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Jacques Henri Lartigue
“Il fotografo della felicità”
Jacques Lartigue nasce il 13 giugno del 1894 a
Courbevoie da una famiglia facoltosa, il padre Henri
è un uomo d'affari appassionato di fotografia.
Nel 1902, a 7 anni, il padre gli regala la sua prima
macchina fotografica e inizia così la sua attività di
fotografo: scatta e sviluppa le proprie foto, prima
con l'aiuto del genitore, ma diventa presto
autonomo.
E’ un bambino fortunato, eppure sin da piccolo Jacques
avverte un disagio legato alla sua ipersensibilità: tutto è
magnifico, ma non riesce a trattenere nulla perché il
tempo scorre portandosi via i ricordi e le immagini. Ciò
che resta in lui è un’impalpabile malinconia, un senso
continuo di perdita, al punto da inventarsi un rituale: ogni
volta che vive una situazione incantevolmente bella e
piacevole, prima che finisca, chiude e riapre gli occhi per
“catturarla”. Senza rendersene conto, fa qualcosa che
assomiglia già ad una fotografia, anche se solo mentale.
Ritrae il mondo che gli sta attorno: parenti e
amici e la quotidianità della borghesia.
Raccoglie le sue fotografie in volumi; nel
corso della propria esistenza arriverà a
mettere insieme circa 130 album, con
all'interno alcune decine di migliaia di foto.
Nel 1906 l'ascesa sociale del padre permette alla famiglia di
acquistare un castello e la prima autovettura. Il fratello maggiore
"Zissou" inizia a costruire macchine volanti nelle cantine del
castello. Il movimento diverrà uno dei soggetti preferiti di Lartigue.
La passione per i motori, per i marchingegni, per la tecnologia
caratterizzava un po' tutta la Famiglia Lartigue. In questo contesto
il piccolo Jacques, cagionevole di salute e non altrettanto "audace"
come gli altri parenti, assumerà il ruolo di testimone oculare, quasi
di elemento esterno e distaccato, intento a immortalare e a
prendere nota di ciò che gli accadeva intorno.
Un altro dei soggetti preferiti da Lartigue sarà
rappresentato dalle eleganti dame a passeggio al
Bois de Boulogne, che inizierà a fotografare a partire dal
1910, all'età di sedici anni. Ed è proprio grazie a queste
immagini che successivamente verrà considerato come
uno dei precursori della fotografia di moda.
Sempre in questi anni inizia a delinearsi la filosofia che
poi caratterizzerà non solo la propria arte ma l'intera sua
vita: il culto della felicità, la ricerca di un idillio che non
possa essere turbato da traumi profondi. Tale
concezione lo porterà, ad esempio, ad attraversare in
maniera paradossale due guerre mondiali.
Nel 1911 la famiglia si trasferisce a Parigi, in un palazzo
privato. In questi anni Lartigue realizza i suoi primi ritratti
di personaggi famosi durante la villeggiatura a
Saint Moritz, produce il suo primo film amatoriale con
una cinepresa regalatagli dal padre, segue i corsi alla
Sorbona di Marius Aubert (assistente di Gabriel
Lippmannche, che lavorò sulla realizzazione della
fotografia a colori), ma soprattutto il giornale La Vieu Au
Grand Air pubblica alcune sue foto, che diverranno
celebri.
Oggi tutta la sua enorme eredità fotografica viene
raccolta, ordinata e valorizzata dalla Donation Jacques
Henri Lartigue.
Fin da bambino, sento di avere una specie di
malattia: tutte le cose che mi stupiscono si
dissolvono senza che io riesca a conservarle
abbastanza a lungo.
(J.H. Lartigue)
Fin da bambino, sento di avere una specie di
malattia: tutte le cose che mi stupiscono si
dissolvono senza che io riesca a conservarle
abbastanza a lungo.
(J.H. Lartigue)

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Jaques Henri Lartigue

  • 1. Jacques Henri Lartigue “Il fotografo della felicità”
  • 2. Jacques Lartigue nasce il 13 giugno del 1894 a Courbevoie da una famiglia facoltosa, il padre Henri è un uomo d'affari appassionato di fotografia. Nel 1902, a 7 anni, il padre gli regala la sua prima macchina fotografica e inizia così la sua attività di fotografo: scatta e sviluppa le proprie foto, prima con l'aiuto del genitore, ma diventa presto autonomo.
  • 3. E’ un bambino fortunato, eppure sin da piccolo Jacques avverte un disagio legato alla sua ipersensibilità: tutto è magnifico, ma non riesce a trattenere nulla perché il tempo scorre portandosi via i ricordi e le immagini. Ciò che resta in lui è un’impalpabile malinconia, un senso continuo di perdita, al punto da inventarsi un rituale: ogni volta che vive una situazione incantevolmente bella e piacevole, prima che finisca, chiude e riapre gli occhi per “catturarla”. Senza rendersene conto, fa qualcosa che assomiglia già ad una fotografia, anche se solo mentale.
  • 4. Ritrae il mondo che gli sta attorno: parenti e amici e la quotidianità della borghesia. Raccoglie le sue fotografie in volumi; nel corso della propria esistenza arriverà a mettere insieme circa 130 album, con all'interno alcune decine di migliaia di foto.
  • 5. Nel 1906 l'ascesa sociale del padre permette alla famiglia di acquistare un castello e la prima autovettura. Il fratello maggiore "Zissou" inizia a costruire macchine volanti nelle cantine del castello. Il movimento diverrà uno dei soggetti preferiti di Lartigue. La passione per i motori, per i marchingegni, per la tecnologia caratterizzava un po' tutta la Famiglia Lartigue. In questo contesto il piccolo Jacques, cagionevole di salute e non altrettanto "audace" come gli altri parenti, assumerà il ruolo di testimone oculare, quasi di elemento esterno e distaccato, intento a immortalare e a prendere nota di ciò che gli accadeva intorno.
  • 6. Un altro dei soggetti preferiti da Lartigue sarà rappresentato dalle eleganti dame a passeggio al Bois de Boulogne, che inizierà a fotografare a partire dal 1910, all'età di sedici anni. Ed è proprio grazie a queste immagini che successivamente verrà considerato come uno dei precursori della fotografia di moda. Sempre in questi anni inizia a delinearsi la filosofia che poi caratterizzerà non solo la propria arte ma l'intera sua vita: il culto della felicità, la ricerca di un idillio che non possa essere turbato da traumi profondi. Tale concezione lo porterà, ad esempio, ad attraversare in maniera paradossale due guerre mondiali.
  • 7. Nel 1911 la famiglia si trasferisce a Parigi, in un palazzo privato. In questi anni Lartigue realizza i suoi primi ritratti di personaggi famosi durante la villeggiatura a Saint Moritz, produce il suo primo film amatoriale con una cinepresa regalatagli dal padre, segue i corsi alla Sorbona di Marius Aubert (assistente di Gabriel Lippmannche, che lavorò sulla realizzazione della fotografia a colori), ma soprattutto il giornale La Vieu Au Grand Air pubblica alcune sue foto, che diverranno celebri.
  • 8. Oggi tutta la sua enorme eredità fotografica viene raccolta, ordinata e valorizzata dalla Donation Jacques Henri Lartigue.
  • 9. Fin da bambino, sento di avere una specie di malattia: tutte le cose che mi stupiscono si dissolvono senza che io riesca a conservarle abbastanza a lungo. (J.H. Lartigue)
  • 10. Fin da bambino, sento di avere una specie di malattia: tutte le cose che mi stupiscono si dissolvono senza che io riesca a conservarle abbastanza a lungo. (J.H. Lartigue)