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ISTITUTO MARCONI – Tortona
Classi iscritte: VAA-VAM-IBE
Concorso Articolo 9 della Costituzione, edizione 2013-2014.
Luoghi, paesaggi, vite, cultura, segni materiali e immateriali…: cittadinanza attiva per
ricercare e costruire insieme il patrimonio culturale della memoria storica e per diffondere
la cultura della pace tra i popoli, a cento anni dalla Grande Guerra.
Titolo del lavoro:
“Dal Volo al Voto. Storia di santi e di soldati nella Tortona della Grande
Guerra”
PRESENTAZIONE DEL PERCORSO
Il concorso vede la collaborazione di due insegnanti di Lettere docenti nel
biennio (M.G. Rolando-Mariola) e nel triennio (M.A. Genovese) dell’Istituto
tecnico G. Marconi di Tortona.
Il bando è stato proposto ad una quinta articolata, composta da due
classi(5AA periti alimentari e 5AM periti meccanici) e ad una classe prima
(1BE, periti elettronici).
Il lavoro ha coinvolto la totalità degli alunni delle classi che hanno
partecipato anche alle uscite presso l’ Archivio Storico e presso la
Biblioteca civica della città.
Le adesioni che hanno poi portato alla formazione di un gruppo di lavoro
ristretto composto da alunni delle diverse classi, sono state date su base
volontaria in base alla disponibilità ed all’interesse del singolo,
indipendentemente dal rendimento scolastico. Hanno offerto il loro aiuto
anche alunni di altre classi ed ex alunni che hanno coadiuvato
nell’organizzazione del copione, delle riprese e del materiale di
montaggio del video.
La partecipazione di più classi che rappresentano più percorsi curriculari
e la diversa età dei partecipanti, sono stati fin dall’inizio uno stimolo a
cogliere i diversi punti di vista, si è lavorato in “Working progress”,
accogliendo tutti i suggerimenti che arrivavano man mano, senza seguire un
piano di lavoro prestabilito, almeno inizialmente.
Le parole che hanno “folgorato” l’immaginazione dei ragazzi e che hanno
dato spazio all’indagine sugli aspetti poco conosciuti della storia locale
sono quelle che invitavano ad “andare alla ricerca dei “segni” del
passato, materiali e immateriali, ancora presenti a volte nelle case, nei
paesi, nelle città, nella memoria orale, nei tanti luoghi del presente”
l’invito quindi “ad un ’appropriazione “dal basso” della storia della Prima
guerra mondiale, attraverso quei processi di ricerca e di coinvolgimento
che possono nascere proprio a scuola”.
Don Orione, il santo del ex Voto alla Madonna della Guardia per il ritorno
dei reduci, è una figura ancora popolare e viva nella memoria della
città, ma come un filo che si dipana, l’indagine ha portato alla luce
altri personaggi non meno coraggiosi ed eroici, eppure totalmente
sconosciuti, combattenti come Ernesto Cabruna, aviatore, le cui imprese
aeree hanno avuto all’epoca un’eco a livello nazionale. Altri caduti,
sacrificati sul campo di battaglia, di cui si conosce appena il nome che
segnano la toponomastica delle nostre strade e dei nostri viali.
L’indagine si sofferma sulla generosità, l’altruismo di questi personaggi
che sottende la loro testimonianza. Una generosità che è stata condivisa da
tanti in città , attraverso l’attivismo dei comitati cittadini sorti
spontaneamente per soccorrere i soldati al fronte e le loro famiglie.
L’indagine sul contesto storico tortonese ha portato ad altre scoperte: il
conflitto bellico ha segnato l’opulenza effimera del ceto medio locale
legato allo sviluppo delle fabbriche convertite in armamenti, e
l’accentramento di tanta forza lavoro operaia socialista. Ma, dopo la
disfatta di Caporetto la città, divenuta retrovia del fronte, ha dovuto
fare i conti con l’altro aspetto della guerra: quello amaro della crisi,
della fame e dell’emergenza.
Infine è stata apprezzata la capacità di precorrere i tempi di don
Orione , nostro illustre concittadino: a fine guerra nelle strutture
locali vennero ospitati tanti orfani, anche quelli austriaci, figli dei
combattenti nemici.. Tale testimonianza ci ha portato a condividere la
riflessione sulla “conquista consapevole del valore universale della pace
tra i popoli”
A supportare il lavoro di ricerca proposto dagli Studenti, in primis i
Docenti stessi che si sono avvalsi della collaborazione del Direttore della
Biblioteca Civica, Dott. G. Gatti; della responsabile dell’Archivio storico
di Tortona, Dott.ssa B. Santi e della consulenza dello storico locale
Giuseppe Decarlini. Hanno collaborato per il recupero delle foto d’epoca,
il Dott. Anetra della Fondazione CRT Tortona e l’archivio storico della
postulazione Orionina di Roma.
Ernesto Cabruna
« E’ il nostro eroe, quale altro nome dare a un tale uomo? Continua ad essere il solitario cacciatore,
che non conta i suoi avversari, pronto a battersi con intere squadriglie »
Questo diceva Gabriele d'Annunzio riferendosi a Ernesto Cabruna, nato a Tortona il 2 giugno 1889
e morto il 9 gennaio 1960 a Rapallo.
Egli è stato un abile aviatore durante la prima guerra mondiale con otto vittorie aeree ottenute.
Cabruna a 18 anni entrò a far parte della Legione Allievi Carabinieri di Roma.
Quando scoppiò la Guerra chiese di essere inviato in prima linea e combatté sull'Altopiano di
Asiago. Divenne pilota il 10 novembre.
In un'occasione aveva attaccato da solo una formazione ungarica composta da un bombardiere
scortato da 10 caccia, riuscendo ad abbattere il capostormo; il resto del gruppo si ritirò.
Il 26 settembre però dopo aver compiuto una ricognizione, in fase di atterraggio, dell'olio bollente
fuoriuscito da una tubazione rotta del velivolo finì sul suo volto; perso il controllo, il mezzo aereo si
capovolse procurando a Cabruna alcune fratture, molte escoriazioni e una grave commozione
celebrale. Ricoverato all'ospedale militare di Brescia, dopo un mese tornò in Guerra e distrusse due
aerei austro-ungarici a terra.
In totale Ernesto Cabruna ottenne otto vittorie aeree in novecento ore di volo in guerra più due
velivolo al suolo e un pallone di osservazione.
Le onorificenze da lui ottenute sono:
–La Medaglia d'oro e d'argento al valor militare, per le numerose vittorie;
–La Medaglia di bronzo al valor militare, per il soccorso dato ai feriti sul campo di battaglia;
–Croce al merito di guerra, per aver distrutto due velivoli nemici a terra;
–Medaglia d'oro della Marcia di Ronchi, per aver aiutato Gabriele d'Annunzio;
–Promozione per merito di guerra, per la vittoria contro il bombardiere e i caccia.
Ottenne diverse promozioni: fu promosso a brigadiere, per il comportamento tenuto in seguito al
terremoto di Messina, a comandante della stazione di Salbertrand in Piemonte, a maresciallo e in
seguito al combattimento di Conegliano del 29 marzo 1918 ( battaglia per la quale ha ottenuto la
Promozione per merito di guerra), ottenne la promozione a sottotenente.
Nel 1923 rientrò a Tortona dove ricevette solenni onori. In quell’occasione il duca d’Aosta donò
alla Città di Tortona l’aeroplano di Cabruna, attualmente esposto nel Museo dell’aeronautica di
Vignale di Valle, presso Roma.
Ernesto Cabruna avrà anche un ruolo di rilievo nell’esperienza dell’occupazione fiumana. Per tale
impresa si rimanda alla pubblicazione “Antichi e Rari della Biblioteca Civica di Tortona”, Fiume 10
gennaio 1921-23 marzo 1922, giugno 1912
Santuario di Nostra Signora della Guardia e don
Luigi Orione
Luigi Orione
Luigi Orione (Pontecurone, 23 giugno 1872 – Sanremo, 12 marzo 1940) è
stato un presbitero italiano, fondatore della Piccola Opera della Divina
Provvidenza: è stato canonizzato da papa Giovanni Paolo II nel 2004.
Leggenda di don Luigi Orione
Un santo dei nostri tempi, il suo nome è Luigi Orione, nato a Pontecurone
il 23 giugno 1872, un vero e proprio santo per la popolazione del Rione San
Bernardino, il quartiere dove tuttora sorge il Santuario della Madonna
della Guardia. Nel 1917 il Rione San Bernardino era costituito da famiglie
molto povere e queste erano in fermento per l'assenza di uomini e giovani
da impiegare nelle campagne e fabbriche a causa della Prima Guerra
Mondiale che incombeva in tutta Europa. Tortona, 1 maggio 1917: ”Bisogna
andare al popolo e sacrificarsi e farsi ammazzare ma rifarlo cristiano...”
furono queste le parole che Don Orione pronunciò e che riuscirono a
calmare una protesta nata nei paesani tortonesi che decisero di attaccare
l'episcopio (palazzo vescovile) di Tortona; Don Orione intervenne insieme
ad alcuni giovani per soccorrere le famiglie più povere e bisognose e
durante la guerra decise di costruire un Santuario in onore dei ragazzi e
dei padri delle famiglie tortonesi partiti per il fronte.
Il santuario rappresenta un voto popolare fatto dai paesani tortonesi in
onore della Madonna, la costruzione di questo tempio iniziò in 29 agosto
1918 e fu inaugurato il 29 agosto 1931. La parte del Santuario che
colpisce a prima vista è la Madonna posta sulla torre, da lì tutti possono
ammirarla. La fece costruire Don Orione in seguito ad un episodio che gli
accadde quando era ancora un giovane chierico, vide il sacro cuore e udì
alcune parole: “Di qui uscirà la mia misericordia e la mia Gloria”.
La parola suona, gli esempi tuonano. Le parole muovono, gli
esempi trascinano.
Don Luigi Orione (Cit.)
Biografia
Il 14 settembre 1885 entra tra i Francescani di Voghera, ma nel giugno
del 1886 ne viene dimesso a causa di una grave malattia per la quale
rischia la morte.
Il 4 ottobre 1886 diventa allievo nell'oratorio Valdocco di Torino, dove
rimane tre anni. Viene notato da Giovanni Bosco che lo annovera tra i suoi
prediletti.
Il 16 ottobre 1889 entra nel seminario di Tortona, dove gli viene anche
affidato il compito di custode in Duomo.
Il 2 marzo 1892 inizia l'apostolato per la gioventù. Il 3 luglio 1892
inaugura l'Oratorio san Luigi.
A 21 anni, il 15 ottobre 1893 apre un collegio nel rione san Bernardino di
Tortona.
Viene ordinato sacerdote il 13 aprile 1895.
A partire dal 1899 comincia a raccogliere intorno a sé un primo gruppo di
sacerdoti e chierici che andranno a costituire la Piccola Opera della
Divina Provvidenza, approvata dal vescovo diocesano nel 1903.
Nel 1908 si reca a Messina e Reggio Calabria devastate dal terremoto per
partecipare agli aiuti, lì si dedica per tre anni soprattutto alla cura degli
orfani, in particolare a Reggio Calabria contribuisce a far nascere
il santuario di sant'Antonio. Aiuterà in egual modo nei confronti dei
terremotati nella Marsica nel 1915. Nello stesso anno fonda
la Congregazione delle Piccole Suore Missionarie della Carità.
Nel frattempo, nel 1909, porta al morente Alessandro Fortis, già Primo
Ministro e noto massone, la richiesta assistenza spirituale, ma, per non
essere fermato dai compagni di partito del Fortis, deve farlo travestito
da infermiere, come racconta lo stesso don Orione.
Al termine della prima guerra mondiale comincia la fase di espansione
dell'opera orionina: fondazione di collegi, di colonie agricole e di opere
caritative e assistenziali sia in Italia (Milano, Genova, Roma) sia nel mondo
(Buenos Aires, san Paolo del Brasile, Santiago del Cile).
Invia missionari in Brasile (1913), Argentina e Uruguay (1921),
in Palestina (1921), in Polonia (1923), a Rodi (1925), negli Stati Uniti
d'America(1934), in Inghilterra (1935), in Albania (1936). Egli stesso, nel
1921-22 e nel 1934-37, si reca in visita missionaria nell'America Latina, in
Argentina, Brasile, Cile, Uruguay.
Fonda inoltre il santuario di Nostra Signora della
Guardia a Tortona (Alessandria) (1931) e quello della Madonna di
Caravaggio a Fumo di Corvino San Quirico (Pavia) (1938). Divenne Ascritto
Consacrato dell'Istituto della Carità, una forma prevista dal
fondatore Antonio Rosmini che dava la possibilità anche ai consacrati di
unirsi alla società da lui fondata.
Culto
Il suo corpo è esposto a Tortona nel santuario da lui innalzato, il santuario
di Nostra Signora della Guardia. Beatificato il 26 ottobre 1980 da papa
Giovanni Paolo II, è stato proclamato santo dallo stesso Papa il 16
maggio 2004.
La memoria liturgica si celebra il 16 maggio.
Al santo sono dedicate alcune chiese, tra le quali una Chiesa parrocchiale
a Pavia e una chiesa a Venafro.
Il miracolo per la canonizzazione
Per la canonizzazione del beato Luigi Orione, la Chiesa cattolica ha
ritenuto miracolosa la guarigione di Pierino Penacca, guarito nel 1991 da un
tumore maligno.
