Non è forse vero che si dice spesso che il settore culturale-turistico-alberghiero dovrebbe essere una delle risorse fondamentali del nostro paese ?
E non è forse vero che il contributo delle donne, in ogni settore, è spesso stato trascurato, addirittura ignorato ?
Per questo ho pensato di dedicare qualche pagina ad alcune donne che, proprio nel settore alberghiero, si sono date da fare e delle quali, per fortuna, abbiamo ancora notizia.
Intellettuali Stranieri a Roma dal Grand Tour al XIX Secolo - 3a partePortante Andrea
Note e foto di accompagnamento per la passeggiata del Club del territorio di Roma (Touring Club), da Piazza del Popolo a Piazza Barberini. Focus su inglesi, tedeschi e russi. Non è, se non in minima parte, un lavoro "originale" ma una compilazione di testi, editati per convenienza, da diverse fonti web. Quindi un mero strumento di supporto ad una passeggiata e nulla di più.
Intellettuali Stranieri a Roma dal Grand Tour al XIX Secolo - 1a partePortante Andrea
Note e foto di accompagnamento per la passeggiata del Club del territorio di Roma (Touring Club), da Piazza del Popolo a Piazza Barberini. Focus su inglesi, tedeschi e russi.
Non è, se non in minima parte, un lavoro "originale" ma una compilazione di testi, editati per convenienza, da diverse fonti web. Quindi un mero strumento di supporto ad una passeggiata e nulla di più.
Intellettuali Stranieri a Roma dal Grand Tour al XIX Secolo - 2a partePortante Andrea
Note e foto di accompagnamento per la passeggiata del Club del territorio di Roma (Touring Club), da Piazza del Popolo a Piazza Barberini. Focus su inglesi, tedeschi e russi. Non è, se non in minima parte, un lavoro "originale" ma una compilazione di testi, editati per convenienza, da diverse fonti web. Quindi un mero strumento di supporto ad una passeggiata e nulla di più.
Non è forse vero che si dice spesso che il settore culturale-turistico-alberghiero dovrebbe essere una delle risorse fondamentali del nostro paese ?
E non è forse vero che il contributo delle donne, in ogni settore, è spesso stato trascurato, addirittura ignorato ?
Per questo ho pensato di dedicare qualche pagina ad alcune donne che, proprio nel settore alberghiero, si sono date da fare e delle quali, per fortuna, abbiamo ancora notizia.
Intellettuali Stranieri a Roma dal Grand Tour al XIX Secolo - 3a partePortante Andrea
Note e foto di accompagnamento per la passeggiata del Club del territorio di Roma (Touring Club), da Piazza del Popolo a Piazza Barberini. Focus su inglesi, tedeschi e russi. Non è, se non in minima parte, un lavoro "originale" ma una compilazione di testi, editati per convenienza, da diverse fonti web. Quindi un mero strumento di supporto ad una passeggiata e nulla di più.
Intellettuali Stranieri a Roma dal Grand Tour al XIX Secolo - 1a partePortante Andrea
Note e foto di accompagnamento per la passeggiata del Club del territorio di Roma (Touring Club), da Piazza del Popolo a Piazza Barberini. Focus su inglesi, tedeschi e russi.
Non è, se non in minima parte, un lavoro "originale" ma una compilazione di testi, editati per convenienza, da diverse fonti web. Quindi un mero strumento di supporto ad una passeggiata e nulla di più.
Intellettuali Stranieri a Roma dal Grand Tour al XIX Secolo - 2a partePortante Andrea
Note e foto di accompagnamento per la passeggiata del Club del territorio di Roma (Touring Club), da Piazza del Popolo a Piazza Barberini. Focus su inglesi, tedeschi e russi. Non è, se non in minima parte, un lavoro "originale" ma una compilazione di testi, editati per convenienza, da diverse fonti web. Quindi un mero strumento di supporto ad una passeggiata e nulla di più.
Power Point illustrato durante la seconda conferenza di approfondimento di storia della canzone partenopea nel corso della II Crociera della Musica Napoletana.
