Gli opendata stanno attraversando alcuni piccoli problemi di natura "sociale e normativa" che mi hanno ricordato molto il problema dell'Accettabilità Sociale delle fonti rinnovabili.
Anche gli opendata possono avere problemi di accettabilità? Dalle esperienze vissute con gli osservatori presenti in fabiodisconzi.com pare di sì.
E-government e Open Data: uno sguardo a benefici e rischi per PA e aziende lo...Marco Fioretti
Spiegazione di come e perché...
Il bisogno in Europa di partecipazione, di servizi pubblici e sociali di tutti i tipi e di posti di lavoro aumenterà notevolmente nei prossimi anni...
...cioè proprio quando ci saranno sempre meno persone a fornire o pagare quei servizi con i sistemi tradizionali
I dati aperti possono dare un contributo significativo per risolvere questo dilemma al minor costo possibile
Workshop MIMAP Roma Capitale - Intervento dott. Dellutri 24.3.2015bonomisavignon
Workshop promosso dal Master MIMAP Tor Vergata in partnership con Roma Capitale e EvaBeta
"Open Data: la Misurazione dell'Efficienza nella P.A"
Campidoglio, Sala del Carroccio 24 Marzo 2015
http://www.mimap.it
Workshop MIMAP Roma Capitale - Intervento On. Leonori 24.3.2015bonomisavignon
Workshop promosso dal Master MIMAP Tor Vergata in partnership con Roma Capitale e EvaBeta
"Open Data: la Misurazione dell'Efficienza nella P.A"
Campidoglio, Sala del Carroccio 24 Marzo 2015
www.mimap.it
Workshop MIMAP Roma Capitale - Intervento dott. Cagnoli 24.3.2015bonomisavignon
Workshop promosso dal Master MIMAP Tor Vergata in partnership con Roma Capitale e EvaBeta
"Open Data: la Misurazione dell'Efficienza nella P.A"
Campidoglio, Sala del Carroccio 24 Marzo 2015
www.mimap.it
slide per il corso ANCI su tecnologie civice e open data:
“cultura del dato”
“No alle unioni di celle”
“Il server serve per servire” (annibale d'Elia)
“l'Open Data e' un MEZZO e non un fine”
Opendata per sapere controllare partecipare e fare impresaalinepennisi
SAPERE, CONTROLLARE, PARTECIPARE (E FAR IMPRESA?)
Sabato 24 marzo 2012 - ore 9.30-13.30
Villa Nitti in Acquafredda Maratea
Scuola di Alti Studi sullo Sviluppo
E-government e Open Data: uno sguardo a benefici e rischi per PA e aziende lo...Marco Fioretti
Spiegazione di come e perché...
Il bisogno in Europa di partecipazione, di servizi pubblici e sociali di tutti i tipi e di posti di lavoro aumenterà notevolmente nei prossimi anni...
...cioè proprio quando ci saranno sempre meno persone a fornire o pagare quei servizi con i sistemi tradizionali
I dati aperti possono dare un contributo significativo per risolvere questo dilemma al minor costo possibile
Workshop MIMAP Roma Capitale - Intervento dott. Dellutri 24.3.2015bonomisavignon
Workshop promosso dal Master MIMAP Tor Vergata in partnership con Roma Capitale e EvaBeta
"Open Data: la Misurazione dell'Efficienza nella P.A"
Campidoglio, Sala del Carroccio 24 Marzo 2015
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Workshop MIMAP Roma Capitale - Intervento On. Leonori 24.3.2015bonomisavignon
Workshop promosso dal Master MIMAP Tor Vergata in partnership con Roma Capitale e EvaBeta
"Open Data: la Misurazione dell'Efficienza nella P.A"
Campidoglio, Sala del Carroccio 24 Marzo 2015
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Workshop MIMAP Roma Capitale - Intervento dott. Cagnoli 24.3.2015bonomisavignon
Workshop promosso dal Master MIMAP Tor Vergata in partnership con Roma Capitale e EvaBeta
"Open Data: la Misurazione dell'Efficienza nella P.A"
Campidoglio, Sala del Carroccio 24 Marzo 2015
www.mimap.it
slide per il corso ANCI su tecnologie civice e open data:
“cultura del dato”
“No alle unioni di celle”
“Il server serve per servire” (annibale d'Elia)
“l'Open Data e' un MEZZO e non un fine”
Opendata per sapere controllare partecipare e fare impresaalinepennisi
SAPERE, CONTROLLARE, PARTECIPARE (E FAR IMPRESA?)
