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Il linguaggio:
produzione e comprensione
Catina FeresinCatina Feresin
Pola, 23 gennaio 2015Pola, 23 gennaio 2015
Principali contenuti della lezione
Lingue e linguaggi: caratteri universali del
linguaggio;
le basi neuroanatomiche e genetiche del
linguaggio;
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spiegazione;
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prescolare e scolare;
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I popoli della terra parlano un gran
numero di lingue diverse. Accanto
alle lingue vive, ve ne sono altre,
adoperate da popoli in passato, come
il latino o il greco antico.
Lingue e linguaggio
Tutte le lingue di ieri e di oggi si
assomigliano, nel senso che hanno
la stessa architettura e gli stessi
principi di funzionamento.
Il linguaggio si può definire la
struttura universale delle lingue
naturali.
Gli universali linguistici
Le lingue umane hanno caratteristiche
in comune;
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combinate per formare frasi
complesse;
tutti i concetti possono essere
espressi in tutte le lingue.
Architettura del linguaggio
LIVELLO ARCHITETTURA
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I fonemi sono le unità base della
struttura dei suoni del linguaggio
parlato. Grossomodo i fonemi
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Il morfema è la più piccola unità
linguistica dotata di significato.
Un morfema è composto da uno o
più fonemi che si combinano a
formare le parole. In alcuni casi ci
sono parole composte da un solo
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Livello sintattico
Le parole vengono combinate in
sintagmi secondo precise regole (i
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predicato), proposizioni (unità
logico-concettuali) e frasi (costituite
da una o più proposizioni collegate).
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Le frasi vengono combinate in
discorsi secondo principi di coesione
(si mantiene lo stesso mondo di
riferimento), di coerenza (c'è
un'unità logica e di senso) e di
continuità tematica (non si salta
senza ragione da un argomento
all'altro).
Il linguaggio possiede delle basi
neuroanatomiche: l’area di Broca e
l'area di Wernicke situate nell’emisfero
sinistro. La prima area è legata alla
produzione linguistica insieme alle aree
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è legata alla comprensione (anche
quella grafica).
Basi neuroanatomiche e
genetiche del linguaggio
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provoca la diminuzione dell’eloquio
spontaneo, ma con una buona
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Eloquio spontaneo buono, ma con
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Alcuni casi specifici di disprassia
verbale dello sviluppo negli esseri
umani sono collegati con mutazioni
del gene FOXP2. Gli individui
caratterizzati da questa particolare
incapacità motoria sono incapaci di
produrre i movimenti coordinati
necessari per parlare.
Lo studio di questi individui con difficoltà
di parola e di applicazione della
grammatica mostra una ipo-attivazione
dell'area di Broca e di altre zone
cerebrali collegate al linguaggio (Enard
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della risonanza magnetica funzionale.
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Nascita del linguaggio: due
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una disposizione interna biologicauna disposizione interna biologica
dell’uomo verso l’acquisizionedell’uomo verso l’acquisizione
linguistica. Si parla, infatti, di unlinguistica. Si parla, infatti, di un
meccanismo di acquisizione linguisticameccanismo di acquisizione linguistica
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Bickerton (2000) propone invece che gli
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Habilis);
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Un'unica lingua che si diffonde in tutto
il mondo?
All'ipotesi di Chomsky, proposta già negli
anni '50 e rivista più volte dallo stesso
autore (Chomsky, 2011) si unisce
anche il linguista Cavalli Sforza (1993).
Egli sostiene che, nonostante non vi
sia accordo fra i linguisti sull’origine
unica delle lingue,
la capacità di qualunque gruppo di
uomini vivente di imparare egualmente
bene qualsiasi linguaggio dei 6000
ancora parlati oggi prova che l’uomo
moderno sapiens sapiens possedeva
già i mezzi biologici quando è iniziata la
prima delle sue migrazioni in tutto il
mondo (si veda tabella tratta da Cavalli
Sforza et. al, 1993).
Incremento del volume craniale
L'incremento del volume craniale
degli ominidi inizia dall'homo habilis
e accelera con l'homo erectus.
