Il Monastero della Madonna della Calabria, a cura di Francesco Lopez (Presidente del Centro Studi Pelusio) e di Gregorio Aversa (Direttore Soprintendenza Beni Culturali Calabria). La seconda parte è curata da Giuseppe Saclise (Associazione Culturale Nuovi Orizzonti) e riguarda i Monasteri di Cabria e Monte Marco in territorio di Castelsilano (Kr)
S. Giuliano martire a Cartagine e il suo territorio a Trapani e al Monte. Conferenza svolta presso l'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari Trapanesi in data 26-5-2012 dal prof. Salvatore Corso.
Il Monastero della Madonna della Calabria, a cura di Francesco Lopez (Presidente del Centro Studi Pelusio) e di Gregorio Aversa (Direttore Soprintendenza Beni Culturali Calabria). La seconda parte è curata da Giuseppe Saclise (Associazione Culturale Nuovi Orizzonti) e riguarda i Monasteri di Cabria e Monte Marco in territorio di Castelsilano (Kr)
S. Giuliano martire a Cartagine e il suo territorio a Trapani e al Monte. Conferenza svolta presso l'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari Trapanesi in data 26-5-2012 dal prof. Salvatore Corso.
Lavoro di catalogazione dell'antica chiesa dedicata al Patrono di Aquilonia San Vito Martire realizzato dagli allievi dell'ISA di Calitri guidati dall'Architetto.
Qualche anno fa nei pressi del monumento vennero rinvenuti ruderi sommersi di un edificio poligonale che fanno pensare alla esistenza di un antico matyrion dedicato proprio a San Vito Martire
Elaborato presentato dall'ITC Satta Turistico Macomer al concorso "Raccontiamo i segni identitari del Marghine" organizzato dal GAL Marghine - Fondazione di partecipazione
Per maggiori info: www.galmarghine.it
Lavoro di catalogazione dell'antica chiesa dedicata al Patrono di Aquilonia San Vito Martire realizzato dagli allievi dell'ISA di Calitri guidati dall'Architetto.
Qualche anno fa nei pressi del monumento vennero rinvenuti ruderi sommersi di un edificio poligonale che fanno pensare alla esistenza di un antico matyrion dedicato proprio a San Vito Martire
Elaborato presentato dall'ITC Satta Turistico Macomer al concorso "Raccontiamo i segni identitari del Marghine" organizzato dal GAL Marghine - Fondazione di partecipazione
Per maggiori info: www.galmarghine.it
Istituto Istituto Comprensivo di Cessaniti - a.s. 2015/2016GiovanniFabio
Progetto d'Istituto Scuola Secondaria di I Grado - Filandari 2015/2016 - "Curiosando nel passato... scopro, conosco e valorizzo le tradizioni del mio paese".
Progetto di Plesso: “Vivere il proprio paese da protagonisti”.
1. 30 SABATO 8 OTTOBRE 2011 N. 116 il CROTONESE
Le ricerche storiche su
questo luogo rese note
in convegni convegni
dal 2008 al 2010
D
all'annoMilleallafine
delXVIIIsec.,percir-
ca ottocento anni, so-
no stati presenti e si sono svi-
luppati in Calabria la venera-
zioneedilcultodellaMadon-
na della Calabria o Calabro-
maria. E' questa, in sintesi, la
scopertacuisonopervenutiil
Centro Studi Cornelio Pelu-
sioParisioelaSoprintenden-
za per i Beni Archeologici ed
Architettonici della Calabria,
al termine di circa quindici
anni di ricerche, prima stori-
co-archivistiche e successi-
vamente archeologico-strut-
turali. I risultati sono stati re-
sinotiinunciclodiconvegni,
dal 2008 al 2010, oltre che
pubblicati a più riprese in re-
lazioni scientifiche ed atti a
stampa.
Il monastero Calabromaria
L'abbazia della Madonna
della Calabria sorgeva nella
frazione Altilia del comune
diSantaSeverina(Kr).Ilpri-
mo diploma ad oggi noto ri-
saleal31maggio1099.Ildu-
ca normanno Ruggero Bor-
sa, figlio di Roberto il Gui-
scardo, conferma solenne-
menteleattivitàpromosseda
Costantino, metropolita di
Santa Severina e da Policro-
nio, vescovo greco di Ceren-
zia. Nello specifico Policro-
nio viene identificato come
«fundatori Sanctissimae Dei
Genitricis Calabro Mariae».
