Le idee guida dell'OMS sul COVID-19 nei servizi di LTCFranco Pesaresi
Le linee guida sulla prevenzione e gestione della pandemia da COVID-19 nei servizi di Long-Term Care, recentemente
pubblicate dall’OMS, sono molto significative e pongono richieste precise ai Paesi europei. Franco Pesaresi, nell’ottica
di fornire un servizio utile ai lettori, ne propone una libera traduzione e, in questo articolo, offre una sintesi dei punti di
maggior rilievo.
Proposte di FORUM DEL TERZO SETTORE - SPI CGIL - FNP CISL – ACLI APS
Legacoop - Confcooperative – Federsolidarietà - AUSER - ANTEAS
Ordine degli assistenti sociali - CISL Medici - UNEBA - Centri di servizio per il volontariato (CSV)
Le idee guida dell'OMS sul COVID-19 nei servizi di LTCFranco Pesaresi
Le linee guida sulla prevenzione e gestione della pandemia da COVID-19 nei servizi di Long-Term Care, recentemente
pubblicate dall’OMS, sono molto significative e pongono richieste precise ai Paesi europei. Franco Pesaresi, nell’ottica
di fornire un servizio utile ai lettori, ne propone una libera traduzione e, in questo articolo, offre una sintesi dei punti di
maggior rilievo.
Proposte di FORUM DEL TERZO SETTORE - SPI CGIL - FNP CISL – ACLI APS
Legacoop - Confcooperative – Federsolidarietà - AUSER - ANTEAS
Ordine degli assistenti sociali - CISL Medici - UNEBA - Centri di servizio per il volontariato (CSV)
PREVENZIONE E GESTIONE DELLA PANDEMIA COVID-19 NEI SERVIZI DI LONG-TERM CARE ...Franco Pesaresi
Traduzione in italiano (a cura di Franco Pesaresi) di un importante documento di OMS Europa sulle azioni da intraprendere nei servizi per anziani per ridurre i rischi da COVID-19.
LA RIFORMA DELL'ASSISTENZA DOMICILIARE E IL SISTEMA NAZIONALE ANZIANIFranco Pesaresi
La proposta di riorganizzazione delle cure domiciliari e dell'assistenza domiciliare socioassistenziale dei comuni formulata dal "Patto per un nuovo welfare per la non autosufficienza".
I centri diurni per anziani: organizzazione e prospettiveFranco Pesaresi
L'organizzazione dei centri diurni per anziani non autosufficienti e dei centri diurni alzheimer nelle regioni italiane.
Chi non riuscisse a scaricare le slides, in subordine, può provare al seguente link: https://mega.nz/fm/hzA2XICK
Thomas Schael: Liste d’attesa e nuovo piano nazionale 2010-2012 della Confere...Thomas Schael (PhD)
Le liste d’attesa sono un tema spinoso, sul quale la sensibilità dell’opinione pubblica è spiccata, e la demagogia è stata esercitata. Sia le associazioni dei cittadini che politici e sindacalisti criticano chi gestisce la sanità pubblica pensando che non si stia intervenendo sul tema. Sappiamo bene quanto la questione sia complessa, come vi si confrontino tutti i Paesi europei e quanto sia stata oggetto di ripetuti interventi, basati sulla logica del proclama più che su azioni concrete. Una prima considerazione riguarda la necessità di sottrarsi alle due posizioni estreme che caratterizzano, spesso, il dibattito su questo tema. Ad un estremo c’è chi, con un po’ di demagogia e tanta propaganda, sostiene di poter tirar fuori la bacchetta magica e risolvere la questione, come se si trattasse di un aspetto che può essere completamente scorporato dal resto del complesso sistema sanitario pubblico. All’altro estremo quanti, con un fare un po’ rassegnato e fatalistico, sostengono che non c’è soluzione, che le liste d’attesa sono ineliminabili e qualunque sforzo è destinato all’insuccesso. È evidente che non possiamo consentirci né l’una né l’altra posizione.