La capacità cerebrale passa dagli 800
cm3 dell'homo erectus ai circa 1350
cm3 dell'homo sapiens sapiens in circa
700.000 anni. La conseguenza è lo
sviluppo del linguaggio ed in particolare
della capacità simbolica.
Abbassamento della laringe
Nell'Australopiteco, la laringe, organo
situato alla fine della trachea e
contenente le corde vocali, si trovava, in
una posizione più elevata nel canale
respiratorio, permettendo così un
maggiore spazio per la deglutizione del
cibo ma impedendo l’articolazione dei
suoni e, conseguentemente, il
linguaggio.
L’emissione di suoni che un
australopiteco poteva produrre era
probabilmente molto simile a un latrato. Il
processo evolutivo ha dato vita a un
mutamento genetico grazie al quale la
laringe si è abbassata, il canale fonatorio
si è allargato, la lingua è arretrata
diventando più mobile e flessibile
favorendo così la modulazione dei suoni.
3434
Sviluppo del linguaggio dalla
nascita al livello scolare
I bambini sviluppano la capacità di parlare
secondo una sequenza ordinata di fasi:
passando dalle emissioni sonore
spontanee e dalle lallazioni alla
costruzione di frasi complete nell’arco di
pochissimi anni. Vediamo ora in sintesi
queste tappe in un tempo che va da 25
giorni dalla nascita a 3 anni di vita.
• 0.25 Il bambino dà segni di risposta ai suoni
• 1,25 Sorride in risposta alla stimolazione
• 1,6 Emette suoni gutturali e lunghi suoni di tipo
vocalico
• 4 Si gira verso chi parla; emette borbottii e
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• 5 Si gira verso una campanella che suona
• 6 Emette lallazioni (da-da-da; ma-ma-ma)
• 7 Guarda lateralmente per cercare una
campanella che suona
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guarda direttamente una campanella che
suona; comprende la parola “no”
• 11 Usa “papà” e “mamma” come nomi;
risponde a comandi semplici e a gesti che
indicano un’azione; pronuncia la prima parola
• 12 Emette frasi inintelleggibili senza usare
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• 17 Emette frasi inintelleggibili contenenti parole
reali; sa indicare fino a 5 parti del corpo;
pronunzia dalle 7 alle 20 parole
• 19 Forma combinazioni di due parole
• 21 Forma frasi di 2 parole; ha un vocabolario di
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• 24 Usa pronomi (io, tu) indiscriminatamente.
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• 30 Usa pronomi (io, tu) in modo appropriato
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frasi di 3 parole, utilizzo del linguaggio
telegrafico.
La lallazione
Ciò che si osserva è che i bambini di
tutto il mondo iniziano a “parlare”
con queste stesse lallazioni nella
stessa epoca della vita, anche se
essi sono sordi; quindi, questa fase
pre-linguistica esprime un processo
di maturazione e non è certo il frutto
di un apprendimento.
Verso la metà del secondo anno il
linguaggio olofrastico (cioè quel tipo di
linguaggio per cui le parole singole
vengono usate per comunicare idee
complesse) comincia ad essere
sostituito dal linguaggio telegrafico con
frasi di due o tre parole.
Linguaggio olofrastico e telegrafico
Una volta in grado di padroneggiare gli
enunciati a due/tre parole, i bambini
sviluppano rapidamente l’apprendimento
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della conversazione.
Tipicamente il bambino iper-regolarizza
i morfemi irregolari (es.: “soddisfava”
invece di “soddisfaceva”, “canone”
invece di “cagnone”, etc.). Questa
iper-regolarizzazione indica che il
bambino ha appreso la regola e la
logica di costruzione del morfema.
4141
Regole della conversazione
Massima della quantità:
i partecipanti alla conversazione
non devono dire più di quanto
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Massima della qualità:
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TaliTali schemi fissi sono presenti anche inschemi fissi sono presenti anche in
bambini ipodotati ed a cambiare non èed a cambiare non è
la sequenza, ma soltanto la velocità dila sequenza, ma soltanto la velocità di
progressione.progressione.
