Gennaro topo curioso (uda per la classe terza)ziobio
Un percorso interdisciplinare per la classe terza scuola primaria.
Contiene attività di lingua italiana, musica, educazione all'immagine, educazione civica...
Gennaro topo curioso (uda per la classe terza)ziobio
Un percorso interdisciplinare per la classe terza scuola primaria.
Contiene attività di lingua italiana, musica, educazione all'immagine, educazione civica...
L’autore di questo dipinto è il nostro Carlo Levi.
Il titolo dell’opera è “GIULIA LA SANTARCANGELESE” ed è stato dipinto nel 1935; è grande 47 x 37,50 centimetri e si tratta di un acrilico su tela.
Quest’opera è il ritratto di una donna un po’ anziana, con il viso pieno di rughe e il naso aquilino e grande. Gli occhi sono incavati, neri e stanchi ma anche molto tristi; sembra un po’ depressa e sicuramente le è successo qualcosa di grave.
Ha capelli neri raccolti con un grande fazzoletto bianco non proprio pulito e i capelli sono neri e disordinati.
Il suo collo è abbastanza robusto e corto.
Indossia una camicia di colore celeste chiaro come il cielo.
Io so che Carlo Levi conosce questa donna ad Aliano, lei è come una specie di strega ma non è cattiva e per questo può fare la domestica a casa di Carlo Levi.
Levi dipinge questo quadro con grandi pennelli e molti colori diversi.
Secondo me questa donna ritratta da Levi è povera, stanca e anche triste come i colori che usa per dipingerla.
L’autore di questo dipinto è il nostro Carlo Levi.
Il titolo dell’opera è “GIULIA LA SANTARCANGELESE” ed è stato dipinto nel 1935; è grande 47 x 37,50 centimetri e si tratta di un acrilico su tela.
Quest’opera è il ritratto di una donna un po’ anziana, con il viso pieno di rughe e il naso aquilino e grande. Gli occhi sono incavati, neri e stanchi ma anche molto tristi; sembra un po’ depressa e sicuramente le è successo qualcosa di grave.
Ha capelli neri raccolti con un grande fazzoletto bianco non proprio pulito e i capelli sono neri e disordinati.
Il suo collo è abbastanza robusto e corto.
Indossia una camicia di colore celeste chiaro come il cielo.
Io so che Carlo Levi conosce questa donna ad Aliano, lei è come una specie di strega ma non è cattiva e per questo può fare la domestica a casa di Carlo Levi.
Levi dipinge questo quadro con grandi pennelli e molti colori diversi.
Secondo me questa donna ritratta da Levi è povera, stanca e anche triste come i colori che usa per dipingerla.
1. Come una parola qualunque, scelta a caso, possa
funzionare come parola magica per inventare storie…
GIANNI RODARI
PICCOLE STORIE … CRESCONO
scritte dagli alunni della classe III D
con la tecnica del “SASSO NELLO STAGNO” suggerita da Gianni Rodari
Scuola primaria “San Francesco d’Assisi”
Altamura (Bari) – ITALIA
Inviata agli alunni della classe 3° A
Colegio Público "Gloria Fuertes"
Montequinto-Dos Hermanas (Sevilla) – SPAGNA …
GEMELLAGGIO
PROGETTO “AMICI SCRITTORI”
grazie a MARIO LODI, GIANNI RODARI,
GLORIA FUERTES, LAURA GALLEGO”
Edizioni QUINTOCD
2. Gettiamo una parola nelle nostre menti …
S – Sullo
A – albero
S – striscia
S – solo
O – Oreste
… e pian piano raccontiamo.
Nasce così la prima piccola storia e pian piano tutte le altre
Un giorno d’estate, il serpente Oreste striscia da solo sull’albero.
ANTONIO SFORZA
Era inverno.
Oreste se ne stava tutto solo nella sua tana.
A sera si addormentò e sognò di strisciare sull’albero di ciliegio.
GRAZIANA
Un pomeriggio il serpente Oreste vide strisciare il suo amico Osvaldo tutto solo sull’albero
di pino.
Oreste non sopportava di vedere il suo amico triste e di cattivo umore.
Fu così che decise di fargli compagnia.
ANTONIO S. e GIANFRANCO
Nella foresta Amazzonica faceva molto caldo, e per questo, il serpente Oreste decise che
sarebbe salito sull’albero più alto.
Quando fu su in cima, ammirò il panorama che si godeva da lì e, visto che era tutto solo,
decise di prendere un po’ di sole.
Ma non rimase solo per tanto tempo perché strisciando si avvicinò quel ficcanaso di
Osvaldo e per Oreste non ci fu più pace.
GIOVANNI, VANESSA e FRANCESCO DIBARI
3. Nella grotta di Lascaux viveva l’elefante Oreste.
Un giorno il gorilla Honda mangiò una banana e gettò la buccia che cadde sul sentiero
proprio all’ingresso della grotta.
Quando Oreste uscì dalla grotta non la vide e scivolò precipitando giù verso il fiume.
Finì contro una roccia che si trovava vicino a un albero di cocco e caddero tutti i cocchi.
Oreste si ritrovò pieno di bernoccoli; Honda che si era goduto lo spettacolo prese la sua
gigantesca foglia di banano che faceva da snowboard e si precipitò giù ridendo a
crepapelle.
Dal cumulo di noci di cocco strisciò fuori la proboscide di Oreste che si trasformò in una
catapulta che lanciava noci di cocco a raffica.
Honda corse più che potè verso il suo rifugio sull’albero e fu costretto a rimanersene tutto
solo per una settimana.
FRANCESCO MORAMARCO, GIOVANNI, MARTINA, MICHELE LORUSSO, FRANCESCO DIBARI, ALBERTO,
ANTONIO FAVALE e ANTONIO SFORZA