Ma le lunghe attese che la maggior parte dei cittadini italiani devono affrontare ogni giorno per visite ed esami potrebbero terminare a breve. È questo l’auspicio che arriva dal Governo, che recentemente ha varato il Nuovo Piano Nazionale di Governo delle Liste d’Attesa (PNGLA). Un Piano ambizioso, che suddivide le prestazioni in 4 classi di priorità (urgente, a breve, differibile e programmata), fissa un tetto di 30 giorni per le visite, individua 58 prestazioni da monitorare e crea percorsi diagnostico-terapeutici per le patologie cardiovascolari e oncologiche.
Per migliorare l’efficienza delle gestione delle liste d’attesa esiste anche il Cup-Recall. Una telefonata per ricordare l’appuntamento con il medico – il processo di Cup Recall per comunicare appunto agli assistiti la scadenza di una prestazione sanitaria specialistica permette di incidere sull’ottimizzazione delle liste di attesa producendo parecchi benefici di ordine economico e qualitativo. Oltre a migliorare la percezione del livello del servizio offerto al cittadino, aumenta il numero delle prestazioni erogate dai vari ambulatori. Si tratta di fornire un servizio automatico nell’ambito della conferma o disdetta di prestazioni sanitarie da parte del cittadino sia da telefono fisso che mobile per complementare l’attuale servizio a sportello o con operatore su numero verde, aggiungendo funzioni di promemoria per visite specialistiche. Con i bilanci tesi le aziende fanno fatica a destinare degli operatori umani del Cup a tale servizio, ma oggi esistono soluzioni tecnologiche che rendono il Cup Recall fattibile a costi marginali relativi al valore perso di una visita ambulatoriale.
SERVONO GLI OBIETTIVI DI SERVIZIO NELL'ASSISTENZA DOMICILIARE SOCIALE (SAD)Franco Pesaresi
Il problema principale oggi è costituito dalla bassissima percentuale di anziani assistiti con il SAD: bisognerebbe pertanto fissare un livello standard che tutti i Comuni o gli ambiti sociali devono raggiungere (degli obiettivi di servizio) . Occorre innanzitutto raggiungere un livello base uguale per tutti per poi crescere gradualmente in una seconda fase.
Ricostruire i contenuti del livello essenziale dell’assistenza domiciliare sociale non è facile perché la prestazione viene
presentata come singola mentre invece i servizi in essa contenuti sono diversi e di diversa natura. Non ci sono spiegazioni
adeguate nella Legge di bilancio 2022 e nel Piano per la non autosufficienza 2022-2024 per cui l’unica soluzione è
interpretare in modo letterale quanto contenuto nelle norme citate.
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Le liste d’attesa sono un tema spinoso, sul quale la sensibilità dell’opinione pubblica è spiccata, e la demagogia è stata esercitata. Sia le associazioni dei cittadini che politici e sindacalisti criticano chi gestisce la sanità pubblica pensando che non si stia intervenendo sul tema. Sappiamo bene quanto la questione sia complessa, come vi si confrontino tutti i Paesi europei e quanto sia stata oggetto di ripetuti interventi, basati sulla logica del proclama più che su azioni concrete. Una prima considerazione riguarda la necessità di sottrarsi alle due posizioni estreme che caratterizzano, spesso, il dibattito su questo tema. Ad un estremo c’è chi, con un po’ di demagogia e tanta propaganda, sostiene di poter tirar fuori la bacchetta magica e risolvere la questione, come se si trattasse di un aspetto che può essere completamente scorporato dal resto del complesso sistema sanitario pubblico. All’altro estremo quanti, con un fare un po’ rassegnato e fatalistico, sostengono che non c’è soluzione, che le liste d’attesa sono ineliminabili e qualunque sforzo è destinato all’insuccesso. È evidente che non possiamo consentirci né l’una né l’altra posizione.
Ma le lunghe attese che la maggior parte dei cittadini italiani devono affrontare ogni giorno per visite ed esami potrebbero terminare a breve. È questo l’auspicio che arriva dal Governo, che recentemente ha varato il Nuovo Piano Nazionale di Governo delle Liste d’Attesa (PNGLA). Un Piano ambizioso, che suddivide le prestazioni in 4 classi di priorità (urgente, a breve, differibile e programmata), fissa un tetto di 30 giorni per le visite, individua 58 prestazioni da monitorare e crea percorsi diagnostico-terapeutici per le patologie cardiovascolari e oncologiche.
