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DONNE DEE E SAPIENTI
ALLE ORIGINI
DEL
PENSIERO GRECO
PARTE PRIMA
RENATO CURRELI
Immagine di copertina: Afrodite e Eros, copia romana di un originale
greco, II sec., Hermitage.
▪ Introduzione
• Tutti sanno dell’importanza delle divinità femminili nella civiltà
greca, per quanto si tratti di un aspetto che viene relegato nel
campo di una distante mitologia.
• Ma quando si pensa al pensiero, alla scienza e alla creatività
artistica dei Greci – nei quali ha origine la cultura occidentale –
sembra proprio che questo, pur con qualche rara eccezione, sia un
campo dominato da protagonisti maschili.
• Eppure, a indagare con attenzione e senza atteggiamenti
preconcetti o censori le fonti antiche, si scopre l’esistenza di una
cospicua presenza femminile che ha esercitato un certo peso sulla
formazione ed evoluzione della cultura greca.
• Non solo Dee dunque, ma anche donne umane. Donne
dispensatrici di saggezza, capaci di riflessione e di pensiero,
talvolta in grado, a vario titolo, di interagire con sapienti e
filosofi.
• Forse, in alcuni pensatori greci, è anche possibile riscontrare
un’attenzione rivolta non tanto a una donna particolare, ma alla
sensibilità femminile, o proprio alla femminilità in quanto tale.
• Parmenide e Platone, in particolare, hanno così dato vita l’uno a
una Dea, l’altro alla sacerdotessa Diotima: entrambe figure
femminili circondate da un’ aura di vasta e complessa simbologia,
benevole dispensatrici di sapienza autentica, ma profonda e celata,
forse non direttamente accessibile all’essere umano maschile.
• Procederemo esaminando alcuni aspetti della cultura greca,
muovendo dal periodo arcaico e giungendo fino a quello classico.
• Sarebbe interessante spingersi anche oltre, ma resteremo entro
quest’arco temporale a causa degli stretti limiti che una conferenza
impone su un tale vasto argomento.
• Vedremo i greci discutere del sacro e del divino, di forme e modi
del sapere, di numeri e linee, dell’ordine del Cosmo e delle sue
segrete armonie.
• Emergeranno così figure di sapienti e di amanti della sapienza
(philosophoi) e insieme a loro comparirà una presenza femminile,
sia divina – primordiale ed arcana – che umana, forse inaspettata
e sorprendente.
k
Dipinto su legno ritrovato in una grotta a Σικυών, Corinto, e raffigurante una processione sacrificale; VI s. a.
C. Museo Archeologico Nazionale, Atene.
.
• Il termine φιλοσοφία verrà usato nel suo
significato più generale di amore per
il sapere o di ricerca della
conoscenza, e perciò anche di
ricerca sistematica e dunque
scientifica, considerato che tale era il
suo impiego in origine.
Fidia (copia romana, I sec. a.C.), Atena (dea della sapienza, della
saggezza, della tessitura, dell’arte strategica).
1. Pitagora e le sue donne
• Va tenuto presente che il profilo biografico e filosofico di Pitagora
di Samo (VI-V sec. a.C.) resta incerto ed enigmatico, dato che le
fonti non sono sempre affidabili.
• Neppure possediamo informazioni univoche su eventuali suoi
scritti, e se scrisse le sue opere andarono perdute già in tempi
molto antichi.1
• Pur all’interno di questi limiti, a proposito del nostro argomento di
ricerca abbiamo alcune notizie degne di menzione che ci parlano di
un circolo femminile che si creò attorno a Pitagora.
________________
1 Cfr. DK 14 B 17-18; Diogene Laerzio (II-III sec.) pare propendere per una risposta affermativa, ma con molte riserve (Vite, VIII, 6-7).
Cfr. infra, Appendice.
.
Andato in Egitto e fattosi discepolo degli Egizi, per primo introdusse in Grecia la
filosofia nei suoi vari generi, e si segnalò in modo particolare nella scienza dei
sacrifici e dei riti celebrati nelle solennità religiose.
Isocrate, Elogio di Busiride, 28.
Da sinistra: Osiride e Atum, Tomba di
Nefertari, XIX dinastia.
Osiride, forse in origine re d’Egitto, fu
ucciso e fatto a pezzi dal fratello Seth.
La moglie Iside (a. eg. Aset) ne ricomporrà
le membra e lo riporterà in vita. I due
genereranno un figlio, Horus, che
vendicherà il padre. Osiride è associato al
regno dei morti.
Atum è divinità solare, in particolare
correlata col sole al tramonto, esprimendo
così il lato vespertino di Ra.
Da notare la presenza dell’ Ankh, la chiave
della vita.
• Isocrate (V-IV a.C.), mette in rilievo l’importanza dell’Egitto nella
formazione di Pitagora.
.
Statua di Horus, il dio falco, una delle
più importanti divinità dell’antico
Egitto.
Col tempo si assiste ad una
sovrapposizione di Ra, il dio Sole, e
Horus. Nelle due raffigurazioni è,
infatti, possibile notare che sul
capo del dio Falco risplende il disco
solare.
.
(a sinistra) Iside, dea madre, della generazione e della fertilità,
conoscitrice di potenti rituali magici. La statuetta è una delle
tante che la ritrae con in grembo il figlio Horus (IV sec. a.C.?).
(sopra) Rovine del tempio di Isis a Delo (II sec. a.C.),
testimonianza della diffusione in Grecia del culto della Dea.
• Ci è pervenuta anche notizia di una possibile iniziazione di Pitagora
in terra di Babilonia.
________________
1 Giamblico di Calcide (Siria), II-IV sec. d.C.
Quando poi Cambise occupò l’Egitto [525 a.C.], si narra che
[Pitagora] fu fatto da questi prigioniero là, mentre si trovava
coi sacerdoti. E condotto a Babilonia, fu iniziato ai riti di
quei barbari. Ora, Cambise fu contemporaneo alla tirannia di
Policrate [a Samo], per fuggire la quale Pitagora era passato
in Egitto.
Theologumena Arithmetica (attr. Giamblico1), DK 14, B8
Il re babilonese Hammurabi (in piedi), riceve da
Shamash (creduto anche Marduk), divinità solare
della giustizia simboli del potere e del diritto
(bastone e cerchio).
Parte superiore della stele del Codice di Hammurabi,
Louvre.
K
.
(a sinistra) Raffigurazione di
Marduk (IX s. a.C.), re degli
dei e protettore di Babilonia.
Ai piedi del dio, il fedele
mušḫuššu , il feroce serpente.
(a destra) Ištar (derivazione
della sumera Inanna), dea
dell’amore e della fertilità ma
anche della guerra e delle
forze della natura. Poteva
donare all’uomo sapienza e
potere. Venerata a Babilonia e
in altri importanti centri
mesopotamici.
• Una fonte più tarda,
Diogene Laerzio (II-III
d.C.), ci informa però
che decisiva per la
formazione di Pitagora
fu una donna greca.
Rovine del Tempio di Apollo a Delfi
Anche Aristosseno afferma che
Pitagora ricevette la maggior
parte delle credenze morali da
Temistoclea, sacerdotessa di
Delfi.
D. Laerzio, Vite dei filosofi, VIII 8.
➢ Approfondimento
1. Le opere di Aristotele e Aristosseno sul pensiero pitagorico
• Nell’antichità classica vi furono alcuni studi di particolare importanza sul pensiero
pitagorico, purtroppo andati perduti, sebbene ci restino di essi alcuni frammenti.
Aristotele (IV a.C.), all’interno delle sue
molteplici ricerche sui più svariati campi
dello scibile, ha dedicato un ampio spazio al
pensiero pitagorico. Abbiamo inoltre notizia
delle seguenti monografie:
1) Περὶ τῶν Πυϑαγορείων, Sui Pitagorici, opera
di Aristotele di Stagira (IV a.C.).
2) Ancora ad Aristotele è attribuito un altro
titolo che, con tutta probabilità, è riferito ad
un’ulteriore scritto sull’argomento. Si tratta
di Πρòς τοὺς Πυϑαγορείους, Contro i Pitagorici.
Tenendo conto dei tipici procedimenti di
Aristotele, è pensabile che nella prima
opera esponesse il pensiero pitagorico,
mentre nella seconda formulasse possibili
obbiezioni critiche contro di esso.
Aristosseno di Taranto (IV a.C.) – figlio di
un seguace di Socrate e allievo, a sua volta
di Aristotele – oltre che ai tradizionali temi
filosofici, rivolse particolare attenzione alla
musica e alla teoria del Bello, divenendo
un’autorità sull’argomento.
Aristosseno, che in gioventù era stato
allievo di alcuni maestri pitagorici, dedicò a
Pitagora e ai suoi seguaci i seguenti studi:
1) Πυϑαγόρου βίος, Vita di Pitagora; 2) Περὶ
Πυϑαγόρου καὶ τῶν γνωρίμων αὐτοῦ, Su Pitagora
e i suoi allievi; 3) Περὶ τοῦ Πυϑαγορικοῦ βίου,
La vita pitagorica; 4) Πυϑαγορικαὶ ἀποφάσεις,
Massime pitagoriche.
2. La fama di Pitagora
_________________
1 Porfirio (III-IV d.C.) è un autore di impostazione neoplatonica, allievo diretto di Plotino.
Dicearco racconta che appena Pitagora giunse in Italia e si
stabilì a Crotone, come uomo che la fama di lunghi viaggi
faceva apparire straordinario, e che, quanto a doti personali,
era ben provvisto dalla fortuna (era infatti di grande e nobile
aspetto, e aveva grandissima grazia e dignità nella voce e nei
modi e in tutto il tenore di vita) […] (il brano prosegue
raccontando che Pitagora parlò, suscitando consensi, sia al Consiglio
degli anziani che ai giovani e alle donne) e fu per lui organizzata
un’adunanza di donne. In tal modo crebbe la sua fama, e
molti gli divennero compagni […], non solo uomini, ma anche
donne, una delle quali rimase famosa, Teano […]
Porfirio1, Vita di Pitagora, V; 14 A 8a DK.
Raffigurazione ideale di Pitagora
,
[…] egli superò tanto gli altri per fama, che tutti i giovani aspiravano a essere suoi
discepoli, e gli anziani vedevano più volentieri che i loro figli si intrattenessero con
lui, che occuparsi degli interessi di famiglia.
Isocrate, Elogio di Busiride, 28.
▪ Fine
Ritratti ideali di Pitagora
• Ancora Isocrate ci informa che l’insegnamento di Pitagora suscitò vasti consensi.
1.1. Temistoclea
• Stando a quanto disse Aristosseno, è Temistoclea, e dunque una
donna, ad aver dato a Pitagora un impulso di particolare
importanza per l’esplorazione del mondo morale e forse anche,
possiamo suppore, per la sua crescita personale.
• Non disponiamo di dati attendibili su Temistoclea. Possiamo
congetturare sia vissuta intorno al VI secolo e che, in quanto
sacerdotessa di Delfi, esercitasse la funzione di Pizia nel
santuario dedicato ad Apollo, punto di riferimento per tutta la
grecità.
• In quanto sacerdotessa di Apollo, la Pizia aveva il compito di
vaticinare e dare un responso al devoto che, come tanti altri, si
recava in pellegrinaggio a Delfi per interrogarla.
• Esercitando tale alta funzione, è probabile che Temistoclea
sviluppasse una propria personale saggezza, i principi della
quale avrebbe comunicato a Pitagora.
• Tutto ciò sarebbe coerente con l’operato di altre Pizie che, ispirate
dal dio, diedero alla cultura greca un grande contributo per la
formazione di una coscienza apollinea.