Nel 1990 Pietro Penacca, di 78 anni, abitante a Momperone, in provincia di
Alessandria, fu ricoverato all'Ospedale San Raffaele di Milano, dove gli
fu diagnosticato un carcinoma ai polmoni. I medici dissero che, a causa
dell'età avanzata, non erano consigliabili né un intervento chirurgico né la
chemioterapia. I familiari, ai primi di gennaio del 1991, si rivolsero
all'intercessione di don Orione e il malato, nel giro di una settimana, guarì
completamente. Dopo la guarigione, Penacca è vissuto per altri dodici anni,
lavorando nei campi e come falegname. È morto di vecchiaia nel 2001.Il
caso, dopo il processo diocesano, durato dal 4 gennaio al 12 marzo 1999,
fu sottoposto alla Congregazione per le Cause dei Santi che, il 7
luglio 2003, promulgò il decreto sul miracolo, dichiarando l'inspiegabilità
della guarigione, rapida, completa e duratura.
Santuario di Nostra Signora della Guardia
Il Santuario di Nostra Signora della Guardia fu costruito da don Luigi
Orione nella cittadina di Tortona, in provincia di Alessandria.
Storia
La primitiva chiesa della Vergine delle Grazie
Il santuario occupa il posto dove, già nel 1000, sorgeva
la chiesa della Beata Vergine delle Grazie, tenuta dai benedettini e poi
dai francescani. Nel 1418 davanti ad essa predicò Bernardino da Siena,
dal quale il borgo prese il nome.
Dopo il 1500 detta chiesa, chiamata ormai la "Madonna di San
Bernardino", andò in rovina, ma i devoti cattolici continuarono a pregare la
Vergine, e le cronache del tempo riportano che si ottenevano grazie e
favori insigni. Perciò, nel 1585, costruirono nel luogo della primitiva chiesa
un "pilone" o tabernacolo a quattro facciate.
Qualche anno dopo, nel 1607, il vescovo di Tortona Umberto Gambara,
pressato dalla popolazione tortonese, iniziò la costruzione, attorno al
"pilone", di un santuario più grande, con pianta a croce greca. Per
facilitare l'afflusso dei devoti, in seguito, il vescovo Cosmo Dossena
costruì un solido ponte sull'Ossona, il torrente che divide
la città dal rione San Bernardino; fece innalzare la cupola, dipingere la
chiesa, costruire davanti ad essa, per i pellegrini, un portico ed una piazza
cinta di colonne di pietra. In quei secoli, seguiti alla scissione protestante,
il santuario fu difesa della fede tortonese contro le eresie.
Di esso si interessò anche papa Paolo V che per due volte lodò la pietà dei
tortonesi.
Nel 1662 ai francescani subentrarono gli agostiniani, fino al 1802, quando
furono allontanati da Napoleone.
Il sacro edificio, allora, già danneggiato prima delle guerre, fu
trasformato in edificio privato, come si conserva tuttora: una parte,
tuttavia, rimase adibita a chiesa dove si continuò ad onorare la Madonna.
Il lavoro di don Orione
Luigi Orione nel 1893 aprì in San Bernardino il suo primo collegetto per
ragazzi. Parlando loro della futura opera, che già vagheggiava in mente,
disse indicando la zona: "Qui sorgerà un grande Santuario…".
Nel 1917 il rione di San Bernardino, costituito da famiglie molto povere,
era in fermento per l'assenza degli uomini e dei giovani al fronte: una
forte propaganda estremista traviò alcuni, tanto che il 1º maggio di
quell'anno un corteo di esasperati partì da San Bernardino per assalire
l'episcopio: don Orione fu pronto ad intervenire con alcuni giovani, ma capì
che bisognava agire con la carità, per salvare quelle anime: iniziò così ad
accogliere i ragazzi più bisognosi, soccorse i poveri e, solo tra i sacerdoti,
poteva passare l'Ossona per celebrare la messa nella cappella della
Madonna. Durante la prima guerra mondiale fece il voto di costruire un
grande santuario alla Madonna, se i soldati del rione fossero ritornati sani
e salvi.
Il voto venne fatto il 29 agosto del 1918; il 4 novembre la guerra finiva.
Il 23 ottobre 1926, il cardinale tortonese Carlo Perosi, benediceva la
prima pietra del santuario.
Nell'aprile 1928 iniziavano i lavori; il 28 agosto 1931 – nel XV centenario
del Concilio di Efeso e della Mater Dei – il nuovo artistico tempio veniva
inaugurato dal vescovo Simon Pietro Grassi ed iniziava la serie di quelli
che i fedeli di Orione chiameranno "trionfi mariani" e che si collegano
nella sua mente ai due antichi santuari, in una tradizione di fede e
di amore alla Madonna che durava da secoli.
I tempi recenti
La sera del 28 agosto 1958 fu presente
col metropolita di Genova, Giuseppe Siri – per la benedizione della
grande statua posta sul sagrato del santuario – il cardinale Angelo
Giuseppe Roncalli, che dopo due mesi esatti sarebbe stato eletto papa col
nome di Giovanni XXIII.
Il 28 agosto 1959 Giovanni XXIII volle ancora essere presente,
illuminando per impulso radio la statua fatta salire il giorno 27 al vertice
della torre, ed indirizzando alla moltitudine dei fedeli un messaggio
radiofonico benedicente.
Il santuario è stato solennemente consacrato da monsignor Luigi
Bongianino, vescovo di Tortona, il 24 agosto 1991, dedicandolo a Dio in
onore della Beata Vergine Madre di Dio, venerata sotto il popolare titolo
di Madonna della Guardia. Facevano corona al vescovo di Tortona:
• Andrea Mariano Magrassi, arcivescovo di Bari-Bitonto
• Andrea Gemma, vescovo di Isernia–Venafro
• Giuseppe Masiero, superiore generale dell'"Opera don Orione"
• Giuseppe Rigo, rettore del santuario
Erano presenti anche molti sacerdoti, religiosi, e un grande numero di
fedeli.
Il 1º ottobre 1991 il santuario è stato insignito del titolo
di Basilica minore da papa Giovanni Paolo II.
Da vedere
Il Santuario ospita nella navata di destra, la tomba di San Luigi Orione,
meta di pellegrinaggi da ogni parte del mondo. Il corpo del santo è
conservato in una teca con le pareti di vetro ed è quindi visibile dai fedeli.
In cripta è invece possibile vedere la prima tomba di don Orione, quella
che accolse i resti del santo subito dopo la sua morte. In cripta sono
sepolti i primi successori di don Orione a altri figli e figlie della Piccola
Opera della Divina Provvidenza. Da notare in basilica la bella Via
Crucis di Antonio Ciseri. Nella via crucis della cripta, un tempo nella
basilica superiore, il volto del Cireneo, nella quinta stazione, ha le
sembianze di don Orione. Dietro il Santuario e collegata ad esso è la torre
alta 60 metri costruita negli anni 1954-58 su progetto dell'architetto
Gallo di Torino. Alla sua sommità è posta la statua in bronzo dorato della
Madonna con in braccio Gesù Bambino. Realizzata dallo scultore Narciso
Cassino, è, con i suoi 14 metri di altezza e le sue 12 tonnellate di peso, la
più grande statua bronzea al mondo posta in cima a un edificio. Essa venne
realizzata utilizzando come materia prima il rame delle pentole rotte
raccolto nella diocesi di Tortona in seguito alla missione di predicazione
lanciata da Don Orione per la realizzazione del monumento. La torre è
visitabile fino al balcone posto alla base della statua.
Feste celebrate con particolare solennità in santuario
Il 1º gennaio la Chiesa celebra Maria Madre di Dio. Essendo il Santuario
dedicato alla Mater Dei è possibile per i fedeli ottenere l'indulgenza
plenaria alle solite condizioni (confessione sacramentale dei propri
peccati, comunione eucaristica, preghiera secondo l'intenzione del Sommo
Pontefice, vivo proposito di non peccare più). L'indulgenza plenaria è
prevista anche il 29 giugno, festa dei santi Pietro e Paolo (uno dei pilastri
della spiritualità di don Orione è la fedeltà al Papa), il 2 agosto, festa
della Porziuncola, il 24 agosto, data della dedicazione della chiesa.
L'indulgenza plenaria può essere lucrata anche in un giorno dell'anno
liberamente scelto del fedele come data di un proprio pellegrinaggio al
santuario. La festa tuttavia più tipica del santuario, celebrata con grande
solennità e concorso di popolo, è quella dell'Apparizione, il 29 agosto, in
ricordo dell'apparizione di Maria sul monte Figogna al pastore Benedetto
Pareto. In questa occasione il rione di san Bernardino diventa il centro dei
festeggiamenti che culminano con la processione del pomeriggio e i fuochi
artificiali della sera.
Per la stesura della seguente sintesi si sono consultati:
 San Luigi Orione: da Tortona al mondo, Atti del Convegno di studi, Tortona 14-16 marzo
2003, collana Vita e Pensiero,2004
 Album della Stanza-sette- “Tra noi, presente. Immagini della vita di Don Orione e della sua
Opera.” Fondazione Cassa di risparmio di tortona,2011
 Don Beppe Rigo, Il Santuario-Basilica della Madonna della Guardia, Piccola Opera della divi-
na provvidenza., 12 marzo 2011
GLI ORFANI e il Carisma della Carità di Don Orione
 Durante la Prima guerra mondiale, Don Orione apre altri orfanatrofi (anche se lui li chiamava con il
nome della via in cui erano situati). Tra gli orfani di guerra trova seguaci che divennero sacerdoti
benemeriti della Congregazione. A questo proposito, c’è una pagina di don Orione intitolata “il
primo nostro dovere: gli orfani”.
Frasi da “il primo nostro dovere: gli orfani”:
 noi daremo per gli orfani la vita! Ad essi dopo Dio e la Chiesa, le migliori nostre energie, gli affetti
più puri del cuore! Ogni fatica, ogni sacrificio più umile, più nascosto sarà dolce, pur di riuscire a far
di noi stessi un olocausto per gli orfani.
 Noi andiamo ad essi… allargheremo le braccia e il cuore per accogliere il più gran numero di orfani e
la Provvidenza di Dio aumenterà ogni dì più, come aumentano i fanciulli derelitti e gli orfani da
accogliere.
 Non dubitate, no: la nostra educazione ha spiccato carattere cristiano e di italianità. Vi daremo dei
giovani che crederanno alla Patria, perché credono al Vangelo e alla Chiesa. aiutateci e non
dubitate: gli orfani troveranno dei padri.
 Negli anni tra il 1908 e il 1918 si ha a Reggio Calabria, a Messina, nella Marsica, tra le vittime del
terremoto e della guerra, e davanti all’Italia e al mondo, l’epifania di Don Orione, ossia la
rivelazione della sua multiforme opera di carità, a beneficio dei terremotati, dei poveri, degli afflitti
e soprattutto degli orfani.
 Notizie tratte da:
 “La figura e l’opera di don Luigi Orione (1872-1940)”, ed. Vita e pensiero,1994. pp.188-
191
 Frase che riassume tutto il carisma di Don Orione (1897): “la gioventù e i poveri sono i due occhi che
ci fanno camminare e ci indicano la traiettoria sulla quale in fedeltà inalterata alla Chiesa, al Papa e
ai Vescovi, dobbiamo con perseveranza avanzare tra i bisogni sempre nuovi del mondo”.
Il Quartiere di San Bernardino
S. Bernardino era un rione fuori città composto da una trentina di casupole di contadini, con due o tre
abitazioni signorili. L’agglomerato circondato da campi e orti, era attraversato da una roggia usata anche
dalle lavandaie (attuale Area Silvi)”. Era tutta campagna infestata da ladri e briganti che conoscevano bene
gli anfratti della zona tant’è che un’anziana signora riferisce di un omicidio con furto avvenuto proprio sulla
statale per Genova e il dileguarsi dei briganti (tra cui Sante Pollastro) che sparirono all’interno di una
tubatura (probabilmente qualche rudere dell’acquedotto romano che portava l’acqua all’antica Dertona)
facendo perdere le loro tracce.(1)
Il borgo delle Lavandaie era anche un quartiere politicizzato, un quartiere “rosso”. In quell’ambiente di
miseria, le attività ladresche erano tollerate. Nel “burgu” vi erano bande di ragazzini dediti al furto di cose
essenziali, il cibo, indumenti, oggetti utili per la casa, il carbone sottratto al deposito ferroviario. Il Borgo era
una specie di zona franca, una specie di bidonville dove carabinieri, singoli o coppie non si avventuravano. In
tale ambiente era saldo il senso di solidarietà e la fratellanza, la critica ai ricchi , le idee sociali di riscatto. (2)
Quest’area di campagna incolta si estendeva fin verso Novi e la pianura di Alessandria, la Frascheta, luogo
storico di briganti, banditi e contrabbandieri.(3)
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
(1)Testimonianza sul quartiere nei primi anni ’20, data dalla Sig. Gioconda Coscia, anziana tortonese,
all’epoca giovanissima, abitante proprio a San Bernardino, durante una intervista registrata il 12/11/1989
da Pietro porta e Angelo Anetra per la realizzazione del vocabolario tortonese di Maurizio Cabella uscito
nel 1999
(2) Così era descritto il borgo della limitrofa Novi dai suoi abitanti, non abbiamo ragione di supporre che a
Tortona fosse diverso. “ Sante Pollastro. Il bandito in bicicletta”pp.28-29
(3) In queste zone il Bandito Pollastro “Pulàster” era di casa , ospitato da Cirle, una sedicenne fidanzata
che abitava presso la cascina “du Diòvu” del diavolo tra Tortona e Acqui Terme
Bibliografia: Testo tratto da Gian Domenico Zucca, “Sante Pollastro. Il bandito in bicicletta”, I
GrafismiBocassi,Collana Memoria n.3/2003, pag.57.
Sommossa popolare maggio 1917
Tortona visse con toni abbastanza acuti la crisi determinata dalla transizione di un’economia
eminentemente e sostanzialmente agricola verso una diffusa presenza industriale nel nuovo
territorio.