Per migliorare l’efficienza delle gestione delle liste d’attesa esiste anche il Cup-Recall. Una telefonata per ricordare l’appuntamento con il medico – il processo di Cup Recall per comunicare appunto agli assistiti la scadenza di una prestazione sanitaria specialistica permette di incidere sull’ottimizzazione delle liste di attesa producendo parecchi benefici di ordine economico e qualitativo. Oltre a migliorare la percezione del livello del servizio offerto al cittadino, aumenta il numero delle prestazioni erogate dai vari ambulatori. Si tratta di fornire un servizio automatico nell’ambito della conferma o disdetta di prestazioni sanitarie da parte del cittadino sia da telefono fisso che mobile per complementare l’attuale servizio a sportello o con operatore su numero verde, aggiungendo funzioni di promemoria per visite specialistiche. Con i bilanci tesi le aziende fanno fatica a destinare degli operatori umani del Cup a tale servizio, ma oggi esistono soluzioni tecnologiche che rendono il Cup Recall fattibile a costi marginali relativi al valore perso di una visita ambulatoriale.
SERVONO GLI OBIETTIVI DI SERVIZIO NELL'ASSISTENZA DOMICILIARE SOCIALE (SAD)Franco Pesaresi
Il problema principale oggi è costituito dalla bassissima percentuale di anziani assistiti con il SAD: bisognerebbe pertanto fissare un livello standard che tutti i Comuni o gli ambiti sociali devono raggiungere (degli obiettivi di servizio) . Occorre innanzitutto raggiungere un livello base uguale per tutti per poi crescere gradualmente in una seconda fase.
Ricostruire i contenuti del livello essenziale dell’assistenza domiciliare sociale non è facile perché la prestazione viene
presentata come singola mentre invece i servizi in essa contenuti sono diversi e di diversa natura. Non ci sono spiegazioni
adeguate nella Legge di bilancio 2022 e nel Piano per la non autosufficienza 2022-2024 per cui l’unica soluzione è
interpretare in modo letterale quanto contenuto nelle norme citate.
LEPS: Servizi per la residenza fittizia per i senza dimoraFranco Pesaresi
Per le persone senza dimora, la residenza anagrafica rappresenta un requisito decisivo per le sue possibilità di inclusione, perché ad essa si collega la possibilità di usufruire dei servizi sanitari, socio-assistenziali e abitativi, erogati dagli enti locali.
Una persona senza dimora può eleggere a suo domicilio non necessariamente un luogo fisico, l’importante è che scelga il Comune presso cui stabilisce i suoi interessi In questo caso, la persona viene iscritta in una via fittizia, territorialmente non esistente ma equivalente in valore giuridico; una via dove non vive nessuno e che in realtà non esiste, ma che viene istituita per dare la possibilità anche alle persone senza dimora di ottenere la residenza e i diritti ad essa connessi.
A quattro anni dal primo lockdown, e nella quarta giornata nazionale per le vittime del Covid, l'articolo si occupa delle residenze per
anziani ritornando a quel periodo terribile che ha segnato le vite, e le morti, di migliaia di anziani ricoverati. Lo facciamo
con la recensione del libro di Costanzo Ranci “Cronaca di una strage nascosta. La pandemia nelle case di riposo” (Mimesis
Edizioni, 2023).
ANZIANI. RAGGIUNTO L'OBIETTIVO DEL PNRR, MA LA RIFORMA NON C'E'Franco Pesaresi
Il Decreto Legislativo attuativo n. 29/2024, in grandissima parte, non dà attuazione alla Legge delega rinviando quasi tutte le decisioni più importanti ad una serie impressionante di ulteriori 19 decreti e linee guida. Nei prossimi mesi bisognerà cogliere ogni occasione, compresa quelle dei tanti decreti attuativi previsti, per recuperare i contenuti in linea con le previsioni più innovative della legge 33/2023.
Il servizio di Pronto intervento sociale per le situazioni di emergenza personali e familiari si attiva in caso di emergenze ed urgenze sociali, circostanze della vita quotidiana dei cittadini che insorgono repentinamente e improvvisamente, producono bisogni non differibili, in forma acuta e grave, che la persona deve affrontare e a cui è necessario dare una risposta immediata e tempestiva in modo qualificato, con un servizio specificatamente dedicato. Il pronto intervento sociale viene assicurato 24h/24 per 365 giorni l’anno.