Sabato 24 marzo 2012 - ore 9.30-13.30
Villa Nitti in Acquafredda Maratea
Scuola di Alti Studi sullo Sviluppo
Open Data il punto di vista degli hacker civicidatitrentinoit
Corso di Formazione per gli enti del sistema provinciale trentino: Innovazione, Open Data, cambiamento organizzativo, cambiamento sociale (Modulo Base)
In collaborazione con la Trentino School of Management http://www.tsm.tn.it/interne/interna2.aspx?ID=23892 aprile maggio 2014
Fammi Sapere - 14 - Paolo Di Pietro - Open Data o Open Metadata?Marco Scaloni
Senza una definizione condivisa dei metadati, rendere liberi i dati e gli archivi rischia di sommergerci con materiale praticamente inutilizzabile, dando una falsa impressione di libertà e di trasparenza.
Paolo Di Pietro, informatico, consulente per l’innovazione tecnologica, è stato l’autore di Arianna, la prima esperienza di Ontologia di servizi per la PA in Italia. E’ il fondatore di OGETF (Open Government Engineering Task Force), iniziativa no-profit per promuovere la costituzione di una Fondazione indipendente, sul modello del W3C, per attivare la costruzione e diffusione degli Open Metadata e degli Standard di interoperabilità dei contenuti.
Open Data Support onsite training in Italy (Italian)Open Data Support
The ODS training was given on 16 November on the Smart City Exhibition 2013 in the city of Bologna.
The original ODS material in this slide deck has been translated to Italian.
Open data, infrastruttura dell’economia della conoscenza
CDTI - Club Dirigenti Tecnologie dell'Informazione di Roma - 14/11/2012
Maria Rita Minelli - Filas spa
Riccarda Cristofanini - Data Storytelling: la trasformazione da saperi specia...Cultura Digitale
È possibile trasformare i saperi specialistici della Pubblica Amministrazione in saperi comuni? Sì, grazie al data storytelling, racconti che contengono percorsi di analisi predefiniti su specifici gruppi di dati e grazie all’utilizzo di infografiche in grado di visualizzare e comunicare il dato in modo efficace e comprensibile. Durante l’intervento verranno approfondite alcune esperienze realizzate da CSI Piemonte: dall’esperienza “Piemonte in Pillole”, alla collaborazione con il mondo dell’information design (dal Density Design Lab del Politecnico di Milano allo IED, l’Istituto Europeo di Design nell’ambito di un corso sulla DataViz).
Il fenomeno open data - Indicazioni e norme per un mondo di dati apertiAmmLibera AL
Il fenomeno open data - Indicazioni e norme per un mondo di dati aperti
a cura di Simone Aliprandi
Versione 1, febbraio 2014 - ISBN: 9788867050116
www.aliprandi.org/fenomeno-opendata
Nell’affascinante mondo della cultura open, dopo software open source, standard aperti, open access e open content, il fenomeno dei dati aperti rappresenta l’ultima frontiera e forse anche quella attualmente più strategica.
Alla fine degli anni 2000 si è infatti aperto il dibattito sull’importanza della disponibilità e libera diffusione di dati “crudi” (anche e soprattutto da parte del settore pubblico) così da poter aumentare il potenziale informativo e comunicativo della conoscenza condivisa figlia della rivoluzione digitale. Ci si è presto accorti che la possibilità di raccogliere, gestire e riutilizzare quantità di dati sempre maggiori e sempre più dense di correlazioni porta la necessità di alcune riflessioni di carattere sia giuridico che tecnologico.