In queste slide verranno illustrati i principali artefici del varietà, del caffè chantant e della macchietta, generi che hanno fatto grande la musica napoletana nel suo periodo aureo
Materiali didattici per studenti di quinta superiori. Baudelaire e la Parigi del Secondo Impero, con cenni all'evoluzione dei luoghi di consumo e al piano urbanistico del Barone Haussmann. Insomma, gli spunti di Walter Benjamin a uso e consumo degli studenti delle superiori.
Il progetto per il corso di Organizzazione e gestione degli eventi culturali con il Prof. Philippe Daverio all'Università IULM.
Il compito era quello di ideare un evento culturale di nostro interesse. Gli autori di questo documento hanno pensato ad una mostra d'arte, meno usuale e più esperenziale, che abbia come tema il fenomeno del falso nell'arte....
Power Point illustrato durante la seconda conferenza di approfondimento di storia della canzone partenopea nel corso della II Crociera della Musica Napoletana.
In queste slide verranno illustrati i principali artefici del varietà, del caffè chantant e della macchietta, generi che hanno fatto grande la musica napoletana nel suo periodo aureo
Materiali didattici per studenti di quinta superiori. Baudelaire e la Parigi del Secondo Impero, con cenni all'evoluzione dei luoghi di consumo e al piano urbanistico del Barone Haussmann. Insomma, gli spunti di Walter Benjamin a uso e consumo degli studenti delle superiori.
Il progetto per il corso di Organizzazione e gestione degli eventi culturali con il Prof. Philippe Daverio all'Università IULM.
Il compito era quello di ideare un evento culturale di nostro interesse. Gli autori di questo documento hanno pensato ad una mostra d'arte, meno usuale e più esperenziale, che abbia come tema il fenomeno del falso nell'arte....
Il sessantotto: iconografia di un sognopaola corrias
An iconography of 1968 year, with a plane explanation in italian about connections and roots with the "Cold War". A specific note about European and Italian 1968 is embended
Lezione di storia del servizio in tavola tra fine Seicento e inizio Ottocento attraverso la porcellana, soprattutto del Museo di palazzo Pitti. Adatto alle classi dell'istituto alberghiero. esclusivo uso didattico. Con fonti.
Andrea del Sarto: il pittore senza erroripaola corrias
lezione riassuntiva sui capolavori di Andrea del Sarto a Firenze per le classi di Accoglienza Turistica, Istituti professionali e Secondarie di I grado. Utilità didattica.
A lesson about history of spices and beverages between Roman time and XVIII century, simplyfied from the F. Antinucci's essay " Spezie: una storia di scoperte, avidità e lusso" (Laterza, 2014).
Proibito e maledetto:Un singolare sguardo sull’evoluzione della miscelazione nella storia e nella letteratura moderna
1. Proibito e maledetto
Un singolare sguardo sull’evoluzione
della miscelazione nella storia e
nella letteratura moderna
2. CENTRO D’INTERESSE PER LA V B
SALA E VENDITA, A.S. 2016 - 2017
Lezione a cura di Paola Corrias, Istituto alberghiero A. Saffi, Firenze
https://www.youtube.com/watch?v=nwCWhyKI0pA
Cliccare sul link per un adeguato
accompagnamento musicale
3. La belle époque
IL NOSTRO VIAGGIO NELL’ARTE DELLA
MISCELAZIONE COMPRENDE UN DOVEROSO
SGUARDO SULL’ESTERO MA DEVE
CONSIDERARE SOPRATTUTTO QUEL CHE
ACCADE IN ITALIA, E A FIRENZE,
DOVE MOLTI ARTISTI SOGGIORNARONO.
4. Il caffè Gilli, parte di una nostra
uscita didattica, e i suoi arredi
“belle époque”
5. Firenze capitale d’Italia (1865-
1871)
Piazza Vittorio,
ora
Piazza della
Repubblica
prima dello
sventramento
6. Da Torino viene introdotta
l’usanza dell’aperitivo
È “L’ORA DEL VERMUTTE”,
CHE I FIORENTINI
SORSEGGIAVANO NEL
NEGOZIO DI TABACCHI E
LIQUORI “IL FALCHETTO”,
TRA PIAZZA DUOMO E VIA
MARTELLI, APERTO NEL
1869.
