L’Esame di Stato per l’abilitazione alla professione di Psicologo rappresenta una tappa importante della carriera di chi ha deciso di svolgere questa professione: è l’ultimo scoglio da superare per poter finalmente essere psicologi e il primo passo verso la propria realizzazione professionale.
In che cosa consiste?
L’EDS si articola nelle seguenti prove:
Prima Prova: stesura di un elaborato scritto inerente diverse aree della psicologia. Si richiede al candidato di saper elaborare aspetti teorici e applicativi avanzati della psicologia; progettazione di interventi complessi su casi individuali, in ambito sociale o di grandi organizzazioni, con riferimento alle problematiche della valutazione e dello sviluppo delle potenzialità personali.
Seconda prova: stesura di una progettazione di interventi complessi con riferimento alle problematiche della valutazione dello sviluppo delle potenzialità dei gruppi, della prevenzione del disagio psicologico, dell'assistenza e del sostegno psicologico, della riabilitazione e della promozione della salute psicologica;
Terza Prova: prova scritta applicativa, concernente la discussione di un caso relativo ad un progetto di intervento su individui ovvero in strutture complesse.
Quarta Prova: prova orale sugli argomenti delle prove scritte e su questioni teorico-pratiche relative all'attività svolta durante il tirocinio professionale, nonché su aspetti di legislazione e deontologia professionale.
SECONDA PROVA
La seconda prova dell’EDS consiste nello svolgimento di un progetto in ambito psicologico e nelle sue varie branche. La capacità di intervenire con una progettazione complessa è richiesta allo Psicologo dall’art. 1 della Legge per L’Ordinamento Professionale n.56 del 18 febbraio 1989:
"La professione dello psicologo comprende l’uso di strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abiitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, gruppo e società e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito".
Analisi critica di un articolo scientifico: L'infermiere e la ricerca infermi...Cristiano Radice
Corso residenziale: Metodi e strumenti per una lettura critica di un articolo di letteratura scientifica. Il ruolo dell'infermiere nella ricerca infermieristica.
La documentazione illustra in dettaglio la solution "Potenziamento tecnologico dell’Oftalmologia per il miglioramento della diagnosi e l’ottimizzazione delle cure" sviluppata dall'Azienda Ospedaliera Universitaria Consorziale Policlinico di Bari, Unità operativa Oftalmologia Universitaria.
L’Esame di Stato per l’abilitazione alla professione di Psicologo rappresenta una tappa importante della carriera di chi ha deciso di svolgere questa professione: è l’ultimo scoglio da superare per poter finalmente essere psicologi e il primo passo verso la propria realizzazione professionale.
In che cosa consiste?
L’EDS si articola nelle seguenti prove:
Prima Prova: stesura di un elaborato scritto inerente diverse aree della psicologia. Si richiede al candidato di saper elaborare aspetti teorici e applicativi avanzati della psicologia; progettazione di interventi complessi su casi individuali, in ambito sociale o di grandi organizzazioni, con riferimento alle problematiche della valutazione e dello sviluppo delle potenzialità personali.
Seconda prova: stesura di una progettazione di interventi complessi con riferimento alle problematiche della valutazione dello sviluppo delle potenzialità dei gruppi, della prevenzione del disagio psicologico, dell'assistenza e del sostegno psicologico, della riabilitazione e della promozione della salute psicologica;
Terza Prova: prova scritta applicativa, concernente la discussione di un caso relativo ad un progetto di intervento su individui ovvero in strutture complesse.
Quarta Prova: prova orale sugli argomenti delle prove scritte e su questioni teorico-pratiche relative all'attività svolta durante il tirocinio professionale, nonché su aspetti di legislazione e deontologia professionale.
SECONDA PROVA
La seconda prova dell’EDS consiste nello svolgimento di un progetto in ambito psicologico e nelle sue varie branche. La capacità di intervenire con una progettazione complessa è richiesta allo Psicologo dall’art. 1 della Legge per L’Ordinamento Professionale n.56 del 18 febbraio 1989:
"La professione dello psicologo comprende l’uso di strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abiitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, gruppo e società e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito".
Analisi critica di un articolo scientifico: L'infermiere e la ricerca infermi...Cristiano Radice
Corso residenziale: Metodi e strumenti per una lettura critica di un articolo di letteratura scientifica. Il ruolo dell'infermiere nella ricerca infermieristica.
La documentazione illustra in dettaglio la solution "Potenziamento tecnologico dell’Oftalmologia per il miglioramento della diagnosi e l’ottimizzazione delle cure" sviluppata dall'Azienda Ospedaliera Universitaria Consorziale Policlinico di Bari, Unità operativa Oftalmologia Universitaria.
Il caso clinico
in Flebologia
Titoli:
Simulazione paziente-medico.
Risk Managment in flebologia
Tipologia degli errori in flebologia
RC Professionale
Medical Malpractice in Italia
Valutazione del rischio
Tutela legale in flebologia
Consenso informato
Glossario
Contatti
Lean Day Azienda Ospedaliera Senese (1^ Edizione)Jacopo Guercini
Following the Lean Training (Level 1), the Board and the GOALS (Gruppo Operativo Aziendale Lean Senese) have decided to offer to employees the first Lean Competition. The aim of the day is to give visibility and listening to all the lean thinkers who are actively engaged in the course of the year.