In questo libro, in ottica divulgativa, si cerca di presentare le principali questioni emergenti, tracciando un quadro normativo completo e fornendo alcune essenziali linee guida.
Innovazione Open Data Innovazione organizzativa Gestione del cambiamentodatitrentinoit
Corso di Formazione per gli enti del sistema provinciale trentino: Innovazione, Open Data, cambiamento organizzativo, cambiamento sociale (Modulo Base)
In collaborazione con la Trentino School of Management http://www.tsm.tn.it/interne/interna2.aspx?ID=23892 aprile maggio 2014
Presentazione CSI Piemonte - Fossano 11 dicembre 2014 - parte 2Giuly Bonello
Aspetti territoriali dell'uso di dati informativi nelle PA: esperienze e opportunità - presentazione di CSI Piemonte (G. Bonello e M. Cavagnoli) al Comune di Fossano (11 dicembre 2014)
Open Data il punto di vista degli hacker civicidatitrentinoit
Corso di Formazione per gli enti del sistema provinciale trentino: Innovazione, Open Data, cambiamento organizzativo, cambiamento sociale (Modulo Base)
In collaborazione con la Trentino School of Management http://www.tsm.tn.it/interne/interna2.aspx?ID=23892 aprile maggio 2014
Fammi Sapere - 14 - Paolo Di Pietro - Open Data o Open Metadata?Marco Scaloni
Senza una definizione condivisa dei metadati, rendere liberi i dati e gli archivi rischia di sommergerci con materiale praticamente inutilizzabile, dando una falsa impressione di libertà e di trasparenza.
Paolo Di Pietro, informatico, consulente per l’innovazione tecnologica, è stato l’autore di Arianna, la prima esperienza di Ontologia di servizi per la PA in Italia. E’ il fondatore di OGETF (Open Government Engineering Task Force), iniziativa no-profit per promuovere la costituzione di una Fondazione indipendente, sul modello del W3C, per attivare la costruzione e diffusione degli Open Metadata e degli Standard di interoperabilità dei contenuti.
Open Data Support onsite training in Italy (Italian)Open Data Support
The ODS training was given on 16 November on the Smart City Exhibition 2013 in the city of Bologna.
The original ODS material in this slide deck has been translated to Italian.
Open data, infrastruttura dell’economia della conoscenza
CDTI - Club Dirigenti Tecnologie dell'Informazione di Roma - 14/11/2012
Maria Rita Minelli - Filas spa
Riccarda Cristofanini - Data Storytelling: la trasformazione da saperi specia...Cultura Digitale
È possibile trasformare i saperi specialistici della Pubblica Amministrazione in saperi comuni? Sì, grazie al data storytelling, racconti che contengono percorsi di analisi predefiniti su specifici gruppi di dati e grazie all’utilizzo di infografiche in grado di visualizzare e comunicare il dato in modo efficace e comprensibile. Durante l’intervento verranno approfondite alcune esperienze realizzate da CSI Piemonte: dall’esperienza “Piemonte in Pillole”, alla collaborazione con il mondo dell’information design (dal Density Design Lab del Politecnico di Milano allo IED, l’Istituto Europeo di Design nell’ambito di un corso sulla DataViz).
Il fenomeno open data - Indicazioni e norme per un mondo di dati apertiAmmLibera AL
Il fenomeno open data - Indicazioni e norme per un mondo di dati aperti
a cura di Simone Aliprandi
Versione 1, febbraio 2014 - ISBN: 9788867050116
www.aliprandi.org/fenomeno-opendata
Nell’affascinante mondo della cultura open, dopo software open source, standard aperti, open access e open content, il fenomeno dei dati aperti rappresenta l’ultima frontiera e forse anche quella attualmente più strategica.
Alla fine degli anni 2000 si è infatti aperto il dibattito sull’importanza della disponibilità e libera diffusione di dati “crudi” (anche e soprattutto da parte del settore pubblico) così da poter aumentare il potenziale informativo e comunicativo della conoscenza condivisa figlia della rivoluzione digitale. Ci si è presto accorti che la possibilità di raccogliere, gestire e riutilizzare quantità di dati sempre maggiori e sempre più dense di correlazioni porta la necessità di alcune riflessioni di carattere sia giuridico che tecnologico.
