Territori minori e territori lenti: come definire l’immagine turistica
1. Territori minori e territori lenti: come definire l’immagine
turistica | Formazione Turismo
http://www.formaz ioneturismo.com/in- evidenz a/territori- minori- e- territori- lenti- come- definire- immagine- turistica March 7, 2013
Quarto appuntamento con la rosa dei venti di Landexplorer. Con oggi iniziamo la disamina di
una serie di tecniche per ricercare la giusta o la migliore immagine turistica di un dato territorio.
In questa sede cercheremo di preparaci al problema della ricerca di una immagine turistica
efficace anche per quei territori “minori” o territori lenti che andremo ad ispezionare con una
lente di ingrandimento nei prossimi post, concludendo un piccolo itinerario all’interno dei nostri
incontri su FormazioneTurismo. Buona lettura!
Alla Ricerca di una immagine forte del territorio
Nello scorso post Marketing territoriale: immagine turistica e narrazione del territorio abbiamo
ribadito più volte quanto sia importante conoscere il più possibile a fondo un territorio e tutte le
sue peculiarità, anche molto diverse, per iniziare col “piede giusto” la ricerca della immagine di un
territorio. Quindi, schematizzando, il primo passo da fare sarà una analisi delle risorse presenti
ed una valutazione delle stesse.
Il primo consiglio, ribadito già nello scorso post, è quello di “scendere sul campo” il più
possibile e porre molt a at t enzione alle component i immat eriali che caratterizzano il
territorio (senza ovviamente tralasciare quelle materiali o simboliche): se analizzate e
“metabolizzate” a dovere, con queste componenti si riesce ad avere l’appoggio della comunità
locale nella promozione del proprio territorio. Se questo fatto può sembrare strano in realtà la
scienza antropologica ci dice chiaramente che conoscere il “sapere” ed il “saper f are” di un
dat o t errit orio è come possedere la chiave per aprire il f orziere (in questo caso il territorio
in esame) e scoprire il tesoro in esso contenuto. Più un’immagine riesce a rispecchiare i veri
caratteri della comunità locale, senza rendere banale queste componenti immateriali nate
attraverso secoli di “sacrifici” per la comunità, più sarà interessante la visita del turista e, di
conseguenza, la comunità locale sarà più interessata ad autopromuoversi.
Il secondo step, che deriva sempre da una analisi ben fatta delle risorse, è quello di
comprendere event uali spazi di migliorament o del t errit orio, st udiando
approf ondit ament e i punt i di debolezza riscont rat i. Se da un lato sarebbe troppo facile
concludere il ragionamento dicendo che i punti di debolezza debbano diventare punti di forza,
dall’altro lato dal saper miscelare con accuratezza i punti di forza e di debolezza non solo
uscirà una immagine più veritiera, ma addirittura potrebbe essere l’occasione per “scoprire” una
sfaccettatura del territorio ancora poco esplorata a cui può corrispondere una immagine del
territorio assolutamente non banale e scontata.
Fino ad ora abbiamo continuato a parlare di immagine in grado di rispecchiare l’ambiente
naturale e la comunità. Per riuscire nell’intento, quest a immagine scat urit a dai primi due st ep
deve essere il più possibile condivisa. In questa ottica le tecniche dei focus group,
presentazioni agli stake holders e tanto altro sono sì fondamentali per avere un feedback
immediato del lavoro sin qui svolto, ma, nello stesso tempo, non bisogna “arretrare” troppo nel
nascondere i punti deboli: cercando di evitare questi ultimi si rischia di camminare come i
gamberi, cioè tornare indietro, presentando una classica cartolina del territorio e non la vera
anima del territorio!
Prestiamo ora un po’ di at t enzione all’associazione simbolica che molte volte i visitatori di
una zona utilizzano per schematizzare nella loro mente ciò che più li ha colpiti nella loro visita:
consueti esempi del concetto sopra esposto possono essere i seguenti: gondole – Venezia,
Colosseo – Roma, etc. Bene… e se il territorio non ha questi simboli? Non preoccupiamoci
troppo di ricercare subito un simbolo o un luogo simbolico che riesca a descrivere da solo il
2. territorio o gran parte di esso, poiché si potrebbe incorrere in due errori difficilmente correggibili:
1) L’impossibilit à di f ar evolvere l’immagine del t errit orio, in fase di declino o stagnazione
(secondo il ciclo di vita descritto da Butler);
2) Creare una f alsa immagine ment ale del t errit orio al pot enziale visit at ore.
Tutti e due questi errori creano grossi problemi e maggiori “grattacapi” per chi deve porre basi
per nuove strategie o per il turista al quale viene negata, anche inconsapevolmente, la scoperta
di parti nuove del territorio che sta visitando, rispetto alla propria mappa mentale.