Uno dei portati dell’industrializzazione era stato il diffondersi delle idee socialiste nella zona.
Già nel 1904 i socialisti erano entrati nella Giunta Comunale, rafforzando ad ogni elezione le
proprie posizioni, fino a governare da soli nel 1910. Gli uomini che rappresentavano il partito
socialista abbracciavano una concezione riformista e gradualista della lotta di classe, ben
rappresentata dal fiorire di società agricole ed operaie di mutuo soccorso e di cooperative un
po’ ovunque nel Tortonese.
La base socialista avvertiva della guerra solo il peggioramento bestiale delle condizioni di vita
e di lavoro, il blocco dei salari e degli scioperi, lo straordinario obbligatorio. Il primo maggio
del ’17 l’abituale comizio si era trasformato in una manifestazione violenta contro la guerra e
la fame. Furono saccheggiati negozi di lusso e magazzini militari di viveri, insultati e malmenati
i piccoli borghesi colti per le strade. I più esterrefatti furono proprio i dirigenti socialisti , che si
affrettarono a condannare la manifestazione. La cronaca dei fatti di maggio è resa difficile dalla
censura che in quel periodo mutila i giornali. Ne portano accenni i numeri del “Popolo” del 16
maggio 1917, che ricorda il nome dell’oratore, Remondino.
Testimonianze orali ricordano che il corteo dei dimostranti saccheggiò un magazzino militare
di generi alimentari, posto nel quartiere di S. Bernardino.
Il Comitato di Preparazione Tortonese, presieduto dal socialista Bidone, si dissociò energicamente
dai fatti.
La situazione si aggravò ulteriormente con la fine della guerra, e l’inizio, anche a Tortona del
“Biennio Rosso”.
L’inflazione che avvantaggiava i grandi complessi industriali, premeva sui salari e fu proprio sul
problema del “carovivere” che, nel luglio del ’19, ebbe luogo a Tortona, come in molte altre città
del Nord, un vero e proprio tumulto.
La mattina del primo sabato di luglio, le operaie del cotonificio Dellepiane uscirono dalla fabbrica
e, in corteo, si recarono presso gli stabilimenti convincendo gli operai a seguirle in centro, dove,
sotto i portici si teneva l’abituale mercato. Alcuni banchi di ambulanti e negozi furono svuotati e
bruscamente si convinsero i commercianti a diminuire i prezzi del 50 per cento per i generi
alimentari e del 40 per le altre merci, pena la confisca.’
Bibliografia:
Tratto da “Miscellanea Storica Tortonese” Quaderni della biblioteca civica N.1, Tortona 1980
Industrie Tortonesi dai primi del ‘900 alla Grande Guerra
La fabbrica Alfa
La fabbrica Alfa era situata nella zona canonica accanto al vecchio mulino Ronco.
Nell'agosto 1907 viene approvata la convenzione con la società Alfa di Genova dal
comune di Tortona, per l'impianto e l'esercizio del suddetto stabilimento industriale.
Ufficialmente questa fabbrica veniva chiamata O.M.M. (Officine Metallurgiche
Meccaniche) con consiglio di amministrazione a Torino; non c'era un reale padrone,
ma lo stabilimento era diretto da un direttore generale, e si conosce solo il nome di un
socio dell'azienda: Pallavicini.
Durante la Prima Guerra Mondiale lo stabilimento si concentrò sulla produzione
bellica. In seguito grazie a Torre, si adoperò anche nella riparazione delle locomotive,
in questo modo si crearono nuovi posti di lavoro. Nel 1928 diventò un'industria
automobilistica che produceva telai per automobili grazie all'assorbimento da parte de
L'Italia di Torino.
In seguito il governo fascista, che considerava il tortonese una zona agricola, volle
chiudere l'Alfa, ma Orsi comprò le strutture meccaniche e assorbì operai.
Fu però chiusa in seguito nel 1930 e trasformata dallo Stato in uno stabilimento per il
deposito e confezionamento di sale e tabacco.
L'Alfa di Tortona aveva numerosi reparti: maglie e fucine, fonderia, torneria, reparto
presse idrauliche, reparto locomotive, reparto elettricisti, reparto aggiustatori
meccanici, reparto trafileria, centrale per aria e acqua compressa, ufficio preventivi e
ufficio progetti.
La sua produzione era molto varia e andava dai chiodi ai torchi. Durante la guerra del
'15-18, l'Alfa si attrezzò per la fabbricazione di armi e proiettili non finiti:
consistevano infatti delle sole capsule dove poi si metteva la polvere da sparo; essi
erano di calibro .75 e .140.
Inoltre si producevano aratri, respingenti per i vagoni ferroviari, pezzi meccanici,
bracci per passaggi a livello...
La fabbrica Dellepiane
Nel 1905 il consiglio comunale approvò il patto con Mariano Dellepiane per la
costruzione di un cotonificio.
Questa struttura, con un'ulteriore unità produttiva sede a Novi Ligure, si stanziò
anche a Tortona in un edificio costruito recentemente posto al di là della ferrovia, con
la quale era collegato.
Questa fabbrica lavorava materiali d'importazione provenienti per lo più dal porto di
Genova ed intorno al 1911 vendeva i suoi prodotti anche in Svizzera, in Francia e in
America.
Grazie a questo cotonificio, sorretto da capitali genovesi e novesi, in quel tempo
Tortona si collocò tra i più importanti centri cotonieri della provincia, situati in Valle
Scrivia.
Fonti bibliografiche:
.Città di Tortona, Made in Tortona, L’economia tortonese in documenti ed immagini
1850/1950, Museo Orsi, mostra del maggio 2010 (DVD)
Concorso Art. 9 a.s.2013/14
COPIONE DEL VIDEO
“DAL VOLO AL VOTO. STORIA DI SANTI E DI SOLDATI NELLA TORTONA DELLA
GRANDE GUERRA”
TESTO/Battute/Sottofondo musicale AMBIENTAZIONE- scene
1 1 Nell’archivio storico Ritrovamento di un
diario.
Un gruppo di ragazzi, intento nella ricerca di documenti
nell’archivio della città di Tortona, scopre casualmente una
cartellina: foto, lettere, il diario di Francesco.
Audio: brusio, sfoglio di pagine di ragazzi che
lavorano.
Di sfondo la voce della Prof. che dice: “per favore
i ragazzi di quinta aiutino i compagni di prima”.
-Voce (Aless): “questo è un diario?”
Voce(Riccardo): “sembra di sì… “Tortona,
1917…..”
Voce(Aless): : “guarda qui c’è una foto. … Quaglia
Francesco di Pietro Agostino nato l’11 luglio
1895…...residente a Tortona, a San Bernardino”
Voce (Tosino): “San Bernardino era uno quartiere
rosso, uno tra i più poveri della città”
Articolo 9. (solo la scritta)
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la
ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il
patrimonio storico e artistico della Nazione.
Immagine dello stemma dell’Archivio storico di
Tortona.
Si apre con i ragazzi nell’archivio
storico/biblioteca.
Stanno lavorando a gruppi. Il materiale è sui
tavoli.
Di spalle e poi davanti: un ragazzo di quinta
e uno di prima aprono un faldone. Contiene
documenti dell’epoca.
Immagine su fogli scritti a mano
IMMAGINE FERMA SULLA FOTO del
giovane soldato, le lettere, SULLE PAGINE DI
UN DIARIO. (riprese Archivio s.)
Foto di un rione popolare di Tortona (foto
biblioteca.)
2 La voce narrante descrive la situazione della città nel corso del 1917.
Sviluppo delle Fabbriche Belliche
Voce (Baldin). Tortona, territorio a vocazione agricola, situato tra
Milano-Torino e Genova, vive nel primo decennio del novecento un
periodo di grande sviluppo economico.
Voce(Basso): la vocazione industriale della zona comportò una
grande concentrazione di forza lavoro operaia e il diffondersi delle
idee socialiste.
Voce(Ciocc.) Già nel 1904 i socialisti riformisti erano entrati nella
Giunta Comunale, fino a governare da soli dal 1910.
Voce(Baldin). Durante la prima guerra mondiale molte delle
aziende e officine che erano sorte sul territorio, vengono convertite
per la costruzione e la manutenzione di materiale bellico.
Voce( Basso ) “L’ALFA” di proprietà della Società Anonima Ligure
Forniture e Acciaio che produceva viti e torchi, nei primi anni di
guerra converte la sua produzione in proiettili ed arriva ad avere
più di quattrocento operai.
Voce(Ciocc. ): nel Cotonificio DELLEPIANE, dove prima della
guerra si lavoravano materiali d'importazione provenienti per lo
più dal porto di Genova e destinati all’estero, ora si confezionano
coperte e divise per soldati. I lavoratori sono più di 600.
IMMAGINI foto d’epoca:
a) Immagini di persone per la
strada.
b) Immagini del cotonificio e
dell’Alfa
c) Foto operai che escono dalle
fabbriche
d) L’interno di un laboratorio
dove si cuciono le divise dei
soldati (foto Bibl)
e) L’Alfa officina
f) le Ciminiere Delle Piane.
(foto bibl)
g) i lavoratori che escono dalla
fabbrica
-Davanti a quello che resta
della fabbrica i due ragazzi
(visti di spalle) scattano una
foto
-Sono in moto, sfrecciano
davanti alle rovine della
fabbrica Delle Piane
3. Tortona, rione operaio, San Bernardino
La voce narrante descrive la vita nel quartiere più povero e a maggioranza
socialista
VOCE (Aless) :il mio quartiere, “S. Bernardino era un rione fuori
città. Poche case circondate da campi ed orti e da una vasta area
di campagna incolta che si estendeva fin verso la pianura di
Alessandria, luogo storico di briganti e banditi.. Il rione era
attraversato da una roggia usata anche dalle lavandaie.
Voce(Ciocc).Il borgo delle Lavandaie era anche un quartiere
politicizzato, un quartiere “rosso”. In quell’ambiente di miseria, le
attività ladresche erano tollerate.
Voce(Basso):nel “burgu” vi erano bande di ragazzini dediti al
furto di cose essenziali, il cibo, indumenti, oggetti utili per la casa,
il carbone sottratto al deposito ferroviario.
Voce( Aless): Per noi il Borgo era una specie di zona franca, una
specie di bidonville dove i carabinieri o i preti non si
avventuravano. In tale ambiente era saldo il senso di solidarietà e
la fratellanza, si diffondevano le idee sociali di riscatto.. la critica
ai ricchi.
Voce.(Ciocc) La povera gente, inveiva contro la guerra per il
peggioramento bestiale delle condizioni di vita e di lavoro, il blocco
dei salari , lo straordinario obbligatorio…la scarsità di viveri…
Foto d’epoca (in bibl):
a- Le vie della città.
b- Bambini che giocano
c- Quartiere popolare
d- foto di lavoratrici
e- foto uomo col carretto
f- I 2 ragazzi sfrecciano per
largo Emilia, scorcio dei
portici e della via)
4. Lo sciopero del 1° maggio 1917 Il rione
San Bernardino
Voce(Tosino): Primo maggio 1917, l’abituale comizio di operai si
era trasformato in una manifestazione violenta contro la guerra e la
fame. Furono saccheggiati negozi di lusso e magazzini militari di
foto/dipinti dell’epoca che illustrino
lo scontento, la tensione.
Sollevazione operaia.(dipinti nella
viveri, i pochi borghesi colti per le strade malmenati. Le violenze si
protrassero ai giorni successivi. Numerosi furono gli interventi delle
forze dell’ordine.
Voce (Aless), San Luigi Orione, nostro concittadino, ricordò così
quel giorno:
Voce (Novello)“da San Bernardino partì un gruppo di facinorosi,
che entrarono nel palazzo vescovile per prendere il vescovo e
trascinarlo per le vie, per aver scritto-dicevano-a favore della
guerra….e così avrebbero fatto… se i miei giovani non si fossero
messi sulla porta”
biogr.don Orione)
. Le pagine dei giornali dell’epoca
con la censura (foto in bibl)
- dipinto di Don Orione (catalogo)
Immagine del palazzo vescovile
5. Don Orione e la solidarietà della città
Voce (Tosino): A San Bernardino, dove anche per i preti era pericoloso
recarsi, Don Orione era di casa, povero tra i poveri. Proprio le lavandaie, le
donne più fiere del rione dicevano:
Voce (Basso):-“Lei Don Orione, venga, che se qualcuno la disturberà, noi
sapremo ben usare i nostri zoccoli per difenderla”.
Voce (Aless): Negli anni di guerra, Don Orione, nel cuore del quartiere farà
nascere il piccolo Cottolengo per gli infermi, un asilo nido per i bambini
delle lavoratrici, una colonia alpina estiva per i ragazzi, un oratorio dove per
un poco ci si dimenticava della guerra e ….si poteva giocare!
Voce(Baldin): Ottobre 1917. Disfatta di Caporetto: Tortona è retrovia di
Guerra, feriti e prigionieri dal fronte, confluiscono qui. La nuova scuola
elementare diventa un campo di prigionia, l’ospedale e l’ex cartiera requisiti
per allestire ricoveri e curare nel lazzaretto i malati contagiosi . Tubercolosi,
pellagra e “spagnola” mietono vittime.
Voce.(Ciocc): grande la solidarietà in città per chi soffre al fronte, per i
feriti, ma anche per chi soffre la fame e la miseria qui in città.
Voce (Tosino): molti, dimostrano, senza retorica, Il genuino amor di patria
e per la patria sono disposti a soffrire e a combattere!
-foto Don Orione con i ragazzi
(catal.)
- foto don Orione con lavoratrici
(cat.)
-foto d’epoca: i pacchi di cibo da
inviare al fronte; le attività del
comitato (bibl)
- le crocerossine, tombola di
beneficenza(foto bibl).