Le decisioni cliniche nella assistenza al singolo paziente devono risultare dalla integrazione tra esperienza del medico e utilizzo coscienzioso .esplicito e etico delle migliori evidenze scientifiche disponibili,in armonia con le scelte del paziente.
www.fukushimaaccident.net
Roberto Ropolo:
"RISPOSTA SANITARIA ALL’EMERGENZA IN ITALIA E METODI DI MISURA"
L'incidente avvenuto alla centrale nucleare di FUKUSHIMA, in Giappone, l'11 Marzo 2011, a differenza degli incidenti di Three Mile Island e di Chernobyl, ha scatenato un acceso dibattito sull'accettabilità pubblica dell'energia nucleare, anche in Paesi che sono stati storicamente fra i maggiori promotori di questa tecnologia.
Le ansie generate dai rilasci di radioattività nell'ambiente e dalla presenza di contaminazione negli alimenti, così come l'esito dell'incidente stesso, che sembrò -per diverse settimane- non dovesse risolversi mai positivamente, sono state amplificate dai mezzi di comunicazione di massa, oscurando perfino le enormi conseguenze umane e sociali del terremoto e dello tsunami.
La popolazione, e non solo quella giapponese, si è interrogata sui rischi dell'esposizione alle radiazioni, indirizzando alla comunità scientifica la propria legittima preoccupazione sui pericoli reali e sui rischi, e pretendendo dai tecnici e dagli scienziati risposte chiare e comprensibili, anche in merito alle possibili conseguenze sulle future generazioni.
Ma qual è stata l'entità del rilascio di radiazioni dalla centrale nucleare di FUKUSHIMA? quale è stata l'estensione della contaminazione terrestre e marina? che impatto sulla popolazione hanno avuto le restrizioni alimentari imposte dal Governo Giapponese? quali sono le dosi ricevute dagli Operatori della centrale e dalla popolazione circostante? quali le conseguenze sanitarie osservate ed ipotizzabili? e quali sono le lezioni principali che la comunità internazionale di Radioprotezione ha tratto da questo evento, per aiutare a sviluppare una percezione del rischio sempre più vicina alle legittime aspettative della popolazione?
Per rispondere a queste e ad altre domande, le quattro Associazioni italiane che si occupano di protezione dalle radiazioni, l'Associazione Italiana di Fisica Medica (AIFM), l'Associazione Italiana di Radioprotezione Medica (AIRM), l’Associazione Italiana di Radioprotezione (AIRP) e l'Associazione Nazionale Professionale Esperti Qualificati nella sorveglianza fisica di radioprotezione (ANPEQ) hanno organizzato un convegno, che avrà luogo il 14 settembre 2012 alla Villa Napoleonica nel Centro Congressi delle Ville PONTI, a Varese.
L'obbiettivo del Convegno, la cui partecipazione è aperta anche ai non addetti ai lavori (www.fukushimaaccident.net) è di trattare gli aspetti radioprotezionistici dell'incidente, indicando anche una linea per possibili futuri sviluppi del sistema della Radioprotezione, che si rendono necessari anche nei Paesi -come l'Italia- che non utilizzano più l'energia nucleare, ma che fanno tuttora vasto uso di sostanze radioattive per la medicina, l'industria e la ricerca.
Il caso clinico
in Flebologia
Titoli:
Simulazione paziente-medico.
Risk Managment in flebologia
Tipologia degli errori in flebologia
RC Professionale
Medical Malpractice in Italia
Valutazione del rischio
Tutela legale in flebologia
Consenso informato
Glossario
Contatti
Lean Day Azienda Ospedaliera Senese (1^ Edizione)Jacopo Guercini
Following the Lean Training (Level 1), the Board and the GOALS (Gruppo Operativo Aziendale Lean Senese) have decided to offer to employees the first Lean Competition. The aim of the day is to give visibility and listening to all the lean thinkers who are actively engaged in the course of the year.
Le decisioni cliniche nella assistenza al singolo paziente devono risultare dalla integrazione tra esperienza del medico e utilizzo coscienzioso .esplicito e etico delle migliori evidenze scientifiche disponibili,in armonia con le scelte del paziente.
www.fukushimaaccident.net
Roberto Ropolo:
"RISPOSTA SANITARIA ALL’EMERGENZA IN ITALIA E METODI DI MISURA"
L'incidente avvenuto alla centrale nucleare di FUKUSHIMA, in Giappone, l'11 Marzo 2011, a differenza degli incidenti di Three Mile Island e di Chernobyl, ha scatenato un acceso dibattito sull'accettabilità pubblica dell'energia nucleare, anche in Paesi che sono stati storicamente fra i maggiori promotori di questa tecnologia.
Le ansie generate dai rilasci di radioattività nell'ambiente e dalla presenza di contaminazione negli alimenti, così come l'esito dell'incidente stesso, che sembrò -per diverse settimane- non dovesse risolversi mai positivamente, sono state amplificate dai mezzi di comunicazione di massa, oscurando perfino le enormi conseguenze umane e sociali del terremoto e dello tsunami.
La popolazione, e non solo quella giapponese, si è interrogata sui rischi dell'esposizione alle radiazioni, indirizzando alla comunità scientifica la propria legittima preoccupazione sui pericoli reali e sui rischi, e pretendendo dai tecnici e dagli scienziati risposte chiare e comprensibili, anche in merito alle possibili conseguenze sulle future generazioni.