IL VERMUT ITALIANO PER
ECCELLENZA È CREATO DA
CARPANO: IL PUNT E MES.
Di F Ceragioli - Opera propria, CC
BY-SA 3.0,
https://commons.wikimedia.org/w/i
ndex.php?curid=31968561
7. Ai primi del ‘900 nacquero in
Toscana Raffaello Sabatini (S.
Miniato, 1903) e Enrico Mariotti
(Montecatini, 1906), tra i primi
bartender italiani a diffondere
sul territorio nazionale la
cosiddetta “cocktail culture”
dell’American Bar, l’arte di
creare drink, fino ad allora
diffusa soltanto negli USA
8. I due saranno le colonne
dell’Harry’s bar di Firenze, che
aprirà nel 1953, e di cui
parleremo più tardi.
9. Se parliamo di belle époque non possiamo non
pensare…
all’assenzio, la bevanda maledetta, simbolo per tutti i Grandi che
passavano a Parigi in quei tempi: l’età d’oro dell’assenzio, detta “Fata
verde” fu proprio la belle époque
10. Numerosissimi gli artisti
che ritrassero i dipendenti
da questa bevanda
E. Manet, Le Buveur d'absinthe), 1858-
59 conservato a Copenhagen, nella
Ny Carlsberg Glyptotek,
Viktor Oliva - The absinthe drinker
- 1901
12. …E moltissimi altri che
non si citano ma che
possono essere reperiti
nella ricca raccolta di fonti
alla fine di questa lezione.
Per ragioni essenzialmente
commerciali , ma anche
sociali e scientifici,
l’assenzio, considerato una
vera e propria droga,
venne condannato e poi
vietato dal 1915, proprio
alla fine della Belle
époque.
13. Circonfuso di questo
fascino maledetto
l’assenzio è tornato di
moda, anche nei suoi
caratteristici accessori:
bicchiere e cucchiaio per la
zolletta attraverso cui
viene fatto filtrare il
liquore
Di Eric Litton - Opera propria, CC BY-SA
2.5,
https://commons.wikimedia.org/w/in
dex.php?curid=678224
15. Possiamo definirlo
“le liqueur maudit
par excellence”
Qui Verlaine al
Procope, celebre caffè
parigino, in una
rielaborazione del
1938.
Immagine
By Jobjoby (Own work) [CC BY-SA 3.0
(http://creativecommons.org/licenses/
by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons
16. Oscar Wilde sull’assenzio:
“After the first glass
of absinthe you see
things as you wish
they were. After the
second you see them
as they are not.
Finally you see things
as they really are, and
that is the most
horrible thing in the
world. I mean
disassociated (…) Di Napoleon Sarony - Library of Congress,
Pubblico dominio,
https://commons.wikimedia.org/w/index.php?
curid=9816614
17. A causa della sua alta gradazione, della presenza
del tujone, dell’aura di fatalità che lo circondava
l’assenzio venne usato dagli artisti che attraversarono il periodo
chiamato appunto “belle époque”, restandone frastornati: i bohémiens,
in generale e quindi i poeti maledetti francesi, gli Scapigliati italiani, molti
tra gli artisti figurativi dell’epoca.
18. Considerato da molti il
primo cocktail della storia,
fu inventato da un
farmacista di New Orleans
agli inizi del XIX secolo per
combattere le malattie
tropicali. Ora si prepara
con un altro tipo di
cognac, poiché il cognac
Sazerac è scomparso (ne
esistono in rete bottiglie
in vendita per
collezionisti)
Abbiamo anche i miscelati
all’assenzio: le Sazerac
By Will Shenton - https://bevvy.co/cocktail/sazerac/tzo, CC
BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?
curid=52182425
19. Il Sazerac moderno è un cocktail inserito nell’IBA:
eccone gli ingredienti
5 cl Cognac
1 cl Absinthe
One sugar cube
Two dashes Peychaud's Bitters
20. Proibito nel 1915,
l’assenzio faceva parte di
altri cocktail, ispirati al
tragico conflitto mondiale
in corso
È questo il caso del “75” - “Soixante-
quinze” - al quale l’Harry’s American
bar di Parigi sostituì l’assenzio con
altro liquore dopo il 1920.
