SlideShare a Scribd company logo
1 of 62
Download to read offline
1 
 
SAPIENZA UNIVERSITA’ di ROMA
FACOLTA’ DI INGEGNERIA
LABORATORIO DI PROVE STRUTTURALI
VISION 2025 – STRATEGIA DI SVILUPPO INTEGRATO
Preparato da Gruppo di Lavoro di Strutture del DISG
Franco Bontempi
Maurizio De Angelis
Walter Lacarbonara
Domenico Liberatore
Stefano Pampanin
Salvatore Perno (Coordinatore)
Versione 1.0
18 maggio 2018
 
2 
 
INDICE 
 
1. Premessa 
2. Motivazioni e opportunità: aspetti generali 
3. Situazione attuale del laboratorio  
3.1 Laboratorio presso la Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale in SPV 
  3.2 Laboratorio presso la Facoltà di Architettura a via Antonio Gramsci 
4. Capacità e potenzialità del Gruppo di Ingegneria Strutturale  
5. Attività istituzionale (laboratorio ufficiale) e di cosiddetta 3a
 missione 
5.1 L’attività del controllo dei materiali da costruzione 
  5.2 Le attività sperimentali speciali di 3a
 missione 
  5.3 Attività di supporto all’Ingegneria Forense 
6. Proposta di sviluppo del sistema Laboratorio del DISG 
6.1 Attrezzature necessarie per la conduzione, il rilancio e lo sviluppo delle  
attività sperimentali di ricerca e di 3a
 missione 
6.2 Piano di sviluppo: tempistica e break‐even point 
6.3 Business plan 
7. Il Laboratorio integrato C10: possibili sinergie e condivisione 
multi‐disciplinare come opportunità di crescita 
 
Appendice A:  Attività didattiche nel Laboratorio LPM, tesi di laurea e dottorato e   
produzione scientifica
Appendice B:  panoramica su (alcuni dei) principali laboratori Materiali e Strutture in 
Italia  
  Un esempio europeo
 
   
3 
 
1. Premessa 
Il presente documento è finalizzato a costituire un supporto alla pianificazione del
potenziamento dei Laboratori Sperimentali, presenti nella Facoltà di Ingegneria Civile e
Industriale, attualmente allocati in massima parte presso il polo di San Pietro in Vincoli (di
seguito SPV).
Stante l’opportunità di perseguire nella progettazione una visione strategica e coordinata
volta ad un razionale utilizzo di quanto possa essere reso disponibile, sia a livello di spazi/volumi,
infrastrutture e attrezzature, sia di risorse umane, viene qui di seguito fornito, per quanto di
competenza del Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica (di seguito DISG) un quadro
sintetico, ma al contempo esaustivo,
 della situazione attuale e delle criticità presenti,
 dei possibili sviluppi delle varie attività in funzione della capacità e dell’esperienza del
Dipartimento e dei suoi membri,
 delle risorse che il DISG stesso intende investire nel potenziamento e degli obiettivi che
intende perseguire, anche in forte sinergia con altri Dipartimenti.
Le proposte formulate tengono in debito conto, e per quanto ragionevolmente possibile, delle
necessità di maggiori spazi comuni in SPV, da destinarsi ad aule didattiche e servizi, come più
volte evidenziato.
I contenuti del presente documento assolvono, per quanto di competenza, alle richieste di
indicazioni di cui alla deliberazione1
del CdA di Sapienza n. 510/18 del 5 aprile u.s.; essi sono
altresì in linea con quanto votato all’unanimità nel Consiglio di Dipartimento del DISG del
29.03.2018 e con le linee programmatiche approvate nel CdD del 08.05.2018.
2. Motivazioni e Opportunità: aspetti generali 
Preliminarmente è opportuno notare che:
 Il DISG occupa una posizione peculiare all’interno di Sapienza, essendo parimenti inserito
nella Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale e nella Facoltà di Architettura; a livello
nazionale inoltre è uno dei pochi dipartimenti con fortissima coerenza dei settori disciplinari
in esso presenti (ICAR08 - Scienza delle Costruzioni, ICAR09 - Tecnica delle Costruzioni e
ICAR07 - Geotecnica).
 La presenza su due Facoltà ha portato negli anni alla gestione di due strutture parallele, senza
che potesse venirne razionalizzato totalmente l’uso coordinato. Mentre l’attività di supporto
alla didattica è opportuno infatti che resti localizzata presso le sedi didattiche delle singole
Facoltà, non è mai stato possibile, principalmente per motivi di spazio, concentrare in
un’unica sede le altre primarie attività di ricerca e di 3a
missione, con evidente
razionalizzazione dell’uso delle attrezzature e delle risorse umane.
Da un punto di vista più generale, si deve osservare che negli ultimi trent’anni si è registrato
a livello nazionale un significativo sviluppo dei laboratori sperimentali dedicati a prove statiche e
dinamiche su materiali, componenti strutturali, sotto-sistemi e sistemi strutturali, in scala sia
                                                            
1
 Il CdA ha deliberato: […] di dare mandato al Prorettore Vicario e al consigliere Bartolomeo Azzaro di acquisire dalla 
Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale entro il termine di 45 giorni, una dettagliata relazione sulle attività 
scientifiche e sperimentali che i gruppi di ricerca dei dipartimenti esplicheranno presso il Comparto C10 con le 
modalità di gestione dei laboratori anche in termini di risorse economiche e di personale dedicato dettagliando 
anche gli spazi che saranno liberati presso la sede di San Pietro in Vincoli da riconvertire in aule e luoghi di 
socializzazione; […] “ 
4 
 
ridotta sia reale. Ciò ad ulteriore riprova della fondatezza e dell’attualità della richiesta di un
Laboratorio adeguato ai fini che si vogliono perseguire.
La scarsa presenza nel Centro Italia di adeguate infrastrutture/attrezzature (v. fig. 1), si
presenta come un’opportunità unica per Sapienza per acquisire un ruolo strategico di rilievo nella
formazione, nel campo della ricerca e di R&D di 3a
missione, divenendo quindi un polo
strategico sia per studenti /ricercatori /studiosi italiani e stranieri sia per aziende/industrie italiane
o estere presenti sul territorio. 
In considerazione della posizione geografica, caratterizzata da:
 vicinanza ad aree ad alta pericolosità sismica della catena appenninica (v. fig. 1), nelle quali
sono presenti circa 4 milioni di edifici2
, realizzati in gran parte nella seconda metà dello
scorso secolo o antecedentemente, sulla base quindi di una progettazione antisismica
ampiamente superata, o in assenza di prescrizioni in tal senso;
 la centralità della posizione geo-politica, e quindi la vicinanza agli organi governativi e
decisionali (ministeri, protezione civile, enti nazionali ed internazionali);
 
Figura 1 ‐ Dislocazione dei laboratori sul territorio e mappa della pericolosità sismica del territorio italiano.
corre l’obbligo considerare che la Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale di Sapienza e in
particolare il DISG hanno, da un lato, notevole responsabilità sociale e culturale nello sviluppo,
dall’altro l’opportunità di rivestire ruoli sempre più centrali nella Ricerca, Sviluppo,
Divulgazione ed Implementazione di soluzioni tecniche e tecnologiche nel campo
dell’ingegneria strutturale, con evidenti ricadute a livello socio-economico e culturale.
Inoltre, i recenti terremoti che hanno colpito l’Italia centrale hanno rappresentato, purtroppo,
un ennesimo monito e richiamo all’urgenza della definizione di un piano nazionale di ampio
respiro (presumibilmente su un orizzonte temporale di 2030 anni) per la riduzione del rischio
sismico del patrimonio edilizio, attraverso interventi preventivi finalizzati al miglioramento delle
prestazioni dell’intero sistema edificio.
                                                            
2
 Degli 11.226.595 edifici presenti sul territorio nazionale si stimano in 1.035.555 gli edifici vulnerabili che 
richiedono un adeguamento sismico (fonte ISTAT 2001). Quindi, mantenendo le proporzioni, nel centro Italia sono 
almeno 400.000 gli edifici che richiedono un adeguamento  sismico. 
5 
 
In ragione di tutto ciò si evidenzia ancor più la necessità che nella Regione Lazio si crei un
polo per la ricerca, lo sviluppo e la diffusione della tecnologia nel campo della protezione
sismica.
A riprova della validità di tale indirizzo, si ricorda che in questa direzione vanno anche le
recenti politiche governative per la riduzione del rischio sismico, con l’introduzione di incentivi
fiscali (Sisma Bonus, marzo 2017) per la riduzione della classe, appunto, di rischio sismico per
edifici privati. È doveroso quindi attendersi che nel giro di pochi anni si possa concretizzare un
notevole interesse generale a rinnovare strutturalmente/sismicamente il patrimonio edilizio
italiano (intervenendo magari contestualmente anche sull’efficientamento energetico), dando
luogo ad una crescita significativa della domanda per la ricerca e sviluppo sperimentale
nonché validazione e certificazione di soluzioni di intervento sia tradizionali che di nuova
generazione (ad es.: dissipatori, isolatori, attenuatori di vibrazione).
3. Situazione attuale dei laboratori del DISG 
3.1 Laboratorio presso la facoltà di Ingegneria Civile e Industriale in via Eudossiana 
Il laboratorio nella sua sede attuale in SPV (v. figg. 2 e 3 - viste, fig. 4 - interno) è situato in
un corpo di fabbrica, separato dall’edificio centrale, ove sono presenti anche altri locali del DISG,
adibiti in massima parte a studi e uffici. (v. le planimetrie in figg. 5 e 6: la sala prove del
laboratorio è a doppia altezza).
Negli ultimi anni la struttura non ha ricevuto investimenti significativi, in termini sia di
risorse infrastrutturali sia di personale, salvo l’acquisto di alcune attrezzature, importanti dal
punto di vista didattico (ai fini di attività formative nell’ambito dei corsi e delle tesi di laurea):
una tavola vibrante monodirezionale MOOG di dimensioni limitate (1,50×1,50 m, carico utile
1000 kg, costo € 200.000 circa) ed una macchina universale MTS dotata di una piccola camera
termica per prove in controllo di temperatura.
 
Figura 2 – Vista planimetrica del corpo di fabbrica DISG. 
6 
 
Nonostante l’evidente carenza di risorse, negli ultimi anni il Laboratorio sta vivendo, grazie
all’impegno del Gruppo di Ingegneria Strutturale, una significativa fase di rinvigorimento,
riguardo alle attività sia di didattica, sia di ricerca e sviluppo, quali:
 
Figura 3 ‐ Vista ingresso al corpo di fabbrica.
 Prove dinamiche su modelli e dispositivi in piccola scala su tavola vibrante,
 Prove quasi-statiche cicliche (sismiche simulate) su componenti/sottosistemi trave-colonna,
setti/muri con utilizzo di telai in acciaio di contrasto e martinetti oleodinamici,
 Prove statiche su travi sotto macchina universale di grandi dimensioni,
 Prove cicliche su dissipatori/elementi in acciaio/leghe sotto macchina universale
oleodinamica.
Figura 4 Interno del Laboratorio 
7 
 
 
Figura 5 ‐ Edificio laboratorio. Pianta piano terra.
Figura 6 ‐ Edificio Laboratorio. Pianta piano primo. 
Alle attività sopra citate si aggiungono attività di tipo didattico-formativo che negli ultimi
anni sono andate sempre più intensificandosi. Queste hanno portato ad un’articolata produzione
di tesi di laurea e di dottorato di ricerca, e in generale alla formazione di allievi ingegneri nelle
attività sperimentali di base di controllo di materiali e prodotti, di tecniche sperimentali e nelle
analisi dinamiche di base in corsi magistrali quali, ad esempio, Scienza e Tecnica delle
Costruzioni, Dinamica delle Strutture e Analisi Non Lineare delle Strutture. Tali attività
didattico-formative costituiscono parte integrante dei corsi curriculari e sono ritenute
fondamentali, talvolta imprescindibili per il raggiungimento degli obiettivi formativi dei corsi
8 
 
suddetti. In fig. 7 un esempio di attività didattica (prove di flessione in campo lineare e non
lineare eseguite con macchina universale rigida (a controllo meccanico di spostamento).
Si noti come, riconoscendo la cruciale importanza di una didattica integrata teorico-
applicativa/sperimentale, i migliori Atenei a livello sia nazionale sia internazionale si siano da
tempo attrezzati con risorse e spazi dedicati ad una attività applicativo-sperimentale di supporto
didattico (vedi Fig.8)
 
Figura 8 ‐ Esempi di frequentazione in laboratori 
Come già anticipato, nello stesso edificio trovano luogo alcuni locali, allo stato attuale adibiti
perlopiù a studi per dottorandi e assegnisti di ricerca (circa 15-20 persone). È importante
ricordare che tali spazi sono stati sottratti anni addietro, per necessità logistiche, al Laboratorio;
in essi erano svolte attività accessorie con macchine di prova da banco, la cui ricollocazione
nello spazio principale del laboratorio al pian terreno ha comportato una significativa riduzione
degli spazi operativi.
Il tema emergente delle attività di “terza missione” è trattato più avanti.
 
Figura 7 Prove a finalità didattica
9 
 
Aspetti Critici
L’edificio del Laboratorio, mostra alcune criticità quali:
 dimensioni ridotte,
 difficoltà di accesso,
 assenza di un’area di stoccaggio,
 mancata riqualificazione in tempi recenti.
Nello specifico il DISG intende procedere, anche per superare le criticità, attraverso una
riallocazione organica delle attività sperimentali per fornire una migliore integrazione agli
aspetti teorici e pratico-operativi delle discipline di settore o altre discipline con cui poter
ricercare sinergie.
 
3.2 Laboratorio presso la Facoltà di Architettura a via Antonio Gramsci 
La Sezione del DISG presso la facoltà di Architettura è dislocata su tre edifici (A, B e C) di
tipologia capannone prefabbricato, in prossimità del corpo principale della Facoltà (Figg.
9,10,11).
 
Figura 9 ‐ Complesso edilizio della Facoltà di Architettura.
10 
 
 
 
Figura 10 ‐ Planimetria della sede DISG presso la Facoltà di Architettura. 
Il laboratorio Materiali e Strutture occupa attualmente l’edificio B e parte dell’edificio A. In
particolare, l’edificio B, dotato di strong floor e attrezzato, è attualmente destinato a prove su
elementi strutturali, mentre nell’edificio A si trovano le macchine di prova sui materiali, una
macchina per l’esecuzione di prove su isolatori sismici (al momento solo statica, in attesa di
upgrade dinamico) e una macchina per prove di compressione e taglio su pannelli murari.
Figura 11 ‐ Vista interno Edificio A.
È da precisare che nel 2017 è stato redatto un progetto di riorganizzazione dei tre edifici,
finalizzato alla realizzazione di spazi comuni per riunione, attualmente assenti, all’aumento degli
spazi degli studi dei docenti, oggi particolarmente esigui, oltre che alla creazione di una sala di
lettura aperta agli studenti. Il progetto prevede una contrazione degli spazi di laboratorio in favore
dei nuovi locali. Per ridurre l’area di Laboratorio si prevede la riallocazione o, in ultimo, lo
smantellamento di alcune macchine di prova. Il Laboratorio manterrebbe, presso la sede, la
funzione di struttura di tipo didattico formativo, per l’esecuzione di prove di base sui materiali e
su piccoli elementi strutturali, fortemente auspicato dalla Facoltà di Architettura, da svolgersi
nell’edificio B.
Edificio C  Edificio B Edificio A 
11 
 
Come nel caso del laboratorio a via Eudossiana, anche questa struttura soffre pesantemente
per la fortissima riduzione del personale tecnico e amministrativo dedicato che si è verificata
negli ultimi anni. Nonostante le sofferenze, comunque, alle prove correnti sui materiali, sono
state affiancate attività sperimentali di valore eseguite nell’ambito di Progetti di ricerca quali:
 ReLUIS (Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica), anni 2005, 2010, 2014,
2017, 2018,
 Alcune ricerche a carattere sperimentale nell’ambito delle strutture in muratura, quali:
- Sviluppo di un penetrometro a controllo numerico per prove su malte di murature, 2016.
- Prove su malte prelevate da edifici collassati (terremoto dell’Italia Centrale), 2016.
- Attività di riferimento e complemento per campagne di prove in situ (Misure di vibrazioni
ambientali su chiese e campanili danneggiati del terremoto dell’Italia Centrale, 2016,
UNESCO, Analisi di vibrazioni ambientali su monumenti danneggiati dal terremoto di
Gorkha, Nepal, 2015: Swayambunath Stupa, Gorkha Durbar, Nuwakot Durbar, 2016).
Aspetti Critici
Anche in questo caso, l’edificio del Laboratorio, mostra alcune criticità quali:
 dimensioni limitate
 assenza di un’area di stoccaggio
 mancata riqualificazione in tempi recenti
Il tema dell’attività di “terza missione” verrà ripreso più avanti.
4. CAPACITA’ E POTENZIALITA’ DEL GRUPPO DI INGEGNERIA STRUTTURALE 
Il Gruppo di Strutture del DISG (22 docenti nel settore ICAR08 Scienza delle Costruzioni
e 15 docenti nel settore ICAR09 Tecnica delle Costruzioni con afferenza divisa fra due Facoltà),
ha notevole esperienza a livello nazionale e internazionale in attività di sperimentazione con
varie finalità (didattica, ricerca applicata, R&D), finanziata o cofinanziata a vario titolo da enti
governativi e/o aziende private e consorzi sia nazionali che internazionali.
Concreti e significativi i risultati di tali attività (v. per il dettaglio Appendice A) sono
riassumibili come segue:
 formazione di allievi ingegneri civili, edili-architettura, meccanici, biomedici e aerospaziali
nonché di dottorandi di ricerca in ingegneria delle strutture;
 tesi sperimentali di laurea e dottorato;
 un cospicuo numero di pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali o conferenze;
 notevole impatto in termini di citazioni (in generale) e indici bibliometrici;
 brevetti e proprietà intellettuali;
 sviluppo di spin-off/start-up con coinvolgimento diretto di ex-studenti e collaboratori
scientifici ;
 ingenti finanziamenti sia governativi che privati ottenuti tramite progetti/convenzioni di
ricerca con attività sperimentale;
 capability development: crescita e sviluppo del know-how di decine di giovani ricercatori,
ingegneri specializzati nel settore SHM (structural health monitoring);
12 
 
 tessitura di legami con il Territorio, e sinergie Industria-Università (Vianini Industria,
Bridgestone, Aerosekur, POMA, etc.);
 riferimento per perizie e consulenze in campo giudiziario (Civile, Penale, TAR, Cons. di
Stato).
Purtroppo, si deve segnalare che, in numerosi casi, i professori e i ricercatori del Gruppo di
Ingegneria Strutturale hanno dovuto rivolgersi a laboratori di altre Università o Centri di
Ricerca nazionali e internazionali per svolgere attività di ricerca sperimentale sia su sottosistemi
di piccole-medie dimensioni che su sistemi strutturali in grande scala. Infatti, benché i due
laboratori abbiano provveduto, per quanto possibile, a fornire un’adeguata risposta alla domanda
di sperimentazione dipartimentale, e per mancanza di spazi, attrezzature o risorse umane, si è
spesso dovuto ricorrere a strutture esterne, con evidente perdita di riconoscimento
scientifico nonché di ricavi diretti e indotti, e talvolta con impegno diretto di primaria
importanza per l’allestimento delle prove e la loro conduzione.
In particolare, si citano i casi di:
 sperimentazioni su tavola vibrante condotte presso ENEA Casaccia di modelli di edifici in
acciaio dotati di protezione sismica basata sulla dissipazione di energia, di serbatoi isolati
alla base, di pareti in muratura in scala reale soggette a rocking monolatero sotto azioni
sismiche (sperimentazione su tavola vibrante condotta presso ENEA Casaccia), Progetto
ReLUIS 2005, 2011.
 Cattedrale di Tricarico (indagini endoscopiche, porosimetria, prove soniche, georadar,
misure di vibrazione ambientale condotte dal CNR-IBAM, Tito Scalo (PZ)), 2012.
 Cattedrale di Matera (prove soniche, georadar, misure di vibrazione ambientale eseguite
dalla TecnoLAB, PhotoScan eseguito da DSDRA “Sapienza”), 2013.
 Cattedrale di San Gerardo, Potenza (misure di vibrazioni ambientali condotte dal CNR-
IBAM, Tito Scalo (PZ)), 2014.
 Chiesa di San Michele, Marsico Nuovo (misure di vibrazioni ambientali e PhotoScan
eseguite dal CNR-IBAM, Tito Scalo (PZ)), 2015.
 Identificazione di meccanismi locali tramite rilievo laser scanner del centro storico di Rocca
di Mezzo (AQ) (rilievo con laser scanner eseguito da DSDRA “Sapienza”), 2015.
 Misure di vibrazioni ambientali sul Ponte delle Torri, Spoleto (misure di vibrazioni
ambientali eseguite da ENEA), 2016.
 Sperimentazione su tavola vibrante di strutture in muratura in scala reale sotto azioni
sismiche (sperimentazione su tavola vibrante condotta presso LNEC, Lisbona), 2017.
 Sperimentazione su malte da iniezione addizionate con CNT (sperimentazione eseguita
presso Politecnico di Torino), 2017.
È evidente che, se da un lato l’accesso a laboratori di prove sperimentali attrezzati ha
rappresentato uno stimolo per la creazione di nuove reti/network e di collaborazioni a livello
nazionale e internazionale, la disponibilità di un nuovo Laboratorio Strutturale presso Sapienza
consentirebbe di invertire tale tendenza, potendo in prospettiva il gruppo dei docenti divenire
ospitante (host) e coordinatore attivo con ruoli decisionali e di interazione più importanti,
anziché solo ospite (guest) con ruolo inevitabilmente più marginale.
È utile altresì precisare che i contatti allacciati e le collaborazioni intraprese recentemente
con organismi a livello nazionale (Reluis, Rete di Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica),
europeo (SERA, Transnational Access Program) e internazionale (NEES, Network of
13 
 
Figura 12 Relazioni con altri laboratori a livello internazionale
Earthquake Engineering Laboratory in US, ILEE, International Joint LAboratory in Earthquake
Engineering) vanno in tal senso (v. fig. 12 ).
.
5. ATTIVITÀ ISTITUZIONALE (LABORATORIO UFFICIALE) E DI COSIDDETTA 3A
 
MISSIONE 
L’attività istituzionale di controllo sui materiali da costruzione sul territorio italiano è stata
affidata per legge a partire dal 1939 dapprima ad alcuni laboratori pubblici: nove laboratori
universitari - fra cui l’allora “Laboratorio di Scienza delle Costruzioni” dell’Università di Roma -
e al laboratorio, sezione ferroviaria, del Regio Istituto Sperimentale delle Comunicazioni.
Con la legge 1086/1971 l’attività di controllo dei materiali da costruzione viene estesa anche
a laboratori privati “autorizzati”. Viene comunque conservata una distinzione fra laboratori
ufficiali e autorizzati, sia formale, sia sostanziale: essa si concretizza nella possibilità di andare
oltre al semplice controllo dei materiali, potendo i laboratori ufficiali certificare la risposta
strutturale di prodotti, sistemi e particolari costruttivi, anche innovativi, nonché effettuare
alcune attività di controllo (controlli di taratura delle attrezzature di prova) presso i
Laboratori privati autorizzati.
Vale appena ricordare che, dal 2001, la legge (DPR 380/2001 e ss.mm.ii.) attribuisce il ruolo
di pubblico servizio al Laboratorio. Ciò implica la necessità, per l’Amministrazione, di
assicurare la funzionalità del Laboratorio in termini di organizzazione, attrezzature e personale,
funzionalità la cui turbativa sarebbe penalmente rilevante.
Questo ha portato naturalmente il Laboratorio a svolgere una funzione primaria nel campo
delle attività di cosiddetta 3a
missione, favorendo con i contatti naturalmente formatisi, il
trasferimento delle tecnologie, anche innovative, alla società, contribuendo così al suo sviluppo.
14 
 
