Alfondo Pascale presenta la Rete delle Fattorie Sociali, nel corso del convegno "Il mondo della ricerca di fronte alla sfida dell’innovazione sociale. Riflessioni ed esperienze territoriali", il 22 giugno a Romascienza 2011.
Alfondo Pascale presenta la Rete delle Fattorie Sociali, nel corso del convegno "Il mondo della ricerca di fronte alla sfida dell’innovazione sociale. Riflessioni ed esperienze territoriali", il 22 giugno a Romascienza 2011.
Social Housing: il Contesto Europeo e gli Obiettivi di QualitàLuca Biancucci
ExpoEdilizia di Roma 21/03/2013
Convegno: le opportunità nell’Europa centro-orientale: edilizia sociale, green economy e innovazione
Organizzato da: Camera di Commercio Italia - Repubblica Ceca
Il settore dell'edilizia sociale è oggi di fronte a una duplice sfida: da un lato esso è chiamato a rispondere alle crescenti esigenze abitative che non sono soddisfatte dal mercato, dall’altro, sono in diminuzione le risorse che sono state generalmente utilizzate per finanziare il settore, anche in Paesi che storicamente hanno una grande quota di alloggi sociali; queste, in alcuni casi hanno subito tagli drammatici nel quadro dei piani di austerità fiscale.
È ancora da vedere se gli Stati membri europei sceglieranno di sacrificare il settore dell'alloggio sociale per attenersi a rigorose politiche di spesa o se invertiranno la tendenza all’abbandono del sostegno all'edilizia sociale da parte dello Stato che ha caratterizzato
nella maggior parte dei casi gli ultimi due decenni, e che ha portato a una disponibilità i/nsufficiente e al crescente rischio di esclusione abitativa per i cittadini dell'UE.
Il Rapporto si propone di veri care come la declinazione di sviluppo sostenibile proposta dall’Agenda –
uno sviluppo che soddis i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle future gene- razioni di soddisfare i propri bisogni – possa rappresentare una chiave di lettura delle dinamiche sociali, economiche, ambientali e istituzionali della Lombardia.
Social Housing: il Contesto Europeo e gli Obiettivi di QualitàLuca Biancucci
ExpoEdilizia di Roma 21/03/2013
Convegno: le opportunità nell’Europa centro-orientale: edilizia sociale, green economy e innovazione
Organizzato da: Camera di Commercio Italia - Repubblica Ceca
Il settore dell'edilizia sociale è oggi di fronte a una duplice sfida: da un lato esso è chiamato a rispondere alle crescenti esigenze abitative che non sono soddisfatte dal mercato, dall’altro, sono in diminuzione le risorse che sono state generalmente utilizzate per finanziare il settore, anche in Paesi che storicamente hanno una grande quota di alloggi sociali; queste, in alcuni casi hanno subito tagli drammatici nel quadro dei piani di austerità fiscale.
È ancora da vedere se gli Stati membri europei sceglieranno di sacrificare il settore dell'alloggio sociale per attenersi a rigorose politiche di spesa o se invertiranno la tendenza all’abbandono del sostegno all'edilizia sociale da parte dello Stato che ha caratterizzato
nella maggior parte dei casi gli ultimi due decenni, e che ha portato a una disponibilità i/nsufficiente e al crescente rischio di esclusione abitativa per i cittadini dell'UE.
Il Rapporto si propone di veri care come la declinazione di sviluppo sostenibile proposta dall’Agenda –
uno sviluppo che soddis i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle future gene- razioni di soddisfare i propri bisogni – possa rappresentare una chiave di lettura delle dinamiche sociali, economiche, ambientali e istituzionali della Lombardia.
Colour is a powerful tool that is influenced by cultural, religious, political and social factors. It can affect moods and communicate meanings that vary across contexts. Colours have established associations with certain meanings. The document outlines primary, secondary, tertiary and complementary colours, and discusses how colour combinations like analogous colours create harmony. It provides examples of cultural meanings typically linked to different colours like red, orange, yellow, green, blue and purple.
L’esclusione dal lavoro tende oggi ad assumere profondi connotati esistenziali, oltre che
materiali, che possono anche portare alla perdita dell’identità e del ruolo sociale.
“L’ampliamento degli spazi di mediazione fra capitale e lavoro e lo sviluppo di sistemi di
Welfare, la qualificazione delle attività produttive e delle professioni, l’aumento dei livelli
di reddito e d’istruzione e le modifiche degli stili di vita che si sono realizzati negli ultimi
decenni hanno probabilmente stemperato la drammaticità della condizione materiale”
[1], convertendo progressivamente gli esiti sulla salute dalle patologie fisiche a quelle
psichiche e sociali. La perdita o l’assenza del lavoro è quindi un determinante economico
e sociale che definisce aspetti dello status e dell’identità personale con un impatto diretto
sull’individuo, la famiglia e l’ambiente sociale e, in particolare, sul benessere sanitario.
Molte ricerche confermano il riscontro di un’alta prevalenza di morbidità psico-fisica e di
aumentata mortalità fra la popolazione disoccupata nel confronto con quella occupata.
