Tra il 1948 e il 1949 fu costruito il padiglione della divisione oculistica. Progettato dagli architetti Gaspare e Luigi Lenzi di Roma, la direzione dei lavori venne affidata all’ing. Carlo Savonuzzi. Fu inaugurato il 28 maggio del 1950 e donato (completo di arredamento e di attrezzature scientifiche) dal prof. Max Ascoli, da tempo emigrato negli Stati Uniti.
Negli anni 1966-69 furono costruite le Cliniche Generali Mediche e Chirurgiche Universitarie, dotate di un Istituto di Radiologia e di un Reparto di Angiografia . Il complesso di 2000 mq., era stato progettato alla fine degli anni ’50 dall’architetto Daniele Calabi.
Testi a cura di Francesco Scafuri - Comune di Ferrara
La costruzione del nuovo Arcispedale avvenne in gran parte tra il 1912 e il 1914.
Per completare l’ospedale e renderlo finalmente funzionante come nosocomio cittadino furono necessarie altre opere di una certa entità, che vennero realizzate nei primi anni dell’avvento del fascismo. Nelle slides sono pubblicate alcune cartoline e foto d'epoca.
Testi a cura di Francesco Scafuri - Comune di Ferrara
In questo periodo, oltre alla costruzione delle Cliniche Chirurgiche e Mediche Universitarie, si ebbe una diffusa opera di ampliamento di padiglioni esistenti. Tra il 1961 e il 1965 entrò in funzione il centro antidiabetico con ambulatori.
Testi a cura di Francesco Scafuri - Comune di Ferrara
Negli anni ’80 e ’90 si registrano piccoli ampliamenti e alcune nuove realizzazioni, come ad esempio le costruzioni sorte a fianco dell’ex Macello e dietro l’Istituto di Anatomia, destinati a nuovi uffici, ambulatori universitari e aule didattiche. Infine, ricordiamo la trasformazione dell’edificio n. 12 (ex cucine, ora Divisione pediatrica).
Testi a cura di Francesco Scafuri - Comune di Ferrara
Nel 1930 viene inaugurato il Consorzio Provinciale Antitubercolare (più conosciuto come Dispensario). Progetto dell’ing. Ario Valentini datato 1929. Gli edifici moderni, anch’essi oggi destinati ad ambulatori, fanno parte degli ampliamenti eseguiti a partire dagli anni ’50. L’ing. Carlo Savonuzzi progetta e costruisce il Padiglione Mortuario (1930), utilizzando un fabbricato rurale disabitato preesistente, mentre la Divisione Ostetrico -Ginecologica, progettata sempre dall’ing. Carlo Savonuzzi nel 1932, viene inaugurata nel 1933.
Carlo Savonuzzi (Ferrara, 1897 – San Remo 1973)
Proprio gli edifici degli anni ‘30 all’interno del vecchio e del nuovo ospedale dimostrano che Carlo Savonuzzi, ingegnere e fervido intellettuale, operò nella Ferrara tra gli anni Venti e gli anni Trenta un vero e proprio salto di qualità nel campo della progettazione.
Testi a cura di Francesco Scafuri - Comune di Ferrara
L'antico ospedale Sant’Anna di Ferrara, era un vasto complesso architettonico fondato l’8 ottobre 1440 col Breve di papa Eugenio IV. Esso occupava il comparto urbano in corrispondenza ed in prossimità dell’attuale via Boldini. I lavori per la realizzazione dell'ospedale furono inizialmente seguiti dall’architetto Pietrobono Brasavola. Negli anni 30 del novecento l'area iniziò la sua trasformazione. Un ruolo importante ebbe Carlo Savonuzzi, allora ingegnere capo del Comune.
Testi a cura di Francesco Scafuri - Comune di Ferrara
Primo incontro, Introduzione al Sistema Museale dell'Ateneo di Pisa.