Eccone comunque la ricetta originale:
1 cucchiaio di assenzio
2/3 di calvados
1/3 di gin
Shakerare con ghiaccio, versare e
completare con fettina di arancio.
ll French 75 oggi è un cocktail a base di
gin, champagne e succo di limone. È un
cocktail ufficiale IBA.
21. Il 75 mm (il soixante-quinze)
ll 75 mm (il soixante-quinze) , considerato il fiore
all’occhiello dell’artiglieria francese sin dal 1897, ebbe
un ruolo decisivo soprattutto nella prima battaglia della
Marna, durante la quale gli abili e addestrati artiglieri
francesi sfruttarono le eccellenti qualità del cannone in
campo aperto e inflissero perdite elevatissime alla
fanteria e all'artiglieria tedesca.
22. Sour Cocktail al cognac
inventato all’hotel Ritz,
Parigi
Sidecar: un altro cocktail nel
frastuono delle armi
Sembra che un ufficiale
arrivasse all’albergo in
sidecar, letteralmente gelato
fino all’osso. Anelava ad
essere immediatamente
riscaldato.
4cl Cognac
2 cl Cointreau
1 cl succo limone
Shaker + doppia coppetta da
cocktail
Oppure old fashioned
( da C’era una vodka”, cit., p. 53)
Le fonti non ci chiariscono quale guerra: il sidecar
qui accanto è del 1910.
23. Se siete comunque
interessati alla storia, alla
leggenda e alla mitologia
dell’assenzio, ricordate
che ne esiste un museo
44 rue Callé
95430 Auvers-sur-Oise
Tel/fax : 01 30 36 83 26
mail : absinthe.auvers@free.fr
con un sito WEB molto ben
dettagliato
https://www.musee-absinthe.com/
24. Situé entre le Château et l'Auberge
Ravoux, le Musée de l'Absinthe recrée
l'ambiance des cafés de la Belle
Époque où l'absinthe, a la mode, était
la boisson favorite des poètes et des
artistes. Les œuvres originales qu'il
renferme nous font découvrir son
importance dans la vie sociale et
culturelle du XIXe siècle.
25. Le bevande miscelate
prendono piede
nell’Ottocento negli USA
arrivando in Europa alla
fine del secolo
Il pittore H. de Toulouse
Lautrec ne creava di originali,
come il Maiden’s Blush (a
sin.) o il Tremblement de
terre (a dxt),
entrambi potentissimi e
realizzati con assenzio.
Pare che l’artista possedesse un bastone cavo per portare con sé sempre
Un discreto quantitativo di alcolico.
26. Fino agli anni Venti in Italia i
cocktails erano quasi
sconosciuti: l’unico ad avere
un certo successo era il
“Milano-Torino”, perché
realizzato con il bitter
Campari (di Milano) e il
vermut (di Torino) con
aggiunta di soda, noto poi
come “ l’Americano”.
Di Bartender007 di Wikipedia in italiano, CC BY 3.0,
https://commons.wikimedia.org/w/index.php?
curid=26239243
27. L’Americano è
l’antesignano dei cocktails
Infatti Luca Picchi, barman del
Caffè Rivoire a Firenze, fa
riferimento ad una
pubblicazione del 1907 in cui
si legge l’origine del nome:
“(…) Vermouth al Bitter o
Americano – è detto
“Americano” perché negli
Stati Uniti si ha l’usanza di
bere il Vermouth mescolato a
liquori amari o Gin […]
formando una bevanda
chiamata cocktail (…)
Citazione tratta da “Harry’s bar
Firenze”, cit., p. 138
28. Il Negroni
Inventato dal barman Fosco
Scarselli intorno al 1920 nel caffè
Giacosa (allora Locanda Casoni) o
al bar Leland (locale situato ove
oggi c’è il museo Ferragamo)
per l’eccentrico conte Camillo
Negroni,che voleva un’aggiunta
di Gin all’Americano
29. Hemingway lo cita nel suo
romanzo “Di là dal fiume e
fra gli alberi” (1950)
in cui il protagonista,
ovviamente
autobiografico, il
colonnello Cantwell, si
riferisce a quel che
bevono due
commensali italiani “
(…) Bevevano un
Negroni, un miscuglio
di due vermouth dolci
con selz “
[cit. da “Harry’s bar Firenze, cit., p.