Don Orione e gli Orfani (foto)
6.Il Volo per la patria: Cabruna..
Voce(Basso) Chi non conosce Ernesto Cabruna?
Voce(Baldin):« E’ il nostro eroe, quale altro nome dare a un tale uomo?
Continua ad essere il solitario cacciatore, che non conta i suoi avversari,
pronto a battersi con intere squadriglie ».
Voce (Riccardo) Questo diceva Gabriele d'Annunzio riferendosi a Ernesto
Cabruna, carabiniere e aviatore con otto vittorie aeree ottenute durante la
prima guerra mondiale.
Voce(Aless):io custodisco gelosamente un ritaglio di giornale che racconta
del volo di Ernesto Cabruna, un tortonese come noi, un eroe per noi ragazzi!
Voce(Riccardo): leggendaria la sua impresa……..del marzo 1917 in cui
affronta da solo, in volo, 11 aerei avversari abbattendone uno e facendo
fuggire gli altri.
Voce(Basso) Il filo della generosità lo unisce all’altro eroe della carità: don
Orione. Entrambi erano partiti volontari, qualche anno prima, per aiutare le
popolazioni terremotate messinesi.
RITRATTO di Cabruna (in
biblioteca civica).
IMMAGINE risalente al 1918 della
copertina della “ Domenica del
Corriere”. sull’impresa, a
Conegliano, di Ernesto Cabruna,
(bibl)
I due ragazzi sfrecciano con la moto
davanti alla via intitolata ad Ernesto
Cabruna.
7. Il voto alla Madonna Agosto 1918:
Voce(Aless): ma memorabile è stato quel 29 agosto del 1918.…
per le strade del mio quartiere San Bernardino.
Voce (Ciocc):Tutte le spose e le madri dei combattenti con i ritratti
tra le mani dei propri figli e mariti, don Orione in testa, a voce di
popolo, pregano in processione.
Voce (Basso):Si fa il voto di costruire un Santuario dedicato alla
Madonna della Guardia se l’evento bellico si fosse concluso
vittoriosamente permettendo agli uomini della città e del borgo di
ritornare sani e salvi alle loro famiglie.
Voce (Ciocc):Nel novembre successivo la guerra finisce. Don
Orione esulta!
Voce (Basso): Instancabile, organizza l’accoglienza presso le
Foto d’epoca: immagini della folla
attorno alla processione (catal.)
Scena: la moto raggiunge il
Santuario. riprese del Santuario della
Madonna della Guardia. I due
ragazzi con il casco sotto il braccio,
entrano e osservano (quadro del
voto, ex voto)
Foto della cappella votiva per la
proprie strutture di tanti orfani, anche degli orfani austriaci…la
carità ormai non ha più frontiere!
-
Pace 1918
8. I Soldati “dimenticati”, caduti tra Caporetto e Vittorio Veneto.
Voce (Tosino): ma quanti i sodati caduti tra Caporetto e Vittorio
Veneto. Giovani “dimenticati”, animati da solidarietà,
dall’eroismo o semplicemente rassegnati a fare il proprio dovere.
Voce (Baldin)Di tanti tortonesi partiti per il fronte della grande
guerra ……non rimane più il ricordo se non qualche lapide
imbrunita dal tempo:
Voce (Tosino) Colonnello Guala Ernesto medaglia d’oro e
Capitano Bassi Emilio medaglia d’oro, Capitano Codevilla Tito,
Soldato Ferretti Pietro, Volontario Galanti Silvestro.. soldato
Malabrocca Carlo., Sottotenente Guido Pedenovi,Soldato Prati
Emilio……………………………….
Voce (Baldin):Di tanti
Che mi corrispondevano
Non è rimasto
Neppure tanto
Ma nel cuore
Nessuna croce manca
E’ il mio cuore
Il paese più straziato
Voce (Aless) …Di tanti… anch’io… Quaglia Francesco
-foto di soldati al fronte (archivio)
-foto dei caduti, tra cui le medaglie
d’oro Guala e Bassi, Codevilla.
(bibl)
-immagine della lapide dell’Asilo
infantile. (da fare!!)
- i due in moto sfrecciano, immagine
delle vie Ernesto Guala e Viale
Emilio Bassi. La moto è vista da
dietro. Vanno su verso la collina.
-foto d’epoca di strada viola e colline
(bibl.)
-foto del documento che riporta
l’elenco dei caduti.
-testo della Poesia Ungaretti “San Martino del
Carso”)
-foto del giovane soldato (già postata
all’inizio del video)
9. Il cimitero monumento alla pace
(sottofondo musicale)
Lettura Voce(Basso): La guerra è finita. Negli
occhi avviliti, nelle volontà fiaccate di chi resta, il
ricordo invoca un senso compiuto a quanto è
accaduto. Eppure ogni sforzo appare immane. I
monumenti, le lapidi, i tempi innalzati a
sempiterna memoria, ricoprono il suolo nazionale.
Voce (Ciocc):“Il giorno della memoria”, “Il giorno
del ricordo”, le innumerevoli commemorazioni,
rappresentano l’instancabile intento di sottrarre
all’oblio l’insensatezza di ogni guerra,
l’implacabile vuoto che porta con sé.
Voce (Tosino):
“… Ogni guerra è una guerra civile; ogni caduto
somiglia a chi resta e gliene chiede ragione…”
Cesare Pavese
In primo piano una croce
bianca. Il grand’angolo riprende
anche le altre croci.
-foto d’epoca dei caduti (alternate)
immagini reali delle lapidi.
I due ragazzi scendono dalla moto e
camminano tra le lapidi, (ci sono
anche gli altri)
Grand’angolo che riprenda: i ragazzi,
le croci, il paesaggio.
Paesaggio delle colline tortonesi
Appare la frase di Pavese:
“… Ogni guerra è una guerra civile;
ogni caduto somiglia a chi resta e
gliene chiede ragione…”
Da “La casa in collina” di Cesare
Pavese
ISTITUTO MARCONI – Tortona
Classi iscritte: VAA-VAM-IBE
Progetto Articolo 9 della Costituzione dell’edizione 2013-2014.
Luoghi, paesaggi, vite, cultura, segni materiali e immateriali…: cittadinanza
attiva per ricercare e costruire insieme il patrimonio culturale della memoria
storica e per diffondere la cultura della pace tra i popoli, a cento anni dalla
Grande Guerra.
Dal volo al voto. Storia di santi e di soldati nella Tortona della prima guerra mondiale.
Proposta di lavoro.
Contesto storico Tortonese (1914/1918):fatti, luoghi,
personaggi relativi al contesto storico di Tortona durante gli
eventi bellici. Le ipotesi di lavoro riguardano:
Sviluppo dell’Industria bellica: Alfa (proiettili); Orsi
(macchinari); Delle Piane (equipaggiamento, divise).
Tortona “retrovia di guerra”(dopo la disfatta di Caporetto 1917):
- il presidio inglese di stanza all’edificio che ospiterà il
Dante;
- il campo di prigionia per austriaci (allo Scolastico);
- il magazzino inglese (nel quartiere san Bernardino) e l’assalto
del primo maggio con l’episodio della corsa dei formaggi
rubati;
- il lazzaretto per l’epidemia della Spagnola (strada della
Cartiera);
- Lo sciopero e la sollevazione popolare del primo maggio.
L’assalto alla sede vescovile e l’intermediazione di Don Orione.
- emergenza orfani: i bambini dell’ospedale e quelli di Villa
Charitas)
-le autorità dell’epoca(il vescovo Grassi, Arzano….. )
Relative Fonti da consultare (in Biblioteca – Archivio locale) :
DVD sulla mostra “Made in Tortona” di Raffaele Vaccari
(Biblioteca);
Volume per i cento anni della Croce rossa, “storia di San Simone”
di Vittorio Paglieri.
Quaderno della biblioteca n.I, articolo del Dott. Gatti.
I giornali dell’epoca (Il Giorno).
notizie sulle vittime della spagnola (Archivio Alessandria
Dott.Remodino)
I soldati e i caduti
-Eroi tortonesi con medaglia d’oro: Ernesto Guala, Emilio Bassi,
Ernesto Cabruna.
-Cabruna, l’aviatore e le imprese celebri.
- 300 soldati del tortonese tra caduti, feriti e dispersi.
- cartoline del Saccaggi per lo sforzo bellico.
Relative Fonti da consultare (in Biblioteca – Archivio locale) :
. elenco caduti sui giornali (archivio storico)
. Le foto dei caduti (biblioteca)
. Cabruna: ritratto, riproduzione dell’illustrazione tratta dalla
“Domenica del Corriere”, biografia, carteggio con D’Annunzio.
(Biblioteca);
.vecchi cimeli (fucili, mine. Archivio locale)
3)Il Voto per il ritorno dei reduci: il santuario della Madonna
della Guardia ad opera di Don Orione.
Relative Fonti da consultare (in Biblioteca – Archivio locale) :
-Biografie di Don Orione
-Don Rigo, “Storia del santuario……”..
-Articolo Dott. Giuseppe Decarlini, sugli anni della costruzione del
santuario.
-Gli ex voto e l’edicola con dedica (in Santuario;)
- Lettere, materiale fotografico (Archivio della Postulazione
salesiana)
4)La pace e la ricostruzione: i segni sul territorio
Cappelletta votiva per la pace del 1918 (Tortona, vicolo calderai)
Asilo infantile eretto come monumento ai caduti. (per l’occasione
dell’inaugurazione era presente anche il re Vittorio Emanuele
III)
Dedicazione di Viale della Rimembranza (vicino Villa Charitas)
Progetto tempio votivo di Rigotti.
Collaborazioni:
Dott. Anetra Direttore Archivio della Fondazione
Dott. Gatti Direttore Biblioteca civica.
Dott.ssa Santi, responsabile dell’Archivio storico di Tortona
Don Achille Morabito, vice postulatore della causa di Don Orione, Archivio Orionino
a Roma (archivista: signora Martinez)
Dott. Giuseppe Decarlini. Direttore responsabile di Iulia Dertona.
Dott. Remondino, direttore dell’archivio storico di Alessandria.
Signora Maria Teresa Bassi, nipote di E.Cabruna
Sig. Fausto Galli, per archivio fotografico storia locale.
Lavori dei gruppi in Biblioteca.
Fonti bibliografiche e storiche da consultare:
DVD sulla mostra “Made in Tortona” di Raffaele Vaccari
(Biblioteca);(Vedere sul computer)(2 persone)
Volume edito per i cento anni della Croce rossa, “storia di San
Si
mone” di Vittorio Paglieri. (2 persone)Vedere con attenzione
pp66/69
Quaderno della biblioteca n.I, articolo del Dott. Gatti. (2
persone)
I giornali dell’epoca “Il Popolo”, “La Tortona del popolo”
Anno 1915
Anno 1916
Anno 1917
Anno 1918.
La “Domenica del Corriere” con le imprese aeree di E.Cabruna
Don Orione (sezione Tortonese)
Varie biografie da sfogliare, tra le altre, Don Rigo, “Storia del santuario”
Corrispondenza, documenti, testimonianze (Sez.Tortonese XXX 122) 1912-1918) guardare pag.162
e oltre
Flavio Peloso, “Tesi di Laurea”.
Articolo del Dott. Giuseppe Decarlini, sugli anni della costruzione del Santuario.
Archivio Fotografico
Guida di Tortona e del Tortonese (riporta i nomi dei personaggi a cui sono dedicate le vie della
città)
Sante Pollastro, brigante ospite a San Bernardino,…………………………………….
ARCHIVIO STORICO. Bibliografia e fonti storiche da consultare.
L’elenco dei caduti e dei morti a causa della guerra
2)1911 censimento. Dati di raccolta.
Fotografie dei Caduti
Don Orione acquista Foro Boario (1920) Faldone 200/cat.5 Pr. Com.p.123
Orfani di guerra, distintivo d’onore 1923 p.200
Orfani di guerra, colonie alpine, 1920/1926 p.233
Delibere comunali 1915/1919
Alcune immagini fotografiche (inventariate in corso)
BIBLIOGRAFIA
 La Costituzione raccontata dai ragazzi, percorsi per l’educazione alla convivenza civile, a cura di
Loredana Iapichino, Giada Li Calzi, Palumbo editore, 2007
 Franco Bertini, “Storia. Fatti ed interpretazioni”, Mursia Scuola, 2013
 San Luigi Orione: da Tortona al mondo, Atti del Convegno di studi, Tortona 14-16 marzo 2003,
collana Vita e Pensiero, Milano, 2004
 Album della Stanza-sette- “Tra noi, presente. Immagini della vita di Don Orione e della sua Opera.”
Fondazione Cassa di risparmio di Tortona,2011
 Collana Vita e Pensiero,” La Figura e l’Opera di don Luigi Orione (1872-1940)”Università Cattolica,
Milano, 1994
 Don Beppe Rigo, “Il Santuario-Basilica della Madonna della Guardia, Piccola Opera della divina
provvidenza” Roma 12 marzo 2011
 Giovanni Barra, Don Orione, Edizioni .Gribaudi, Torino, 1971
 G. Papasogli, Vita di Don Orione, Torino, 1974
 Giorgio Gatti, “Ricerche su Tortona nel Primo Dopoguerra (1919-1922), Quaderni della biblioteca
Civica n.I,Tortona ,1880
 Gian Domenico Zucca, “Sante Pollastro il bandito in bicicletta”, I GrafismiBocassi, Collana Memoria
n.3/2003
• DVD sulla mostra “Made in Tortona” di Raffaele Vaccari , Museo Orsi, Maggio 2010 Tortona
• Quotidiani dell’epoca (“Il Popolo” e “ Tortona del Popolo”). 1916-1919.