• Interessante a proposito è l’indagine che già gli autori antichi
svolsero sulle origini del famoso detto Conosci te stesso, fatto poi
proprio da Socrate.
• Stobeo, nel riportare passi dell’opera di Porfirio Sul "Conosci te
stesso", il quale a sua volta riecheggiava quanto scritto da
Aristotele nel dialogo perduto Sulla Filosofia, ci informa che una
delle possibilità è che il detto, suscitato dal Dio, fosse stato creato
dalla Pizia Femonoe.1
_________________
1 Cfr. Porfirio, Sul “Conosci te stesso”, in Stobeo III, 21, 26; cfr. Aristotele, Sulla Filosofia, fr. 3. Poco sappiamo di Giovanni Stobeo, vissuto
nel V d.C., di cui ci è pervenuta un’opera, probabilmente unitaria in origine, Εκλογῶν ἀποϕϑεγμάτων ὑποϑηκῶν βιβλία τέσσαρα, Egloghe,
massime, insegnamenti (quattro libri), molto importante come raccolta di citazioni tratte da scritti per noi perduti.
Di Femonoe si narrava fosse figlia di Apollo, o di Delphos, eroe e mitico fondatore di Delfi, forse egli stesso figlio di Apollo. Femonoe è
ricordata anche come poetessa e inventrice dell’esametro, sebbene a tal proposito sia annoverata anche Fanotea.
• È ancora il dialogo Sulla filosofia, in un passo conservatoci da
Plutarco (I-II d.C.), a darci indicazione di quanto la sapienza
delfica abbia influito sulla cultura greca.1
• Direttamente ispirata da Apollo, la Pizia diveniva veicolo del suo
messaggio. E forse, come conseguenza di questa unione con il
divino, giungeva in alcuni casi ad elaborare una propria visione
delle cose e della vita.
_________________
1 Plutarco (46/48 – 125/127 d.C.), oltre che studioso e scrittore, fu sacerdote del tempio di Delfi.
[...] tra le iscrizioni che si trovano a Delfi, quella più ispirata dal dio sembra
essere il “conosci te stesso”, che a Socrate dette il punto di partenza del suo
dubitare e il suo ricercare.
Aristotele, Sulla Filosofia, fr. 1; in Plutarco, Adversus Colotem, 20 p.1118 c.
• Probabile che tale sia stato il percorso delle grandi figure di
sacerdotesse, come Femonoe, così come è possibile sia stato per
Temistoclea.
• Tali racconti potrebbero avere un fondo di verità, perché nulla vieta
di pensare che alcune sacerdotesse, particolarmente portate alla
riflessione, ricavassero insegnamenti dalla loro esperienza e
decidessero di comunicarli attraverso la forma della sentenza o
del componimento poetico.
.
John Collier, Priestess of Delphi
(1891). Sebbene trasfigurato
dalla fantasia dell’artista, il
soggetto del dipinto conserva
echi delle descrizioni plutarchee.
Pittore di Kodros (V a.C.): tondo di
kúlix raffigurante Egeo, re di Atene,
che consulta la dea Themis in veste
di oracolo di Delfi.
Pizia o Pitia (Πυϑία): così era
chiamata la sacerdotessa di
Apollo del santuario di Delfi. Il
termine sembra derivare da
Pito (Πῦϑώ), antico nome del
tempio, della regione e della
stessa città di Delfi, correlato a
sua volta con Pitone (Πύϑων), il
drago o serpente guardiano del
santuario, ucciso da Apollo, che
dopo questa impresa si
impadronì del tempio e si
fregiò dell’appellativo di Pitico
(ὁ Πύϑιος, il Pizio).
1.2. Teano di Crotone
• Giunto dunque in Italia, forse dopo una certa peregrinazione,
Pitagora aprì a Crotone una scuola dove ebbe molti seguaci, ma il
suo verbo si diffuse anche in altre parti della penisola e dell’Ellade.
• Giamblico ha stilato un lunga lista dei discepoli di Pitagora assurti
alla notorietà, conclusa la quale prosegue con un cospicuo elenco
di «donne pitagoriche più famose […]. In tutto, 17.»1
_________________
1 Cfr. Giamblico, Vita di Pitagora, 267.
Aristosseno racconta che Pitagora, a quarant’anni, vedendo la tirannide di
Policrate farsi più dura di quanto fosse lecito a un uomo libero sopportare un
predominio assoluto, partì per l’Italia.
Porfirio, Vita di Pitagora, 9.
• Tra queste donne è citata Teano e presentata come moglie del
filosofo pitagorico Brontinos.
• In altre fonti Teano è però inquadrata come figlia di Brontinos o
moglie, oltre che discepola, dello stesso Pitagora.1
• Per risolvere tali ambiguità, alcuni studiosi hanno avanzato l’ipotesi
che vi possano essere due distinte Teano. Una originaria dell’isola
di Creta, l’altra nativa di Crotone. 2
_________________
1 Cfr. Suidas, Pitagora, π3120; Teano, ϑ84; D. Laerzio, Vite, VIII, 42-3.
2 Cfr. 14 B 13 DK, nel quale però Porfirio individua come moglie di Pitagora una Teano cretese; I. M. Plant, Women writers of ancient
Greece and Rome: an anthology. University of Oklahoma Press, 2004; p. 68. M. E. Waithe, A History of Women Philosophers, I, MNP,
Dordrecht-Boston-Lancaster, 1987; p. 12.
• La tradizione che fa di Teano la moglie di Pitagora (vissuta, quindi,
nel VI-V a.C.) racconta che la coppia ebbe dei figli, ma anche su
ciò le fonti non sono concordi. 1
• Per il nostro discorso è però interessante che da queste
informazioni emergano, in un modo o nell’altro, le due figure
femminili di Muia e Arignote, di cui ci occuperemo a breve.2
• In passato sotto il nome di Teano hanno circolato scritti di
carattere morale, raccolte di apoftegmi, riflessioni
sull’insegnamento di Pitagora, tutti andati perduti, sebbene sia
sopravvissuto qualche frammento di incerta attribuzione.3
_______________
1 Cfr. Porfirio, Vita, 4; D. Laerzio, l.c., Suidas, l.c.
2 Cfr. R. Cuccioli Melloni, Ricerche sul pitagorismo: Biografia di Pitagora, Compositori, Bologna 1969, p. 8.
3 Cfr. I. M. Plant, op. cit., p. 69 e M. E. Waithe, op. cit., pp. 12 ss.
• Conosciamo alcuni titoli di queste opere: Apoftegmi Pitagorici,
Consigli femminili, Sulla Virtù, Su Pitagora, Commentari Filosofici,
Sulla Devozione.
• Altri titoli sembrano rimandare a una produzione trattatistica di
tipo scientifico e matematico: Cosmologia, La struttura
dell’Universo, Teoria dei Numeri, Teorema della Proporzione Aurea.
• A nome di Teano ci sono pervenute anche delle lettere, alcune
delle quali ritenute autentiche.
• Tutto sommato non vi sono dati certi sulla reale attività di
ricercatrice e sugli scritti di Teano, e dunque i pareri dei vari
esperti in merito sono ben lontani dall’essere concordi. 1
• Il passo seguente, tratto dall’opera intitolata Sulla Devozione, è
però ritenuto autentico da molti studiosi. In esso Teano fa alcune
precisazioni sulla dottrina numerologica di Pitagora.
_________________
1 Su tutti questi aspetti, cfr. ancora Plant e Waithe, opere e luoghi citati; cfr. inoltre A. B. Deakin, (2013), Theano: the world's first female
mathematician?, International Journal of Mathematical Education, Science and Technology, 44 (3): pp. 350–364.
Ho appreso che molti fra i Greci credono che Pitagora abbia detto che tutte le
cose sono generate dal numero. La stessa asserzione pone una difficoltà: come
possono cose che non esistono essere concepite addirittura come capaci di
generare? Ma egli non ha detto che tutte le cose provengono dal numero,
quanto in accordo con il numero, in base al fatto che l’ordine sta in primo luogo
nel numero ed è per partecipazione a un ordine che un primo , un secondo, e così
via, sono attribuiti in sequenza alle cose che sono contate.
Teano, Sulla devozione.
• Teano sostiene che il numero non è un ente che esiste a
prescindere dalle cose; esso, perciò, non può essere pensato come
principio capace addirittura di generarle.1 Esso rappresenta ed
esprime un ordine superiore, che suo tramite si comunica alle varie
realtà, ed è in base a tale ordine che esse possono essere
numerate e gerarchizzate.2
_______________
1 Questa osservazione sembra essere in accordo con quanto sostenuto da Ippaso, che poneva come principio non il numero, ma il fuoco
(18 B 7-8 DK).
2 Che secondo i Pitagorici le cose esistano «per imitazione dei numeri» è interpretazione di Aristotele; egli, però, ritiene che il termine
partecipazione – usato da Teano nel passo che stiamo analizzando – sia platonico e non pitagorico (cfr. Metaph. A, 6). Dobbiamo pensare
che Aristotele e l’Accademia non conoscevano il testo in esame? O, visto lo studio accurato che Aristotele fece della dottrina pitagorica, e
delle immagini del pitagorismo che si avevano in ambito accademico, dobbiamo ritenere poco attendibile l’interpretazione attribuita a
Teano, o anche mettere in dubbio l’autenticità del testo?
Al di là di questi interrogativi, si può comunque richiamare che è di nuovo Filolao a porre in rilievo la natura ordinatrice, ma anche la
funzione conoscitiva, del numero (cfr. 44 B 11 DK).
• Il cosmo è manifestazione di una armonia che i numeri sono in
grado di esprimere. Essi non sono quindi principi primi (o ultimi)
nel senso di essere cause produttive delle cose, per quanto la
parola principio possa essere attribuita loro non illecitamente se
visti come parte di un più generale ordine che origina e governa
tutto il cosmo.
• Che per i Pitagorici i numeri non abbiano una realtà in sé, ma
siano nelle cose, è interpretazione riportata anche da Aristotele.
_______________
1 Cfr. ivi, M, 1083b8
[Platone afferma che] i numeri esistono al di fuori delle cose sensibili, [i Pitagorici]
invece dicono che le cose stesse sono numeri.
Aristotele, Metaph. A, 987b27-29.1
• Se davvero riporta le parole di Teano, il brano seguente la vede
esprimere uno dei punti tipici della fede pitagorica nella
sopravvivenza dell’anima e nella giustizia che regola e pervade il
cosmo. Questa concezione risale, in realtà, alla dottrina orfica e,
dunque, potrebbe implicare una visione più ampia, peraltro
anch’essa accolta da Pitagora, ossia la palingenesia.1
_______________
1 Παλιγγενεσία, rinascita, rigenerazione, è forse il termine più antico per indicare la cosiddetta trasmigrazione delle anime. Faceva notare
Servius che Pitagora «non μετεμψύχωσιν sed παλιγγενεσίαν esse dicit » (Aen., 3, 68). Μετεμψύχωσις è termine più tardo e risulta anche meno
usato dai Greci (cfr. E. Rohde, Psyche. Seelencult und Unsterblichkeitsglaube der Griechen, Mohr, Freiburg-Leipzig 1890-1894, p. 378, n.
292).
Se l’anima non è immortale, allora la vita è veramente una festa per i malvagi che
muoiono dopo aver vissuto tanto iniquamente.
Teano, in Clemente di Alessandria, Stromata, IV. 7 (II-III sec.)
• Da alcuni apoftegmi di Teano citati da Stobeo è possibile ricavare
anche una certa visione della sessualità femminile e del rapporto
coniugale.1
• La moglie deve compiacere il marito e non deve avere altri amanti.