Il Sistema Museale d’Ateneo è costituito da dieci realtà museali che con le loro collezioni permettono di ammirare il vasto e variegato patrimonio storico, scientifico e artistico dell’Università di Pisa.
Nel corso del 2019 l’Orto e Museo Botanico, il Museo di Storia Naturale, il Museo della Grafica, la Gipsoteca di Arte Antica, le Collezioni Egittologiche, il Museo degli Strumenti per il Calcolo, il Museo degli Strumenti di Fisica, il Museo di Anatomia Umana, il Museo Anatomico Veterinario ed Museo di Anatomia Patologica hanno accolto circa 170.000 visitatori.
I musei universitari organizzano numerose attività e proposte educative, perseguendo una politica museale sensibile all’inclusione e alla valorizzazione di tutti i pubblici.
In questo periodo i musei di ateneo sono chiusi, ma dietro le porte si producono nuovi contenuti digitali per raccontare le collezioni e diffonderne ancora di più la conoscenza, in attesa di poter accogliere nuovamente i visitatori.
Secondo incontro del ciclo il Sistema museale di Ateneo dell'Università di Pisa - Orto e Museo Botanico
L’Orto Botanico di Pisa è stato fondato nel 1543 dal medico imolese Luca Ghini (1490-1556) per volere del Granduca di Toscana Cosimo I de’ Medici. Si tratta del più antico Orto botanico universitario al mondo per data di fondazione. Originariamente pensato come Giardino dei Semplici e costruito sulle rive del fiume Arno, dopo varie vicissitudini fu trasferito nell’attuale sede nel 1591, per poi essere ampliato progressivamente fino a raggiungere l'estensione di tre ettari. L’Orto Botanico è organizzato oggi in 7 settori, ciascuno dei quali ospita diverse collezioni, con piante provenienti da tutto il mondo. Vista la sua lunga storia, sono presenti anche imponenti alberi vetusti di interesse monumentale. Il Museo Botanico, ospitato all'interno della cosiddetta "Palazzina delle conchiglie", è l'erede dell’antica Galleria istituita nel 1591 dal Granduca di Toscana Ferdinando I de’ Medici. Oggi è organizzato in sette sale espositive che seguono un percorso storico. Espone ritratti seicenteschi di illustri botanici, l'antico Portone di entrata alla Galleria e lo “Studiolo del Granduca”. Ospita inoltre oggetti legati all'insegnamento della botanica universitaria come modelli botanici in cera e tavole didattiche, nonché antichi strumenti di ricerca. Fa parte del Museo anche l'Erbario, non accessibile al pubblico, ma visitabile virtualmente da apposite postazioni all'interno del Museo.
La costruzione del nuovo Arcispedale avvenne in gran parte tra il 1912 e il 1914.
Per completare l’ospedale e renderlo finalmente funzionante come nosocomio cittadino furono necessarie altre opere di una certa entità, che vennero realizzate nei primi anni dell’avvento del fascismo. Nelle slides sono pubblicate alcune cartoline e foto d'epoca.
Testi a cura di Francesco Scafuri - Comune di Ferrara
In questo periodo, oltre alla costruzione delle Cliniche Chirurgiche e Mediche Universitarie, si ebbe una diffusa opera di ampliamento di padiglioni esistenti. Tra il 1961 e il 1965 entrò in funzione il centro antidiabetico con ambulatori.
Testi a cura di Francesco Scafuri - Comune di Ferrara
Negli anni ’80 e ’90 si registrano piccoli ampliamenti e alcune nuove realizzazioni, come ad esempio le costruzioni sorte a fianco dell’ex Macello e dietro l’Istituto di Anatomia, destinati a nuovi uffici, ambulatori universitari e aule didattiche. Infine, ricordiamo la trasformazione dell’edificio n. 12 (ex cucine, ora Divisione pediatrica).