In questo libro, in ottica divulgativa, si cerca di presentare le principali questioni emergenti, tracciando un quadro normativo completo e fornendo alcune essenziali linee guida.
Innovazione Open Data Innovazione organizzativa Gestione del cambiamentodatitrentinoit
Corso di Formazione per gli enti del sistema provinciale trentino: Innovazione, Open Data, cambiamento organizzativo, cambiamento sociale (Modulo Base)
In collaborazione con la Trentino School of Management http://www.tsm.tn.it/interne/interna2.aspx?ID=23892 aprile maggio 2014
Presentazione CSI Piemonte - Fossano 11 dicembre 2014 - parte 2Giuly Bonello
Aspetti territoriali dell'uso di dati informativi nelle PA: esperienze e opportunità - presentazione di CSI Piemonte (G. Bonello e M. Cavagnoli) al Comune di Fossano (11 dicembre 2014)
Similar to Intervento a Spaghetti Opendata 2019 (20)
Presentazione CSI Piemonte - Fossano 11 dicembre 2014 - parte 2
Intervento a Spaghetti Opendata 2019
1. Accettabilità degli opendata per
fare trasparenza, parliamone
Fabio Disconzi
Similitudini degli opendata con il settore energetico
2. Dai dati (open) alla trasparenza
dati
2
opendata trasparenza
Comunicare - raccontare
Coinvolgere
Facilitare la
partecipazione
Analizzare, ripulire,
«impastare» i dati
Trasformare i dati in
informazione
Agire (ed evitare che si
possa agire CONTRO la
trasparenza)
3. Chiunque può «fare trasparenza»
Formazione:
percorsi formali
Formazione
informale
3
4. Yes (global point of view) VS No (local point of view)
4
40% of EU population
Would accept to pay more for RES generated
energy…
… but…
When a new RES project is announced…
Accettabilità sociale delle tecnologie energetiche
6. Similitudini «tecnica»
6
ISTAT SISTAN
EUROSTATCNR
Centri di ricerca
Università
Grandi aziende
Pubblicazione
info
«centralizzata»
Universo «dati» centralizzato
Universo «energia» distribuito
Universo «energia» centralizzato
Portale
opendata
Portale
opendata
Portale
opendata
Portale
opendata
Centri studio
Cittadino
(blog)
Cittadino
(website)
Amministrazioni
pubbliche
Amministrazioni
pubbliche
Cittadino (social media)
Universo «dati» distribuito
7. Similitudine delle «fonti»
7
Modello tradizionale energia
Carbone
Gas, petrolio
Fonti «centralizzate»
Modello tradizionale dati
ISTAT
EUROSTAT, altri centri di ricerca
Dati «centralizzati» e a pagamento/non liberi
Attualmente
Fonte solare
Eolico
Mini - idroelettrico
Fonti diffuse e rinnovabili
Attualmente
Geoportali
Portali opendata per molte amministrazioni
Dati prodotti e rilasciati dai cittadini
Generazione di dati «diffusa»
Il cittadino diventa/può diventare un
«prosumer» energetico
Il cittadino diventa/può diventare un
«prosumer» della trasparenza e della
partecipazione
8. Similitudine «normativa»
Nuovi modelli che nonostante le
politiche ambiziose «es.
2020» sono rallentati da
fattori non tecnici:
• quadro normativo che
cambia e non è chiaro su
alcuni aspetti
• norme che non permettono
di fare energy community,
SEU etc.
8
Il quadro normativo «spinge» ma
per alcune tematiche «frena».
Rallentamenti non tecnici:
• Direttive per spingere la
diffusione dei dati
• Licenze (come siamo messi?)
• Sovrapposizione con tutela
privacy e GDPR?