Sviluppo del linguaggio dall'età
prescolare all'età scolare
Dai 3 ai 5 anni, il lessico si arricchisce in media di
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Nel giro di una trentina di mesi il bambino acquistaNel giro di una trentina di mesi il bambino acquista
la padronanza completa della struttura dellala padronanza completa della struttura della
propria lingua materna e ciò si riflette sia nellapropria lingua materna e ciò si riflette sia nella
comprensione che nella produzione di frasi.comprensione che nella produzione di frasi.
Durante l'età scolare il lessico aumenta in manieraDurante l'età scolare il lessico aumenta in maniera
esponenziale: per esempio un bambino di 7 anniesponenziale: per esempio un bambino di 7 anni
può possedere un lessico che va dalle 3000 allepuò possedere un lessico che va dalle 3000 alle
10.000 parole.10.000 parole.
Produzione e comprensione del
linguaggio: l'importanza della
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pianifichiamo una frase da pronunciare,
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scopi.
Quando decodifichiamo un messaggio
orale e scritto di un altro parlante
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leggiamo, con i contenuti della
nostra memoria a lungo termine.
Queste operazioni in un parlante
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automatiche.
Gran parte del significato di ciò che si
dice dipende dal contesto, cioè il
complesso degli elementi che
definiscono la situazione
contingente: chi sono i partecipanti
alla conversazione; dove sono;
quale momento psicologico stanno
vivendo; che cosa stanno facendo;
sono persone estranee o si
conoscono.
Bibliografia essenziale
Bickerton, D. (2000). How protolanguage became language, pp.264-
284; in Knight et al. eds. The evolutionary emergence of languange,
Cambridge press.
Chomsky, N. (2011). Language and Other Cognitive Systems. What Is
Special About Language?, Language Learning and Development,
7:4, 263-278.
Cavalli-Sforza, L.L., Menozzi, P., Piazza, A. (1993) Demic expansion
and human evolution, in Science, 1993, 259, pp. 639-46.
Enard W, Przeworski M, Fisher S, Lai C, Wiebe V, Kitano T, Monaco A,
Pääbo S. (2002). Molecular evolution of FOXP2, a gene involved in
speech and language, Nature, vol. 418, n. 6900, 869-72.

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Lezione Docent gennaio 2015 (Pula), Catina Feresin

  • 1. 11 Il linguaggio: produzione e comprensione Catina FeresinCatina Feresin Pola, 23 gennaio 2015Pola, 23 gennaio 2015
  • 2. Principali contenuti della lezione Lingue e linguaggi: caratteri universali del linguaggio; le basi neuroanatomiche e genetiche del linguaggio; nascita del linguaggio: due ipotesi di spiegazione; lo sviluppo del linguaggio dalla nascita all'età prescolare e scolare; produzione e comprensione del linguaggio:il ruolo della memoria e del contesto.
  • 3. I popoli della terra parlano un gran numero di lingue diverse. Accanto alle lingue vive, ve ne sono altre, adoperate da popoli in passato, come il latino o il greco antico. Lingue e linguaggio
  • 4. Tutte le lingue di ieri e di oggi si assomigliano, nel senso che hanno la stessa architettura e gli stessi principi di funzionamento. Il linguaggio si può definire la struttura universale delle lingue naturali.
  • 5. Gli universali linguistici Le lingue umane hanno caratteristiche in comune; le parole (entità simboliche) sono combinate per formare frasi complesse; tutti i concetti possono essere espressi in tutte le lingue.
  • 6. Architettura del linguaggio LIVELLO ARCHITETTURA Fonologico Fonemi Morfologico Morfemi Sintattico Parole Testuale Frasi
  • 7. Livello fonologico I fonemi sono le unità base della struttura dei suoni del linguaggio parlato. Grossomodo i fonemi corrispondono alle lettere dell'alfabeto ed ogni lingua ne ha un numero preciso (i.e. italiano 30; inglese 44). I fonemi di per sé non hanno significato.
  • 8. Livello morfologico Il morfema è la più piccola unità linguistica dotata di significato. Un morfema è composto da uno o più fonemi che si combinano a formare le parole. In alcuni casi ci sono parole composte da un solo morfema come: da, qui, tu.