Testi a cura di Francesco Scafuri - Comune di Ferrara
Nel 1930 viene inaugurato il Consorzio Provinciale Antitubercolare (più conosciuto come Dispensario). Progetto dell’ing. Ario Valentini datato 1929. Gli edifici moderni, anch’essi oggi destinati ad ambulatori, fanno parte degli ampliamenti eseguiti a partire dagli anni ’50. L’ing. Carlo Savonuzzi progetta e costruisce il Padiglione Mortuario (1930), utilizzando un fabbricato rurale disabitato preesistente, mentre la Divisione Ostetrico -Ginecologica, progettata sempre dall’ing. Carlo Savonuzzi nel 1932, viene inaugurata nel 1933.
Carlo Savonuzzi (Ferrara, 1897 – San Remo 1973)
Proprio gli edifici degli anni ‘30 all’interno del vecchio e del nuovo ospedale dimostrano che Carlo Savonuzzi, ingegnere e fervido intellettuale, operò nella Ferrara tra gli anni Venti e gli anni Trenta un vero e proprio salto di qualità nel campo della progettazione.
Testi a cura di Francesco Scafuri - Comune di Ferrara
L'antico ospedale Sant’Anna di Ferrara, era un vasto complesso architettonico fondato l’8 ottobre 1440 col Breve di papa Eugenio IV. Esso occupava il comparto urbano in corrispondenza ed in prossimità dell’attuale via Boldini. I lavori per la realizzazione dell'ospedale furono inizialmente seguiti dall’architetto Pietrobono Brasavola. Negli anni 30 del novecento l'area iniziò la sua trasformazione. Un ruolo importante ebbe Carlo Savonuzzi, allora ingegnere capo del Comune.
Testi a cura di Francesco Scafuri - Comune di Ferrara
Primo incontro, Introduzione al Sistema Museale dell'Ateneo di Pisa.
Il Sistema Museale d’Ateneo è costituito da dieci realtà museali che con le loro collezioni permettono di ammirare il vasto e variegato patrimonio storico, scientifico e artistico dell’Università di Pisa.
Nel corso del 2019 l’Orto e Museo Botanico, il Museo di Storia Naturale, il Museo della Grafica, la Gipsoteca di Arte Antica, le Collezioni Egittologiche, il Museo degli Strumenti per il Calcolo, il Museo degli Strumenti di Fisica, il Museo di Anatomia Umana, il Museo Anatomico Veterinario ed Museo di Anatomia Patologica hanno accolto circa 170.000 visitatori.
I musei universitari organizzano numerose attività e proposte educative, perseguendo una politica museale sensibile all’inclusione e alla valorizzazione di tutti i pubblici.
In questo periodo i musei di ateneo sono chiusi, ma dietro le porte si producono nuovi contenuti digitali per raccontare le collezioni e diffonderne ancora di più la conoscenza, in attesa di poter accogliere nuovamente i visitatori.
Secondo incontro del ciclo il Sistema museale di Ateneo dell'Università di Pisa - Orto e Museo Botanico
L’Orto Botanico di Pisa è stato fondato nel 1543 dal medico imolese Luca Ghini (1490-1556) per volere del Granduca di Toscana Cosimo I de’ Medici. Si tratta del più antico Orto botanico universitario al mondo per data di fondazione. Originariamente pensato come Giardino dei Semplici e costruito sulle rive del fiume Arno, dopo varie vicissitudini fu trasferito nell’attuale sede nel 1591, per poi essere ampliato progressivamente fino a raggiungere l'estensione di tre ettari. L’Orto Botanico è organizzato oggi in 7 settori, ciascuno dei quali ospita diverse collezioni, con piante provenienti da tutto il mondo. Vista la sua lunga storia, sono presenti anche imponenti alberi vetusti di interesse monumentale. Il Museo Botanico, ospitato all'interno della cosiddetta "Palazzina delle conchiglie", è l'erede dell’antica Galleria istituita nel 1591 dal Granduca di Toscana Ferdinando I de’ Medici. Oggi è organizzato in sette sale espositive che seguono un percorso storico. Espone ritratti seicenteschi di illustri botanici, l'antico Portone di entrata alla Galleria e lo “Studiolo del Granduca”. Ospita inoltre oggetti legati all'insegnamento della botanica universitaria come modelli botanici in cera e tavole didattiche, nonché antichi strumenti di ricerca. Fa parte del Museo anche l'Erbario, non accessibile al pubblico, ma visitabile virtualmente da apposite postazioni all'interno del Museo.