Ma qual è stata l'entità del rilascio di radiazioni dalla centrale nucleare di FUKUSHIMA? quale è stata l'estensione della contaminazione terrestre e marina? che impatto sulla popolazione hanno avuto le restrizioni alimentari imposte dal Governo Giapponese? quali sono le dosi ricevute dagli Operatori della centrale e dalla popolazione circostante? quali le conseguenze sanitarie osservate ed ipotizzabili? e quali sono le lezioni principali che la comunità internazionale di Radioprotezione ha tratto da questo evento, per aiutare a sviluppare una percezione del rischio sempre più vicina alle legittime aspettative della popolazione?
Per rispondere a queste e ad altre domande, le quattro Associazioni italiane che si occupano di protezione dalle radiazioni, l'Associazione Italiana di Fisica Medica (AIFM), l'Associazione Italiana di Radioprotezione Medica (AIRM), l’Associazione Italiana di Radioprotezione (AIRP) e l'Associazione Nazionale Professionale Esperti Qualificati nella sorveglianza fisica di radioprotezione (ANPEQ) hanno organizzato un convegno, che avrà luogo il 14 settembre 2012 alla Villa Napoleonica nel Centro Congressi delle Ville PONTI, a Varese.
L'obbiettivo del Convegno, la cui partecipazione è aperta anche ai non addetti ai lavori (www.fukushimaaccident.net) è di trattare gli aspetti radioprotezionistici dell'incidente, indicando anche una linea per possibili futuri sviluppi del sistema della Radioprotezione, che si rendono necessari anche nei Paesi -come l'Italia- che non utilizzano più l'energia nucleare, ma che fanno tuttora vasto uso di sostanze radioattive per la medicina, l'industria e la ricerca.
PREVENZIONE E DIAGNOSI PRECOCE DELLE FRATTURE DA FRAGILITA': TECNOLOGIA ECOGR...
Spoleto ACOI 06
1. Roberto Bacchetta
1
Evoluzione delle procedure chirurgiche e
processo di nursing: quale sintesi tra
standardizzazione e personalizzazione?
Roberto Bacchetta – R.I.D. di Chirurgia
Presidio ospedaliero Alto Tevere – ASL N.1 - Umbria
Congresso NAZIONALE ACOI - MEETING INFERMIERISTICO
“Arte e storia nel cambiamento del Nursing chirurgico”
Spoleto, 27 maggio 2006
UM
BRIA
3. Roberto Bacchetta
3
STANDARDIZZAZIONE
■ L’etimologia richiama il termine francese
‘etendard’ (stendardo, bandiera)
■ Nel nostro caso, reso pubblico e garantito
all’utente
■ Standardizzare non significa ridurre la prassi ad
una routine indifferenziata che non tenga in
giusta considerazione la soggettività della
persona che si assiste
■ Gli strumenti che si utilizzano servono ad
assicurare a tutti coloro che beneficiano di un
servizio circa il livello di qualità della prestazione
resa
4. Roberto Bacchetta
4
SCOPI:
IL MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLA QUALITA’
■ Implementazione del processo di
cambiamento incrementale (Business
Process Improvement)
■ L’utilizzo dell’Evidence-based Nursing al
fine di promuovere la diffusione di
strumenti finalizzati a migliorare la
congruenza tra pratica clinica (ciò che si
fa) e ricerca clinica (ciò che si dovrebbe
fare).
5. Roberto Bacchetta
5
SCOPI:
IL MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLA QUALITA’
■ Eliminare o modificare prassi consolidate
■ Introdurre nuove prassi
■ Aumentare l’appropriatezza
dell’assistenza infermieristica
■ Aumentare l’efficacia dell’assistenza
infermieristica
6. Roberto Bacchetta
6
SCOPI:
RIDUZIONE DELLA VARIABILITA’
■ LEG ULCER CARE IN THE U.K.: AN
AUDIT OF COST-EFFECTIVENESS (L.
Freak et Al., Health Trends, 27, 1996,
pagg. 133-136)
■ 31 diversi tipi di medicazione
■ 28 diversi tipi di bendaggio
■ 59 diverse preparazioni topiche
7. Roberto Bacchetta
7
SCOPI:
RIDUZIONE DELLA VARIABILITA’
■ Applicazione della “best practice”
■ Eliminare il più possibile i ritardi e gli sprechi
■ Contenere le variazioni non necessarie nei
trattamenti
■ Assicurare la continuità e il coordinamento
dell’assistenza
■ Ridurre al minimo i rischi per i pazienti e
migliorare gli esiti
■ Aumentare l’efficienza dell’assistenza
infermieristica
8. Roberto Bacchetta
8
STRUMENTI: I PRODOTTI DELL’EbN
LINEE GUIDA CLINICHE
■ Un insieme di raccomandazioni sviluppate in
modo sistematico per assistere professionisti e
pazienti nelle decisioni sulla gestione
appropriata di specifiche condizioni cliniche
■ Standardizzano le conoscenze
■ Su argomenti specifici
■ A valenza universale
■ Elaborate da gruppi multidisciplinari
■ Orientate all’appropriatezza e all’efficacia
9. Roberto Bacchetta
9
STRUMENTI: I PRODOTTI DELL’EbN
LINEE GUIDA CLINICHE
■ Strumenti di razionalizzazione del
comportamento clinico-organizzativo
(Enrico Garaci, Presidente Ist. Sup. Sanità, 2002)
■ Raccomandazioni, sulla base delle migliori
conoscenze disponibili, individuate mediante un
processo di revisione sistematica della
letteratura e delle opinioni di esperti, circa il
comportamento clinico più appropriato per un
paziente medio
■ lasciano alla competenza e all’esperienza del
singolo professionista la scelta delle decisioni
inerenti alla gestione del singolo caso.
