Twitter per la Pubblica Amministrazione: tre storie, sette ideeDino Amenduni
Tra comunicazione politica e OpenGov,
come usare lo strumento senza subirlo.
(Presentato a Pescara, 25 maggio 2012
L’economia e la politica ai tempi di Twitter
Giornata della trasparenza della PA 2012)
Lo stato trasparente. Linked open data e cittadinanza attiva.AmmLibera AL
Autore: Francesca Di Donato
Anno 2011 (ISBN 9788846728876)
Sapete quanta parte delle vostre tasse viene spesa per lo smaltimento dei rifiuti o per la ricerca sul cancro? Com'è l'aria che respirate nel tragitto da casa vostra al vostro posto di lavoro? O come vengono ripartiti i finanziamenti alla cultura nella vostra città?
Un computer in rete può rispondere a questo e altro, se i dati che conserva e organizza sono strutturati in modo intelligente (Linked Data). Questo libro parla di tale possibilità nell’ambito delle istituzioni politiche e della pubblica amministrazione.
Questa innovazione non tocca solo pochi specialisti, ma tutti, perché consente di ottenere informazioni in maniera più diretta e trasparente, rendendoci cittadini più consapevoli e dunque più liberi.
L'autrice ricostruisce la storia di questa innovazione, promossa dalla dottrina Open Government dall'amministrazione Obama, che gradualmente si sta diffondendo nelle democrazie occidentali con un movimento che viene dal basso, prima che dall'iniziativa dei governi.
Il libro spiega anche tecnicamente che cosa sono gli Open Government Data (OGD) e quali sono i requisiti giuridici e tecnici da rispettare affinché i dati possano essere definiti aperti. Un utile strumento per chi ha responsabilità pubbliche, perché anche la politica italiana scopra, affronti e attui quest'importante opportunità di cittadinanza.
Monitoraggio collaborativo e democratizzazione dell'informazione di fonte pub...barbaracoccagna
L'ampia diffusione del citizen journalism e delle tecnologie mobili ha promosso la nascita di una nuova forma di attivismo digitale. Si tratta di sperimentazioni volte a sfruttare i dati pubblici e il potere della testimonianza visiva dei cittadini per documentare brogli elettorali, episodi di corruzione nel settore pubblico, violazioni di diritti umani e gestire emergenze umanitarie in caso di terremoti, catastrofi naturali e disastri.
In the latest years the wide proliferation of citizen journalism and mobile communication technologies has promoted the germination of a new shape of digital activism which is able to bring about advantages to long lasting democracies as well as to transitional phase and authoritarian Countries. We’re talking about projects intended to capitalize on the power of multitudes of occasional witnesses to demonstrate infringements of human rights, acts of violence or corruption in public sector, vote-rigging and other weighty abuses of authority or power, to manage humanitarian emergencies by natural catastrophes and disasters.
Social network bf-mensi-slides-08072015 lvg LVentureGroup
Questa presentazione è stata esposta da Francesco Sacco durante la colazione di networking Breakfast&Finance, coordinata da Vincenzo Marzetti e organizzata da Canova Club, che si tiene a Roma nella sede di LVenture Group e Milano con cadenza mensile e ospita speaker di rilievo.
Dopo aver parlato di investimenti in PMI con Gabriele Cappellini, Amministratore Delegato del Fondo Italiano di Investimento e di FinTech con i fondatori delle principali piattaforme finanziarie e la moderazione di Innocenzo Cipolletta, Presidente dell’Associazione Italiana del Private Equity e Venture Capital, questa volta il tema dell’incontro è stato “Il futuro dei Social Network: ricadute economiche e sociali per il sistema Paese”.
Nel 2012 il governo Monti ha varato un’agenda digitale per l’Italia. Un passo importante, ma che si scontra con due problemi radicali:
l’arretratezza delle infrastrutture e un forte analfabetismo digitale, ben oltre la media europea; una mancanza di diritti fondamentali come il diritto all’informazione che possano dare sostanza all’agenda digitale.
Questa presentazione offre una breve panoramica dello stato dell’informatizzazione in Italia, dei cambiamenti che l’agenda digitale cerca di introdurre e degli strumenti che possono aiutarla a produrre risultati più radicali.
Nelle ultime slide ci soffermeremo infine sulle proposte dei partiti.
Making Sense of a Reading Community. Lesson at ASK Centre (Art, Science and Knowledge) at Bocconi University about the social reading community of TwLetteratura.
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Tra comunicazione politica e OpenGov,
come usare lo strumento senza subirlo.
(Presentato a Pescara, 25 maggio 2012
L’economia e la politica ai tempi di Twitter
Giornata della trasparenza della PA 2012)
Lo stato trasparente. Linked open data e cittadinanza attiva.AmmLibera AL
Autore: Francesca Di Donato
Anno 2011 (ISBN 9788846728876)
Sapete quanta parte delle vostre tasse viene spesa per lo smaltimento dei rifiuti o per la ricerca sul cancro? Com'è l'aria che respirate nel tragitto da casa vostra al vostro posto di lavoro? O come vengono ripartiti i finanziamenti alla cultura nella vostra città?