RIFORMA NON AUTOSUFFICIENZA: TRADIMENTI E RINVIIFranco Pesaresi
on il Decreto Legislativo attuativo, approvato il 25 gennaio scorso, il Consiglio dei Ministri anziché procedere con l’avvio dell’attuazione della riforma della non autosufficienza prevista dalla Legge Delega 33/2023, si limita a disporre un rinvio quasi generalizzato degli obiettivi fondanti la riforma stessa. Franco Pesaresi mette a fuoco gli elementi centrali del recente Decreto, evidenziandone la distanza dai contenuti della Legge delega approvata meno di un anno fa dal Governo, una riforma che anziani non autosufficienti e caregiver attendono da anni.
LE DIMISSIONI PROTETTE (riordinate nel 2021-22)Franco Pesaresi
Le dimissioni protette sono state individuate come Livello essenziale delle prestazioni sociali (LEPS). L'articolo riordina il quadro normativo delle dimissioni protette.
Bilancio 2024: i fondi per la disabilità sono diminuiti?Franco Pesaresi
Dopo la presentazione della Legge di Bilancio 2024 al Parlamento si è sviluppata una discussione sulla dimensione dei fondi destinati alla disabilità tra chi affermava che i fondi sono diminuiti rispetto all’anno precedente e le dichiarazioni del Governo che invece affermavano che i fondi sono rimasti gli stessi.
Come stanno effettivamente le cose?
Il Decreto del Ministero del Salute n. 77/2022 sull’assistenza sanitaria territoriale ha introdotto un nuovo strumento per
l’assistenza globale dei pazienti territoriali: il Progetto di salute. In questo contributo, l'autore propone un’analisi
dello strumento come definito dal quadro normativo e propone alcune valutazioni rispetto alla sua attuazione nel sistema
organizzativo dei servizi.
Il PNRR missione salute nelle Marche. Edizione 2023Franco Pesaresi
Questo ebook racconta dei primi due anni (2022-2023) di attuazione della parte sanitaria del PNRR nella Regione Marche. Parliamo di quella che tecnicamente si chiama Missione 6 Salute del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
Il PNRR prevede, come è noto, numerosi investimenti sia nella sanità territoriale che in quella ospedaliera, nulla purtroppo per la prevenzione. Parliamo per intenderci di Case della salute, di ospedali di comunità, di centrali operative territoriali, di grandi attrezzature sanitarie, di digitalizzazione ecc.
In queste pagine si cercherà di mettere in condizione il lettore di valutare come procede nelle Marche l’attuazione del PNRR nel settore sanitario, fornendo documentazione e valutazioni.
Gli alloggi per anziani: la grande confusione normativa (2° parte)Franco Pesaresi
Seconda parte di un articolo che affronta il tema della regolamentazione nazionale degli alloggi per anziani. Negli ultimi due anni sono uscite ben 5 norme che dicono cose diverse ed inadeguate.
Gli alloggi per gli anziani: la grande confusione normativa (1° parte)Franco Pesaresi
Negli ultimi due anni (2021-2023) è scoppiato un improvviso e significativo interesse statale per la realizzazione di alloggi
dedicati agli anziani testimoniato da ben cinque norme diverse che si sono occupate del tema.
Si tratterebbe di una cosa molto positiva se non fosse che le diverse norme vanno a costituire un quadro contraddittorio e
confuso.
Le Marche approvano l'attuazione del Piano nazionale per la non autosufficienzaFranco Pesaresi
Con Delibera regionale 1496 del 2023, la Regione Marche ha approvato definitivamente le “Linee attuative regionali degli interventi per la non autosufficienza”, disponendo l’utilizzo delle risorse del Fondo nazionale per la non autosufficienza sia per gli anziani che per i disabili. L'autore mette a disposizione un approfondimento sui contenuti di questa recente delibera regionale, proponendo alcune riflessioni su aspetti di particolare rilevanza.
La rivista "Abitare e Anziani" n.3/2023 ha dedicato l'intero numero agli alloggi assistiti. E' presente il mio articolo: "Gli alloggi assistiti: un'alternativa alle strutture residenziali per anziani".