All’interno del legame coniugale, pur donandosi interamente al
marito, la donna mantiene la virtù e la castità. É perciò evidente
che bisogna fare una distinzione tra la castità coniugale e
l’astinenza, in quanto la castità della donna sposata consiste nel
fatto che ella non si concederà a nessun’altro che al suo legitimo
consorte.
_______________
1 Cfr. Stobeo, op. cit., IV, 586-587. Ulteriori dettagli in Plant, op. cit., p. 69 e Waithe, op. cit., pp. 13-14. Il termine apoftègma (gr.
ἀπόϕθεγμα, sentenza breve e arguta) indica un detto breve e sentenzioso.
• Questa totale devozione alla fedeltà
coniugale sembra rivelare che la
responsabilità della donna è quella di
creare e mantenere l’armonia nel
nucleo familiare, che comprende
anche la prole, da allevarsi secondo
principi di giusta misura ed equilibrio.
• La casa è come uno stato in piccolo e
se in essa regna armonia e ordine –
quell’ordine che è insito nella
costituzione dello stesso universo –
così sarà anche per la società civile e
per lo stato.
Hera, moglie di Zeus, dea del matrimonio, della fedeltà
coniugale e del parto. Affresco pompeiano.
1.3. Arignote
• Arignote è segnalata dalle fonti come allieva di Pitagora e di Teano,
ma anche come loro figlia.1
• Fu una scrittrice prolifica, a giudicare dai titoli che Suidas le
attribuisce: Le Bacchiche; Sui misteri di Demetra; Discorso sacro;
Misteri dionisiaci.2
• Non possediamo le opere, però i titoli rivelano un forte interesse di
Arignote per l’arcano e il misterico, sicuramente anche per
l’oltretomba e il destino dell’anima dopo la morte.
_______________
1 Cfr. Suidas, Pitagora, π3120; Teano, ϑ84; Arignote, α 3872
2 Suidas, loc. cit. Porfirio fa riferimento a scritti di Arignote (e di Muia) ma non è chiaro se fossero ancora esistenti ai suoi tempi. Cfr. op.
cit., 4 e infra.
• Alcuni studiosi ritengono che il seguente passo possa essere
attribuito ad Arignote.1
• Rispetto a quanto detto da Teano, Arignote sembra concedere al
numero uno specifico potere causale. Ma forse l’opposizione è solo
apparente, poichè entrambe potrebbero convenire sul fatto che il
ruolo del numero non consiste nel produrre le cose, bensì nel
fondare l’accordo tra limite e illimite, ossia l’armonia che consente
il generarsi del cosmo.
_______________
1 Cfr. A. Delatte, Etudes sur la littérature Pythagoricienne, Bibliotheque de l'Ecole des Hautes Etudes, 217, Paris, 1915; P. Gorman,
Pythagoras, A Life, Routledge & Kegan Paul, Boston 1979, p. 90; M. E. Waithe, op. cit., p. 12.
La realtà eterna del numero è la più provvidenziale causa del cielo, della Terra e
della regione di mezzo nel loro insieme. Similmente, è il fondamento della
perpetua esistenza di dei e demoni, così come degli uomini divini.
Arignote, Discorso sacro
• Questo sarebbe in sintonia con quanto affermato da Filolao.
La natura nel cosmo risulta dell’accordo <di elementi> illimitati e limitanti; così il
cosmo nel suo insieme, come tutto quanto in esso.
Filolao, Sulla natura, 44 B 1 DK, in D. Laerzio, op. cit., VIII 85.
Pitagora e Filolao (V-IV sec. a.C.) intenti a studiare
il suono e l’armonia (raffigurazione medievale). La
musica è l’espressione dell’accordo e dell’armonia
che pervadono tutto il cosmo.
1.4. Muia
• Ci è già noto che le descrizioni sulla famiglia di Pitagora non sono
concordi. Questa è quella tramandataci da Porfirio.1
_________________
1 Che Muia fosse figlia di Teano e Pitagora è però confermato anche da Clemente Alessandrino (II-III s.), Στρωματεῖς (Florilegio), Stobeo,
op.cit., V; Giamblico, op. cit., 30,36; Suidas, op. cit., sotto le voci Teano, ϑ84, Muia, μ,1363
Altri dicono che da Teano, figlia di Pitonatte, cretese di nascita, Pitagora ebbe un
figlio, Telauge, e una figlia, Muia, e, secondo alcuni, anche Arignote (di loro
sarebbero anche rimasti degli scritti pitagorici). Timeo racconta che la figlia di
Pitagora, da fanciulla, diresse a Crotone il coro delle fanciulle, e, da adulta quello
delle donne.
Porfirio, op. cit., 4
• In greco antico, μυῖα significa mosca o tafano, e sembra piuttosto
strano e offensivo che una donna possa chiamarsi così. Ecco però
la spiegazione proposta da Luciano di Samosata (II d.C.), il quale
scrisse un Elogio della mosca (Μυίας Ἐγκώμιον), dove si legge:
Racconta la favola <di Ermotimo di Clazomene, VI a.C.> che una volta c'era una
donna chiamata Mosca, assai bella, ma ciarliera, chiacchierina, e canterina, e rivale
della Luna, che tutte e due erano innamorate d'Endimione. E poi perché quando il
garzone dormiva ella lo svegliava continuamente ruzzando, cantando, ballando,
quegli se ne sdegnò, e la Luna che l'odiava la mutò in mosca: e perciò essa ora
rompe il sonno a tutti quelli che dormono, ricordandosi ancora di Endimione, e spe-
cialmente ai più giovani e più delicati. E quel suo mordere, e quel suo desiderio di
sangue non è ferocia, ma segno di amore che porta ai giovani, dei quali ella gode
come può, e ne sfiora la bellezza. Fu ancora negli antichi tempi una donna di questo
nome, poetessa, molto bella e savia. Ed un'altra cortigiana famosa in Atene, della
quale il poeta comico diceva: Questa Mosca gli ha morso proprio il cuore. Così la
leggiadria comica non sdegnò, e la scena non ributtò il nome della mosca: né i
genitori hanno a vergogna di chiamare così le loro figliuole.
• Purtroppo Luciano è evasivo sulla nostra Muia.
• Figlia o meno di Pitagora, Muia faceva comunque parte della
cerchia delle donne pitagoriche.1 Questo rende verisimile l’ipotesi
che fosse anch’essa versata nel settore delle scienze matematiche
e, come ci dice Porfirio, in quello musicale, dove eccelleva così
tanto da essere capace di guidare da piccola il coro delle fanciulle
e, più avanti, quello delle adulte.
______________
1 Cfr. Giamblico, op. cit., dove si riporta che Muia era «la moglie di Milone Crotoniata», il grande atleta (Diodoro Siculo, Bibl. Hyst., XII,5) e
lottatore (Erodoto, Storie, III 133 ss.), la cui casa sarà luogo dell’eccidio ordito dai nemici di Pitagora, i quali appiccarono un incendio che
uccise quasi tutti i presenti. Le fonti non sono concordi sulla questione se tra le vittime vi fosse o meno lo stesso Pitagora (cfr. (14 16 DK).
Avrei molte cose da dire di Mosca la Pitagorica, se la sua storia non fosse nota a tutti.
Ibidem.
• Abbiamo già riportato l’informazione di Porfirio su Muia autrice di
opere che sfortunatamente si sono perdute senza lasciare tracce
significative.
• La tradizione ha conservato una lettera attribuita a Muia per
quanto si tratti, con tutta probabilità, di un apocrifo, sebbene non
sia da escludere che possa essere relativamente antico.1
• Indirizzata a una certa Fillide, la lettera, richiamandosi ai criteri
pitagorici di armonia ed equilibrio, si sofferma su come scegliere
una buona nutrice. Vediamo alcuni passaggi.
______________
1 Secondo H. Thesleff (The Pythagorean texts of the Hellenistics period, Turku 1965, p. 102) la lettera risalirebbe al III s. a.C.
• Una tale donna, meglio se greca, sarà un’ottima scelta soprattutto se
avrà anche latte per nutrire il bambino e se saprà curarlo con attenzione e
fermezza.
• Non si devono fare continui bagnetti al bambino, prosegue la
lettera, bensì uno ogni tanto. L’acqua deve essere tiepida, così
come l’ambiente nel quale si cresce il piccolo.
Muia a Fillide, salute.
diretti a te ecco i miei consigli, ora che sei diventata madre. Scegli una balia idonea e
pulita, una donna sobria lontana da torpore e ubriachezza.
Se è dato altro cibo, esso dovrà essere il più semplice possibile. Si deve star lontani
dal vino perché ha potenti effetti; in alternativa lo si può abbinare con molta
moderazione e sporadicamente al pasto serale a base di latte.
• Nell’insieme il bambino va cresciuto con equilibrio e nel rispetto dei
tempi dello sviluppo, evitando ogni eccesso ma badando anche a
fortificarne il carattere. È un modo saggio di educare che proviene
dal seguire la natura stessa.
• Anche nel campo dell’allevamento dei figli bisogna ricreare
quell’armonia che è insita nell’ordine della Natura.
• Armonia che pare ricollegarsi alla massima delfica del «Nulla
troppo», ossia a quel giusto mezzo alla base di ogni equilibrio e
saggezza, aspetti che risuonano con l’ordine dell’universo.
In ognuna di queste faccende, la Natura anela a ciò che è giusto per essa, e non
alle cose confortevoli.
Demetra (Δημήτηρ, a sinistra),
figlia di Crono e Rea, regola la
natura, i raccolti e le messi.
Associata, insieme a sua figlia
Persefone (Περσεφόνη, a destra) –
detta anche Kore (Κόρη, fanciulla)
e dai romani Proserpina – alla
religione misterica e i Misteri
Eleusini.
Nella mitologia romana la sua
figura corrisponde a quella di
Cerere, mentre vi sono forti
somiglianze con la dea anatolica
Cibele.
1
Appendice
1. Gli scritti di Pitagora
• Su Pitagora scrittore Diogene Laerzio fornisce le seguenti notizie.
6. Alcuni dicono che Pitagora non lasciò alcuno scritto; e cadono in errore. Eraclito, in effetti,
[…] dice «Pitagora, figlio di Mnesarco, praticò l’indagine più di tutti gli altri uomini e, facendo
una selezione di questi scritti, costruì la propria sapienza, caratterizzata da grande erudizione,
anche se da poca arte». Disse così perché Pitagora, all’inizio del suo trattato di filosofia della
natura, afferma: «No, per l’aria che respiro, no, per l’acqua che bevo, giammai riceverò biasimo
per questa mia opera». Da Pitagora sono state scritte tre opere: L’Educazione, La Politica, La
Natura.
7. Ma quella che è tramandata come opera di Pitagora è del pitagorico Liside di Taranto, che
andò in esilio a Tebe e istruì Epaminonda.
Eraclide, figlio di Serapione, dice nella sua Epitome di Sozione che egli scrisse anche un
poema Sull’universo e, per secondo, il Discorso Sacro, il cui inizio era così: «O giovani, onorate
con rispettoso silenzio tutto ciò che segue».
In terzo luogo scrisse l’opera Sull’Anima, in quarto luogo quella Sulla Pietà, in quinto luogo
Elotale, il padre di Epicarmo di Coo, in sesto luogo Crotone, e altro. Il Discorso Mistico dicono sia
di Ippaso, e che sia stato scritto al fine di calunniare Pitagora; inoltre, sono stati attribuiti a
Pitagora molti altri scritti, dovuti ad Astone di Crotone.
Diogene Laerzio, op. cit., VIII, 6-7.