Un computer in rete può rispondere a questo e altro, se i dati che conserva e organizza sono strutturati in modo intelligente (Linked Data). Questo libro parla di tale possibilità nell’ambito delle istituzioni politiche e della pubblica amministrazione.
Questa innovazione non tocca solo pochi specialisti, ma tutti, perché consente di ottenere informazioni in maniera più diretta e trasparente, rendendoci cittadini più consapevoli e dunque più liberi.
L'autrice ricostruisce la storia di questa innovazione, promossa dalla dottrina Open Government dall'amministrazione Obama, che gradualmente si sta diffondendo nelle democrazie occidentali con un movimento che viene dal basso, prima che dall'iniziativa dei governi.
Il libro spiega anche tecnicamente che cosa sono gli Open Government Data (OGD) e quali sono i requisiti giuridici e tecnici da rispettare affinché i dati possano essere definiti aperti. Un utile strumento per chi ha responsabilità pubbliche, perché anche la politica italiana scopra, affronti e attui quest'importante opportunità di cittadinanza.
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L'ampia diffusione del citizen journalism e delle tecnologie mobili ha promosso la nascita di una nuova forma di attivismo digitale. Si tratta di sperimentazioni volte a sfruttare i dati pubblici e il potere della testimonianza visiva dei cittadini per documentare brogli elettorali, episodi di corruzione nel settore pubblico, violazioni di diritti umani e gestire emergenze umanitarie in caso di terremoti, catastrofi naturali e disastri.
In the latest years the wide proliferation of citizen journalism and mobile communication technologies has promoted the germination of a new shape of digital activism which is able to bring about advantages to long lasting democracies as well as to transitional phase and authoritarian Countries. We’re talking about projects intended to capitalize on the power of multitudes of occasional witnesses to demonstrate infringements of human rights, acts of violence or corruption in public sector, vote-rigging and other weighty abuses of authority or power, to manage humanitarian emergencies by natural catastrophes and disasters.
Social network bf-mensi-slides-08072015 lvg LVentureGroup
Questa presentazione è stata esposta da Francesco Sacco durante la colazione di networking Breakfast&Finance, coordinata da Vincenzo Marzetti e organizzata da Canova Club, che si tiene a Roma nella sede di LVenture Group e Milano con cadenza mensile e ospita speaker di rilievo.
Dopo aver parlato di investimenti in PMI con Gabriele Cappellini, Amministratore Delegato del Fondo Italiano di Investimento e di FinTech con i fondatori delle principali piattaforme finanziarie e la moderazione di Innocenzo Cipolletta, Presidente dell’Associazione Italiana del Private Equity e Venture Capital, questa volta il tema dell’incontro è stato “Il futuro dei Social Network: ricadute economiche e sociali per il sistema Paese”.
Nel 2012 il governo Monti ha varato un’agenda digitale per l’Italia. Un passo importante, ma che si scontra con due problemi radicali:
l’arretratezza delle infrastrutture e un forte analfabetismo digitale, ben oltre la media europea; una mancanza di diritti fondamentali come il diritto all’informazione che possano dare sostanza all’agenda digitale.
Questa presentazione offre una breve panoramica dello stato dell’informatizzazione in Italia, dei cambiamenti che l’agenda digitale cerca di introdurre e degli strumenti che possono aiutarla a produrre risultati più radicali.
Nelle ultime slide ci soffermeremo infine sulle proposte dei partiti.
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Improving groupwork and reading comprehension capabilities. Speech presented at the Training Week for Staff Capacity Building Perspectives and Modernization of Higher Education (Pavia, September 20-26, 2015)
Critica del selfie. Storia, fenomenologia, grammatica.Paolo Costa
Lezioni svolte per il corso di Comunicazione visiva ed editoria digitale, nell'ambito del Master di primo livello in Management dei prodotti e servizi della comunicazione (Università degli Studi di Cagliari, Dipartimento di Pedagogia, Psicologia, Filosofia)
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Intervento per Iniziativa Laica Ingauna, 16 gennaio 2015:
Senza dubbio la tecnologia è una delle forze che contribuiscono in misura preponderante a determinare il modo in cui l’industria dell’informazione percepisce i fatti del mondo, realizza il proprio prodotto e distribuisce le notizie al pubblico, ma anche il modo in cui il pubblico decodifica le notizie stesse.
Dunque la tecnologia è una delle forze che contribuiscono a determinare il modo in cui l’opinione pubblica si informa.
Ma quanto la tecnologia è determinante? E come le cosiddette «nuove tecnologie» agiscono nel contesto odierno?