L'ospedale flessibile. Quale organizzazione e quali modelli per il futuroFranco Pesaresi
Conciliare qualità e complessità oggi implica abbandonare la vecchia concezione delle organizzazioni sanitarie come strutture gerarchiche lineari: i sistemi sanitari e gli ospedali sono sempre più entità complesse governate da leggi di interazione e auto-organizzazione, spesso soggette a fenomeni emergenti, come lo è stato la minaccia pandemica. Sarà questa la chiave per riformare l’assistenza compresa quella ospedaliera, facendo convergere la pluralità di attori su un unico obiettivo: aumentare la flessibilità del sistema. Tutto il contrario della logica di “una singola causa genera un singolo effetto”.
PRIME MISURE PER GLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI. Franco Pesaresi
Le proposte del "Patto per la non autosufficienza" per la legge di bilancio 2024 per avviare un piano di legislatura per l'attuazione della L. 33/2023.
LA SPESA PUBBLICA PER LONG TERM CARE IN ITALIAFranco Pesaresi
Dopo l’approvazione della Legge delega per la riforma del sistema della non autosufficienza (l. 33/2023), e in attesa dei decreti legislativi attuativi, l'articolo propone un’analisi delle spese per la Long Term Care in Italia negli ultimi 10 anni. Una lettura utile per sapere cosa rientra sotto il “cappello” della LTC e quali sono le varie voci di spesa pubblica, tra sanità, indennità di accompagnamento e altri interventi socio-assistenziali. L'articolo propone anche informazioni legate alle macro-funzioni della Long Term Care e un confronto coi numeri degli altri Paesi UE.
RSA e residenze protette: approccio qualitativo o quantitativo?
1. Franco Pesaresi
ASP Ambito 9 Jesi (AN)
Network Non Autosufficienza NNA
RSA e case protette: approccio
qualitativo o quantitativo?
2. IL DIBATTITO
Il Covid-19 ha aperto un dibattito sulle strutture residenziali per anziani. Alla base c’è un giudizio di inadeguatezza
delle strutture. Commissione ministeriale.
Far fronte all’emergenza
• Uneba ed altri: aspetti economici, gestionali, ed organizzativi delle strutture.
• ISS: regole e precauzioni per prevenire i contagi.
Cambiare le strutture
• Franco Pesaresi: 4 proposte
• Marco Trabucchi: equiparare alla sanità i contratti dei dipendenti, formazione, più animazione.
• Pietro Landa, Maurizio Motta: differenziare l’assistenza, un sistema unico domiciliare/residenziale, incardinamento delle strutture
nel SSN.
• Cristiano Gori: riforma complessiva dell’assistenza agli anziani non autosufficienti e riqualificazione della residenzialità.
Cancellazione delle RSA
• Don Vinicio Albanesi: chiusura delle RSA entro il 2026 e parziale riconversione in piccole strutture (max 15 posti).
• Anffas: superare l’istituzionalizzazione.
2
3. DISCUSSIONE UTILE MA…
La discussione che si è sviluppata è utile perché porterà
sicuramente a dei miglioramenti per il settore ma in
diversi casi ci sono punti di vista settoriali che non
tengono conto degli elementi di realtà.
Per questo occorre innanzitutto fare chiarezza su alcuni
aspetti importanti prima di presentare alcune proposte.
3
4. COVID: le strutture hanno fallito?
Le strutture residenziali per anziani italiane ed europee erano
profondamente impreparate ad affrontare la pandemia.
I morti per covid-19 relativi ad ospiti delle strutture sono stati 8.500-
11.000 pari al max al 25% del totale dei decessi italiani.
In Europa la media è del 50%.
Situazione drammatica ma le strutture italiane hanno retto di più di
quelle degli altri paesi europei.
4
5. RSA o strutture residenziali per anziani?
Tutti gli atti e le norme governative e il dibattito successivo hanno preso in considerazione solo le
RSA (vedi caso «direzione sanitaria»). In realtà esistono diverse tipologie di strutture con
organizzazioni diverse:
• RSA, RSA demenze;
• Residenze protette, case protette, (RP Alzheimer);
• Case di riposo
• Case albergo per anziani.
Le RSA gestiscono una quota minoritaria di posti letto (ad eccezione della Lombardia).
Questo è stato un errore strategico che ha portato a dei danni nella risposta che le strutture hanno
approntato per contrastare la diffusione del virus. Non comprendere la specificità della rete delle
strutture ha portato a dare disposizioni insufficienti o sbagliate.