 R.Vaccari, L’impegno dei cattolici tortonesi nelle lotte politiche degli anni 1919-1920” in Julia
Dertona, fas.58
 “ La Sommossa del 1maggio 1917:assalto alla Curia”, Giuseppe Decarlini , Il Popolo , 17 maggio 1992
 Antichi e Rari della biblioteca Civica di Tortona, “Fiume 10 gennaio 1921-23 marzo 1922”, LitoCoop,
giugno 2012
RICERCA IN ARCHIVIO
 A.S.C.T 2^sezione 452
 A.S.C.T 2^sezione fascicolo 2
 A.S.C.T atti di deliberazione giunta comunale 1917
 A.S.C.T deliberazione consiglio comunale 1916
 A.S.C.T. Classe 8.2 Servizi militari. Sussidi militari. Eventi Bellici
 A.S.C.T. Caduti di Tortona nella guerra 1915-1918: elenco e raccolta di fotografie
 www.scritti.donorione.org
 www.cadutigrandeguerra.it

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  • 1. ISTITUTO MARCONI – Tortona Classi iscritte: VAA-VAM-IBE Concorso Articolo 9 della Costituzione, edizione 2013-2014. Luoghi, paesaggi, vite, cultura, segni materiali e immateriali…: cittadinanza attiva per ricercare e costruire insieme il patrimonio culturale della memoria storica e per diffondere la cultura della pace tra i popoli, a cento anni dalla Grande Guerra. Titolo del lavoro: “Dal Volo al Voto. Storia di santi e di soldati nella Tortona della Grande Guerra” PRESENTAZIONE DEL PERCORSO Il concorso vede la collaborazione di due insegnanti di Lettere docenti nel biennio (M.G. Rolando-Mariola) e nel triennio (M.A. Genovese) dell’Istituto tecnico G. Marconi di Tortona. Il bando è stato proposto ad una quinta articolata, composta da due classi(5AA periti alimentari e 5AM periti meccanici) e ad una classe prima (1BE, periti elettronici). Il lavoro ha coinvolto la totalità degli alunni delle classi che hanno partecipato anche alle uscite presso l’ Archivio Storico e presso la Biblioteca civica della città. Le adesioni che hanno poi portato alla formazione di un gruppo di lavoro ristretto composto da alunni delle diverse classi, sono state date su base volontaria in base alla disponibilità ed all’interesse del singolo, indipendentemente dal rendimento scolastico. Hanno offerto il loro aiuto anche alunni di altre classi ed ex alunni che hanno coadiuvato nell’organizzazione del copione, delle riprese e del materiale di montaggio del video. La partecipazione di più classi che rappresentano più percorsi curriculari e la diversa età dei partecipanti, sono stati fin dall’inizio uno stimolo a cogliere i diversi punti di vista, si è lavorato in “Working progress”, accogliendo tutti i suggerimenti che arrivavano man mano, senza seguire un piano di lavoro prestabilito, almeno inizialmente. Le parole che hanno “folgorato” l’immaginazione dei ragazzi e che hanno dato spazio all’indagine sugli aspetti poco conosciuti della storia locale sono quelle che invitavano ad “andare alla ricerca dei “segni” del passato, materiali e immateriali, ancora presenti a volte nelle case, nei paesi, nelle città, nella memoria orale, nei tanti luoghi del presente” l’invito quindi “ad un ’appropriazione “dal basso” della storia della Prima guerra mondiale, attraverso quei processi di ricerca e di coinvolgimento che possono nascere proprio a scuola”. Don Orione, il santo del ex Voto alla Madonna della Guardia per il ritorno dei reduci, è una figura ancora popolare e viva nella memoria della città, ma come un filo che si dipana, l’indagine ha portato alla luce altri personaggi non meno coraggiosi ed eroici, eppure totalmente
  • 2. sconosciuti, combattenti come Ernesto Cabruna, aviatore, le cui imprese aeree hanno avuto all’epoca un’eco a livello nazionale. Altri caduti, sacrificati sul campo di battaglia, di cui si conosce appena il nome che segnano la toponomastica delle nostre strade e dei nostri viali. L’indagine si sofferma sulla generosità, l’altruismo di questi personaggi che sottende la loro testimonianza. Una generosità che è stata condivisa da tanti in città , attraverso l’attivismo dei comitati cittadini sorti spontaneamente per soccorrere i soldati al fronte e le loro famiglie. L’indagine sul contesto storico tortonese ha portato ad altre scoperte: il conflitto bellico ha segnato l’opulenza effimera del ceto medio locale legato allo sviluppo delle fabbriche convertite in armamenti, e l’accentramento di tanta forza lavoro operaia socialista. Ma, dopo la disfatta di Caporetto la città, divenuta retrovia del fronte, ha dovuto fare i conti con l’altro aspetto della guerra: quello amaro della crisi, della fame e dell’emergenza. Infine è stata apprezzata la capacità di precorrere i tempi di don Orione , nostro illustre concittadino: a fine guerra nelle strutture locali vennero ospitati tanti orfani, anche quelli austriaci, figli dei combattenti nemici.. Tale testimonianza ci ha portato a condividere la riflessione sulla “conquista consapevole del valore universale della pace tra i popoli” A supportare il lavoro di ricerca proposto dagli Studenti, in primis i Docenti stessi che si sono avvalsi della collaborazione del Direttore della Biblioteca Civica, Dott. G. Gatti; della responsabile dell’Archivio storico di Tortona, Dott.ssa B. Santi e della consulenza dello storico locale Giuseppe Decarlini. Hanno collaborato per il recupero delle foto d’epoca, il Dott. Anetra della Fondazione CRT Tortona e l’archivio storico della postulazione Orionina di Roma.
  • 3. Ernesto Cabruna « E’ il nostro eroe, quale altro nome dare a un tale uomo? Continua ad essere il solitario cacciatore, che non conta i suoi avversari, pronto a battersi con intere squadriglie » Questo diceva Gabriele d'Annunzio riferendosi a Ernesto Cabruna, nato a Tortona il 2 giugno 1889 e morto il 9 gennaio 1960 a Rapallo. Egli è stato un abile aviatore durante la prima guerra mondiale con otto vittorie aeree ottenute. Cabruna a 18 anni entrò a far parte della Legione Allievi Carabinieri di Roma. Quando scoppiò la Guerra chiese di essere inviato in prima linea e combatté sull'Altopiano di Asiago. Divenne pilota il 10 novembre. In un'occasione aveva attaccato da solo una formazione ungarica composta da un bombardiere scortato da 10 caccia, riuscendo ad abbattere il capostormo; il resto del gruppo si ritirò. Il 26 settembre però dopo aver compiuto una ricognizione, in fase di atterraggio, dell'olio bollente fuoriuscito da una tubazione rotta del velivolo finì sul suo volto; perso il controllo, il mezzo aereo si capovolse procurando a Cabruna alcune fratture, molte escoriazioni e una grave commozione celebrale. Ricoverato all'ospedale militare di Brescia, dopo un mese tornò in Guerra e distrusse due aerei austro-ungarici a terra. In totale Ernesto Cabruna ottenne otto vittorie aeree in novecento ore di volo in guerra più due velivolo al suolo e un pallone di osservazione. Le onorificenze da lui ottenute sono: –La Medaglia d'oro e d'argento al valor militare, per le numerose vittorie; –La Medaglia di bronzo al valor militare, per il soccorso dato ai feriti sul campo di battaglia; –Croce al merito di guerra, per aver distrutto due velivoli nemici a terra; –Medaglia d'oro della Marcia di Ronchi, per aver aiutato Gabriele d'Annunzio; –Promozione per merito di guerra, per la vittoria contro il bombardiere e i caccia. Ottenne diverse promozioni: fu promosso a brigadiere, per il comportamento tenuto in seguito al terremoto di Messina, a comandante della stazione di Salbertrand in Piemonte, a maresciallo e in seguito al combattimento di Conegliano del 29 marzo 1918 ( battaglia per la quale ha ottenuto la Promozione per merito di guerra), ottenne la promozione a sottotenente. Nel 1923 rientrò a Tortona dove ricevette solenni onori. In quell’occasione il duca d’Aosta donò alla Città di Tortona l’aeroplano di Cabruna, attualmente esposto nel Museo dell’aeronautica di Vignale di Valle, presso Roma. Ernesto Cabruna avrà anche un ruolo di rilievo nell’esperienza dell’occupazione fiumana. Per tale impresa si rimanda alla pubblicazione “Antichi e Rari della Biblioteca Civica di Tortona”, Fiume 10 gennaio 1921-23 marzo 1922, giugno 1912
  • 4. Santuario di Nostra Signora della Guardia e don Luigi Orione Luigi Orione Luigi Orione (Pontecurone, 23 giugno 1872 – Sanremo, 12 marzo 1940) è stato un presbitero italiano, fondatore della Piccola Opera della Divina Provvidenza: è stato canonizzato da papa Giovanni Paolo II nel 2004. Leggenda di don Luigi Orione Un santo dei nostri tempi, il suo nome è Luigi Orione, nato a Pontecurone il 23 giugno 1872, un vero e proprio santo per la popolazione del Rione San Bernardino, il quartiere dove tuttora sorge il Santuario della Madonna della Guardia. Nel 1917 il Rione San Bernardino era costituito da famiglie molto povere e queste erano in fermento per l'assenza di uomini e giovani da impiegare nelle campagne e fabbriche a causa della Prima Guerra Mondiale che incombeva in tutta Europa. Tortona, 1 maggio 1917: ”Bisogna andare al popolo e sacrificarsi e farsi ammazzare ma rifarlo cristiano...” furono queste le parole che Don Orione pronunciò e che riuscirono a calmare una protesta nata nei paesani tortonesi che decisero di attaccare l'episcopio (palazzo vescovile) di Tortona; Don Orione intervenne insieme ad alcuni giovani per soccorrere le famiglie più povere e bisognose e durante la guerra decise di costruire un Santuario in onore dei ragazzi e dei padri delle famiglie tortonesi partiti per il fronte. Il santuario rappresenta un voto popolare fatto dai paesani tortonesi in onore della Madonna, la costruzione di questo tempio iniziò in 29 agosto 1918 e fu inaugurato il 29 agosto 1931. La parte del Santuario che colpisce a prima vista è la Madonna posta sulla torre, da lì tutti possono ammirarla. La fece costruire Don Orione in seguito ad un episodio che gli accadde quando era ancora un giovane chierico, vide il sacro cuore e udì alcune parole: “Di qui uscirà la mia misericordia e la mia Gloria”. La parola suona, gli esempi tuonano. Le parole muovono, gli esempi trascinano. Don Luigi Orione (Cit.)
  • 5. Biografia Il 14 settembre 1885 entra tra i Francescani di Voghera, ma nel giugno del 1886 ne viene dimesso a causa di una grave malattia per la quale rischia la morte. Il 4 ottobre 1886 diventa allievo nell'oratorio Valdocco di Torino, dove rimane tre anni. Viene notato da Giovanni Bosco che lo annovera tra i suoi prediletti. Il 16 ottobre 1889 entra nel seminario di Tortona, dove gli viene anche affidato il compito di custode in Duomo. Il 2 marzo 1892 inizia l'apostolato per la gioventù. Il 3 luglio 1892 inaugura l'Oratorio san Luigi. A 21 anni, il 15 ottobre 1893 apre un collegio nel rione san Bernardino di Tortona. Viene ordinato sacerdote il 13 aprile 1895. A partire dal 1899 comincia a raccogliere intorno a sé un primo gruppo di sacerdoti e chierici che andranno a costituire la Piccola Opera della Divina Provvidenza, approvata dal vescovo diocesano nel 1903. Nel 1908 si reca a Messina e Reggio Calabria devastate dal terremoto per partecipare agli aiuti, lì si dedica per tre anni soprattutto alla cura degli orfani, in particolare a Reggio Calabria contribuisce a far nascere il santuario di sant'Antonio. Aiuterà in egual modo nei confronti dei terremotati nella Marsica nel 1915. Nello stesso anno fonda la Congregazione delle Piccole Suore Missionarie della Carità. Nel frattempo, nel 1909, porta al morente Alessandro Fortis, già Primo Ministro e noto massone, la richiesta assistenza spirituale, ma, per non essere fermato dai compagni di partito del Fortis, deve farlo travestito da infermiere, come racconta lo stesso don Orione. Al termine della prima guerra mondiale comincia la fase di espansione dell'opera orionina: fondazione di collegi, di colonie agricole e di opere caritative e assistenziali sia in Italia (Milano, Genova, Roma) sia nel mondo (Buenos Aires, san Paolo del Brasile, Santiago del Cile). Invia missionari in Brasile (1913), Argentina e Uruguay (1921), in Palestina (1921), in Polonia (1923), a Rodi (1925), negli Stati Uniti d'America(1934), in Inghilterra (1935), in Albania (1936). Egli stesso, nel
  • 6. 1921-22 e nel 1934-37, si reca in visita missionaria nell'America Latina, in Argentina, Brasile, Cile, Uruguay. Fonda inoltre il santuario di Nostra Signora della Guardia a Tortona (Alessandria) (1931) e quello della Madonna di Caravaggio a Fumo di Corvino San Quirico (Pavia) (1938). Divenne Ascritto Consacrato dell'Istituto della Carità, una forma prevista dal fondatore Antonio Rosmini che dava la possibilità anche ai consacrati di unirsi alla società da lui fondata. Culto Il suo corpo è esposto a Tortona nel santuario da lui innalzato, il santuario di Nostra Signora della Guardia. Beatificato il 26 ottobre 1980 da papa Giovanni Paolo II, è stato proclamato santo dallo stesso Papa il 16 maggio 2004. La memoria liturgica si celebra il 16 maggio. Al santo sono dedicate alcune chiese, tra le quali una Chiesa parrocchiale a Pavia e una chiesa a Venafro. Il miracolo per la canonizzazione Per la canonizzazione del beato Luigi Orione, la Chiesa cattolica ha ritenuto miracolosa la guarigione di Pierino Penacca, guarito nel 1991 da un tumore maligno. Nel 1990 Pietro Penacca, di 78 anni, abitante a Momperone, in provincia di Alessandria, fu ricoverato all'Ospedale San Raffaele di Milano, dove gli fu diagnosticato un carcinoma ai polmoni. I medici dissero che, a causa dell'età avanzata, non erano consigliabili né un intervento chirurgico né la chemioterapia. I familiari, ai primi di gennaio del 1991, si rivolsero all'intercessione di don Orione e il malato, nel giro di una settimana, guarì completamente. Dopo la guarigione, Penacca è vissuto per altri dodici anni, lavorando nei campi e come falegname. È morto di vecchiaia nel 2001.Il caso, dopo il processo diocesano, durato dal 4 gennaio al 12 marzo 1999, fu sottoposto alla Congregazione per le Cause dei Santi che, il 7 luglio 2003, promulgò il decreto sul miracolo, dichiarando l'inspiegabilità della guarigione, rapida, completa e duratura.