Questi risultati sembrano essere indipendenti dallo stato di salute precedente e diventano
in parte reversibili con il reinserimento nel mondo del lavoro. [1, 2, 3, 4, 5].
Negli ultimi decenni una moltitudine di ricerche ha documentato l’impatto delle condizioni
in cui è svolto il lavoro (quali fattori che influenzano la morbilità) sullo stato di salute
oggettivo e soggettivo. L’attuale modello di sviluppo economico e le conseguenti
trasformazioni dell’organizzazione e delle condizioni di lavoro hanno generato nuovi rischi
e problemi di salute che esulano dalle definizioni attribuite e riconosciute alle malattie
tipicamente professionali [6, 7, 8, 9]. I disturbi psichici, quelli muscolo-scheletrici, le
malattie cardio-vascolari e i tumori costituiscono i quattro principali gruppi di patologie,
correlate con i nuovi rischi dell’attività lavorativa [10, 11]. La progressiva
flessibilizzazione del lavoro che può comportare maggiore instabilità e insicurezza,
l’aumento della precarietà che può anche portare all’esclusione dal mondo del lavoro,
hanno sottolineato l’influenza negativa di queste condizioni di vita sulla salute fisica e
psichica [12, 13]. Un importante studio finlandese che ha studiato l’associazione tra il
ridimensionamento del personale in dieci amministrazioni pubbliche ha dimostrato
l’aumento significativo della mortalità per malattie cardiovascolari perfino nei dipendenti
che, benché abbiano subìto il processo di ridimensionamento (downsizing) del personale,
siano riusciti a mantenere il loro posto di lavoro [14]. Ciò significa che la sola esposizione
allo stress e all’insicurezza può avere conseguenze importanti non solo a livello di
morbilità bensì anche sulla mortalità.........
Rapporto di sintesi sottoposto alla Direzione generale della Banca nazionale
svizzera per la valutazione trimestrale della situazione del settembre 2011
Terzo trimestre 2011
Nel quadro dell’indagine congiunturale del terzo trimestre, condotta nei mesi
di luglio e agosto 2011, i delegati alle relazioni economiche regionali hanno
nuovamente interpellato in modo sistematico le imprese sulla situazione
del tasso di cambio, al fine di quantificare le conseguenze dell’apprezzamento
del franco. All’inchiesta hanno preso parte 164 imprese. La scelta delle
aziende intervistate, le quali possono variare da un trimestre all’altro, avviene
in base a un modello che rispecchia la struttura produttiva della Svizzera.
La grandezza di riferimento è il PIL con esclusione dell’agricoltura e dei
servizi pubblici.
1. ISSN 1977-2106
LA DIMENSIONE SOCIALE
DELLA STRATEGIA EUROPA 2020
RELAZIONE DEL COMITATO
PER LA PROTEZIONE SOCIALE (2011)
SINTESI
2. Questa pubblicazione è sostenuta dal programma dell’Unione europea per l’occupazione e la
solidarietà sociale Progress (2007-2013).
Si tratta di un programma attuato dalla Commissione europea. È stato istituito per sostenere
finanziariamente la realizzazione degli obiettivi dell’Unione europea nel settore dell’occupazione,
degli affari sociali e delle pari opportunità e contribuisce quindi alla realizzazione degli obiettivi
Europa 2020 in questi settori.
Il programma settennale si concentra su tutte le parti interessate che possono contribuire a pla-
smare lo sviluppo di un’occupazione adeguata ed efficace nonché di politiche e legislazione
sociale attraverso l’UE-27, i paesi dell’EFTA-SEE nonché i paesi candidati e pre-candidati all’UE.
Per ulteriori informazioni consultare il sito http://ec.europa.eu/progress
3. LA DIMENSIONE SOCIALE
DELLA STRATEGIA EUROPA 2020
RELAZIONE DEL COMITATO
PER LA PROTEZIONE SOCIALE (2011)
SINTESI
Commissione europea
Direzione generale per l’Occupazione, gli affari sociali e l’inclusione
Unità D.1
Manoscritto terminato nel marzo 2011
5. Indice
Introduzione 5
L’obiettivo di riduzione della povertà e inclusione sociale 6
Povertà ed esclusione sociale nell’UE:
situazione attuale e recenti tendenze 7
Percentuale del rischio di povertà 8
Grave deprivazione materiale 9
Persone che vivono in famiglie con un’intensità
di lavoro molto bassa 9
Chi è a rischio di povertà ed esclusione? 9
Migliorare la misurazione della povertà ed esclusione sociale 10
Politiche per prevenire e ridurre la povertà 12
Promuovere una crescita inclusiva 12
Strategie di inclusione attiva per sostenere le misure occupazionali 12
Istruzione e competenze come fattori determinanti
dell’inclusione sociale 13
Protezione sociale adeguata e sostenibile 14
Politiche di inclusione sociale 15
Strumenti finanziari UE per combattere la povertà 16
Prospettive per il futuro: principali messaggi 17
Approfondimenti 20
3
6. Il comitato per la protezione sociale
Il comitato per la protezione sociale (CPS) riunisce i rappresentanti degli
Stati membri dell’Unione europea (UE) e della Commissione europea dal
2000. Si tratta di un forum di alto livello sulla politica che consente agli Stati
membri e alla Commissione europea di cooperare e condividere idee nel
contesto del metodo aperto di coordinamento sociale (MAC sociale). Il CPS
prepara relazioni, formula pareri e svolge altre attività nella propria sfera
di competenza, su richiesta del Consiglio e della Commissione oppure di
propria iniziativa. A partire dal 2011, il comitato redige una relazione annuale
che valuta gli aspetti sociali della strategia Europa 2020.
