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LA TEORIA CINETICA
DEI GAS
Studia le grandezze
macroscopiche di un
gas in relazione a
quelle microscopiche
da cui deriva il
comportamento dello
stesso gas
studia il comportamento di un gas descrivendolo attraverso
grandezze quali la velocità e l’energia cinetica delle sue
molecole;
collega inoltre tali grandezze, che sono dette microscopiche,
alle grandezze macroscopiche quali volume, temperatura e
pressione;
si occupa quindi di analizzare il comportamento del gas in
relazione a ciò che avviene a livello molecolare;
descrive un gas dal punto di vista statistico, cioè analizza il
comportamento dell’insieme di molecole e non quello delle
singole.
La teoria cinetica dei gas:
Si deve immaginare un gas come un sistema formato da un numero enorme di particelle
che si muovono caoticamente urtandosi l'una con l'altra e ognuna contro le pareti del
contenitore; a causa degli urti esse cambiano continuamente direzione e velocità.
Per questo motivo, nello studio della teoria cinetica il gas considerato dal punto di vista
della realtà risulta troppo complesso; si fa in modo di «semplificare» tale studio prendendo
come modello quello del gas perfetto.
Si tratta di un gas molto rarefatto e con temperatura lontana da quella di liquefazione, che
presenta varie caratteristiche:
 le sue molecole sono considerate punti materiali privi di una struttura interna, tutte di
massa uguale e volume trascurabile rispetto a quello del contenitore, e sono presenti nel
gas in numero grandissimo;
 i moti delle molecole sono del tutto casuali, continui e disordinati (moti di agitazione
termica);
 le forze di interazione tra le molecole sono trascurabili (ciò non avviene nella realtà)
 gli urti delle molecole contro le pareti del contenitore sono perfettamente elastici*.
*Urto elastico: urto durante il quale si conservano l’energia cinetica e la quantità di moto.
Il gas come modello meccanico
Gli urti tra le molecole e il contenitore sono responsabili della pressione all’interno del
volume del gas, ed è dovuta al vettore forza della molecola perpendicolare alla superficie
del contenitore.
Infatti la pressione è descritta come:
𝑃 =
𝐹
𝑆
Per il principio di azione e reazione, e poiché l’urto è elastico, la forza esercitata dalla
parete sarà esattamente uguale e contraria a quella esercitata dalla molecola- allo stesso
modo l’energia e la quantità di moto si conserveranno durante l’urto.
Per ricavare la pressione negli urti tra molecole e contenitore, si può partire dalla
relazione che lega la velocità alla superficie percorsa nell’unità di tempo- in questo caso
la velocità delle molecole con cui urtano la superficie del contenitore nell’intervallo dato:
𝑣 =
∆𝑠
∆𝑡
La pressione e la velocità negli urti
molecola-contenitore
Da qui si può ricavare appunto l’intervallo di tempo, che vale: ∆𝑡 =
∆𝑠
∆𝑣
Se si considera come contenitore un cubo di lato L, dopo l’urto, ogni
molecola avrà un verso opposto a quello iniziale e andrà a urtare
inevitabilmente la parere opposta del contenitore, perciò lo spazio
percorso durante un urto sarà il doppio di quello percorso per urtare la
parete.
Perciò il tempo può essere espresso come: ∆𝑡 =
2𝐿
∆𝑣
Sapendo che la forza esercitata da ogni molecola, per il secondo
principio della dinamica vale 𝐹 = 𝑚 ∙ 𝑎, la si può scrivere in funzione
del tempo, cioè:
𝐹 =
𝑚𝑣
𝑡
=
∆𝑝
∆𝑡
Sostituendo i dati ricavati otteniamo che:
𝐹 =
𝑚𝑣
𝑠
𝑣
=
𝑚𝑣2
𝐿
Dove Δp è la quantità di
moto definita come il
prodotto tra la massa e la
velocità
Conoscendo la forza è possibile quindi esprimere in modo
diverso la pressione:
Da 𝑃 =
𝐹
𝑆
diventa: 𝑃 =
𝑚𝑣2
𝐿
𝐿2 =
𝑚𝑣2
𝑉
Estendendo questa relazione a tutte le molecole del volume di
gas, bisogna introdurre un parametro che consiste nel numero
di particelle N.
La pressione così espressa diventa:
𝑃 = 𝑁 ∙
𝑚𝑣2
𝑉
Dove 𝑚𝑣2
è il doppio
dell’energia cinetica e V il
volume del gas
Considerando la velocità dal punto di vista vettoriale, composta da tre
vettori uguali tra loro, otteniamo tre valori 𝑣 𝑥 , 𝑣 𝑦 e 𝑣𝑧 di cui
consideriamo solo il vettore 𝑣 𝑥 ad esempio, perché il moto delle
particelle avviene, nel gas perfetto in un’unica direzione.