Concludiamo questo articolo con un esempio di ricerca di immagine turistica per un territorio
minore o “territorio lento” che dir si voglia, in modo tale da applicare i concetti esposti negli ultimi
due articoli (il su citato e il precedente Marketing territoriale: informazione e promozione del
territorio tra passato e futuro), ed anticipare, solo con un piccolo ragionamento, il tema del
prossimo post. Siete pronti?
La Valle Strona
L’esempio che proponiamo nasce dalla coincidenza di date che ci saranno tra la pubblicazione
di questo post e l’evento “Inverno in Valle Strona”, nato grazie a persone lungimiranti che
hanno applicato i criteri esposti in questi miei articoli. Prima, però, una piccola premessa per
spiegare dove si trova la Valle Strona e quali sono i problemi da affrontare per una corretta
promozione di territori simili a questa valle.
La Valle Strona, valle lunga circa 20 chilometri, è situata nel territorio della provincia piemontese
del Verbano-Cusio-Ossola. Il suo territorio si snoda da Omegna a Campello Monti,
incuneandosi tra la Valsesia (VC), la Valle Anzasca e l’Ossola inferiore. E’ divisa in quattro
Comuni: Valstrona, Massiola, Loreglia e Germagno.
Questa Valle ha grossissimi problemi di accessibilità, tanto che non possono salire i pulman dai
classici 50 posti e solo grazie all’impegno della Comunità Montana si è salvato il trasporto
pubblico. Più della metà della popolazione in Valle Strona è nella fascia della terza età: in questo
contesto abbiamo paesi come Campello Monti, splendido borgo Walser, abitati ormai solo nel
mese di agosto da escursionisti e villeggianti: durante tutto il resto dell’anno regna il silenzio.
3. La difficile accessibilità al borgo Walser di Campello Monti
Inverno in Valle Strona
L’iniziativa denominata “Inverno in Valle Strona” nasce dalla volontà di un gruppo di persone
capitanate da Dario Guinzoni, a cui va un mio personalissimo ricordo, che decidono di
trasformare il periodo meno accogliente per il potenziale visitatore della Valle in un momento di
scoperta o riscoperta di una Valle semisconosciuta e di una parte di sentiero denominato “Strà
Vègia”, che collegava anticamente gli abitati di Forno e Campello Monti.
L’arrivo della Strà Vègia a Campello Monti in inverno
L’idea all’epoca venne appoggiata dal CAI di Omegna (ancora oggi l’organizzatore dell’evento)
e trovò nel suo iter di elaborazione anche l’appoggio delle Pro Loco dei quattro comuni della
Valle. Nel corso delle varie edizioni ci furono grandi novità, tanto da riuscire a formare un
calendario di ben una settimana di piccoli ma significativi eventi capaci di attirare anche più di
mille persone in valle in una sola settimana.
Ora analizziamo l’iniziat iva dal punt o di vist a di market ing t errit oriale schematizzandola:
1) L’evento nasce in un momento in cui la Valle Strona era sconosciuta e “fa perno” su due
punti deboli: la difficoltà di accesso in generale alla valle e sulla stagione meno accogliente per il
potenziale visitatore. Su questo punto è interessante segnalare il “pay off” utilizzato per la
manifestazione “Inverno in Valle Strona – alla scoperta di una valle alpina nella stagione fredda”.
2) L’evento non ha bisogno di simboli, si rischierebbe di banalizzare il territorio, benché la Valle
Strona sia anche soprannominata la Valle dei Pinocchi, in quanto uno dei suoi prodotti di
eccellenza è l’artigianato del legno e la costruzione del famosissimo personaggio della favola
“Pinocchio” tornito e dipinto a mano.
3) Le comunità locali della Valle sentono propria l’iniziativa tanto da essere praticamente tutti
coinvolti (pressappoco circa mille persone, molte di queste vivono la valle solo nei fine
settimana!). Il concetto di condivisione è stato pienamente raggiunto.
4) L’immagine della Valle Strona nella mente del visitatore è quella di una valle sì stretta ed
4. angusta, ma, per così dire, dalla “calda ospitalità”, come se il freddo fosse un “amico”.
Bene finalmente concludiamo questo lungo post, invitando tutti a partecipare, commentare e a
contattarci se l’immagine del vostro territorio necessita di nuova linfa! Vi lasciamo con una
immagine di Campello Monti ripreso dall’alto, alla prossima!
Samuel Piana – Landexplorer è una agenzia di web marketing territoriale turistico,
specializzata nella consulenza, analisi, pianificazione e comunicazione di progetti di
promozione territoriale, strutture ricettive, PMI ed organizzazione di eventi culturali.
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