5.1 L’attività del controllo dei materiali da costruzione 
Allo stato attuale l’attività, dal mero punto di vista economico, assolutamente primaria fino a
circa venti anni fa e perciò principale fonte di autofinanziamento del Laboratorio, si è andata via
via riducendo, sino a passare in secondo piano. I motivi sono facilmente individuabili:
 Forte concorrenza da parte degli operatori privati del settore, basata sulla logica del ribasso
del prezzo più che sul miglioramento della qualità del servizio (ne è conferma il fatto che,
salvo casi sporadici, spesso le prove hanno riguardato materiali destinati ad opere per le quali
il controllo appariva sostanziale).
 Difficoltà dei committenti delle prove nell’accesso al laboratorio per la consegna dei
materiali. La sua allocazione al centro di Roma, a ridosso di una ZTL, e con accesso
indubbiamente poco favorevole per i mezzi di trasporto, rappresentano un punto a sfavore
nel rapporto commerciale. Né gli aspetti contingenti e burocratici agevolano l’ipotesi di
istituire un servizio valido di raccolta dei campioni (punti di raccolta esterni, utilizzazione di
personale in servizio esterno etc.)
 Rigidità nelle modalità di pagamento
 Riduzione negli ultimi dieci anni della realizzazione di nuove costruzioni con conseguente
riduzione generale della domanda. Le prove classiche sui materiali, in forza anche di
normative volte in tal senso, sono state via via affiancate da prove, sia in situ, sia in
laboratorio, su materiali prelevati da edifici esistenti.
Riguardo alle opportunità future, due sono i fattori d’interesse:
1) La nuova normativa appena entrata in vigore (DM 2018) è più stringente sul controllo
delle attività di prelievo in situ dall’esistente, riconducendone la gestione e responsabilità
ai laboratori e sottraendo quindi una fetta di mercato all’attività di personale talvolta
inesperto e sostanzialmente fino adesso deresponsabilizzato. Questo spinge ad un
miglioramento della qualità della filiera di controllo e quindi può costituire fonte di
incremento di mercato per il Laboratorio.
2) È intenzione del Ministero Infrastrutture e Trasporti, che istituzionalmente controlla il
settore, di promulgare una norma che imponga il controllo dei prezzi delle prove sui
materiali, sottraendoli alla logica del ribasso, perché incomprimibili in quanto assimilabili
agli oneri per la sicurezza. Il Ministero ha creato, in proposito, una commissione di studio
di esperti, di cui peraltro fa parte anche personale afferente a questo Dipartimento, per
proporre le necessarie indicazioni da inserire nel testo normativo.
I due fattori combinati rappresentano una base concreta per la ripresa delle attività di
controllo sui materiali.
Il trasferimento del settore prova materiali e componenti strutturali a scala maggiore (travi,
colonne, pannelli, solai etc.) in una nuova sede presso il Comparto C10 renderebbe certamente
più agevole il raggiungimento e l’accesso da parte di esterni. Ciò con un innegabile vantaggio sui
volumi della clientela e sulla loro gestione.
La presenza di maggiori spazi consentirebbe una più agevole e sostenibile revisione
dell’attività, non solo finalizzata ad un miglioramento dal punto di vista della sicurezza, ma anche
al rispetto dei protocolli di prova, che, per esempio, prevedono una maturazione dei provini di
calcestruzzo in ambiente a temperatura e umidità controllata, rispetto a questo ancora più
15 
 
pressante nella gestione del laboratorio, stante l’obbligo reso esplicitamente cogente nella nuova
normativa, di effettuare le prove al termine della maturazione di 28 giorni, e trasferendo in
sostanza l’onere del controllo della maturazione al Laboratorio di prova.
5.2 Le attività sperimentali speciali di 3a
 missione. 
Il laboratorio ha svolto negli ultimi anni attività sperimentali particolari, tra le quali prove su:
 apparecchi costruttivi innovativi funzionali alla protezione sismica (dissipatori di energia,
isolatori, attenuatori di vibrazioni);
 studio del comportamento e di controllo su traverse ferroviarie in c.a.p. e su armamenti
ferroviari di tipo innovativo a piastra;
 studio del comportamento strutturale di un sistema di isolamento per murature;
 studio di sistemi di rinforzo per murature;
 studio della risposta di elementi di c.a. danneggiati da corrosione;
 comportamento sotto l’azione sismica di tasselli per il fissaggio strutturale;
 collegamenti dissipativi per strutture intelaiate precompresse in legno;
 pannelli in muratura rinforzati con compositi;
 travi REP;
 strutture tensairity con cavi a memoria di forma;
 cavi ibridi in acciaio e fili a memoria di forma per innovativi sistemi di protezione sismica.
Scopo di tali attività sperimentali era quella di fornire indicazioni sul funzionamento
dell’elemento di studio al Committente, con finalità di ricerca applicata allo sviluppo, al
controllo/certificazione ovvero all’ottimizzazione industriale.
Il laboratorio ha effettuato accordi di collaborazione con spin off universitari volti all’analisi
del comportamento strutturale, fornendo attivamente supporto (ideazione e gestione di campagne
di prova sperimentali).
L’attività sperimentale di 3a
missione potendo disporre di un laboratorio per le prove di
elementi strutturali di dimensioni maggiori e allestito opportunamente può comunque acquisire
un ruolo più importante nel mercato dell’innovazione.
Vale appena far notare che, recentemente, prove su pannelli murari (Committente una ditta
produttrice di un sistema innovativo per l’isolamento dell’umidità di risalita), prove su appoggi
da ponte in gomma armata, (Committente una società che opera nel campo infrastrutturale) e
prove di risposta strutturale di traverse ferroviarie (Committente una industria di prefabbricati),
seguite direttamente da personale afferente al DISG, e che naturalmente sarebbero state condotte
nel laboratorio in SPV, sono state dirottate in altri laboratori, universitari e non, per obiettive
difficoltà di allestimento.
Stessa sorte ha seguito il pluriennale sviluppo di connessione di elementi per industrie di
prefabbricazioni.
L’ipotesi di trasferimento delle attività sperimentali pesanti del Laboratorio, prevede anche
l’implementazione di un sistema di prove per lo studio del comportamento e la certificazione di
isolatori sismici elastomerici: è da precisare che in un recente passato il DISG ha effettuato
questa attività: la macchina di prova utilizzata è attualmente installata nella sede del Laboratorio
presso la facoltà di Architettura, ma le variazioni normative subentrate la rendono nella sua
16 
 
configurazione attuale non più direttamente utilizzabile per la certificazione. In parallelo si sta
prevedendo la realizzazione di un sistema per prove per lo studio e la certificazione di attenuatori
di vibrazione a masse accodate.
È questa una attività di buon livello scientifico tipica di un Laboratorio di punta nel settore
strutturale, assente nell’Italia centrale, che può rappresentare una valida occasione e al contempo
fornire una buona fonte di autofinanziamento per la struttura.
5.3 Attività di supporto all’Ingegneria Forense 
Ambedue le sedi del Laboratorio hanno grande esperienza nel prestare supporto nelle indagini
a carattere sperimentale a Periti, Consulenti di Ufficio o di Parte, nell’ambito di processi Civili,
Penali o Amministrativi. Spesso, per la loro capacità e probità, docenti del Gruppo di Ingegneria
Strutturale sono stati chiamati a svolgere tali ruoli.
I problemi sono legati frequentemente a dissesti o a difettosità in termini prestazionali delle
strutture, alla ricerca delle loro cause e alla prevedibilità o meno del loro verificarsi. La
sperimentazione fisica fornisce solitamente i parametri necessari a garantire l’attendibilità delle
risultanze delle valutazioni numeriche, e spesso una guida alla diagnosi. Il tema, pienamente
inquadrato in quello più generale dell’analisi della sicurezza e del rispetto dei requisiti strutturali
implica una delicata e specialistica attività, anche di buon livello tecnico-scientifico, tipica di un
Laboratorio di punta nel settore strutturale. L’attività rappresenta, al contempo, una buona fonte
di autofinanziamento per la struttura.
A titolo esemplificativo e non esaustivo, si riportano gli interventi più significativi del
Laboratorio in casi rilevanti che si sono presentati negli ultimi anni.
 Prove su materiali a supporto della consulenza tecnica per conto della Procura della
Repubblica presso il Tribunale dell’Aquila relativa al crollo della Casa dello Studente in
occasione del sisma del 06/04/2009, 2009.
 Misurazioni e prove per conto della Procura della Repubblica di Roma, relativa ad un
edificio di Lungotevere Flaminio a Roma, 2016
 Misure di vibrazioni ambientali e prove di resistenza sui materiali, per conto della Procura
della Repubblica presso il Tribunale di Tivoli, relativa a un edificio in Mentana, 2018.
 Prove su materiali a supporto della consulenza tecnica per conto del Tribunale Civile e
Penale di Spoleto relativa al crollo verificatosi nella Sala polivalente di Norcia, 2018.
Figura 13 ‐ Attività di Ingegneria Forense. 
17 
 
 
 
6. Proposta di sviluppo del sistema Laboratorio del DISG 
Stanti le attività e le funzioni del Laboratorio del DISG, qui sopra descritte, viene qui di
seguito presentata un’ipotesi di razionalizzazione e sviluppo che tiene in conto le problematiche
prospettate.
L’ipotesi parte dalla seguente razionalizzazione:
Spostamento della gran parte delle attività nel nuovo polo sperimentale presso il comparto
C10 in via dei Monti di Pietralata, nei pressi della stazione Tiburtina, in particolare:
 Sede di SPV: spostamento dell’attività sperimentale di Ricerca, di Laboratorio Ufficiale e
di 3a
missione in generale presso il nuovo Polo, conservando nella sede di via Eudossiana
solo una piccola area per attività di supporto alla didattica e, nello stesso edificio, gli studi
e gli uffici ivi presenti. Contestuale cessione alla Facoltà delle aree liberate (v. fig. 14).
 
Figura 14 Aree (in azzurro e marrone) da cedersi alla Facoltà, disponibili per spazi comuni 
 
 Laboratorio di via Gramsci: trasferire, nel rispetto delle considerazioni precedentemente
formulate, le attività di sperimentazione, su elementi e strutture in grande scala, al
comparto C10, conservando anche in questo caso, presso la Facoltà di Architettura,
un’unità di supporto alla didattica.
Appare evidente che, se ben integrata, l’attuale proposta di sviluppo del laboratorio C10 si
prospetta come un’interessante opportunità di potenziamento e integrazione delle attuali
18 
 
capacità, in particolare della sede di S.P.V. con la possibilità di potenziare tutte le attività di
ricerca, ivi comprese quelle nell’ambito dello svolgimento delle tesi di dottorato di ricerca a
indirizzo sperimentale su modelli e prototipi in grande scala.
Per quanto attiene alle Risorse Umane, il piano del DISG prevede il trasferimento nella
nuova sede di tutto il personale tecnico (3 unità di personale) che attualmente opera nel
Laboratorio Materiali e Strutture di via Eudossiana, non reputando necessaria una presenza
continuativa nella residuale Unità di Supporto alla Didattica. Il funzionamento di quest’ultima
sarebbe garantita dagli stessi docenti delle materie facenti capo alle discipline di Scienza e di
Tecnica delle Costruzioni e dal contributo di assegnisti di Ricerca e di eventuali borsisti dedicati.
Benché il DISG si impegni a fornire il massimo contributo possibile in termini di risorse
umane allo sviluppo delle attività nel comparto C10, corre l’obbligo di sottolineare che, per un
vero e proprio rilancio delle attività, ancorché in sinergia con altri dipartimenti, il team di tecnici
che opererebbe nel comparto risulterebbe piuttosto esiguo e richiederebbe un rafforzamento.
6.1  Attrezzature  necessarie  per  la  conduzione,  il  rilancio  e  lo  sviluppo  delle 
attività sperimentali di ricerca e di 3a
 missione
Il quadro che si delinea prevede:
 dal punto di vista infrastrutturale, la creazione di un laboratorio caratterizzato
strutturalmente dalle seguenti componenti:
 un ampio strong floor (piastra di c.a. a quota calpestio, dotata in maniera generalizzata, di
organi di attacco efficaci sotto carichi anche rilevanti,
 un opportuno “muro di contrasto” (Parete di c.a. di spessore rilevante, incastrata al piede e di
forma varia, che rappresenti vincolo alle azioni orizzontali),
 una sede per piazzare e vincolare una tavola vibrante di dimensioni almeno medie (e.g. 4,00
m ×4,00 m) per prove dinamiche significative su modelli in grande scala,
 le necessarie sedi per le macchine per prove su materiali,
 locali accessori (camera a temperatura e umidità controllata, depositi e archivi, uffici per il
personale e per i docenti che dovranno passare periodi significativi presso il polo
sperimentale per la conduzione della loro attività di ricerca).
 Dal punto di vista delle attrezzature,
 una tavola vibrante di dimensioni medie (4,00 m ×4,00 m), possibilmente più grande, e
almeno bidirezionale, per prove dinamiche significative su modelli in grande scala;
 un set di martinetti oleodinamici per prove statiche e dinamiche in controllo di forza e di
spostamento, da installare sul muro o su altra struttura di contrasto per prove statiche o
dinamiche;
 un castello di contrasto in acciaio che svolga il ruolo di complemento al muro in c.a.
 Dal punto di vista impiantistico, principalmente sono previsti:
 un impianto elettrico di distribuzione di f.e.m., orientativamente almeno 300 kW, a fronte dei
100 kW disponibili nel laboratorio attuale, nonché,
 un impianto di distribuzione e raffreddamento di olio in pressione. (1000 l/min /280 bar a
fronte dei 160 l/min ora disponibili).
19 
 
In fig. 15 è evidenziata l’area suggerita dall’Ateneo per il laboratorio DISG e le aree esterne
annesse
 
Figura 15 Indicazione dell'area suggerita dall'Ateneo
Qui di seguito alcune considerazioni su motivazioni e caratteristiche peculiari della tavola
vibrante multi-direzionale necessaria.
Al fine di consentire l’attività di testing dinamico su scala medio-grande nel laboratorio,
risulta necessario dotarsi infatti di una tavola vibrante di caratteristiche e dimensioni superiori
rispetto a quelle della tavola ora in dotazione al dipartimento. La possibilità di condurre test sulla
risposta sismica e, più in generale dinamica, di strutture in scala maggiore (reale o prossima alla
reale) e, per esse, validare la funzionalità di sistemi di controllo innovativi, si può concretizzare
solo attraverso l’utilizzo di una tavola vibrante di dimensioni e caratteristiche che superino gli
standard finora impiegati.
In particolare, e tenendo presente i limiti degli spazi a disposizione nel comparto C10, una
tavola di dimensioni medie, non inferiore a 4,00 m × 4,00 m (ideale 5,00 × 5,00 m), capace di
riprodurre una risposta dinamica multi-direzionale, risulta più idonea alle nuove prospettive di
ricerca e sviluppo del laboratorio. Tavole di queste dimensioni e caratteristiche (multi-
direzionalità) vengono ad oggi realizzate da poche società specializzate (esempi sono la Servotest
e la MTS) seguendo le indicazioni e le specifiche richieste dal laboratorio committente. Non
esistono infatti in commercio tavole già preassemblate e collaudate che risultino superiori alle
dimensioni 3,00 × 3,00 m. L’apparato servo-idraulico necessario al funzionamento deve essere
collocato esternamente alla tavola stessa, possibilmente in un locale esterno o isolato
acusticamente. A questo si deve aggiungere un sistema di raffreddamento del circuito dell’olio in
pressione (in genere torri di raffreddamento sempre da collocare all’esterno della struttura.
Area servizi
Area stoccaggio e
prova grandi prototipi
Area interna
Binari per sistema di 
trasporto grandi prototipi 
20 
 
Un esempio di allestimento di una tavola di dimensioni medio grandi è riportato in fig. 16.
 
Figura 16: Allestimento schematico di una tavola vibrante. 
Possibili specifiche tecniche della tavola vibrante sono riportate di seguito:  
- Dimensioni in pianta della tavola vibrante: minimo 4,00 m × 4,00 m;
- Carico utile: 40 t;
- Massima componente di accelerazione orizzontale: 1g;
- Massima accelerazione verticale: 1,5 g;
- Massima velocità orizzontale: 1,5 m/s;
- Massima velocità verticale: 1 m/s;
- Massima spostamento: ±0.5 m.
Stanti le caratteristiche dinamiche delle condizioni di carico cui la tavola può essere soggetta
in fase di esercizio, è necessario con ogni probabilità prevedere anche un sistema di isolamento di
tutto l’apparato al fine di evitare possibili interazioni con la struttura del laboratorio.
Si stima dunque che l’ingombro totale per la tavola sia di almeno 9,00 m × 9,00 m anche se
la zona attorno alla vera e propria tavola deve risultare fruibile e calpestabile.
Inoltre, risulta necessario prevedere adeguati spazi per la collocazione delle pompe idrauliche
atte al funzionamento degli attuatori idraulici e altresì tutti i condotti necessari al passaggio dei
cablaggi elettrici ed idraulici (ispezionabili) di collegamento tra il sistema di pompe e gli
attuatori.
6m 6m
12m 12m
3m
Sistema di
isolamento della
so ostru ura
Locale pompe
idrauliche
Condo o sistema
idraulico ed ele rico
8m
8m
8m
21 
 
Utile complemento per la tavola potrebbe essere una camera termica finalizzata
all’esecuzione di prove dinamiche a temperatura controllata. L’involucro deve essere dotato
dell’isolamento termico idoneo e delle macchine pompe di calore e condizionamento per eseguire
il controllo termico. L’intera infrastruttura comporterebbe ovviamente un ingombro ulteriore.
6.2 PIANO DI SVILUPPO: TEMPISTICA E BREAK-EVEN POINT
 In termini esecutivi ed operativi, è fondamentale che l’intervento di ristrutturazione del
laboratorio di S.P.V. e del C10 non comportino significative interruzioni di tutte le attività.
 Per far ciò, al trasferimento programmato di attrezzature esistenti (talvolta obsolete e da
rinnovare), dovrà precedere l’acquisizione di nuove apparecchiature di prova, in grado di
essere (pressoché) immediatamente operativi per poter subito ripartire con il calendario delle
attività, anche nel rispetto degli accordi in corso (convenzioni di ricerca con enti governativi
finanziatori e/o imprese private).
 Nella proposta descritta si è previsto il mantenimento di spazi con funzioni di supporto
all’attività didattica. Ciò richiederà opere civili, impiantistiche, spostamenti e rilocazioni
interne con una sospensione delle attività, indicativamente, di circa sei mesi (da ridiscutere
con i progettisti).
 Stanti le informazioni sinora fornite, si stima che l’apertura del C10 possa avvenire nel
2023-2024. In base alle esperienze nazionali (i.e. Eucentre/Reluis), ed internazionali (i.e.
PEER, NEES, NCEER) l’obiettivo del Business Case, da elaborare nel dettaglio nel corso
dei prossimi mesi ed in continuo aggiornamento nel corso dei prossimi anni, dovrebbe essere
quello di raggiungere un Break-Even Point (in cui andrebbe ad esaurirsi il finanziamento di
Sapienza come Start-Up), di circa 5-8 anni (2028/9-2032/3), tale periodo consentirebbe
infatti al laboratorio di rendersi economicamente indipendente (capacità di autofinanziarsi, al
netto delle manutenzioni, con contratti di ricerca per prove sperimentali e dei costi di
personale aggiuntivo) dopo aver raggiunto un funzionamento a regime.
Nel Business Plan di seguito riportato si forniscono le indicazioni necessarie.
6.3 BUSINESS PLAN
Se ben coordinato, il piano di integrazione e di sviluppo delle potenzialità delle attività
sperimentali di supporto a didattica, ricerca e sviluppo può comportare, in favore della Facoltà e
di Sapienza, già nel breve-medio termine (3-7 anni), un apprezzabile incremento di:
 Studenti di Master I Livello (Laurea magistrale) e Dottorato/PhD di provenienza nazionale
ed internazionale, attratti da interessanti prospettive di partecipare a ricerca innovativa;
 Visiting Students (Erasmus/PhD), Researchers and Professors da Università e/o centri di
ricerca nazionali ed internazionali sia per partecipare ad attività di ricerca collaborativa, sia
per tenere seminari, corsi brevi, workshop coordinati
 Capacità di attrarre fondi di ricerca a livello Nazionale (i.e. PRIN, Reluis, Regione Lazio) ed
Europeo (i.e. ERC, Horizon 2020) con cui finanziare spese dirette (consumables e piccola
strumentazione di laboratorio), assegni di ricerca, borse di dottorato, missioni nonché
Overheads di ricercatori e parziale finanziamento di tempo (Assegni a vario titolo a costo
zero per Sapienza, incluso Overheads) associato a risorse umane esistenti e nuove.
22 
 
 Convenzioni di ricerca per R&D, certificazione strutturale e sismica, qualificazione di
sistemi strutturali e non-strutturali, componenti elettrici e meccanici, etc.
 Interazione, accordi quadro (i.e. Memorandum of Understading) e convenzioni di personale e
risorse con Ministeri, Associazioni di Costruttori (ANCE), Ordine Ingegneri e Architetti per
disseminazione, co-creazione.
Alla luce delle considerazioni precedenti, la Sapienza direttamente e/o la Facoltà di
Ingegneria e/o DISG potrebbero stipulare un accordo quadro con stakeholders mirati (i.e. ANCE,
Regione Lazio, ANAS, Confindustria, …) per un co-finanziamento di apparati di prova e/o la
fornitura di provini sperimentali (edifici-telai di 2 piani, muri-setti, pile da ponte, solai-
diaframmi, nuovi materiali) a costi agevolati se non gratuiti, eventualmente a fronte di costi
agevolati se non gratuiti, a seconda della valenza commerciale o meno delle risultanze delle
prove stesse.
Tramite Fondazione Sapienza, si potrebbero inoltre proporre finanziamenti alla ricerca nella
forma di membership/sponsorizzazioni (tipiche di altri grandi centri di ricerca nazionali ed
internazionali), nonché borse di studio per dottorandi/assegnisti di ricerca, co-finanziamento
conferenze/workshop, etc.
Qui di seguito si forniscono le prime indicazioni necessarie per formulare un Business Plan,
in particolare:
 Risorse necessarie (budget e personale tecnico aggiuntivo) come Start-up forniti da
Sapienza (possibilmente in convenzione con Enti/Finanziatori Esterni quali Regione Lazio,
ANCE, Associazione Nazionale Costruttori Edili);
 Introiti previsti da Progetti di Ricerca (finanziati da enti esterni a Sapienza)
 Possibilità del laboratorio di aumentare e, a regime, autofinanziarsi personale tecnico-
scientifico di supporto alle attività di ricerca sperimentale.
Allo stato attuale, le grandi attrezzature del laboratorio risultano limitate e in parte obsolete,
comunque poco utilizzabili per sperimentazioni a carattere innovativo.
In termini di predisposizione, la nuova struttura presso il C10, per essere pienamente
operativa fin dall’inizio, ha bisogno di un investimento Start-up a fondo perduto, possibilmente
co-finanziato dai vari enti/partner con accordi quadro ovvero attraverso sponsorizzazioni.
Il finanziamento sarebbe finalizzato all’acquisto di attuatori completi di pompe di
alimentazione e celle di carico per il conferimento delle azioni (esecuzione di prove quasi-
statiche cicliche, pseudo-dinamiche o dinamiche), in particolare una dotazione ottimale è così
articolata:
- Martinetti oleodinamici universali agenti sia in controllo di forza che di spostamento:
- 4 unità da 1500 kN  500 mm spostamento
- 4 unità da 1000 kN  500 mm spostamento
- 2 unità da 500 kN  250 mm spostamento
- 4 unità da 250 kN  250 mm spostamento
- 4-8 pompe idrauliche individuali oltre al sistema idraulico dell tavola vibrante.
- Celle di carico compatibili con gli attuatori di cui sopra (circa 12 unità) con fondo scala
vario)
- Sistemi di acquisizione per un totale di 300 canali
23 
 
- Ulteriori 100 Trasduttori di spostamento LVDT
- Ulteriori 12 Trasduttori di spostamento Sony
- Ulteriori 20 Accelerometri
- Tavola vibrante multidirezionale: 4,00m x 4,00 m
- Ulteriore personale tecnico in grado di gestire autonomamente prove sperimentali (contratto
per periodo limitato), precisamente
- 1 tecnico laureato con compiti sia operativi che di gestione e sviluppo
- 1 tecnico non laureato con compiti di costruzione, officina, preparazione provini,
acquisizione dati, esecuzione prove, smaltimento provini.
 
- Costi previsti per attrezzature (quotazioni di larga massima):
- Attuatori: prezzi compresi fra € 25000 e € 150000 € 1.000.000
- Pompe: € 500.000
- Strumentazione varia € 100.000
- Tavola vibrante € 1.500.000
- Costi Approssimativi Previsti per personale :
- Tecnico laureato: € 60,000/anno per 5 anni
- Tecnico non laureato; € 40, 000/anno per 5 anni
- ENTRATE previste: stima mediamente ottimistica
- 1 PRIN sperimentale ogni 4 anni € 50.000 /anno
- 1 Convenzione media con industria ogni 2 anni € 50.000 /anno
- 1 ERC ogni 5 anni 1milione euro €200.000/anno
- 2 Horizon 2020 come membri ogni 5 anni ( tot. €300.000) € 60.000/anno
- Miscellanea: € 200.000 i.e. € 40,000/anno
- TOTALE ENTRATE: circa € 350.000  € 400.000/anno
- BREAK – EVEN POINT: circa 5-8 anni (inclusa tavola vibrante)
Nel calcolo delle entrate non è stata considerata la possibilità di riattivare l’attività di prova
su isolatori sismici, attività ben remunerativa e i cui ricavi sono stimabili, assolutamente per
difetto, nell’ordine di € 100.000/anno.
24 
 
7.  Il  Laboratorio  integrato  C10:  possibili  sinergie  e  condivisione  multi‐
disciplinare come opportunità di crescita 
Le attività sperimentali previste presso il Comparto C10 possono essere inquadrate
nell’ambito di una filiera sperimentale articolata che punta a caratterizzare materiali, strutture e
infrastrutture a diverse scale e nei diversi campi applicativi (civile, aerospaziale, meccanico). La
sperimentazione fisica coinvolge diversi settori scientifico-disciplinari afferenti ad almeno tre
Dipartimenti, come illustrato nella tabella sottostante.
DISG DICEA DIMA
SettoriScientificoDisciplinari
Tecnica delle
Costruzioni
Costr. Idrauliche Mar.
e Idrologia
Meccanica del volo
ICAR/09 ICAR/02 ING-IND/03
Scienza delle
Costruzioni
Strade, ferrovie ed
aeroporti
Costruzioni e strutture
aerospaziali
ICAR/08 ICAR/04 ING-IND/04
Geotecnica Trasporti Fluidodinamica
ICAR/07 ICAR/05 ING-IND/06
Architettura Tecnica Meccanica dei fluidi
ICAR/10 ING-IND/08
Tecnologie
dell’architettura
Misure meccaniche e
termiche
ICAR/12 ING-IND/12
Mecc. applicata alle
macchine
ING-IND/13
     
Progettaz. meccanica
e costruz. di macchine
     
ING-IND/14
25 
 
Le attività in ambito sperimentale affrontate normalmente nei dipartimenti coinvolti, pur
spaziando in ambiti differenti, possono rappresentare un trait d’union tra le diverse discipline. È
altresì doveroso citare il ruolo aggregativo svolto in Facoltà dai centri di ricerca (CISTeC,
CRITEVAT) particolarmente presenti nei settori della 3a
missione.
Valgano come esempi le attività nell’ambito dei seguenti campi:
 dinamica strutturale lineare e non lineare,
 studio dei fenomeni di instabilità,
 caratterizzazione meccanica dei materiali a scala diversa,
 monitoraggio,
 interazioni multi-fisiche (interazioni fluido-struttura, materiali sciolti-opere strutturali etc.)
In particolare, si riportano di seguito alcuni dei temi di interesse comune tra i settori
scientifico disciplinari afferenti al tre dipartimenti.
 Caratterizzazione meccanica dei materiali che in ambito civile (ICAR/09) spazia dai
più classici materiali da costruzione ai materiali innovativi; per le prime due tipologie
menzionate, è bene evidenziare che tale attività è di interesse anche in ambito stradale e
ferroviario (ICAR/04). Con uno sguardo all’innovazione nell’ambito dei materiali
strutturali, non si possono non menzionare i più moderni materiali compositi, come fibre
di carbonio, fibre di vetro e nanocompositi che trovano impiego sia in ambito civile
(ICAR/09) per il rinforzo e la riabilitazione strutturale (ovvero per le nuove costruzioni)
sia in ambito aeronautico e aerospaziale e meccanico ove sono largamente utilizzati (ING-
IND/03 e ING-IND/04).
Per le prove e la caratterizzazione di tali materiali sono necessarie macchine adatte a
condurre prove sia di tipo quasi-statico (macchine universali) che dinamico (shaker) in
diversi range di carico e frequenza per simulazioni volte a caratterizzare la risposta a stati
di tensione monoassiale o pluriassiale. Cavi di nuova generazione, basati su materiali
“smart” come quelli a memoria di forma, trovano oggi ampia applicazione non solo in
ambito meccanico (ING-IND/13), aeronautico (ING-IND/03) e aerospaziale (ING-
IND/04) ma anche in ambito civile (ICAR/08 e ICAR/09): su essi sono recentemente stati
proposti innovativi design di sistemi di controllo delle vibrazioni basati sulle
caratteristiche isteretiche di tali cavi. In questo contesto, la presenza di una grande camera
termica permetterebbe di eseguire prove sulle proprietà termo-meccaniche di tali materiali
in diversi range di temperatura, da quelli più miti dell’ambito civile ai più estremi del
contesto aerospaziale. Tali macchinari possono essere considerati di comune impiego per
tutti i test nei diversi contesti applicativi; a cambiare saranno, a seconda della dimensione
dei campioni da saggiare, elementi secondari quali clamps, telai di contrasto, afferraggi
etc.
 Sottostrutturazione di torri eoliche (ICAR/08, ICAR/09, ING-IND/13), pile da ponte
(ICAR/09, ICAR/04) con analisi sperimentale del comportamento statico e dinamico,
controllo di ottimizzazione, risposta per alcuni elementi in termini di danneggiamento da
fatica a basso e alto numero di cicli.
 Dinamica strutturale sperimentale, caratterizzante i SSD ICAR/08 e ICAR/09 per le
strutture civili, risulta affine alla dinamica sperimentale delle strutture aeronautiche,
propria di ING-IND/03, aerospaziali (ING-IND/04) e delle macchine (ING-IND/13).
26 
 