Nella successiva conferma
ad opera del conte Ruggero
II, del 1 giugno 1115, si pre-
cisa come Policronio si sia
impegnato a riedificare la
badia e ad organizzare la co-
munità dei frati (Mariae de
Calabrocognominereaedifi-
cavit, et congregationem, et
unionem Fratrum instituit).
Entrambi i documenti furo-
no ratificati e rinnovati nel
1149 da re Ruggero II nor-
manno.
Diparticolaresignificatoap-
parelacircostanzastoricain
ragione della quale all’abba-
ziadiAltiliavienedatoinori-
gine il titolo di Kalauroma-
ria/Calabromaria. Come at-
testaGiovanniZonara,stori-
cobizantinodelXIIsec.,nel-
la sua Epitome historiarum
II,193-262,con“Kalabrìa”si
intendeva all’epoca identifi-
care l’Italia meridionale a
sud del Lazio, esclusa la Si-
cilia: il territorio, in sostan-
za, al centro delle guerre an-
nibaliche e del conflitto di
RomaconPirro.Fuconque-
sta forma mentis che verosi-
milmente Policronio dedicò
alla Calabromaria il mona-
stero di Altilia. Sotto questo
profilo interpretativo il pro-
gettoapparivagrandiosoedi
ampio respiro: dare vita,
d’intesa con il metropolita di
Santa Severina Costantino e
con il pieno appoggio del-
l’autorità normanna, ad un
complesso abbaziale capace
di rappresentare simbolica-
mente il culto della Vergine
per gran parte del Meridio-
ne. La Madonna dei Calabri
o della Calabria: così è indi-
catalaMadonnadiAltilianei
rescritti medievali. E questo
all’insegna di quel fenome-
no, articolato e pluriforme,
di “innovazione-nella-conti-
nuità” che caratterizza – con
al centro il precetto dell’“ora
et lege et labora” – il passag-
giodallaChiesagrecaaquel-
lalatina:dallosplendoredel-
la religiosità bizantino-basi-
liana all’altrettanto illustre
storia del monachesimo be-
nedettinoecistercensediab-
bazie come quella di San
Giovanni in Fiore, di Coraz-
zo, della Sambucina.
S
in dalla sua origine il
monastero Calabro-
maria figura di “regia
fondazione”. Esso viene do-
tato di enormi privilegi e di
grandi ricchezze. Un esem-
pio su tutti è la donazione al
cenobio dell’esteso territorio
silanodiSanduca,corrispon-
dente oggi all’area compresa
tra Trepidò-lago Ampollino e
i comuni di Cotronei e Petilia
Policastro. Lo splendore si
protrae anche nel corso del
XIII secolo. Attorno al 1198
la badia di Altilia passa sotto
l’istituto florense di Gioac-
chino da Fiore. L’adesione è
ratificata da papa Innonenzo
Dalla‘Calobromaria’
ildialogoconl’Europa
S
ua Santità, in occasione della Sua visita pastorale in
terra di Calabria, costituisce per il centro studi ‘Cor-
nelio Pelusio Parisio’ un onore e un privilegio poterla
informare di quanto segue.
Al termine di circa quindici anni di ricerche, prima stori-
co-archivistiche e successivamente archeologiche ed archi-
tettoniche, si è pervenuti, in collaborazione con la Soprin-
tendenzaperiBeniCulturalidellaCalabria,allascopertadel
Monastero della Madonna della Calabria o Calabromaria.
L'abbazia sorgeva nella frazione Altilia del comune di Santa
Severina in provincia di Crotone. Fu fondata, su un prece-
dente impianto basiliano, attorno al 1099 dal Metropolita di
Santa Severina Costantino e da Policronio, vescovo greco di
Cerenzia.Ebbeapiùripreseilsostegnodell'autoritànorman-
na e pontificia. Federico II di Svevia viene individuato nei
rescritti medievali come suo “patronum principalem”. Nel
1200 il monastero Calabromaria divenne sede vicaria del-
l'abbazia florense di Gioacchino da Fiore. Per un breve pe-
riodo, all'inizio del 1500, la badia di Altilia, in commenda al
casato dei Barracco, è appartenuta all'Ordine Benedettino.