Renato Curreli
Curriculum
Laurea
Filosofia; votazione 110 e Lode. Tesi su: Musica e linguaggio in Schönberg (lavoro interdisciplinare ambientato nella Vienna del
primo ‘900; temi trattati: creazione musicale, musicologia, linguaggio musicale e verbale, filosofia, logica – con, in particolare, riflessioni
sul Tractatus logico-philosophicus di L. Wittgenstein).
Carriera professionale
Docenza nei Licei Classici di Cagliari – Disciplina: Filosofia e Storia.
Iscritto, in qualità di docente e studioso della materia, alla Società Filosofica Italiana.
Per ulteriori informazioni, si rimanda alle altre voci del presente Curriculum.
Concorsi superati
1) Concorso ordinario per la cattedra di Filosofia e scienze dell’educazione ( e relativa abilitazione).
2) Concorso ordinario per la cattedra di Filosofia, scienze dell’educazione e storia (e relativa abilitazione).
Pubblicazioni su supporto cartaceo
Interventi, recensioni librarie o musicali, etc. su riviste o bollettini di varia natura.
La sperimentazione sul testo filosofico, in Bollettino Filosofico Sardo (Società Filosofica Italiana), n°3/4, 1995, pp.70-76.
Teorie filosofiche e mentalità magica nel pensiero occidentale dalle origini al 1600, nel volume Inquisizione, magia e stregoneria in
Sardegna (a cura di S. Loi), AM&D Edizioni, Cagliari 2003, pp. 239-278.
Pubblicazioni on line
1) Aristotele, 2004, nel sito internet http://www.liceoeleonora.com/ArchivioEle07/filosofia
2) D. Hume, 2005, nel sito internet http://www.liceoeleonora.com/ArchivioEle07/filosofia
3) L. Wittgenstein, 2005, nel sito internet http://www.liceoeleonora.com/ArchivioEle07/filosofia
4) Epistemologia, 2005, nel sito internet http://www.liceoeleonora.com/ArchivioEle07/filosofia
Nota: la sezione “Filosofia” del sito è valutata come una delle migliori in Italia da M. Sacchetto et al., “L’esperienza del Pensiero”,
Loescher, 2006. Questi materiali – aggiornati e riveduti – sono al momento in via di nuova pubblicazione nel mio sito personale:
• Lo studio della filosofia (https://sites.google.com/view/lo-studio-della-filosofia/home)
Formazione in scuole private
1) Corso di formazione professionale su linguaggi di programmazione; attestato rilasciato da Istituto Europeo di Informatica (Monza) e
riconosciuto da Honeywell – Bull (1990-91).
2) Corso di lingua Inglese presso la Frances King School di Londra con conseguimento del relativo attestato di livello Upper-intermediate,
riconosciuto dal British Council (1995).
3) Corsi di lingua Inglese presso Anglo-American Centre di Cagliari, scuola riconosciuta dalla Cambridge University. Anni 95-96 e 99-2000.
Livello certificato: Advanced/C1.
Corsi di aggiornamento professionale frequentati
1) Storiografia filosofica e insegnamento della filosofia; IRRSAE, 1992. Direttore: Prof. M.Teresa Marcialis (Università di Cagliari).
2) Religiosità e Scienza nella cultura greca; IRRSAE, 1994.
3) La didattica del testo filosofico; IRRSAE, 1995. Direttore: Prof. M.T. Marcialis (Università di Ca).
4) La didattica breve e la qualità totale della scuola; 1997 (esperti vari)
5) Corso di sociologia; 1998. Direttore: Prof. Anna Oppo (Università di Cagliari).
6) Tecniche di comunicazione e di counselling nelle relazioni di aiuto; 2000. Condotto dal dr. Ireneo Picciau.
7) Progettare il P.O.F. nella scuola dell’autonomia; 2000 (esperti vari).
8) Comunicazione non verbale e linguaggi espressivi al servizio della relazione. Seminario a cura del dr. Johan Dhaese, 2005.
9) La Comunicazione efficace; 2015-16. Corso di Autoformazione guidato dalla dr. Franca Sau.
10) Presentation skills; ANIL - EF Academy, 2017. Seminario condotto dal dr. John Dohrmann.
11) Filosofia e Scienze nel pensiero antico, moderno e contemporaneo; 2018 (condotto da docenti dell’Università di Cagliari).
12) La crisi dei fondamenti in Matematica tra Ottocento e Novecento; 2019 ( ciclo di 12 lezioni tenute da docenti Unica e altre università).
Progetti ideati, realizzati e coordinati in ambito professionale
1) Progetto Istat (in collaborazione con i docenti A. Raimondi e M.T. Satta): ricerca biennale (1996-1998) metodologica e statistica sulla
scuola svoltasi con il coinvolgimento di Istat e alunni dell’Istituto “E. D’Arborea”. I lavori sono esposti nel volume Pianeta Scuola, agli atti
della sede Istat di Cagliari.
2) Gruppo musicale scolastico 1997-2007: costituzione e coordinazione di vari gruppi musicali con allestimento di spettacoli in ambito
scolastico, in collaborazione con i docenti musicisti F. Fois, G. Calia, G. Baldino, M. Farigu, A. Leone e vari allievi. Apporto personale:
chitarra acustica/elettrica e voce.
3) Progetto Metropolis (in collaborazione con le docenti G. Baldussi e R. Mulas), 1998-99: ciclo di conferenze sulla città e le sue
implicazioni culturali tenute da vari docenti universitari e valido come corso di aggiornamento per gli insegnanti delle scuole superiori.
4) Organizzazione e coordinazione di Concorso di Poesia, in collaborazione con la docente A. Lampis (anni 1998- 2003).
5) Laboratorio di Filosofia presso il Liceo Classico G. Siotto Pintor - Cagliari (in qualità di Referente per le Olimpiadi di Filosofia - 2018-19
presso lo stesso istituto).
6) Progetto Lectio, Laboratorio di filosofia (presso il Liceo Classico G. Siotto Pintor - Cagliari); 2019-20.
Incarichi in campo professionale
Funzione Obiettivo (area attività docente): anno scolastico 2000-2001
Partecipazione a gruppi di lavoro su tematiche scientifiche
1) Partecipazione al seminario ristretto (a invito) Fondamenti dell’Intelligenza Artificiale, ideato dal prof. S. Tagliagambe (ordinario di
Epistemologia) e condotto dall’ing. P. Scaruffi. Maggio 1990, Università degli studi di Cagliari.
2) Come aderente alla Società Filosofica Italiana (sez. di Cagliari; socio fondatore), partecipazione al Corso di approfondimento di
Logica e Epistemologia tenuto dal prof. S. Tagliagambe presso l’Università di Cagliari (Facoltà di Filosofia). 1991.
3) Partecipazione a un gruppo di studio ristretto coordinato dal prof. G. Movia, ordinario di Filosofia Antica nella facoltà di Cagliari, e
incentrato su lettura, analisi e commento di dialoghi diPlatone. 1992.
Incarichi culturali e organizzativi
Componente (anni ‘96-’99) del comitato di redazione del Bollettino Filosofico Sardo, rivista (finanziata dalla regione Sardegna) della
sezione di Cagliari della Società Filosofica Italiana. La rivista sotto la direzione della prof. M.T. Marcialis (direttore del Dipartimento di
Filosofia di Cagliari), anni ‘96-’99, ha ospitato interventi di ricercatori locali, ma anche di importanti docentiuniversitari della penisola.
Partecipazione a iniziative culturali
1) Socio fondatore della Piccola Compagnia d’Arte, iniziativa non-profit (aderente al Circolo AICS), ideata e presieduta dalla
danzatrice e coreografa Valeria Crepaldi, con finalità artistiche eculturali relative alle arti coreutiche. 1999.
2) Negli anni 2001-2003, Cantore (registro tenore) nel coro polifonico Studium Canticum (ex CPF). Il coro – direttrice Stefania Pineider;
direttore artistico m° Ettore Carta; preparatrice vocale Franca Devinu – ha partecipato a iniziative musicali di elevato livello artistico.
Docenza in Corsi di Formazione per insegnanti
Docente formatore nei corsi per il conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento in Filosofia escienze dell’educazione:
1) Febbraio-Maggio 2001 (presso Liceo “Pacinotti”, Cagliari);
2) Dicembre-Febbraio 2001-02 (idem)
Nomina in Commissioni esaminatrici
Supervisore nella Commissione giudicatrice degli Esami di Stato nella Scuola di Specializzazione SSIS – Università degli studi di Cagliari.
Scienze Umane; 2008
Lezioni e Conferenze
1) Lezione Intranet (nell’Istituto ”E. D’Arborea” di Cagliari) su: Metafisica e Scienza da Hume aPopper.
2) Lezione on line sul sito Eschola: Lineamenti di metodologia scientifica da Galilei a Popper.
3) Relatore nella conferenza su Religione Magia e Filosofia svoltasi nella sede consiglio comunale di Villasor (aprile 2003). Titolo della
relazione: Magia dotta e magia popolare.
4) Coordinatore nella conferenza di presentazione del testo Inquisizione, magia e stregoneria in Sardegna (a c. di S. Loi), AM&D,
Cagliari 2003. Villasor, sede consiglio comunale, Gennaio 2004.
5) Coordinatore e relatore nella conferenza di presentazione e discussione del testo Inquisizione,magia e stregoneria in Sardegna (a
c. di S. Loi), AM&D, Cagliari 2003. Carbonia, Biblioteca Comunale, Marzo 2004.
6) Coordinatore della Conferenza Catastrofi dell’immediatezza, relatore Silvano Tagliagambe (professore emerito di Epistemologia);
Aula Magna G. Siotto-Pintor – Cagliari; 28/03/2019.
7) Coordinatore della Conferenza Intelligenza Artificiale, relatore Marco Giunti (Professore di Filosofia e Teorie della comunicazione –
Università di Cagliari) – Aula Magna G. Siotto-Pintor – Cagliari; 13/11/2019.
8) Ciclo di lezioni all’Università della Terza Età di Cagliari con le seguenti tematiche:
Il problema mente-corpo; a.a. 2019-20;
Riflessioni su Metafisica A di Aristotele; a.a. 2020-21;
Piacere e Dolore nell’esistenza umana; a.a. 2021-22.
9) Ciclo di conferenze presso Università della Terza Età di Quartu su Tre riflessioni sull’EsistenzaUmana, Maggio, 2021;
Formazione CLIL
1) Partecipazione – con superamento delle varie prove in itinere e conseguimento del relativo attestato – al Corso di Perfezionamento
per Insegnamento di discipline non linguistiche in linguastraniera secondo la metodologia CLIL, Università di Pisa – CAFRE; 2014.
Direttore prof. F. Favilli, Università di Pisa.
2) Partecipazione alla giornata di formazione Clil: Lingua e contenuti per una innovazione organizzativa e didattica del fare scuola;
2014. Relatore Andrew Howarth, Pearson educationalconsultant.
3) Partecipazione al corso formativo CLIL organizzato da I.I.S. G. Deledda – Cagliari, scuola polorete nazionale CLIL, Dirigente prof.ssa
D. Diomedi. 2014.
Studi musicali
Studi musicali con insegnante privato.
Strumenti: drums e percussioni varie; chitarra acustica ed elettrica.
Renato Curreli
.
Ideato e realizzato da
Renato Curreli
Docente di Filosofia e Storia
Liceo Classico Statale G. M. Dettori – Cagliari
Visita il mio sito didattico:
https://sites.google.com/view/lo-studio-della-filosofia/home
Nota: Testi e schemi grafici sono produzioni originali dell’autore. Laddove si facciano citazioni, si riporta la fonte ed eventualmente si rimanda alla bibliografia.