Fonti energetiche rinnovabili
Rete distribuzione energia «smart»
ICT
Mobilità elettrica
Nuovi modelli organizzativi e di business
Portali opendata delle amministrazioni
Know how buono dei cittadini
Amministrazioni attive e propositrici
Cittadino attivo e interessato
Nuovi modi per fare trasparenza e
partecipazione
9. Yes (global point of view) VS No (local point of view)
9
40% of EU population
Would accept to pay more for RES
generated energy…
… but…
When a new RES project is
announced…
10. In campo energetico se ne parla da anni
10
https://www.alexandria.unisg.ch/40501/1/A05_Wuestenhagen_Wolsink_Buerer_EnPol_2007.pdf
Per gli opendata trasparenza proviamo:
Punto di vista delle amministrazioni
Punto di vista della comunità, società, cittadini
Punto di vista del mercato, delle aziende
11. Parallelo con gli opendata
globalmente localmente Esempi e curiosità
Cittadini e
società
Buona attitudine Cittadini: li vogliono (ma senza convinzione?)
Li usiamo per controllare l’amministrazione pubb.
Open-carburanti
Opensoldipubblici
Open-consip
Aziende e
stakeholder
Li vogliamo per fare
business
Contrari quando possono favorire i concorrenti
Contrari quando abbassano le barriere informative
di un mercato
Open-carburanti
Open-consip
Amministrazioni Obblighi imposti da
direttive e normative
Se ne parla bene,
buona attitudine
Gelosia del dato?
Organizzare e pubblicare i dati: uno «sbatti» in più?
E se poi il cittadino mi controlla?
E se il cittadino confronta la mia amministrazione
con le altre?
Altri motivi personalmente incomprensibili
(vedremo esempio)
Open-h2020
Altro? Altro?
11
Fattori «spinta» Fattori «traino»
Direttive, leggi, obblighi Curiosità, interesse del cittadino
Migliorare business, interesse a fare business
Voglia di dimostrarsi trasparenti
Altro? Altro?
12. open - osservatori (osservatori basati sui dati)
Da alcuni dataset “open-
osservatori” interattivi
Economia (dichiarazione redditi per
comune)
Energia e ambiente
Trasporti
Turismo
Società
Salute
Open-TED (appalti pubblici sopra
soglia)
Portali:
opensoldipubblici.it (entrate e uscite
delle amministrazioni pubbliche)
12
Le esperienze
13. open-carburanti
13
Open-carburanti: prezzi medi
delle pompe di distribuzione
prezzi medi dei carburanti per
provincia
Interesse del cittadino: «alto»
molte visite e per la maggioranza da cellulare.
Interesse da parte delle aziende: molto alto.
15. Open-dormire
Casi di aziende turistiche che non vogliono opendata
Per quale motivo una struttura turistica:
• Non voglio più visibilità
• Non voglio contatti diretti
• Non voglio “disintermediare”
curiosità: su 7-8 richieste, 5-6 riguardano strutture di Venezia centro storico
(non zona «terraferma»).
15
16. Open-consip
Questione complicata
1)
dati personali = dati aziendali come la
mettiamo con la privacy
2)
Azienda: rimuovi subito o ti denuncio?
FD: Perchè?
Azienda: Non lo so! Rimuovi subito
anche per aziende senza sovrapposizione di
dati personali ma per temi che
riguardano la concorrenza e l’immagine,
vedi diffida)
16
17. open-ted
17
Dal portale europeo opendata e dal TED (tender european daily) si
possono scaricare le informazioni riguardanti gli appalti «sopra soglia».
Interesse «medio»: nonostante sia una sezione giovane (ancora poco presente sui
motori di ricerca) ci sono le prime visite.
Mi aspetto richieste di cancellazione: si può vedere che appalti una azienda ha vinto
19. A volte proprio non ci siamo!
Università, ruolo esemplare:
nell’uso della tecnologia
nella formazione
nella cultura della trasparenza
Ma...
19
20. Accettabilità degli opendata per la trasparenza
Aziende e stakeholder a volte non vogliono la
trasparenza quando «invadono» il loro mercato;
C’è poca «domanda», poco interesse da parte del
cittadino?