Nel 1600 fornì il titolo alla Congregazione cistercense di Ca-
labria e Basilicata. Il monastero Calabromaria fu soppresso
allafinedelXVIIIsec.Oggilastrutturaèinpartepubblicaed
inparteinmanoaprivati:un'alaospitalachiesaparrocchiale
di San Tommaso d'Aquino. Gli studi condotti hanno permes-
so, altresì, di ricostruire l'intero archivio badiale.
Grande è stata l'emozione nello scoprire che dall'anno Mille
alla fine del XVIII sec., per circa ottocento anni, si sono svi-
luppati in Calabria la venerazione ed il culto della Madonna
della Calabria. Tanto più in una fase storica, quella odierna,
contrassegnata da sfiducia, mancanza di prospettiva e quasi
rassegnazione.
Santo Padre, il dialetto calabrese, come molti altri del Sud
Italia, non ha tra le sue forme grammaticali il “futuro”. L'au-
spicio che tutti noi ci sentiamo di esprimere è che la Sua pre-
senzaoggiinCalabriasial'iniziodiunanuovasperanza,diun
ritorno alla cultura e alla civiltà che questa terra ha saputo
esprimere nei monasteri medievali, allorché, lungi dall'esse-
re appendice marginale dell'Europa, con l'Europa dialogava
e cooperava, in comunione di intenti e di valori.
Francesco Lopez
Presidente Centro Studi Cornelio Pelusio
Cosìun‘diploma’
del1099
neparlaperprimo
Da mille anni faro del cu
CULTURA
2. il CROTONESE SABATO 8 OTTOBRE 2011 N. 116 31
Una bella visuale d’insieme
del montastero della
Calabromaria di Altilia
Sotto l’affresco della
’Madonna del muro’ a
Santa Severina e nell’altra
foto un sigillo ottagonale
del monastero che domina
la valle del Neto
La vita dell’abbazia
è proseguita in età
rinascimentale e
quindi in età moderna
III il 31 agosto 1211.
Nel 1213 l’abbazia di Cala-
bromaria viene elevata a se-
de vicaria del monastero di
Fiore.Sistabilìinoltrechein
caso di sciagura “Flos in Ca-
labro Mariam”: i monaci di
Fioredovevanotrasferirsiad
Altilia. Questo avvenne nel
corsodel1214-15,allorchéil
protocenobio florense fu in-
teressato da un devastante
incendio. Nel 1249 fu tra-
sportato ad Altilia in proces-
sione devozionale il braccio
sinistro di Gioacchino.
“Patronum principalem” del
cenobio figura sin dal 1206
Federico II di Svevia (F.
Ughelli, Italia Sacra, Romae
1662, ed. Venezia 1721, vol.
IX, col 479 e ss.). Il sovrano
ebbe modo a più riprese di
arricchire i monaci di Altilia
con concessioni di rendite e
di privilegi, i quali erano ri-
conosciuti in tutto il territo-
rio del Regno. Esemplare il
diplomadell’ottobre1220da
Castel S. Pietro in Bologna:
“Monasterij Calabro Marie
et locum, abatem, fratres,
grancias et universa ipsius
bona, sub nostra speciali
protectione (et) defensione
suscipimus” (Archivio Stori-
co di Napoli, Casa Ruffo di
Scilla, vol. 697).
L
a vita dell’abbazia pro-
segue in età rinasci-
mentale e moderna.
Notevoli sono i rescritti di
conferma dei privilegi rila-
sciati da Alfonso I d’Aragona
nel 1452 e dal figlio Ferdi-
nando nel 1469, 1466 e 1471.
Alla metà del 1500 il mona-
stero della Madonna della
Calabria figura come Mona-
steroBenedettino.Essoviene
affidato in commenda al ca-
sato dei Barracco. Tra la fine
del XVI e l’inizio del XVII se-
colo opera in Altilia Cornelio
Pelusio Parisio, monaco ed
intellettuale florense, agio-
grafo della Vita dell’abate
Giacchino da Fiore e presi-
dente della Congregazione
cistercense di Calabria. Que-
st’ultima, detta di “Cala-
bro-Maria”, prendeva nome
proprio dal monastero di Al-
tilia (F. Russo, Regesto Vati-
cano per la Calabria, Roma
1974, vol. IV, p. 416 n. 31).