Per rispondere non basta comprendere le logiche delle nuove tecnologie. Non basta, cioè, un discorso meramente tecnologico. È necessario analizzare il rapporto fra la tecnologia e le altre forze – politiche, sociali, culturali – che agiscono nel medesimo contesto.
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4. La rivolta UK dell’estate 2011
Quattro giorni di violenza urbana, originata dalla
protesta per l’uccisione da parte della polizia di un
cittadino di Londra, Mark Duggan
Cinque morti, centinaia di feriti, almeno 200
abitazioni distrutte, numerosi autobus incendiati,
oltre 3000 cittadini arrestati e processati
I social media sembrano avere giocato un ruolo
decisivo sia nel coordinamento dei rivoltosi sia
nella loro identificazione da parte delle autorità
5. Il ruolo dei social media nella rivolta
La pagina di Facebook R.I.P. Mark Duggan ha
ospitato il primo appello alla mobilitazione, presso
il commissariato di Tottenham High Road
I rivoltosi hanno fatto ampio uso anche di Twitter
per scambiarsi informazioni sui punti di
concentramento e sui movimenti della polizia
Ma il ruolo decisivo è stato giocato da BBM:
BlackBerry è lo smartphone preferito dai giovani
UK (secondo Ofcom lo sceglie il 37% dei teenager)
6. Il canale «privato» di BBM
A differenza degli aggiornamenti di stato di
Facebook e dei «tweets», i messaggi scambiati
con BBM non sono rintracciabili dalla polizia
Non a caso BlackBerry è molto amato dai giovani
di paesi in cui la sorveglianza delle autorità sulle
comunicazioni private è prassi comune
Nel 2012 ha fatto molto discutere la richiesta a
RIM del governo di Mumbai di collocare in India i
server di BlackBerry per favorire le intercettazioni
7. La tentazione di David Cameron
Pochi giorni dopo la rivolta il primo ministro
britannico ha ipotizzato la possibilità di impedire
l’uso dei social media in determinate circostanze
L’idea è inibire l’accesso alle piattaforme di
comunicazione online a coloro che «stanno
preparando violenze, disordini o atti criminali»
L’uscita di Cameron ha suscitato l’immediata
reazione delle associazioni per i diritti civili ed è
comunque stata giudicata poco realistica
9. Lo studio del «Guardian» sui disordini
La rivolta del 2011 è stata oggetto di un’ampia
ricerca(*) condotta dallo staff di giornalismo
investigativo del «Guardian» insieme alla LSE
Lo studio ha preso in considerazione un’immensa
mole di dati, ricavati dalle comunicazioni dei
rivoltosi sui social media e attraverso BBM
È un caso eccellente di data journalism, che
integra la migliore tradizione UK del giornalismo
di inchiesta con l’approccio dei big data
(*) www.guardian.co.uk/uk/series/reading-the-riots
10. Big data, fronte caldo della intelligence
Il concetto è divenuto rilevante grazie alla
diffusione di strumenti informatici e metodi di
analisi più sofisticati di quelli tradizionali
Big data vuol dire analizzare ingenti quantitativi
di dati, da processare a ritmi sostenuti o in tempo
reale, di diversa natura e non strutturati
Fra gli ambiti di applicazione più tipici c’è quello
relativo al dominio dei social network, sia per
scopi commerciali sia per obiettivi di sorveglianza
12. Nasce il concetto di «Socmint»
La social media intelligence può essere di tre tipi:
istituzionale, commerciale o investigativa (Daniel
Trottier, Social Media As Surveillance, 2012)
Essa si applica sia alle informazioni rese
disponibili dagli stessi individui, sia a quelle che
dovrebbero rimanere private
Si pone evidentemente un tema di regole: Chi è
autorizzato ad accedere a certi dati? In quali
circostanze? Secondo quali responsabilità?
13. « Democraticoflegitimacy demands that, where
new methods intelligence gathering and use
are to be introduced, they should be on a firm
legal basis and rest on parliamentary and
public understanding of what is involved, even
if the operational details of the sources and
methods used must sometimes remain secret. »
Il rapporto #Intelligence
(Demos) e il dibattito in UK
14. Un anno dopo i «BlackBerry riots»
Nell’aprile del 2012 è emerso che il governo UK
starebbe valutando la possibilità di monitorare
tutto il traffico in Internet, social media inclusi
Tim Berners-Lee ha subito definito l’iniziativa
pericolosa: «le informazioni raccolte dal governo
potrebbero essere rubate e usate da terzi»
A quanta libertà siamo disposti a rinunciare in
favore della sicurezza? Ma soprattutto: siamo
coscienti della libertà a cui stiamo rinunciando?
15. Un modello per un sistema di regole
Il Il rispetto dei diritti umani
principio
generale
Responsabilità («accountability»)
I principi
associati Proporzionalità («proportionality»)
Necessità («necessity»)