Il metodo aperto di coordinamento sociale
L’approccio UE alla politica sociale si basa sul MAC. Si tratta di un mecca-
nismo per coordinare le politiche sociali degli Stati membri. La finalità è di
lavorare per il raggiungimento degli obiettivi comuni europei tramite un
processo di scambio di politiche e apprendimento reciproco consentendo
agli Stati membri di definire le proprie politiche per il conseguimento degli
obiettivi. Attraverso il MAC sociale, gli Stati membri redigono piani d’azione
a livello nazionale, definendo le priorità e le azioni pianificate. La Commis-
sione europea sostiene e supervisiona i progressi sulla base di obiettivi, indi-
catori e standard comuni. Nel 2011, gli obiettivi e metodi di lavoro del MAC
sociale saranno adeguati al fine di conformarsi agli obiettivi stabiliti dalla
strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.
4
7. Introduzione
Europa 2020 è la strategia di crescita dell’UE per il prossimo decennio. Consentirà
all’UE di trasformarsi in un’economia intelligente, sostenibile e inclusiva.
Il suo successo dipende da azioni che si sostengono reciprocamente in tutte le aree
di priorità. Questo dovrebbe consentire all’UE e ai suoi Stati membri di garantire alti
livelli di occupazione, produttività e coesione sociale.
Concretamente, l’UE ha stabilito cinque ambiziosi obiettivi, relativi a occupazione,
innovazione, istruzione, inclusione sociale e clima/energia, da raggiungere entro il
2020. Gli Stati membri adotteranno i propri obiettivi a livello nazionale per ciascuna
di queste aree. Azioni concrete a livello nazionale e dell’UE sosterranno la strategia.
Il CPS ha pubblicato una relazione che valuta gli aspetti sociali della strategia Europa
2020. Questo opuscolo contiene una sintesi della relazione 2011.
5
8. L’obiettivo di riduzione
della povertà
e inclusione sociale
Una persona su cinque all’interno dell’UE è a rischio di povertà o esclusione sociale.
Un livello così elevato di persone che vivono ai margini della società compromette la
coesione sociale e limita le potenzialità degli europei. Ciò è particolarmente dannoso
in un periodo in cui gli Stati membri stanno lavorando per garantire la ripresa dalla
crisi economica e finanziaria.
I capi di Stato o di governo dell’UE si sono impegnati a sottrarre almeno 20 milioni
di persone al rischio di povertà ed esclusione sociale entro il 2020. La realizzazione
di questa aspirazione richiede obiettivi nazionali ambiziosi in linea con gli obiettivi
dell’UE, nonché le misure necessarie per realizzarli. Questo farà in modo che la lotta
contro la povertà diventi un elemento chiave della strategia globale di ripresa.
6
9. Povertà ed esclusione
sociale nell’UE: situazione
attuale e recenti tendenze
L’obiettivo principale relativo alla povertà ed esclusione sociale in Europa è stato sta-
bilito sulla base di tre indicatori congiunti: il numero di persone a rischio di povertà,
i livelli di grave deprivazione materiale e il numero di persone che vivono all’interno di
nuclei familiari fortemente caratterizzati dalla sottoccupazione. Questi indicatori pren-
dono in considerazione le varie caratteristiche di povertà ed esclusione in tutta Europa
e le diverse situazioni e priorità tra gli Stati membri. Insieme, i tre indicatori riflettono
l’obiettivo della strategia Europa 2020 di garantire che i vantaggi della crescita siano
ampiamente condivisi e che le persone che si trovano attualmente ai margini possano
svolgere un ruolo attivo all’interno della società.
114 milioni di persone a rischio di povertà o esclusione (2009)
A rischio dipar la pauvreté,
Menacées povertà, in condizioni
di deprivazione, non disoccupati
vivant dans le dénuement, avec emploi,
A rischio di povertà, Non a
non in condizioni rischio di
di deprivazione, povertà, in In condizioni di grave
non disoccupati 12,1 condizioni di
deprivazione,
deprivazione materiale
48,7 non disoccupati (40 milioni)
Menacées
A rischio 18,8
par la
di povertà 6,7 A rischio di povertà, in condizioni
pauvreté 2,3 di deprivazione, disoccupati
(80 milioni) 12,8 Non a rischio di povertà, in condizioni
(80 millions)
12,5 di deprivazione, disoccupati
A rischio di povertà, Non a rischio di povertà, In famiglie con intensità
non in condizioni non in condizione
di deprivazione, disoccupati
di deprivazione, di lavoro molto bassa
disoccupati
(34 milioni)
Fonte: EU-SILC (2009). Anno di riferimento del reddito: 2008.