Nella fattispecie sono di grande interesse scientifico e industriale attività come la
sperimentazione dinamica su elementi strutturali in ambito civile quali telai, travi, edifici
e ponti, o in ambito meccanico e aeronautico, come pale eoliche, pale di rotori in turbine,
ali, semi-ali e fusoliere di velivoli, pale di elicottero.
 Structural health monitoring: accomuna filoni di ricerca che spaziano dall’ambito civile
(ICAR/09 ICAR/08) per quel che riguarda il monitoraggio ad esempio di ponti, edifici o
parti di essi, quali pannelli murari ed elementi strutturali, all’ambito aeronautico e
aerospaziale (ING-IND/03 e ING-IND/04), con il monitoraggio di pannelli di ali o di
fusoliere di velivoli, o di altre parti critiche di un velivolo (nacelles etc.). Anche il
monitoraggio di piattaforme stradali in ambito aeroportuale (ICAR/04 e ICAR/05), ad
esempio per il controllo delle variazioni inclinometriche del livello stradale, risulta
oggigiorno essere un tema di grande interesse ingegneristico. Per questi scopi, l’insieme
delle strumentazioni, includendo in esso attuatori e sensori piezoelettrici (PZT),
accelerometri (ICAR/08, ICAR/09, ING-IND/04, ING-IND/12), inclinometri, sensori di
deformazione (estensimetri), vibrodine, martelli strumentati è parte essenziale per lo
structural health monitoring e può essere in parte condiviso da tutti i settori di ricerca.
 A questo si aggiunge la condivisione e l’implementazione di protocolli di prove
sperimentali (quasi statiche monotone e cicliche, dinamiche lineari e non lineari,
pseudodinamiche su provini a larga scala e/o con sottostrutturazione) nell’ambito di
piattaforme software dedicate (ambiente Labview etc.)
 Interazioni multi - fisiche quali:
 fluido-struttura per lo studio di fenomeni quali galloping, vortex shedding, flutter di
corpi cilindrici (ING-IND/06), bluff bodies (impalcati da ponte, ICAR/09) per la
determinazione sperimentale dei carichi aerodinamici o dei coefficienti aerodinamici di
sezioni. Le sperimentazioni in ambito di interazione fluido-struttura permettono la
validazione delle predizioni numeriche nello studio delle instabilità aeroelastiche di
strutture snelle come ponti sospesi (ICAR/09), ali classiche di velivoli e ali a grande
allungamento (ING-IND/03), pale di turbine in turbomacchine o pale di turbine eoliche
(ING-IND/13), etc.
 Interazione binario-struttura, lo studio sperimentale della risposta dell’armamento e del
ponte ferroviario in relazione alla tipologia del transito (ICAR/09, ) dell’assorbimento
delle vibrazioni dovuto alla presenza del ballast su ponti ferroviari (ICAR/09, ICAR/04,
ICAR/05).
Per perseguire gli obiettivi sopra formulati si propone di intervenire in modo radicale sulla
suddivisione degli spazi, rifunzionalizzandoli per renderli più interdisciplinari, con evidente
vantaggio delle discipline scientifiche presenti. Gli spazi, necessariamente più aperti, verrebbero
così resi più fruibili da tutti i ricercatori. Ciò va indubbiamente nella direzione auspicata
dall’Ateneo.
A titolo di proposta si presenta (v. Fig. 17) uno schema funzionale ove il DISG, ipotizzando
di poter superare la barriera architettonica che divide l’area di sua competenza con le aree attigue,
propone di porre in uso comune grandi attrezzature, quali ad esempio la nuova tavola vibrante
sopra proposta, andando così nella direzione di miglior giustificazione dell’investimento
richiesto, per certi versi ingente.
27 
 
 
Figura 17 proposta DISG di riconfigurazione
28 
 
Commissione C10 / Laboratorio del DISG
Salvatore Perno (1956) laurea con lode in Ingegneria Civile Edile indirizzo strutturale 
presso  “La  Sapienza”;  dal  2001  ad  oggi  ricercatore,  poi  professore  aggregato,  di 
Tecnica delle Costruzioni presso la Facoltà di Ingegneria. Docente di “Tecnica delle 
Costruzioni” e di “Complementi di Tecnica delle Costruzioni” per il corso di laurea in 
Ingegneria  Edile‐  Architettura.  Dal  2007  ad  oggi  ‐  Responsabile  scientifico  del 
Laboratorio  Materiali  e  Strutture  del  Dipartimento  di  Ingegneria  Strutturale  e 
Geotecnica  presso  la  Facoltà  di  Ingegneria  de  "La  Sapienza",  ha  personalmente 
diretto  e/o  organizzato  numerose  attività  di  monitoraggio  e  controllo  nonché 
campagne di ricerca sperimentale
29 
 
Appendice A - ATTIVITA’ DIDATTICHE NEL LABORATORIO
LPM, TESI DI LAUREA/DOTTORATO E PRODUZIONE
SCIENTIFICA
Attività didattiche legate al Laboratorio Materiali e Strutture del DISG
 Dinamica  delle  Strutture,  Corso  di  Laurea  Magistrale  in  Ingegneria  Civile  (Prof.  M.  De 
Angelis) 
 Nonlinear Analysis of Structures, Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Aerospaziale e 
Civile (Prof. W. Lacarbonara) 
 Scienza delle Costruzioni, Corso di Laurea in Ingegneria Edile‐Architettura UE (Prof. M. 
De Angelis) 
 Resistenza dei biomateriali, Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Biomedica (Prof. U. 
Andreaus) 
 Complementi  di  Tecnica  delle  Costruzioni,  Corso  di  laurea  in  Ingegneria  Edile‐
Architettura UE (Prof. S. Perno) 
Attività didattiche e scientifiche legate a dottorati di ricerca
 Dottorato di Ricerca in Ingegneria delle Strutture e Geotecnica 
 Dottorato di Ricerca in Meccanica Teorica e Applicata 
 Dottorato di Ricerca in Ingegneria Aeronautica e Spaziale 
Apparecchiature utilizzate nell’ambito delle attività didattiche e formative
 Tavola vibrante 
 Macchina Universale MTS 
 Shaker elettrodinamico 
 Pressa 
 Martello a impatto 
Tesi di Laurea Magistrale
1. BUSTAMANTE  BOZZI  Carlos  Antonio  (a.a.  2005‐’06):  Effetto  del  danno  sulla  risposta 
dinamica di una trave. Identificazione del danno strutturale con tecniche sperimentali e 
numeriche. Laurea Magistrale in XXX. Relatore: Prof. ANDREAUS Ugo. 
2. SANTESE Edoardo Maria (a.a. 2005‐'06): Analisi numerica ed indagine sperimentale della 
propagazione di una cricca a fatica  in una trave di acciaio strutturale. Laurea Magistrale 
in XXX. Relatore Prof. ANDREAUS Ugo, correlatore: Ing. Paolo Baragatti. 
3. CAVAZZANA Cecilia (a.a. 2014‐'15): Sperimentazione su tavola vibrante e modellazione di 
sistemi isolati accoppiati con assorbitori d'urto. Laurea Magistrale In Ingegneria Civile. 
Relatore:  Prof.  DE  ANGELIS  Maurizio,  correlatori:  Proff.  ANDREAUS  Ugo  e  PERNO 
Salvatore. 
30 
 
4. DE  BELLIS  Maria  Laura  (a.a.  2005‐‘06):  Studio  teorico  e  identificazione  dinamica  di  un 
arco parabolico in acciaio. Laurea Magistrale In Ingegneria Civile. Laurea Magistrale In 
Ingegneria Civile. Relatore: Prof. DE ANGELIS Maurizio. 
5. CASCHERA Daniela Teresa (a.a. 2006‐‘07): Identificazione dinamica del tiro nelle catene: 
teoria  e  sperimentazione.  Laurea  Magistrale  In  Ingegneria  Civile.  Relatore:  Prof.  DE 
ANGELIS Maurizio. 
6. DE ANGELIS Teresa (a.a. 2008‐‘09): Identificazione dinamica di catene. Laurea Magistrale 
In Ingegneria Civile. Relatore: Prof. DE ANGELIS Maurizio. 
7. TRONCI  Eleonora  Maria  (a.a.  2014‐‘15):  System  ID  via  Output  Only  applied  to  Linear 
Models".  Laurea  Magistrale  In  Ingegneria  Civile.  Relatore:  Prof.  DE  ANGELIS  Maurizio; 
correlatore: Prof. BETTI Raimondo, Columbia University NY City, USA. 
8. PASQUALI Michele (2010): Geometrically exact models of thin plates towards nonlinear
dynamic system identification via higher-order spectral approach. Laurea Specialistica in
Ingegneria Aeronautica. Relatore Prof. LACARBONARA Walter.
9. MOSTI Francesco (2014): A modal curvature approach to damage detection in composite
plates: theory and experiment. Laurea Magistrale in Ingegneria Aerospaziale. Relatore
Prof. LACARBONARA Walter.
10. ZACCARI  Marco  (a.a.  2014‐‘15):  Teoria  e  sperimentazione  dinamica  di  strutture 
controllate  mediante  TMD  non  convenzionali.  Laurea  Magistrale  In  Ingegneria  Civile. 
Relatore: Prof. DE ANGELIS Maurizio; correlatore: Prof. PERNO Salvatore. 
11. BATTISTA  Alessandro  Giuseppe  (a.a.  2014‐’15):  Sperimentazione  su  tavola  vibrante  e 
analisi  dinamica  di  strutture  controllate  mediante  TMD  non  convenzionale.  Laurea 
Specialistica in Ingegneria Civile. Relatore: Prof. DE ANGELIS Maurizio. 
12. DI ZAZZO Paolo (a.a. 2014‐’15): Metodi di analisi dello stato tensionale residuo di travi in 
c.a.p.  Laurea  Specialistica  in  Ingegneria  Civile.  Relatore  /  Correlatore:  Proff.  PERNO 
Salvatore, PAOLONE Achille. 
 
13. DUCCI Dimitri Maria (a.a. 2014‐‘15): Experimental tests and rheological models for high 
damping rubber bearings devices. Laurea Specialistica in Ingegneria Civile. Relatore: Prof. 
DE ANGELIS Maurizio; correlatore: Ing. PRIORI Carlo. 
14. FINO  Maria  Concetta  (a.a.  2015‐‘16):  Indagine  sperimentale  sulla  risposta  dinamica  di 
travi eccitate mediante mini shaker. Laurea Specialistica in Ingegneria Civile. Relatore: 
Prof. DE ANGELIS Maurizio. 
31 
 
15. FILIPPELLO Federica (a.a. 2015‐‘16): Sperimentazione dinamica e modellazione numerica 
di  strutture  controllate  mediante  TMD  non  convenzionali.  Laurea  Specialistica  in 
Ingegneria Civile. Relatore: Prof. DE ANGELIS Maurizio. 
16. CARLUCCIO  Matteo  (a.a.  2016‐‘17):  Analisi  di  strutture  controllate  mediante  TMD  ad 
elevato  rapporto  di  massa:  sperimentazione  e  modellazione.  Laurea  Specialistica  in 
Ingegneria  Civile.  Relatore:  Prof.  DE  ANGELIS  Maurizio;  correlatore:  Prof.  BETTI 
Raimondo, Columbia University NY City, USA. 
17. GIANNITTI  Emilio  (a.a.  2016‐’17):  Studio  dell’inerter  come  dispositivo  innovativo  nei 
sistemi a masse accordate. Laurea Specialistica in Ingegneria Civile. Relatore: Prof. DE 
ANGELIS Maurizio; correlatore: Ing. PIETROSANTI Daniele. 
18. SCHIRRIPA  Andrea  (a.a.  2017‐‘18):  Studio  sperimentale  e  modellazione  numerica 
dell’impatto  sismo‐indotto  in  un  sistema  isolato  alla  base.  Laurea  Specialistica  in 
Ingegneria  Civile.  Relatore:  Prof.  DE  ANGELIS  Maurizio;  correlatore:  Prof.  ANDREAUS 
Ugo. 
19. SABENE  Marcello  (a.a.  2018‐‘19).  Argomento  tesi:  Studio  sperimentale  e  modellazione 
numerica dell’impatto in strutture isolate a molti gradi di libertà. Laurea Specialistica in 
Ingegneria  Civile.  Relatore:  Prof.  DE  ANGELIS  Maurizio;  correlatore:  Prof.  ANDREAUS 
Ugo. 
20. ZAHEDIN  LABAF  Daniele  (a.a.  2018‐‘19).  Argomento  tesi:  Studio  sperimentale  e 
modellazione  numerica  di  strutture  isolate  alla  base  a  molti  gradi  di  libertà  dotate  di 
sistema  di  controllo  TMDI.  Laurea  Specialistica  in  Ingegneria  Civile.  Relatore:  Prof.  DE 
ANGELIS Maurizio; correlatore: Ing. PIETROSANTI Daniele. 
Tesi di dottorato in Ingegneria delle Strutture
1. BASILI Michela (2007) 
Dottorato di Ricerca (PhD) in Ingegneria Strutturale, conseguito presso Sapienza
Università di Roma, XIX ciclo.
Titolo della Tesi: Controllo semi attivo di strutture adiacenti mediante dispostivi
magnetoreologici: teoria, sperimentazione e modellazione.
2. FRARACCIO Giancarlo (2008) 
Dottorato di Ricerca (PhD) in Ingegneria Strutturale, conseguito presso Sapienza
Università di Roma, XX ciclo.
Titolo della Tesi: Identificazione e monitoraggio dinamico di strutture eccitate alla base.
3. BARAGATTI Paolo (2009) 
Dottorato di Ricerca (PhD) in Meccanica Teorica e Applicata, conseguito presso
Sapienza, Università di Roma,
32 
 
Titolo della Tesi: Experimental and Numerical Analysis of the Dynamic Behaviour and
Damage Detection of a Fatigue Cracked Beam.
4. CARPINETO Nicola (2011) 
Dottorato di Ricerca (PhD) in Ingegneria Strutturale, conseguito presso Sapienza
Università di Roma, XXII ciclo.
Titolo della Tesi: Hysteretic tuned mass dampers for structural vibration mitigation.
5. PASQUALI Michele (2014) 
Dottorato di Ricerca (PhD) in Ingegneria Aerospaziale (correlatore con Prof. P.
Gaudenzi), conseguito presso sapienza Università di Roma,.
Titolo della Tesi: A new ultrasonic SHM procedure for delamination detection in
composite structures: Numerical analyses and experimental tests.
6. CARBONI Biagio (2014) 
Dottorato di Ricerca (PhD) in Ingegneria Strutturale, conseguito presso Sapienza
Università di Roma, XXVI ciclo.
Titolo della Tesi: A new vibration absorber based on the hysteresis of multi-configuration
Nitinol-steel wire ropes assemblies.
7. PRIORI Carlo (2015) 
Dottorato di Ricerca (PhD) in Ingegneria Strutturale, conseguito presso Sapienza
Università di Roma, XXVII ciclo.
Titolo della Tesi: Modelling and output-only identification of linear viscously damped
structures.
8. PACITTI Arnaud (2016) 
Dottorato di Ricerca (PhD) in Ingegneria Strutturale e Geotecnica, conseguito presso
Sapienza Università di Roma, Relatore co-tutela Facoltà ICI Sapienza e Paris Est
(correlatore Prof. F. Bourquin). XXVI Ciclo.
Titolo della Tesi: Misura della tensione nei cavi di ponti tramite modello non-lineare e
problema inverso statico.
9. FESTUCCIA Alessandra (2017) 
Dottorato di Ricerca (PhD) in Ingegneria Strutturale e Geotecnica, conseguito presso
Sapienza Università di Roma, XXIX Ciclo
Titolo della tesi: Comportamento di elementi in c.a. di strutture esistenti con armatura
trasversale danneggiata localmente da corrosione
10. CETRARO Marek (2018) 
Dottorato di Ricerca (PhD) in Ingegneria Strutturale e Geotecnica, conseguito presso
Sapienza Università di Roma, XXX ciclo.
Titolo della Tesi: MEMS Multi mass sensor exploiting nonlinear resonances.
11. MANCINI Carlo (2018) 
33 
 
Dottorato di Ricerca (PhD) in Ingegneria Strutturale e Geotecnica, conseguito presso
Sapienza Università di Roma,.
Titolo della Tesi: Flutter control of the Whitestone-Bronx Suspension Bridge via multiple
tuned mass dampers.
12. PIETROSANTI Daniele 
Dottorato di Ricerca (PhD) in Ingegneria Strutturale e Geotecnica presso Università "La
Sapienza" di Roma, XXXI ciclo.
Argomento della Tesi: Studio teorico e sperimentale dell’inerter come dispositivo
innovativo per il controllo dinamico delle vibrazioni.
13. TRONCI Eleonora Maria 
Dottorato di Ricerca (PhD) in Ingegneria Strutturale e Geotecnica presso Università "La
Sapienza" di Roma, XXXI ciclo.
Argomento della Tesi: Structural sensitive features selection from classic features to
black box indicators.
14. STEFANI Giulia 
Dottorato di Ricerca (PhD) in Ingegneria Strutturale e Geotecnica, conseguito presso
Sapienza Università di Roma, XXXIII ciclo.
Argomento della Tesi: Dinamica con impatto e dispositivo innovativo inerter.
Bevetti sviluppati nel Laboratorio
1. Dispositivo isteretico a massa accordata (TMD) per il controllo passivo delle vibrazioni
meccaniche (2011) (inventori: F. Vestroni, W. Lacarbonara, N. Carpineto), Sapienza
Università di Roma, No. RM2011A000434 (10.8.2011). Hysteretic tuned-mass damper
device (TMD) for passive control of mechanical vibrations, PCT/IT2012/000253
(09.08.2012), WO/2013/042152A1 (28.3.2013), EP2742254 A1 (18.6.2014).
2. A multi-purpose nonlinear rheological device made of shape memory-steel strands,
(Dispositivo reologico isteretico multi-prestazionale) (2015) (inventori: W. Lacarbonara,
B. Carboni), Sapienza, RM2015A000075 (20.2.2015).
3. Tensairity structure with shape memory strands, (Struttura tensairity con funi a memoria
di forma) (2015) (inventori: W. Lacarbonara, B. Carboni), Sapienza, No.
102015000055410 (25.9.2015).
Pubblicazioni scientifiche sperimentali presso il LPM del DISG
 Andreaus  U.,  Baragatti  P.,  Fatigue  crack  growth,  free  vibrations  and  breathing  crack 
detection  of  Alu‐minium  Alloy  and  Steel  beams.  J.  of  Strain  Analysis  for  Engineering 
Design, 2009, 44(7); p. 595‐608. doi: 10.1243/03093247JSA527 
 Andreaus U., Baragatti P., Experimental damage detection of cracked beams by using 
nonlinear  char‐acteristics  of  forced  response.  Mech.  Syst.  Signal  Process.  2012,  31(8), 
382‐ 404. DOI: 10.1016/j.ymssp.2012.04.007 
34 
 
 Andreaus  U.,  Baragatti  P.,  Casini  P.,  Iacoviello  D.,  Experimental  damage  evaluation  of 
open and fa‐tigue cracks of multi‐cracked beams by using wavelet transform of static 
response via image analysis, Structural Control and Health Monitoring 2016. Published 
online:  29  June  2016,  24(4),  2017,  pp.  1‐16,  Article  number  e1902,  Scopus:  2‐s2.0‐
84977502250, DOI: 10.1002/stc.1902.  
 
 Andreaus  U.,  Baragatti  P.,  De  Angelis  M.,  Perno  S.,  A  Preliminary  Experimental  Study 
About  Two‐Sided  Im‐pacting  SDOF  Oscillator  Under  Harmonic  Excitation,  J.  Comput. 
Nonlinear Dynam. 2017a; 12(6):061010‐061010‐10, doi: 10.1115/1.4036816. 
 C. Priori, M. De Angelis, R. Betti, On the selection of user‐defined parameters in data‐
driven stochastic subspace identification, Mechanical Systems and Signal Processing 100 
(2018) 501–523. 
 
 Andreaus  U.,  Baragatti  P.,  De  Angelis  M.,  Perno  S.,  Shaking  table  tests  and  numerical 
investigation of two‐sided damping constraint for end‐stop impact protection, Nonlinear 
Dynamics 90(4), 2387‐2421, 2017b, DOI 10.1007/s11071‐017‐3810‐9 
 N.  Carpineto,  W.  Lacarbonara,  F.  Vestroni  (2013)  Hysteretic  tuned  mass  dampers  for 
structural  vibration  mitigation.  Journal  of  Sound  and  Vibration  333:1302‐1318. 
doi:10.1016/j.jsv.2013.10.010. 
 M. Pasquali, W. Lacarbonara, P. Marzocca (2014) Detection of nonlinearities in plates via 
higher‐order  spectra:  numerical  and  experimental  studies.  Journal  of  Vibration  and 
Acoustics 136(4), 041015 (13 pages), doi:10.1115/1.4027625. 
 B.  Carboni,  W.  Lacarbonara,  F.  Auricchio  (2014).  Hysteresis  of  multi‐conguration 
assemblies  of  NiTiNOL  and  steel  strands:  experiments  and  phenomenological 
identication.  Journal  of  Engineering  Mechanics  141(3),  04014135. 
doi:10.1061/(ASCE)EM.1943‐7889.0000852o. 
 Arena, A. Casalotti, W. Lacarbonara, M. P. Cartmell (2015) Dynamics of container cranes: 
three‐dimensional  modeling,  full‐scale  experiments,  and  identication.  International 
Journal of Mechanical Sciences 93: 8‐21, doi:10.1016/j.ijmecsci.2014.11.024. 
 M.  Pasquali,  W.  Lacarbonara  (2015)  Delamination  detection  in  composite  laminates 
using high‐frequency P‐ and S‐waves ‐ Part I: Theory and analysis. Composite Structures 
134:1095‐1108, doi 10.1016/j.compstruct.2015.05.019. 
 M.  Pasquali,  W.  Lacarbonara,  C.R.  Farrar  (2015)  Delamination  detection  in  composite 
laminates  using  high‐frequency  P‐  and  S‐waves.  Part  II:  Experimental  validation. 
Composite Structures 134:1009‐1117, doi 10.1016/j.compstruct.2015.05.042. 
35 
 
 Carboni,  W.  Lacarbonara  (2016)  Nonlinear  dynamic  response  of  a  new  hysteretic 
rheological device: experiments and computations. Nonlinear Dynamics 83:23{39, 
doi 10.1007/s11071‐015‐2305‐9. 
 Carboni, W. Lacarbonara (2015) A nonlinear vibration absorber with pinched hysteresis: 
theory and experiments. Journal of Engineering Mechanics, in press. 
 P.  T.  Brewick,  S.  F.  Masri,  B.  Carboni,  W.  Lacarbonara  (2016)  Data‐based  nonlinear 
identication and constitutive modeling of hysteresis in NiTiNOL and steel strands. Journal 
of  Engineering  Mechanics,  Journal  of  Engineering  Mechanics  142,  doi 
10.1061/(ASCE)EM.1943‐7889.0001170, 04016107. 
 
 P.  T.  Brewick,  S.  F.  Masri,  B.  Carboni,  W.  Lacarbonara  (2017)  Enabling  reduced‐order 
data‐driven  nonlinear  identification  and  modeling  through  naive  elastic  net 
regularization.  International  Journal  of  Non‐Linear  Mechanics  94:  46‐58, 
http://dx.doi.org/10.1016/j.ijnonlinmec.2017.01.016. 
 Casalotti, W. Lacarbonara (2017) Tailoring of pinched hysteresis for nonlinear vibration 
absorption  via  asymptotic  analysis.  International  Journal  of  Non‐Linear  Mechanics  94: 
59‐71, http://dx.doi.org/10.1016/j.ijnonlinmec.2017.02.015. 
36 
 
Appendice B - PANORAMICA SU (ALCUNI DEI) PRINCIPALI
LABORATORI DI STRUTTURE IN ITALIA
 
 
= Laboratori decritti in maggior dettaglio nel seguito 
 
1. Università di Trento – Dipartimento di Ingegneria Civile Ambientale e
Meccanica (DICAM)
 
37 
 
 
Figura 18 – Laboratorio Prove Materiali e Strutture (LPMS), Università di Trento 
 Il Laboratorio Prove Materiali e Strutture (LPMS) è attivo dal 1987; 
 la struttura si è ingrandita nel tempo e nel 2003 si è trasferita nell’attuale sede, concepita per 
l’esecuzione di prove pesanti; 
 è membro del consorzio ReLUIS (Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica); 
 è Laboratorio Ufficiale del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti per le prove sui materiali da 
costruzione ai sensi della Legge 5 novembre 1971, n. 1086, art. 20; 
 il 19 giugno 2013 ha ottenuto la certificazione ISO 9001:2008. 
Le principali dotazioni sono:
 una parete di reazione bidirezionale composta da un muro in calcestruzzo armato precompresso 
di altezza pari a 9.5 m, e da un piano di reazione di lunghezza pari a 42 m, entrambi dotati di fori 
metallici disposti regolarmente per un rapido ed efficace collegamento di strutture/elementi di 
dimensioni ragguardevoli e di dispositivi di applicazione del carico; 
 5 attuatori elettroidraulici di capacità fino a 1000 kN; 
 un impianto oleodinamico capace di erogare in continuo circa 1200 litri/minuto di olio ad alta 
pressione  (210  bar), una  quantità  sufficiente  ad  effettuare  prove  cicliche  ad  alta  frequenza, 
ovvero utilizzare simultaneamente numerosi attuatori in modalità quasi‐statica; 
 trasduttori di spostamento ed estensimetri; 
 celle di carico; 
 martinetti a mano; 
 attrezzatura topografica di precisione; 
 telecamere ad alta frequenza di campionamento; 
 accelerometri e sistemi di acquisizione ad alte velocità. 
Si riportano di seguito alcune immagini relative a prove svolte nel laboratoro.
38 
 
Figura 19 ‐ A sinistra: prova di carico di una soletta composta acciaio ‐ calcestruzzo con elevata capacità di carico; al centro: 
prova di carico su un muro prefabbricato; a destra: prova di carico su pannelli per pareti in legno 
 
 
39 
 
2. Università degli studi di Pavia – Dipartimento di Ingegneria Civile ed
Architettura (DICAr)
 Il  DICAr  è  dotato  di  uno  dei  più  grandi  laboratori  universitari  sperimentali  italiani,  in  cui  è 
possibile studiare il comportamento di strutture fino a 36 metri di luce fino a 7 metri di altezza;  
 ha  una  stretta  collaborazione  con  l’adiacente  EUCentre,  e  con  questo  costituisce  uno  dei 
maggiori poli sperimentali europei nel campo dell’ingegneria sismica; 
 è membro del consorzio ReLUIS (Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica). 
Le infrastrutture, macchinari/apparecchiature ed attrezzature di prova presenti sono:
 struttura/muro di riscontro per prove statiche e dinamiche su strutture ed elementi strutturali;
 tavola vibrante da 500kN Boviar con telaio di irrigidimento e ancoraggio;
 macchina per prove combinate compressione-taglio da 12000 kN verticali e 2000 kN
orizzontali;
 macchina universale dinamica MTS da 500 kN;
 macchina a trazione MTS Insight 10 per la caratterizzazione meccanica di campioni SMA e
dispositivi per prove su piccole-medie dimensioni;
 macchina compressione AMSLER da 2000 kN;
 macchina universale AMSLER da 600 kN;
 macchina Metrocom per prove di trazione, compressione e flessione;
 macchina per prova di compressione diagonale;
 macchina per prove di resilienza;
 attuatori dinamici MTS da 100 kN e 500 kN;
 martinetti idraulici ed a vite da 100 kN a 1500 kN con controllo computerizzato;

 celle di carico da 200 kN a 6000 kN;
 analizzatore di spettro per prove di tipo dinamico;
 attrezzature e sistemi completi per acquisizione dati;
 sistemi di calcolo: workstations, personal computers e computer portatili;
 gruppo di attuazione idraulico MTS Systems;
 trasduttori di spostamento e di rotazione: laser, capacitivi, induttivi, comparatori;
 trasduttori di accelerazione: piezoresistivi e capacitivi encoder, resolver, potenziometri;
 gruppo di continuità;
 strumenti vari: deformometro digitale, centralina estensimetrica, martello dinamometrico,
apparecchiatura ad ultrasuoni, sclerometro alluminio, estensometro assiale, microdurometro;
 stazioni di saldatura;
 sistemi di acquisizione ed elaborazione di misure meccaniche e termiche;
 sistemi di acquisizione digitale delle immagini;
 sistemi di stampa e plottaggio;
 sistemi di comunicazione;
 server multiprocessore ad alta velocità (PowerEdge R815 4x AMD Opteron 6276 - 2,3 GHz,
16Core, 16M L2/16M L3 Cache, Turbo CORE, 80W ACP - DDR3-1600MHz) dedicato all'analisi
strutturale.
Si riportano di seguito alcune immagini relative a prove svolte nel laboratorio.
40 
 
a)
b)
c)   
Figura 20 – a): prove su telaio in c.a. con tamponature in laterizio; b): prova su barre d'acciaio e su cubetti di calcestruzzo; c): 
prova su telaio in c.a. di tre piani con e senza interventi di rinforzo 
 
41 
 
3. EUCentre – Pavia (TREES Lab)
Figura 21 ‐ EUCentre (Pavia) 
Le apparecchiature di prova presenti sono:
 tavola vibrante uni-direzionale (5.6 x 7.0 m) 70-140 ton (Fig.5);
 sistema muro di riscontro di 12 m a L per prove pseudo-statiche e pseudo-dinamiche (Fig. 6);
 piastra di base (strong-floor) 14.4 m x 9.6m
 sistema di prova per appoggi ed isolatori antisismici (Fig. 7);
 sistema per le prove dinamiche su dispositivi di smorzamento (Fig. 8);
 laboratorio mobile per prove in situ;
 ampio spazio esterno (parcheggio) adibito a stoccaggio e costruzione.
42 
 
 
Figura 22 ‐ Scheda tecnica della tavola vibrante 
 
Figura 23 ‐ Scheda tecnica del sistema 3D per prove pseudo‐statiche e pseudo‐dinamiche 
 
   
43 
 
 
 
Figura 24a ‐ Scheda tecnica del sistema di prova per appoggi e isolatori antisismici 
 
 
Figura 8b ‐ Scheda tecnica del sistema di prova per smorzatori 
 
 
   
44 
 
4. Università di Bologna – Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica,
Ambientale e dei Materiali (DICAM)
 Il Laboratorio di Ingegneria Strutturale e Geotecnica si articola in: 
o settore Resistenza Materiali (LISG‐RM); 
o settore Prove e Strutture (LISG‐PS); 
o settore Geotecnica. 
Le principali macchine in dotazione al LISG-RM sono:
 macchina universale AMSLER (Portata 100 kN);
 macchina universale AMSLER (Portata 1000 kN) (Fig. 9);
 macchina universale Metrocom (Portata 600 kN);
 pressa Metrocom (Portata 4000 kN);
 macchina universale LOSENHAUSEN (Portata 600 kN) (Fig. 9);
 pressa LOSENHAUSEN (Portata 6000 kN);
 pressa AMSLER (Portata 600 kN);
 banco prova LOSENHAUSEN (Portata: 2 pistoni da 200 kN ciascuno) (Fig. 9);
 macchina universale GALDABINI a controllo elettrico (Portata 100 kN);
 pistone MTS (Portata 365 kN) (Fig. 9);
 pendolo CHARPY.
 