Viene canonizzata da papa
UrbanoVIIInel1632.L’attri-
buzione del titolo di Cala-
bro-Maria alla Congregazio-
ne cistercense regionale con-
ferma, anche per il XVII se-
colo,lacentralitàche,sulpia-
no simbolico, l’abbazia di Al-
tiliadetenevainordinealcul-
to mariano sin dalla fonda-
zione.
Il monastero, più volte dan-
neggiatodalterremoto,subi-
sce gravi danni dal sisma del
1783.Dopountentativodiri-
sistemazione ad opera della
Cassa Sacra, la badia di Alti-
lia viene definitivamente
soppressanel1807.Ibenidel
monastero sono in gran mi-
sura incamerati dai rappre-
sentanti della famiglia Bar-
racco, già abati commenda-
tari di Calabromaria. La fab-
bricaclaustralevieneadibita
apalazzodiresidenza.Oggiè
di proprietà in parte pubbli-
ca ed in parte privata. Un'ala
ospita la chiesa parrocchiale
di San Tommaso d'Aquino.
La Madonna della Calabria
Nell’aprile 1915 Antonio Pu-
jia, fratello dell’arcivescovo
di Santa Severina Carmelo
Pujia e curatore della rivista
Siberene,ritenne,sullascor-
ta dell’interpretazione del-
l’arcivescovo, di dover iden-
tificare la Calabromaria di
Altilia con la “Madonna del
muro” di un vecchio affresco
della Basilica Metropolitana
di Santa Severina, emerso
pochi anni prima “presso al-
la porta della navata destra”
durante alcuni lavori di re-
stauro. “L’affresco ritrae, in
alto, Maria SS.ma seduta sul
trono, col Bambino Gesù, in
piedi, che benedice; e porta
su la mano sinistra il globo
simbolico.Sotto,adestraviè
S. Francesco di Paola, a sini-
stra un Santo Abate Cister-
cense o Florense, con, alle
mani,unpastoraleeunlibro,
la regola. A terra una mitra
abbaziale; in uno sfondo di
campagna […]. Mons. Pujia
pensa che la figura ritragga
l’AbateGioacchino.Einque-
sto caso l’affresco è un vero
ricordo storico: è una desi-
gnazione del culto che nel
sec.XVIeXVIIsiavevanofra
noi S. Maria di Altilia - o la
Calabro Maria - San France-
sco di Paola e il Beato Gioac-
chinodaCelico”(A.Pujia,Si-
berene, cit., pp. 179-80).
Traidocumentidelfondoar-
chivistico“Pellicanò”,acqui-
sito nel 2004 e custodito
presso il Centro Internazio-
nale di Studi Gioachimiti di
San Giovanni in Fiore (Cs),
alcuni diplomi relativi alla
vita dell’antica badia cister-
cense di Altilia, e risalenti al-
laprimametàdel1700,reca-
no impresso il sigillo del mo-
nastero di Calabromaria.
I
lriferimentodimaggiore
evidenza risale al 10 gen-
naio 1716. L’abate di “S.
M. de Altilia alias Calabro
Marie” Christophorus Fitti-
paldi convoca a sé Leonardo
diMauroeAntonioGiaccodi
Roccabernarda in merito ad
alcune questioni sorte circa
la “Gabella” ed il “Casale Ca-
rìa”. In calce alla “Notitia Ci-
tandorum” è impresso a sec-
coilsigilloottagonaledelmo-
nastero di Altilia. Al centro
appare la Calabromaria assi-
sa frontalmente in trono con
inbraccio,erettosulladestra,
ilbambinello.Entrambisono
raffigurati con l’aureola ben
evidente, stilizzata a guisa di
raggiera. Il bambinello mo-
stra le braccia aperte e spa-
lancateinsegnodiaccoglien-
za. La Madonna incrocia in
basso leggermente le gambe.
Ai piedi della Calabromaria
sono raffigurate, infine. tre
teste di angeli che spuntano
fuori dalle nuvole. Il sigillo
recaimpressainlinead’eser-
gol’iscrizione“S-Maria-de-
Altilia”.
(n.s.)
ulto mariano
CULTURA