Tale valore sarà
1
3
del vettore risultante v.
Sapendo inoltre che il fattore 𝑚𝑣2 altro non è che il doppio
dell’energia cinetica, possiamo quindi esprimere diversamente la
relazione che lega pressione, volume, numero di molecole ed energia
cinetica.
𝑃 =
2
3
∙
𝑁
𝑉
∙
1
2
𝑚𝑣2
E’ stata ricavata la relazione che lega pressione e volume,
che sono grandezze macroscopiche, con il numero di
molecole e l’energia cinetica delle stesse, grandezze invece
microscopiche.
E’ possibile esprimere tale relazione come:
𝑃𝑉 =
2
3
𝑁𝐸𝑐
in modo da metterla in relazione con l’equazione di stato
del gas perfetto
𝑃𝑉 = 𝑁𝑘𝑇
Dove T è la temperatura del
gas e k è la costante di
Boltzmann relativa a ogni
particella di gas (𝑘 =
𝑅
𝑁 𝐴𝑉
)
Mettendo a confronto le due relazioni, otteniamo che:
𝑁𝑘𝑇 =
2
3
𝑁𝐸𝑐
E, risolvendola, otteniamo esattamente la definizione
di energia cinetica secondo una relazione che la lega
alla temperatura del gas e quindi, alle grandezze
macroscopiche.
𝐸𝑐 =
3
2
𝑘𝑇
L’energia cinetica nella teoria
microscopica della materia
Nella realtà, in un gas le particelle non hanno tutte la stessa
velocità: nel modello del gas ideale si tiene conto di una velocità
media che è approssimativamente uguale per tutte le molecole.
Tale valore è la velocità quadratica media, strettamente legata
all’energia cinetica, ed è intesa come la velocità media delle
molecole di un gas in stato di equilibrio* a una certa
temperatura.
E’ espressa come: 𝑣 𝑚 =
3𝑘𝑇
𝑚
*Stato di equilibrio: un sistema raggiunge lo stato di equilibrio quando tutte le
grandezze macroscopiche che lo descrivono (le variabili di stato) si mantengono
costanti nel tempo.
La velocità quadratica media
In una data quantità di gas, la velocità più probabile che si può
trovare tra le particelle è un valore abbastanza vicino alla velocità
quadratica media, ma non coincide con essa. Questa relazione può
essere infatti espressa graficamente ed è rappresentata da una
curva asimmetrica, in cui la zona della velocità quadratica media
sarà molto vicina a quella della velocità più probabile, ma non la
stessa. In generale, la velocità più probabile tra le molecole è
addirittura inferiore alla velocità quadratica media.
Essa vale infatti: 𝑣 𝑚 =
2𝑘𝑇
𝑚
La distribuzione maxwelliana delle
probabilità
Il punto più alto della curva è la velocità
più probabile: in quel punto ci sono
moltissime molecole che hanno una velocità
simile a quella media e quadratica media.
La velocità quadratica media è
legata anche alla variazione di
temperatura.
All’aumentare della temperatura,
la curva si abbassa ma si fa sempre
più estesa perché aumenta il
numero di particelle che hanno
velocità simile a quella quadratica
media.
L’altezza della curva diminuisce
perché c’è sempre meno differenza
tra le velocità delle molecole, che
quindi sono tutte più probabili.
La distribuzione maxwelliana delle
probabilità
Il moto browniano
 In un gas all’equilibrio le sue grandezze
macroscopiche- pressione, volume e temperatura si
mantengono costanti nel tempo.
 Dal punto di vista microscopico, invece, a parità di
temperatura e di volume, si nota che la pressione a
piccolissimi intervalli di tempo subisce delle
variazioni, o fluttuazioni, che non rendono possibile
considerarla costante come può essere fatto a livello
microscopico.
Questo perché essendo i moti
delle molecole del tutto casuali,
casuale sarà l’intensità degli urti
che esse compiono e casuale
sarà il loro effetto, cioè la
pressione
La teoria del moto browniano
studia le traiettorie e i moti
casuali delle molecole
 L’effetto delle fluttuazioni è
tanto più piccolo quanto più
grande è N, ossia il numero
di molecole contenute,
perché più esso è grande,
meno differenze ci sono tra
le intensità degli urti e più la
pressione di ogni urto sarà
simile al valore medio di
pressione all’interno del gas.
Riguarda corpuscoli
molto piccoli in
sospensione in un
fluido
Le molecole hanno moti
totalmente imprevedibili:
due molecole vicine possono
avere moti del tutto diversi
Il moto browniano dipende
da:
La particella: le particelle più piccole si muovono con
moto più deciso e intenso; esso non dipende dalla
natura della particella né dalla sua massa.
Il fluido e la sua viscosità: più esso è viscoso più lento è
il movimento delle molecole.