Figura 25 ‐ In alto a sinistra: Macchina universale AMSLER (Portata 1000 kN); in alto a destra: Macchina universale 
LOSENHAUSEN (Portata 600 kN); in basso a sinistra: Banco prova LOSENHAUSEN (Portata: 2 pistoni da 200 kN ciascuno); in 
basso a destra: Pistone MTS (Portata 365 kN) 
 
Altre macchine ed attrezzature in dotazione al LISG-PS sono:
 telaio di contrasto per prove su travi fino a 2 m;
45 
 
 telaio di contrasto per prove su travi fino a 3 m;
 telaio di contrasto per prova su travi fino a 6 m;
 telaio di contrasto per prove su pannelli in scala ridotta;
 telaio di contrasto per prove su pannelli in vera grandezza;
 sistema di prova per elementi a comportamento fragile;
 sistema di contrasto per prove su nodi travi-pilastri in scala reale;
 sistema di contrasto per prove su travi reali fino a 2000 kN di forza;
 sistemi di prova su travi per carichi di lunga durata;
 cella con controllo di temperatura ed umidità;
 7 sistemi per la prova di viscosità sul calcestruzzo;
 4 sistemi per la prova di trazione di lunga durata;
 6 sistemi per prove di lunga durata su elementi fessurati.
 martinetti idraulici, elettromeccanici e idraulici cavi (Fig. 10); 
 vibrodina meccanica con Fmax = 20 kN, frequenza max= 25 Hz, massa 8 kN;
 LVDT (Trasduttori di spostamento);
 trasduttori ad Omega;
 trasduttori a filo;
 flessimetri;
 celle di carico da 10 a 500 kN;
 varie centraline pluricanale per l’alimentazione ed il condizionamento di strumenti resistivi ed
induttivi;
 varie schede di acquisizione Nationals Instruments a 16 bits;
 sistema di condizionamento SCXI National Instruments: vari cestelli con moduli per strumenti
resistivi ed induttivi; 
 ampio parco di accelerometri piezoelettrici PCB e Dytran;
 sistema di condizionamento pluricanale dinamica.
 
Figura 26 ‐ Tipi di martinetti idraulici in dotazione 
   
   
46 
 
5. Università di Pisa – Dipartimento di Ingegneria Strutturale
 Il Laboratorio Ufficiale per le Esperienze sui Materiali da Costruzione è stato attivo dal 1° gennaio 
1997 al 31 dicembre 2008. Il 1° gennaio 2009 è confluito nel Dipartimento di Ingegneria Civile, del 
quale costituisce l'attuale Sede di Strutture; 
 dispone di numerose macchine di prova e di altre attrezzature di misura. 
 
Figura 27 – Laboratorio Ufficiale per le Esperienze sui Materiali da Costruzione, Università di Pisa 
Le principali attrezzature presenti nel laboratorio sono:
 macchina AMSLER per prove di torsione;
 macchina universale AMSLER statica e dinamica da 500 kN;
 macchina GALDABINI per prove di piegamento;
 pressa GALDABINI da 100 kN e da 5000 kN;
 macchina universale INSTRON da 200 kN;
 centralina oleodinamica LOSENHAUSEN;
 macchina universale LOSENHAUSEN da 100 kN;
 macchina METRO COM per prove di trazione da 1000 kN;
 pressa MOHR-FEDERHAFF da 600 kN-3000 kN;
 pachometro BOVIAR;
 microscopio CONTROLS per misura delle fessure;
 voltmetro ELECTRONIC SERVICE;
 martinetto idraulico FTP;
 accelerometri HBM;
 centralina MGC PLUS HBM; centralina UPM 60 HBM; centralina UGR 100 HBM;
 trasduttori di pressione HBM;
 trasduttori di spostamento induttivi a molla HBM;
 attrezzatura per monitoraggio strutturale LEANE;
 inclinometri LUCHSINGER;
 attrezzatura per il controllo di qualità sulle saldature MAGNAFLUX;
 celle di carico METIOR;
 visualizzatore digitale a 10.000 divisioni METIOR;
 pendolo di Charpy METRO COM;
 attrezzatura fotoelastica PHOTOSTRESS;
 attrezzature per la misura di temperatura e di umidità del calcestruzzo PROTIMER;
 attrezzatura per prove di fatica STUDIO AIP;
 comparatori COMPAC UVAT.
47 
 
6. Università degli studi di Perugia – Dipartimento di Ingegneria Civile ed
Ambientale (DICA)
Figura 28 – Laboratorio di Dinamica delle Strutture, Università degli studi di Perugia 
Le principali attrezzature presenti sono:
 n°  1  motore  elettrico  torsionale  modello  AKM54H  con  drive  di  potenza  e  sistema  di 
trasmissione; 
 n° 1 pressa da 200 KN modello OMCN 156/ML; 
 n° 1 bilancia aerodinamica per prove in galleria del vento (Simec s.r.l.); 
 n°  1  shaker  elettrodinamico  di  elevata  potenza  marca  LDS  con  accoppiamento  con  tavola 
vibrante; 
 n° 1 kit oleodinamico con martinetto da 1000 kN, manometro e pressostato digitali 
 n° 16 accelerometri DC monoassiali modello PCB 3711B112G; 
 n° 1 accelerometro DC triassiale modello PCB 3713B112G; 
 n° 13 accelerometri piezoelettrici 393 C PCB; 
 n° 1 martello Strumentato modello PCB 086D20; 
 n° 3 celle di carico di vari fondo scala (Laumas, DS Europe); 
 n° 1 pacometro Profometer 5+ Mod. Scanlog marca Proceq; 
 n° 1 sclerometro; 
 n° 2 kit flessimetri centesimali; 
 n° 1 distanziometro laser modello Bosch DLE 50 Professional; 
 n° 5 trasduttori di spostamento LVDT da 0‐10 mm marca HBM; 
 n° 3 trasduttori di spostamento LVDT da 0‐50 mm marca HBM; 
 n° 4 inclinometri LSOC – 14.5° marca SHERBORNE SENSORS L.T.D.; 
 n° 1 trasduttore laser marca MICRO‐OPTRONIC; 
 n° 2 anemometri a ultrasuoni WIND MASTER marca GILL INSTRUMENTS; 
 cavi BNC di lunghezze variabili fino a 50 m; 
 n° 1 carrier per schede di acquisizione a 8 slot modello cDAQ‐9188; 
 n° 1 controllore ad elevate prestazioni modello NI PXIe‐8133; 
 n° 1 chassis per sistemi di controllo e schede elettroniche modello NI PXIe‐1071; 
 n° 1 chassis per schede elettroniche di misura modello NI PXIe‐1073; 
48 
 
 n° 6 schede di acquisizione per accelerometri a 4 canali modello NI 9234; 
 n° 1 scheda di acquisizione per accelerometri a 8 canali modello PXIe‐4492; 
 n° 1 scheda di acquisizione per estensimetri elettrici da 8 canali modello NI PXIe‐4330; 
 n° 1 modulo di alimentazione programmabile modello NI PXI‐4130; 
 n° 1 multimetro digitale ad elevate prestazioni modelli NI‐PXI4071; 
 n°  1  scheda  di  acquisizione/uscita  per  segnali  in  tensione  a  16  ingressi  analogici  modello 
PXIe‐6361; 
 n° 1 unità di acquisizione per accelerometri da 16 canali marca ROGA mod. RogaDaq16; 
 n° 1 unità di acquisizione da 16 canali marca CRONOS mod. PL16; 
 n° 2 unità di acquisizione per estensimetri, trasduttori di spostamento e inclinometri, da 8 
canali marca HBM mod. SPIDER 8; 
 n° 1 unità di acquisizione per accelerometri da 8 canali marca IOTECH mod. DATA SHUTTLE. 
 
   
49 
 
7. Università degli studi dell’Aquila – Dipartimento di Ingegneria Civile,
Edile-Architettura, Ambientale
 Il Laboratorio Prove Materiali e Strutture del centro DICEAA è stato istituito nel 1969. 
 
Figura 29 – Laboratorio Prove Materiali e Strutture del DICEAA, Università degli studi dell’Aquila 
Le principali attrezzature presenti sono:
 piastrone/basamento in c.a. 14x6x1m dotato di due telai di contrasto per carichi verticali fino a
2MN e di uno sperone alto 4m, per carichi orizzontali in sommità fino a 500kN;
 piastrone/basamento in c.a. 9 x 6 x 1m dotato di un attuatore idraulico servocontrollato INSTRON
da 2.5MN per l’esecuzione di prove di carico di tipo sia monotonico che ciclico, programmabili
tramite computer;
 pompa idraulica.
 pressa MetroCom da 3MN;
 macchina universale MetroCom da 500kN;
 celle dinamometriche, con portate tra 5kN e 5MN;
 misuratore della velocità degli ultrasuoni Controls per c.a.;
 misuratore della velocità degli ultrasuoni M.A.E. per murature;
 endoscopio Fiber Optic FOT 150;
 sclerometro Schmidt;
 martinetti idraulici semplici per spinte comprese tra 200kN e 1.4MN;
 due martinetti a vite a doppio effetto Pfaff da 500kN;
 centraline di alimentazione ed acquisizione dati HBM;
 sistema Laser Scan Leica HDS 6100;
 termocamera FLIR P620;
 sistema di rilevazione barre di armatura Ferroscan HILTI;
 martinetti piatti per murature.
 
 
   
50 
 
8. Università di Roma La Sapienza – Dipartimento di Ingegneria Strutturale e
Geotecnica (DISG)
 Il Laboratorio è nato circa un secolo fa; 
 svolge la sua attività in due campi distinti: uno di natura prettamente scientifica, a supporto della 
ricerca sperimentale su materiali e modelli; l'altro, da inquadrarsi come servizio prestato all'esterno 
dell'Università, ricopre la necessità (dettata solo in parte dalla vigente Normativa) di fornire analisi 
delle  caratteristiche  meccaniche  ‐  ed  eventuale  relativa  certificazione  ufficiale  ‐  di  materiali  e 
prototipi nel campo delle costruzioni civili e industriali; 
 è riconosciuto fin dal 1939 come Laboratorio Ufficiale per l’esecuzione delle prove su materiali da 
costruzione. 
 
Figura 30 – Laboratorio Materiali e Strutture, Università di Roma La Sapienza 
 
Il Laboratorio è trattato diffusamente all’interno del documento 
 
 
 
   
51 
 
9. Università degli studi di Napoli Federico II – Dipartimento di strutture per
l’Ingegneria e l’Architettura (DiSt)
Figura 31 ‐ Laboratorio Prove del DiSt, Università degli studi di Napoli Federico II 
 Il  Laboratorio  Prove  del  DiSt  svolge  attività  sia  in  termini  di  prove  su  materiali  che  di  prove  su 
elementi o sottostrutture; 
 è riconosciuto come Laboratorio Ufficiale dal Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei 
Lavori Pubblici; 
 è membro del consorzio ReLUIS (Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica); 
 è dotato di due piastroni rigidi:  
o il primo piastrone: 
 superficie di circa 200 mq; 
 è dotato di carroponte con capacità fino a 32 kN; 
  ha uno spessore di circa 1.2 m, è accessibile dal sottostante basamento;  
 è caratterizzato da un sistema di ancoraggio mediante tirafondi alloggiati in cassette 
poste secondo una maglia con interasse 80 cm;  
 è  prevalentemente  destinato  a  prove  dinamiche  su  tavole  vibranti.  Il  sistema  di 
tavole vibranti è caratterizzato da 2 tavole a pianta quadrata con lato 3 m, spostabili 
sul  piastrone  in  modo  da  simulare  effetti  di  asincronismo  dell’azione  sismica  alla 
base di strutture di grande luce. Il carico utile massimo è 200 kN, con un intervallo di 
frequenza di 0‐50 Hz, picco di velocità 1 m/sec e spostamento totale di 500 mm. La 
centrale di pompaggio a servizio del sistema è costituita da 12 gruppi motopompa 
per una capacità totale fino a 2500 l/min; 
 ospita  la  macchina  universale  Italsigma  che  consente  la  realizzazione  di  prove  in 
trazione, compressione e cicliche su provini di altezza compresa tra 0,5 e 4,0 metri 
(Fig.16). Il telaio di prova è costituito da un basamento rigido in acciaio (1,0×4,0 m2
), 
dotato di scanalature a T per il montaggio delle attrezzature di prova e di vincolo dei 
provini, da quattro colonne poste ai vertici di un rettangolo, fissate nel basamento e 
52 
 
da  una  traversa  mobile,  che  scorre  lungo  le  quattro  colonne.  Sulla  traversa  è 
montato un attuatore che permette di condurre prove in controllo di spostamento 
(corsa max circa 75 mm) o di forza (carico max in compressione 3000 kN, carico max 
in trazione 2400 kN); 
o Il secondo piastrone: 
 ha una superficie di circa 70 mq; 
 è destinato alla realizzazione di prove statiche; 
 ospita  la  macchina  universale  MTS810  che  consente  l’esecuzione  di  prove  in 
trazione,  compressione  e  cicliche  su  provini  di  altezza  max  pari  a  1,4  metri,  in 
controllo di forza (carico max circa 500 kN) o di spostamento (corsa max circa 75 
mm) (Fig.16). Il telaio di prova è costituito da un basamento rigido in acciaio e da due 
colonne, fissate nel basamento, lungo le quali può scorrere una traversa mobile. Dal 
basamento  fuoriesce  la  parte  mobile  dell’attuatore,  mentre  alla  traversa  risultano 
solidali  la  testa  fissa  e  la  cella  di  carico  della  macchina.  Le  teste  sono  dotate  di 
morsetti d’acciaio opportunamente sagomati per garantire l’afferraggio dei provini, 
ad una pressione max di 70 MPa, grazie alla presenza di un circuito oleodinamico di 
alimentazione supplementare. 
 
 
Figura 32 ‐ A sinistra: macchina universale Italsigma; a destra: macchina universale MTS810 
Sul secondo piastrone vengono condotte correntemente prove statiche su elementi e sottostrutture
utilizzando le seguenti attrezzature (Fig. 17):
 un attuatore MTS serie 243;
 un attuatore MTS serie 244;
 martinetti idraulici forati;
 telaio di contrasto;
 parete di contrasto Italsigma;
 strumentazione per l’acquisizione dati e per la misura di spostamenti e deformazioni (celle di
carico da 10 kN a 3000 kN; trasduttori lineari di tipo induttivo, con corsa 20mm e 50 mm, o
potenziometrico, con corsa da 5 a 500 mm; strain gauges; estensimetro ottico).
53 
 
.
 Figura 33 ‐ A sinistra in alto: attuatore MTS serie 243; a sinistra in basso: attuatore MTS serie 244; al centro: telaio di 
contrasto; a destra: parete di contrasto Italsigma 
 
   
54 
 
10.Università degli studi di Salerno – Dipartimento di Ingegneria Civile
 Il Laboratorio Ufficiale Prove Materiali e Strutture (LMS) è sorto agli inizi degli anni ‘90; 
 esegue prove sia su materiali da costruzione che su strutture; 
 essendo  dotato  di  un  piastrone  di  base  di  ampie  dimensioni  per  la  realizzazione  di  telai  chiusi  di 
contrasto, consente di effettuare sperimentazioni su modelli di grandi dimensioni, anche in scala 1:1; 
 dispone  inoltre  di  un  sistema  centralizzato  di  alimentazione  idraulica,  servo‐regolato,  in  grado  di 
alimentare  gli  attuatori  in  servizio  con  una  portata  massima  dell'olio  nel  circuito  di  circa  10  l/s, 
idonea per l'esecuzione di prove dinamiche. 
Figura 34 ‐ Laboratorio Prove Materiali e Strutture, Università degli studi di Salerno 
Le principali attrezzature presenti sono:
 Macchina universale, con martinetto idraulico servo-regolato a doppio effetto, Schenck Hydropuls
S56 (portata circa 630 kN, corsa circa 125 mm);
 Macchina per prove di compressione con martinetto idraulico servo-regolato a doppio
effetto,Schenck RBS 4000-E2 (portata 4000 kN, corsa circa 100 mm);
 Macchina universale idraulica servo-regolata per elementi alti Italsigma (portata 3000 kN, altezza
massima dei provini 3300 mm);
 Sistema di acquisizione dati Vishay System 5000 per trasduttori di spostamento LVDT e laser,
estensimetri, termocoppie, celle di carico e sensori "high level";
 N.2 telai di contrasto in acciaio per l'applicazione di azioni statiche e dinamiche, sia orizzontali
che verticali, su elementi strutturali in scala reale (altezza massima dei provini 6000 mm);
 Telaio di contrasto in acciaio per l'esecuzione di prove a flessione su elementi in scala reale
(lunghezza massima dei provini 5500 mm);
 Georadar IDS R.I.S. K2 a due canali (antenne monostatiche da 900 MHz e 2 GHz);
 Vibrodina meccanica Paganessi (Nm 45.6, Hz max200, r.p.m. max 6000);
 N. 1 attuatore MTS da 250kN ultradinamico;
 N. 9 attuatori MTS da 250kN a 2000 kN (corsa da circa 100 mm a circa 533 mm);
 Gommoni di carico (4.00x4.00 mt. con altezza massima di carico mt. 0.70);
 Videoendoscopio a colori Tecnix VPI-703 (fino a profondità di 25 m);
 Sclerometro Schmidt;
 Pacometro Hilti;
LABORATORIO DI PROVE STRUTTURALI VISION 2025 – STRATEGIA DI SVILUPPO INTEGRATO
LABORATORIO DI PROVE STRUTTURALI VISION 2025 – STRATEGIA DI SVILUPPO INTEGRATO
LABORATORIO DI PROVE STRUTTURALI VISION 2025 – STRATEGIA DI SVILUPPO INTEGRATO
LABORATORIO DI PROVE STRUTTURALI VISION 2025 – STRATEGIA DI SVILUPPO INTEGRATO
LABORATORIO DI PROVE STRUTTURALI VISION 2025 – STRATEGIA DI SVILUPPO INTEGRATO
LABORATORIO DI PROVE STRUTTURALI VISION 2025 – STRATEGIA DI SVILUPPO INTEGRATO
LABORATORIO DI PROVE STRUTTURALI VISION 2025 – STRATEGIA DI SVILUPPO INTEGRATO
LABORATORIO DI PROVE STRUTTURALI VISION 2025 – STRATEGIA DI SVILUPPO INTEGRATO

More Related Content

What's hot

Sterilization in periodontal practice
Sterilization in periodontal practiceSterilization in periodontal practice
Sterilization in periodontal practiceSaswatiMohanty10
 
All ceramic restorations
All ceramic restorationsAll ceramic restorations
All ceramic restorationsHrudi Sahoo
 
Oral microbiology:normal oram microflora and Dental plaque
Oral microbiology:normal oram microflora and Dental plaqueOral microbiology:normal oram microflora and Dental plaque
Oral microbiology:normal oram microflora and Dental plaqueKarishma Sirimulla
 
Medical dental history
Medical dental historyMedical dental history
Medical dental historydvernetti
 
Investment materials
Investment materialsInvestment materials
Investment materialspayal singh
 
Liners and bases mah
Liners and bases mahLiners and bases mah
Liners and bases mahMasuma Ryzvee
 

What's hot (9)

Sterilization in periodontal practice
Sterilization in periodontal practiceSterilization in periodontal practice
Sterilization in periodontal practice
 
All ceramic restorations
All ceramic restorationsAll ceramic restorations
All ceramic restorations
 
Oral microbiology:normal oram microflora and Dental plaque
Oral microbiology:normal oram microflora and Dental plaqueOral microbiology:normal oram microflora and Dental plaque
Oral microbiology:normal oram microflora and Dental plaque
 
Medical dental history
Medical dental historyMedical dental history
Medical dental history
 
Pragmatics
PragmaticsPragmatics
Pragmatics
 
Sense relations
Sense relationsSense relations
Sense relations
 
Investment materials
Investment materialsInvestment materials
Investment materials
 
Die materials
Die materialsDie materials
Die materials
 
Liners and bases mah
Liners and bases mahLiners and bases mah
Liners and bases mah
 

Similar to LABORATORIO DI PROVE STRUTTURALI VISION 2025 – STRATEGIA DI SVILUPPO INTEGRATO

Contributo del DISG (Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica) all...
Contributo del DISG (Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica) all...Contributo del DISG (Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica) all...
Contributo del DISG (Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica) all...Franco Bontempi Org Didattica
 
I concetti necessari per l’utilizzo dei nuovi materiali.
I concetti necessari per l’utilizzo dei nuovi materiali.I concetti necessari per l’utilizzo dei nuovi materiali.
I concetti necessari per l’utilizzo dei nuovi materiali.Franco Bontempi
 
SISMI: una visione ampia per le valutazioni di costruzioni storiche in zona s...
SISMI: una visione ampia per le valutazioni di costruzioni storiche in zona s...SISMI: una visione ampia per le valutazioni di costruzioni storiche in zona s...
SISMI: una visione ampia per le valutazioni di costruzioni storiche in zona s...Franco Bontempi Org Didattica
 
CV_Clemente_Patrizi_Ingegnere
CV_Clemente_Patrizi_IngegnereCV_Clemente_Patrizi_Ingegnere
CV_Clemente_Patrizi_IngegnereClemente Patrizi
 
IF CRASC'15 summary
IF CRASC'15 summaryIF CRASC'15 summary
IF CRASC'15 summaryStroNGER2012
 
Piano di Mitigazione_Politecnico di Milano_Doc approfondimento
Piano di Mitigazione_Politecnico di Milano_Doc approfondimentoPiano di Mitigazione_Politecnico di Milano_Doc approfondimento
Piano di Mitigazione_Politecnico di Milano_Doc approfondimentoBaglione Paola
 
Metodologie e materiali per lo sviluppo dell’edilizia green - Rainer Toshikaz...
Metodologie e materiali per lo sviluppo dell’edilizia green - Rainer Toshikaz...Metodologie e materiali per lo sviluppo dell’edilizia green - Rainer Toshikaz...
Metodologie e materiali per lo sviluppo dell’edilizia green - Rainer Toshikaz...Sardegna Ricerche
 
Abitare Mediterraneo - Rainer Toshikazu Winter
Abitare Mediterraneo - Rainer Toshikazu WinterAbitare Mediterraneo - Rainer Toshikazu Winter
Abitare Mediterraneo - Rainer Toshikazu WinterSardegna Ricerche
 
Premio pa sostenibile_2019_legno e tecnologia
Premio pa sostenibile_2019_legno e tecnologiaPremio pa sostenibile_2019_legno e tecnologia
Premio pa sostenibile_2019_legno e tecnologiastefaniamornati
 
Tecnopolo MITAI: ricerca e innovazione sui materiali
Tecnopolo MITAI: ricerca e innovazione sui materialiTecnopolo MITAI: ricerca e innovazione sui materiali
Tecnopolo MITAI: ricerca e innovazione sui materialiCertiMaC
 
Presentazione CAF - DIAGNOSTICA E VERIFICA STRUTTURALE DI COSTRUZIONI STORICH...
Presentazione CAF - DIAGNOSTICA E VERIFICA STRUTTURALE DI COSTRUZIONI STORICH...Presentazione CAF - DIAGNOSTICA E VERIFICA STRUTTURALE DI COSTRUZIONI STORICH...
Presentazione CAF - DIAGNOSTICA E VERIFICA STRUTTURALE DI COSTRUZIONI STORICH...Franco Bontempi Org Didattica
 
Il Manager e l'Ingegnere - Imparare facendo
Il Manager e l'Ingegnere - Imparare facendoIl Manager e l'Ingegnere - Imparare facendo
Il Manager e l'Ingegnere - Imparare facendoClay Casati
 
Portfolio e CV
Portfolio e CVPortfolio e CV
Portfolio e CViriscreter
 
Manutenzione programmata e durabilità delle opere in calcestruzzo
Manutenzione programmata e durabilità delle opere in calcestruzzoManutenzione programmata e durabilità delle opere in calcestruzzo
Manutenzione programmata e durabilità delle opere in calcestruzzoServizi a rete
 
6 muraro ampliamento-mastrotto_inerti[1]
6 muraro ampliamento-mastrotto_inerti[1]6 muraro ampliamento-mastrotto_inerti[1]
6 muraro ampliamento-mastrotto_inerti[1]ANAPIA FSE 2010
 
6 muraro ampliamento-mastrotto_inerti[1]
6 muraro ampliamento-mastrotto_inerti[1]6 muraro ampliamento-mastrotto_inerti[1]
6 muraro ampliamento-mastrotto_inerti[1]ANAPIA FSE 2010
 
6 muraro ampliamento-mastrotto_inerti[1]
6 muraro ampliamento-mastrotto_inerti[1]6 muraro ampliamento-mastrotto_inerti[1]
6 muraro ampliamento-mastrotto_inerti[1]ANAPIA FSE 2010
 

Similar to LABORATORIO DI PROVE STRUTTURALI VISION 2025 – STRATEGIA DI SVILUPPO INTEGRATO (20)

Contributo del DISG (Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica) all...
Contributo del DISG (Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica) all...Contributo del DISG (Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica) all...
Contributo del DISG (Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica) all...
 
I concetti necessari per l’utilizzo dei nuovi materiali.
I concetti necessari per l’utilizzo dei nuovi materiali.I concetti necessari per l’utilizzo dei nuovi materiali.
I concetti necessari per l’utilizzo dei nuovi materiali.
 
SISMI: una visione ampia per le valutazioni di costruzioni storiche in zona s...
SISMI: una visione ampia per le valutazioni di costruzioni storiche in zona s...SISMI: una visione ampia per le valutazioni di costruzioni storiche in zona s...
SISMI: una visione ampia per le valutazioni di costruzioni storiche in zona s...
 