132]
Foto: Achim Schleuning / , via Wikimedia
Commons
30. Ricordiamo che il romanzo è
ambientato nella laguna di Venezia
Hemingway, assiduo frequentatore dell’Harry’s
bar veneziano ci ha dato dunque un indizio
sulla carta dei cocktails del famoso locale
Laguna di Càorle
luogo
d’ispirazione
per il romanzo
32. Tra queste ipotesi…
C’è quella secondo la quale già dal XVIII sec. esistesse in Francia
una bevanda chiamata coquetel (che oggi è usata in spagnolo per
indicare i cocktails)
O Quella che fa risalire il termine all’ aqua decocta (acqua distillata
in latino)
O, ancora, alla bevanda che si mesceva dopo un cruento
combattimento di galli: al vincitore la coda del gallo sconfitto
(e ucciso, purtroppo)
33. Ma più probabilmente…
La parola cock tail si riferisce all’incrocio di cavalli di
varie razze, ai quali la coda veniva tagliata a forma di
coda di gallo; la parola poi significò “miscuglio”
34. Il principe dei
cocktails
Il Martini, una leggenda.
Che sia nato a NYC dal
barman Martini per il tycoon
Rockefeller nel 1912
Stesso anno
dell’affondamento del Titanic
35. …oppure che sia nato nel 1874
nella californiana Martinez per la
sete speciale di un minatore
In questa città nacque
La leggenda del baseball
Joe di Maggio, secondo marito
di M. Monroe
37. Martini versione Montgomery
E. Hemingway si ispirava alla tattica del generale
britannico, vincitore di El Alamein: mai
muoversi se non con la proporzione di 1/15.
Per lo scrittore americano,
Nobel della Letteratura nel
1954 il vermouth deve essere
1/15 nel gin
39. Dirty Martini
Un Martini sporco: salamoia di olive, 1 parte di vermouth, 6 di gin.
Spiedino di olive
40. Vesper Martini: shaken, not stirred (J. Bond)
tre parti di gin
una parte di vodka
mezza parte di Kina Lillet (oggi fuori commercio, si utilizza il Lillet Blanc)
una fetta lunga e sottile di scorza di limone.
41.
42. Sicuramente gli USA sono la patria dei cocktails
La parola nasce nel 1806 in un giornale americano ed è dall’America del
proibizionismo che tanti bartender fuggirono, portando in Europa la
mixology
43. Dalla fine degli anni Venti
si diffonde anche per il
proibizionismo la cultura
dei cocktails
anche per mascherare il
sapore sgradevole degli
alcolici artigianali prodotti
durante la proibizione che
durò dal 1920 al 1933
In questo periodo fiorirono
gli
Speakeasy e i blind-pig o
blind-tiger, locali dove si
beveva…di nascosto!
44. Gadgets del proibizionismo
Uno shaker che sembra un aereo può essere nascosto alla svelta:
capolavoro art déco, in vendita in rete.
46. 1874 (0 1894?): a NYC
nasce il Manhattan
La madre di W. Churchill,
futuro primo ministro inglese,
vuole un nuovo cocktail per
celebrare l’elezione di S. Tilden
a nuovo governatore.