10. Roberto Bacchetta
10
STRUMENTI:
il Percorso Assistenziale del Paziente
■ GESTIONE PER PROCESSI
■ Approccio strutturale: riprogettazione
della struttura e delle responsabilità
■ Approccio clinico: linee guida,
procedure, protocolli, istruzioni operative
■ Approccio amministrativo: certificazione
■ Approccio processuale: percorso
assistenziale
11. Roberto Bacchetta
11
STRUMENTI:
il Percorso Assistenziale del Paziente
■ GESTIONE PER PROCESSI - ANALISI
■ Che benefici riceve il cliente finale dall’intero
processo?
■ Qual è il valore aggiunto per il paziente?
(cosa si “porta a casa” il paziente in termini di
salute)
■ Tutte le attività che facciamo sono veramente
indispensabili?
■ Ci sono disomogeneità nell’applicazione del
processo?
12. Roberto Bacchetta
12
STRUMENTI:
il Percorso Assistenziale del Paziente
■ STANDARDIZZAZIONE DEL PROCESSO
Dieta senza scorie;
Antibiotico
profilassi per os;
Lassativo per os
Dieta senza scorie a pranzo, cena
liquida, digiuno totale dalle
ore 24;
Antibiotico profilassi per os;
Clistere evacuativo;
Tricotomia estesa e doccia con antisettico
Digiuno totale;
Antibiotico
profilassi per os;
Clistere evacuativo;
Doccia con
antisettico
Nessuna
preparazione: il
paziente non viene
ancora ricoverato
Dieta libera fino alle ore 24;
Liquidi fino a 6 ore prima
Dell’intervento;
Lassativo per os;
Nessuna tricotomia, igiene
personale (detersione)
Digiuno;
Doccia con
antisettico
Giornata -2 Giornata -1 Giornata 0
ESEMPIO: studio della variabilità clinica - appropriatezza nella
preparazione alla prostatectomia radicale
O
s
p
e
d
a
l
e
A
B
13. Roberto Bacchetta
13
STRUMENTI
PROTOCOLLO
PROCEDURA
ISTRUZIONI OPERATIVE
CARATTERISTICHE
COMUNI:
• Parte della procedura
• Dettagliano le azioni per la singola attività
• Determinano i comportamenti
• Forniscono uno schema guida dettagliato secondo un procedimento razionale
• Di applicazione generale
E’ un modello formalizzato di comportamento che, strutturando linee guida di riferimento, orienta, facilita,
controlla e valuta l’insieme delle azioni poste in essere, per soddisfare/compensare un bisogno (assistenziale,
organizzativo)
• Fornisce un aiuto nella gestione di cure ed interventi
• Di applicazione locale rispetto a problemi e situazioni ben identificabili
Una successione logica di azioni espressa in forma scritta che permetta la riproducibilità del metodo di lavoro
indipendentemente dalla persona che lo sta svolgendo. Sono regole scritte che orientano gli operatori a
comportamenti comuni al fine di valutare i risultati.
• Fornisce una sequenza teorica di azioni ritenute necessarie per raggiungere un determinato risultato
• Di applicazione generale, si estende oltre le organizzazioni locali
Basate sull’evidenza
scientifica
Poca flessibilità
Sviluppati e approvati da
un gruppo di esperti
15. Roberto Bacchetta
15
ETICA
■ L’ASSISTENZA INFERMIERISTICA:
■ Anche in presenza strumenti di
standardizzazione è necessario un agire
ispirato alla situazione particolare, nel rispetto
delle singole individualità
■ Responsabilità dell’assistenza significa avere la
consapevolezza di essere liberi e di rispondere
delle proprie scelte
16. Roberto Bacchetta
16
CLIMA ORGANIZZATIVO
■ RISORSE UMANE: fattore di crescita
decisivo per ogni realtà organizzativa
CLIMA ORGANIZZATIVO
(caratteristiche
situazionali)
SELF-EFFICACY/OCB
(caratteristiche
Individuali)
STRESS
(comportamento
di lavoro)
PRESTAZIONE
QUALITA’
JOB-SATISFACTION
BURNOUT
(effetti individuali)PERSONA
AMBIENTE
Modello X (Zijlstra, 2004;, Roe, 1998; Roe, Zijlstra, 1991)
17. Roberto Bacchetta
17
VALORIZZAZIONE DEL POTENZIALE PERSONALE
E PROFESSIONALE
■ Il VALORE è il MOTIVO per cui una certa cosa è importante
per una specifica persona
■ Il VALORE fornisce un MOTIVO all’AZIONE (concetto di
MOTIVAZIONE)
■ Per riconoscere come tale un obiettivo deve essere
giustificato da un VALORE
■ Senza un MOTIVO all’AZIONE non sarà riconosciuto come
proprio un obiettivo
■ Più alto sarà il VALORE più alta sarà la MOTIVAZIONE
■ In un gruppo ricercare i VALORI CONDIVISI per avere
OBIETTIVI CONDIVISI
Prof. Claudio Cavalieri d’Oro, Seminario Università di Firenze, Laurea Magistrale, Dicembre 2005 - virtHuman International srl
18. Roberto Bacchetta
18
■ Se vuoi costruire una nave non
richiamare prima di tutto gente che
procuri legna, che prepari gli attrezzi
necessari, non distribuire compiti, non
organizzare lavoro.