L’origine delle immagini è invece Internet, a cui si rinvia per il reperimento di ulteriori informazioni. L’autore quindi non possiede alcun diritto relativo a tali immagini e
ne ha fatto uso per puri e soli scopi didattici.

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  • 1. . DONNE DEE E SAPIENTI ALLE ORIGINI DEL PENSIERO GRECO PARTE PRIMA RENATO CURRELI
  • 2. Immagine di copertina: Afrodite e Eros, copia romana di un originale greco, II sec., Hermitage.
  • 3. ▪ Introduzione • Tutti sanno dell’importanza delle divinità femminili nella civiltà greca, per quanto si tratti di un aspetto che viene relegato nel campo di una distante mitologia. • Ma quando si pensa al pensiero, alla scienza e alla creatività artistica dei Greci – nei quali ha origine la cultura occidentale – sembra proprio che questo, pur con qualche rara eccezione, sia un campo dominato da protagonisti maschili.
  • 4. • Eppure, a indagare con attenzione e senza atteggiamenti preconcetti o censori le fonti antiche, si scopre l’esistenza di una cospicua presenza femminile che ha esercitato un certo peso sulla formazione ed evoluzione della cultura greca. • Non solo Dee dunque, ma anche donne umane. Donne dispensatrici di saggezza, capaci di riflessione e di pensiero, talvolta in grado, a vario titolo, di interagire con sapienti e filosofi.
  • 5. • Forse, in alcuni pensatori greci, è anche possibile riscontrare un’attenzione rivolta non tanto a una donna particolare, ma alla sensibilità femminile, o proprio alla femminilità in quanto tale. • Parmenide e Platone, in particolare, hanno così dato vita l’uno a una Dea, l’altro alla sacerdotessa Diotima: entrambe figure femminili circondate da un’ aura di vasta e complessa simbologia, benevole dispensatrici di sapienza autentica, ma profonda e celata, forse non direttamente accessibile all’essere umano maschile.
  • 6. • Procederemo esaminando alcuni aspetti della cultura greca, muovendo dal periodo arcaico e giungendo fino a quello classico. • Sarebbe interessante spingersi anche oltre, ma resteremo entro quest’arco temporale a causa degli stretti limiti che una conferenza impone su un tale vasto argomento.
  • 7. • Vedremo i greci discutere del sacro e del divino, di forme e modi del sapere, di numeri e linee, dell’ordine del Cosmo e delle sue segrete armonie. • Emergeranno così figure di sapienti e di amanti della sapienza (philosophoi) e insieme a loro comparirà una presenza femminile, sia divina – primordiale ed arcana – che umana, forse inaspettata e sorprendente.
  • 8. k Dipinto su legno ritrovato in una grotta a Σικυών, Corinto, e raffigurante una processione sacrificale; VI s. a. C. Museo Archeologico Nazionale, Atene.
  • 9. . • Il termine φιλοσοφία verrà usato nel suo significato più generale di amore per il sapere o di ricerca della conoscenza, e perciò anche di ricerca sistematica e dunque scientifica, considerato che tale era il suo impiego in origine. Fidia (copia romana, I sec. a.C.), Atena (dea della sapienza, della saggezza, della tessitura, dell’arte strategica).
  • 10. 1. Pitagora e le sue donne • Va tenuto presente che il profilo biografico e filosofico di Pitagora di Samo (VI-V sec. a.C.) resta incerto ed enigmatico, dato che le fonti non sono sempre affidabili. • Neppure possediamo informazioni univoche su eventuali suoi scritti, e se scrisse le sue opere andarono perdute già in tempi molto antichi.1 • Pur all’interno di questi limiti, a proposito del nostro argomento di ricerca abbiamo alcune notizie degne di menzione che ci parlano di un circolo femminile che si creò attorno a Pitagora. ________________ 1 Cfr. DK 14 B 17-18; Diogene Laerzio (II-III sec.) pare propendere per una risposta affermativa, ma con molte riserve (Vite, VIII, 6-7). Cfr. infra, Appendice.
  • 11. . Andato in Egitto e fattosi discepolo degli Egizi, per primo introdusse in Grecia la filosofia nei suoi vari generi, e si segnalò in modo particolare nella scienza dei sacrifici e dei riti celebrati nelle solennità religiose. Isocrate, Elogio di Busiride, 28. Da sinistra: Osiride e Atum, Tomba di Nefertari, XIX dinastia. Osiride, forse in origine re d’Egitto, fu ucciso e fatto a pezzi dal fratello Seth. La moglie Iside (a. eg. Aset) ne ricomporrà le membra e lo riporterà in vita. I due genereranno un figlio, Horus, che vendicherà il padre. Osiride è associato al regno dei morti. Atum è divinità solare, in particolare correlata col sole al tramonto, esprimendo così il lato vespertino di Ra. Da notare la presenza dell’ Ankh, la chiave della vita. • Isocrate (V-IV a.C.), mette in rilievo l’importanza dell’Egitto nella formazione di Pitagora.
  • 12. . Statua di Horus, il dio falco, una delle più importanti divinità dell’antico Egitto. Col tempo si assiste ad una sovrapposizione di Ra, il dio Sole, e Horus. Nelle due raffigurazioni è, infatti, possibile notare che sul capo del dio Falco risplende il disco solare.
  • 13. . (a sinistra) Iside, dea madre, della generazione e della fertilità, conoscitrice di potenti rituali magici. La statuetta è una delle tante che la ritrae con in grembo il figlio Horus (IV sec. a.C.?). (sopra) Rovine del tempio di Isis a Delo (II sec. a.C.), testimonianza della diffusione in Grecia del culto della Dea.
  • 14. • Ci è pervenuta anche notizia di una possibile iniziazione di Pitagora in terra di Babilonia. ________________ 1 Giamblico di Calcide (Siria), II-IV sec. d.C. Quando poi Cambise occupò l’Egitto [525 a.C.], si narra che [Pitagora] fu fatto da questi prigioniero là, mentre si trovava coi sacerdoti. E condotto a Babilonia, fu iniziato ai riti di quei barbari. Ora, Cambise fu contemporaneo alla tirannia di Policrate [a Samo], per fuggire la quale Pitagora era passato in Egitto. Theologumena Arithmetica (attr. Giamblico1), DK 14, B8 Il re babilonese Hammurabi (in piedi), riceve da Shamash (creduto anche Marduk), divinità solare della giustizia simboli del potere e del diritto (bastone e cerchio). Parte superiore della stele del Codice di Hammurabi, Louvre.
  • 15. K . (a sinistra) Raffigurazione di Marduk (IX s. a.C.), re degli dei e protettore di Babilonia. Ai piedi del dio, il fedele mušḫuššu , il feroce serpente. (a destra) Ištar (derivazione della sumera Inanna), dea dell’amore e della fertilità ma anche della guerra e delle forze della natura. Poteva donare all’uomo sapienza e potere. Venerata a Babilonia e in altri importanti centri mesopotamici.
  • 16. • Una fonte più tarda, Diogene Laerzio (II-III d.C.), ci informa però che decisiva per la formazione di Pitagora fu una donna greca. Rovine del Tempio di Apollo a Delfi Anche Aristosseno afferma che Pitagora ricevette la maggior parte delle credenze morali da Temistoclea, sacerdotessa di Delfi. D. Laerzio, Vite dei filosofi, VIII 8.
  • 17. ➢ Approfondimento 1. Le opere di Aristotele e Aristosseno sul pensiero pitagorico • Nell’antichità classica vi furono alcuni studi di particolare importanza sul pensiero pitagorico, purtroppo andati perduti, sebbene ci restino di essi alcuni frammenti. Aristotele (IV a.C.), all’interno delle sue molteplici ricerche sui più svariati campi dello scibile, ha dedicato un ampio spazio al pensiero pitagorico. Abbiamo inoltre notizia delle seguenti monografie: 1) Περὶ τῶν Πυϑαγορείων, Sui Pitagorici, opera di Aristotele di Stagira (IV a.C.). 2) Ancora ad Aristotele è attribuito un altro titolo che, con tutta probabilità, è riferito ad un’ulteriore scritto sull’argomento. Si tratta di Πρòς τοὺς Πυϑαγορείους, Contro i Pitagorici. Tenendo conto dei tipici procedimenti di Aristotele, è pensabile che nella prima opera esponesse il pensiero pitagorico, mentre nella seconda formulasse possibili obbiezioni critiche contro di esso. Aristosseno di Taranto (IV a.C.) – figlio di un seguace di Socrate e allievo, a sua volta di Aristotele – oltre che ai tradizionali temi filosofici, rivolse particolare attenzione alla musica e alla teoria del Bello, divenendo un’autorità sull’argomento. Aristosseno, che in gioventù era stato allievo di alcuni maestri pitagorici, dedicò a Pitagora e ai suoi seguaci i seguenti studi: 1) Πυϑαγόρου βίος, Vita di Pitagora; 2) Περὶ Πυϑαγόρου καὶ τῶν γνωρίμων αὐτοῦ, Su Pitagora e i suoi allievi; 3) Περὶ τοῦ Πυϑαγορικοῦ βίου, La vita pitagorica; 4) Πυϑαγορικαὶ ἀποφάσεις, Massime pitagoriche.
  • 18. 2. La fama di Pitagora _________________ 1 Porfirio (III-IV d.C.) è un autore di impostazione neoplatonica, allievo diretto di Plotino. Dicearco racconta che appena Pitagora giunse in Italia e si stabilì a Crotone, come uomo che la fama di lunghi viaggi faceva apparire straordinario, e che, quanto a doti personali, era ben provvisto dalla fortuna (era infatti di grande e nobile aspetto, e aveva grandissima grazia e dignità nella voce e nei modi e in tutto il tenore di vita) […] (il brano prosegue raccontando che Pitagora parlò, suscitando consensi, sia al Consiglio degli anziani che ai giovani e alle donne) e fu per lui organizzata un’adunanza di donne. In tal modo crebbe la sua fama, e molti gli divennero compagni […], non solo uomini, ma anche donne, una delle quali rimase famosa, Teano […] Porfirio1, Vita di Pitagora, V; 14 A 8a DK. Raffigurazione ideale di Pitagora
  • 19. , […] egli superò tanto gli altri per fama, che tutti i giovani aspiravano a essere suoi discepoli, e gli anziani vedevano più volentieri che i loro figli si intrattenessero con lui, che occuparsi degli interessi di famiglia. Isocrate, Elogio di Busiride, 28. ▪ Fine Ritratti ideali di Pitagora • Ancora Isocrate ci informa che l’insegnamento di Pitagora suscitò vasti consensi.
  • 20. 1.1. Temistoclea • Stando a quanto disse Aristosseno, è Temistoclea, e dunque una donna, ad aver dato a Pitagora un impulso di particolare importanza per l’esplorazione del mondo morale e forse anche, possiamo suppore, per la sua crescita personale. • Non disponiamo di dati attendibili su Temistoclea. Possiamo congetturare sia vissuta intorno al VI secolo e che, in quanto sacerdotessa di Delfi, esercitasse la funzione di Pizia nel santuario dedicato ad Apollo, punto di riferimento per tutta la grecità.
  • 21. • In quanto sacerdotessa di Apollo, la Pizia aveva il compito di vaticinare e dare un responso al devoto che, come tanti altri, si recava in pellegrinaggio a Delfi per interrogarla. • Esercitando tale alta funzione, è probabile che Temistoclea sviluppasse una propria personale saggezza, i principi della quale avrebbe comunicato a Pitagora. • Tutto ciò sarebbe coerente con l’operato di altre Pizie che, ispirate dal dio, diedero alla cultura greca un grande contributo per la formazione di una coscienza apollinea.