47. THE FABULOUS TWENTIES
Un paio di pagine da “Il grande Gatsby” di F. Scott Fitzgerald
(ed. it. Mondadori 1965, tradotto da F. Pivano. Cap. III, pp. 96-98)
48. Nelle notti d’estate dalla casa del mio vicino giungeva la musica. Nei suoi
giardini blu uomini e ragazze andavano e venivano come falene tra i
sussurri e lo champagne e le stelle. Nel pomeriggio, con l’alta marea
vedevo i suoi ospiti tuffarsi dal trampolino galleggiante o prendere il sole
sulla sabbia rovente della spiaggia mentre i suoi due motoscafi fendevano
le acque dello Stretto, trascinando acquaplani su cateratte di schiuma. Nei
fine settimana la sua Rolls-Royce diventava un omnibus che faceva la
spola dalla città trasportando gruppi di persone tra le nove del mattino e
ben oltre la mezzanotte, mentre la sua giardinetta sgambettava simile a
uno svelto insetto giallo per andare a prendere la gente alla stazione. E al
lunedì otto domestici, con l’aggiunta di un giardiniere, sfaccendavano tutto
il giorno con stracci e spazzole e martelli e forbici da giardinaggio per porre
rimedio alle devastazioni della notte prima.
Ogni venerdì arrivavano da un fruttivendolo di New York cinque casse di
arance e limoni; al lunedì questi stessi limoni e arance uscivano dalla porta
di servizio in una piramide di frutti a metà senza polpa. In cucina c’era una
macchina che estraeva il succo di duecento arance in mezz’ora, se il
pollice di un maggiordomo premeva duecento volte un bottoncino.
49. Almeno una volta ogni quindici giorni uno stuolo di addetti al catering
arrivava con svariate misure di tela e innumerevoli lampadine colorate
per trasformare l’enorme giardino di Gatsby in un albero di Natale. Sui
tavoli del buffet, ornati di antipasti luccicanti, prosciutti al forno speziati
si stringevano accanto a insalate arlecchino e pasticci di maiale e di
tacchino in crosta stregati di oro cupo. Nel vestibolo più grande veniva
allestito un bar con un parapetto di ottone vero, ben rifornito di gin e
liquori e cordiali dimenticati da tempo, al punto che le ospiti di Gatsby
erano quasi tutte troppo giovani per distinguerli l’uno dall’altro.
Per le sette l’orchestra è arrivata: non un’inezia di cinque persone,
bensì un’intera fossa d’orchestra piena di oboi e tromboni e sassofoni
e viole e cornette e ottavini, e di tamburi alti e bassi.
50. Gli ultimi nuotatori sono ormai rientrati dalla spiaggia e si
stanno vestendo al piano di sopra; le automobili di New
York sono parcheggiate in quinta fila nel viale d’accesso
e già i vestiboli e i saloni e le verande sono un trionfo di
colori primari, di capelli acconciati in strane, nuove fogge
e di scialli da far impallidire i sogni della Castiglia. Il bar
funziona a pieno regime e fluttuanti giri di cocktail
impregnano il giardino, finché l’aria si riempie di
chiacchiere e risa, mentre insinuazioni e presentazioni
fortuite vengono dimenticate lì per lì, e così pure gli
incontri entusiastici fra donne che non hanno mai saputo
i rispettivi nomi.
Le luci si fanno più vivide via via che la terra si allontana
barcollando dal sole, e ora l’orchestra suona una musica
gialla da cocktail e il coro delle voci sale di un tono. Le
risate diventano più facili di minuto in minuto, si riversano
con prodigalità, rovesciate fuori a ogni parola allegra.
52. Gli anni Trenta significano
Giubbe Rosse
Lo storico caffè, dirimpetto a
Gilli e Paskowsky, frequentato
da artisti e letterati. Nella
foto, Montale, Luzi ed altri
celebri personaggi.
Qui si riuniscono vari
intellettuali ed artisti, qui
nascono la rivista Solaria e
Campo di Marte, con
Pratolini.
Durante il
fascismo
i camerieri sono
obbligati
ad indossare
giubbe… bianche !
53. Anni Trenta a Firenze
significano anche il “Caffè
Doney”, in via Tornabuoni
Fondato dal generale
napoleonico G. Doney, di
stanza a Firenze all’inizio del
XIX secolo
È il luogo
dove si incontrarono la
nobildonna inglese Lady
Hester Random e B.
Mussolini (foto dal film “Un
tè con Mussolini”, di F.
Zeffirelli, 1999
Oggi nei locali dell’antico
Doney si trovano le
boutiques di Gucci ed
Armani.