CV_Clemente_Patrizi_Ingegnere
CV_Clemente_Patrizi_IngegnereCV_Clemente_Patrizi_Ingegnere
CV_Clemente_Patrizi_Ingegnere
 
IF CRASC'15 summary
IF CRASC'15 summaryIF CRASC'15 summary
IF CRASC'15 summary
 
IF CRASC'15 summary
IF CRASC'15 summaryIF CRASC'15 summary
IF CRASC'15 summary
 
IF CRASC'15 summary
IF CRASC'15 summaryIF CRASC'15 summary
IF CRASC'15 summary
 
Piano di Mitigazione_Politecnico di Milano_Doc approfondimento
Piano di Mitigazione_Politecnico di Milano_Doc approfondimentoPiano di Mitigazione_Politecnico di Milano_Doc approfondimento
Piano di Mitigazione_Politecnico di Milano_Doc approfondimento
 
Metodologie e materiali per lo sviluppo dell’edilizia green - Rainer Toshikaz...
Metodologie e materiali per lo sviluppo dell’edilizia green - Rainer Toshikaz...Metodologie e materiali per lo sviluppo dell’edilizia green - Rainer Toshikaz...
Metodologie e materiali per lo sviluppo dell’edilizia green - Rainer Toshikaz...
 
Abitare Mediterraneo - Rainer Toshikazu Winter
Abitare Mediterraneo - Rainer Toshikazu WinterAbitare Mediterraneo - Rainer Toshikazu Winter
Abitare Mediterraneo - Rainer Toshikazu Winter
 
Premio pa sostenibile_2019_legno e tecnologia
Premio pa sostenibile_2019_legno e tecnologiaPremio pa sostenibile_2019_legno e tecnologia
Premio pa sostenibile_2019_legno e tecnologia
 
Tecnopolo MITAI: ricerca e innovazione sui materiali
Tecnopolo MITAI: ricerca e innovazione sui materialiTecnopolo MITAI: ricerca e innovazione sui materiali
Tecnopolo MITAI: ricerca e innovazione sui materiali
 
Presentazione CAF - DIAGNOSTICA E VERIFICA STRUTTURALE DI COSTRUZIONI STORICH...
Presentazione CAF - DIAGNOSTICA E VERIFICA STRUTTURALE DI COSTRUZIONI STORICH...Presentazione CAF - DIAGNOSTICA E VERIFICA STRUTTURALE DI COSTRUZIONI STORICH...
Presentazione CAF - DIAGNOSTICA E VERIFICA STRUTTURALE DI COSTRUZIONI STORICH...
 
Cv & Portfolio
Cv & PortfolioCv & Portfolio
Cv & Portfolio
 
Il Manager e l'Ingegnere - Imparare facendo
Il Manager e l'Ingegnere - Imparare facendoIl Manager e l'Ingegnere - Imparare facendo
Il Manager e l'Ingegnere - Imparare facendo
 
Portfolio e CV
Portfolio e CVPortfolio e CV
Portfolio e CV
 
Manutenzione programmata e durabilità delle opere in calcestruzzo
Manutenzione programmata e durabilità delle opere in calcestruzzoManutenzione programmata e durabilità delle opere in calcestruzzo
Manutenzione programmata e durabilità delle opere in calcestruzzo
 
6 muraro ampliamento-mastrotto_inerti[1]
6 muraro ampliamento-mastrotto_inerti[1]6 muraro ampliamento-mastrotto_inerti[1]
6 muraro ampliamento-mastrotto_inerti[1]
 
6 muraro ampliamento-mastrotto_inerti[1]
6 muraro ampliamento-mastrotto_inerti[1]6 muraro ampliamento-mastrotto_inerti[1]
6 muraro ampliamento-mastrotto_inerti[1]
 
6 muraro ampliamento-mastrotto_inerti[1]
6 muraro ampliamento-mastrotto_inerti[1]6 muraro ampliamento-mastrotto_inerti[1]
6 muraro ampliamento-mastrotto_inerti[1]
 

More from Franco Bontempi Org Didattica

II evento didattica 5 aprile 2022 TECNICA DELLE COSTRUZIONI.pdf
II evento didattica 5 aprile 2022 TECNICA DELLE COSTRUZIONI.pdfII evento didattica 5 aprile 2022 TECNICA DELLE COSTRUZIONI.pdf
II evento didattica 5 aprile 2022 TECNICA DELLE COSTRUZIONI.pdfFranco Bontempi Org Didattica
 
ICAR 09_incontro del 5 aprile 2022_secondo annuncio.pdf
ICAR 09_incontro del 5 aprile 2022_secondo annuncio.pdfICAR 09_incontro del 5 aprile 2022_secondo annuncio.pdf
ICAR 09_incontro del 5 aprile 2022_secondo annuncio.pdfFranco Bontempi Org Didattica
 
Structural health monitoring of a cable-stayed bridge with Bayesian neural ne...
Structural health monitoring of a cable-stayed bridge with Bayesian neural ne...Structural health monitoring of a cable-stayed bridge with Bayesian neural ne...
Structural health monitoring of a cable-stayed bridge with Bayesian neural ne...Franco Bontempi Org Didattica
 
Soft computing based multilevel strategy for bridge integrity monitoring
Soft computing based multilevel strategy for bridge integrity monitoringSoft computing based multilevel strategy for bridge integrity monitoring
Soft computing based multilevel strategy for bridge integrity monitoringFranco Bontempi Org Didattica
 
Systemic approach for the maintenance of complex structural systems
Systemic approach for the maintenance of complex structural systemsSystemic approach for the maintenance of complex structural systems
Systemic approach for the maintenance of complex structural systemsFranco Bontempi Org Didattica
 
The role of softening in the numerical analysis of R.C. framed structures
The role of softening in the numerical analysis of R.C. framed structuresThe role of softening in the numerical analysis of R.C. framed structures
The role of softening in the numerical analysis of R.C. framed structuresFranco Bontempi Org Didattica
 
Reliability of material and geometrically non-linear reinforced and prestress...
Reliability of material and geometrically non-linear reinforced and prestress...Reliability of material and geometrically non-linear reinforced and prestress...
Reliability of material and geometrically non-linear reinforced and prestress...Franco Bontempi Org Didattica
 
Probabilistic Service Life Assessment and Maintenance Planning of Concrete St...
Probabilistic Service Life Assessment and Maintenance Planning of Concrete St...Probabilistic Service Life Assessment and Maintenance Planning of Concrete St...
Probabilistic Service Life Assessment and Maintenance Planning of Concrete St...Franco Bontempi Org Didattica
 
Cellular Automata Approach to Durability Analysis of Concrete Structures in A...
Cellular Automata Approach to Durability Analysis of Concrete Structures in A...Cellular Automata Approach to Durability Analysis of Concrete Structures in A...
Cellular Automata Approach to Durability Analysis of Concrete Structures in A...Franco Bontempi Org Didattica
 
UNA FORMULAZIONE DEL DEGRADO DELLA RISPOSTA DI STRUTTURE INTELAIATE IN C.A./C...
UNA FORMULAZIONE DEL DEGRADO DELLA RISPOSTA DI STRUTTURE INTELAIATE IN C.A./C...UNA FORMULAZIONE DEL DEGRADO DELLA RISPOSTA DI STRUTTURE INTELAIATE IN C.A./C...
UNA FORMULAZIONE DEL DEGRADO DELLA RISPOSTA DI STRUTTURE INTELAIATE IN C.A./C...Franco Bontempi Org Didattica
 

More from Franco Bontempi Org Didattica (20)

50 anni.Image.Marked.pdf
50 anni.Image.Marked.pdf50 anni.Image.Marked.pdf
50 anni.Image.Marked.pdf
 
4. Comportamento di elementi inflessi.pdf
4. Comportamento di elementi inflessi.pdf4. Comportamento di elementi inflessi.pdf
4. Comportamento di elementi inflessi.pdf
 
Calcolo della precompressione: DOMINI e STRAUS7
Calcolo della precompressione: DOMINI e STRAUS7Calcolo della precompressione: DOMINI e STRAUS7
Calcolo della precompressione: DOMINI e STRAUS7
 
II evento didattica 5 aprile 2022 TECNICA DELLE COSTRUZIONI.pdf
II evento didattica 5 aprile 2022 TECNICA DELLE COSTRUZIONI.pdfII evento didattica 5 aprile 2022 TECNICA DELLE COSTRUZIONI.pdf
II evento didattica 5 aprile 2022 TECNICA DELLE COSTRUZIONI.pdf
 
ICAR 09_incontro del 5 aprile 2022_secondo annuncio.pdf
ICAR 09_incontro del 5 aprile 2022_secondo annuncio.pdfICAR 09_incontro del 5 aprile 2022_secondo annuncio.pdf
ICAR 09_incontro del 5 aprile 2022_secondo annuncio.pdf
 
Structural health monitoring of a cable-stayed bridge with Bayesian neural ne...
Structural health monitoring of a cable-stayed bridge with Bayesian neural ne...Structural health monitoring of a cable-stayed bridge with Bayesian neural ne...
Structural health monitoring of a cable-stayed bridge with Bayesian neural ne...
 
Soft computing based multilevel strategy for bridge integrity monitoring
Soft computing based multilevel strategy for bridge integrity monitoringSoft computing based multilevel strategy for bridge integrity monitoring
Soft computing based multilevel strategy for bridge integrity monitoring
 
Systemic approach for the maintenance of complex structural systems
Systemic approach for the maintenance of complex structural systemsSystemic approach for the maintenance of complex structural systems
Systemic approach for the maintenance of complex structural systems
 
Elenco studenti esaminandi
Elenco studenti esaminandiElenco studenti esaminandi
Elenco studenti esaminandi
 
Costruzione di ponti in cemento armato.
Costruzione di ponti in cemento armato.Costruzione di ponti in cemento armato.
Costruzione di ponti in cemento armato.
 
Costruzione di ponti in acciaio
Costruzione di ponti in acciaioCostruzione di ponti in acciaio
Costruzione di ponti in acciaio
 
Costruzione di Ponti - Ceradini
Costruzione di Ponti - CeradiniCostruzione di Ponti - Ceradini
Costruzione di Ponti - Ceradini
 
The role of softening in the numerical analysis of R.C. framed structures
The role of softening in the numerical analysis of R.C. framed structuresThe role of softening in the numerical analysis of R.C. framed structures
The role of softening in the numerical analysis of R.C. framed structures
 
Reliability of material and geometrically non-linear reinforced and prestress...
Reliability of material and geometrically non-linear reinforced and prestress...Reliability of material and geometrically non-linear reinforced and prestress...
Reliability of material and geometrically non-linear reinforced and prestress...
 
Probabilistic Service Life Assessment and Maintenance Planning of Concrete St...
Probabilistic Service Life Assessment and Maintenance Planning of Concrete St...Probabilistic Service Life Assessment and Maintenance Planning of Concrete St...
Probabilistic Service Life Assessment and Maintenance Planning of Concrete St...
 
Cellular Automata Approach to Durability Analysis of Concrete Structures in A...
Cellular Automata Approach to Durability Analysis of Concrete Structures in A...Cellular Automata Approach to Durability Analysis of Concrete Structures in A...
Cellular Automata Approach to Durability Analysis of Concrete Structures in A...
 
UNA FORMULAZIONE DEL DEGRADO DELLA RISPOSTA DI STRUTTURE INTELAIATE IN C.A./C...
UNA FORMULAZIONE DEL DEGRADO DELLA RISPOSTA DI STRUTTURE INTELAIATE IN C.A./C...UNA FORMULAZIONE DEL DEGRADO DELLA RISPOSTA DI STRUTTURE INTELAIATE IN C.A./C...
UNA FORMULAZIONE DEL DEGRADO DELLA RISPOSTA DI STRUTTURE INTELAIATE IN C.A./C...
 
Esami a distanza. Severgnini. Corriere della sera.
Esami a distanza. Severgnini. Corriere della sera.Esami a distanza. Severgnini. Corriere della sera.
Esami a distanza. Severgnini. Corriere della sera.
 
Tdc prova 2022 01-26
Tdc prova 2022 01-26Tdc prova 2022 01-26
Tdc prova 2022 01-26
 
Risultati
RisultatiRisultati
Risultati
 

Recently uploaded

Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptxLorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptxlorenzodemidio01
 
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptxLorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptxlorenzodemidio01
 
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptxLorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptxlorenzodemidio01
 
Quadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceoQuadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceoyanmeng831
 
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione CivicaPresentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione CivicaSalvatore Cianciabella
 
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptxLorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptxlorenzodemidio01
 
Confronto tra Sparta e Atene classiche.ppt
Confronto tra Sparta e Atene classiche.pptConfronto tra Sparta e Atene classiche.ppt
Confronto tra Sparta e Atene classiche.pptcarlottagalassi
 

Recently uploaded (7)

Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptxLorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
 
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptxLorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
 
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptxLorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
 
Quadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceoQuadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceo
 
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione CivicaPresentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
 
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptxLorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
 
Confronto tra Sparta e Atene classiche.ppt
Confronto tra Sparta e Atene classiche.pptConfronto tra Sparta e Atene classiche.ppt
Confronto tra Sparta e Atene classiche.ppt
 