  • 22. • Interessante a proposito è l’indagine che già gli autori antichi svolsero sulle origini del famoso detto Conosci te stesso, fatto poi proprio da Socrate. • Stobeo, nel riportare passi dell’opera di Porfirio Sul "Conosci te stesso", il quale a sua volta riecheggiava quanto scritto da Aristotele nel dialogo perduto Sulla Filosofia, ci informa che una delle possibilità è che il detto, suscitato dal Dio, fosse stato creato dalla Pizia Femonoe.1 _________________ 1 Cfr. Porfirio, Sul “Conosci te stesso”, in Stobeo III, 21, 26; cfr. Aristotele, Sulla Filosofia, fr. 3. Poco sappiamo di Giovanni Stobeo, vissuto nel V d.C., di cui ci è pervenuta un’opera, probabilmente unitaria in origine, Εκλογῶν ἀποϕϑεγμάτων ὑποϑηκῶν βιβλία τέσσαρα, Egloghe, massime, insegnamenti (quattro libri), molto importante come raccolta di citazioni tratte da scritti per noi perduti. Di Femonoe si narrava fosse figlia di Apollo, o di Delphos, eroe e mitico fondatore di Delfi, forse egli stesso figlio di Apollo. Femonoe è ricordata anche come poetessa e inventrice dell’esametro, sebbene a tal proposito sia annoverata anche Fanotea.
  • 23. • È ancora il dialogo Sulla filosofia, in un passo conservatoci da Plutarco (I-II d.C.), a darci indicazione di quanto la sapienza delfica abbia influito sulla cultura greca.1 • Direttamente ispirata da Apollo, la Pizia diveniva veicolo del suo messaggio. E forse, come conseguenza di questa unione con il divino, giungeva in alcuni casi ad elaborare una propria visione delle cose e della vita. _________________ 1 Plutarco (46/48 – 125/127 d.C.), oltre che studioso e scrittore, fu sacerdote del tempio di Delfi. [...] tra le iscrizioni che si trovano a Delfi, quella più ispirata dal dio sembra essere il “conosci te stesso”, che a Socrate dette il punto di partenza del suo dubitare e il suo ricercare. Aristotele, Sulla Filosofia, fr. 1; in Plutarco, Adversus Colotem, 20 p.1118 c.
  • 24. • Probabile che tale sia stato il percorso delle grandi figure di sacerdotesse, come Femonoe, così come è possibile sia stato per Temistoclea. • Tali racconti potrebbero avere un fondo di verità, perché nulla vieta di pensare che alcune sacerdotesse, particolarmente portate alla riflessione, ricavassero insegnamenti dalla loro esperienza e decidessero di comunicarli attraverso la forma della sentenza o del componimento poetico.
  • 25. . John Collier, Priestess of Delphi (1891). Sebbene trasfigurato dalla fantasia dell’artista, il soggetto del dipinto conserva echi delle descrizioni plutarchee. Pittore di Kodros (V a.C.): tondo di kúlix raffigurante Egeo, re di Atene, che consulta la dea Themis in veste di oracolo di Delfi. Pizia o Pitia (Πυϑία): così era chiamata la sacerdotessa di Apollo del santuario di Delfi. Il termine sembra derivare da Pito (Πῦϑώ), antico nome del tempio, della regione e della stessa città di Delfi, correlato a sua volta con Pitone (Πύϑων), il drago o serpente guardiano del santuario, ucciso da Apollo, che dopo questa impresa si impadronì del tempio e si fregiò dell’appellativo di Pitico (ὁ Πύϑιος, il Pizio).
  • 26. 1.2. Teano di Crotone • Giunto dunque in Italia, forse dopo una certa peregrinazione, Pitagora aprì a Crotone una scuola dove ebbe molti seguaci, ma il suo verbo si diffuse anche in altre parti della penisola e dell’Ellade. • Giamblico ha stilato un lunga lista dei discepoli di Pitagora assurti alla notorietà, conclusa la quale prosegue con un cospicuo elenco di «donne pitagoriche più famose […]. In tutto, 17.»1 _________________ 1 Cfr. Giamblico, Vita di Pitagora, 267. Aristosseno racconta che Pitagora, a quarant’anni, vedendo la tirannide di Policrate farsi più dura di quanto fosse lecito a un uomo libero sopportare un predominio assoluto, partì per l’Italia. Porfirio, Vita di Pitagora, 9.
  • 27. • Tra queste donne è citata Teano e presentata come moglie del filosofo pitagorico Brontinos. • In altre fonti Teano è però inquadrata come figlia di Brontinos o moglie, oltre che discepola, dello stesso Pitagora.1 • Per risolvere tali ambiguità, alcuni studiosi hanno avanzato l’ipotesi che vi possano essere due distinte Teano. Una originaria dell’isola di Creta, l’altra nativa di Crotone. 2 _________________ 1 Cfr. Suidas, Pitagora, π3120; Teano, ϑ84; D. Laerzio, Vite, VIII, 42-3. 2 Cfr. 14 B 13 DK, nel quale però Porfirio individua come moglie di Pitagora una Teano cretese; I. M. Plant, Women writers of ancient Greece and Rome: an anthology. University of Oklahoma Press, 2004; p. 68. M. E. Waithe, A History of Women Philosophers, I, MNP, Dordrecht-Boston-Lancaster, 1987; p. 12.
  • 28. • La tradizione che fa di Teano la moglie di Pitagora (vissuta, quindi, nel VI-V a.C.) racconta che la coppia ebbe dei figli, ma anche su ciò le fonti non sono concordi. 1 • Per il nostro discorso è però interessante che da queste informazioni emergano, in un modo o nell’altro, le due figure femminili di Muia e Arignote, di cui ci occuperemo a breve.2 • In passato sotto il nome di Teano hanno circolato scritti di carattere morale, raccolte di apoftegmi, riflessioni sull’insegnamento di Pitagora, tutti andati perduti, sebbene sia sopravvissuto qualche frammento di incerta attribuzione.3 _______________ 1 Cfr. Porfirio, Vita, 4; D. Laerzio, l.c., Suidas, l.c. 2 Cfr. R. Cuccioli Melloni, Ricerche sul pitagorismo: Biografia di Pitagora, Compositori, Bologna 1969, p. 8. 3 Cfr. I. M. Plant, op. cit., p. 69 e M. E. Waithe, op. cit., pp. 12 ss.
  • 29. • Conosciamo alcuni titoli di queste opere: Apoftegmi Pitagorici, Consigli femminili, Sulla Virtù, Su Pitagora, Commentari Filosofici, Sulla Devozione. • Altri titoli sembrano rimandare a una produzione trattatistica di tipo scientifico e matematico: Cosmologia, La struttura dell’Universo, Teoria dei Numeri, Teorema della Proporzione Aurea. • A nome di Teano ci sono pervenute anche delle lettere, alcune delle quali ritenute autentiche.
  • 30. • Tutto sommato non vi sono dati certi sulla reale attività di ricercatrice e sugli scritti di Teano, e dunque i pareri dei vari esperti in merito sono ben lontani dall’essere concordi. 1 • Il passo seguente, tratto dall’opera intitolata Sulla Devozione, è però ritenuto autentico da molti studiosi. In esso Teano fa alcune precisazioni sulla dottrina numerologica di Pitagora. _________________ 1 Su tutti questi aspetti, cfr. ancora Plant e Waithe, opere e luoghi citati; cfr. inoltre A. B. Deakin, (2013), Theano: the world's first female mathematician?, International Journal of Mathematical Education, Science and Technology, 44 (3): pp. 350–364. Ho appreso che molti fra i Greci credono che Pitagora abbia detto che tutte le cose sono generate dal numero. La stessa asserzione pone una difficoltà: come possono cose che non esistono essere concepite addirittura come capaci di generare? Ma egli non ha detto che tutte le cose provengono dal numero, quanto in accordo con il numero, in base al fatto che l’ordine sta in primo luogo nel numero ed è per partecipazione a un ordine che un primo , un secondo, e così via, sono attribuiti in sequenza alle cose che sono contate. Teano, Sulla devozione.
  • 31. • Teano sostiene che il numero non è un ente che esiste a prescindere dalle cose; esso, perciò, non può essere pensato come principio capace addirittura di generarle.1 Esso rappresenta ed esprime un ordine superiore, che suo tramite si comunica alle varie realtà, ed è in base a tale ordine che esse possono essere numerate e gerarchizzate.2 _______________ 1 Questa osservazione sembra essere in accordo con quanto sostenuto da Ippaso, che poneva come principio non il numero, ma il fuoco (18 B 7-8 DK). 2 Che secondo i Pitagorici le cose esistano «per imitazione dei numeri» è interpretazione di Aristotele; egli, però, ritiene che il termine partecipazione – usato da Teano nel passo che stiamo analizzando – sia platonico e non pitagorico (cfr. Metaph. A, 6). Dobbiamo pensare che Aristotele e l’Accademia non conoscevano il testo in esame? O, visto lo studio accurato che Aristotele fece della dottrina pitagorica, e delle immagini del pitagorismo che si avevano in ambito accademico, dobbiamo ritenere poco attendibile l’interpretazione attribuita a Teano, o anche mettere in dubbio l’autenticità del testo? Al di là di questi interrogativi, si può comunque richiamare che è di nuovo Filolao a porre in rilievo la natura ordinatrice, ma anche la funzione conoscitiva, del numero (cfr. 44 B 11 DK).
  • 32. • Il cosmo è manifestazione di una armonia che i numeri sono in grado di esprimere. Essi non sono quindi principi primi (o ultimi) nel senso di essere cause produttive delle cose, per quanto la parola principio possa essere attribuita loro non illecitamente se visti come parte di un più generale ordine che origina e governa tutto il cosmo. • Che per i Pitagorici i numeri non abbiano una realtà in sé, ma siano nelle cose, è interpretazione riportata anche da Aristotele. _______________ 1 Cfr. ivi, M, 1083b8 [Platone afferma che] i numeri esistono al di fuori delle cose sensibili, [i Pitagorici] invece dicono che le cose stesse sono numeri. Aristotele, Metaph. A, 987b27-29.1
  • 33. • Se davvero riporta le parole di Teano, il brano seguente la vede esprimere uno dei punti tipici della fede pitagorica nella sopravvivenza dell’anima e nella giustizia che regola e pervade il cosmo. Questa concezione risale, in realtà, alla dottrina orfica e, dunque, potrebbe implicare una visione più ampia, peraltro anch’essa accolta da Pitagora, ossia la palingenesia.1 _______________ 1 Παλιγγενεσία, rinascita, rigenerazione, è forse il termine più antico per indicare la cosiddetta trasmigrazione delle anime. Faceva notare Servius che Pitagora «non μετεμψύχωσιν sed παλιγγενεσίαν esse dicit » (Aen., 3, 68). Μετεμψύχωσις è termine più tardo e risulta anche meno usato dai Greci (cfr. E. Rohde, Psyche. Seelencult und Unsterblichkeitsglaube der Griechen, Mohr, Freiburg-Leipzig 1890-1894, p. 378, n. 292). Se l’anima non è immortale, allora la vita è veramente una festa per i malvagi che muoiono dopo aver vissuto tanto iniquamente. Teano, in Clemente di Alessandria, Stromata, IV. 7 (II-III sec.)