5
6. C’è un eccesso di residenzialità?
• La media dei posti letto residenziali per anziani in Europa è di 4,7 ogni 100
anziani (2018).
• In testa l’Olanda con 7,3 ed in coda la Grecia con 1,8 e l’Italia con 1,9 posti
letto ogni 100 anziani.
• L’Italia è ferma su questa quota da moltissimi anni. Prima del COVID-19 si
registravano importanti liste d’attesa.
• In Italia c’è una evidente insufficienza dell’offerta di assistenza residenziale.
Chi lavora in ospedale la conosce bene per le difficoltà di reperire strutture per i
pazienti in dimissione.
6
7. Domiciliarità o residenzialità?
• Seppur molto compromessi (oltre il 75% totalmente non autosufficienti), tutti (o
quasi tutti) gli anziani ospiti delle strutture residenziali per anziani potrebbero
essere assistiti nelle loro case.
• Spesso non si tiene conto che la grandissima maggioranza di anziani che entrano
nelle strutture non lo fa perché lì è disponibile una assistenza specifica ma
perché:
• Non hanno familiari che possono occuparsi di loro e/o
• L’assistenza al domicilio costa troppo (spesso h24) per le disponibilità degli anziani e delle
loro famiglie.
7
8. La Domiciliarità può sostituire la
residenzialità?
• Il potenziamento dell’assistenza domiciliare tradizionale non è una risposta
credibile. Anche moltiplicando per 10 le 17 ore annue di ADI che vengono
erogate ai singoli utenti domiciliari, l’assistenza sarebbe largamente insufficiente
(pensiamo a quello che occorre garantire ad un anziano demente solo).
• Per una sottrazione di utenti dalla residenzialità alla domiciliarità bisogna agire
sulle cause che hanno determinato l’istituzionalizzazione. Ma la causa non è mai
una sola e la soluzione non è semplice.
• Solo una piccola quota (10%) di anziani istituzionalizzati ma in condizione di
autosufficienza può essere riportato al domicilio ma non certo con l’ADI.
8
9. TRE proposte
Quali proposte si possono fare per il settore della residenzialità facendo tesoro degli
insegnamenti della pandemia e tenendo conto delle premesse?
1. Governo della LTC da parte del SSN;
2. Riorganizzare le strutture;
3. Promuovere la domiciliarità (in modo alternativo).
9
10. 1. Governo della LTC da parte del SSN (a)
L’Italia ha una rete di medio-piccole strutture residenziali per anziani, per i tre quarti
privata (oltre 4.600 strutture con una dimensione media di 53 posti).
Questo mondo è stato sinora separato dal SSN che ha preferito un rapporto di
semplice acquisto delle prestazioni (anche in Europa è così).
Le strutture di questo settore, per la loro dimensione (i grandi gruppi gestiscono una
quota modesta dei posti letto), non hanno oggettivamente la forza per far fronte da
sole alla pandemia COVID-19.
10
11. 1. Governo della LTC da parte del SSN (b)
Tutto il settore della LTC è molto ampio ed è strategico per cui il SSN deve porsi il problema di governarlo direttamente
come ogni settore al suo interno per garantirne l’efficacia e la qualità. Il sistema della LTC deve essere pienamente parte del
SSN.
Non ci possiamo permettere che la LTC sia separata dal SSN o che sia inadeguata rispetto alle crisi che possono accadere
(come nella pandemia).
Per questo il Servizio Sanitario deve governare direttamente il settore e, nel momento del bisogno, deve sostenere in modo
concreto il settore dei servizi di LTC.
La gestione della pandemia richiede più risorse umane e se le strutture residenziali non saranno in grado di provvedere, il
Servizio sanitario dovrà fornire proprio personale sanitario aggiuntivo, come in diversi casi è accaduto in Italia e in Europa,
aumentando la capacità di prevenire e gestire il virus.
Inoltre il Servizio Sanitario Nazionale dovrà garantire che i servizi di LTC dispongano di adeguate forniture di medicinali,
attrezzature e soprattutto i DPI, anche mettendo a disposizione i propri sistemi di approvvigionamento.
Insomma, una maggiore e permanente attenzione dovrà essere dedicata al coordinamento tra il sistema sanitario e il sistema di
LTC con forme di collaborazione più strutturate.
