le nostre rappresentazioni delle nostre teorie sono esaustive nel momento in cui sono primitive di un comportamento. Se consideriamo un mondo artificiale, che chiameremo mondo due, nel quale opera una gente artificiale in cui sono implementate le teorie delle nostre rappresentazioni, il comportamento dell’agente risponderà gli stessi criteri vigenti nella realtà, producendo quindi un isomorfismo tra il mondo uno, realtà, è il mondo due, cioè quello virtuale.
Vanda Cantoia intervista virtualmente Francesco AntinucciGIOVANNI LARICCIA
Intervista virtuale realizzata da Vanda Cantoia allo psicologo e linguista Francesco Antinucci. L’ intervista è stata realizzata nell’ ambito del corso di Didattica della matematica svolto dal Prof. Giovanni Lariccia presso l’ Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano nell’ anno accademico 2009 - 2010
le nostre rappresentazioni delle nostre teorie sono esaustive nel momento in cui sono primitive di un comportamento. Se consideriamo un mondo artificiale, che chiameremo mondo due, nel quale opera una gente artificiale in cui sono implementate le teorie delle nostre rappresentazioni, il comportamento dell’agente risponderà gli stessi criteri vigenti nella realtà, producendo quindi un isomorfismo tra il mondo uno, realtà, è il mondo due, cioè quello virtuale.
Vanda Cantoia intervista virtualmente Francesco AntinucciGIOVANNI LARICCIA
Intervista virtuale realizzata da Vanda Cantoia allo psicologo e linguista Francesco Antinucci. L’ intervista è stata realizzata nell’ ambito del corso di Didattica della matematica svolto dal Prof. Giovanni Lariccia presso l’ Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano nell’ anno accademico 2009 - 2010
Virtuale e problematiche identitarie. 1. L’approccio psicoantropologico e sem...Ibridamenti Venezia
appunti e spunti presentati il 9 ottobre 2009 al LAB DEA - antropologia Università Ca' Foscari di Venezia - Dipartimento di Studi Storici
Laboratorio demo-etno-antropologico
a.a.2009-2010
mercoledì 7 ore 14.00 - 16.00
Maddalena Mapelli, Virtuale e problematiche identitarie. 1. L’approccio psicoantropologico e semiologico. Cenni teorici ed esemplificazioni di osservazioni sul campo.
Artefatti Cognitivi (se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco)Gianfranco Pulitano
Tesi per Master di I livello in Metodologie Didattiche, Psicologiche, Antropologiche e Teoria e metodi di progettazione. Una ricerca sull'importanza di inserire nella didattica tradizionale gli artefatti cognitivi come alternativa all'uso dei libri di testo.
REALTA’ VIRTUALE per il benessere individuale e socialeRiva Giuseppe
Le slide presentano il contenuto del nuovo libro di Giuseppe Riva e Andrea Gaggioli: "Realtà Virtuali: Gli aspetti psicologici delle tecnologie transformative e il loro impatto sull'esperienza umana" pubblicato da Giunti. Maggiori informazioni sul sito: www.virtualeartificiale.com
Propongo una concezione integrata della visione, in cui occhio e mente (sensazione e modello mentale) sono correlati e interagiscono reciprocamente senza interruzione.
La visione agisce come un sistema, non è un semplice fenomeno connesso al funzionamento dell’occhio.
Questi concetti derivano dagli studi relativi alla Gestalt e dalle osservazioni scientifiche sul fenomeno della vista.
Inoltre, studiando il tema del cambiamento, con riferimento agli studi di Thomas Kuhn sulle rivoluzioni scientifiche, si comprende che conoscenza e visione sono strettamente associate e retroagenti.
Propongo un percorso in 5 punti sul "vedere e non vedere".
La cecità viene considerata come normale fenomeno fisiologico e percettivo; questi modelli ci permettono di avviare un percorso di consapevolezza a partire dalla nostra conoscenza dei limiti percettivi, particolarmente significativo in rapporto alla sicurezza.