  • 34. • Da alcuni apoftegmi di Teano citati da Stobeo è possibile ricavare anche una certa visione della sessualità femminile e del rapporto coniugale.1 • La moglie deve compiacere il marito e non deve avere altri amanti. All’interno del legame coniugale, pur donandosi interamente al marito, la donna mantiene la virtù e la castità. É perciò evidente che bisogna fare una distinzione tra la castità coniugale e l’astinenza, in quanto la castità della donna sposata consiste nel fatto che ella non si concederà a nessun’altro che al suo legitimo consorte. _______________ 1 Cfr. Stobeo, op. cit., IV, 586-587. Ulteriori dettagli in Plant, op. cit., p. 69 e Waithe, op. cit., pp. 13-14. Il termine apoftègma (gr. ἀπόϕθεγμα, sentenza breve e arguta) indica un detto breve e sentenzioso.
  • 35. • Questa totale devozione alla fedeltà coniugale sembra rivelare che la responsabilità della donna è quella di creare e mantenere l’armonia nel nucleo familiare, che comprende anche la prole, da allevarsi secondo principi di giusta misura ed equilibrio. • La casa è come uno stato in piccolo e se in essa regna armonia e ordine – quell’ordine che è insito nella costituzione dello stesso universo – così sarà anche per la società civile e per lo stato. Hera, moglie di Zeus, dea del matrimonio, della fedeltà coniugale e del parto. Affresco pompeiano.
  • 36. 1.3. Arignote • Arignote è segnalata dalle fonti come allieva di Pitagora e di Teano, ma anche come loro figlia.1 • Fu una scrittrice prolifica, a giudicare dai titoli che Suidas le attribuisce: Le Bacchiche; Sui misteri di Demetra; Discorso sacro; Misteri dionisiaci.2 • Non possediamo le opere, però i titoli rivelano un forte interesse di Arignote per l’arcano e il misterico, sicuramente anche per l’oltretomba e il destino dell’anima dopo la morte. _______________ 1 Cfr. Suidas, Pitagora, π3120; Teano, ϑ84; Arignote, α 3872 2 Suidas, loc. cit. Porfirio fa riferimento a scritti di Arignote (e di Muia) ma non è chiaro se fossero ancora esistenti ai suoi tempi. Cfr. op. cit., 4 e infra.
  • 37. • Alcuni studiosi ritengono che il seguente passo possa essere attribuito ad Arignote.1 • Rispetto a quanto detto da Teano, Arignote sembra concedere al numero uno specifico potere causale. Ma forse l’opposizione è solo apparente, poichè entrambe potrebbero convenire sul fatto che il ruolo del numero non consiste nel produrre le cose, bensì nel fondare l’accordo tra limite e illimite, ossia l’armonia che consente il generarsi del cosmo. _______________ 1 Cfr. A. Delatte, Etudes sur la littérature Pythagoricienne, Bibliotheque de l'Ecole des Hautes Etudes, 217, Paris, 1915; P. Gorman, Pythagoras, A Life, Routledge & Kegan Paul, Boston 1979, p. 90; M. E. Waithe, op. cit., p. 12. La realtà eterna del numero è la più provvidenziale causa del cielo, della Terra e della regione di mezzo nel loro insieme. Similmente, è il fondamento della perpetua esistenza di dei e demoni, così come degli uomini divini. Arignote, Discorso sacro
  • 38. • Questo sarebbe in sintonia con quanto affermato da Filolao. La natura nel cosmo risulta dell’accordo <di elementi> illimitati e limitanti; così il cosmo nel suo insieme, come tutto quanto in esso. Filolao, Sulla natura, 44 B 1 DK, in D. Laerzio, op. cit., VIII 85. Pitagora e Filolao (V-IV sec. a.C.) intenti a studiare il suono e l’armonia (raffigurazione medievale). La musica è l’espressione dell’accordo e dell’armonia che pervadono tutto il cosmo.
  • 39. 1.4. Muia • Ci è già noto che le descrizioni sulla famiglia di Pitagora non sono concordi. Questa è quella tramandataci da Porfirio.1 _________________ 1 Che Muia fosse figlia di Teano e Pitagora è però confermato anche da Clemente Alessandrino (II-III s.), Στρωματεῖς (Florilegio), Stobeo, op.cit., V; Giamblico, op. cit., 30,36; Suidas, op. cit., sotto le voci Teano, ϑ84, Muia, μ,1363 Altri dicono che da Teano, figlia di Pitonatte, cretese di nascita, Pitagora ebbe un figlio, Telauge, e una figlia, Muia, e, secondo alcuni, anche Arignote (di loro sarebbero anche rimasti degli scritti pitagorici). Timeo racconta che la figlia di Pitagora, da fanciulla, diresse a Crotone il coro delle fanciulle, e, da adulta quello delle donne. Porfirio, op. cit., 4
  • 40. • In greco antico, μυῖα significa mosca o tafano, e sembra piuttosto strano e offensivo che una donna possa chiamarsi così. Ecco però la spiegazione proposta da Luciano di Samosata (II d.C.), il quale scrisse un Elogio della mosca (Μυίας Ἐγκώμιον), dove si legge: Racconta la favola <di Ermotimo di Clazomene, VI a.C.> che una volta c'era una donna chiamata Mosca, assai bella, ma ciarliera, chiacchierina, e canterina, e rivale della Luna, che tutte e due erano innamorate d'Endimione. E poi perché quando il garzone dormiva ella lo svegliava continuamente ruzzando, cantando, ballando, quegli se ne sdegnò, e la Luna che l'odiava la mutò in mosca: e perciò essa ora rompe il sonno a tutti quelli che dormono, ricordandosi ancora di Endimione, e spe- cialmente ai più giovani e più delicati. E quel suo mordere, e quel suo desiderio di sangue non è ferocia, ma segno di amore che porta ai giovani, dei quali ella gode come può, e ne sfiora la bellezza. Fu ancora negli antichi tempi una donna di questo nome, poetessa, molto bella e savia. Ed un'altra cortigiana famosa in Atene, della quale il poeta comico diceva: Questa Mosca gli ha morso proprio il cuore. Così la leggiadria comica non sdegnò, e la scena non ributtò il nome della mosca: né i genitori hanno a vergogna di chiamare così le loro figliuole.
  • 41. • Purtroppo Luciano è evasivo sulla nostra Muia. • Figlia o meno di Pitagora, Muia faceva comunque parte della cerchia delle donne pitagoriche.1 Questo rende verisimile l’ipotesi che fosse anch’essa versata nel settore delle scienze matematiche e, come ci dice Porfirio, in quello musicale, dove eccelleva così tanto da essere capace di guidare da piccola il coro delle fanciulle e, più avanti, quello delle adulte. ______________ 1 Cfr. Giamblico, op. cit., dove si riporta che Muia era «la moglie di Milone Crotoniata», il grande atleta (Diodoro Siculo, Bibl. Hyst., XII,5) e lottatore (Erodoto, Storie, III 133 ss.), la cui casa sarà luogo dell’eccidio ordito dai nemici di Pitagora, i quali appiccarono un incendio che uccise quasi tutti i presenti. Le fonti non sono concordi sulla questione se tra le vittime vi fosse o meno lo stesso Pitagora (cfr. (14 16 DK). Avrei molte cose da dire di Mosca la Pitagorica, se la sua storia non fosse nota a tutti. Ibidem.
  • 42. • Abbiamo già riportato l’informazione di Porfirio su Muia autrice di opere che sfortunatamente si sono perdute senza lasciare tracce significative. • La tradizione ha conservato una lettera attribuita a Muia per quanto si tratti, con tutta probabilità, di un apocrifo, sebbene non sia da escludere che possa essere relativamente antico.1 • Indirizzata a una certa Fillide, la lettera, richiamandosi ai criteri pitagorici di armonia ed equilibrio, si sofferma su come scegliere una buona nutrice. Vediamo alcuni passaggi. ______________ 1 Secondo H. Thesleff (The Pythagorean texts of the Hellenistics period, Turku 1965, p. 102) la lettera risalirebbe al III s. a.C.
  • 43. • Una tale donna, meglio se greca, sarà un’ottima scelta soprattutto se avrà anche latte per nutrire il bambino e se saprà curarlo con attenzione e fermezza. • Non si devono fare continui bagnetti al bambino, prosegue la lettera, bensì uno ogni tanto. L’acqua deve essere tiepida, così come l’ambiente nel quale si cresce il piccolo. Muia a Fillide, salute. diretti a te ecco i miei consigli, ora che sei diventata madre. Scegli una balia idonea e pulita, una donna sobria lontana da torpore e ubriachezza. Se è dato altro cibo, esso dovrà essere il più semplice possibile. Si deve star lontani dal vino perché ha potenti effetti; in alternativa lo si può abbinare con molta moderazione e sporadicamente al pasto serale a base di latte.
  • 44. • Nell’insieme il bambino va cresciuto con equilibrio e nel rispetto dei tempi dello sviluppo, evitando ogni eccesso ma badando anche a fortificarne il carattere. È un modo saggio di educare che proviene dal seguire la natura stessa. • Anche nel campo dell’allevamento dei figli bisogna ricreare quell’armonia che è insita nell’ordine della Natura. • Armonia che pare ricollegarsi alla massima delfica del «Nulla troppo», ossia a quel giusto mezzo alla base di ogni equilibrio e saggezza, aspetti che risuonano con l’ordine dell’universo. In ognuna di queste faccende, la Natura anela a ciò che è giusto per essa, e non alle cose confortevoli.
  • 45. Demetra (Δημήτηρ, a sinistra), figlia di Crono e Rea, regola la natura, i raccolti e le messi. Associata, insieme a sua figlia Persefone (Περσεφόνη, a destra) – detta anche Kore (Κόρη, fanciulla) e dai romani Proserpina – alla religione misterica e i Misteri Eleusini. Nella mitologia romana la sua figura corrisponde a quella di Cerere, mentre vi sono forti somiglianze con la dea anatolica Cibele.
  • 47. 1. Gli scritti di Pitagora • Su Pitagora scrittore Diogene Laerzio fornisce le seguenti notizie. 6. Alcuni dicono che Pitagora non lasciò alcuno scritto; e cadono in errore. Eraclito, in effetti, […] dice «Pitagora, figlio di Mnesarco, praticò l’indagine più di tutti gli altri uomini e, facendo una selezione di questi scritti, costruì la propria sapienza, caratterizzata da grande erudizione, anche se da poca arte». Disse così perché Pitagora, all’inizio del suo trattato di filosofia della natura, afferma: «No, per l’aria che respiro, no, per l’acqua che bevo, giammai riceverò biasimo per questa mia opera». Da Pitagora sono state scritte tre opere: L’Educazione, La Politica, La Natura. 7. Ma quella che è tramandata come opera di Pitagora è del pitagorico Liside di Taranto, che andò in esilio a Tebe e istruì Epaminonda. Eraclide, figlio di Serapione, dice nella sua Epitome di Sozione che egli scrisse anche un poema Sull’universo e, per secondo, il Discorso Sacro, il cui inizio era così: «O giovani, onorate con rispettoso silenzio tutto ciò che segue». In terzo luogo scrisse l’opera Sull’Anima, in quarto luogo quella Sulla Pietà, in quinto luogo Elotale, il padre di Epicarmo di Coo, in sesto luogo Crotone, e altro. Il Discorso Mistico dicono sia di Ippaso, e che sia stato scritto al fine di calunniare Pitagora; inoltre, sono stati attribuiti a Pitagora molti altri scritti, dovuti ad Astone di Crotone. Diogene Laerzio, op. cit., VIII, 6-7.