Per le aziende «piccole» c’è sovrapposizione tra dati
personali e dati aziendali: che fare? stesso
problema per alcune strutture ricettive
Chi deve fare cultura della trasparenza a volte non è
pronto!
20
È un onore ed un piacere poter discutere di dati, web e trasparenza per me.
Istituzioni e cittadini vogliono, o almeno così sembrerebbe (vedremo in seguito) partecipare alla «cosa pubblica» con un livello di approfondimento e partecipazione nuovo.
Numerose sono le direttive, gli obblighi e le altrettanto efficaci azioni volontarie di «creazione di trasparenza» azioni quest’ultime che spesso vedono negli opendata il fattore scatenante, le fondamenta su cui l’iniziativa viene costruita.
La trasparenza, per quanto riguarda la mia esperienza, viene declinata con un approccio molto legato all’uso dei dati e degli opendata. È un processo il cui scopo ultimo è più nobile è quello di portare all’azione cittadini e imprese per migliorare qualcosa di pubblico. Dai dati che devono essere sottoposti ad uno processo di ripulitura ed analisi, si passa a dei formati informativi in grado di comunicare delle informazioni. Queste informazioni, e questo è a mio avviso il passo più difficile, devono essere comunicate in modo tale da facilitare un’azione.
Azione che non deve essere ostacolata dal quadro normativo!
Fin qui siamo tutti d’accordo che «globalmente», teoricamente gli opendata sono ben visti da tutti. Ma è sempre così? La strada è in discesa? Diciamo che con gli strumenti che ho fatto e messo online ho scoperto alcune cose molto curiose ed interessanti.
Appunti: La trasparenza è soprattutto il risultato di obblighi precisi in materia di informazione. Questi obblighi fanno sì che tutti gli operatori economici interessati possano ottenere tutti i dati necessari al fine di prendere parte alla procedura e di conoscerne gli esiti.
Una doverosa premessa.
Viviamo in un’epoca in cui i cambiamenti digitali ed editoriali sono talmente veloci che i canali formativi tradizionali non sempre riescono a restare al passo.
Nella mia esperienza se mi guardo indietro noto una straordinaria scissione tra percorso formativo/professionale FORMALE e quello INFORMALE dettato dalla passione.
Viviamo in un'epoca in cui percorsi formativi e professionali "formali" contrastano con i percorsi di crescita informali dettati dalla curiosità e dalle passioni. In particolare molte delle attività digitali vedono una incredibile scissione tra percorso formale e reale. Io ne sono un esempio.
Ho fatto ingegneria meccanica all'università ma non ho mai visto un ingranaggio finora.
Ho partecipato a un master in fisica dei plasmi e fusione nucleare ma atomi e nuclei non sono più entrati nella mia vita dopo la discussione della tesi.
Non sono un maestro di sci e non ho mai fatto allenamenti sulla neve , ma questo non mi ha impedito di fondare una delle community web dedicata agli sport invernali più seguita d'Italia.
Non ho fatto nemmeno il liceo classico, eppure grazie alla mia passione per la lettura sono riuscito a far partire una delle community letterarie anche in questo caso tra le più seguite d’italia.
Non ho mai frequentato nè un corso di programmazione web o di computer, ma la curiosità unità alla passione mi hanno portato ad essere quest'oggi da questa parte della platea.
Dove ho incontrato l’accettabilità sociale?
È stato in ambito energetico o meglio delle tecnologie per la produzione di energia (tema a me molto caro che personalmente ritengo debba essere discusso maggiormente).
Durante il dottorato di ricerca mi sono imbattuto in un fenomeno socio-economic e tecnico particolarmente interessante. Pensiamo alle fonti rinnovabili.
Prendo spunto da una serie di lavori nati in ambito energetico e di tecnologie usate in ambito energetico. In particolare per la tecnologia nucleare e per quelle in grado di sfruttare le fonti rinnovabili.
Per la fonte nucleare l’accettabilità sociale che non c’è stata ha portato al blocco dello sviluppo e dell’uso in Italia. Sulle secondi, sulle rinnovabili il discorso è molto più complesso.