  • 9. Livello sintattico Le parole vengono combinate in sintagmi secondo precise regole (i sintagmi fanno da soggetto o da predicato), proposizioni (unità logico-concettuali) e frasi (costituite da una o più proposizioni collegate).
  • 10. Livello testuale Le frasi vengono combinate in discorsi secondo principi di coesione (si mantiene lo stesso mondo di riferimento), di coerenza (c'è un'unità logica e di senso) e di continuità tematica (non si salta senza ragione da un argomento all'altro).
  • 11. Il linguaggio possiede delle basi neuroanatomiche: l’area di Broca e l'area di Wernicke situate nell’emisfero sinistro. La prima area è legata alla produzione linguistica insieme alle aree motorie e premotorie; la seconda area è legata alla comprensione (anche quella grafica). Basi neuroanatomiche e genetiche del linguaggio
  • 13. Sindromi afasiche classiche Afasia di Broca Una lesione all'area di Broca provoca la diminuzione dell’eloquio spontaneo, ma con una buona comunicazione dei contenuti. Rimangono una corretta selezione lessicale ed una buona comprensione, ma con deficit sintattico-grammaticali.
  • 14. Afasia di Wernicke Eloquio spontaneo buono, ma con comunicazione confusa dei contenuti. Selezione lessicale non corretta e comprensione non corretta, ma senza importanti deficit sintattico- grammaticali.
  • 15. Il gene FOXP2 Alcuni casi specifici di disprassia verbale dello sviluppo negli esseri umani sono collegati con mutazioni del gene FOXP2. Gli individui caratterizzati da questa particolare incapacità motoria sono incapaci di produrre i movimenti coordinati necessari per parlare.
  • 16. Lo studio di questi individui con difficoltà di parola e di applicazione della grammatica mostra una ipo-attivazione dell'area di Broca e di altre zone cerebrali collegate al linguaggio (Enard et al., 2002). L'analisi viene condotta attraverso l'uso della risonanza magnetica funzionale.
  • 18. Nascita del linguaggio: due ipotesi di spiegazione Come mai le tante lingue del mondo hanno la stessa architettura?Due ipotesi cercano di spiegare l'origine del linguaggio: 1-l'ipotesi del salto linguistico di Noam Chomsky; 2-l'ipotesi del protolinguaggio di Derek Bickerton.
  • 19. L'ipotesi di Chomsky Chomsky afferma che il linguaggio attinge a una dotazione biologica innata, appartenente al DNA umano (gene FOXP2 ?), non derivante da sistemi comunicativi precedenti. Egli ipotizza che alcuni elementi sconnessi si siano aggregati in modo imprevisto e abbiano formato la grammatica universale. Questa ipotesi è detta del salto linguistico.
  • 20. Chomsky propone quindi l’esistenza diChomsky propone quindi l’esistenza di una disposizione interna biologicauna disposizione interna biologica dell’uomo verso l’acquisizionedell’uomo verso l’acquisizione linguistica. Si parla, infatti, di unlinguistica. Si parla, infatti, di un meccanismo di acquisizione linguisticameccanismo di acquisizione linguistica ((Language Acquisition Device–LAD)) che orienta e determina lo sviluppo delche orienta e determina lo sviluppo del linguaggio.linguaggio.
  • 21. Per esempio: un neonato è in grado di riprodurre tutti i fonemi di tutte le lingue parlate al mondo. Se però, egli vive in un ambiente mono- lingua, acquisirà presto la capacità di comprensione e riproduzione dei fonemi della madrelingua, ma perderà quelli delle altre lingue.
  • 22. L'ipotesi di Bickerton Bickerton (2000) propone invece che gli ominidi abbiano incominciato a parlare un linguaggio molto rudimentale, un prelinguaggio iniziale ed un protolinguaggio composto solo da parole e privo di grammatica la cui comprensibilità era affidata al contesto d'uso.
  • 23. Secondo questo ricercatore ci sarebbero 3 fasi: Fase 1: Comparsa di Prelinguaggi (Homo Habilis); Fase 2: Comparsa di Protolinguaggi (Homo Erectus). Fase 3: Comparsa ed evoluzione di lingue (Homo Sapiens).