  • 48. Renato Curreli Curriculum Laurea Filosofia; votazione 110 e Lode. Tesi su: Musica e linguaggio in Schönberg (lavoro interdisciplinare ambientato nella Vienna del primo ‘900; temi trattati: creazione musicale, musicologia, linguaggio musicale e verbale, filosofia, logica – con, in particolare, riflessioni sul Tractatus logico-philosophicus di L. Wittgenstein). Carriera professionale Docenza nei Licei Classici di Cagliari – Disciplina: Filosofia e Storia. Iscritto, in qualità di docente e studioso della materia, alla Società Filosofica Italiana. Per ulteriori informazioni, si rimanda alle altre voci del presente Curriculum. Concorsi superati 1) Concorso ordinario per la cattedra di Filosofia e scienze dell’educazione ( e relativa abilitazione). 2) Concorso ordinario per la cattedra di Filosofia, scienze dell’educazione e storia (e relativa abilitazione). Pubblicazioni su supporto cartaceo Interventi, recensioni librarie o musicali, etc. su riviste o bollettini di varia natura. La sperimentazione sul testo filosofico, in Bollettino Filosofico Sardo (Società Filosofica Italiana), n°3/4, 1995, pp.70-76. Teorie filosofiche e mentalità magica nel pensiero occidentale dalle origini al 1600, nel volume Inquisizione, magia e stregoneria in Sardegna (a cura di S. Loi), AM&D Edizioni, Cagliari 2003, pp. 239-278. Pubblicazioni on line 1) Aristotele, 2004, nel sito internet http://www.liceoeleonora.com/ArchivioEle07/filosofia 2) D. Hume, 2005, nel sito internet http://www.liceoeleonora.com/ArchivioEle07/filosofia 3) L. Wittgenstein, 2005, nel sito internet http://www.liceoeleonora.com/ArchivioEle07/filosofia 4) Epistemologia, 2005, nel sito internet http://www.liceoeleonora.com/ArchivioEle07/filosofia
  • 49. Nota: la sezione “Filosofia” del sito è valutata come una delle migliori in Italia da M. Sacchetto et al., “L’esperienza del Pensiero”, Loescher, 2006. Questi materiali – aggiornati e riveduti – sono al momento in via di nuova pubblicazione nel mio sito personale: • Lo studio della filosofia (https://sites.google.com/view/lo-studio-della-filosofia/home) Formazione in scuole private 1) Corso di formazione professionale su linguaggi di programmazione; attestato rilasciato da Istituto Europeo di Informatica (Monza) e riconosciuto da Honeywell – Bull (1990-91). 2) Corso di lingua Inglese presso la Frances King School di Londra con conseguimento del relativo attestato di livello Upper-intermediate, riconosciuto dal British Council (1995). 3) Corsi di lingua Inglese presso Anglo-American Centre di Cagliari, scuola riconosciuta dalla Cambridge University. Anni 95-96 e 99-2000. Livello certificato: Advanced/C1. Corsi di aggiornamento professionale frequentati 1) Storiografia filosofica e insegnamento della filosofia; IRRSAE, 1992. Direttore: Prof. M.Teresa Marcialis (Università di Cagliari). 2) Religiosità e Scienza nella cultura greca; IRRSAE, 1994. 3) La didattica del testo filosofico; IRRSAE, 1995. Direttore: Prof. M.T. Marcialis (Università di Ca). 4) La didattica breve e la qualità totale della scuola; 1997 (esperti vari) 5) Corso di sociologia; 1998. Direttore: Prof. Anna Oppo (Università di Cagliari). 6) Tecniche di comunicazione e di counselling nelle relazioni di aiuto; 2000. Condotto dal dr. Ireneo Picciau. 7) Progettare il P.O.F. nella scuola dell’autonomia; 2000 (esperti vari). 8) Comunicazione non verbale e linguaggi espressivi al servizio della relazione. Seminario a cura del dr. Johan Dhaese, 2005. 9) La Comunicazione efficace; 2015-16. Corso di Autoformazione guidato dalla dr. Franca Sau. 10) Presentation skills; ANIL - EF Academy, 2017. Seminario condotto dal dr. John Dohrmann. 11) Filosofia e Scienze nel pensiero antico, moderno e contemporaneo; 2018 (condotto da docenti dell’Università di Cagliari). 12) La crisi dei fondamenti in Matematica tra Ottocento e Novecento; 2019 ( ciclo di 12 lezioni tenute da docenti Unica e altre università).
  • 50. Progetti ideati, realizzati e coordinati in ambito professionale 1) Progetto Istat (in collaborazione con i docenti A. Raimondi e M.T. Satta): ricerca biennale (1996-1998) metodologica e statistica sulla scuola svoltasi con il coinvolgimento di Istat e alunni dell’Istituto “E. D’Arborea”. I lavori sono esposti nel volume Pianeta Scuola, agli atti della sede Istat di Cagliari. 2) Gruppo musicale scolastico 1997-2007: costituzione e coordinazione di vari gruppi musicali con allestimento di spettacoli in ambito scolastico, in collaborazione con i docenti musicisti F. Fois, G. Calia, G. Baldino, M. Farigu, A. Leone e vari allievi. Apporto personale: chitarra acustica/elettrica e voce. 3) Progetto Metropolis (in collaborazione con le docenti G. Baldussi e R. Mulas), 1998-99: ciclo di conferenze sulla città e le sue implicazioni culturali tenute da vari docenti universitari e valido come corso di aggiornamento per gli insegnanti delle scuole superiori. 4) Organizzazione e coordinazione di Concorso di Poesia, in collaborazione con la docente A. Lampis (anni 1998- 2003). 5) Laboratorio di Filosofia presso il Liceo Classico G. Siotto Pintor - Cagliari (in qualità di Referente per le Olimpiadi di Filosofia - 2018-19 presso lo stesso istituto). 6) Progetto Lectio, Laboratorio di filosofia (presso il Liceo Classico G. Siotto Pintor - Cagliari); 2019-20. Incarichi in campo professionale Funzione Obiettivo (area attività docente): anno scolastico 2000-2001 Partecipazione a gruppi di lavoro su tematiche scientifiche 1) Partecipazione al seminario ristretto (a invito) Fondamenti dell’Intelligenza Artificiale, ideato dal prof. S. Tagliagambe (ordinario di Epistemologia) e condotto dall’ing. P. Scaruffi. Maggio 1990, Università degli studi di Cagliari. 2) Come aderente alla Società Filosofica Italiana (sez. di Cagliari; socio fondatore), partecipazione al Corso di approfondimento di Logica e Epistemologia tenuto dal prof. S. Tagliagambe presso l’Università di Cagliari (Facoltà di Filosofia). 1991. 3) Partecipazione a un gruppo di studio ristretto coordinato dal prof. G. Movia, ordinario di Filosofia Antica nella facoltà di Cagliari, e incentrato su lettura, analisi e commento di dialoghi diPlatone. 1992. Incarichi culturali e organizzativi Componente (anni ‘96-’99) del comitato di redazione del Bollettino Filosofico Sardo, rivista (finanziata dalla regione Sardegna) della sezione di Cagliari della Società Filosofica Italiana. La rivista sotto la direzione della prof. M.T. Marcialis (direttore del Dipartimento di Filosofia di Cagliari), anni ‘96-’99, ha ospitato interventi di ricercatori locali, ma anche di importanti docentiuniversitari della penisola.
  • 51. Partecipazione a iniziative culturali 1) Socio fondatore della Piccola Compagnia d’Arte, iniziativa non-profit (aderente al Circolo AICS), ideata e presieduta dalla danzatrice e coreografa Valeria Crepaldi, con finalità artistiche eculturali relative alle arti coreutiche. 1999. 2) Negli anni 2001-2003, Cantore (registro tenore) nel coro polifonico Studium Canticum (ex CPF). Il coro – direttrice Stefania Pineider; direttore artistico m° Ettore Carta; preparatrice vocale Franca Devinu – ha partecipato a iniziative musicali di elevato livello artistico. Docenza in Corsi di Formazione per insegnanti Docente formatore nei corsi per il conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento in Filosofia escienze dell’educazione: 1) Febbraio-Maggio 2001 (presso Liceo “Pacinotti”, Cagliari); 2) Dicembre-Febbraio 2001-02 (idem) Nomina in Commissioni esaminatrici Supervisore nella Commissione giudicatrice degli Esami di Stato nella Scuola di Specializzazione SSIS – Università degli studi di Cagliari. Scienze Umane; 2008 Lezioni e Conferenze 1) Lezione Intranet (nell’Istituto ”E. D’Arborea” di Cagliari) su: Metafisica e Scienza da Hume aPopper. 2) Lezione on line sul sito Eschola: Lineamenti di metodologia scientifica da Galilei a Popper. 3) Relatore nella conferenza su Religione Magia e Filosofia svoltasi nella sede consiglio comunale di Villasor (aprile 2003). Titolo della relazione: Magia dotta e magia popolare. 4) Coordinatore nella conferenza di presentazione del testo Inquisizione, magia e stregoneria in Sardegna (a c. di S. Loi), AM&D, Cagliari 2003. Villasor, sede consiglio comunale, Gennaio 2004. 5) Coordinatore e relatore nella conferenza di presentazione e discussione del testo Inquisizione,magia e stregoneria in Sardegna (a c. di S. Loi), AM&D, Cagliari 2003. Carbonia, Biblioteca Comunale, Marzo 2004.
  • 52. 6) Coordinatore della Conferenza Catastrofi dell’immediatezza, relatore Silvano Tagliagambe (professore emerito di Epistemologia); Aula Magna G. Siotto-Pintor – Cagliari; 28/03/2019. 7) Coordinatore della Conferenza Intelligenza Artificiale, relatore Marco Giunti (Professore di Filosofia e Teorie della comunicazione – Università di Cagliari) – Aula Magna G. Siotto-Pintor – Cagliari; 13/11/2019. 8) Ciclo di lezioni all’Università della Terza Età di Cagliari con le seguenti tematiche: Il problema mente-corpo; a.a. 2019-20; Riflessioni su Metafisica A di Aristotele; a.a. 2020-21; Piacere e Dolore nell’esistenza umana; a.a. 2021-22. 9) Ciclo di conferenze presso Università della Terza Età di Quartu su Tre riflessioni sull’EsistenzaUmana, Maggio, 2021; Formazione CLIL 1) Partecipazione – con superamento delle varie prove in itinere e conseguimento del relativo attestato – al Corso di Perfezionamento per Insegnamento di discipline non linguistiche in linguastraniera secondo la metodologia CLIL, Università di Pisa – CAFRE; 2014. Direttore prof. F. Favilli, Università di Pisa. 2) Partecipazione alla giornata di formazione Clil: Lingua e contenuti per una innovazione organizzativa e didattica del fare scuola; 2014. Relatore Andrew Howarth, Pearson educationalconsultant. 3) Partecipazione al corso formativo CLIL organizzato da I.I.S. G. Deledda – Cagliari, scuola polorete nazionale CLIL, Dirigente prof.ssa D. Diomedi. 2014. Studi musicali Studi musicali con insegnante privato. Strumenti: drums e percussioni varie; chitarra acustica ed elettrica. Renato Curreli
  • 53. . Ideato e realizzato da Renato Curreli Docente di Filosofia e Storia Liceo Classico Statale G. M. Dettori – Cagliari Visita il mio sito didattico: https://sites.google.com/view/lo-studio-della-filosofia/home Nota: Testi e schemi grafici sono produzioni originali dell’autore. Laddove si facciano citazioni, si riporta la fonte ed eventualmente si rimanda alla bibliografia. L’origine delle immagini è invece Internet, a cui si rinvia per il reperimento di ulteriori informazioni. L’autore quindi non possiede alcun diritto relativo a tali immagini e ne ha fatto uso per puri e soli scopi didattici.