Giovanni carrù memorie della natività in catacombaDailyFocusNews
Monsignor Giovanni Carrù, sacerdote dal 1972 e nominato Segretario della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra dal giugno 2009, nel 2011 ripercorre nel seguente articolo i riferimenti iconografici più espliciti alla storia della Natività sin dalla prima metà del III secolo.
Giovanni carrù memorie della natività in catacombaDailyFocusNews
Monsignor Giovanni Carrù, sacerdote dal 1972 e nominato Segretario della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra dal giugno 2009, nel 2011 ripercorre nel seguente articolo i riferimenti iconografici più espliciti alla storia della Natività sin dalla prima metà del III secolo.
Il Monastero della Madonna della Calabria, a cura di Francesco Lopez (Presidente del Centro Studi Pelusio) e di Gregorio Aversa (Direttore Soprintendenza Beni Culturali Calabria). La seconda parte è curata da Giuseppe Saclise (Associazione Culturale Nuovi Orizzonti) e riguarda i Monasteri di Cabria e Monte Marco in territorio di Castelsilano (Kr)
Il Monastero della Madonna della Calabria, a cura di Francesco Lopez (Presidente del Centro Studi Pelusio) e di Gregorio Aversa (Direttore Soprintendenza Beni Culturali Calabria). La seconda parte è curata da Giuseppe Saclise (Associazione Culturale Nuovi Orizzonti) e riguarda i Monasteri di Cabria e Monte Marco in territorio di Castelsilano (Kr)
1. CENTROMARCHESATO 29il CROTONESE 26 - 29 GENNAIO 2007 N. 7
Nell’archivio del Fondo Pellicanò rinvenuta un’immagine del 1716
LapiùanticaCalabromaria
Un sigillo ottagonale dell’abate del monastero
Nell’immagine a sinistra il sigillo ottagonale del monastero di
Altilia impresso su un documento datato 10 gennaio 1716
conservato nel fondo Pellicanò presso il Centro studi Gioachimiti
di San Giovanni in Fiore: si tratta della più antica immagine della
Madonna della Candelora; qui sopra uno dei sigilli di forma
circolare, risalenti al XVIII secolo, che riproduce un’immagine
della Calabromaria venerata ad Altilia. Nel fondo Pellicanò sono
stati rinvenuti altri sette documenti con un simile sigillo
La scoperta
del Centro studi
“Cornelio
Pelusio Parisio”
ALTILIADISANTASEVERINA - Ve-
nerdì 2 febbraio si celebra la
festa della Madonna della
Candelora. Una ricorrenza
quest’anno oltremodo spe-
ciale e del tutto particolare.
Per la prima volta, infatti,
grazie alle attività di ricerca
del centro studi Cornelio Pe-
lusio Parisio, è possibile ai
nostri giorni prendere visio-
ne dell’immagine documen-
talmente provata dell’antica
Calabromaria, venerata da
principi e regnanti sin dal-
l’XI secolo.
La Vergine assisa tiene
il bambinello sulla destra
La scoperta, di ecceziona-
le valore storico, risale alle
ultimissime settimane.
Tra i documenti del fondo
archivistico Pellicanò, ac-
quisito nel 2004 e oggi cu-
stodito presso il Centro in-
ternazionale di Studi gioa-
chimiti di San Giovanni in
Fiore, alcuni diplomi relati-
vi alla vita dell’antica badia
cistercense di Altilia e risa-
lenti alla prima metà del
1700 recano impresso il si-
gillo del monastero di Cala-
bromaria.
Il primo riferimento risa-
le al 10 gennaio 1716. L’a-
bate di “S. M. de Altilia alias
Calabro Marie” Christopho-
rus Fittipaldi convoca a sé
Leonardo di Mauro e Anto-
nio Giacco di Roccabernar-
da in merito ad alcune que-
stioni sorte circa la “Gabel-
la” ed il “Casale Carìa”.
In calce alla “Notitia Ci-
tandorumӏimpressoasec-
co il sigillo ottagonale del
monastero di Altilia. Al cen-
tro appare la Calabromaria
assisa frontalmente in trono
con in braccio, eretto sulla
destra, il bambinello.
Entrambi sono raffigurati
con l’aureola ben evidente,
stilizzataaguisadiraggiera.
Il bambinello mostra le
braccia aperte e spalancate
in segno di accoglienza. La
Madonna incrocia in basso
leggermente le gambe.