C’è una forte dicotomia tra il «ragionamento locale» ed il «ragionamento globale». Porto un paio di esempi per spiegarmi meglio:
Se a una persona chiedessero: «sei favorevole alle fonti rinnovabili? Sei favorevole all’eolico o agli impianti a biomassa/biogas»? Sicuramente tutti sono d’accordo.
Ma la situazione cambia radicalmente quando succede che un nuovo impianto viene annunciato nel nostro quartiere o nel nostro paesello… la pala eolica mi disturba, la pala rovina il panorama, i camion per la biomassa rovinano la strada, c’è sempre puzza di biogas, i pannelli fotovoltaici non li voglio perché se succede un incendio… e così via.
L’accettabilità di un «qualcosa» di oggettivamente positivo a livello globale si scontra con delle barriere locali/puntuali che vanno gestite.
Per gli opendata il ragionamento non ha una declinazione geografica poiché sono asset digitali ma molte caratteristiche del fenomeno sono simili e possono essere soggette agli stessi ragionamenti.
E per gli opendata come è la situazione?
Siamo tutti d’accordo nel dire che «vogliamo più opendata» ma, ecco cosa mi è capitato: diffida da parte di avvocato.
Siamo in presenza di un cambiamento di sistema che sta investendo anche il mondo dei «dati». Parallelamente a quanto successo per il settore energetico, anche il mondo dei dati sta vivendo in un certo senso le stesse trasformazioni.
Da centralizzato e verticale a decentralizzato e orizzontale. Da poche fonti fossi a tante fonti rinnovabili da pochi distributori di dati (a volte a pagamento) a tanti distributori di dati.
Similitudini tra settore energetico e settore informatico dei dati.
Similitudine normativa.
Dove ho incontrato l’accettabilità sociale? È stato in ambito energetico o meglio delle tecnologie per la produzione di energia (tema a me molto caro che personalmente ritengo debba essere discusso maggiormente).
Durante il dottorato di ricercar mi sono imbattuto in un fenomeno socio-economic e tecnico particolarmente interessante. Pensiamo alle fonti rinnovabili.
Prendo spunto da una serie di lavori nati in ambito energetico e di tecnologie usate in ambito energetico. In particolare per la tecnologia nucleare e per quelle in grado di sfruttare le fonti rinnovabili.
Per la fonte nucleare l’accettabilità sociale che non c’è stata ha portato al blocco dello sviluppo e dell’uso in Italia. Sulle secondi, sulle rinnovabili il discorso è molto più complesso.
C’è una forte dicotomia tra il «ragionamento locale» ed il «ragionamento globale». Porto un paio di esempi per spiegarmi meglio:
Se a una persona chiedessero: «sei favorevole alle fonti rinnovabili? Sei favorevole all’eolico o agli impianti a biomassa/biogas»? Sicuramente tutti sono d’accordo.
Ma la situazione cambia radicalmente quando succede che un nuovo impianto viene annunciato nel nostro quartiere o nel nostro paesello… la pala eolica mi disturba, la pala rovina il panorama, i camion per la biomassa rovinano la strada, c’è sempre puzza di biogas e così via.
L’accettabilità di un «qualcosa» di oggettivamente positivo a livello globale si scontra con delle barriere locali/puntuali che vanno gestite.
Per gli opendata il ragionamento non ha una declinazione geografica poiché sono asset digitali ma molte caratteristiche del fenomeno sono simili e possono essere soggette agli stessi ragionamenti.
Social acceptance of renewable energy innovation: An introduction to the concept Rolf Wu¨stenhagen,, Maarten Wolsink , Mary Jean Buerer
Uno dei primi studi che hanno indagato sull’accettabilità sociale delle tecnologie energetiche è questo. Senza entrare in dettaglio gli studiosi sono giunti a schematizzare il problema lungo 3 direttive:
Accettabilità socio-politica: e qui ci siamo cittadini, imprese ed amministrazioni mi pare abbiamo un’attitudine molto positiva verso gli opendata, almeno generalmente;
Accettabilità della comunità: procedure, leggi, giustizia… qui molto è stato fatto ma da profano mi pare che in tema di licenze ci sia ancora spazio per fare qualcosa ;
Accettabilità del mercato: secondo alcuni rapporti ci sono aziende che riescono a generare valore mettendo gli opendata nei loro processi, quindi anche questo aspetto sulla carta non presenta problemi;
Come per le tecnologie rinnovabili anche gli opendata presentano delle caratteristiche particolari che potrebbero accelerare o rallentare il loro sviluppo e la loro diffusione.