11
12. 2. Riorganizzare le strutture
a. Formazione e adozione di tutte le procedure/precauzioni
b. Aree di isolamento/quarantena
c. Stanze da 1-2 posti
d. Standard minimo di personale (regioni)
e. Ente terzo che autorizzi e provveda a controlli annuali
12
13. Qualificare e tutelare il personale
Formare il personale
Il personale dei servizi di LTC deve essere formato al pari degli altri servizi sanitari. In particolare
deve essere formato per l’implementazione delle misure di prevenzione e il controllo delle infezioni
(devono riconoscere i sintomi, devono saper gestire i positivi, ecc.).
Adottare tutte le precauzioni
Referente COVID-19, le procedure per l’identificazione precoce, l'isolamento e la cura dei casi di
infezione COVID-19, il tracciamento di eventuali gruppi di infezioni o di decessi di persone ospitate
nelle strutture di LTC, la dotazione dei DPI necessari per il personale, attivare dei team di operatori
del Servizio sanitario (USCA) che possano visitare le persone anziane nelle strutture residenziali in
tempi rapidi, per ridurre i ricoveri evitabili, ecc.
13
14. RIORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI
Aree di isolamento e di quarantena
Occorre prevedere (stabilmente) aree di isolamento e di quarantena di dimensioni adeguate per il
numero di residenti per sospetti/confermati Covid-19 (e nuovi accessi) da realizzare in ogni struttura
residenziale.
Stanze da 1-2 posti letto
Recentissimo studio canadese ha dimostrato che le strutture con stanze da 3-4 posti letto hanno avuto
molti più casi di COVID-19 e più decessi. Ci sono moltissime regioni che prevedono stanze da 4 letti.
Per la qualità della degenza e per la sicurezza occorre prevedere solo stanze da 1-2 letti. (in alcuni lander
tedeschi 80% stanze con 1 letto, British Columbia (Can) 95% stanze con 1 letto)
14
15. Garantire gli standard
Fissare lo standard minimo di personale
Oggi gli standard di personale sono stabiliti dalle regioni. Sono diversi fra una regione e l’altra e sono
spesso tendenzialmente bassi (in media 0,51 operatori ogni anziano; nelle carceri 0,55 agenti per detenuti). Occorre definire
lo standard minimo assistenziale nazionale da garantire nelle diverse strutture. (studi affermano che si
registrano più infezioni covid-19 laddove c’è meno personale)
Ente terzo che autorizzi e provveda a controlli annuali
Oggi, il sistema dei controlli istituzionali è carente. Le regioni, in genere, hanno definito il sistema
autorizzatorio ma non hanno incaricato un soggetto preposto ai controlli periodici. Tutto è demandato
ai NAS. Serve invece un soggetto terzo che autorizzi le strutture ma che sia anche incaricato di fare
controlli senza preavviso tutti gli anni in tutte le strutture circa il rispetto di tutti i requisiti.
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16. 3. Promuovere la domiciliarità
(cambiando le cose)
Aiutare le famiglie
a. Legge di riforma non autosufficienza
b. Legge sui caregiver familiari
Una nuova residenzialità
c. Sospensione autorizzazione nuove case di riposo
d. Promuovere la realizzazione di Alloggi protetti
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17. Aiutare le famiglie
Legge di riforma non autosufficienza
Sulla falsariga delle altre esperienze europee. Che preveda fra l’altro la riforma
dell’indennità di accompagnamento in più fasce in relazione ai bisogni (+ risorse per i casi
gravi).
Legge sui caregiver familiari
In discussione al Senato. Oltre 7 milioni. Hanno bisogno del riconoscimento di essere parte
della rete assistenziale e conseguentemente di essere supportati.
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18. Una nuova residenzialità
Sospensione autorizzazione nuove case di riposo (per anziani autosufficienti)
Sono residuali. Non servono più. Un modello superato. Se vogliamo dare una svolta
dobbiamo costringere a ragionare in modo diverso (Danimarca).
Promuovere la realizzazione di Alloggi protetti
Per gli anziani autosufficienti o parzialmente autosufficienti bisogna affermare il modello
degli alloggi protetti. Gruppi di Mini alloggi (autonomi) che garantiscono protezione e
servizi a domanda.
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