Ecologia e urbanistica, sistemi per governare sistemi complessi socio-ecologi...Luca Marescotti
Aprire nuove prospettive significa un doppio salto: il primo per rimodulare discipline, competenze e formazione e il secondo per integrare i settori operativi della pubblica amministrazione.
Aprire nuove prospettive per l'urbanistica, significa usare proprio gli standard urbanistici per mantenere l'ambiente in una situazione favorevole -localmente e globalmente- per le società umane.
Il primo passo consiste nel dovere prima di tutto cambiare noi stessi, il nostro modo di governare e amministrare il territorio, di usare la pianificazione nelle città, con le città, per le città, che altro non sono che le loro genti, e i loro luoghi dove si giocano comportamenti, strategie finanziarie, acquisizioni di risorse. Questo vuol dire saper leggere le differenze sul significato delle parole, sul modo, per esempio, di usare il termine resilienza non tanto in diversi contesti scientifici, quanto nello stesso contesto ma con significati affatto diversi (Vale 2005), (Randall 2011), (Spirn 2012).
Allora aprire nuove prospettive è prendere coscienza sulla realtà territoriale e sull'esistenza di interrelazioni assai più complesse come è rappresentato nelle regioni urbane, che sarebbero del tutto invisibili se viste arroccati nell'interno dei confini di ciascun singolo comune (Forman 2008).
Roma dopo il 1870: Urbanistica e Architettura - Parte 3/4Portante Andrea
Una carrellata che ripercorre l’evoluzione urbanistica di Roma dalla breccia di Porta Pia fino quasi ai nostri giorni.
Si parte con un “prequel”, i piani degli anni napoleonici, che contengono un po’ i semi di tutti gli sviluppi futuri. Esamineremo l’espansione della città attraverso i diversi Piani Regolatori che si sono succeduti (1873, 1883, 1909, 1931, 1942), puntualmente ignorati o elusi dagli interessi delle società immobiliari, le grandi “occasioni perse” per la città.
All’evoluzione urbanistica accompagneremo l’evoluzione del quadro architettonico, con il succedersi e sovrapporsi di stili dal neo barocco all’umbertino, dal “barocchetto romano” al liberty e al razionalismo, il tutto in una presentazione dal ritmo serrato con uso predominante di foto e video.
Il Tevere e il Foro Italico Dal Ponte della Musica al Ponte FlaminioPortante Andrea
Note della passeggiata del 10 Giugno 2018 del Touring Club, Club del Territorio di Roma. Il focus della passeggiata e della trattazione è il complesso del Foro Italico (ex Foro Mussolini), ma è anche una opportunità per descrivere l'evoluzione urbanistica di tutta la zona nel XIX e XX secolo
Documentari, televisione e creazione di contenuti visivi per i museiCaterina Pisu
The representation of museums in the movies and on television: italian case studies.
Paper presented at the annual meeting of the italian small museums (Quinto Convegno Internazionale dei Piccoli Musei, Viterbo, 26-27 settembre 2014) by Caterina Pisu (national coordinator of Associazione Nazionale Piccoli Musei) and Maurizio Pellegrini (Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale).
Ecologia e urbanistica, sistemi per governare sistemi complessi socio-ecologi...Luca Marescotti
Aprire nuove prospettive significa un doppio salto: il primo per rimodulare discipline, competenze e formazione e il secondo per integrare i settori operativi della pubblica amministrazione.