Prima sveglia invece negli uomini la
nostalgia del mare lontano e sconfinato.
Appena si sarà svegliata in loro questa
sete, gli uomini si metteranno subito al
lavoro per costruire la nave.
(Antoine de Saint Exupéry)
19. Roberto Bacchetta
19
PROCEDURA GESTIONALE DEL
BLOCCO OPERATORIO
Pagina 1 di 12
DataPROCEDURA GESTIONALE
GESTIONE DEL BLOCCO OPERATORIO E
SICUREZZA DEL PAZIENTE
Rev.0DIREZIONE SANITARIA PRESIDIO CITTA' DI
CASTELLO - UMBERTIDE
PG BLO-01MANUALE DELLA QUALITA’
GRUPPO DI REDAZIONE
Dr.ssa Alessandra Antonucci
Dr.ssa Francesca Gori
CPSE-AFD Roberto Bacchetta
Pagina 1 di 12
DataPROCEDURA GESTIONALE
Controllo delle Non Conformità
Piano delle azioni correttive e preventive
Rev.0DIREZIONE SANITARIA PRESIDIO CITTA' DI
CASTELLO - UMBERTIDE
PG BLO-01MANUALE DELLA QUALITA’
20. Roberto Bacchetta
20
1. PREMESSA
2. SCOPO
3. CAMPO DI APPLICAZIONE
4. TERMINI E ABBREVIAZIONI
5. RESPONSABILITÀ
6. NORMATIVA DI RIFERIMENTO
7. DOCUMENTI DI RIFERIMENTO
8. IL BLOCCO OPERATORIO
8.1 REQUISITI MINIMI STRUTTURALI
8.2 REQUISITI MINIMI IMPIANTISTICI
8.3 REQUISITI TECNOLOGICI
8.4 REQUISITI ORGANIZZATIVI DEL BLOCCO OPERATORIO
8.5 IL CONTROLLO DEGLI INTERVENTI TECNICI SULLE APPARECCHIATURE
9. LA DOCUMENTAZIONE SANITARIA
9.1 LISTA OPERATORIA
9.2 REGISTRO OPERATORIO
9.3 LA DOCUMENTAZIONE SANITARIA CHE ACCOMPAGNA IL PAZIENTE PRIMA DELL‘ INTERVENTO
CHIRURGICO
9.4 LA DOCUMENTAZIONE SANITARIA CHE ACCOMPAGNA IL PAZIENTE DOPO L'INTERVENTO CHIRURGICO
10. LA SEDUTA OPERATORIA
11. ACCESSO AL BLOCCO IN SITUAZIONI DI EMERGENZA/URGENZA
Pagina 1 di 12
DataPROCEDURA GESTIONALE
GESTIONE DEL BLOCCO OPERATORIO E SICUREZZA DEL PAZIENTE
Rev.0DIREZIONE SANITARIA PRESIDIO CITTA' DI CASTELLO - UMBERTIDE
PG BLO-01MANUALE DELLA QUALITA’
21. Roberto Bacchetta
21
L’obiettivo generale è quello di uniformare, all'interno
dei reparti operatori del Presidio Ospedaliero di Città
di Castello-Umbertide, modalità gestionali e
comportamentali, perseguendo specifici standard di
appropriatezza, efficienza ed efficacia attesa, al fine
di:
• migliorare le condizioni organizzative esistenti;
• fornire livelli di assistenza uniformi e
qualitativamente accettabili;
• garantire un adeguato livello di sicurezza per il
paziente e gli operatori sanitari.
SCOPO
22. Roberto Bacchetta
22
IST 01 BLO / PG BLO 01 Pulizia, disinfezione, sanificazione ambientale del blocco
operatorio
IST 02 BLO / PG BLO 01 Vestizione asettica dell’equipe chirurgica prima di un
intervento chirurgico
IST 03 BLO / PG BLO 01 Lavaggio chirurgico delle mani all’inizio della seduta
operatoria
IST 04 BLO/ PG BLO 01 Lavaggio chirurgico delle mani tra un intervento chirurgico e
il successivo
IST 05 BLO / PG BLO 01 Preparazione preoperatoria della cute del paziente
IST 06 BLO/ PG BLO 01 Mantenimento Campo sterile
IST 07 BLO / PG BLO 01 Utilizzo e conta strumenti aghi e lame
IST 08 BLO / PG BLO 01 Conta garze
LG 01 BLO / PG BLO 01 Norme comportamentali degli operatori nel reparto
operatorio
LG 02 BLO / PG BLO 01 Posizionamento del paziente sul tavolo operatorio
PO 01 BLO/PG BLO 01 Gestione delle scorte (in fase di stesura)
LINEE GUIDA, ISTRUZIONI OPERATIVE
23. Roberto Bacchetta
23
Pagina 1 di 12
DataPROCEDURA GESTIONALE
Controllo delle Non Conformità
Piano delle azioni correttive e preventive
Rev.0DIREZIONE SANITARIA PRESIDIO CITTA' DI CASTELLO -
UMBERTIDE
PG BLO-01MANUALE DELLA QUALITA’
Assicurare, attraverso l’adozione di opportune azioni correttive e preventive,
una adeguata gestione delle Non Conformità (NC) che possono verificarsi
durante le diverse fasi del processo assistenziale chirurgico
COD.