Nota: I dati relativi al reddito e alla bassa intensità di lavoro si riferiscono all’anno precedente (2008) ad
eccezione di Irlanda (2008-2009) e Regno Unito (2009). I dati relativi alla deprivazione materiale si
riferiscono all’anno del sondaggio (2009). 7
10. Quote di persone a rischio di povertà; in grave deprivazione
materiale ma non a rischio di povertà; che vivono in una famiglia
con intensità di lavoro molto bassa o nulla ma né a rischio
di povertà né in grave deprivazione materiale (2009)
50 In una famiglia con intensità di lavoro nulla
o molto bassa, non a rischio di povertà e non
in grave deprivazione materiale
40 In grave deprivazione materiale, non a rischio
Percentuale della popolazione totale
di povertà
% of total population
A rischio di povertà
30
20
10
0
EU-27 CZ NL SE FI AT SI DK LU FR SK DE BE MT UK CY EE ES IT PT IE EL PL LT HU LV RO BG
Fonte: EU-SILC (2009). Anno di riferimento del reddito: 2008, ad eccezione di Irlanda (2008-2009) e
Regno Unito (2009).
I progressi maturati verso tale obiettivo saranno monitorati sulla base delle prece-
denti tendenze di una serie di persone a rischio di povertà o esclusione, sia per tutta
la popolazione sia per i principali gruppi a rischio.
Percentuale del rischio di povertà
Le persone il cui reddito disponibile è inferiore al 60 % del reddito medio nel pro-
prio paese sono considerate a rischio di povertà. Si tratta di una misura relativa della
povertà, collegata alla distribuzione del reddito e che prende in considerazione tutte
le fonti di reddito monetario. Politiche sociali, di occupazione e istruzione a livello
nazionale volte a combattere la povertà possono avere un considerevole impatto sui
livelli di rischio.
8
11. I livelli di rischio di povertà variano a seconda dei diversi standard di vita in tutta l’UE.
La soglia di povertà è dalle quattro alle cinque volte superiore in Austria, nei Paesi
Bassi e a Cipro rispetto a Romania e Bulgaria.
Grave deprivazione materiale
Questo indicatore descrive la situazione di persone che non possono permettersi beni
considerati essenziali per condurre una vita dignitosa in Europa. Esso riflette sia la distri-
buzione di risorse all’interno di un paese sia le differenze negli standard di vita e nel
prodotto interno lordo (PIL) pro capite in tutta Europa. In media, l’8 % degli europei
soffre di grave deprivazione materiale, ma in alcuni paesi la percentuale sale al 30 %.
Persone che vivono in famiglie
con un’intensità di lavoro molto bassa
Questo indicatore descrive la situazione di persone che vivono in famiglie in cui
nessuno lavora (o in cui i membri della famiglia lavorano molto poco), ma che non
necessariamente percepiscono un reddito molto basso. Un posto di lavoro rimane
lo strumento migliore contro la povertà e l’esclusione. Il rischio di povertà a cui sono
esposti gli adulti disoccupati in età da lavoro è più di cinque volte superiore rispetto
a quello affrontato da coloro che lavorano (il 44 % contro l’8 %), mentre per le persone
inattive (esclusi i pensionati) è tre volte superiore a quello degli occupati (il 27 % contro
l’8 %). L’uso di questo indicatore riflette gli sforzi degli Stati membri per affrontare
l’esclusione dal mercato del lavoro.
Chi è a rischio di povertà ed esclusione?
I bambini, gli anziani, le donne single, le famiglie monoparentali, le persone poco
qualificate, disoccupate o inattive in età da lavoro, compresi coloro con disabilità, le
persone che vivono in zone rurali e i migranti sono soggetti al più alto rischio di povertà
o esclusione. Le minoranze etniche, compresi i rom, non possono essere identificate
tramite statistiche UE ufficiali, ma alcune fonti nazionali indicano che anche esse sono
ad elevato rischio di esclusione.
9
12. Rischio di povertà o esclusione dei principali
gruppi a rischio e quota di questi gruppi rispetto
all’intera popolazione a rischio (UE-27, 2009)
Risk of poverty
Rischio di povertà o esclusione Share in population
Quota rispetto
or exclusion for specific population
per specifiche fasce at risk of poverty
alla popolazione a rischio
sub-groups, %
di popolazione (%) or exclusion, %
di povertà o esclusione (%)
Total population
Popolazione totale 100
Non-EU migrants
Immigrati extra-UE 6
Single male
Uomini single 7
Single parent 9
Famiglie monoparentali
households
Unemployed
Disoccupati 10
Single female
Donne single 11
Children
Bambini 22
Working
Occupati 22
Inactive
Non attivi (non
(not retired, 27
pensionati, non bambini)
not children)
0 10 20 30 40 50 60 70 80
Fonte: EU-SILC (2009). Anno di riferimento del reddito: 2008, ad eccezione di Irlanda (2008-2009) e Regno
Unito (2009).