Aprire nuove prospettive per l'urbanistica, significa usare proprio gli standard urbanistici per mantenere l'ambiente in una situazione favorevole -localmente e globalmente- per le società umane.
Il primo passo consiste nel dovere prima di tutto cambiare noi stessi, il nostro modo di governare e amministrare il territorio, di usare la pianificazione nelle città, con le città, per le città, che altro non sono che le loro genti, e i loro luoghi dove si giocano comportamenti, strategie finanziarie, acquisizioni di risorse. Questo vuol dire saper leggere le differenze sul significato delle parole, sul modo, per esempio, di usare il termine resilienza non tanto in diversi contesti scientifici, quanto nello stesso contesto ma con significati affatto diversi (Vale 2005), (Randall 2011), (Spirn 2012).
Allora aprire nuove prospettive è prendere coscienza sulla realtà territoriale e sull'esistenza di interrelazioni assai più complesse come è rappresentato nelle regioni urbane, che sarebbero del tutto invisibili se viste arroccati nell'interno dei confini di ciascun singolo comune (Forman 2008).
Roma dopo il 1870: Urbanistica e Architettura - Parte 3/4Portante Andrea
Una carrellata che ripercorre l’evoluzione urbanistica di Roma dalla breccia di Porta Pia fino quasi ai nostri giorni.
Si parte con un “prequel”, i piani degli anni napoleonici, che contengono un po’ i semi di tutti gli sviluppi futuri. Esamineremo l’espansione della città attraverso i diversi Piani Regolatori che si sono succeduti (1873, 1883, 1909, 1931, 1942), puntualmente ignorati o elusi dagli interessi delle società immobiliari, le grandi “occasioni perse” per la città.
All’evoluzione urbanistica accompagneremo l’evoluzione del quadro architettonico, con il succedersi e sovrapporsi di stili dal neo barocco all’umbertino, dal “barocchetto romano” al liberty e al razionalismo, il tutto in una presentazione dal ritmo serrato con uso predominante di foto e video.
Il Tevere e il Foro Italico Dal Ponte della Musica al Ponte FlaminioPortante Andrea
Note della passeggiata del 10 Giugno 2018 del Touring Club, Club del Territorio di Roma. Il focus della passeggiata e della trattazione è il complesso del Foro Italico (ex Foro Mussolini), ma è anche una opportunità per descrivere l'evoluzione urbanistica di tutta la zona nel XIX e XX secolo
Documentari, televisione e creazione di contenuti visivi per i museiCaterina Pisu
The representation of museums in the movies and on television: italian case studies.
Paper presented at the annual meeting of the italian small museums (Quinto Convegno Internazionale dei Piccoli Musei, Viterbo, 26-27 settembre 2014) by Caterina Pisu (national coordinator of Associazione Nazionale Piccoli Musei) and Maurizio Pellegrini (Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale).
Curriculum ed elenco pubblicazioni completo di emidio d. de albentiisemidealbe
Si tratta dell'elenco, preceduto da un mio curriculum delle mie pubblicazioni archeologiche, storico-artistiche e di critica letteraria. L'ho inserito, più che per sciocca vanità, perché possa essere utile a chiunque si trovasse ad occu
Il Sanatorio di Vialba in "Vivere insieme la periferia", n.3, XXII, 2023, p.30.Maurizio De Filippis
Vialba e Roserio un tempo erano Comuni autonomi. In seguito sono diventati frazioni del Comune di Musocco aggregato a sua volta a Milano nel 1923. La via Orsini, di cui è rimasta una traccia storica lungo il muro di cinta dell'Ospedale Sacco, univa i due borghi. Qui nel 1927 veniva posta la prima pietra di quello che fu il Sanatorio di Vialba, oggi Ospedale "Luigi Sacco", ultimato nel 1931. La struttura è una pietra miliare nella storia ospedaliera italiana.