54. Faccetta nera
In occasione della visita di
Mussolini ( ed Hitler) a
Firenze, Mariotti, futuro
proprietario dell’Harry’s bar di
Firenze creò il cocktail
composto da tre amari
rigorosamente nazionali:
Fernet Branca, China Martini,
Amaro Ramazzotti o Zucca, a
seconda dei gusti e della
disponibilità.
Miscelati nel mixing glass
riempito di ghiaccio,
venivano versati nel
bicchiere, con l’aggiunta di
una leggerissima spruzzata di
limone (cit. da Harry’s bar Firenze, cit.,
p. 38)
55. La zona è ancora il fulcro
dello chic fiorentino
Oltre al caffè Doney vi era il
ristorante “Il pozzo di
Beatrice” nelle cantine di
palazzo Spini Feroni, che
negli anni cinquanta diventa
un dancing.
Oggi qui si può
ammirare la
Collezione del
Museo Ferragamo
Il luogo è il medesimo dove
Dante incontrò
Beatrice, nel 1283
57. LA GUERRA E LA POLITICA NEI
COCKTAILS
Un modo curioso per studiare la storia
58. L’acqua tonica era a base
di anidride carbonica e
chinino, contro la malaria
Conquiste coloniali
Siccome era estremamente
amara, per farla buttare giù ai
soldati ci si aggiungeva un po’
di gin: nasce il Gin Tonic
Il Gin Tonic ha salvato più vite
i tutti i dottori dell’Impero
(W. Churchill)
59. Winston Churchill
L’unico modo per ottenere un buon Martini è quello di versare
nel bicchiere gin ghiacciato, rigorosamente verso la Francia
(cit. da Harry’s bar Firenze, cit., p. 144)
61. La “guerra fredda”
“Il Martini è l’arma americana più letale.”
(N. Kruschew, Segretario del PCUS)
(cit. Harry’s bar Firenze, p. 142)
62. Guerra del Viet-nam
Il presidente
Lyndon
Johnson,
succeduto a J. F.
Kennedy,
assassinato nel
1963, amava la
versione in-and-
out
63. La guerra di oggi: la Siria
Ad Aleppo, una delle più
antiche città della storia, è in
corso da cinque anni una
terribile guerra.
Nell’hotel Baron soggiornò
Lawrence d’Arabia
Il più prezioso Gin & Tonic
si beveva al bar dell’hotel
65. A Venezia si inaugura una mostra
del Giambellino (Giovanni Bellini,
celebre pittore rinascimentale
veneziano)
Giuseppe Cipriani si ispira
al tono rosato del manto
del patriarca per un nuovo
drink: il Bellini!
66. Con le sue varianti, tutte sparkling
Mimosa Rossini (Leonardo,a
Firenze)
68. Nasce l’A.I.B.E.S.
L’Associazione italiana
Barman e sostenitori era
nata nel 1949 per volontà
del conte Spalletti Trivelli.
Questa selezionò 29
barman fra i migliori
professionisti che hanno
costituito il nocciolo
dell’IBA
69. Nel 1953 apre l’Harry’s bar a
Firenze
Nel 2015 il Daily Meal
L’ha classificato tra i
migliori 150 bar del
mondo
e fra i primi tre in Italia
Ecco il
libro più
volte qui
citato
70. Dedicato al suo celebre barman,
Leo Vadorini, il Lio’s Martini
71. La Jet Society a Firenze
Richard Burton
e Liz Taylor
Coppia celeberrima
nel cinema e nella
vita, sposati due
volte
75. NON È L’ALCOL A FARE IL GENIO
Semmai vale a distruggerlo
76. Un libro da leggere
ASSOLUTAMENTE
“ L’alcool, grazie a
capricciose alchimie col corpo
e col vissuto, è un potente
catalizzatore dai risultati
talvolta imprevisti. Può
piallare le menti barocche e
arricciolare le lineari.
Dispettosamente, liscia
quelle piatte”.