Nota: Il 63 % dei disoccupati è a rischio di povertà o esclusione e rappresenta il 10,5 % della popolazione
a rischio di povertà o esclusione.
Migliorare la misurazione
della povertà ed esclusione sociale
È necessario lavorare ulteriormente sugli indicatori affinché riflettano pienamente la
natura multidimensionale della povertà ed esclusione sociale e si possano valutare al
meglio il ruolo e l’efficacia delle politiche per combatterle. È necessaria un’accurata
misurazione della povertà, dell’esclusione dal mercato del lavoro e dell’impatto dei
regimi fiscali e previdenziali.
10
13. Apprendere dalle valutazioni inter pares:
utilizzo in Belgio dei bilanci di riferimento
Un recente studio intitolato «Minibilanci: qual è il reddito necessario per vivere
dignitosamente in Belgio?» ha stabilito un paniere mensile realistico di prodotti
e servizi al fine di stabilire il bilancio necessario per determinati tipi di famiglie.
I ricercatori si sono concentrati su prodotti e servizi considerati essenziali per una
vita sana e indipendente. Un aspetto interessante dello studio è che consentiva
alle persone che vivono in povertà di dare un feedback sui risultati ottenuti
utilizzando una metodologia scientifica.
Lo sviluppo di bilanci di riferimento può aiutare a valutare l’adeguatezza dei livelli
minimi di reddito e potrebbe sostenere la consulenza sociale e finanziaria. Per
poter essere accurati, i bilanci di riferimento dovrebbero essere determinati sulla
base di dati scientifici con input da parte di un’ampia sezione trasversale della
società, comprese le persone in povertà. Tali bilanci possono indicare soglie di
povertà sulla base del reddito e migliorare la comprensione dei livelli di inclu-
sione sociale negli Stati membri.
11
14. Politiche per prevenire
e ridurre la povertà
Europa 2020 è una strategia integrata, il cui successo dipende dal fatto che tutte le
sue azioni si sostengano a vicenda. Questo è particolarmente importante nelle aree
relative a occupazione, istruzione e povertà. La crescita economica e l’elaborazione di
politiche dell’occupazione e istruzione efficaci svolgono un ruolo fondamentale nel
combattere la povertà e l’esclusione sociale. La riduzione della povertà migliorerà le
opportunità lavorative e le possibilità dei bambini di andare bene a scuola.
Promuovere una crescita inclusiva
Nonostante la presenza di sistemi di protezione sociale, la crisi finanziaria ha colpito
più duramente le fasce più vulnerabili, aumentando così le disuguaglianze. Malgrado
la necessità di rafforzare le finanze pubbliche, in particolare nel contesto di una società
che invecchia, i vantaggi della ripresa devono essere condivisi nel modo più ampio
possibile.
Strategie di inclusione attiva
per sostenere le misure occupazionali
I paesi con alti tassi di occupazione tendono ad avere livelli inferiori di povertà ed
esclusione. Tuttavia, un lavoro non rappresenta sempre una garanzia contro la povertà
e gli occupati costituiscono il 24 % di coloro che sono a rischio di povertà ed esclu-
sione nell’UE. Nel 2009, l’8,4 % delle persone occupate viveva al di sotto della soglia
di povertà. Questo dato non migliora dal 2005. È perciò importante che le politiche
occupazionali garantiscano una retribuzione dignitosa a chi ha un impiego, affron-
tando i problemi della segmentazione del mercato del lavoro, dei bassi salari e della
sottoccupazione e aiutando i giovani, le famiglie monoparentali e il «second earner»
del nucleo familiare ad accedere al mercato del lavoro.
12
15. Apprendere dalle valutazioni inter pares:
il programma nazionale finlandese per ridurre
il problema dei senzatetto a lungo termine
A febbraio 2008 il governo finlandese ha adottato un programma volto a dimez-
zare a lungo termine il problema dei senzatetto entro il 2011. Garantire alloggi
adeguati è considerato un prerequisito per la risoluzione di altri problemi sociali
e sanitari. Il programma ha aiutato i senzatetto a ottenere una sistemazione
permanente attraverso contratti di affitto e ricoveri convertiti in unità in affitto.
Ha fornito consulenza in materia di alloggi, sostegno finanziario per aiutare ad
evitare lo sfratto e guida all’utilizzo dei servizi sociali. Sono stati anche elaborati
piani di riabilitazione e per l’erogazione di servizi ai senzatetto. La prima valu-
tazione del programma ha riscontrato che esso aveva consentito un risparmio
di 14 000 euro a persona, oltre il 50 % del costo medio totale dei senzatetto
per il governo. Il governo finlandese stima che il raggiungimento dell’obiettivo
del programma di creare 1 250 nuovi alloggi, alloggi sovvenzionati o centri di
assistenza per i senzatetto a lungo termine potrebbe garantire un risparmio di
17,5 milioni di euro all’anno.