Ho messo online i dati di consip e qualche azienda, con toni più o meno cortese, mi ha chiesto di togliere.
Ho messo online i dati di horizon2020 e questo è il caso più eclatante.
Manca interesse per l’accountability! Ho fatto opensoldipubblici e non ci sono visite.
Servono più fattori traino (oltre che fattori spinta).
Folgorato sulla via di damasco ho proseguito la strada creando una serie di osservatori interattivi.
Da questi semplici esempi ho affinato la tecnica e migliorato le capacità di programmazione creando dei piccoli osservatori che metto a disposizione gratuitamente sul mio sito. E a giudicare dal numero delle visite che registrano non sono pochi quelli che li trovano interessanti o utili… e questo non può che farmi piacere.
Per esempio con open-carburanti ogni cittadino può farsi un'idea di quali sono le zone ed i singoli distributori più economici della provincia.
I più interessati alla questione pubblica possono osservare settimana per settimana le differenze dei prezzi medi dei carburanti provincia per provincia. Guardate come emerge chiaramente una distribuzione che in parte segue l'asse Nord-Sud. (spiego a voce)
Vi descrivo brevemente 3 osservatori che ho realizzato. Mi serve per introdurre il tema centrale del mio intervento, ovvero l’accettabilità sociale dello sfruttamento degli opendata.
Sono rimasto molto più sorpreso quando a chiedermi di essere rimosse al più presto sono state delle strutture turistiche . Ma come? più pubblicità hai, più possiblità di essere trovato hai meglio è, o no? Inoltre le pagine open-dormire favoriscono il contatto diretto quindi si evitano i passaggi tramite intermediari (leggasi booking e simili). E allora perché queste richieste?
Ora parlo sottovoce, molte di queste "strane richieste" sono pervenute da piccoli, piccolissime strutture poste in zona venezia centrale... Forse i proprietari vogliono la minor visibilità possibile? Come mai? Ci sono modelli di business particolarmente innovativi che si possono attivare in pieno centro venezia con poca visibilità pubblica?
Perchè questi 3 esempi? Perchè : gli open-data hanno non solo problemi legislativi da risolvere ma anche questioni di accettabilità sociale.
Alcune delle aziende elencate in open-consip hanno chiamato o mandato email per essere rimosse . Perchè? Alcune volte perchè i dati della azienda coincidono con quelli personali (se sono una azienda a partita iva il mio cellulare professionale coincide con quello personale). E questo è un problema da risolvere con il legislatore.
Altre aziende invece mi hanno chiesto di essere rimosse, in modo molto violento e minacciando denunce e simili, perchè non vogliono apparire online senza se e senza ma.
Primo segnale di allarme.
Esempio di osservatorio che mostra che la popolazione ha «poco interesse» verso la trasparenza.
Altri portali che ho fatto sono:
OSP opensoldipubblici
OPEN-TED: appalti pubblici
Ma l'esempio più eclatante e secondo me il più grave è questo. L'università è o dovrebbe essere l'avanguardia della scienza, della tecnologia ed essendo pagata con soldi pubblici della trasparenza.
Dovrebbe essere il luogo in cui la tecnologia si mostra ai massimi livelli. I professori dovrebbero essere i portabandiera del futuro, dovrebbero essere quelli che con il loro approccio tracciano il solco dove le nuove generazioni crescono e diventano la classe trainante di un Paese.
E' piuttosto doloroso ricevere un'email da un professore universitario con questo tono e con questo contenuto.
Altre info: https://www.fabiodisconzi.com/webzine/opendata/30/societa-opendata-trasparenza-problemi/index.html