  • 24.
  • 25. Un'unica lingua che si diffonde in tutto il mondo? All'ipotesi di Chomsky, proposta già negli anni '50 e rivista più volte dallo stesso autore (Chomsky, 2011) si unisce anche il linguista Cavalli Sforza (1993). Egli sostiene che, nonostante non vi sia accordo fra i linguisti sull’origine unica delle lingue,
  • 26. la capacità di qualunque gruppo di uomini vivente di imparare egualmente bene qualsiasi linguaggio dei 6000 ancora parlati oggi prova che l’uomo moderno sapiens sapiens possedeva già i mezzi biologici quando è iniziata la prima delle sue migrazioni in tutto il mondo (si veda tabella tratta da Cavalli Sforza et. al, 1993).
  • 27.
  • 28. Incremento del volume craniale L'incremento del volume craniale degli ominidi inizia dall'homo habilis e accelera con l'homo erectus.
  • 29. La capacità cerebrale passa dagli 800 cm3 dell'homo erectus ai circa 1350 cm3 dell'homo sapiens sapiens in circa 700.000 anni. La conseguenza è lo sviluppo del linguaggio ed in particolare della capacità simbolica.
  • 30.
  • 31. Abbassamento della laringe Nell'Australopiteco, la laringe, organo situato alla fine della trachea e contenente le corde vocali, si trovava, in una posizione più elevata nel canale respiratorio, permettendo così un maggiore spazio per la deglutizione del cibo ma impedendo l’articolazione dei suoni e, conseguentemente, il linguaggio.
  • 32. L’emissione di suoni che un australopiteco poteva produrre era probabilmente molto simile a un latrato. Il processo evolutivo ha dato vita a un mutamento genetico grazie al quale la laringe si è abbassata, il canale fonatorio si è allargato, la lingua è arretrata diventando più mobile e flessibile favorendo così la modulazione dei suoni.
  • 33.
  • 34. 3434 Sviluppo del linguaggio dalla nascita al livello scolare I bambini sviluppano la capacità di parlare secondo una sequenza ordinata di fasi: passando dalle emissioni sonore spontanee e dalle lallazioni alla costruzione di frasi complete nell’arco di pochissimi anni. Vediamo ora in sintesi queste tappe in un tempo che va da 25 giorni dalla nascita a 3 anni di vita.
  • 35. • 0.25 Il bambino dà segni di risposta ai suoni • 1,25 Sorride in risposta alla stimolazione • 1,6 Emette suoni gutturali e lunghi suoni di tipo vocalico • 4 Si gira verso chi parla; emette borbottii e gorgoglii • 5 Si gira verso una campanella che suona • 6 Emette lallazioni (da-da-da; ma-ma-ma) • 7 Guarda lateralmente per cercare una campanella che suona • 8 Dice “papà” e “mamma” indiscriminatamente
  • 36. • 9 Fa giochi gestuali come il gioco del “cucù”; guarda direttamente una campanella che suona; comprende la parola “no” • 11 Usa “papà” e “mamma” come nomi; risponde a comandi semplici e a gesti che indicano un’azione; pronuncia la prima parola • 12 Emette frasi inintelleggibili senza usare parole esistenti; pronuncia la seconda parola • 13 Pronuncia la terza parola • 14 Risponde a comandi semplici non accompagnati da un gesto • 15 Pronuncia dalla 4 alle 6 parole
  • 37. • 17 Emette frasi inintelleggibili contenenti parole reali; sa indicare fino a 5 parti del corpo; pronunzia dalle 7 alle 20 parole • 19 Forma combinazioni di due parole • 21 Forma frasi di 2 parole; ha un vocabolario di 50 parole • 24 Usa pronomi (io, tu) indiscriminatamente. Utilizzo del linguaggio olofrastico. • 30 Usa pronomi (io, tu) in modo appropriato • 36 Usa tutti i pronomi in modo appropriato; ha un vocabolario di 250 parole; usa i plurali; forma frasi di 3 parole, utilizzo del linguaggio telegrafico.