Istruzione e competenze come fattori
determinanti dell’inclusione sociale
Migliorare i livelli di istruzione e garantire l’accesso all’apprendimento permanente
contribuirà a ridurre la povertà nel medio e lungo termine. Come evidenziato nella
figura sottostante, il livello di rischio di povertà ed esclusione per le persone poco
qualificate è del 10 % superiore rispetto a chi possiede un livello medio di istruzione,
e più del 20 % superiore rispetto alle persone altamente qualificate.
13
16. Persone dai 18 anni in su a rischio di povertà o esclusione
per livello di istruzione (%), (UE-27, 2009)
% of population 59 anni per (agedintensità di low work intensity)
35 ELEVATO: istruzione terziaria
HIGH: Tertiary education
MEDIUM: Upper secondaria and
MEDIO: istruzione secondary superiore
post-secondary non-tertiary education
e post-secondaria non universitaria
Percentuale della popolazione al di sopra dei 18 anni
30 BASSO: istruzione prescolastica, primaria
LOW: Pre-primary, primary and lower secondary education
(dai 18 ai aged 18+ bassa 18-59 for lavoro)
e secondaria inferiore
All (18 yearsanni in su)
Tutti (dai 18 and over)
25
20
15
10
5
0 A rischio di povertà A rischio Grave deprivazione Famiglie con intensità
At risk of poverty
o esclusione sociale At risk povertà
di of poverty Severe material
materiale Households with
di lavoro molto bassa
or social exclusion deprivation very low work intensity
Fonte: EU-SILC (2009).
Protezione sociale adeguata e sostenibile
La protezione sociale assicura le persone contro il rischio sociale e contribuisce a ridurre
la povertà. Al tempo stesso, è di vitale importanza adeguare i sistemi di protezione
sociale in modo che essi incoraggino l’attività e l’inclusione. Questo dovrebbe andare
di pari passo con le strategie per la crescita e per nuovi e migliori posti di lavoro.
L’elaborazione di regimi fiscali e previdenziali determina il modo e la misura in cui
essi influenzano le disuguaglianze di reddito e aiutano i poveri. Importanti elementi
sono la progressività di imposte e sussidi e l’individuazione di condizioni collegate ai
sussidi, in quanto, se non adeguatamente progettati, essi potrebbero costituire un
disincentivo a lavorare. Sono state riscontrate ampie variazioni tra gli Stati membri
relativamente al sostegno monetario netto per le famiglie a basso reddito.
14
17. Nell’UE, le spese pensionistiche rappresentano in media il 43 % della spesa lorda per
sussidi di protezione sociale e, insieme a regimi generali basati sul reddito, la garanzia
di un reddito minimo per gli anziani svolge un ruolo essenziale nel ridurre il rischio di
povertà tra i soggetti più anziani. Sono in corso revisioni dei sistemi pensionistici in
molti Stati membri. Le principali tendenze della riforma pensionistica riguardano il
rafforzamento del collegamento tra i contributi e i sussidi, l’aumento dell’età pensio-
nistica effettiva e legale, la creazione di meccanismi di adeguamento automatico che
prendano in considerazione l’aspettativa di vita e gli sviluppi del PIL e l’ampliamento
del ruolo dei regimi pensionistici privati.
Per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, investire nella sensibilizzazione circa i van-
taggi della salute e della prevenzione delle malattie fisiche e mentali, nonché garantire
l’accesso universale a un’assistenza di qualità, sono elementi di vitale importanza per
aumentare l’efficienza. Finanziamenti sostenibili al settore, utilizzo di un’assistenza
efficiente dal punto di vista dei costi, maggiore ricorso a interventi ambulatoriali,
integrazione dei servizi ospedalieri e approcci innovativi alle prestazioni assistenziali
potrebbero contribuire a rafforzare il servizio.
Politiche di inclusione sociale
Interrompere la trasmissione intergenerazionale della povertà e garantire eque pos-
sibilità per tutti è di importanza fondamentale. Le azioni in quest’area dovrebbero
iniziare dalle famiglie e dai bambini. È necessario rafforzare gli interventi durante la
prima infanzia in aree quali l’assistenza sanitaria e l’istruzione. È essenziale garantire
un adeguato equilibrio tra il lavoro e la vita privata e promuovere la partecipazione
dei genitori al mercato del lavoro. La disponibilità e un’elevata qualità dei servizi per
l’infanzia nonché un adeguato sostegno economico alle famiglie, tramite una combi-
nazione di sgravi fiscali e sussidi universali mirati e ben progettati, sono uno strumento
essenziale in tal senso.
L’inclusione attiva è un elemento chiave per il raggiungimento dell’obiettivo UE di ridu-
zione della povertà e per garantire che i vantaggi della crescita e dell’occupazione siano
equamente condivisi. Essa consiste in strategie che combinano un adeguato sostegno
dei redditi, accesso al mercato del lavoro, specialmente per coloro che vivono ai margini
della società, e servizi di qualità. Si tratta di strumenti necessari per prevenire l’esclusione
a lungo termine e per aumentare l’efficienza della spesa sociale. La copertura delle reti di
sicurezza sociale dovrebbe essere migliorata garantendo un finanziamento sostenibile
dei servizi sociali e si ritiene inoltre necessario aumentare la qualità degli interventi.