La temperatura: la velocità delle particelle aumenta
con la temperatura e i moti si fanno più intensi.

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La teoria cinetica dei gas

  • 1. LA TEORIA CINETICA DEI GAS Studia le grandezze macroscopiche di un gas in relazione a quelle microscopiche da cui deriva il comportamento dello stesso gas
  • 2. studia il comportamento di un gas descrivendolo attraverso grandezze quali la velocità e l’energia cinetica delle sue molecole; collega inoltre tali grandezze, che sono dette microscopiche, alle grandezze macroscopiche quali volume, temperatura e pressione; si occupa quindi di analizzare il comportamento del gas in relazione a ciò che avviene a livello molecolare; descrive un gas dal punto di vista statistico, cioè analizza il comportamento dell’insieme di molecole e non quello delle singole. La teoria cinetica dei gas:
  • 3. Si deve immaginare un gas come un sistema formato da un numero enorme di particelle che si muovono caoticamente urtandosi l'una con l'altra e ognuna contro le pareti del contenitore; a causa degli urti esse cambiano continuamente direzione e velocità. Per questo motivo, nello studio della teoria cinetica il gas considerato dal punto di vista della realtà risulta troppo complesso; si fa in modo di «semplificare» tale studio prendendo come modello quello del gas perfetto. Si tratta di un gas molto rarefatto e con temperatura lontana da quella di liquefazione, che presenta varie caratteristiche:  le sue molecole sono considerate punti materiali privi di una struttura interna, tutte di massa uguale e volume trascurabile rispetto a quello del contenitore, e sono presenti nel gas in numero grandissimo;  i moti delle molecole sono del tutto casuali, continui e disordinati (moti di agitazione termica);  le forze di interazione tra le molecole sono trascurabili (ciò non avviene nella realtà)  gli urti delle molecole contro le pareti del contenitore sono perfettamente elastici*. *Urto elastico: urto durante il quale si conservano l’energia cinetica e la quantità di moto. Il gas come modello meccanico
  • 4. Gli urti tra le molecole e il contenitore sono responsabili della pressione all’interno del volume del gas, ed è dovuta al vettore forza della molecola perpendicolare alla superficie del contenitore. Infatti la pressione è descritta come: 𝑃 = 𝐹 𝑆 Per il principio di azione e reazione, e poiché l’urto è elastico, la forza esercitata dalla parete sarà esattamente uguale e contraria a quella esercitata dalla molecola- allo stesso modo l’energia e la quantità di moto si conserveranno durante l’urto. Per ricavare la pressione negli urti tra molecole e contenitore, si può partire dalla relazione che lega la velocità alla superficie percorsa nell’unità di tempo- in questo caso la velocità delle molecole con cui urtano la superficie del contenitore nell’intervallo dato: 𝑣 = ∆𝑠 ∆𝑡 La pressione e la velocità negli urti molecola-contenitore
  • 5. Da qui si può ricavare appunto l’intervallo di tempo, che vale: ∆𝑡 = ∆𝑠 ∆𝑣 Se si considera come contenitore un cubo di lato L, dopo l’urto, ogni molecola avrà un verso opposto a quello iniziale e andrà a urtare inevitabilmente la parere opposta del contenitore, perciò lo spazio percorso durante un urto sarà il doppio di quello percorso per urtare la parete. Perciò il tempo può essere espresso come: ∆𝑡 = 2𝐿 ∆𝑣 Sapendo che la forza esercitata da ogni molecola, per il secondo principio della dinamica vale 𝐹 = 𝑚 ∙ 𝑎, la si può scrivere in funzione del tempo, cioè: 𝐹 = 𝑚𝑣 𝑡 = ∆𝑝 ∆𝑡 Sostituendo i dati ricavati otteniamo che: 𝐹 = 𝑚𝑣 𝑠 𝑣 = 𝑚𝑣2 𝐿 Dove Δp è la quantità di moto definita come il prodotto tra la massa e la velocità
  • 6. Conoscendo la forza è possibile quindi esprimere in modo diverso la pressione: Da 𝑃 = 𝐹 𝑆 diventa: 𝑃 = 𝑚𝑣2 𝐿 𝐿2 = 𝑚𝑣2 𝑉 Estendendo questa relazione a tutte le molecole del volume di gas, bisogna introdurre un parametro che consiste nel numero di particelle N. La pressione così espressa diventa: 𝑃 = 𝑁 ∙ 𝑚𝑣2 𝑉 Dove 𝑚𝑣2 è il doppio dell’energia cinetica e V il volume del gas
  • 7. Considerando la velocità dal punto di vista vettoriale, composta da tre vettori uguali tra loro, otteniamo tre valori 𝑣 𝑥 , 𝑣 𝑦 e 𝑣𝑧 di cui consideriamo solo il vettore 𝑣 𝑥 ad esempio, perché il moto delle particelle avviene, nel gas perfetto in un’unica direzione. Tale valore sarà 1 3 del vettore risultante v. Sapendo inoltre che il fattore 𝑚𝑣2 altro non è che il doppio dell’energia cinetica, possiamo quindi esprimere diversamente la relazione che lega pressione, volume, numero di molecole ed energia cinetica. 𝑃 = 2 3 ∙ 𝑁 𝑉 ∙ 1 2 𝑚𝑣2