  • 7. Santuario di Nostra Signora della Guardia Il Santuario di Nostra Signora della Guardia fu costruito da don Luigi Orione nella cittadina di Tortona, in provincia di Alessandria. Storia La primitiva chiesa della Vergine delle Grazie Il santuario occupa il posto dove, già nel 1000, sorgeva la chiesa della Beata Vergine delle Grazie, tenuta dai benedettini e poi dai francescani. Nel 1418 davanti ad essa predicò Bernardino da Siena, dal quale il borgo prese il nome. Dopo il 1500 detta chiesa, chiamata ormai la "Madonna di San Bernardino", andò in rovina, ma i devoti cattolici continuarono a pregare la Vergine, e le cronache del tempo riportano che si ottenevano grazie e favori insigni. Perciò, nel 1585, costruirono nel luogo della primitiva chiesa un "pilone" o tabernacolo a quattro facciate. Qualche anno dopo, nel 1607, il vescovo di Tortona Umberto Gambara, pressato dalla popolazione tortonese, iniziò la costruzione, attorno al "pilone", di un santuario più grande, con pianta a croce greca. Per facilitare l'afflusso dei devoti, in seguito, il vescovo Cosmo Dossena costruì un solido ponte sull'Ossona, il torrente che divide la città dal rione San Bernardino; fece innalzare la cupola, dipingere la chiesa, costruire davanti ad essa, per i pellegrini, un portico ed una piazza cinta di colonne di pietra. In quei secoli, seguiti alla scissione protestante, il santuario fu difesa della fede tortonese contro le eresie. Di esso si interessò anche papa Paolo V che per due volte lodò la pietà dei tortonesi. Nel 1662 ai francescani subentrarono gli agostiniani, fino al 1802, quando furono allontanati da Napoleone. Il sacro edificio, allora, già danneggiato prima delle guerre, fu trasformato in edificio privato, come si conserva tuttora: una parte, tuttavia, rimase adibita a chiesa dove si continuò ad onorare la Madonna. Il lavoro di don Orione Luigi Orione nel 1893 aprì in San Bernardino il suo primo collegetto per ragazzi. Parlando loro della futura opera, che già vagheggiava in mente,
  • 8. disse indicando la zona: "Qui sorgerà un grande Santuario…". Nel 1917 il rione di San Bernardino, costituito da famiglie molto povere, era in fermento per l'assenza degli uomini e dei giovani al fronte: una forte propaganda estremista traviò alcuni, tanto che il 1º maggio di quell'anno un corteo di esasperati partì da San Bernardino per assalire l'episcopio: don Orione fu pronto ad intervenire con alcuni giovani, ma capì che bisognava agire con la carità, per salvare quelle anime: iniziò così ad accogliere i ragazzi più bisognosi, soccorse i poveri e, solo tra i sacerdoti, poteva passare l'Ossona per celebrare la messa nella cappella della Madonna. Durante la prima guerra mondiale fece il voto di costruire un grande santuario alla Madonna, se i soldati del rione fossero ritornati sani e salvi. Il voto venne fatto il 29 agosto del 1918; il 4 novembre la guerra finiva. Il 23 ottobre 1926, il cardinale tortonese Carlo Perosi, benediceva la prima pietra del santuario. Nell'aprile 1928 iniziavano i lavori; il 28 agosto 1931 – nel XV centenario del Concilio di Efeso e della Mater Dei – il nuovo artistico tempio veniva inaugurato dal vescovo Simon Pietro Grassi ed iniziava la serie di quelli che i fedeli di Orione chiameranno "trionfi mariani" e che si collegano nella sua mente ai due antichi santuari, in una tradizione di fede e di amore alla Madonna che durava da secoli. I tempi recenti La sera del 28 agosto 1958 fu presente col metropolita di Genova, Giuseppe Siri – per la benedizione della grande statua posta sul sagrato del santuario – il cardinale Angelo Giuseppe Roncalli, che dopo due mesi esatti sarebbe stato eletto papa col nome di Giovanni XXIII. Il 28 agosto 1959 Giovanni XXIII volle ancora essere presente, illuminando per impulso radio la statua fatta salire il giorno 27 al vertice della torre, ed indirizzando alla moltitudine dei fedeli un messaggio radiofonico benedicente. Il santuario è stato solennemente consacrato da monsignor Luigi Bongianino, vescovo di Tortona, il 24 agosto 1991, dedicandolo a Dio in onore della Beata Vergine Madre di Dio, venerata sotto il popolare titolo di Madonna della Guardia. Facevano corona al vescovo di Tortona:
  • 9. • Andrea Mariano Magrassi, arcivescovo di Bari-Bitonto • Andrea Gemma, vescovo di Isernia–Venafro • Giuseppe Masiero, superiore generale dell'"Opera don Orione" • Giuseppe Rigo, rettore del santuario Erano presenti anche molti sacerdoti, religiosi, e un grande numero di fedeli. Il 1º ottobre 1991 il santuario è stato insignito del titolo di Basilica minore da papa Giovanni Paolo II. Da vedere Il Santuario ospita nella navata di destra, la tomba di San Luigi Orione, meta di pellegrinaggi da ogni parte del mondo. Il corpo del santo è conservato in una teca con le pareti di vetro ed è quindi visibile dai fedeli. In cripta è invece possibile vedere la prima tomba di don Orione, quella che accolse i resti del santo subito dopo la sua morte. In cripta sono sepolti i primi successori di don Orione a altri figli e figlie della Piccola Opera della Divina Provvidenza. Da notare in basilica la bella Via Crucis di Antonio Ciseri. Nella via crucis della cripta, un tempo nella basilica superiore, il volto del Cireneo, nella quinta stazione, ha le sembianze di don Orione. Dietro il Santuario e collegata ad esso è la torre alta 60 metri costruita negli anni 1954-58 su progetto dell'architetto Gallo di Torino. Alla sua sommità è posta la statua in bronzo dorato della Madonna con in braccio Gesù Bambino. Realizzata dallo scultore Narciso Cassino, è, con i suoi 14 metri di altezza e le sue 12 tonnellate di peso, la più grande statua bronzea al mondo posta in cima a un edificio. Essa venne realizzata utilizzando come materia prima il rame delle pentole rotte raccolto nella diocesi di Tortona in seguito alla missione di predicazione lanciata da Don Orione per la realizzazione del monumento. La torre è visitabile fino al balcone posto alla base della statua. Feste celebrate con particolare solennità in santuario Il 1º gennaio la Chiesa celebra Maria Madre di Dio. Essendo il Santuario dedicato alla Mater Dei è possibile per i fedeli ottenere l'indulgenza plenaria alle solite condizioni (confessione sacramentale dei propri peccati, comunione eucaristica, preghiera secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, vivo proposito di non peccare più). L'indulgenza plenaria è prevista anche il 29 giugno, festa dei santi Pietro e Paolo (uno dei pilastri della spiritualità di don Orione è la fedeltà al Papa), il 2 agosto, festa
  • 10. della Porziuncola, il 24 agosto, data della dedicazione della chiesa. L'indulgenza plenaria può essere lucrata anche in un giorno dell'anno liberamente scelto del fedele come data di un proprio pellegrinaggio al santuario. La festa tuttavia più tipica del santuario, celebrata con grande solennità e concorso di popolo, è quella dell'Apparizione, il 29 agosto, in ricordo dell'apparizione di Maria sul monte Figogna al pastore Benedetto Pareto. In questa occasione il rione di san Bernardino diventa il centro dei festeggiamenti che culminano con la processione del pomeriggio e i fuochi artificiali della sera. Per la stesura della seguente sintesi si sono consultati:  San Luigi Orione: da Tortona al mondo, Atti del Convegno di studi, Tortona 14-16 marzo 2003, collana Vita e Pensiero,2004  Album della Stanza-sette- “Tra noi, presente. Immagini della vita di Don Orione e della sua Opera.” Fondazione Cassa di risparmio di tortona,2011  Don Beppe Rigo, Il Santuario-Basilica della Madonna della Guardia, Piccola Opera della divi- na provvidenza., 12 marzo 2011
  • 11. GLI ORFANI e il Carisma della Carità di Don Orione  Durante la Prima guerra mondiale, Don Orione apre altri orfanatrofi (anche se lui li chiamava con il nome della via in cui erano situati). Tra gli orfani di guerra trova seguaci che divennero sacerdoti benemeriti della Congregazione. A questo proposito, c’è una pagina di don Orione intitolata “il primo nostro dovere: gli orfani”. Frasi da “il primo nostro dovere: gli orfani”:  noi daremo per gli orfani la vita! Ad essi dopo Dio e la Chiesa, le migliori nostre energie, gli affetti più puri del cuore! Ogni fatica, ogni sacrificio più umile, più nascosto sarà dolce, pur di riuscire a far di noi stessi un olocausto per gli orfani.  Noi andiamo ad essi… allargheremo le braccia e il cuore per accogliere il più gran numero di orfani e la Provvidenza di Dio aumenterà ogni dì più, come aumentano i fanciulli derelitti e gli orfani da accogliere.  Non dubitate, no: la nostra educazione ha spiccato carattere cristiano e di italianità. Vi daremo dei giovani che crederanno alla Patria, perché credono al Vangelo e alla Chiesa. aiutateci e non dubitate: gli orfani troveranno dei padri.  Negli anni tra il 1908 e il 1918 si ha a Reggio Calabria, a Messina, nella Marsica, tra le vittime del terremoto e della guerra, e davanti all’Italia e al mondo, l’epifania di Don Orione, ossia la rivelazione della sua multiforme opera di carità, a beneficio dei terremotati, dei poveri, degli afflitti e soprattutto degli orfani.  Notizie tratte da:  “La figura e l’opera di don Luigi Orione (1872-1940)”, ed. Vita e pensiero,1994. pp.188- 191  Frase che riassume tutto il carisma di Don Orione (1897): “la gioventù e i poveri sono i due occhi che ci fanno camminare e ci indicano la traiettoria sulla quale in fedeltà inalterata alla Chiesa, al Papa e ai Vescovi, dobbiamo con perseveranza avanzare tra i bisogni sempre nuovi del mondo”.
  • 12. Il Quartiere di San Bernardino S. Bernardino era un rione fuori città composto da una trentina di casupole di contadini, con due o tre abitazioni signorili. L’agglomerato circondato da campi e orti, era attraversato da una roggia usata anche dalle lavandaie (attuale Area Silvi)”. Era tutta campagna infestata da ladri e briganti che conoscevano bene gli anfratti della zona tant’è che un’anziana signora riferisce di un omicidio con furto avvenuto proprio sulla statale per Genova e il dileguarsi dei briganti (tra cui Sante Pollastro) che sparirono all’interno di una tubatura (probabilmente qualche rudere dell’acquedotto romano che portava l’acqua all’antica Dertona) facendo perdere le loro tracce.(1) Il borgo delle Lavandaie era anche un quartiere politicizzato, un quartiere “rosso”. In quell’ambiente di miseria, le attività ladresche erano tollerate. Nel “burgu” vi erano bande di ragazzini dediti al furto di cose essenziali, il cibo, indumenti, oggetti utili per la casa, il carbone sottratto al deposito ferroviario. Il Borgo era una specie di zona franca, una specie di bidonville dove carabinieri, singoli o coppie non si avventuravano. In tale ambiente era saldo il senso di solidarietà e la fratellanza, la critica ai ricchi , le idee sociali di riscatto. (2) Quest’area di campagna incolta si estendeva fin verso Novi e la pianura di Alessandria, la Frascheta, luogo storico di briganti, banditi e contrabbandieri.(3) --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- (1)Testimonianza sul quartiere nei primi anni ’20, data dalla Sig. Gioconda Coscia, anziana tortonese, all’epoca giovanissima, abitante proprio a San Bernardino, durante una intervista registrata il 12/11/1989 da Pietro porta e Angelo Anetra per la realizzazione del vocabolario tortonese di Maurizio Cabella uscito nel 1999 (2) Così era descritto il borgo della limitrofa Novi dai suoi abitanti, non abbiamo ragione di supporre che a Tortona fosse diverso. “ Sante Pollastro. Il bandito in bicicletta”pp.28-29 (3) In queste zone il Bandito Pollastro “Pulàster” era di casa , ospitato da Cirle, una sedicenne fidanzata che abitava presso la cascina “du Diòvu” del diavolo tra Tortona e Acqui Terme Bibliografia: Testo tratto da Gian Domenico Zucca, “Sante Pollastro. Il bandito in bicicletta”, I GrafismiBocassi,Collana Memoria n.3/2003, pag.57.