#OspedaleLuigiSaccoMilano #GrandeMilano1923 #associazionevecchiamiciquartoggiaro #quartoggiarovivibile
Fra Razionalismo e Romanità: 2.contesto architettonicoPortante Andrea
Seconda parte della presentazione "Fra Razionalismo e Romanità: Architettura Italiana fra le due guerre", tenuta a Roma il 14 Febbraio 2015 nell'ambito delle attività del Club del Territorio del Touring Club.
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2. Padiglione della divisione oculistica “Adriana Ascoli” (1948-1949) Tra il 1948 e il 1949 fu costruito il padiglione della divisione oculistica. Progettato dagli architetti Gaspare e Luigi Lenzi di Roma , la direzione dei lavori venne affidata all’ing. Carlo Savonuzzi . fu inaugurato il 28 maggio del 1950 e donato (completo di arredamento e di attrezzature scientifiche) dal prof. Max Ascoli , da tempo emigrato negli Stati Uniti. Con questo encomiabile gesto egli aveva voluto onorare la memoria della madre Adriana, operata agli occhi negli anni ’30 dal prof. Mario Verzella, il quale l’aveva seguita durante il decorso della malattia (grave forma di tracoma). Il fabbricato, costituito da ampi sotterranei, da un piano rialzato e da un primo piano, fu considerato subito uno dei migliori centri italiani ed europei, tanto che già nell’ottobre del 1950 ospitò il primo congresso della Società Tosco-Umbro- Emiliana di oftalmologia. Max Ascoli, noto intellettuale, giornalista, ma soprattutto personaggio legato alla storia dell’antifascismo. Egli nacque a Ferrara da una famiglia ebraica il 25 giugno 1898. Laureatosi in giurisprudenza presso l'Università di Ferrara nel 1920, iniziò subito un'intensa attività antifascista che lo fece entrare in contatto con i fratelli Rosselli e con le più importanti riviste del tempo impegnate nella lotta al regime di Mussolini. Nel 1931 Ascoli emigrò negli Stati Uniti dove in pochi anni conquistò posizioni di grande rilievo, sia nel campo scientifico e culturale che in quello politico, divenendo una delle figure più significative della battaglia condotta dagli esuli europei in terra americana contro le dittature fasciste e contro il nazismo. Morì a New York nel gennaio del 1978. Padiglione Ascoli in costruzione, 1948 c. (Biblioteca di Scienze della Salute, Arcispedale S. Anna, Ferrara)
4. 1958-60 - Vennero realizzati gli ampliamenti degli edifici 9, 11 , 5, 35 (quest’ultimo costruito interamente in questi anni e definito padiglione est), oltre ai fabbricati 16 e 27 . Tra il 1961 e il 1965 entrò in funzione il centro antidiabetico con ambulatori. Alla fine degli anni ‘60 fu ampliata anche la clinica Ostetrico-ginecologica (progetti del 1958-61 e del 1969) , già realizzata negli anni ‘30 (arch. Carlo Savonuzzi), mentre venne costruito ex novo un fabbricato destinato a lavanderia (n. 41) a sud della vecchia lavanderia. Al 1965 risalgono gli ampliamenti della galleria est . Nelle planimetrie degli anni ’60 e ‘70 compare anche un padiglione che doveva essere costruito a sud di quello delle malattie infettive, progetto che rimase sulla carta. 1954 1966 Ampliamento Clinica Ostetrico-ginecologica
5. 1966-69 Costruzione delle Cliniche Generali Mediche e Chirurgiche Universitarie , dotate di un Istituto di Radiologia e di un Reparto di Angiografia . Il complesso di 2000 mq., progettato alla fine degli anni ’50 dall’architetto Daniele Calabi (autore di apprezzate strutture ospedaliere ed universitarie), è composto da un piano seminterrato e da 5 piani compreso il piano terra. La struttura, che venne realizzata dopo l’improvvisa morte dell’architetto, si articola in tre edifici, che si connettono tramite un nucleo centrale contenente i corpi scala, ascensori e servizi.