Sapo Matteucci, cit., p. 83
78. Frecciate alcoliche
Faulkner su Hemingway
“È un lupo quando sta nel
branco, un cane quando sta
solo”
Hemingway su Faulkner
“Quando leggo Faulkner
capisco esattamente
quando si stanca e quando
lo fa col whiskey”
80. Il Mint Julep
…Sarebbero forse andati
d’accordo su un Southern
Mint Julep (S. Matteucci, cit., p. 77)All’inizio dell’Ottocento i
medici usavano la parola
“Julep” per indicare uno
sciroppo medicinale cui la
menta migliorava il sapore.
Il Mint Julep è fatto col
bourbon ed è la bevanda
ufficiale del Kentucky Derby.
81. Troppe cure, dunque:
“Non c’è nulla che il whiskey
non possa curare”
W. FaulknerFaulkner morì per cirrosi
epatica nel 1962
Hemingway un anno prima,
suicida
Io l’amo davvero e tu prendine nota, whisky, e
tu rendimi testimonianza, Perrier vecchia mia
vecchia Perrier, io ti sono stato fedele, Perrier,
alla mia fottuta maniera.” (Il giardino dell’Eden
– E.Hemingway)
82. Pare un controsenso ma…
Il Whisky si gusta con l’acqua,
come afferma Sapo
Matteucci“ (…) Per me il metodo migliore è
quello dei due bicchieri. Un
bicchiere di whisky (ci vorrebbe
un tulipano stretto, ma voi usate
pure il ballon) e un altro di acqua
ghiacciata (…)
Il freddo dell’acqua assorbe la
possibile punta alcolica
dell’ingresso in bocca del malt,
ne attenua l’aggressività,
esaltando anzi le doti di calore
dell’alcool. L’acqua raggela la
vostra bocca e tiene a bada
l’energia celtica del whisky.
Diventa insomma un algido
palazzo che intimidisce
adeguatamente un focoso
barbaro alle spalle.
(C’era una vodka, cit., p. 121)
83. La cultura del bere
Da “Il giovane Holden” : la
trasgressione del Cuba libre
Il proibizionismo ha
condizionato fortemente
l’atteggiamento degli
Americani nei confronti degli
alcolici: per loro bere è
trasgredire, come viene ben
rappresentato in brani celebri
della letteratura americana.
84. Il Cuba libre nasce probabilmente dal caso: da un
carico di lime schiacciati dalle ruote di un carro
I campesinos non li buttano, ma li spremono ancora e li aggiungono a
zucchero (di canna) o alla Coca Cola
85. Ma forse la storia è un’altra…
http://www.internazionale.it/notizie/2014/12/17/le
86. Ancora col lime
Una delicata miscela che portò il
mio livello di appagamento a un
livello ancora più alto. Quel
cocktail costituiva però anche un
pericolo, poiché il sottile bicchiere
leggermente incrostato di
zucchero aveva in sé il potere di
una sprezzante indifferenza al
fato, liberava la mente dalle
responsabilità; obliterando si a la
memoria, sia il domani, mi dava
una fugace sensazione di
superiorità e cancellava
momentaneamente tutte le mie
eterne paure” .
(da J. Hergesheimer, San Cristóbal de
la Habana, cit. in “C’era una vodka”,
cit. pp. 72-73)
Il languido Daiquiri
87. Il mio Daiquiri al Floridita, il mio
Mojito alla Bodeguita (E.
Hemingway)
90. Fonti (continua)
*http://www.parafrasando.it/TESINE/Assenzio-Nella-Letteratura.html
**Wikipedia, List of IBA official cocktails
* A. Querci, R. Focardi, Harry’s bar Firenze. Firenze Leonardo Edizioni,
Edizioni Clichy, 2016
*https://cocktail101.org
http://www.stilearte.it
*https://cocktailsandhistory.wordpress.com/tag/history-of-cocktail/
*http://ladante.arte.it/guida-
arte/ladante/approfondimenti/montale-e-le-giubbe-rosse-il-
fermento-culturale-della-firenze-del-primo-novecento-13
*http://www.giubberosse.it
* http://www.vieusseux.it/cronologia-del-gabinetto-vieusseux/sfoglia-la-
cronologia/palagio-parte-guelfa/1924-1932.html