Laboratorio Musicale realizzato dall' insegnante Monica Pallotti alla Scuola dell' Infanzia "DOzza" dell' Istituto Comprensivo di Crevalcore.
Anno Scolastico 2010-'11
Gazzetta del mezzogiorno - I Bluealma col rock sinfonico nel solco leggendari...Blue Alma
I Bluealma sono la band della settimana presente nella rubrica "Salento in Musica" del quotidiano "La Gazzetta del Mezzogiorno" con un' interessante intervista alla band salentina.
Laboratorio Musicale realizzato dall' insegnante Monica Pallotti alla Scuola dell' Infanzia "DOzza" dell' Istituto Comprensivo di Crevalcore.
Anno Scolastico 2010-'11
Gazzetta del mezzogiorno - I Bluealma col rock sinfonico nel solco leggendari...Blue Alma
I Bluealma sono la band della settimana presente nella rubrica "Salento in Musica" del quotidiano "La Gazzetta del Mezzogiorno" con un' interessante intervista alla band salentina.
Ontologia dell’opera d’arte mah…essere per la salvezza dell’essere significa essere per la salvezza dell’arte? E l’opera d’arte aiuterà l’essere a salvarsi? Mah… solo l’opera d’arte ci può salvare? E solo l’arte salverà l’essere o il mito ontoteologico della salvezza della mondità? Solo l’arte ci potrà salvare? Solo il mito dell’opera d’arte può salvare il mito delle muse della poiesis o dell’ontopoiesis? Ma l’arte è anche la salvezza del musagete, quale essere divinità che si dà all’arte o dà all’arte la fondatezza del mito? O che disvela con l’arte l’ontologia ontopoietica dell’opera dell’esser-arte-nella mondità come nella mondanità, o esser-arte-per-la-morte dell’arte…  Già nelle origini della ermeneutica poetica la mimesis disvela la fondatezza della physis: aldilà della classicità simulativa, imitativa, clonante, tautologica, la mimesis quale apprensività attraverso lo sguardo, cattura con la vista, con gli occhi l’essere che si disvela nella sua physis. E’ l’esserci che com-prende contemplando l’eventuarsi della physis dell’essere, della natura dell’essere, dell’essere-nella-mondità. E’ la mimesis del disvelarsi dell’essere poetante…o l’ontologia dell’icona della physis quale ontologia dell’ikona dell’essere nel mondo. O l’ontologia della temporalità della physis che si disvela nel mondo quale spazialità immaginaria nella radura immaginaria ove s’eventua quale opera d’arte immaginaria… anzi l’ontologia fluttuante dell’essenza dell’essere poetante dà senso e dà alla luce la physis, non la imita o la modella o la ricorda, la divela quand’era abbandonata nell’oblio dalla fuga precipitosa degli dei epistemici, mitici, tecnici, ontoteologici quali il deus ex machina, la macchina poetica aristotelica. E’ indispensabile intraprendere gli studi e le ricerche dell’ontologia dell’opera d’arte, giacchè nel nuovo millennio tutte le configurazioni del sapere epistemico, ma anche le ontologie ermeneutiche, hanno evidenziato i propri confini aldiqua dell’essere-opera-d’arte, per concentrarsi solo sull’ontica, sulle entità narrate o sulle superentità ontoteologiche. L’epistemica dell’opera d’arte si è confinata nella sua ortogonalità calcolante, l’interpretanza ermeneutica ed intenzionale non si cura di offrire una fondatezza né alla nuova epistemica, né alla matesis virtuale, né alla physis immaginaria, né alla temporalità ontologica, men che mai dà fondamenta stabili alla struttura ontologica dell’opera d’arte. Solo il pensiero della disvelatezza resiste, o persiste nella sua re-esistenza, sostenuto dalla sua struttura ontologica fondata sull’essenza dell’essere-opera-d’arte-nel-mondo-per-la-morte. Ma la sua origine, o originalità o singolarità, non dispiega la sua pregnanza oltre la soglia del pensiero poetante che contempla poeticamente l’opera d’arte o la interpreta infinitamente nella temporalità kairos-logica più tosto che cronologica. Per raggiungere anche i sentieri interrotti della physis poetante dell’opera d’arte e quindi anche la fondatezza non tecnica della teknè, o il fondamento non epistemico dell’epistemica, la physis dell’opera d’arte si dovrà eventuare nella struttura ontologica dell’essere animati, aldilà dall’essere solo opera inanimata, per gettare le fondamenta nella radura, nel vuoto quantico epistemico, della topologia fluttuante dell’essere opera d’arte che si dà alla mondità per inter-essere o inter-esserci opera d’arte dell’essere animato che getta quale icona dell’essere-nel-mondo-della-morte-dell’arte. Può l’ontolgia dell’opera d’arte raccogliere gli eventi gettati nel sentiero dell’essere ed intraprendere la biforcazione dell’oltre che conduce alla radura, alla spazialità topologica sgombra dalle temporalità epistemiche o anche ermeneutiche, per approdare alla libera luce senza fondo, senz
1. Tertulia a tema di Francesco Di Maggio
LA MUSICA
E IL CAMBIAMENTO
2. LA MUSICA L'EVOLUZIONE MELODIC DUBSTEP LIGHT GLITCH CONCLUSIONE
La musica è l'arte dell'organizzazione dei suoni e rumori nel
corso del tempo e nello spazio.
Wikipedia.
- Musica come tutto ciò che soddisfi desideri e aspirazioni: secondo la derivazione del
termine dal verbo greco μῶσθαι (desiderare, aspirare a...) dal quale Platone avrebbe fatto derivare il
termine "musa".
- Musica come esperienza soggettiva: Un'altra delle definizioni comuni di musica implica che la
musica debba essere piacevole o melodica. Questo punto di vista tiene conto del fatto che alcuni tipi di
"suono organizzato" non sono musica, mentre altri lo sono.
- Musica come suono: Una delle più comuni definizioni di musica è quella di arte del suono
organizzato, o di arte del produrre significati e sensazioni, più o meno complessi organizzando suoni e
silenzio.
6. La Dubstep è un genere di musica elettronica che ha le sue radici a
Londra nei primi anni 2000 nella scena garage del Regno Unito. Deriva
dalla 2step, che sostituiva ritmi di batteria sincopati a quelli classici.
La Melodic Dubstep è caratterizzata da una linea
melodica sempre presente e ben marcata all'interno di
tutto il brano. Di solito è accompagnata da una voce
femminile e blocchi legati nel contesto con “crescendo”
vari. La suddivisione del brano in blocchi è facile:
Intro – carica – esplosione – relax – carica – esplosione – finale.
Fly Il prima e il dopo
LA MUSICA L'EVOLUZIONE MELODIC DUBSTEP LIGHT GLITCH CONCLUSIONE
8. La Light Glitch Hop è un genere leggermente diverso,
pieno di intervalli maggiori, sempre seguendo una linea
melodica marcata. Solitamente è priva di una voce “vera
e propria”. Nel brano in questione quest'ultima è stata
modificata grazie all'uso dei synth. Lo schema di funzione
dei blocchi è identico a quella della melodic.
Hello Sad Machine
LA MUSICA L'EVOLUZIONE MELODIC DUBSTEP LIGHT GLITCH CONCLUSIONE
9. … e tanto altro …
LA MUSICA L'EVOLUZIONE MELODIC DUBSTEP LIGHT GLITCH CONCLUSIONE