LABORATORIO DI PROVE STRUTTURALI VISION 2025 – STRATEGIA DI SVILUPPO INTEGRATO

  • 1. 1    SAPIENZA UNIVERSITA’ di ROMA FACOLTA’ DI INGEGNERIA LABORATORIO DI PROVE STRUTTURALI VISION 2025 – STRATEGIA DI SVILUPPO INTEGRATO Preparato da Gruppo di Lavoro di Strutture del DISG Franco Bontempi Maurizio De Angelis Walter Lacarbonara Domenico Liberatore Stefano Pampanin Salvatore Perno (Coordinatore) Versione 1.0 18 maggio 2018  
  • 2. 2    INDICE    1. Premessa  2. Motivazioni e opportunità: aspetti generali  3. Situazione attuale del laboratorio   3.1 Laboratorio presso la Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale in SPV    3.2 Laboratorio presso la Facoltà di Architettura a via Antonio Gramsci  4. Capacità e potenzialità del Gruppo di Ingegneria Strutturale   5. Attività istituzionale (laboratorio ufficiale) e di cosiddetta 3a  missione  5.1 L’attività del controllo dei materiali da costruzione    5.2 Le attività sperimentali speciali di 3a  missione    5.3 Attività di supporto all’Ingegneria Forense  6. Proposta di sviluppo del sistema Laboratorio del DISG  6.1 Attrezzature necessarie per la conduzione, il rilancio e lo sviluppo delle   attività sperimentali di ricerca e di 3a  missione  6.2 Piano di sviluppo: tempistica e break‐even point  6.3 Business plan  7. Il Laboratorio integrato C10: possibili sinergie e condivisione  multi‐disciplinare come opportunità di crescita    Appendice A:  Attività didattiche nel Laboratorio LPM, tesi di laurea e dottorato e    produzione scientifica Appendice B:  panoramica su (alcuni dei) principali laboratori Materiali e Strutture in  Italia     Un esempio europeo      
  • 3. 3    1. Premessa  Il presente documento è finalizzato a costituire un supporto alla pianificazione del potenziamento dei Laboratori Sperimentali, presenti nella Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale, attualmente allocati in massima parte presso il polo di San Pietro in Vincoli (di seguito SPV). Stante l’opportunità di perseguire nella progettazione una visione strategica e coordinata volta ad un razionale utilizzo di quanto possa essere reso disponibile, sia a livello di spazi/volumi, infrastrutture e attrezzature, sia di risorse umane, viene qui di seguito fornito, per quanto di competenza del Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica (di seguito DISG) un quadro sintetico, ma al contempo esaustivo,  della situazione attuale e delle criticità presenti,  dei possibili sviluppi delle varie attività in funzione della capacità e dell’esperienza del Dipartimento e dei suoi membri,  delle risorse che il DISG stesso intende investire nel potenziamento e degli obiettivi che intende perseguire, anche in forte sinergia con altri Dipartimenti. Le proposte formulate tengono in debito conto, e per quanto ragionevolmente possibile, delle necessità di maggiori spazi comuni in SPV, da destinarsi ad aule didattiche e servizi, come più volte evidenziato. I contenuti del presente documento assolvono, per quanto di competenza, alle richieste di indicazioni di cui alla deliberazione1 del CdA di Sapienza n. 510/18 del 5 aprile u.s.; essi sono altresì in linea con quanto votato all’unanimità nel Consiglio di Dipartimento del DISG del 29.03.2018 e con le linee programmatiche approvate nel CdD del 08.05.2018. 2. Motivazioni e Opportunità: aspetti generali  Preliminarmente è opportuno notare che:  Il DISG occupa una posizione peculiare all’interno di Sapienza, essendo parimenti inserito nella Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale e nella Facoltà di Architettura; a livello nazionale inoltre è uno dei pochi dipartimenti con fortissima coerenza dei settori disciplinari in esso presenti (ICAR08 - Scienza delle Costruzioni, ICAR09 - Tecnica delle Costruzioni e ICAR07 - Geotecnica).  La presenza su due Facoltà ha portato negli anni alla gestione di due strutture parallele, senza che potesse venirne razionalizzato totalmente l’uso coordinato. Mentre l’attività di supporto alla didattica è opportuno infatti che resti localizzata presso le sedi didattiche delle singole Facoltà, non è mai stato possibile, principalmente per motivi di spazio, concentrare in un’unica sede le altre primarie attività di ricerca e di 3a missione, con evidente razionalizzazione dell’uso delle attrezzature e delle risorse umane. Da un punto di vista più generale, si deve osservare che negli ultimi trent’anni si è registrato a livello nazionale un significativo sviluppo dei laboratori sperimentali dedicati a prove statiche e dinamiche su materiali, componenti strutturali, sotto-sistemi e sistemi strutturali, in scala sia                                                              1  Il CdA ha deliberato: […] di dare mandato al Prorettore Vicario e al consigliere Bartolomeo Azzaro di acquisire dalla  Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale entro il termine di 45 giorni, una dettagliata relazione sulle attività  scientifiche e sperimentali che i gruppi di ricerca dei dipartimenti esplicheranno presso il Comparto C10 con le  modalità di gestione dei laboratori anche in termini di risorse economiche e di personale dedicato dettagliando  anche gli spazi che saranno liberati presso la sede di San Pietro in Vincoli da riconvertire in aule e luoghi di  socializzazione; […] “ 
  • 4. 4    ridotta sia reale. Ciò ad ulteriore riprova della fondatezza e dell’attualità della richiesta di un Laboratorio adeguato ai fini che si vogliono perseguire. La scarsa presenza nel Centro Italia di adeguate infrastrutture/attrezzature (v. fig. 1), si presenta come un’opportunità unica per Sapienza per acquisire un ruolo strategico di rilievo nella formazione, nel campo della ricerca e di R&D di 3a missione, divenendo quindi un polo strategico sia per studenti /ricercatori /studiosi italiani e stranieri sia per aziende/industrie italiane o estere presenti sul territorio.  In considerazione della posizione geografica, caratterizzata da:  vicinanza ad aree ad alta pericolosità sismica della catena appenninica (v. fig. 1), nelle quali sono presenti circa 4 milioni di edifici2 , realizzati in gran parte nella seconda metà dello scorso secolo o antecedentemente, sulla base quindi di una progettazione antisismica ampiamente superata, o in assenza di prescrizioni in tal senso;  la centralità della posizione geo-politica, e quindi la vicinanza agli organi governativi e decisionali (ministeri, protezione civile, enti nazionali ed internazionali);   Figura 1 ‐ Dislocazione dei laboratori sul territorio e mappa della pericolosità sismica del territorio italiano. corre l’obbligo considerare che la Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale di Sapienza e in particolare il DISG hanno, da un lato, notevole responsabilità sociale e culturale nello sviluppo, dall’altro l’opportunità di rivestire ruoli sempre più centrali nella Ricerca, Sviluppo, Divulgazione ed Implementazione di soluzioni tecniche e tecnologiche nel campo dell’ingegneria strutturale, con evidenti ricadute a livello socio-economico e culturale. Inoltre, i recenti terremoti che hanno colpito l’Italia centrale hanno rappresentato, purtroppo, un ennesimo monito e richiamo all’urgenza della definizione di un piano nazionale di ampio respiro (presumibilmente su un orizzonte temporale di 2030 anni) per la riduzione del rischio sismico del patrimonio edilizio, attraverso interventi preventivi finalizzati al miglioramento delle prestazioni dell’intero sistema edificio.                                                              2  Degli 11.226.595 edifici presenti sul territorio nazionale si stimano in 1.035.555 gli edifici vulnerabili che  richiedono un adeguamento sismico (fonte ISTAT 2001). Quindi, mantenendo le proporzioni, nel centro Italia sono  almeno 400.000 gli edifici che richiedono un adeguamento  sismico. 
  • 5. 5    In ragione di tutto ciò si evidenzia ancor più la necessità che nella Regione Lazio si crei un polo per la ricerca, lo sviluppo e la diffusione della tecnologia nel campo della protezione sismica. A riprova della validità di tale indirizzo, si ricorda che in questa direzione vanno anche le recenti politiche governative per la riduzione del rischio sismico, con l’introduzione di incentivi fiscali (Sisma Bonus, marzo 2017) per la riduzione della classe, appunto, di rischio sismico per edifici privati. È doveroso quindi attendersi che nel giro di pochi anni si possa concretizzare un notevole interesse generale a rinnovare strutturalmente/sismicamente il patrimonio edilizio italiano (intervenendo magari contestualmente anche sull’efficientamento energetico), dando luogo ad una crescita significativa della domanda per la ricerca e sviluppo sperimentale nonché validazione e certificazione di soluzioni di intervento sia tradizionali che di nuova generazione (ad es.: dissipatori, isolatori, attenuatori di vibrazione). 3. Situazione attuale dei laboratori del DISG  3.1 Laboratorio presso la facoltà di Ingegneria Civile e Industriale in via Eudossiana  Il laboratorio nella sua sede attuale in SPV (v. figg. 2 e 3 - viste, fig. 4 - interno) è situato in un corpo di fabbrica, separato dall’edificio centrale, ove sono presenti anche altri locali del DISG, adibiti in massima parte a studi e uffici. (v. le planimetrie in figg. 5 e 6: la sala prove del laboratorio è a doppia altezza). Negli ultimi anni la struttura non ha ricevuto investimenti significativi, in termini sia di risorse infrastrutturali sia di personale, salvo l’acquisto di alcune attrezzature, importanti dal punto di vista didattico (ai fini di attività formative nell’ambito dei corsi e delle tesi di laurea): una tavola vibrante monodirezionale MOOG di dimensioni limitate (1,50×1,50 m, carico utile 1000 kg, costo € 200.000 circa) ed una macchina universale MTS dotata di una piccola camera termica per prove in controllo di temperatura.   Figura 2 – Vista planimetrica del corpo di fabbrica DISG. 
  • 6. 6    Nonostante l’evidente carenza di risorse, negli ultimi anni il Laboratorio sta vivendo, grazie all’impegno del Gruppo di Ingegneria Strutturale, una significativa fase di rinvigorimento, riguardo alle attività sia di didattica, sia di ricerca e sviluppo, quali:   Figura 3 ‐ Vista ingresso al corpo di fabbrica.  Prove dinamiche su modelli e dispositivi in piccola scala su tavola vibrante,  Prove quasi-statiche cicliche (sismiche simulate) su componenti/sottosistemi trave-colonna, setti/muri con utilizzo di telai in acciaio di contrasto e martinetti oleodinamici,  Prove statiche su travi sotto macchina universale di grandi dimensioni,  Prove cicliche su dissipatori/elementi in acciaio/leghe sotto macchina universale oleodinamica. Figura 4 Interno del Laboratorio 
  • 7. 7      Figura 5 ‐ Edificio laboratorio. Pianta piano terra. Figura 6 ‐ Edificio Laboratorio. Pianta piano primo.  Alle attività sopra citate si aggiungono attività di tipo didattico-formativo che negli ultimi anni sono andate sempre più intensificandosi. Queste hanno portato ad un’articolata produzione di tesi di laurea e di dottorato di ricerca, e in generale alla formazione di allievi ingegneri nelle attività sperimentali di base di controllo di materiali e prodotti, di tecniche sperimentali e nelle analisi dinamiche di base in corsi magistrali quali, ad esempio, Scienza e Tecnica delle Costruzioni, Dinamica delle Strutture e Analisi Non Lineare delle Strutture. Tali attività didattico-formative costituiscono parte integrante dei corsi curriculari e sono ritenute fondamentali, talvolta imprescindibili per il raggiungimento degli obiettivi formativi dei corsi
  • 8. 8    suddetti. In fig. 7 un esempio di attività didattica (prove di flessione in campo lineare e non lineare eseguite con macchina universale rigida (a controllo meccanico di spostamento). Si noti come, riconoscendo la cruciale importanza di una didattica integrata teorico- applicativa/sperimentale, i migliori Atenei a livello sia nazionale sia internazionale si siano da tempo attrezzati con risorse e spazi dedicati ad una attività applicativo-sperimentale di supporto didattico (vedi Fig.8)   Figura 8 ‐ Esempi di frequentazione in laboratori  Come già anticipato, nello stesso edificio trovano luogo alcuni locali, allo stato attuale adibiti perlopiù a studi per dottorandi e assegnisti di ricerca (circa 15-20 persone). È importante ricordare che tali spazi sono stati sottratti anni addietro, per necessità logistiche, al Laboratorio; in essi erano svolte attività accessorie con macchine di prova da banco, la cui ricollocazione nello spazio principale del laboratorio al pian terreno ha comportato una significativa riduzione degli spazi operativi. Il tema emergente delle attività di “terza missione” è trattato più avanti.   Figura 7 Prove a finalità didattica
  • 9. 9    Aspetti Critici L’edificio del Laboratorio, mostra alcune criticità quali:  dimensioni ridotte,  difficoltà di accesso,  assenza di un’area di stoccaggio,  mancata riqualificazione in tempi recenti. Nello specifico il DISG intende procedere, anche per superare le criticità, attraverso una riallocazione organica delle attività sperimentali per fornire una migliore integrazione agli aspetti teorici e pratico-operativi delle discipline di settore o altre discipline con cui poter ricercare sinergie.   3.2 Laboratorio presso la Facoltà di Architettura a via Antonio Gramsci  La Sezione del DISG presso la facoltà di Architettura è dislocata su tre edifici (A, B e C) di tipologia capannone prefabbricato, in prossimità del corpo principale della Facoltà (Figg. 9,10,11).   Figura 9 ‐ Complesso edilizio della Facoltà di Architettura.
  • 10. 10        Figura 10 ‐ Planimetria della sede DISG presso la Facoltà di Architettura.  Il laboratorio Materiali e Strutture occupa attualmente l’edificio B e parte dell’edificio A. In particolare, l’edificio B, dotato di strong floor e attrezzato, è attualmente destinato a prove su elementi strutturali, mentre nell’edificio A si trovano le macchine di prova sui materiali, una macchina per l’esecuzione di prove su isolatori sismici (al momento solo statica, in attesa di upgrade dinamico) e una macchina per prove di compressione e taglio su pannelli murari. Figura 11 ‐ Vista interno Edificio A. È da precisare che nel 2017 è stato redatto un progetto di riorganizzazione dei tre edifici, finalizzato alla realizzazione di spazi comuni per riunione, attualmente assenti, all’aumento degli spazi degli studi dei docenti, oggi particolarmente esigui, oltre che alla creazione di una sala di lettura aperta agli studenti. Il progetto prevede una contrazione degli spazi di laboratorio in favore dei nuovi locali. Per ridurre l’area di Laboratorio si prevede la riallocazione o, in ultimo, lo smantellamento di alcune macchine di prova. Il Laboratorio manterrebbe, presso la sede, la funzione di struttura di tipo didattico formativo, per l’esecuzione di prove di base sui materiali e su piccoli elementi strutturali, fortemente auspicato dalla Facoltà di Architettura, da svolgersi nell’edificio B. Edificio C  Edificio B Edificio A 
  • 11. 11    Come nel caso del laboratorio a via Eudossiana, anche questa struttura soffre pesantemente per la fortissima riduzione del personale tecnico e amministrativo dedicato che si è verificata negli ultimi anni. Nonostante le sofferenze, comunque, alle prove correnti sui materiali, sono state affiancate attività sperimentali di valore eseguite nell’ambito di Progetti di ricerca quali:  ReLUIS (Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica), anni 2005, 2010, 2014, 2017, 2018,  Alcune ricerche a carattere sperimentale nell’ambito delle strutture in muratura, quali: - Sviluppo di un penetrometro a controllo numerico per prove su malte di murature, 2016. - Prove su malte prelevate da edifici collassati (terremoto dell’Italia Centrale), 2016. - Attività di riferimento e complemento per campagne di prove in situ (Misure di vibrazioni ambientali su chiese e campanili danneggiati del terremoto dell’Italia Centrale, 2016, UNESCO, Analisi di vibrazioni ambientali su monumenti danneggiati dal terremoto di Gorkha, Nepal, 2015: Swayambunath Stupa, Gorkha Durbar, Nuwakot Durbar, 2016). Aspetti Critici Anche in questo caso, l’edificio del Laboratorio, mostra alcune criticità quali:  dimensioni limitate  assenza di un’area di stoccaggio  mancata riqualificazione in tempi recenti Il tema dell’attività di “terza missione” verrà ripreso più avanti. 4. CAPACITA’ E POTENZIALITA’ DEL GRUPPO DI INGEGNERIA STRUTTURALE  Il Gruppo di Strutture del DISG (22 docenti nel settore ICAR08 Scienza delle Costruzioni e 15 docenti nel settore ICAR09 Tecnica delle Costruzioni con afferenza divisa fra due Facoltà), ha notevole esperienza a livello nazionale e internazionale in attività di sperimentazione con varie finalità (didattica, ricerca applicata, R&D), finanziata o cofinanziata a vario titolo da enti governativi e/o aziende private e consorzi sia nazionali che internazionali. Concreti e significativi i risultati di tali attività (v. per il dettaglio Appendice A) sono riassumibili come segue:  formazione di allievi ingegneri civili, edili-architettura, meccanici, biomedici e aerospaziali nonché di dottorandi di ricerca in ingegneria delle strutture;  tesi sperimentali di laurea e dottorato;  un cospicuo numero di pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali o conferenze;  notevole impatto in termini di citazioni (in generale) e indici bibliometrici;  brevetti e proprietà intellettuali;  sviluppo di spin-off/start-up con coinvolgimento diretto di ex-studenti e collaboratori scientifici ;  ingenti finanziamenti sia governativi che privati ottenuti tramite progetti/convenzioni di ricerca con attività sperimentale;  capability development: crescita e sviluppo del know-how di decine di giovani ricercatori, ingegneri specializzati nel settore SHM (structural health monitoring);
  • 12. 12     tessitura di legami con il Territorio, e sinergie Industria-Università (Vianini Industria, Bridgestone, Aerosekur, POMA, etc.);  riferimento per perizie e consulenze in campo giudiziario (Civile, Penale, TAR, Cons. di Stato). Purtroppo, si deve segnalare che, in numerosi casi, i professori e i ricercatori del Gruppo di Ingegneria Strutturale hanno dovuto rivolgersi a laboratori di altre Università o Centri di Ricerca nazionali e internazionali per svolgere attività di ricerca sperimentale sia su sottosistemi di piccole-medie dimensioni che su sistemi strutturali in grande scala. Infatti, benché i due laboratori abbiano provveduto, per quanto possibile, a fornire un’adeguata risposta alla domanda di sperimentazione dipartimentale, e per mancanza di spazi, attrezzature o risorse umane, si è spesso dovuto ricorrere a strutture esterne, con evidente perdita di riconoscimento scientifico nonché di ricavi diretti e indotti, e talvolta con impegno diretto di primaria importanza per l’allestimento delle prove e la loro conduzione. In particolare, si citano i casi di:  sperimentazioni su tavola vibrante condotte presso ENEA Casaccia di modelli di edifici in acciaio dotati di protezione sismica basata sulla dissipazione di energia, di serbatoi isolati alla base, di pareti in muratura in scala reale soggette a rocking monolatero sotto azioni sismiche (sperimentazione su tavola vibrante condotta presso ENEA Casaccia), Progetto ReLUIS 2005, 2011.  Cattedrale di Tricarico (indagini endoscopiche, porosimetria, prove soniche, georadar, misure di vibrazione ambientale condotte dal CNR-IBAM, Tito Scalo (PZ)), 2012.  Cattedrale di Matera (prove soniche, georadar, misure di vibrazione ambientale eseguite dalla TecnoLAB, PhotoScan eseguito da DSDRA “Sapienza”), 2013.  Cattedrale di San Gerardo, Potenza (misure di vibrazioni ambientali condotte dal CNR- IBAM, Tito Scalo (PZ)), 2014.  Chiesa di San Michele, Marsico Nuovo (misure di vibrazioni ambientali e PhotoScan eseguite dal CNR-IBAM, Tito Scalo (PZ)), 2015.  Identificazione di meccanismi locali tramite rilievo laser scanner del centro storico di Rocca di Mezzo (AQ) (rilievo con laser scanner eseguito da DSDRA “Sapienza”), 2015.  Misure di vibrazioni ambientali sul Ponte delle Torri, Spoleto (misure di vibrazioni ambientali eseguite da ENEA), 2016.  Sperimentazione su tavola vibrante di strutture in muratura in scala reale sotto azioni sismiche (sperimentazione su tavola vibrante condotta presso LNEC, Lisbona), 2017.  Sperimentazione su malte da iniezione addizionate con CNT (sperimentazione eseguita presso Politecnico di Torino), 2017. È evidente che, se da un lato l’accesso a laboratori di prove sperimentali attrezzati ha rappresentato uno stimolo per la creazione di nuove reti/network e di collaborazioni a livello nazionale e internazionale, la disponibilità di un nuovo Laboratorio Strutturale presso Sapienza consentirebbe di invertire tale tendenza, potendo in prospettiva il gruppo dei docenti divenire ospitante (host) e coordinatore attivo con ruoli decisionali e di interazione più importanti, anziché solo ospite (guest) con ruolo inevitabilmente più marginale. È utile altresì precisare che i contatti allacciati e le collaborazioni intraprese recentemente con organismi a livello nazionale (Reluis, Rete di Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica), europeo (SERA, Transnational Access Program) e internazionale (NEES, Network of
  • 13. 13    Figura 12 Relazioni con altri laboratori a livello internazionale Earthquake Engineering Laboratory in US, ILEE, International Joint LAboratory in Earthquake Engineering) vanno in tal senso (v. fig. 12 ). . 5. ATTIVITÀ ISTITUZIONALE (LABORATORIO UFFICIALE) E DI COSIDDETTA 3A   MISSIONE  L’attività istituzionale di controllo sui materiali da costruzione sul territorio italiano è stata affidata per legge a partire dal 1939 dapprima ad alcuni laboratori pubblici: nove laboratori universitari - fra cui l’allora “Laboratorio di Scienza delle Costruzioni” dell’Università di Roma - e al laboratorio, sezione ferroviaria, del Regio Istituto Sperimentale delle Comunicazioni. Con la legge 1086/1971 l’attività di controllo dei materiali da costruzione viene estesa anche a laboratori privati “autorizzati”. Viene comunque conservata una distinzione fra laboratori ufficiali e autorizzati, sia formale, sia sostanziale: essa si concretizza nella possibilità di andare oltre al semplice controllo dei materiali, potendo i laboratori ufficiali certificare la risposta strutturale di prodotti, sistemi e particolari costruttivi, anche innovativi, nonché effettuare alcune attività di controllo (controlli di taratura delle attrezzature di prova) presso i Laboratori privati autorizzati. Vale appena ricordare che, dal 2001, la legge (DPR 380/2001 e ss.mm.ii.) attribuisce il ruolo di pubblico servizio al Laboratorio. Ciò implica la necessità, per l’Amministrazione, di assicurare la funzionalità del Laboratorio in termini di organizzazione, attrezzature e personale, funzionalità la cui turbativa sarebbe penalmente rilevante. Questo ha portato naturalmente il Laboratorio a svolgere una funzione primaria nel campo delle attività di cosiddetta 3a missione, favorendo con i contatti naturalmente formatisi, il trasferimento delle tecnologie, anche innovative, alla società, contribuendo così al suo sviluppo.
  • 14. 14    5.1 L’attività del controllo dei materiali da costruzione  Allo stato attuale l’attività, dal mero punto di vista economico, assolutamente primaria fino a circa venti anni fa e perciò principale fonte di autofinanziamento del Laboratorio, si è andata via via riducendo, sino a passare in secondo piano. I motivi sono facilmente individuabili:  Forte concorrenza da parte degli operatori privati del settore, basata sulla logica del ribasso del prezzo più che sul miglioramento della qualità del servizio (ne è conferma il fatto che, salvo casi sporadici, spesso le prove hanno riguardato materiali destinati ad opere per le quali il controllo appariva sostanziale).  Difficoltà dei committenti delle prove nell’accesso al laboratorio per la consegna dei materiali. La sua allocazione al centro di Roma, a ridosso di una ZTL, e con accesso indubbiamente poco favorevole per i mezzi di trasporto, rappresentano un punto a sfavore nel rapporto commerciale. Né gli aspetti contingenti e burocratici agevolano l’ipotesi di istituire un servizio valido di raccolta dei campioni (punti di raccolta esterni, utilizzazione di personale in servizio esterno etc.)  Rigidità nelle modalità di pagamento  Riduzione negli ultimi dieci anni della realizzazione di nuove costruzioni con conseguente riduzione generale della domanda. Le prove classiche sui materiali, in forza anche di normative volte in tal senso, sono state via via affiancate da prove, sia in situ, sia in laboratorio, su materiali prelevati da edifici esistenti. Riguardo alle opportunità future, due sono i fattori d’interesse: 1) La nuova normativa appena entrata in vigore (DM 2018) è più stringente sul controllo delle attività di prelievo in situ dall’esistente, riconducendone la gestione e responsabilità ai laboratori e sottraendo quindi una fetta di mercato all’attività di personale talvolta inesperto e sostanzialmente fino adesso deresponsabilizzato. Questo spinge ad un miglioramento della qualità della filiera di controllo e quindi può costituire fonte di incremento di mercato per il Laboratorio. 2) È intenzione del Ministero Infrastrutture e Trasporti, che istituzionalmente controlla il settore, di promulgare una norma che imponga il controllo dei prezzi delle prove sui materiali, sottraendoli alla logica del ribasso, perché incomprimibili in quanto assimilabili agli oneri per la sicurezza. Il Ministero ha creato, in proposito, una commissione di studio di esperti, di cui peraltro fa parte anche personale afferente a questo Dipartimento, per proporre le necessarie indicazioni da inserire nel testo normativo. I due fattori combinati rappresentano una base concreta per la ripresa delle attività di controllo sui materiali. Il trasferimento del settore prova materiali e componenti strutturali a scala maggiore (travi, colonne, pannelli, solai etc.) in una nuova sede presso il Comparto C10 renderebbe certamente più agevole il raggiungimento e l’accesso da parte di esterni. Ciò con un innegabile vantaggio sui volumi della clientela e sulla loro gestione. La presenza di maggiori spazi consentirebbe una più agevole e sostenibile revisione dell’attività, non solo finalizzata ad un miglioramento dal punto di vista della sicurezza, ma anche al rispetto dei protocolli di prova, che, per esempio, prevedono una maturazione dei provini di calcestruzzo in ambiente a temperatura e umidità controllata, rispetto a questo ancora più
  • 15. 15    pressante nella gestione del laboratorio, stante l’obbligo reso esplicitamente cogente nella nuova normativa, di effettuare le prove al termine della maturazione di 28 giorni, e trasferendo in sostanza l’onere del controllo della maturazione al Laboratorio di prova. 5.2 Le attività sperimentali speciali di 3a  missione.  Il laboratorio ha svolto negli ultimi anni attività sperimentali particolari, tra le quali prove su:  apparecchi costruttivi innovativi funzionali alla protezione sismica (dissipatori di energia, isolatori, attenuatori di vibrazioni);  studio del comportamento e di controllo su traverse ferroviarie in c.a.p. e su armamenti ferroviari di tipo innovativo a piastra;  studio del comportamento strutturale di un sistema di isolamento per murature;  studio di sistemi di rinforzo per murature;  studio della risposta di elementi di c.a. danneggiati da corrosione;  comportamento sotto l’azione sismica di tasselli per il fissaggio strutturale;  collegamenti dissipativi per strutture intelaiate precompresse in legno;  pannelli in muratura rinforzati con compositi;  travi REP;  strutture tensairity con cavi a memoria di forma;  cavi ibridi in acciaio e fili a memoria di forma per innovativi sistemi di protezione sismica. Scopo di tali attività sperimentali era quella di fornire indicazioni sul funzionamento dell’elemento di studio al Committente, con finalità di ricerca applicata allo sviluppo, al controllo/certificazione ovvero all’ottimizzazione industriale. Il laboratorio ha effettuato accordi di collaborazione con spin off universitari volti all’analisi del comportamento strutturale, fornendo attivamente supporto (ideazione e gestione di campagne di prova sperimentali). L’attività sperimentale di 3a missione potendo disporre di un laboratorio per le prove di elementi strutturali di dimensioni maggiori e allestito opportunamente può comunque acquisire un ruolo più importante nel mercato dell’innovazione. Vale appena far notare che, recentemente, prove su pannelli murari (Committente una ditta produttrice di un sistema innovativo per l’isolamento dell’umidità di risalita), prove su appoggi da ponte in gomma armata, (Committente una società che opera nel campo infrastrutturale) e prove di risposta strutturale di traverse ferroviarie (Committente una industria di prefabbricati), seguite direttamente da personale afferente al DISG, e che naturalmente sarebbero state condotte nel laboratorio in SPV, sono state dirottate in altri laboratori, universitari e non, per obiettive difficoltà di allestimento. Stessa sorte ha seguito il pluriennale sviluppo di connessione di elementi per industrie di prefabbricazioni. L’ipotesi di trasferimento delle attività sperimentali pesanti del Laboratorio, prevede anche l’implementazione di un sistema di prove per lo studio del comportamento e la certificazione di isolatori sismici elastomerici: è da precisare che in un recente passato il DISG ha effettuato questa attività: la macchina di prova utilizzata è attualmente installata nella sede del Laboratorio presso la facoltà di Architettura, ma le variazioni normative subentrate la rendono nella sua
  • 16. 16    configurazione attuale non più direttamente utilizzabile per la certificazione. In parallelo si sta prevedendo la realizzazione di un sistema per prove per lo studio e la certificazione di attenuatori di vibrazione a masse accodate. È questa una attività di buon livello scientifico tipica di un Laboratorio di punta nel settore strutturale, assente nell’Italia centrale, che può rappresentare una valida occasione e al contempo fornire una buona fonte di autofinanziamento per la struttura. 5.3 Attività di supporto all’Ingegneria Forense  Ambedue le sedi del Laboratorio hanno grande esperienza nel prestare supporto nelle indagini a carattere sperimentale a Periti, Consulenti di Ufficio o di Parte, nell’ambito di processi Civili, Penali o Amministrativi. Spesso, per la loro capacità e probità, docenti del Gruppo di Ingegneria Strutturale sono stati chiamati a svolgere tali ruoli. I problemi sono legati frequentemente a dissesti o a difettosità in termini prestazionali delle strutture, alla ricerca delle loro cause e alla prevedibilità o meno del loro verificarsi. La sperimentazione fisica fornisce solitamente i parametri necessari a garantire l’attendibilità delle risultanze delle valutazioni numeriche, e spesso una guida alla diagnosi. Il tema, pienamente inquadrato in quello più generale dell’analisi della sicurezza e del rispetto dei requisiti strutturali implica una delicata e specialistica attività, anche di buon livello tecnico-scientifico, tipica di un Laboratorio di punta nel settore strutturale. L’attività rappresenta, al contempo, una buona fonte di autofinanziamento per la struttura. A titolo esemplificativo e non esaustivo, si riportano gli interventi più significativi del Laboratorio in casi rilevanti che si sono presentati negli ultimi anni.  Prove su materiali a supporto della consulenza tecnica per conto della Procura della Repubblica presso il Tribunale dell’Aquila relativa al crollo della Casa dello Studente in occasione del sisma del 06/04/2009, 2009.  Misurazioni e prove per conto della Procura della Repubblica di Roma, relativa ad un edificio di Lungotevere Flaminio a Roma, 2016  Misure di vibrazioni ambientali e prove di resistenza sui materiali, per conto della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tivoli, relativa a un edificio in Mentana, 2018.  Prove su materiali a supporto della consulenza tecnica per conto del Tribunale Civile e Penale di Spoleto relativa al crollo verificatosi nella Sala polivalente di Norcia, 2018. Figura 13 ‐ Attività di Ingegneria Forense. 