  • 38. La lallazione Ciò che si osserva è che i bambini di tutto il mondo iniziano a “parlare” con queste stesse lallazioni nella stessa epoca della vita, anche se essi sono sordi; quindi, questa fase pre-linguistica esprime un processo di maturazione e non è certo il frutto di un apprendimento.
  • 39. Verso la metà del secondo anno il linguaggio olofrastico (cioè quel tipo di linguaggio per cui le parole singole vengono usate per comunicare idee complesse) comincia ad essere sostituito dal linguaggio telegrafico con frasi di due o tre parole. Linguaggio olofrastico e telegrafico
  • 40. Una volta in grado di padroneggiare gli enunciati a due/tre parole, i bambini sviluppano rapidamente l’apprendimento della sintassi della lingua e le regole della conversazione.
  • 41. Tipicamente il bambino iper-regolarizza i morfemi irregolari (es.: “soddisfava” invece di “soddisfaceva”, “canone” invece di “cagnone”, etc.). Questa iper-regolarizzazione indica che il bambino ha appreso la regola e la logica di costruzione del morfema. 4141
  • 42. Regole della conversazione Massima della quantità: i partecipanti alla conversazione non devono dire più di quanto necessario; Massima della qualità: gli interlocutori devono fare affermazioni vere;
  • 43. Massima della relazione: gli interlocutori devono essere pertinenti; Massima del modo: gli interlocutori devono essere chiari ed evitare le ambiguità.
  • 44. TaliTali schemi fissi sono presenti anche inschemi fissi sono presenti anche in bambini ipodotati ed a cambiare non èed a cambiare non è la sequenza, ma soltanto la velocità dila sequenza, ma soltanto la velocità di progressione.progressione.
  • 45. Sviluppo del linguaggio dall'età prescolare all'età scolare Dai 3 ai 5 anni, il lessico si arricchisce in media di 50 parole al mese. Nel giro di una trentina di mesi il bambino acquistaNel giro di una trentina di mesi il bambino acquista la padronanza completa della struttura dellala padronanza completa della struttura della propria lingua materna e ciò si riflette sia nellapropria lingua materna e ciò si riflette sia nella comprensione che nella produzione di frasi.comprensione che nella produzione di frasi. Durante l'età scolare il lessico aumenta in manieraDurante l'età scolare il lessico aumenta in maniera esponenziale: per esempio un bambino di 7 anniesponenziale: per esempio un bambino di 7 anni può possedere un lessico che va dalle 3000 allepuò possedere un lessico che va dalle 3000 alle 10.000 parole.10.000 parole.
  • 46. Produzione e comprensione del linguaggio: l'importanza della memoria a lungo termine e del contesto Nei processi di produzione e comprensione del linguaggio sono implicati anche altri processi cognitivi: la memoria in particolare. Quando, per esempio, pianifichiamo una frase da pronunciare, cerchiamo nella nostra memoria i significati e le parole appropriate ai nostri scopi.
  • 47. Quando decodifichiamo un messaggio orale e scritto di un altro parlante confrontiamo i suoni che percepiamo, o le parole che leggiamo, con i contenuti della nostra memoria a lungo termine. Queste operazioni in un parlante esperto sono generalmente automatiche.
  • 48. Gran parte del significato di ciò che si dice dipende dal contesto, cioè il complesso degli elementi che definiscono la situazione contingente: chi sono i partecipanti alla conversazione; dove sono; quale momento psicologico stanno vivendo; che cosa stanno facendo; sono persone estranee o si conoscono.
  • 49. Bibliografia essenziale Bickerton, D. (2000). How protolanguage became language, pp.264- 284; in Knight et al. eds. The evolutionary emergence of languange, Cambridge press. Chomsky, N. (2011). Language and Other Cognitive Systems. What Is Special About Language?, Language Learning and Development, 7:4, 263-278. Cavalli-Sforza, L.L., Menozzi, P., Piazza, A. (1993) Demic expansion and human evolution, in Science, 1993, 259, pp. 639-46. Enard W, Przeworski M, Fisher S, Lai C, Wiebe V, Kitano T, Monaco A, Pääbo S. (2002). Molecular evolution of FOXP2, a gene involved in speech and language, Nature, vol. 418, n. 6900, 869-72.