  • 8. E’ stata ricavata la relazione che lega pressione e volume, che sono grandezze macroscopiche, con il numero di molecole e l’energia cinetica delle stesse, grandezze invece microscopiche. E’ possibile esprimere tale relazione come: 𝑃𝑉 = 2 3 𝑁𝐸𝑐 in modo da metterla in relazione con l’equazione di stato del gas perfetto 𝑃𝑉 = 𝑁𝑘𝑇 Dove T è la temperatura del gas e k è la costante di Boltzmann relativa a ogni particella di gas (𝑘 = 𝑅 𝑁 𝐴𝑉 )
  • 9. Mettendo a confronto le due relazioni, otteniamo che: 𝑁𝑘𝑇 = 2 3 𝑁𝐸𝑐 E, risolvendola, otteniamo esattamente la definizione di energia cinetica secondo una relazione che la lega alla temperatura del gas e quindi, alle grandezze macroscopiche. 𝐸𝑐 = 3 2 𝑘𝑇 L’energia cinetica nella teoria microscopica della materia
  • 10. Nella realtà, in un gas le particelle non hanno tutte la stessa velocità: nel modello del gas ideale si tiene conto di una velocità media che è approssimativamente uguale per tutte le molecole. Tale valore è la velocità quadratica media, strettamente legata all’energia cinetica, ed è intesa come la velocità media delle molecole di un gas in stato di equilibrio* a una certa temperatura. E’ espressa come: 𝑣 𝑚 = 3𝑘𝑇 𝑚 *Stato di equilibrio: un sistema raggiunge lo stato di equilibrio quando tutte le grandezze macroscopiche che lo descrivono (le variabili di stato) si mantengono costanti nel tempo. La velocità quadratica media
  • 11. In una data quantità di gas, la velocità più probabile che si può trovare tra le particelle è un valore abbastanza vicino alla velocità quadratica media, ma non coincide con essa. Questa relazione può essere infatti espressa graficamente ed è rappresentata da una curva asimmetrica, in cui la zona della velocità quadratica media sarà molto vicina a quella della velocità più probabile, ma non la stessa. In generale, la velocità più probabile tra le molecole è addirittura inferiore alla velocità quadratica media. Essa vale infatti: 𝑣 𝑚 = 2𝑘𝑇 𝑚 La distribuzione maxwelliana delle probabilità Il punto più alto della curva è la velocità più probabile: in quel punto ci sono moltissime molecole che hanno una velocità simile a quella media e quadratica media.
  • 12. La velocità quadratica media è legata anche alla variazione di temperatura. All’aumentare della temperatura, la curva si abbassa ma si fa sempre più estesa perché aumenta il numero di particelle che hanno velocità simile a quella quadratica media. L’altezza della curva diminuisce perché c’è sempre meno differenza tra le velocità delle molecole, che quindi sono tutte più probabili. La distribuzione maxwelliana delle probabilità
  • 13. Il moto browniano  In un gas all’equilibrio le sue grandezze macroscopiche- pressione, volume e temperatura si mantengono costanti nel tempo.  Dal punto di vista microscopico, invece, a parità di temperatura e di volume, si nota che la pressione a piccolissimi intervalli di tempo subisce delle variazioni, o fluttuazioni, che non rendono possibile considerarla costante come può essere fatto a livello microscopico.
  • 14. Questo perché essendo i moti delle molecole del tutto casuali, casuale sarà l’intensità degli urti che esse compiono e casuale sarà il loro effetto, cioè la pressione La teoria del moto browniano studia le traiettorie e i moti casuali delle molecole  L’effetto delle fluttuazioni è tanto più piccolo quanto più grande è N, ossia il numero di molecole contenute, perché più esso è grande, meno differenze ci sono tra le intensità degli urti e più la pressione di ogni urto sarà simile al valore medio di pressione all’interno del gas. Riguarda corpuscoli molto piccoli in sospensione in un fluido Le molecole hanno moti totalmente imprevedibili: due molecole vicine possono avere moti del tutto diversi
  • 15. Il moto browniano dipende da: La particella: le particelle più piccole si muovono con moto più deciso e intenso; esso non dipende dalla natura della particella né dalla sua massa. Il fluido e la sua viscosità: più esso è viscoso più lento è il movimento delle molecole. La temperatura: la velocità delle particelle aumenta con la temperatura e i moti si fanno più intensi.