  • 17. 17        6. Proposta di sviluppo del sistema Laboratorio del DISG  Stanti le attività e le funzioni del Laboratorio del DISG, qui sopra descritte, viene qui di seguito presentata un’ipotesi di razionalizzazione e sviluppo che tiene in conto le problematiche prospettate. L’ipotesi parte dalla seguente razionalizzazione: Spostamento della gran parte delle attività nel nuovo polo sperimentale presso il comparto C10 in via dei Monti di Pietralata, nei pressi della stazione Tiburtina, in particolare:  Sede di SPV: spostamento dell’attività sperimentale di Ricerca, di Laboratorio Ufficiale e di 3a missione in generale presso il nuovo Polo, conservando nella sede di via Eudossiana solo una piccola area per attività di supporto alla didattica e, nello stesso edificio, gli studi e gli uffici ivi presenti. Contestuale cessione alla Facoltà delle aree liberate (v. fig. 14).   Figura 14 Aree (in azzurro e marrone) da cedersi alla Facoltà, disponibili per spazi comuni     Laboratorio di via Gramsci: trasferire, nel rispetto delle considerazioni precedentemente formulate, le attività di sperimentazione, su elementi e strutture in grande scala, al comparto C10, conservando anche in questo caso, presso la Facoltà di Architettura, un’unità di supporto alla didattica. Appare evidente che, se ben integrata, l’attuale proposta di sviluppo del laboratorio C10 si prospetta come un’interessante opportunità di potenziamento e integrazione delle attuali
  • 18. 18    capacità, in particolare della sede di S.P.V. con la possibilità di potenziare tutte le attività di ricerca, ivi comprese quelle nell’ambito dello svolgimento delle tesi di dottorato di ricerca a indirizzo sperimentale su modelli e prototipi in grande scala. Per quanto attiene alle Risorse Umane, il piano del DISG prevede il trasferimento nella nuova sede di tutto il personale tecnico (3 unità di personale) che attualmente opera nel Laboratorio Materiali e Strutture di via Eudossiana, non reputando necessaria una presenza continuativa nella residuale Unità di Supporto alla Didattica. Il funzionamento di quest’ultima sarebbe garantita dagli stessi docenti delle materie facenti capo alle discipline di Scienza e di Tecnica delle Costruzioni e dal contributo di assegnisti di Ricerca e di eventuali borsisti dedicati. Benché il DISG si impegni a fornire il massimo contributo possibile in termini di risorse umane allo sviluppo delle attività nel comparto C10, corre l’obbligo di sottolineare che, per un vero e proprio rilancio delle attività, ancorché in sinergia con altri dipartimenti, il team di tecnici che opererebbe nel comparto risulterebbe piuttosto esiguo e richiederebbe un rafforzamento. 6.1  Attrezzature  necessarie  per  la  conduzione,  il  rilancio  e  lo  sviluppo  delle  attività sperimentali di ricerca e di 3a  missione Il quadro che si delinea prevede:  dal punto di vista infrastrutturale, la creazione di un laboratorio caratterizzato strutturalmente dalle seguenti componenti:  un ampio strong floor (piastra di c.a. a quota calpestio, dotata in maniera generalizzata, di organi di attacco efficaci sotto carichi anche rilevanti,  un opportuno “muro di contrasto” (Parete di c.a. di spessore rilevante, incastrata al piede e di forma varia, che rappresenti vincolo alle azioni orizzontali),  una sede per piazzare e vincolare una tavola vibrante di dimensioni almeno medie (e.g. 4,00 m ×4,00 m) per prove dinamiche significative su modelli in grande scala,  le necessarie sedi per le macchine per prove su materiali,  locali accessori (camera a temperatura e umidità controllata, depositi e archivi, uffici per il personale e per i docenti che dovranno passare periodi significativi presso il polo sperimentale per la conduzione della loro attività di ricerca).  Dal punto di vista delle attrezzature,  una tavola vibrante di dimensioni medie (4,00 m ×4,00 m), possibilmente più grande, e almeno bidirezionale, per prove dinamiche significative su modelli in grande scala;  un set di martinetti oleodinamici per prove statiche e dinamiche in controllo di forza e di spostamento, da installare sul muro o su altra struttura di contrasto per prove statiche o dinamiche;  un castello di contrasto in acciaio che svolga il ruolo di complemento al muro in c.a.  Dal punto di vista impiantistico, principalmente sono previsti:  un impianto elettrico di distribuzione di f.e.m., orientativamente almeno 300 kW, a fronte dei 100 kW disponibili nel laboratorio attuale, nonché,  un impianto di distribuzione e raffreddamento di olio in pressione. (1000 l/min /280 bar a fronte dei 160 l/min ora disponibili).
  • 19. 19    In fig. 15 è evidenziata l’area suggerita dall’Ateneo per il laboratorio DISG e le aree esterne annesse   Figura 15 Indicazione dell'area suggerita dall'Ateneo Qui di seguito alcune considerazioni su motivazioni e caratteristiche peculiari della tavola vibrante multi-direzionale necessaria. Al fine di consentire l’attività di testing dinamico su scala medio-grande nel laboratorio, risulta necessario dotarsi infatti di una tavola vibrante di caratteristiche e dimensioni superiori rispetto a quelle della tavola ora in dotazione al dipartimento. La possibilità di condurre test sulla risposta sismica e, più in generale dinamica, di strutture in scala maggiore (reale o prossima alla reale) e, per esse, validare la funzionalità di sistemi di controllo innovativi, si può concretizzare solo attraverso l’utilizzo di una tavola vibrante di dimensioni e caratteristiche che superino gli standard finora impiegati. In particolare, e tenendo presente i limiti degli spazi a disposizione nel comparto C10, una tavola di dimensioni medie, non inferiore a 4,00 m × 4,00 m (ideale 5,00 × 5,00 m), capace di riprodurre una risposta dinamica multi-direzionale, risulta più idonea alle nuove prospettive di ricerca e sviluppo del laboratorio. Tavole di queste dimensioni e caratteristiche (multi- direzionalità) vengono ad oggi realizzate da poche società specializzate (esempi sono la Servotest e la MTS) seguendo le indicazioni e le specifiche richieste dal laboratorio committente. Non esistono infatti in commercio tavole già preassemblate e collaudate che risultino superiori alle dimensioni 3,00 × 3,00 m. L’apparato servo-idraulico necessario al funzionamento deve essere collocato esternamente alla tavola stessa, possibilmente in un locale esterno o isolato acusticamente. A questo si deve aggiungere un sistema di raffreddamento del circuito dell’olio in pressione (in genere torri di raffreddamento sempre da collocare all’esterno della struttura. Area servizi Area stoccaggio e prova grandi prototipi Area interna Binari per sistema di  trasporto grandi prototipi 
  • 20. 20    Un esempio di allestimento di una tavola di dimensioni medio grandi è riportato in fig. 16.   Figura 16: Allestimento schematico di una tavola vibrante.  Possibili specifiche tecniche della tavola vibrante sono riportate di seguito:   - Dimensioni in pianta della tavola vibrante: minimo 4,00 m × 4,00 m; - Carico utile: 40 t; - Massima componente di accelerazione orizzontale: 1g; - Massima accelerazione verticale: 1,5 g; - Massima velocità orizzontale: 1,5 m/s; - Massima velocità verticale: 1 m/s; - Massima spostamento: ±0.5 m. Stanti le caratteristiche dinamiche delle condizioni di carico cui la tavola può essere soggetta in fase di esercizio, è necessario con ogni probabilità prevedere anche un sistema di isolamento di tutto l’apparato al fine di evitare possibili interazioni con la struttura del laboratorio. Si stima dunque che l’ingombro totale per la tavola sia di almeno 9,00 m × 9,00 m anche se la zona attorno alla vera e propria tavola deve risultare fruibile e calpestabile. Inoltre, risulta necessario prevedere adeguati spazi per la collocazione delle pompe idrauliche atte al funzionamento degli attuatori idraulici e altresì tutti i condotti necessari al passaggio dei cablaggi elettrici ed idraulici (ispezionabili) di collegamento tra il sistema di pompe e gli attuatori. 6m 6m 12m 12m 3m Sistema di isolamento della so ostru ura Locale pompe idrauliche Condo o sistema idraulico ed ele rico 8m 8m 8m
  • 21. 21    Utile complemento per la tavola potrebbe essere una camera termica finalizzata all’esecuzione di prove dinamiche a temperatura controllata. L’involucro deve essere dotato dell’isolamento termico idoneo e delle macchine pompe di calore e condizionamento per eseguire il controllo termico. L’intera infrastruttura comporterebbe ovviamente un ingombro ulteriore. 6.2 PIANO DI SVILUPPO: TEMPISTICA E BREAK-EVEN POINT  In termini esecutivi ed operativi, è fondamentale che l’intervento di ristrutturazione del laboratorio di S.P.V. e del C10 non comportino significative interruzioni di tutte le attività.  Per far ciò, al trasferimento programmato di attrezzature esistenti (talvolta obsolete e da rinnovare), dovrà precedere l’acquisizione di nuove apparecchiature di prova, in grado di essere (pressoché) immediatamente operativi per poter subito ripartire con il calendario delle attività, anche nel rispetto degli accordi in corso (convenzioni di ricerca con enti governativi finanziatori e/o imprese private).  Nella proposta descritta si è previsto il mantenimento di spazi con funzioni di supporto all’attività didattica. Ciò richiederà opere civili, impiantistiche, spostamenti e rilocazioni interne con una sospensione delle attività, indicativamente, di circa sei mesi (da ridiscutere con i progettisti).  Stanti le informazioni sinora fornite, si stima che l’apertura del C10 possa avvenire nel 2023-2024. In base alle esperienze nazionali (i.e. Eucentre/Reluis), ed internazionali (i.e. PEER, NEES, NCEER) l’obiettivo del Business Case, da elaborare nel dettaglio nel corso dei prossimi mesi ed in continuo aggiornamento nel corso dei prossimi anni, dovrebbe essere quello di raggiungere un Break-Even Point (in cui andrebbe ad esaurirsi il finanziamento di Sapienza come Start-Up), di circa 5-8 anni (2028/9-2032/3), tale periodo consentirebbe infatti al laboratorio di rendersi economicamente indipendente (capacità di autofinanziarsi, al netto delle manutenzioni, con contratti di ricerca per prove sperimentali e dei costi di personale aggiuntivo) dopo aver raggiunto un funzionamento a regime. Nel Business Plan di seguito riportato si forniscono le indicazioni necessarie. 6.3 BUSINESS PLAN Se ben coordinato, il piano di integrazione e di sviluppo delle potenzialità delle attività sperimentali di supporto a didattica, ricerca e sviluppo può comportare, in favore della Facoltà e di Sapienza, già nel breve-medio termine (3-7 anni), un apprezzabile incremento di:  Studenti di Master I Livello (Laurea magistrale) e Dottorato/PhD di provenienza nazionale ed internazionale, attratti da interessanti prospettive di partecipare a ricerca innovativa;  Visiting Students (Erasmus/PhD), Researchers and Professors da Università e/o centri di ricerca nazionali ed internazionali sia per partecipare ad attività di ricerca collaborativa, sia per tenere seminari, corsi brevi, workshop coordinati  Capacità di attrarre fondi di ricerca a livello Nazionale (i.e. PRIN, Reluis, Regione Lazio) ed Europeo (i.e. ERC, Horizon 2020) con cui finanziare spese dirette (consumables e piccola strumentazione di laboratorio), assegni di ricerca, borse di dottorato, missioni nonché Overheads di ricercatori e parziale finanziamento di tempo (Assegni a vario titolo a costo zero per Sapienza, incluso Overheads) associato a risorse umane esistenti e nuove.
  • 22. 22     Convenzioni di ricerca per R&D, certificazione strutturale e sismica, qualificazione di sistemi strutturali e non-strutturali, componenti elettrici e meccanici, etc.  Interazione, accordi quadro (i.e. Memorandum of Understading) e convenzioni di personale e risorse con Ministeri, Associazioni di Costruttori (ANCE), Ordine Ingegneri e Architetti per disseminazione, co-creazione. Alla luce delle considerazioni precedenti, la Sapienza direttamente e/o la Facoltà di Ingegneria e/o DISG potrebbero stipulare un accordo quadro con stakeholders mirati (i.e. ANCE, Regione Lazio, ANAS, Confindustria, …) per un co-finanziamento di apparati di prova e/o la fornitura di provini sperimentali (edifici-telai di 2 piani, muri-setti, pile da ponte, solai- diaframmi, nuovi materiali) a costi agevolati se non gratuiti, eventualmente a fronte di costi agevolati se non gratuiti, a seconda della valenza commerciale o meno delle risultanze delle prove stesse. Tramite Fondazione Sapienza, si potrebbero inoltre proporre finanziamenti alla ricerca nella forma di membership/sponsorizzazioni (tipiche di altri grandi centri di ricerca nazionali ed internazionali), nonché borse di studio per dottorandi/assegnisti di ricerca, co-finanziamento conferenze/workshop, etc. Qui di seguito si forniscono le prime indicazioni necessarie per formulare un Business Plan, in particolare:  Risorse necessarie (budget e personale tecnico aggiuntivo) come Start-up forniti da Sapienza (possibilmente in convenzione con Enti/Finanziatori Esterni quali Regione Lazio, ANCE, Associazione Nazionale Costruttori Edili);  Introiti previsti da Progetti di Ricerca (finanziati da enti esterni a Sapienza)  Possibilità del laboratorio di aumentare e, a regime, autofinanziarsi personale tecnico- scientifico di supporto alle attività di ricerca sperimentale. Allo stato attuale, le grandi attrezzature del laboratorio risultano limitate e in parte obsolete, comunque poco utilizzabili per sperimentazioni a carattere innovativo. In termini di predisposizione, la nuova struttura presso il C10, per essere pienamente operativa fin dall’inizio, ha bisogno di un investimento Start-up a fondo perduto, possibilmente co-finanziato dai vari enti/partner con accordi quadro ovvero attraverso sponsorizzazioni. Il finanziamento sarebbe finalizzato all’acquisto di attuatori completi di pompe di alimentazione e celle di carico per il conferimento delle azioni (esecuzione di prove quasi- statiche cicliche, pseudo-dinamiche o dinamiche), in particolare una dotazione ottimale è così articolata: - Martinetti oleodinamici universali agenti sia in controllo di forza che di spostamento: - 4 unità da 1500 kN  500 mm spostamento - 4 unità da 1000 kN  500 mm spostamento - 2 unità da 500 kN  250 mm spostamento - 4 unità da 250 kN  250 mm spostamento - 4-8 pompe idrauliche individuali oltre al sistema idraulico dell tavola vibrante. - Celle di carico compatibili con gli attuatori di cui sopra (circa 12 unità) con fondo scala vario) - Sistemi di acquisizione per un totale di 300 canali
  • 23. 23    - Ulteriori 100 Trasduttori di spostamento LVDT - Ulteriori 12 Trasduttori di spostamento Sony - Ulteriori 20 Accelerometri - Tavola vibrante multidirezionale: 4,00m x 4,00 m - Ulteriore personale tecnico in grado di gestire autonomamente prove sperimentali (contratto per periodo limitato), precisamente - 1 tecnico laureato con compiti sia operativi che di gestione e sviluppo - 1 tecnico non laureato con compiti di costruzione, officina, preparazione provini, acquisizione dati, esecuzione prove, smaltimento provini.   - Costi previsti per attrezzature (quotazioni di larga massima): - Attuatori: prezzi compresi fra € 25000 e € 150000 € 1.000.000 - Pompe: € 500.000 - Strumentazione varia € 100.000 - Tavola vibrante € 1.500.000 - Costi Approssimativi Previsti per personale : - Tecnico laureato: € 60,000/anno per 5 anni - Tecnico non laureato; € 40, 000/anno per 5 anni - ENTRATE previste: stima mediamente ottimistica - 1 PRIN sperimentale ogni 4 anni € 50.000 /anno - 1 Convenzione media con industria ogni 2 anni € 50.000 /anno - 1 ERC ogni 5 anni 1milione euro €200.000/anno - 2 Horizon 2020 come membri ogni 5 anni ( tot. €300.000) € 60.000/anno - Miscellanea: € 200.000 i.e. € 40,000/anno - TOTALE ENTRATE: circa € 350.000  € 400.000/anno - BREAK – EVEN POINT: circa 5-8 anni (inclusa tavola vibrante) Nel calcolo delle entrate non è stata considerata la possibilità di riattivare l’attività di prova su isolatori sismici, attività ben remunerativa e i cui ricavi sono stimabili, assolutamente per difetto, nell’ordine di € 100.000/anno.
  • 24. 24    7.  Il  Laboratorio  integrato  C10:  possibili  sinergie  e  condivisione  multi‐ disciplinare come opportunità di crescita  Le attività sperimentali previste presso il Comparto C10 possono essere inquadrate nell’ambito di una filiera sperimentale articolata che punta a caratterizzare materiali, strutture e infrastrutture a diverse scale e nei diversi campi applicativi (civile, aerospaziale, meccanico). La sperimentazione fisica coinvolge diversi settori scientifico-disciplinari afferenti ad almeno tre Dipartimenti, come illustrato nella tabella sottostante. DISG DICEA DIMA SettoriScientificoDisciplinari Tecnica delle Costruzioni Costr. Idrauliche Mar. e Idrologia Meccanica del volo ICAR/09 ICAR/02 ING-IND/03 Scienza delle Costruzioni Strade, ferrovie ed aeroporti Costruzioni e strutture aerospaziali ICAR/08 ICAR/04 ING-IND/04 Geotecnica Trasporti Fluidodinamica ICAR/07 ICAR/05 ING-IND/06 Architettura Tecnica Meccanica dei fluidi ICAR/10 ING-IND/08 Tecnologie dell’architettura Misure meccaniche e termiche ICAR/12 ING-IND/12 Mecc. applicata alle macchine ING-IND/13       Progettaz. meccanica e costruz. di macchine       ING-IND/14
  • 25. 25    Le attività in ambito sperimentale affrontate normalmente nei dipartimenti coinvolti, pur spaziando in ambiti differenti, possono rappresentare un trait d’union tra le diverse discipline. È altresì doveroso citare il ruolo aggregativo svolto in Facoltà dai centri di ricerca (CISTeC, CRITEVAT) particolarmente presenti nei settori della 3a missione. Valgano come esempi le attività nell’ambito dei seguenti campi:  dinamica strutturale lineare e non lineare,  studio dei fenomeni di instabilità,  caratterizzazione meccanica dei materiali a scala diversa,  monitoraggio,  interazioni multi-fisiche (interazioni fluido-struttura, materiali sciolti-opere strutturali etc.) In particolare, si riportano di seguito alcuni dei temi di interesse comune tra i settori scientifico disciplinari afferenti al tre dipartimenti.  Caratterizzazione meccanica dei materiali che in ambito civile (ICAR/09) spazia dai più classici materiali da costruzione ai materiali innovativi; per le prime due tipologie menzionate, è bene evidenziare che tale attività è di interesse anche in ambito stradale e ferroviario (ICAR/04). Con uno sguardo all’innovazione nell’ambito dei materiali strutturali, non si possono non menzionare i più moderni materiali compositi, come fibre di carbonio, fibre di vetro e nanocompositi che trovano impiego sia in ambito civile (ICAR/09) per il rinforzo e la riabilitazione strutturale (ovvero per le nuove costruzioni) sia in ambito aeronautico e aerospaziale e meccanico ove sono largamente utilizzati (ING- IND/03 e ING-IND/04). Per le prove e la caratterizzazione di tali materiali sono necessarie macchine adatte a condurre prove sia di tipo quasi-statico (macchine universali) che dinamico (shaker) in diversi range di carico e frequenza per simulazioni volte a caratterizzare la risposta a stati di tensione monoassiale o pluriassiale. Cavi di nuova generazione, basati su materiali “smart” come quelli a memoria di forma, trovano oggi ampia applicazione non solo in ambito meccanico (ING-IND/13), aeronautico (ING-IND/03) e aerospaziale (ING- IND/04) ma anche in ambito civile (ICAR/08 e ICAR/09): su essi sono recentemente stati proposti innovativi design di sistemi di controllo delle vibrazioni basati sulle caratteristiche isteretiche di tali cavi. In questo contesto, la presenza di una grande camera termica permetterebbe di eseguire prove sulle proprietà termo-meccaniche di tali materiali in diversi range di temperatura, da quelli più miti dell’ambito civile ai più estremi del contesto aerospaziale. Tali macchinari possono essere considerati di comune impiego per tutti i test nei diversi contesti applicativi; a cambiare saranno, a seconda della dimensione dei campioni da saggiare, elementi secondari quali clamps, telai di contrasto, afferraggi etc.  Sottostrutturazione di torri eoliche (ICAR/08, ICAR/09, ING-IND/13), pile da ponte (ICAR/09, ICAR/04) con analisi sperimentale del comportamento statico e dinamico, controllo di ottimizzazione, risposta per alcuni elementi in termini di danneggiamento da fatica a basso e alto numero di cicli.  Dinamica strutturale sperimentale, caratterizzante i SSD ICAR/08 e ICAR/09 per le strutture civili, risulta affine alla dinamica sperimentale delle strutture aeronautiche, propria di ING-IND/03, aerospaziali (ING-IND/04) e delle macchine (ING-IND/13).
  • 26. 26    Nella fattispecie sono di grande interesse scientifico e industriale attività come la sperimentazione dinamica su elementi strutturali in ambito civile quali telai, travi, edifici e ponti, o in ambito meccanico e aeronautico, come pale eoliche, pale di rotori in turbine, ali, semi-ali e fusoliere di velivoli, pale di elicottero.  Structural health monitoring: accomuna filoni di ricerca che spaziano dall’ambito civile (ICAR/09 ICAR/08) per quel che riguarda il monitoraggio ad esempio di ponti, edifici o parti di essi, quali pannelli murari ed elementi strutturali, all’ambito aeronautico e aerospaziale (ING-IND/03 e ING-IND/04), con il monitoraggio di pannelli di ali o di fusoliere di velivoli, o di altre parti critiche di un velivolo (nacelles etc.). Anche il monitoraggio di piattaforme stradali in ambito aeroportuale (ICAR/04 e ICAR/05), ad esempio per il controllo delle variazioni inclinometriche del livello stradale, risulta oggigiorno essere un tema di grande interesse ingegneristico. Per questi scopi, l’insieme delle strumentazioni, includendo in esso attuatori e sensori piezoelettrici (PZT), accelerometri (ICAR/08, ICAR/09, ING-IND/04, ING-IND/12), inclinometri, sensori di deformazione (estensimetri), vibrodine, martelli strumentati è parte essenziale per lo structural health monitoring e può essere in parte condiviso da tutti i settori di ricerca.  A questo si aggiunge la condivisione e l’implementazione di protocolli di prove sperimentali (quasi statiche monotone e cicliche, dinamiche lineari e non lineari, pseudodinamiche su provini a larga scala e/o con sottostrutturazione) nell’ambito di piattaforme software dedicate (ambiente Labview etc.)  Interazioni multi - fisiche quali:  fluido-struttura per lo studio di fenomeni quali galloping, vortex shedding, flutter di corpi cilindrici (ING-IND/06), bluff bodies (impalcati da ponte, ICAR/09) per la determinazione sperimentale dei carichi aerodinamici o dei coefficienti aerodinamici di sezioni. Le sperimentazioni in ambito di interazione fluido-struttura permettono la validazione delle predizioni numeriche nello studio delle instabilità aeroelastiche di strutture snelle come ponti sospesi (ICAR/09), ali classiche di velivoli e ali a grande allungamento (ING-IND/03), pale di turbine in turbomacchine o pale di turbine eoliche (ING-IND/13), etc.  Interazione binario-struttura, lo studio sperimentale della risposta dell’armamento e del ponte ferroviario in relazione alla tipologia del transito (ICAR/09, ) dell’assorbimento delle vibrazioni dovuto alla presenza del ballast su ponti ferroviari (ICAR/09, ICAR/04, ICAR/05). Per perseguire gli obiettivi sopra formulati si propone di intervenire in modo radicale sulla suddivisione degli spazi, rifunzionalizzandoli per renderli più interdisciplinari, con evidente vantaggio delle discipline scientifiche presenti. Gli spazi, necessariamente più aperti, verrebbero così resi più fruibili da tutti i ricercatori. Ciò va indubbiamente nella direzione auspicata dall’Ateneo. A titolo di proposta si presenta (v. Fig. 17) uno schema funzionale ove il DISG, ipotizzando di poter superare la barriera architettonica che divide l’area di sua competenza con le aree attigue, propone di porre in uso comune grandi attrezzature, quali ad esempio la nuova tavola vibrante sopra proposta, andando così nella direzione di miglior giustificazione dell’investimento richiesto, per certi versi ingente.
  • 28. 28    Commissione C10 / Laboratorio del DISG Salvatore Perno (1956) laurea con lode in Ingegneria Civile Edile indirizzo strutturale  presso  “La  Sapienza”;  dal  2001  ad  oggi  ricercatore,  poi  professore  aggregato,  di  Tecnica delle Costruzioni presso la Facoltà di Ingegneria. Docente di “Tecnica delle  Costruzioni” e di “Complementi di Tecnica delle Costruzioni” per il corso di laurea in  Ingegneria  Edile‐  Architettura.  Dal  2007  ad  oggi  ‐  Responsabile  scientifico  del  Laboratorio  Materiali  e  Strutture  del  Dipartimento  di  Ingegneria  Strutturale  e  Geotecnica  presso  la  Facoltà  di  Ingegneria  de  "La  Sapienza",  ha  personalmente  diretto  e/o  organizzato  numerose  attività  di  monitoraggio  e  controllo  nonché  campagne di ricerca sperimentale
  • 29. 29    Appendice A - ATTIVITA’ DIDATTICHE NEL LABORATORIO LPM, TESI DI LAUREA/DOTTORATO E PRODUZIONE SCIENTIFICA Attività didattiche legate al Laboratorio Materiali e Strutture del DISG  Dinamica  delle  Strutture,  Corso  di  Laurea  Magistrale  in  Ingegneria  Civile  (Prof.  M.  De  Angelis)   Nonlinear Analysis of Structures, Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Aerospaziale e  Civile (Prof. W. Lacarbonara)   Scienza delle Costruzioni, Corso di Laurea in Ingegneria Edile‐Architettura UE (Prof. M.  De Angelis)   Resistenza dei biomateriali, Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Biomedica (Prof. U.  Andreaus)   Complementi  di  Tecnica  delle  Costruzioni,  Corso  di  laurea  in  Ingegneria  Edile‐ Architettura UE (Prof. S. Perno)  Attività didattiche e scientifiche legate a dottorati di ricerca  Dottorato di Ricerca in Ingegneria delle Strutture e Geotecnica   Dottorato di Ricerca in Meccanica Teorica e Applicata   Dottorato di Ricerca in Ingegneria Aeronautica e Spaziale  Apparecchiature utilizzate nell’ambito delle attività didattiche e formative  Tavola vibrante   Macchina Universale MTS   Shaker elettrodinamico   Pressa   Martello a impatto  Tesi di Laurea Magistrale 1. BUSTAMANTE  BOZZI  Carlos  Antonio  (a.a.  2005‐’06):  Effetto  del  danno  sulla  risposta  dinamica di una trave. Identificazione del danno strutturale con tecniche sperimentali e  numeriche. Laurea Magistrale in XXX. Relatore: Prof. ANDREAUS Ugo.  2. SANTESE Edoardo Maria (a.a. 2005‐'06): Analisi numerica ed indagine sperimentale della  propagazione di una cricca a fatica  in una trave di acciaio strutturale. Laurea Magistrale  in XXX. Relatore Prof. ANDREAUS Ugo, correlatore: Ing. Paolo Baragatti.  3. CAVAZZANA Cecilia (a.a. 2014‐'15): Sperimentazione su tavola vibrante e modellazione di  sistemi isolati accoppiati con assorbitori d'urto. Laurea Magistrale In Ingegneria Civile.  Relatore:  Prof.  DE  ANGELIS  Maurizio,  correlatori:  Proff.  ANDREAUS  Ugo  e  PERNO  Salvatore. 
  • 30. 30    4. DE  BELLIS  Maria  Laura  (a.a.  2005‐‘06):  Studio  teorico  e  identificazione  dinamica  di  un  arco parabolico in acciaio. Laurea Magistrale In Ingegneria Civile. Laurea Magistrale In  Ingegneria Civile. Relatore: Prof. DE ANGELIS Maurizio.  5. CASCHERA Daniela Teresa (a.a. 2006‐‘07): Identificazione dinamica del tiro nelle catene:  teoria  e  sperimentazione.  Laurea  Magistrale  In  Ingegneria  Civile.  Relatore:  Prof.  DE  ANGELIS Maurizio.  6. DE ANGELIS Teresa (a.a. 2008‐‘09): Identificazione dinamica di catene. Laurea Magistrale  In Ingegneria Civile. Relatore: Prof. DE ANGELIS Maurizio.  7. TRONCI  Eleonora  Maria  (a.a.  2014‐‘15):  System  ID  via  Output  Only  applied  to  Linear  Models".  Laurea  Magistrale  In  Ingegneria  Civile.  Relatore:  Prof.  DE  ANGELIS  Maurizio;  correlatore: Prof. BETTI Raimondo, Columbia University NY City, USA.  8. PASQUALI Michele (2010): Geometrically exact models of thin plates towards nonlinear dynamic system identification via higher-order spectral approach. Laurea Specialistica in Ingegneria Aeronautica. Relatore Prof. LACARBONARA Walter. 9. MOSTI Francesco (2014): A modal curvature approach to damage detection in composite plates: theory and experiment. Laurea Magistrale in Ingegneria Aerospaziale. Relatore Prof. LACARBONARA Walter. 10. ZACCARI  Marco  (a.a.  2014‐‘15):  Teoria  e  sperimentazione  dinamica  di  strutture  controllate  mediante  TMD  non  convenzionali.  Laurea  Magistrale  In  Ingegneria  Civile.  Relatore: Prof. DE ANGELIS Maurizio; correlatore: Prof. PERNO Salvatore.  11. BATTISTA  Alessandro  Giuseppe  (a.a.  2014‐’15):  Sperimentazione  su  tavola  vibrante  e  analisi  dinamica  di  strutture  controllate  mediante  TMD  non  convenzionale.  Laurea  Specialistica in Ingegneria Civile. Relatore: Prof. DE ANGELIS Maurizio.  12. DI ZAZZO Paolo (a.a. 2014‐’15): Metodi di analisi dello stato tensionale residuo di travi in  c.a.p.  Laurea  Specialistica  in  Ingegneria  Civile.  Relatore  /  Correlatore:  Proff.  PERNO  Salvatore, PAOLONE Achille.    13. DUCCI Dimitri Maria (a.a. 2014‐‘15): Experimental tests and rheological models for high  damping rubber bearings devices. Laurea Specialistica in Ingegneria Civile. Relatore: Prof.  DE ANGELIS Maurizio; correlatore: Ing. PRIORI Carlo.  14. FINO  Maria  Concetta  (a.a.  2015‐‘16):  Indagine  sperimentale  sulla  risposta  dinamica  di  travi eccitate mediante mini shaker. Laurea Specialistica in Ingegneria Civile. Relatore:  Prof. DE ANGELIS Maurizio. 