15
18. Strumenti finanziari UE per combattere la povertà
Il Fondo sociale europeo (FSE) è il principale strumento finanziario a livello UE per
promuovere l’occupazione, l’inclusione sociale e le pari opportunità e per sviluppare
le abilità e le competenze. Con un bilancio totale di 76 miliardi di euro per il periodo
2007-2013, il FSE sostiene direttamente le azioni volte al conseguimento degli obiettivi
Europa 2020 nei settori dell’istruzione, occupazione e inclusione sociale e offre inoltre
un contributo per il raggiungimento degli obiettivi di ricerca e sviluppo.
Il programma Progress sostiene progetti che contribuiscono al raggiungimento degli
obiettivi UE e a sviluppare conoscenze nei settori della politica occupazionale, inclu-
sione sociale, riforme di protezione sociale e pari opportunità, nonché all’attuazione
della politica sociale dell’UE.
Lo strumento europeo di microfinanza mira a contribuire allo stanziamento di circa
500 milioni di euro in prestiti alle piccole imprese fino al 2020. Il Fondo europeo di
sviluppo regionale (FESR) mira a ridurre le disparità tra le regioni e a combattere i per-
sistenti alti livelli di povertà.
Il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) finanzia lo sviluppo di infra-
strutture e servizi sociali e di istruzione e, più in generale, miglioramenti alla qualità
di vita e gestione dell’attività economica nelle zone rurali.
Il programma quadro di ricerca sostiene la ricerca socio-economica europea avan-
zata, in particolare tramite lo sviluppo di nuove metodologie, indicatori di progresso
e infrastrutture di ricerca.
16
19. Prospettive per il futuro:
principali messaggi
I seguenti messaggi emergono dalle scoperte della relazione annuale del CPS e sono
stati adottati dal Consiglio «Occupazione, politica sociale, salute e consumatori» nell’in-
contro del 7 marzo 2011 (1).
• Una persona su cinque nell’UE è esposta al rischio di povertà o di esclusione sociale
e 40 milioni di persone si trovano in uno stato di grave deprivazione. I capi di Stato
o di governo dell’UE si sono impegnati a sottrarre almeno 20 milioni di europei al
rischio di povertà e di esclusione sociale entro il 2020. La realizzazione di questa
aspirazione richiede obiettivi nazionali ambiziosi nonché le misure necessarie
per realizzarli al fine di far sì che la lotta contro la povertà rientri nella strategia
complessiva finalizzata alla ripresa economica. Occorre inoltre la mobilitazione
di tutti gli attori interessati.
• Un rapido ritorno alla crescita e politiche ben concepite in tema di occupazione
e istruzione sono essenziali per ridurre la povertà e l’esclusione sociale. Nel con-
tempo, gli sforzi volti al risanamento delle finanze pubbliche e alla riforma dei
sistemi di protezione sociale dovrebbero mirare ad assicurarne la sostenibilità e l’ade-
guatezza. Ciò contribuirà anche a preservarne il ruolo importante di stabilizzatori
automatici. Così facendo, gli Stati membri dovrebbero fare in modo di combinare
l’efficacia, l’efficienza e l’equità. I gruppi più vulnerabili dovrebbero essere tutelati
dal rischio di essere proprio loro a pagare lo scotto delle misure di risanamento.
• Nel momento in cui gli Stati membri si adoperano per assicurare la ripresa, occor-
rono strategie di inclusione attiva che combinino il sostegno ai redditi, l’accesso al
mercato del lavoro e ai servizi socio-sanitari per prevenire l’esclusione di lungo
termine e accrescano nel contempo l’efficienza della spesa sociale. Ciò comporta
che si agevoli per tutti la partecipazione al mercato del lavoro, in particolare per
le donne e i giovani, si correli l’assistenza sociale alle misure di attivazione e all’ac-
cesso a servizi abilitanti e si migliori la copertura e l’adeguatezza delle reti di
sicurezza sociale ove necessario. È anche essenziale assicurare il finanziamento
sostenibile di servizi sociali di elevata qualità.
(1) http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/it/lsa/120430.pdf 17
20. • 25 milioni di bambini sono esposti al rischio di povertà o di esclusione nell’UE. Per
spezzare la trasmissione intergenerazionale della povertà, gli Stati membri devono
dare la priorità a interventi precoci a sostegno dell’infanzia in ambiti quali la salute
e l’istruzione, aumentare la disponibilità di servizi di custodia dei bambini quali-
tativamente validi e servizi abilitanti, promuovere la partecipazione dei genitori al
mercato del lavoro e garantire un opportuno sostegno dei redditi alle famiglie con
bambini mediante una combinazione di adeguate prestazioni universali e mirate.