Viene trattato inoltre il rapporto tra questi fenomeni e la resilienza, la gestione dello stress, la ricerca - a livello organizzativo - di "tutori di resilienza", di aspetti che permettano di superare i limiti percettivi individuali.
Virtuale e problematiche identitarie. 1. L’approccio psicoantropologico e sem...Ibridamenti Venezia
appunti e spunti presentati il 9 ottobre 2009 al LAB DEA - antropologia Università Ca' Foscari di Venezia - Dipartimento di Studi Storici
Laboratorio demo-etno-antropologico
a.a.2009-2010
mercoledì 7 ore 14.00 - 16.00
Maddalena Mapelli, Virtuale e problematiche identitarie. 1. L’approccio psicoantropologico e semiologico. Cenni teorici ed esemplificazioni di osservazioni sul campo.
Artefatti Cognitivi (se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco)Gianfranco Pulitano
Tesi per Master di I livello in Metodologie Didattiche, Psicologiche, Antropologiche e Teoria e metodi di progettazione. Una ricerca sull'importanza di inserire nella didattica tradizionale gli artefatti cognitivi come alternativa all'uso dei libri di testo.
REALTA’ VIRTUALE per il benessere individuale e socialeRiva Giuseppe
Le slide presentano il contenuto del nuovo libro di Giuseppe Riva e Andrea Gaggioli: "Realtà Virtuali: Gli aspetti psicologici delle tecnologie transformative e il loro impatto sull'esperienza umana" pubblicato da Giunti. Maggiori informazioni sul sito: www.virtualeartificiale.com
Propongo una concezione integrata della visione, in cui occhio e mente (sensazione e modello mentale) sono correlati e interagiscono reciprocamente senza interruzione.
La visione agisce come un sistema, non è un semplice fenomeno connesso al funzionamento dell’occhio.
Questi concetti derivano dagli studi relativi alla Gestalt e dalle osservazioni scientifiche sul fenomeno della vista.
Inoltre, studiando il tema del cambiamento, con riferimento agli studi di Thomas Kuhn sulle rivoluzioni scientifiche, si comprende che conoscenza e visione sono strettamente associate e retroagenti.
Propongo un percorso in 5 punti sul "vedere e non vedere".
La cecità viene considerata come normale fenomeno fisiologico e percettivo; questi modelli ci permettono di avviare un percorso di consapevolezza a partire dalla nostra conoscenza dei limiti percettivi, particolarmente significativo in rapporto alla sicurezza.
Viene trattato inoltre il rapporto tra questi fenomeni e la resilienza, la gestione dello stress, la ricerca - a livello organizzativo - di "tutori di resilienza", di aspetti che permettano di superare i limiti percettivi individuali.
Il video mi ha fatto riflettere e di conseguenza sono arrivata a tali conclusioni
1. Il video mi ha fatto riflettere e di conseguenza sono arrivata a tali conclusioni (del tutto soggettive ripeto):
se il nostro “cono” percettivo è ristretto,poiché ogni organo di senso (partendo dal presupposto che la
funzionalità sia perfettamente efficiente così come la capacità di integrazione ) riesce a cogliere solo
piccole parti di ciò che esperiamo,ciò sta a significare che non siamo programmati per capire il “reale” in
maniera obiettiva e completa,penso inoltre che l’evoluzione filogenetica non ci porterà ad una
“visione”della realtà ,a parte qualche sporadico caso di genialità!
Per fortuna esistono “protesi” (passatemi il brutto termine) che possono aiutarci a fare il salto qualitativo,
mi riferisco alla tecnologia, alla capacità di pensare l’impensabile e a quella di realizzarlo.
Sogno,fantasia e scienza procedono sempre tenendosi per mano!
In ultimo mi preme sottolineare un concetto (sta diventando un mantra ma per me è importantissimo):sin
dalla più tenera età abituiamo i nostri bambini a non vedere, ad esempio la matematica, come una sorta di
“uomo nero”,asettica,incomprensibile e inutile nella vita pratica (durante l’infanzia la predisposizione alla
conoscenza, la curiosità per quanto ci circonda è simile a quella di un ricercatore e il pensiero divergente
raggiunge picchi impensabili!)