  • 13. Sommossa popolare maggio 1917 Tortona visse con toni abbastanza acuti la crisi determinata dalla transizione di un’economia eminentemente e sostanzialmente agricola verso una diffusa presenza industriale nel nuovo territorio. Uno dei portati dell’industrializzazione era stato il diffondersi delle idee socialiste nella zona. Già nel 1904 i socialisti erano entrati nella Giunta Comunale, rafforzando ad ogni elezione le proprie posizioni, fino a governare da soli nel 1910. Gli uomini che rappresentavano il partito socialista abbracciavano una concezione riformista e gradualista della lotta di classe, ben rappresentata dal fiorire di società agricole ed operaie di mutuo soccorso e di cooperative un po’ ovunque nel Tortonese. La base socialista avvertiva della guerra solo il peggioramento bestiale delle condizioni di vita e di lavoro, il blocco dei salari e degli scioperi, lo straordinario obbligatorio. Il primo maggio del ’17 l’abituale comizio si era trasformato in una manifestazione violenta contro la guerra e la fame. Furono saccheggiati negozi di lusso e magazzini militari di viveri, insultati e malmenati i piccoli borghesi colti per le strade. I più esterrefatti furono proprio i dirigenti socialisti , che si affrettarono a condannare la manifestazione. La cronaca dei fatti di maggio è resa difficile dalla censura che in quel periodo mutila i giornali. Ne portano accenni i numeri del “Popolo” del 16 maggio 1917, che ricorda il nome dell’oratore, Remondino. Testimonianze orali ricordano che il corteo dei dimostranti saccheggiò un magazzino militare di generi alimentari, posto nel quartiere di S. Bernardino. Il Comitato di Preparazione Tortonese, presieduto dal socialista Bidone, si dissociò energicamente dai fatti. La situazione si aggravò ulteriormente con la fine della guerra, e l’inizio, anche a Tortona del “Biennio Rosso”. L’inflazione che avvantaggiava i grandi complessi industriali, premeva sui salari e fu proprio sul problema del “carovivere” che, nel luglio del ’19, ebbe luogo a Tortona, come in molte altre città del Nord, un vero e proprio tumulto. La mattina del primo sabato di luglio, le operaie del cotonificio Dellepiane uscirono dalla fabbrica e, in corteo, si recarono presso gli stabilimenti convincendo gli operai a seguirle in centro, dove, sotto i portici si teneva l’abituale mercato. Alcuni banchi di ambulanti e negozi furono svuotati e bruscamente si convinsero i commercianti a diminuire i prezzi del 50 per cento per i generi alimentari e del 40 per le altre merci, pena la confisca.’ Bibliografia: Tratto da “Miscellanea Storica Tortonese” Quaderni della biblioteca civica N.1, Tortona 1980
  • 14. Industrie Tortonesi dai primi del ‘900 alla Grande Guerra La fabbrica Alfa La fabbrica Alfa era situata nella zona canonica accanto al vecchio mulino Ronco. Nell'agosto 1907 viene approvata la convenzione con la società Alfa di Genova dal comune di Tortona, per l'impianto e l'esercizio del suddetto stabilimento industriale. Ufficialmente questa fabbrica veniva chiamata O.M.M. (Officine Metallurgiche Meccaniche) con consiglio di amministrazione a Torino; non c'era un reale padrone, ma lo stabilimento era diretto da un direttore generale, e si conosce solo il nome di un socio dell'azienda: Pallavicini. Durante la Prima Guerra Mondiale lo stabilimento si concentrò sulla produzione bellica. In seguito grazie a Torre, si adoperò anche nella riparazione delle locomotive, in questo modo si crearono nuovi posti di lavoro. Nel 1928 diventò un'industria automobilistica che produceva telai per automobili grazie all'assorbimento da parte de L'Italia di Torino. In seguito il governo fascista, che considerava il tortonese una zona agricola, volle chiudere l'Alfa, ma Orsi comprò le strutture meccaniche e assorbì operai. Fu però chiusa in seguito nel 1930 e trasformata dallo Stato in uno stabilimento per il deposito e confezionamento di sale e tabacco. L'Alfa di Tortona aveva numerosi reparti: maglie e fucine, fonderia, torneria, reparto presse idrauliche, reparto locomotive, reparto elettricisti, reparto aggiustatori meccanici, reparto trafileria, centrale per aria e acqua compressa, ufficio preventivi e ufficio progetti. La sua produzione era molto varia e andava dai chiodi ai torchi. Durante la guerra del '15-18, l'Alfa si attrezzò per la fabbricazione di armi e proiettili non finiti: consistevano infatti delle sole capsule dove poi si metteva la polvere da sparo; essi erano di calibro .75 e .140. Inoltre si producevano aratri, respingenti per i vagoni ferroviari, pezzi meccanici, bracci per passaggi a livello... La fabbrica Dellepiane Nel 1905 il consiglio comunale approvò il patto con Mariano Dellepiane per la costruzione di un cotonificio. Questa struttura, con un'ulteriore unità produttiva sede a Novi Ligure, si stanziò anche a Tortona in un edificio costruito recentemente posto al di là della ferrovia, con la quale era collegato. Questa fabbrica lavorava materiali d'importazione provenienti per lo più dal porto di Genova ed intorno al 1911 vendeva i suoi prodotti anche in Svizzera, in Francia e in America. Grazie a questo cotonificio, sorretto da capitali genovesi e novesi, in quel tempo Tortona si collocò tra i più importanti centri cotonieri della provincia, situati in Valle Scrivia. Fonti bibliografiche: .Città di Tortona, Made in Tortona, L’economia tortonese in documenti ed immagini 1850/1950, Museo Orsi, mostra del maggio 2010 (DVD)
  • 15. Concorso Art. 9 a.s.2013/14 COPIONE DEL VIDEO “DAL VOLO AL VOTO. STORIA DI SANTI E DI SOLDATI NELLA TORTONA DELLA GRANDE GUERRA” TESTO/Battute/Sottofondo musicale AMBIENTAZIONE- scene 1 1 Nell’archivio storico Ritrovamento di un diario. Un gruppo di ragazzi, intento nella ricerca di documenti nell’archivio della città di Tortona, scopre casualmente una cartellina: foto, lettere, il diario di Francesco. Audio: brusio, sfoglio di pagine di ragazzi che lavorano. Di sfondo la voce della Prof. che dice: “per favore i ragazzi di quinta aiutino i compagni di prima”. -Voce (Aless): “questo è un diario?” Voce(Riccardo): “sembra di sì… “Tortona, 1917…..” Voce(Aless): : “guarda qui c’è una foto. … Quaglia Francesco di Pietro Agostino nato l’11 luglio 1895…...residente a Tortona, a San Bernardino” Voce (Tosino): “San Bernardino era uno quartiere rosso, uno tra i più poveri della città” Articolo 9. (solo la scritta) La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Immagine dello stemma dell’Archivio storico di Tortona. Si apre con i ragazzi nell’archivio storico/biblioteca. Stanno lavorando a gruppi. Il materiale è sui tavoli. Di spalle e poi davanti: un ragazzo di quinta e uno di prima aprono un faldone. Contiene documenti dell’epoca. Immagine su fogli scritti a mano IMMAGINE FERMA SULLA FOTO del giovane soldato, le lettere, SULLE PAGINE DI UN DIARIO. (riprese Archivio s.) Foto di un rione popolare di Tortona (foto biblioteca.)
  • 16. 2 La voce narrante descrive la situazione della città nel corso del 1917. Sviluppo delle Fabbriche Belliche Voce (Baldin). Tortona, territorio a vocazione agricola, situato tra Milano-Torino e Genova, vive nel primo decennio del novecento un periodo di grande sviluppo economico. Voce(Basso): la vocazione industriale della zona comportò una grande concentrazione di forza lavoro operaia e il diffondersi delle idee socialiste. Voce(Ciocc.) Già nel 1904 i socialisti riformisti erano entrati nella Giunta Comunale, fino a governare da soli dal 1910. Voce(Baldin). Durante la prima guerra mondiale molte delle aziende e officine che erano sorte sul territorio, vengono convertite per la costruzione e la manutenzione di materiale bellico. Voce( Basso ) “L’ALFA” di proprietà della Società Anonima Ligure Forniture e Acciaio che produceva viti e torchi, nei primi anni di guerra converte la sua produzione in proiettili ed arriva ad avere più di quattrocento operai. Voce(Ciocc. ): nel Cotonificio DELLEPIANE, dove prima della guerra si lavoravano materiali d'importazione provenienti per lo più dal porto di Genova e destinati all’estero, ora si confezionano coperte e divise per soldati. I lavoratori sono più di 600. IMMAGINI foto d’epoca: a) Immagini di persone per la strada. b) Immagini del cotonificio e dell’Alfa c) Foto operai che escono dalle fabbriche d) L’interno di un laboratorio dove si cuciono le divise dei soldati (foto Bibl) e) L’Alfa officina f) le Ciminiere Delle Piane. (foto bibl) g) i lavoratori che escono dalla fabbrica -Davanti a quello che resta della fabbrica i due ragazzi (visti di spalle) scattano una foto -Sono in moto, sfrecciano davanti alle rovine della fabbrica Delle Piane 3. Tortona, rione operaio, San Bernardino La voce narrante descrive la vita nel quartiere più povero e a maggioranza socialista VOCE (Aless) :il mio quartiere, “S. Bernardino era un rione fuori città. Poche case circondate da campi ed orti e da una vasta area di campagna incolta che si estendeva fin verso la pianura di Alessandria, luogo storico di briganti e banditi.. Il rione era attraversato da una roggia usata anche dalle lavandaie. Voce(Ciocc).Il borgo delle Lavandaie era anche un quartiere politicizzato, un quartiere “rosso”. In quell’ambiente di miseria, le attività ladresche erano tollerate. Voce(Basso):nel “burgu” vi erano bande di ragazzini dediti al furto di cose essenziali, il cibo, indumenti, oggetti utili per la casa, il carbone sottratto al deposito ferroviario. Voce( Aless): Per noi il Borgo era una specie di zona franca, una specie di bidonville dove i carabinieri o i preti non si avventuravano. In tale ambiente era saldo il senso di solidarietà e la fratellanza, si diffondevano le idee sociali di riscatto.. la critica ai ricchi. Voce.(Ciocc) La povera gente, inveiva contro la guerra per il peggioramento bestiale delle condizioni di vita e di lavoro, il blocco dei salari , lo straordinario obbligatorio…la scarsità di viveri… Foto d’epoca (in bibl): a- Le vie della città. b- Bambini che giocano c- Quartiere popolare d- foto di lavoratrici e- foto uomo col carretto f- I 2 ragazzi sfrecciano per largo Emilia, scorcio dei portici e della via) 4. Lo sciopero del 1° maggio 1917 Il rione San Bernardino Voce(Tosino): Primo maggio 1917, l’abituale comizio di operai si era trasformato in una manifestazione violenta contro la guerra e la fame. Furono saccheggiati negozi di lusso e magazzini militari di foto/dipinti dell’epoca che illustrino lo scontento, la tensione. Sollevazione operaia.(dipinti nella
  • 17. viveri, i pochi borghesi colti per le strade malmenati. Le violenze si protrassero ai giorni successivi. Numerosi furono gli interventi delle forze dell’ordine. Voce (Aless), San Luigi Orione, nostro concittadino, ricordò così quel giorno: Voce (Novello)“da San Bernardino partì un gruppo di facinorosi, che entrarono nel palazzo vescovile per prendere il vescovo e trascinarlo per le vie, per aver scritto-dicevano-a favore della guerra….e così avrebbero fatto… se i miei giovani non si fossero messi sulla porta” biogr.don Orione) . Le pagine dei giornali dell’epoca con la censura (foto in bibl) - dipinto di Don Orione (catalogo) Immagine del palazzo vescovile 5. Don Orione e la solidarietà della città Voce (Tosino): A San Bernardino, dove anche per i preti era pericoloso recarsi, Don Orione era di casa, povero tra i poveri. Proprio le lavandaie, le donne più fiere del rione dicevano: Voce (Basso):-“Lei Don Orione, venga, che se qualcuno la disturberà, noi sapremo ben usare i nostri zoccoli per difenderla”. Voce (Aless): Negli anni di guerra, Don Orione, nel cuore del quartiere farà nascere il piccolo Cottolengo per gli infermi, un asilo nido per i bambini delle lavoratrici, una colonia alpina estiva per i ragazzi, un oratorio dove per un poco ci si dimenticava della guerra e ….si poteva giocare! Voce(Baldin): Ottobre 1917. Disfatta di Caporetto: Tortona è retrovia di Guerra, feriti e prigionieri dal fronte, confluiscono qui. La nuova scuola elementare diventa un campo di prigionia, l’ospedale e l’ex cartiera requisiti per allestire ricoveri e curare nel lazzaretto i malati contagiosi . Tubercolosi, pellagra e “spagnola” mietono vittime. Voce.