FASE DEL
PROCESSO
TIPO/ ERRORE MONITORAGGIO
RESP. RILEV.
(1) E
REGISTRAZ.
(2)
AZIONE
CORRETT.
RESP. AZ.
CORRETT.
AZIONE
PREVENT.
RESP. AZ.
PREVENT.
R 8 Trattamento
chirurgico
Dimenticanza
della garza
laparotomica o
ferro
chirurgico nel
sito operato
Controllo durante
l’intervento
dell’utilizzo dei
presidi medico-
chirurgici e
conteggio finale
garze e ferri a fine
intervento
Infermiere
strumentista
(1) (2)
Riconteggio
finale garze e
ferri
chirurgici
e/o
Esplorazione
sito
chirurgico
e/o
Controllo
radiologico
Infer.
Strument.
Primo
operatore
chirurgo
Conta iniziale e
finale
strumentario
chirurgico secondo
check list
Conteggio iniziale
e finale garze
laparotomiche
Rispetto della Istr.
Operativa
Primo
operatore
chirurgo
24. Roberto Bacchetta
24
Induzione/
mantenimento
anestesia
R5
semestraleResponsabile infermieristico
del Blocco operatorio
N° manutenzioni correttive delle
apparecchiature/N° manutenzioni
effettuate
N° di interventi chirurgici rinviati/ N°
pazienti operati
Preparazione atto
anestesiologico e
chirurgico
R4
semestraleResponsabile infermieristico
del Blocco operatorio
N° cadute del paziente dal tavolo
operatorio/ N° pazienti operati
Posizionamento sul
tavolo operatorio
R3
semestraleResponsabile infermieristico
del Blocco operatorio
N° schede perioperatorie non
correttamente compilate /N° cartelle
cliniche esaminate
Presa in carico del
paziente
R2
semestraleResponsabile infermieristico
del Blocco operatorio
N° di cartelle cliniche non complete e non
correttamente compilate/ N° cartelle
cliniche esaminate
Identificazione
paziente in pre-sala
R1
FREQUENZARESPONSABILE DELLA
MISURAZIONE
INDICATOREFASE DEL PROCESSOCOD.
INDICATORI DI PROCESSO IN SALA
OPERATORIA
25. Roberto Bacchetta
25
INDICATORI DI PROCESSO IN SALA
OPERATORIA
semestrale
Responsabile
infermieristico del
Blocco operatorio
N° pazienti che ritornano in sala operatoria dopo
essere stati inviati in terapia intensiva a causa di
assenza di letto / N° pazienti operati
Trasporto dalla sala
operatoria all’U.O. di
destinazione
R 10
semestraleResponsabile
infermieristico del
Blocco operatorio
N° cadute del paziente durante il trasferimento dal
tavolo operatorio al letto e/o dal letto/ N° pazienti
operati
Risveglio- Sala
risveglio
R9
semestraleResponsabile
infermieristico del
Blocco operatorio
N° di riconteggi garze laparotomiche e ferri
chirurgici post intervento/N° pazienti operati
N° di esplorazioni sito operato post intervento/N
°pazienti operati
N° di controlli radiologici post intervento/ N°
pazienti operati
Trattamento
chirurgico
R8
Responsabile
infermieristico del
Blocco operatorio
Preparazione campo
operatorio
R7
semestraleN° di volte in cui è stato risistemato il tavolo
espositore dello strumentario chirurgico e presidi/N°
pazienti operati
Preparazione campo
sterile
R6
FREQUENZARESPONSABILE
DELLA
MISURAZIONE
INDICATOREFASE DEL PROCESSOCOD.
26. Roberto Bacchetta
26
METODOLOGIA DELL’ASSISTENZA
INFERMIERISTICA
■ PERCHE’ ACQUISIRE UN METODO ?
■ Per seguire delle regole in vista di uno scopo
■ Per economizzare le forze e stabilizzare l’azione
■ Per preservare dall’errore
■ Per produrre nuove conoscenze se il suo oggetto è il sapere
■ Per risolvere problemi pratici se il suo scopo è il saper fare
APPROPRIATEZZA
EFFICACIA
SICUREZZA
EFFICIENZA
RISK MANAGEMENT
METODOLOGIA DELLA RICERCA
METODOLOGIA CLINICA
31. Roberto Bacchetta
31
IL PROCESSO DI NURSING
■ Approccio sistematico di problem solving
utilizzato nell’assistenza infermieristica
individualizzata
■ Il processo è una serie di fasi, metodi ed
operazioni pianificate, organizzate in
modo tale da produrre dei risultati finali
■ Risultati: soddisfacimento dei bisogni e
risoluzione dei problemi degli individui
32. Roberto Bacchetta
32
IL PROCESSO DI NURSING
■ Problem solving: stile di indagine e scoperta, complesso delle
attività umane finalizzate alla soluzione di problemi nell’ambito
delle discipline scientifiche
Problem
Solving
Definizione
del problema
Diagnosi delle cause
e l’entità
del problema
Decidere le strategie
appropriate
Formulare strategie
o piani alternativi
per risolverlo
Valutare il risultato
M
O
ME
NT
O
PR
OB
L
EM
MOMENTO SOLVING
34. Roberto Bacchetta
34
IL PROCESSO DI NURSING:
■ METODO CLINICO
■ SI APPLICANO LE CONOSCENZE STRUTTURATE
■ SI PRODUCONO IPOTESI DIAGNOSTICHE
■ METODO DIALOGICO: PROCESSO TRA DUE PERSONE
CHE HANNO UNA COMPETENZA DIVERSA E
COMPLEMENTARE. Riconosce una relazione tra due
soggetti e necessita della comunicazione, del consenso
e della partecipazione alle scelte da parte della persona
assistita.
