risentite del fatto che la Scozia non avesse avuto un ruolo attivo nell’organizzazione di questa festività; inizialmente la Scozia e gli Scozzesi non erano a favore del Tartan Day, visto come una conferma di vecchi stereotipi. Nel corso degli anni la posizione della Scozia è cambiata e dal 2008 essa ha deciso di dare il suo contributo. Il Parlamento scozzese,infatti, ha intuito l’importanza sociale e commerciale del Tartan Week nell’abito dei rapporti tra Stati Uniti e Scozia. ~ 38 ~
  • 41. CONCLUSIONI Rispetto a quanto espresso nei precedenti capitoli, si può parafrasare il pensiero dell’antropologa Celeste Ray espresso nel libro Transatlantic Scots; ovvero l’attuale patrimonio culturale scozzese celebrato in America non è stato tramandato dalle generazioni precedenti, ma è stato riportato in auge a partire dagli anni ’60. Il multiculturalismo del governo americano e la pubblicazione del libro Roots di Alex Haley sono stati determinanti in quanto hanno incentivato le persone a ricercare le proprie radici. Molti americani riscoprirono le proprie origini scozzesi, permettendo una rinascita della cultura scozzese nell’età contemporanea. La comunità scozzese-americana ha sempre desiderato distinguersi dal gruppo WASP (White Anglo-Saxon Protestant), poiché essa presenta aspetti socio-culturali distinti: sia nel patrimonio storico e sia nelle tradizioni. Attualmente la cultura scozzese è estremamente popolare, poiché dispone di un ricco patrimonio connesso alla letteratura, alla storia e alla musica della Scozia; l’uscita di film come “Braveheart” e “Rob Roy” hanno incrementato tale apprezzamento. I viaggi low-cost e l’avvento di internet hanno riavvicinato la comunità scozzese- americana alla terra d’origine, una situazione che in precedenza non sussisteva per la mancanza di mezzi e che aveva contribuito ad un leggero allontanamento fra le due culture. Gli scozzesi-americani hanno infatti “americanizzato” alcune tradizioni come l’uso del kilt e hanno introdotto nuove celebrazioni come il Tartan Day e il Kirkin’o’the Tartan. La Scozia non aveva un ruolo ufficiale nei confronti delle comunità scozzesi-americana sino alla devolution del 1997 dalla Gran Bretagna. Un evento di estrema rilevanza, grazie al quale oggi la Scozia dispone di propri rappresentati politici. Essi rappresentano il proprio Paese, partecipando ai vari eventi relativi alla cultura scozzese in America e stringono rapporti commerciali tra le due Nazioni. ~ 39 ~
  • 42. BIBLIOGRAFIA Davies, Norman, 2004. Isole: Storia dell’Inghilterra, della Scozia, del Galles e dell’Irlanda. Bruno Mondadori, Milano. Dobson, David, 2004. Scottish Emigration to Colonial America 1607-1785. The University of Georgia Press, Athens. Donaldson, Emily Ann, 1986.The Scottish Highland Games in America. Pelican Publishing Company Inc, Gretna. Kay, Billy, 2008. The Scottish World: A Journey into the Scottish Diaspora. Mainstream Publishing Company, Edinburgh. Klieforth, A.L. e Munro, R. J. 2004. Scottish Invention of America Democracy and Human Rights. University of America Press, Lanham. Mitchison, Rosalind, 2002. A History of Scotland. 3rd Edition. Routledge, New York. Olson, J. S. e Beal, O. H. 2010. The Ethnic Dimension in America History. 4th Edition. Wiley-Blackwell, Chichester. Ray, Celeste, 2001. Highland Heritage: Scottish Americans in the American South. The University of North Carolina Press, Chapel Hill. Ray , Celeste, 2005.Transatlantic Scots. The University of Alabama Press, Tuscaloosa. Sim, Duncan, 2011. American Scots: The Scottish Diaspora and the USA. Dunedin Academic Press, Edinburgh. SITOGRAFIA http://www.americanscottishfoundation.com/home/index.html http://www.arts.gla.ac.uk/ScotLit/ASLS/SWE/TBI/TBIIssue1/ScotandAmer.html http://www.bbc.co.uk/history/scottishhistory/ http://www.bbc.co.uk/news/magazine-16537073 http://caribem.hubpages.com/hub/Scottish-influence-in-American-culture-US-Constitution-and-Princeton- University http://www.electricscotland.com/history/scottish_american.htm http://www.everyculture.com/multi/Pa-Sp/Scottish-and-Scotch-Irish-Americans.html#b http://www.genealogymagazine.com/scots.html http://www.heritage-of-scotland.com/hist.htm http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2376711/pdf/tacca00083-0116.pdf http://www.tartanday.org/influence.htm http://www.scottish-history.com/ http://simplyscotches.blogspot.com/2011/01/scotch-regions-and-their-unique-flavors.html ~ 40 ~
  • 43. RINGRAZIAMENTI La mia tesi di Laurea è dedicata ai miei genitori che hanno contribuito economicamente alla mia formazione accademica. Essi rappresentano il punto di forza, a cui mi sono potuto aggrappare nei momenti di difficoltà e di incertezza, sostenendomi in ogni occasione. Un ringraziamento speciale va a Marcello e a Sonia per la loro estrema disponibilità, senza i quali non avrei potuto concludere la stesura del mio elaborato, consigliandomi le scelte migliori. Vorrei ringraziare le miei compagne di corso, con le quali ho condiviso i momenti più belli e indimenticabili della mia carriera universitaria: Karen dell’Orto, Rossana d’Aria, Sara Paolinelli e Stefania Testa. Infine voglio personalmente ringraziare tutti i miei amici, che mi hanno sostenuto durante il percorso di studi. Essi mi hanno aiutato a crescere, ascoltandomi e offrendomi ottimi consigli: Girolamo, Luca, Giovanna, Francesca, Leo, Giuseppe, Elena, Claudio, Massimo e Monica. ~ 41 ~