6. Le nuove Cliniche generali mediche e chirurgiche in una foto degli anni ’70 (arch. Daniele Calabi, progetto 1957-60) Una scheda su Daniele Calabi Nato nel 1906 a Verona, Daniele Calabi si laureò in ingegneria a Padova nel 1929, inoltre nel 1933 sostenne gli esami integrativi di Architettura a Milano. Dal 1932 al 1938 lavorò a Parigi, Venezia, Padova, attività che dovette interrompere a causa delle persecuzioni razziali, dovute al fatto che apparteneva a famiglia ebrea. Costretto ad emigrare a San Paolo del Brasile, qui svolse tra il 1940 e il 1948 l'attività prima con un'impresa di costruzioni e poi come libero professionista. Rientrato in Italia stabilì il proprio studio professionale a Milano (1950), Padova (1952-60) e al Lido di Venezia. Insegnò alla Facoltà di Ingegneria di Padova come assistente volontario di Architettura tecnica, alla Facoltà di Architettura di Venezia in qualità di libero docente di Igiene edilizia (1957), incaricato di Estimo (biennio 1958-1959) e poi di Elementi costruttivi (1960). Fu docente di Igiene edilizia alla Scuola di specializzazione di Igiene dell'Università di Perugia (1958-59). Morì nel 1964. Realizzazioni Le opere e gli interventi di Daniele Calabi hanno lasciato un segno nella storia dell'Architettura, basti citare la " Casa di riposo di Gorizia" (1956-64) che gli valse il Premio internazionale di Architettura "Andrea Palladio" nel 1960, la "Clinica pediatrica di Padova" costruita tra il 1952 e il 1956 (Premio regionale IN/ARCH per il Veneto –Friuli nel 1961), il "Reparto pediatrico ed i servizi generali dell'ospedale clinicizzato di Catania“ realizzato negli anni ‘60 (Premio regionale IN/ARCH per la Sicilia nel 1969). Restauri Contribuì alla valorizzazione e conservazione del patrimonio architettonico come progettista per la " Biblioteca di Agusta in Palazzo Connestabile a Perugia“ (1957-59) e per il restauro del "Convento dei Tolentini a Venezia” (1960-68), opere che gli valsero numerosi premi nazionali.
7. Foto aerea, 1974 (Archivio Ufficio Ricerche Storiche, Comune di Ferrara)
8. 1966-70 - Ulteriore ampliamento dei padiglioni 5, 6, 7, 10, 33 , oltre alla galleria dell’ala ovest. Realizzazione di depositi. Negli anni ’80 e ’90 si registrano piccoli ampliamenti e alcune nuove realizzazioni, come ad esempio le costruzioni sorte a fianco dell’ex Macello e dietro l’Istituto di Anatomia, destinati a nuovi uffici, ambulatori universitari e aule didattiche. Infine, ricordiamo la trasformazione dell’edificio n. 12 (ex cucine, ora Divisione pediatrica). 1976 – Pianta dell’Arcispedale
9. 1973 - Pianta zenitale di Ferrara, particolare con l’Arcispedale Sant’Anna
11. 1913- Ex Macello comunale (Archivio Alberto Cavallaroni) 1940 c.- Ex Macello comunale (Fototeca comunale di Ferrara) Ex Macello comunale Nella prima metà del XIX secolo era presente un fabbricato adibito a macello. Risale al 1869 il progetto di ampliamento dell’edificio originario primitivo con i due grandi fabbricati retrostanti, utilizzati per il ricovero e la successiva macellazione del bestiame. Nella seconda metà dell’Ottocento il complesso assume l’assetto planimetrico attuale, mentre nel ‘900 è stato oggetto di varie ristrutturazioni e trasformazioni, fino ad essere adibito a sede dell’Azienda municipalizzata AMSEFC e a nuovi uffici e ambulatori universitari.