■ METODO STRATEGICO: Priorità e non mera
sequenzialità di azioni; veduta sistemica dei fenomeni,
non frammentaria e deliberatamente particolaristica
35. Roberto Bacchetta
35
IL PROCESSO DI NURSING:
ricadute operative
MODELLO TECNICO PER COMPITI: focus
rappresentato dalla specializzazione funzionale,
cioè dalla divisione del lavoro mediante
attribuzione di compiti.
Nel modello tecnico, la pianificazione è una
funzione del vertice gerarchico (piano di lavoro), il
coordinamento orizzontale e la discrezionalità degli
operatori non sono necessari.
L’utente non è al centro dell’assistenza
MODELLO PROFESSIONALE PER EQUIPE: focus
rappresentato dalla gestione per processi, cioè
dall’integrazione multiprofessionale.
Nel modello professionale, la pianificazione è una
“funzione” della base professionale (piani di
assistenza), il coordinamento orizzontale e la
discrezionalità degli operatori sono indispensabili.
L’utente è al centro dell’assistenza.
36. Roberto Bacchetta
36
IL PROCESSO DI NURSING:
legittimazione giuridica
D.M. 14.09.1994 N. 739: PROFILO
PROFESSIONALE DELL’ INFERMIERE
■ ART. 1, c.3, a. Partecipa all’identificazione dei
bisogni di salute della persona e della collettività
■ ART. 1, c.3, b. Identifica i bisogni di assistenza
infermieristica della persona e della collettività e
formula I relativi obiettivi
■ ART. 1, c.3, c. Pianifica, gestisce e valuta
l’intervento assistenziale infermieristico
37. Roberto Bacchetta
37
IL PROCESSO DI NURSING:
legittimazione giuridica
LEGGE 10 AGOSTO 2000 N. 251 – DISCIPLINA
DELLE PROFESSIONI SANITARIE
■ ART. 1 - Gli operatori delle professioni
sanitarie dell’area infermieristica… svolgono
con autonomia professionale attività dirette
alla… (omissis)… ed utilizzando
metodologie di pianificazione per obiettivi
dell’assistenza
38. Roberto Bacchetta
38
STANDARDIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE
ASSISTENZIALE IN AREA CHIRURGICA
■ PERCHE’ ?
■ EFFICACIA, EFFICIENZA, APPROPRIATEZZA
DELLE PRESTAZIONI ASSISTENZIALI
■ MANDATO GIURIDICO
■ COME ?
■ EbN, LINEE GUIDA, PERCORSI ASSISTENZIALI,
PROCEDURE, PROTOCOLLI, ISTRUZIONI
OPERATIVE
■ CERTIFICAZIONE DEI PROCESSI
■ ACCREDITAMENTO DELLA STRUTTURA
39. Roberto Bacchetta
39
STANDARDIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE ASSISTENZIALE IN
AREA CHIRURGICA
Metodologia progettuale di un Percorso Assistenziale
ANALISI
Fotografia dell’attuale routine in relazione
agli specifici problemi di salute
VALUTAZIONE
In base alle routine riscontrate,
determinare quale di queste sia
la migliore risposta sanitaria
ad un determinato problema di salute
CAMBIAMENTO
Identificata la migliore risposta, tutta
l’offerta sanitaria deve orientarsi a questa,
in modo da garantire a tutti gli utenti
la best practice
VERIFICA
Tutte le strutture coinvolte devono monitorare
l’effettiva applicazione della best practice
40. Roberto Bacchetta
40
STANDARDIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE ASSISTENZIALE IN
AREA CHIRURGICA
IL PERCORSO ASSISTENZIALE
Scelta del P.P.S. (Problema Prioritario di Salute)
■ CRITERI
■ Il numero dei casi deve essere significativo
■ Deve essere determinato il valore economico
del percorso
■ Rilevazione della strategicità
■ Rilevazione concreta fattibilità
■ Standardizzabile e riproducibile
41. Roberto Bacchetta
41
STANDARDIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE ASSISTENZIALE IN
AREA CHIRURGICA
IL PERCORSO ASSISTENZIALE
Rappresentazione di un P. di M. (Percorso di Massima)
42. Roberto Bacchetta
42
STANDARDIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE ASSISTENZIALE IN
AREA CHIRURGICA
IL PERCORSO ASSISTENZIALE
La mappa degli episodi: carcinoma della mammella
Blocco
Operatorio
-IORT-
UO
Chirurgia
Ambulatorio
chirurgico
Senologia
Anatomia
patologica
M.M.G.