Ai piedi della Calabroma-
ria sono raffigurate, infine,
tre teste di angeli che spun-
tano fuori dalle nuvole. Il si-
gillo reca impressa in linea
d’esergol’iscrizione“S-Ma-
ria - de - Altilia”.
Attingendo al fondo Pelli-
canò è dato rintracciare l’i-
cona della Calabromaria in
altri sette documenti, anche
questi risalenti al XVIII se-
colo. La tipologia dei sigilli,
di forma circolare e ad in-
chiostro nero, è omogenea.
AlcentroèraffigurataMaria
col bambino in trono, iden-
tica alla figura sopra de-
scritta dell’anno 1716.
Tutt’attorno si legge “+ Uni-
versità d. S. M. d. Altilia”.
La scoperta dell’immagi-
ne più antica della Calabro-
maria, benché richieda ulte-
riori studi ed approfondi-
menti – soprattutto al fine di
identificare lo stile ed il con-
testo di venerazione cui ap-
parteneva – impone di ri-
percorrere e riconsiderare a
grandi linee l’iconografia
mariana tradizionalmente
associata ad Altilia.
Particolare importanza
assume a riguardo il con-
fronto con la Madonna del
muro, conservata nella cat-
tedrale di Santa Severina, e
con la statua lignea della
Madonna della Candelora,
custodita ad Altilia nella
chiesa parrocchiale di San
Tommaso.
Nell’aprile 1915 Antonio
Pujia,fratellodell’arcivesco-
vo di Santa Severina Car-
melo Pujia e curatore della
rivista Siberene, ritenne, sul-
la scorta dell’interpretazio-
ne dell’arcivescovo, di dover
identificarelaCalabromaria
di Altilia con la “Madonna
del muro” di un vecchio af-
fresco della basilica metro-
politana di Santa Severina,
emerso pochi anni prima
“presso alla porta della na-
vata destra” durante alcuni
lavori di restauro. L’affresco
ritrae, in alto, Maria Santis-
sima seduta sul trono, col
bambino Gesù, in piedi, che
benedice e porta sulla mano
sinistra il globo simbolico.
Confrontata con l’imma-
gine ricavabile dai sigilli del
fondo Pellicanò, l’icona pre-
senta notevoli punti di con-
tatto “figurali”: in comune è
laposizionedellaVerginese-
duta sul trono di nuvole, co-
sì come il bambinello tenu-
to sulla destra. Due elemen-
ti,questiultimi,che,purnel-
le differenze, potrebbero in
termini generali conferma-
re e rafforzare l’intepreta-
zione a suo tempo offerta da
monsignor Pujia.
Del tutto diverso è il di-
scorso per quel che concer-
nel’odiernastatuadellaMa-
donna della Candelora.
Non c’è alcuna affinità
con l’attuale iconografia
Non è possibile, infatti,
rintracciare alcuna affinità
con la Calabromaria: la Ver-
gineèinpiedieportailbam-
binello sulla sinistra.
Ciò non toglie che il si-
mulacro sia altrettanto anti-
co, come attesta la pala d’al-
tare che ad esso fa da corni-
ce. Questa, realizzata a gui-
saditempiettofinementein-
tagliato e decorato, risale al
1790 secondo quanto emer-
ge dall’iscrizione posta al
centro in basso: “D. Vincen-
tiusVerzina/parochusetcon-
civis/ S. Gio. Fio. Fecit anno
D.ni/1790”.
Da un esame complessi-
vo, ancorché preliminare, la
posizione ieratica e frontale
della Calabromaria raffigu-
rata nel sigillo del monaste-
ro di Altilia, insieme al bam-
binellocollocatosulladestra
in posizione eretta e di spal-
le alla Madre, indicherebbe
una tipologia iconografica
segnatamente bizantina, af-
fermatasi in Occidente a
partire dal VII sec. Non si
può dimenticare a riguardo
che il cenobio di Calabro-
maria fu fondato attorno al
1099 da monaci basiliani.
FRANCESCO LOPEZQui sopra la Madonna del muro, affresco rinvenuto nella
Cattedrale di Santa Severina che raffigura la
Calabromaria di Altilia; a destra la statua lignea, risalente
al 1790, che riproduce la Madonna della Candelora la cui
festa si celebra il 2 febbraio; in alto una veduta di Altilia