2. Di Lisia è importante sapere che . . .
• Appartiene ad una famiglia alto-”borghese”; il padre Cefalo
impone ad entrambi i figli un’accurata educazione, con
particolare riguardo alla filosofia
• 430: trasferitosi a Turii (oggi Sibari), la colonia in Magna
Grecia voluta da Pericle, Lisia vi rimane fino al 412, per poi
fare ritorno ad Atene
• 411 – 403 - REGIME DEI TRENTA TIRANNI: Lisia subisce,
come gli altri meteci, le vessazioni dei tiranni. A seguito del
processo e della condanna a morte del fratello Polemarco,
fugge in esilio a Megara, da dove rientra dopo aver
assoldato a sue spese 300 mercenari, che, appoggiando i
dissidenti interni, riescono a rovesciare il regime
• 403: processo CONTRO ERATOSTENE – Lisia perde per un
errore di valutazione (il coinvolgimento di Teramene);Lisia
rimane un meteco con ισοτελια e si dedica
esclusivamente alla LOGOGRAFIA
3. L’opera
• 34 orazioni superstiti su 425 conosciute dagli antichi
• Caratteristica principale:
l’ηϑοποιια, “rappresentazione dei caratteri”, cioè la
capacità del logografo di adattare perfettamente
l’orazione ai connotati temperamentali, sociali,
culturali e forse anche fisici di colui che era chiamato
in giudizio
• Stile sobrio, schietto e ordinato, attraverso il quale
racconta la vita politica, sociale, pubblica e privata di
Atene , a vari livelli
4. La politica
• OLIMPICO: durante i giochi olimpici del 388 a.C., Lisia
pronuncia un forte attacco contro Dionisio, tiranno di
Siracusa, e un accorato appello ai Greci, affinché respingano
simili forme di governo, lottando concordi
• EPITAFIO: per i caduti nella guerra corinzia, è incentrata
sull’esaltazione del valore del popolo ateniese
• PER MANTITEO (inquisito in consiglio) : il protagonista deve
dimostrare la sua integrità morale (δοκιµασια),
difendendosi dall’accusa di aver prestato servizio militare
nell’ordine equestre, il che comprometterebbe la sua nomina
ad un importante incarico pubblico
• CONTRO I MERCANTI DI GRANO: accusa contro un
componente della bulè che ha favorito la “lobby” dei
mercanti di grano, il cui scellerato accordo ha
fatto rialzare il prezzo del prodotto
5. La società
• CONTRO SIMONE: è un processo per lesioni aggravate,
ma analizza il giudizio della società ateniese dell’epoca sui
rapporti omosessuali
• PER L’INVALIDO: difesa a favore di un invalido, accusato
di truffa ai danni dello stato, per aver riscosso una pensione
statale, alla quale, secondo gli accusatori, non avrebbe
diritto, perché proprietario di un negozio e di un cavallo
• PER L’UCCISIONE DI ERATOSTENE: difesa per Eufileto,
accusato di aver ucciso l’amante della moglie
• PER L’OLIVO SACRO: accusa di empietà contro un piccolo
proprietario per aver sradicato un ulivo sacro dalla sua
proprietà, che si difende dimostrando la sua religiosità
6. Di Isocrate è importante sapere che . . .
• Nasce ad Atene, figlio di un fabbricante di αυλοι, ricco
abbastanza da ricevere una buona educazione
• Vive nel pieno della guerra del Peloponneso, della quale segue
tutta la parabola, fino alla caduta di Atene, che determinò
anche la rovina economica della sua famiglia
• Si dedica, come Lisia, ma con esiti meno fortunati (cfr.
testimonianza di Aristotele) all’attività di logografo
• 390: riesce ad aprire la sua scuola di retorica, che in breve
diventerà la più nota di Atene, attirando i migliori giovani del
tempo. I corsi, della durata di tre/quattro anni,
comprendevano cultura generale, studio della retorica e
dell’eloquenza
• Lo scopo educativo: individuare alcune linee portanti della
παιδεια tradizionale contro quella, ormai degenerata, dei
sofisti
e su quella fondare solidi principi morali
che
educassero al giusto, all’utile, al buono
7. L’idea politica
• Teorico della politica: riconobbe le linee - guida della
politica di Atene e della Grecia, ne individuò la
matrice storica e ne trasse un preciso programma
politico, che si fondava su un principio propugnato
sino alla fine della sua vita: l’unità dei Greci nella
libertà e la lotta contro la Persia, per essere
indipendenti da essa.
• Unica variante: invece che Atene o un principe o re
Spartano, ritenne che a guidare i Greci potesse essere
il re Macedone Filippo. Ma quando l’idea di I. (ormai
morto) sembrava sul punto di realizzarsi (anche se al
posto di Filippo era stato Alessandro a soggiogare
l’impero persiano) la Grecia stava
scivolando nell’orbita prima del regno
macedone, poi dell’impero romano
8. L’opera
• Molta incertezza su alcune opere pervenuteci
a suo nome, mentre sicuramente autentiche
sono 14 orazioni epidittiche
• I discorsi più rappresentativi del suo
pensiero politico: Panegirico, Plataico,
Aeropagitico, Panatenaico che in ordine
rappresentano l’evoluzione del suo pensiero
politico
• Filo conduttore: l’appello all’unità dei Greci
contro il nemico persiano
9. Il pensiero
• La convinzione di I. è che la Grecia non sia
un’espressione geografica, ma una condizione
culturale, cui appartengono tutti coloro che la
condividono: “La nostra città ha superato tanto gli altri
uomini che gli allievi di essa sono diventati maestri degli
altri, che essa ha attribuito il nome di Elleni non all’etnia,
ma alla cultura e che vengono chiamati Elleni più quelli
che sono partecipi della nostra formazione che della nostra
natura” (Paneg.)
• Si esprime dunque il più ampio concetto di nazione
mai formulato, che aveva come scopo non quello di
salvare i Greci, ma di difendere la cultura greca e a
questo compito erano chiamati non solo i
Greci, ma tutti quelli che ne
condividevano la παιδεια
10. Il pensiero
• Quando I. si rende conto che Atene non è più in
grado di essere leader dei Greci, in nome del
concetto di “nazione ellenica”, individua in Filippo il
Macedone il condottiero capace di unire i Greci e
questo gli valse il sospetto di essere antiateniese
• A nulla servirono gli elogi alla sua città, disseminati
in tutte le opere, e quando nel 338 Filippo sconfisse
la lega ellenica, costituita da tebani e ateniesi a
Cheronea, decretando di fatto la fine della libertà per
i greci, l’idea di I. si sgretolò: leggenda vuole che
l’oratore si lasciò morire poco dopo perché
addolorato dalla sconfitta.