(Ciocc): grande la solidarietà in città per chi soffre al fronte, per i feriti, ma anche per chi soffre la fame e la miseria qui in città. Voce (Tosino): molti, dimostrano, senza retorica, Il genuino amor di patria e per la patria sono disposti a soffrire e a combattere! -foto Don Orione con i ragazzi (catal.) - foto don Orione con lavoratrici (cat.) -foto d’epoca: i pacchi di cibo da inviare al fronte; le attività del comitato (bibl) - le crocerossine, tombola di beneficenza(foto bibl). Don Orione e gli Orfani (foto) 6.Il Volo per la patria: Cabruna.. Voce(Basso) Chi non conosce Ernesto Cabruna? Voce(Baldin):« E’ il nostro eroe, quale altro nome dare a un tale uomo? Continua ad essere il solitario cacciatore, che non conta i suoi avversari, pronto a battersi con intere squadriglie ». Voce (Riccardo) Questo diceva Gabriele d'Annunzio riferendosi a Ernesto Cabruna, carabiniere e aviatore con otto vittorie aeree ottenute durante la prima guerra mondiale. Voce(Aless):io custodisco gelosamente un ritaglio di giornale che racconta del volo di Ernesto Cabruna, un tortonese come noi, un eroe per noi ragazzi! Voce(Riccardo): leggendaria la sua impresa……..del marzo 1917 in cui affronta da solo, in volo, 11 aerei avversari abbattendone uno e facendo fuggire gli altri. Voce(Basso) Il filo della generosità lo unisce all’altro eroe della carità: don Orione. Entrambi erano partiti volontari, qualche anno prima, per aiutare le popolazioni terremotate messinesi. RITRATTO di Cabruna (in biblioteca civica). IMMAGINE risalente al 1918 della copertina della “ Domenica del Corriere”. sull’impresa, a Conegliano, di Ernesto Cabruna, (bibl) I due ragazzi sfrecciano con la moto davanti alla via intitolata ad Ernesto Cabruna. 7. Il voto alla Madonna Agosto 1918: Voce(Aless): ma memorabile è stato quel 29 agosto del 1918.… per le strade del mio quartiere San Bernardino. Voce (Ciocc):Tutte le spose e le madri dei combattenti con i ritratti tra le mani dei propri figli e mariti, don Orione in testa, a voce di popolo, pregano in processione. Voce (Basso):Si fa il voto di costruire un Santuario dedicato alla Madonna della Guardia se l’evento bellico si fosse concluso vittoriosamente permettendo agli uomini della città e del borgo di ritornare sani e salvi alle loro famiglie. Voce (Ciocc):Nel novembre successivo la guerra finisce. Don Orione esulta! Voce (Basso): Instancabile, organizza l’accoglienza presso le Foto d’epoca: immagini della folla attorno alla processione (catal.) Scena: la moto raggiunge il Santuario. riprese del Santuario della Madonna della Guardia. I due ragazzi con il casco sotto il braccio, entrano e osservano (quadro del voto, ex voto) Foto della cappella votiva per la
  • 18. proprie strutture di tanti orfani, anche degli orfani austriaci…la carità ormai non ha più frontiere! - Pace 1918 8. I Soldati “dimenticati”, caduti tra Caporetto e Vittorio Veneto. Voce (Tosino): ma quanti i sodati caduti tra Caporetto e Vittorio Veneto. Giovani “dimenticati”, animati da solidarietà, dall’eroismo o semplicemente rassegnati a fare il proprio dovere. Voce (Baldin)Di tanti tortonesi partiti per il fronte della grande guerra ……non rimane più il ricordo se non qualche lapide imbrunita dal tempo: Voce (Tosino) Colonnello Guala Ernesto medaglia d’oro e Capitano Bassi Emilio medaglia d’oro, Capitano Codevilla Tito, Soldato Ferretti Pietro, Volontario Galanti Silvestro.. soldato Malabrocca Carlo., Sottotenente Guido Pedenovi,Soldato Prati Emilio………………………………. Voce (Baldin):Di tanti Che mi corrispondevano Non è rimasto Neppure tanto Ma nel cuore Nessuna croce manca E’ il mio cuore Il paese più straziato Voce (Aless) …Di tanti… anch’io… Quaglia Francesco -foto di soldati al fronte (archivio) -foto dei caduti, tra cui le medaglie d’oro Guala e Bassi, Codevilla. (bibl) -immagine della lapide dell’Asilo infantile. (da fare!!) - i due in moto sfrecciano, immagine delle vie Ernesto Guala e Viale Emilio Bassi. La moto è vista da dietro. Vanno su verso la collina. -foto d’epoca di strada viola e colline (bibl.) -foto del documento che riporta l’elenco dei caduti. -testo della Poesia Ungaretti “San Martino del Carso”) -foto del giovane soldato (già postata all’inizio del video)
  • 19. 9. Il cimitero monumento alla pace (sottofondo musicale) Lettura Voce(Basso): La guerra è finita. Negli occhi avviliti, nelle volontà fiaccate di chi resta, il ricordo invoca un senso compiuto a quanto è accaduto. Eppure ogni sforzo appare immane. I monumenti, le lapidi, i tempi innalzati a sempiterna memoria, ricoprono il suolo nazionale. Voce (Ciocc):“Il giorno della memoria”, “Il giorno del ricordo”, le innumerevoli commemorazioni, rappresentano l’instancabile intento di sottrarre all’oblio l’insensatezza di ogni guerra, l’implacabile vuoto che porta con sé. Voce (Tosino): “… Ogni guerra è una guerra civile; ogni caduto somiglia a chi resta e gliene chiede ragione…” Cesare Pavese In primo piano una croce bianca. Il grand’angolo riprende anche le altre croci. -foto d’epoca dei caduti (alternate) immagini reali delle lapidi. I due ragazzi scendono dalla moto e camminano tra le lapidi, (ci sono anche gli altri) Grand’angolo che riprenda: i ragazzi, le croci, il paesaggio. Paesaggio delle colline tortonesi Appare la frase di Pavese: “… Ogni guerra è una guerra civile; ogni caduto somiglia a chi resta e gliene chiede ragione…” Da “La casa in collina” di Cesare Pavese
  • 20.
  • 21. ISTITUTO MARCONI – Tortona Classi iscritte: VAA-VAM-IBE Progetto Articolo 9 della Costituzione dell’edizione 2013-2014. Luoghi, paesaggi, vite, cultura, segni materiali e immateriali…: cittadinanza attiva per ricercare e costruire insieme il patrimonio culturale della memoria storica e per diffondere la cultura della pace tra i popoli, a cento anni dalla Grande Guerra. Dal volo al voto. Storia di santi e di soldati nella Tortona della prima guerra mondiale. Proposta di lavoro. Contesto storico Tortonese (1914/1918):fatti, luoghi, personaggi relativi al contesto storico di Tortona durante gli eventi bellici. Le ipotesi di lavoro riguardano: Sviluppo dell’Industria bellica: Alfa (proiettili); Orsi (macchinari); Delle Piane (equipaggiamento, divise). Tortona “retrovia di guerra”(dopo la disfatta di Caporetto 1917): - il presidio inglese di stanza all’edificio che ospiterà il Dante; - il campo di prigionia per austriaci (allo Scolastico); - il magazzino inglese (nel quartiere san Bernardino) e l’assalto del primo maggio con l’episodio della corsa dei formaggi rubati; - il lazzaretto per l’epidemia della Spagnola (strada della Cartiera); - Lo sciopero e la sollevazione popolare del primo maggio. L’assalto alla sede vescovile e l’intermediazione di Don Orione. - emergenza orfani: i bambini dell’ospedale e quelli di Villa Charitas) -le autorità dell’epoca(il vescovo Grassi, Arzano….. ) Relative Fonti da consultare (in Biblioteca – Archivio locale) : DVD sulla mostra “Made in Tortona” di Raffaele Vaccari (Biblioteca); Volume per i cento anni della Croce rossa, “storia di San Simone” di Vittorio Paglieri. Quaderno della biblioteca n.I, articolo del Dott. Gatti. I giornali dell’epoca (Il Giorno). notizie sulle vittime della spagnola (Archivio Alessandria Dott.Remodino)
  • 22. I soldati e i caduti -Eroi tortonesi con medaglia d’oro: Ernesto Guala, Emilio Bassi, Ernesto Cabruna. -Cabruna, l’aviatore e le imprese celebri. - 300 soldati del tortonese tra caduti, feriti e dispersi. - cartoline del Saccaggi per lo sforzo bellico. Relative Fonti da consultare (in Biblioteca – Archivio locale) : . elenco caduti sui giornali (archivio storico) . Le foto dei caduti (biblioteca) . Cabruna: ritratto, riproduzione dell’illustrazione tratta dalla “Domenica del Corriere”, biografia, carteggio con D’Annunzio. (Biblioteca); .vecchi cimeli (fucili, mine. Archivio locale) 3)Il Voto per il ritorno dei reduci: il santuario della Madonna della Guardia ad opera di Don Orione. Relative Fonti da consultare (in Biblioteca – Archivio locale) : -Biografie di Don Orione -Don Rigo, “Storia del santuario……”.. -Articolo Dott. Giuseppe Decarlini, sugli anni della costruzione del santuario. -Gli ex voto e l’edicola con dedica (in Santuario;) - Lettere, materiale fotografico (Archivio della Postulazione salesiana) 4)La pace e la ricostruzione: i segni sul territorio Cappelletta votiva per la pace del 1918 (Tortona, vicolo calderai) Asilo infantile eretto come monumento ai caduti. (per l’occasione dell’inaugurazione era presente anche il re Vittorio Emanuele III) Dedicazione di Viale della Rimembranza (vicino Villa Charitas) Progetto tempio votivo di Rigotti. Collaborazioni: Dott. Anetra Direttore Archivio della Fondazione Dott. Gatti Direttore Biblioteca civica. Dott.ssa Santi, responsabile dell’Archivio storico di Tortona
  • 23. Don Achille Morabito, vice postulatore della causa di Don Orione, Archivio Orionino a Roma (archivista: signora Martinez) Dott. Giuseppe Decarlini. Direttore responsabile di Iulia Dertona. Dott. Remondino, direttore dell’archivio storico di Alessandria. Signora Maria Teresa Bassi, nipote di E.Cabruna Sig. Fausto Galli, per archivio fotografico storia locale. Lavori dei gruppi in Biblioteca. Fonti bibliografiche e storiche da consultare: DVD sulla mostra “Made in Tortona” di Raffaele Vaccari (Biblioteca);(Vedere sul computer)(2 persone) Volume edito per i cento anni della Croce rossa, “storia di San Si mone” di Vittorio Paglieri. (2 persone)Vedere con attenzione pp66/69 Quaderno della biblioteca n.I, articolo del Dott. Gatti. (2 persone) I giornali dell’epoca “Il Popolo”, “La Tortona del popolo” Anno 1915 Anno 1916 Anno 1917 Anno 1918. La “Domenica del Corriere” con le imprese aeree di E.Cabruna Don Orione (sezione Tortonese) Varie biografie da sfogliare, tra le altre, Don Rigo, “Storia del santuario” Corrispondenza, documenti, testimonianze (Sez.Tortonese XXX 122) 1912-1918) guardare pag.162 e oltre Flavio Peloso, “Tesi di Laurea”. Articolo del Dott. Giuseppe Decarlini, sugli anni della costruzione del Santuario.
  • 24. Archivio Fotografico Guida di Tortona e del Tortonese (riporta i nomi dei personaggi a cui sono dedicate le vie della città) Sante Pollastro, brigante ospite a San Bernardino,……………………………………. ARCHIVIO STORICO. Bibliografia e fonti storiche da consultare. L’elenco dei caduti e dei morti a causa della guerra 2)1911 censimento. Dati di raccolta. Fotografie dei Caduti Don Orione acquista Foro Boario (1920) Faldone 200/cat.5 Pr. Com.p.123 Orfani di guerra, distintivo d’onore 1923 p.200 Orfani di guerra, colonie alpine, 1920/1926 p.233 Delibere comunali 1915/1919 Alcune immagini fotografiche (inventariate in corso)
  • 25. BIBLIOGRAFIA  La Costituzione raccontata dai ragazzi, percorsi per l’educazione alla convivenza civile, a cura di Loredana Iapichino, Giada Li Calzi, Palumbo editore, 2007  Franco Bertini, “Storia. Fatti ed interpretazioni”, Mursia Scuola, 2013  San Luigi Orione: da Tortona al mondo, Atti del Convegno di studi, Tortona 14-16 marzo 2003, collana Vita e Pensiero, Milano, 2004  Album della Stanza-sette- “Tra noi, presente. Immagini della vita di Don Orione e della sua Opera.” Fondazione Cassa di risparmio di Tortona,2011  Collana Vita e Pensiero,” La Figura e l’Opera di don Luigi Orione (1872-1940)”Università Cattolica, Milano, 1994  Don Beppe Rigo, “Il Santuario-Basilica della Madonna della Guardia, Piccola Opera della divina provvidenza” Roma 12 marzo 2011  Giovanni Barra, Don Orione, Edizioni .Gribaudi, Torino, 1971  G. Papasogli, Vita di Don Orione, Torino, 1974  Giorgio Gatti, “Ricerche su Tortona nel Primo Dopoguerra (1919-1922), Quaderni della biblioteca Civica n.I,Tortona ,1880  Gian Domenico Zucca, “Sante Pollastro il bandito in bicicletta”, I GrafismiBocassi, Collana Memoria n.3/2003 • DVD sulla mostra “Made in Tortona” di Raffaele Vaccari , Museo Orsi, Maggio 2010 Tortona • Quotidiani dell’epoca (“Il Popolo” e “ Tortona del Popolo”). 1916-1919.  R.Vaccari, L’impegno dei cattolici tortonesi nelle lotte politiche degli anni 1919-1920” in Julia Dertona, fas.58  “ La Sommossa del 1maggio 1917:assalto alla Curia”, Giuseppe Decarlini , Il Popolo , 17 maggio 1992  Antichi e Rari della biblioteca Civica di Tortona, “Fiume 10 gennaio 1921-23 marzo 1922”, LitoCoop, giugno 2012 RICERCA IN ARCHIVIO  A.S.C.T 2^sezione 452  A.S.C.T 2^sezione fascicolo 2
  • 26.  A.S.C.T atti di deliberazione giunta comunale 1917  A.S.C.T deliberazione consiglio comunale 1916  A.S.C.T. Classe 8.2 Servizi militari. Sussidi militari. Eventi Bellici  A.S.C.T. Caduti di Tortona nella guerra 1915-1918: elenco e raccolta di fotografie  www.scritti.donorione.org  www.cadutigrandeguerra.it