  • 31. 31    15. FILIPPELLO Federica (a.a. 2015‐‘16): Sperimentazione dinamica e modellazione numerica  di  strutture  controllate  mediante  TMD  non  convenzionali.  Laurea  Specialistica  in  Ingegneria Civile. Relatore: Prof. DE ANGELIS Maurizio.  16. CARLUCCIO  Matteo  (a.a.  2016‐‘17):  Analisi  di  strutture  controllate  mediante  TMD  ad  elevato  rapporto  di  massa:  sperimentazione  e  modellazione.  Laurea  Specialistica  in  Ingegneria  Civile.  Relatore:  Prof.  DE  ANGELIS  Maurizio;  correlatore:  Prof.  BETTI  Raimondo, Columbia University NY City, USA.  17. GIANNITTI  Emilio  (a.a.  2016‐’17):  Studio  dell’inerter  come  dispositivo  innovativo  nei  sistemi a masse accordate. Laurea Specialistica in Ingegneria Civile. Relatore: Prof. DE  ANGELIS Maurizio; correlatore: Ing. PIETROSANTI Daniele.  18. SCHIRRIPA  Andrea  (a.a.  2017‐‘18):  Studio  sperimentale  e  modellazione  numerica  dell’impatto  sismo‐indotto  in  un  sistema  isolato  alla  base.  Laurea  Specialistica  in  Ingegneria  Civile.  Relatore:  Prof.  DE  ANGELIS  Maurizio;  correlatore:  Prof.  ANDREAUS  Ugo.  19. SABENE  Marcello  (a.a.  2018‐‘19).  Argomento  tesi:  Studio  sperimentale  e  modellazione  numerica dell’impatto in strutture isolate a molti gradi di libertà. Laurea Specialistica in  Ingegneria  Civile.  Relatore:  Prof.  DE  ANGELIS  Maurizio;  correlatore:  Prof.  ANDREAUS  Ugo.  20. ZAHEDIN  LABAF  Daniele  (a.a.  2018‐‘19).  Argomento  tesi:  Studio  sperimentale  e  modellazione  numerica  di  strutture  isolate  alla  base  a  molti  gradi  di  libertà  dotate  di  sistema  di  controllo  TMDI.  Laurea  Specialistica  in  Ingegneria  Civile.  Relatore:  Prof.  DE  ANGELIS Maurizio; correlatore: Ing. PIETROSANTI Daniele.  Tesi di dottorato in Ingegneria delle Strutture 1. BASILI Michela (2007)  Dottorato di Ricerca (PhD) in Ingegneria Strutturale, conseguito presso Sapienza Università di Roma, XIX ciclo. Titolo della Tesi: Controllo semi attivo di strutture adiacenti mediante dispostivi magnetoreologici: teoria, sperimentazione e modellazione. 2. FRARACCIO Giancarlo (2008)  Dottorato di Ricerca (PhD) in Ingegneria Strutturale, conseguito presso Sapienza Università di Roma, XX ciclo. Titolo della Tesi: Identificazione e monitoraggio dinamico di strutture eccitate alla base. 3. BARAGATTI Paolo (2009)  Dottorato di Ricerca (PhD) in Meccanica Teorica e Applicata, conseguito presso Sapienza, Università di Roma,
  • 32. 32    Titolo della Tesi: Experimental and Numerical Analysis of the Dynamic Behaviour and Damage Detection of a Fatigue Cracked Beam. 4. CARPINETO Nicola (2011)  Dottorato di Ricerca (PhD) in Ingegneria Strutturale, conseguito presso Sapienza Università di Roma, XXII ciclo. Titolo della Tesi: Hysteretic tuned mass dampers for structural vibration mitigation. 5. PASQUALI Michele (2014)  Dottorato di Ricerca (PhD) in Ingegneria Aerospaziale (correlatore con Prof. P. Gaudenzi), conseguito presso sapienza Università di Roma,. Titolo della Tesi: A new ultrasonic SHM procedure for delamination detection in composite structures: Numerical analyses and experimental tests. 6. CARBONI Biagio (2014)  Dottorato di Ricerca (PhD) in Ingegneria Strutturale, conseguito presso Sapienza Università di Roma, XXVI ciclo. Titolo della Tesi: A new vibration absorber based on the hysteresis of multi-configuration Nitinol-steel wire ropes assemblies. 7. PRIORI Carlo (2015)  Dottorato di Ricerca (PhD) in Ingegneria Strutturale, conseguito presso Sapienza Università di Roma, XXVII ciclo. Titolo della Tesi: Modelling and output-only identification of linear viscously damped structures. 8. PACITTI Arnaud (2016)  Dottorato di Ricerca (PhD) in Ingegneria Strutturale e Geotecnica, conseguito presso Sapienza Università di Roma, Relatore co-tutela Facoltà ICI Sapienza e Paris Est (correlatore Prof. F. Bourquin). XXVI Ciclo. Titolo della Tesi: Misura della tensione nei cavi di ponti tramite modello non-lineare e problema inverso statico. 9. FESTUCCIA Alessandra (2017)  Dottorato di Ricerca (PhD) in Ingegneria Strutturale e Geotecnica, conseguito presso Sapienza Università di Roma, XXIX Ciclo Titolo della tesi: Comportamento di elementi in c.a. di strutture esistenti con armatura trasversale danneggiata localmente da corrosione 10. CETRARO Marek (2018)  Dottorato di Ricerca (PhD) in Ingegneria Strutturale e Geotecnica, conseguito presso Sapienza Università di Roma, XXX ciclo. Titolo della Tesi: MEMS Multi mass sensor exploiting nonlinear resonances. 11. MANCINI Carlo (2018) 
  • 33. 33    Dottorato di Ricerca (PhD) in Ingegneria Strutturale e Geotecnica, conseguito presso Sapienza Università di Roma,. Titolo della Tesi: Flutter control of the Whitestone-Bronx Suspension Bridge via multiple tuned mass dampers. 12. PIETROSANTI Daniele  Dottorato di Ricerca (PhD) in Ingegneria Strutturale e Geotecnica presso Università "La Sapienza" di Roma, XXXI ciclo. Argomento della Tesi: Studio teorico e sperimentale dell’inerter come dispositivo innovativo per il controllo dinamico delle vibrazioni. 13. TRONCI Eleonora Maria  Dottorato di Ricerca (PhD) in Ingegneria Strutturale e Geotecnica presso Università "La Sapienza" di Roma, XXXI ciclo. Argomento della Tesi: Structural sensitive features selection from classic features to black box indicators. 14. STEFANI Giulia  Dottorato di Ricerca (PhD) in Ingegneria Strutturale e Geotecnica, conseguito presso Sapienza Università di Roma, XXXIII ciclo. Argomento della Tesi: Dinamica con impatto e dispositivo innovativo inerter. Bevetti sviluppati nel Laboratorio 1. Dispositivo isteretico a massa accordata (TMD) per il controllo passivo delle vibrazioni meccaniche (2011) (inventori: F. Vestroni, W. Lacarbonara, N. Carpineto), Sapienza Università di Roma, No. RM2011A000434 (10.8.2011). Hysteretic tuned-mass damper device (TMD) for passive control of mechanical vibrations, PCT/IT2012/000253 (09.08.2012), WO/2013/042152A1 (28.3.2013), EP2742254 A1 (18.6.2014). 2. A multi-purpose nonlinear rheological device made of shape memory-steel strands, (Dispositivo reologico isteretico multi-prestazionale) (2015) (inventori: W. Lacarbonara, B. Carboni), Sapienza, RM2015A000075 (20.2.2015). 3. Tensairity structure with shape memory strands, (Struttura tensairity con funi a memoria di forma) (2015) (inventori: W. Lacarbonara, B. Carboni), Sapienza, No. 102015000055410 (25.9.2015). Pubblicazioni scientifiche sperimentali presso il LPM del DISG  Andreaus  U.,  Baragatti  P.,  Fatigue  crack  growth,  free  vibrations  and  breathing  crack  detection  of  Alu‐minium  Alloy  and  Steel  beams.  J.  of  Strain  Analysis  for  Engineering  Design, 2009, 44(7); p. 595‐608. doi: 10.1243/03093247JSA527   Andreaus U., Baragatti P., Experimental damage detection of cracked beams by using  nonlinear  char‐acteristics  of  forced  response.  Mech.  Syst.  Signal  Process.  2012,  31(8),  382‐ 404. DOI: 10.1016/j.ymssp.2012.04.007 
  • 34. 34     Andreaus  U.,  Baragatti  P.,  Casini  P.,  Iacoviello  D.,  Experimental  damage  evaluation  of  open and fa‐tigue cracks of multi‐cracked beams by using wavelet transform of static  response via image analysis, Structural Control and Health Monitoring 2016. Published  online:  29  June  2016,  24(4),  2017,  pp.  1‐16,  Article  number  e1902,  Scopus:  2‐s2.0‐ 84977502250, DOI: 10.1002/stc.1902.      Andreaus  U.,  Baragatti  P.,  De  Angelis  M.,  Perno  S.,  A  Preliminary  Experimental  Study  About  Two‐Sided  Im‐pacting  SDOF  Oscillator  Under  Harmonic  Excitation,  J.  Comput.  Nonlinear Dynam. 2017a; 12(6):061010‐061010‐10, doi: 10.1115/1.4036816.   C. Priori, M. De Angelis, R. Betti, On the selection of user‐defined parameters in data‐ driven stochastic subspace identification, Mechanical Systems and Signal Processing 100  (2018) 501–523.     Andreaus  U.,  Baragatti  P.,  De  Angelis  M.,  Perno  S.,  Shaking  table  tests  and  numerical  investigation of two‐sided damping constraint for end‐stop impact protection, Nonlinear  Dynamics 90(4), 2387‐2421, 2017b, DOI 10.1007/s11071‐017‐3810‐9   N.  Carpineto,  W.  Lacarbonara,  F.  Vestroni  (2013)  Hysteretic  tuned  mass  dampers  for  structural  vibration  mitigation.  Journal  of  Sound  and  Vibration  333:1302‐1318.  doi:10.1016/j.jsv.2013.10.010.   M. Pasquali, W. Lacarbonara, P. Marzocca (2014) Detection of nonlinearities in plates via  higher‐order  spectra:  numerical  and  experimental  studies.  Journal  of  Vibration  and  Acoustics 136(4), 041015 (13 pages), doi:10.1115/1.4027625.   B.  Carboni,  W.  Lacarbonara,  F.  Auricchio  (2014).  Hysteresis  of  multi‐conguration  assemblies  of  NiTiNOL  and  steel  strands:  experiments  and  phenomenological  identication.  Journal  of  Engineering  Mechanics  141(3),  04014135.  doi:10.1061/(ASCE)EM.1943‐7889.0000852o.   Arena, A. Casalotti, W. Lacarbonara, M. P. Cartmell (2015) Dynamics of container cranes:  three‐dimensional  modeling,  full‐scale  experiments,  and  identication.  International  Journal of Mechanical Sciences 93: 8‐21, doi:10.1016/j.ijmecsci.2014.11.024.   M.  Pasquali,  W.  Lacarbonara  (2015)  Delamination  detection  in  composite  laminates  using high‐frequency P‐ and S‐waves ‐ Part I: Theory and analysis. Composite Structures  134:1095‐1108, doi 10.1016/j.compstruct.2015.05.019.   M.  Pasquali,  W.  Lacarbonara,  C.R.  Farrar  (2015)  Delamination  detection  in  composite  laminates  using  high‐frequency  P‐  and  S‐waves.  Part  II:  Experimental  validation.  Composite Structures 134:1009‐1117, doi 10.1016/j.compstruct.2015.05.042. 
  • 35. 35     Carboni,  W.  Lacarbonara  (2016)  Nonlinear  dynamic  response  of  a  new  hysteretic  rheological device: experiments and computations. Nonlinear Dynamics 83:23{39,  doi 10.1007/s11071‐015‐2305‐9.   Carboni, W. Lacarbonara (2015) A nonlinear vibration absorber with pinched hysteresis:  theory and experiments. Journal of Engineering Mechanics, in press.   P.  T.  Brewick,  S.  F.  Masri,  B.  Carboni,  W.  Lacarbonara  (2016)  Data‐based  nonlinear  identication and constitutive modeling of hysteresis in NiTiNOL and steel strands. Journal  of  Engineering  Mechanics,  Journal  of  Engineering  Mechanics  142,  doi  10.1061/(ASCE)EM.1943‐7889.0001170, 04016107.     P.  T.  Brewick,  S.  F.  Masri,  B.  Carboni,  W.  Lacarbonara  (2017)  Enabling  reduced‐order  data‐driven  nonlinear  identification  and  modeling  through  naive  elastic  net  regularization.  International  Journal  of  Non‐Linear  Mechanics  94:  46‐58,  http://dx.doi.org/10.1016/j.ijnonlinmec.2017.01.016.   Casalotti, W. Lacarbonara (2017) Tailoring of pinched hysteresis for nonlinear vibration  absorption  via  asymptotic  analysis.  International  Journal  of  Non‐Linear  Mechanics  94:  59‐71, http://dx.doi.org/10.1016/j.ijnonlinmec.2017.02.015. 
  • 36. 36    Appendice B - PANORAMICA SU (ALCUNI DEI) PRINCIPALI LABORATORI DI STRUTTURE IN ITALIA     = Laboratori decritti in maggior dettaglio nel seguito    1. Università di Trento – Dipartimento di Ingegneria Civile Ambientale e Meccanica (DICAM)  
  • 37. 37      Figura 18 – Laboratorio Prove Materiali e Strutture (LPMS), Università di Trento   Il Laboratorio Prove Materiali e Strutture (LPMS) è attivo dal 1987;   la struttura si è ingrandita nel tempo e nel 2003 si è trasferita nell’attuale sede, concepita per  l’esecuzione di prove pesanti;   è membro del consorzio ReLUIS (Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica);   è Laboratorio Ufficiale del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti per le prove sui materiali da  costruzione ai sensi della Legge 5 novembre 1971, n. 1086, art. 20;   il 19 giugno 2013 ha ottenuto la certificazione ISO 9001:2008.  Le principali dotazioni sono:  una parete di reazione bidirezionale composta da un muro in calcestruzzo armato precompresso  di altezza pari a 9.5 m, e da un piano di reazione di lunghezza pari a 42 m, entrambi dotati di fori  metallici disposti regolarmente per un rapido ed efficace collegamento di strutture/elementi di  dimensioni ragguardevoli e di dispositivi di applicazione del carico;   5 attuatori elettroidraulici di capacità fino a 1000 kN;   un impianto oleodinamico capace di erogare in continuo circa 1200 litri/minuto di olio ad alta  pressione  (210  bar), una  quantità  sufficiente  ad  effettuare  prove  cicliche  ad  alta  frequenza,  ovvero utilizzare simultaneamente numerosi attuatori in modalità quasi‐statica;   trasduttori di spostamento ed estensimetri;   celle di carico;   martinetti a mano;   attrezzatura topografica di precisione;   telecamere ad alta frequenza di campionamento;   accelerometri e sistemi di acquisizione ad alte velocità.  Si riportano di seguito alcune immagini relative a prove svolte nel laboratoro.
  • 39. 39    2. Università degli studi di Pavia – Dipartimento di Ingegneria Civile ed Architettura (DICAr)  Il  DICAr  è  dotato  di  uno  dei  più  grandi  laboratori  universitari  sperimentali  italiani,  in  cui  è  possibile studiare il comportamento di strutture fino a 36 metri di luce fino a 7 metri di altezza;    ha  una  stretta  collaborazione  con  l’adiacente  EUCentre,  e  con  questo  costituisce  uno  dei  maggiori poli sperimentali europei nel campo dell’ingegneria sismica;   è membro del consorzio ReLUIS (Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica).  Le infrastrutture, macchinari/apparecchiature ed attrezzature di prova presenti sono:  struttura/muro di riscontro per prove statiche e dinamiche su strutture ed elementi strutturali;  tavola vibrante da 500kN Boviar con telaio di irrigidimento e ancoraggio;  macchina per prove combinate compressione-taglio da 12000 kN verticali e 2000 kN orizzontali;  macchina universale dinamica MTS da 500 kN;  macchina a trazione MTS Insight 10 per la caratterizzazione meccanica di campioni SMA e dispositivi per prove su piccole-medie dimensioni;  macchina compressione AMSLER da 2000 kN;  macchina universale AMSLER da 600 kN;  macchina Metrocom per prove di trazione, compressione e flessione;  macchina per prova di compressione diagonale;  macchina per prove di resilienza;  attuatori dinamici MTS da 100 kN e 500 kN;  martinetti idraulici ed a vite da 100 kN a 1500 kN con controllo computerizzato;   celle di carico da 200 kN a 6000 kN;  analizzatore di spettro per prove di tipo dinamico;  attrezzature e sistemi completi per acquisizione dati;  sistemi di calcolo: workstations, personal computers e computer portatili;  gruppo di attuazione idraulico MTS Systems;  trasduttori di spostamento e di rotazione: laser, capacitivi, induttivi, comparatori;  trasduttori di accelerazione: piezoresistivi e capacitivi encoder, resolver, potenziometri;  gruppo di continuità;  strumenti vari: deformometro digitale, centralina estensimetrica, martello dinamometrico, apparecchiatura ad ultrasuoni, sclerometro alluminio, estensometro assiale, microdurometro;  stazioni di saldatura;  sistemi di acquisizione ed elaborazione di misure meccaniche e termiche;  sistemi di acquisizione digitale delle immagini;  sistemi di stampa e plottaggio;  sistemi di comunicazione;  server multiprocessore ad alta velocità (PowerEdge R815 4x AMD Opteron 6276 - 2,3 GHz, 16Core, 16M L2/16M L3 Cache, Turbo CORE, 80W ACP - DDR3-1600MHz) dedicato all'analisi strutturale. Si riportano di seguito alcune immagini relative a prove svolte nel laboratorio.
  • 41. 41    3. EUCentre – Pavia (TREES Lab) Figura 21 ‐ EUCentre (Pavia)  Le apparecchiature di prova presenti sono:  tavola vibrante uni-direzionale (5.6 x 7.0 m) 70-140 ton (Fig.5);  sistema muro di riscontro di 12 m a L per prove pseudo-statiche e pseudo-dinamiche (Fig. 6);  piastra di base (strong-floor) 14.4 m x 9.6m  sistema di prova per appoggi ed isolatori antisismici (Fig. 7);  sistema per le prove dinamiche su dispositivi di smorzamento (Fig. 8);  laboratorio mobile per prove in situ;  ampio spazio esterno (parcheggio) adibito a stoccaggio e costruzione.
  • 44. 44    4. Università di Bologna – Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali (DICAM)  Il Laboratorio di Ingegneria Strutturale e Geotecnica si articola in:  o settore Resistenza Materiali (LISG‐RM);  o settore Prove e Strutture (LISG‐PS);  o settore Geotecnica.  Le principali macchine in dotazione al LISG-RM sono:  macchina universale AMSLER (Portata 100 kN);  macchina universale AMSLER (Portata 1000 kN) (Fig. 9);  macchina universale Metrocom (Portata 600 kN);  pressa Metrocom (Portata 4000 kN);  macchina universale LOSENHAUSEN (Portata 600 kN) (Fig. 9);  pressa LOSENHAUSEN (Portata 6000 kN);  pressa AMSLER (Portata 600 kN);  banco prova LOSENHAUSEN (Portata: 2 pistoni da 200 kN ciascuno) (Fig. 9);  macchina universale GALDABINI a controllo elettrico (Portata 100 kN);  pistone MTS (Portata 365 kN) (Fig. 9);  pendolo CHARPY.   Figura 25 ‐ In alto a sinistra: Macchina universale AMSLER (Portata 1000 kN); in alto a destra: Macchina universale  LOSENHAUSEN (Portata 600 kN); in basso a sinistra: Banco prova LOSENHAUSEN (Portata: 2 pistoni da 200 kN ciascuno); in  basso a destra: Pistone MTS (Portata 365 kN)    Altre macchine ed attrezzature in dotazione al LISG-PS sono:  telaio di contrasto per prove su travi fino a 2 m;
  • 45. 45     telaio di contrasto per prove su travi fino a 3 m;  telaio di contrasto per prova su travi fino a 6 m;  telaio di contrasto per prove su pannelli in scala ridotta;  telaio di contrasto per prove su pannelli in vera grandezza;  sistema di prova per elementi a comportamento fragile;  sistema di contrasto per prove su nodi travi-pilastri in scala reale;  sistema di contrasto per prove su travi reali fino a 2000 kN di forza;  sistemi di prova su travi per carichi di lunga durata;  cella con controllo di temperatura ed umidità;  7 sistemi per la prova di viscosità sul calcestruzzo;  4 sistemi per la prova di trazione di lunga durata;  6 sistemi per prove di lunga durata su elementi fessurati.  martinetti idraulici, elettromeccanici e idraulici cavi (Fig. 10);   vibrodina meccanica con Fmax = 20 kN, frequenza max= 25 Hz, massa 8 kN;  LVDT (Trasduttori di spostamento);  trasduttori ad Omega;  trasduttori a filo;  flessimetri;  celle di carico da 10 a 500 kN;  varie centraline pluricanale per l’alimentazione ed il condizionamento di strumenti resistivi ed induttivi;  varie schede di acquisizione Nationals Instruments a 16 bits;  sistema di condizionamento SCXI National Instruments: vari cestelli con moduli per strumenti resistivi ed induttivi;   ampio parco di accelerometri piezoelettrici PCB e Dytran;  sistema di condizionamento pluricanale dinamica.   Figura 26 ‐ Tipi di martinetti idraulici in dotazione         
  • 46. 46    5. Università di Pisa – Dipartimento di Ingegneria Strutturale  Il Laboratorio Ufficiale per le Esperienze sui Materiali da Costruzione è stato attivo dal 1° gennaio  1997 al 31 dicembre 2008. Il 1° gennaio 2009 è confluito nel Dipartimento di Ingegneria Civile, del  quale costituisce l'attuale Sede di Strutture;   dispone di numerose macchine di prova e di altre attrezzature di misura.    Figura 27 – Laboratorio Ufficiale per le Esperienze sui Materiali da Costruzione, Università di Pisa  Le principali attrezzature presenti nel laboratorio sono:  macchina AMSLER per prove di torsione;  macchina universale AMSLER statica e dinamica da 500 kN;  macchina GALDABINI per prove di piegamento;  pressa GALDABINI da 100 kN e da 5000 kN;  macchina universale INSTRON da 200 kN;  centralina oleodinamica LOSENHAUSEN;  macchina universale LOSENHAUSEN da 100 kN;  macchina METRO COM per prove di trazione da 1000 kN;  pressa MOHR-FEDERHAFF da 600 kN-3000 kN;  pachometro BOVIAR;  microscopio CONTROLS per misura delle fessure;  voltmetro ELECTRONIC SERVICE;  martinetto idraulico FTP;  accelerometri HBM;  centralina MGC PLUS HBM; centralina UPM 60 HBM; centralina UGR 100 HBM;  trasduttori di pressione HBM;  trasduttori di spostamento induttivi a molla HBM;  attrezzatura per monitoraggio strutturale LEANE;  inclinometri LUCHSINGER;  attrezzatura per il controllo di qualità sulle saldature MAGNAFLUX;  celle di carico METIOR;  visualizzatore digitale a 10.000 divisioni METIOR;  pendolo di Charpy METRO COM;  attrezzatura fotoelastica PHOTOSTRESS;  attrezzature per la misura di temperatura e di umidità del calcestruzzo PROTIMER;  attrezzatura per prove di fatica STUDIO AIP;  comparatori COMPAC UVAT.
  • 47. 47    6. Università degli studi di Perugia – Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale (DICA) Figura 28 – Laboratorio di Dinamica delle Strutture, Università degli studi di Perugia  Le principali attrezzature presenti sono:  n°  1  motore  elettrico  torsionale  modello  AKM54H  con  drive  di  potenza  e  sistema  di  trasmissione;   n° 1 pressa da 200 KN modello OMCN 156/ML;   n° 1 bilancia aerodinamica per prove in galleria del vento (Simec s.r.l.);   n°  1  shaker  elettrodinamico  di  elevata  potenza  marca  LDS  con  accoppiamento  con  tavola  vibrante;   n° 1 kit oleodinamico con martinetto da 1000 kN, manometro e pressostato digitali   n° 16 accelerometri DC monoassiali modello PCB 3711B112G;   n° 1 accelerometro DC triassiale modello PCB 3713B112G;   n° 13 accelerometri piezoelettrici 393 C PCB;   n° 1 martello Strumentato modello PCB 086D20;   n° 3 celle di carico di vari fondo scala (Laumas, DS Europe);   n° 1 pacometro Profometer 5+ Mod. Scanlog marca Proceq;   n° 1 sclerometro;   n° 2 kit flessimetri centesimali;   n° 1 distanziometro laser modello Bosch DLE 50 Professional;   n° 5 trasduttori di spostamento LVDT da 0‐10 mm marca HBM;   n° 3 trasduttori di spostamento LVDT da 0‐50 mm marca HBM;   n° 4 inclinometri LSOC – 14.5° marca SHERBORNE SENSORS L.T.D.;   n° 1 trasduttore laser marca MICRO‐OPTRONIC;   n° 2 anemometri a ultrasuoni WIND MASTER marca GILL INSTRUMENTS;   cavi BNC di lunghezze variabili fino a 50 m;   n° 1 carrier per schede di acquisizione a 8 slot modello cDAQ‐9188;   n° 1 controllore ad elevate prestazioni modello NI PXIe‐8133;   n° 1 chassis per sistemi di controllo e schede elettroniche modello NI PXIe‐1071;   n° 1 chassis per schede elettroniche di misura modello NI PXIe‐1073; 
  • 48. 48     n° 6 schede di acquisizione per accelerometri a 4 canali modello NI 9234;   n° 1 scheda di acquisizione per accelerometri a 8 canali modello PXIe‐4492;   n° 1 scheda di acquisizione per estensimetri elettrici da 8 canali modello NI PXIe‐4330;   n° 1 modulo di alimentazione programmabile modello NI PXI‐4130;   n° 1 multimetro digitale ad elevate prestazioni modelli NI‐PXI4071;   n°  1  scheda  di  acquisizione/uscita  per  segnali  in  tensione  a  16  ingressi  analogici  modello  PXIe‐6361;   n° 1 unità di acquisizione per accelerometri da 16 canali marca ROGA mod. RogaDaq16;   n° 1 unità di acquisizione da 16 canali marca CRONOS mod. PL16;   n° 2 unità di acquisizione per estensimetri, trasduttori di spostamento e inclinometri, da 8  canali marca HBM mod. SPIDER 8;   n° 1 unità di acquisizione per accelerometri da 8 canali marca IOTECH mod. DATA SHUTTLE.       
  • 49. 49    7. Università degli studi dell’Aquila – Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile-Architettura, Ambientale  Il Laboratorio Prove Materiali e Strutture del centro DICEAA è stato istituito nel 1969.    Figura 29 – Laboratorio Prove Materiali e Strutture del DICEAA, Università degli studi dell’Aquila  Le principali attrezzature presenti sono:  piastrone/basamento in c.a. 14x6x1m dotato di due telai di contrasto per carichi verticali fino a 2MN e di uno sperone alto 4m, per carichi orizzontali in sommità fino a 500kN;  piastrone/basamento in c.a. 9 x 6 x 1m dotato di un attuatore idraulico servocontrollato INSTRON da 2.5MN per l’esecuzione di prove di carico di tipo sia monotonico che ciclico, programmabili tramite computer;  pompa idraulica.  pressa MetroCom da 3MN;  macchina universale MetroCom da 500kN;  celle dinamometriche, con portate tra 5kN e 5MN;  misuratore della velocità degli ultrasuoni Controls per c.a.;  misuratore della velocità degli ultrasuoni M.A.E. per murature;  endoscopio Fiber Optic FOT 150;  sclerometro Schmidt;  martinetti idraulici semplici per spinte comprese tra 200kN e 1.4MN;  due martinetti a vite a doppio effetto Pfaff da 500kN;  centraline di alimentazione ed acquisizione dati HBM;  sistema Laser Scan Leica HDS 6100;  termocamera FLIR P620;  sistema di rilevazione barre di armatura Ferroscan HILTI;  martinetti piatti per murature.        
  • 50. 50    8. Università di Roma La Sapienza – Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica (DISG)  Il Laboratorio è nato circa un secolo fa;   svolge la sua attività in due campi distinti: uno di natura prettamente scientifica, a supporto della  ricerca sperimentale su materiali e modelli; l'altro, da inquadrarsi come servizio prestato all'esterno  dell'Università, ricopre la necessità (dettata solo in parte dalla vigente Normativa) di fornire analisi  delle  caratteristiche  meccaniche  ‐  ed  eventuale  relativa  certificazione  ufficiale  ‐  di  materiali  e  prototipi nel campo delle costruzioni civili e industriali;   è riconosciuto fin dal 1939 come Laboratorio Ufficiale per l’esecuzione delle prove su materiali da  costruzione.    Figura 30 – Laboratorio Materiali e Strutture, Università di Roma La Sapienza    Il Laboratorio è trattato diffusamente all’interno del documento           
  • 51. 51    9. Università degli studi di Napoli Federico II – Dipartimento di strutture per l’Ingegneria e l’Architettura (DiSt) Figura 31 ‐ Laboratorio Prove del DiSt, Università degli studi di Napoli Federico II   Il  Laboratorio  Prove  del  DiSt  svolge  attività  sia  in  termini  di  prove  su  materiali  che  di  prove  su  elementi o sottostrutture;   è riconosciuto come Laboratorio Ufficiale dal Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei  Lavori Pubblici;   è membro del consorzio ReLUIS (Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica);   è dotato di due piastroni rigidi:   o il primo piastrone:   superficie di circa 200 mq;   è dotato di carroponte con capacità fino a 32 kN;    ha uno spessore di circa 1.2 m, è accessibile dal sottostante basamento;    è caratterizzato da un sistema di ancoraggio mediante tirafondi alloggiati in cassette  poste secondo una maglia con interasse 80 cm;    è  prevalentemente  destinato  a  prove  dinamiche  su  tavole  vibranti.  Il  sistema  di  tavole vibranti è caratterizzato da 2 tavole a pianta quadrata con lato 3 m, spostabili  sul  piastrone  in  modo  da  simulare  effetti  di  asincronismo  dell’azione  sismica  alla  base di strutture di grande luce. Il carico utile massimo è 200 kN, con un intervallo di  frequenza di 0‐50 Hz, picco di velocità 1 m/sec e spostamento totale di 500 mm. La  centrale di pompaggio a servizio del sistema è costituita da 12 gruppi motopompa  per una capacità totale fino a 2500 l/min;   ospita  la  macchina  universale  Italsigma  che  consente  la  realizzazione  di  prove  in  trazione, compressione e cicliche su provini di altezza compresa tra 0,5 e 4,0 metri  (Fig.16). Il telaio di prova è costituito da un basamento rigido in acciaio (1,0×4,0 m2 ),  dotato di scanalature a T per il montaggio delle attrezzature di prova e di vincolo dei  provini, da quattro colonne poste ai vertici di un rettangolo, fissate nel basamento e 
  • 52. 52    da  una  traversa  mobile,  che  scorre  lungo  le  quattro  colonne.  Sulla  traversa  è  montato un attuatore che permette di condurre prove in controllo di spostamento  (corsa max circa 75 mm) o di forza (carico max in compressione 3000 kN, carico max  in trazione 2400 kN);  o Il secondo piastrone:   ha una superficie di circa 70 mq;   è destinato alla realizzazione di prove statiche;   ospita  la  macchina  universale  MTS810  che  consente  l’esecuzione  di  prove  in  trazione,  compressione  e  cicliche  su  provini  di  altezza  max  pari  a  1,4  metri,  in  controllo di forza (carico max circa 500 kN) o di spostamento (corsa max circa 75  mm) (Fig.16). Il telaio di prova è costituito da un basamento rigido in acciaio e da due  colonne, fissate nel basamento, lungo le quali può scorrere una traversa mobile. Dal  basamento  fuoriesce  la  parte  mobile  dell’attuatore,  mentre  alla  traversa  risultano  solidali  la  testa  fissa  e  la  cella  di  carico  della  macchina.  Le  teste  sono  dotate  di  morsetti d’acciaio opportunamente sagomati per garantire l’afferraggio dei provini,  ad una pressione max di 70 MPa, grazie alla presenza di un circuito oleodinamico di  alimentazione supplementare.      Figura 32 ‐ A sinistra: macchina universale Italsigma; a destra: macchina universale MTS810  Sul secondo piastrone vengono condotte correntemente prove statiche su elementi e sottostrutture utilizzando le seguenti attrezzature (Fig. 17):  un attuatore MTS serie 243;  un attuatore MTS serie 244;  martinetti idraulici forati;  telaio di contrasto;  parete di contrasto Italsigma;  strumentazione per l’acquisizione dati e per la misura di spostamenti e deformazioni (celle di carico da 10 kN a 3000 kN; trasduttori lineari di tipo induttivo, con corsa 20mm e 50 mm, o potenziometrico, con corsa da 5 a 500 mm; strain gauges; estensimetro ottico).
  • 54. 54    10.Università degli studi di Salerno – Dipartimento di Ingegneria Civile  Il Laboratorio Ufficiale Prove Materiali e Strutture (LMS) è sorto agli inizi degli anni ‘90;   esegue prove sia su materiali da costruzione che su strutture;   essendo  dotato  di  un  piastrone  di  base  di  ampie  dimensioni  per  la  realizzazione  di  telai  chiusi  di  contrasto, consente di effettuare sperimentazioni su modelli di grandi dimensioni, anche in scala 1:1;   dispone  inoltre  di  un  sistema  centralizzato  di  alimentazione  idraulica,  servo‐regolato,  in  grado  di  alimentare  gli  attuatori  in  servizio  con  una  portata  massima  dell'olio  nel  circuito  di  circa  10  l/s,  idonea per l'esecuzione di prove dinamiche.  Figura 34 ‐ Laboratorio Prove Materiali e Strutture, Università degli studi di Salerno  Le principali attrezzature presenti sono:  Macchina universale, con martinetto idraulico servo-regolato a doppio effetto, Schenck Hydropuls S56 (portata circa 630 kN, corsa circa 125 mm);  Macchina per prove di compressione con martinetto idraulico servo-regolato a doppio effetto,Schenck RBS 4000-E2 (portata 4000 kN, corsa circa 100 mm);  Macchina universale idraulica servo-regolata per elementi alti Italsigma (portata 3000 kN, altezza massima dei provini 3300 mm);  Sistema di acquisizione dati Vishay System 5000 per trasduttori di spostamento LVDT e laser, estensimetri, termocoppie, celle di carico e sensori "high level";  N.2 telai di contrasto in acciaio per l'applicazione di azioni statiche e dinamiche, sia orizzontali che verticali, su elementi strutturali in scala reale (altezza massima dei provini 6000 mm);  Telaio di contrasto in acciaio per l'esecuzione di prove a flessione su elementi in scala reale (lunghezza massima dei provini 5500 mm);  Georadar IDS R.I.S. K2 a due canali (antenne monostatiche da 900 MHz e 2 GHz);  Vibrodina meccanica Paganessi (Nm 45.6, Hz max200, r.p.m. max 6000);  N. 1 attuatore MTS da 250kN ultradinamico;  N. 9 attuatori MTS da 250kN a 2000 kN (corsa da circa 100 mm a circa 533 mm);  Gommoni di carico (4.00x4.00 mt. con altezza massima di carico mt. 0.70);  Videoendoscopio a colori Tecnix VPI-703 (fino a profondità di 25 m);  Sclerometro Schmidt;  Pacometro Hilti;