• Le politiche volte ad affrontare le forme più gravi e persistenti di povertà ed
esclusione sociale richiedono una combinazione di strategie universali e mirate.
Si dovrebbe riservare un’attenzione specifica alla prevenzione e alla lotta contro
la condizione di senza casa e l’esclusione abitativa, affrontare il problema della
precarietà energetica e dell’esclusione finanziaria. La promozione dell’inclusione
sociale e la lotta contro la discriminazione dei gruppi a rischio deve essere l’ele-
mento centrale delle politiche sociali.
• Massimizzare gli anni di occupazione e minimizzare gli effetti delle interruzioni
delle carriere è essenziale per assicurare la futura adeguatezza delle pensioni e la
sostenibilità finanziaria di lungo termine dei sistemi pensionistici. Ciò richiede che
si innalzino i tassi di occupazione e la copertura pensionistica, in particolare dei
giovani e delle donne, accreditando ad esempio le interruzioni volontarie di car-
riera e aumentando l’età effettiva di pensionamento, compresi la restrizione dei
prepensionamenti e il miglioramento delle condizioni e degli incentivi per indurre
i lavoratori anziani a rimanere più a lungo nel mondo del lavoro, oltre a trovare
soluzioni per adattare i diritti pensionistici all’evoluzione della speranza di vita.
• Il fatto di assicurare un accesso universale a un’assistenza di qualità per tutti richie-
derà sforzi rinnovati per mantenere l’efficienza del settore sanitario. Alla luce delle
misure di austerità e dell’invecchiamento demografico, occorrerà accrescere l’effi-
cacia, la sostenibilità e la reattività dell’assistenza sanitaria e dell’assistenza di lungo
periodo anche mediante sistemi innovativi e coordinati di prestazione di assistenza
sanitaria e sociale, come, ad esempio, percorsi integrati per il trattamento delle
malattie croniche. L’investimento nella promozione della salute e nella preven-
zione delle malattie (comprese quelle mentali) può avere importanti ricadute in
termini sia sociali sia economici.
18
21. • Il successo della strategia Europa 2020 è legato ad un approccio integrato e coe-
rente tra tutti i pertinenti ambiti politici, in particolare quelli delle politiche sociali,
occupazionali ed economiche, nonché ad una stretta cooperazione tra tutti i livelli
di governo, le parti sociali e la società civile. Creare una correlazione tra i finanzia-
menti dell’UE e le priorità di Europa 2020 e dare sostegno all’innovazione sociale
sono iniziative utili per accrescere l’efficacia.
• La Commissione e gli Stati membri dovrebbero contemplare la necessità di raf-
forzare la loro capacità di valutare gli impatti sociali delle loro principali politiche
e delle loro decisioni di spesa nel contesto delle valutazioni d’impatto generali, in
linea con l’articolo 9 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea e nel con-
testo della piattaforma europea contro la povertà e l’esclusione sociale. È anche
essenziale migliorare la tempestività delle statistiche sociali e accrescere la capa-
cità analitica.
• Il CPS fornirà il suo input sul modo migliore per assicurare la coerenza tra gli obiet-
tivi e i metodi operativi del MAC sociale e il nuovo contesto della strategia Europa 2020
e della sua governance, sulla base dell’esperienza maturata nel primo semestre
europeo di Europa 2020 (2).
(2) I semestri europei si terranno annualmente a partire dal 2011 e sono periodi di sei mesi durante
i quali si rivedono le politiche di bilancio e strutturali degli Stati membri al fine di individuare
incoerenze e squilibri.
19
22. Approfondimenti
Comitato per la protezione sociale:
http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=758
Strategia Europa 2020:
http://ec.europa.eu/europe2020/index_it.htm
Protezione sociale e integrazione sociale:
http://ec.europa.eu/social/main.jsp?langId=it&catId=750
Piattaforma europea contro la povertà e l’emarginazione:
http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=961&langId=it
Anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale:
http://www.2010againstpoverty.eu/?langid=it
Fondo sociale europeo:
http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=325&langId=it
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23. Commissione europea
La dimensione sociale della strategia Europa 2020
Relazione del comitato per la protezione sociale (2011)
Sintesi
Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea
2011 — 20 pagg. — 14,8 × 21 cm
ISBN 978-92-79-20384-8
doi:10.2767/37281
Il comitato per la protezione sociale, un forum politico al quale partecipano gli Stati membri e la
Commissione europea, ha pubblicato la sua relazione annuale 2011 sulla dimensione sociale della
strategia Europa 2020. La presente pubblicazione offre una sintesi della relazione presentando il lavoro
del comitato per la protezione sociale, descrivendo gli obiettivi riguardanti la povertà e l’esclusione
sociale nell’UE e analizzando la situazione attuale e le tendenze future in questo campo. Esso esamina
inoltre le politiche di riduzione e prevenzione della povertà e riporta i messaggi più importanti adottati
dal comitato per la protezione sociale. Sono altresì specificati i programmi nazionali e gli strumenti
offerti dall’Unione europea per combattere la povertà e l’esclusione sociale.
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24. KE-BB-11-001-IT-C
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