Radioterapia
Oncologia
Inizio
Valutazione
e stadiazione
Terapia
Monitoraggio
e valutazione
successiva
Uscita
Percorso
A
Percorso
B Percorso
A 1
43. Roberto Bacchetta
43
■ Neoplasia limitata T1-T2
■ Nodulo unico o adiacenti (<0,5
cm)
■ Non documentata
multicentricità e/o estesa
multifocalità della lesione
■ Non carcinoma duttale o
lobulare in situ, non Paget, non
EIC
■ Non tumore in stretta
prossimità della cute o sul
prolungamento ascellare
INDICAZIONI
IORT nelle neoplasie mammarie
■ Eliminazione di geographic
missing
■ Risparmio tessuti sani
■ Omogeneità di dose
■ Riduzione o annullamento
dell’intervallo CHIR-RT
■ Non interferenza con altre terapie
(CT, RTE,…)
VANTAGGI
45. Roberto Bacchetta
45
STANDARDIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE
ASSISTENZIALE IN AREA CHIRURGICA
IL PERCORSO ASSISTENZIALE
RISULTATI ATTESI
Risultato di
Salute atteso
Prima del
processo
Dopo il
processo
Unità di
misura
• Risoluzione del problema
• Miglioramento
• Mantenimento
• Riduzione di effetti legati alla criticità
• I risultati di salute attesi devono essere misurabili
46. Roberto Bacchetta
46
STANDARDIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE
ASSISTENZIALE IN AREA CHIRURGICA
IL PERCORSO ASSISTENZIALE
DESCRIZIONE ANALITICA
• Serve per approfondire le varie
articolazioni che il percorso
sviluppa
• È una sequenza logica delle
azioni
• Utilizza diagrammi di flusso
• È una concatenazione logica
degli eventi, interrelazioni e
coordinamento tra gli attori, i
luoghi dove avviene il processo e
i vari rapporti
NO
NO
47. Roberto Bacchetta
47
STANDARDIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE
ASSISTENZIALE IN AREA CHIRURGICA
IL PERCORSO ASSISTENZIALE
LE MATRICI
■ Sono griglie di lettura molto schematiche
delle principali attività da assicurare a
ciascun episodio
■ Permettono di individuare le figure sanitarie
coinvolte, i tempi di esecuzione, i documenti
di riferimento, di registrazione dati e i costi
48. Roberto Bacchetta
48
STANDARDIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE ASSISTENZIALE IN AREA
CHIRURGICA
IL PERCORSO ASSISTENZIALE –
LE MATRICI: ESEMPIO MATRICE VALORIZZAZIONE
Matrice Generale di Rilevazione "Indagini secondo profilo breve"
ACCESSO DIAGNOSTICO (primo accesso)
fattore produttivo costo
unitario
quantità
/min.
costo
complessivo
provette 600 3 1.800
siringhe con ago 600 1 600
MATERIALE
SANITARIO
guanti non sterili 66 1 66
MATERIALE
ENDOPROTESICO
elettrocardiogramma 22.500 1 22.500
creatinina 3.000 1 3.000
emocromo 9.000 1 9.000
glucosio 3.000 1 3.000
urea 3.000 1 3.000
pt 5.000 1 5.000
INDAGINI
DIAGNOSTICHE E
STRUMENTALI
ptt 4.900 1 4.900
ALTRO
MATERIALE
colazione 3.000 1 3.000
FARMACI
IP 535 35 18.725COSTO DEL
PERSONALE OTA 467 15 7.005
81.596
49. Roberto Bacchetta
49
STANDARDIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE ASSISTENZIALE IN AREA
CHIRURGICA
IL PERCORSO ASSISTENZIALE
LE MATRICI: ESEMPIO MATRICE TEMPO – ATTIVITA’
Matrice Generale di Rilevazione "Indagini
secondo profilo breve"
ACCESSO DIAGNOSTICO (primo
accesso)
ATTIVITA' TEMPO
MEDIO
(min.)
IP accoglienza
paziente
2
accompagname
nto in
cardiologia ed in
reparto
30
prelievo ematico 3
CHIRURGO
ANESTESISTA
CAPOSALA
OTA consegna
provette
10
somministrazion
e colazione
5
AMMIN.
S3,G5
51. Roberto Bacchetta
51
BIBLIOGRAFIA - DOCUMENTI
■ Seminario CdL magistrale in scienze infermieristiche e ostetriche, Motta-
Manara, maggio 2006 – Università di Firenze
■ Introduzione alla metodologia del processo di nursing, Summa editrice,
1991 - Poletti, Vian, Zanotti
■ Il clima organizzativo, Carocci, 2003 – V. Majer, Marocci
■ Etica e bioetica per l’infermiere, Carocci-Faber, 2003 – R. Sala
■ Il vantaggio del clima, Raffaello Cortina editore, 2005 – D’Amato, V.
Majer
■ Il percorso assistenziale del paziente in ospedale, McGraw-Hill, 2002,
Casati, Vichi
■ Indicatori e standard per l’assistenza infermieristica, quaderni IPASVI,
2003
■ Nursing medico-chirurgico, casa editrice Ambrosiana, 2001, Brunner
■ Seminario CdL magistrale in scienze infermieristiche e ostetriche, C.
Cavalieri d’Oro, dicembre 2005 – Università di Firenze
■ Procedura gestionale del Blocco operatorio, ASL N.1, 2005 - Bacchetta,
Gori, Antonucci