Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 1 
Concetti di base 
Una popolazione (o universo) è l’insieme di elementi o delle “cose” che si prendono 
in considerazione. 
Un campione è la porzione della popolazione che si seleziona per l’analisi. 
Individuo o unità statistica: è l’unità di base della rilevazione. 
Carattere è ciascun tipo di informazione riferita all’unità statistica (es: se gli 
studenti che seguono un corso di statistica compongono la popolazione, i caratteri 
sono il sesso, l’età, la residenza, il titolo di studio, ecc.). 
Una variabile è una caratteristica che cambia da persona a persona (unità 
statistica).
Concetti di base 
variabili 
qualitative 
quantitative 
sconnesse 
ordinabili 
discrete 
continue 
Colore capelli: 
Biondo, moro, 
castano 
Giudizio: 
Sufficiente, 
buono, ottimo 
Voto: 18, 
25, 28, 30 
Costo bibita: 
0.70, 0.97, 1.25, 
2.28, 3.0 
Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 2
Cosa si può fare con le variabili qualitative e quantitative 
• Variabili qualitative: rappresentazioni grafiche, 
calcolo di frequenze assolute e relative, indici di 
connessione. 
• Variabili quantitative: rappresentazioni grafiche, 
calcolo di frequenze assolute e relative, funzioni di 
ripartizione, indici di posizione, indici di variabilità, 
indici di correlazione, regressione, ecc. 
Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 3
Le rappresentazioni grafiche 
variabili 
qualitative 
quantitative 
sconnesse 
ordinabili 
discrete 
continue 
Diagramma a Canne d’organo 
Diagramma a torta 
Sia 
Diagramma Gambo - Foglia 
Diagramma a barre 
Istogramma 
Sia 
Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 4
Le rappresentazioni grafiche: il calcolo delle frequenze assolute e relative. 
Per poter costruire delle rappresentazioni grafiche è necessario aver chiare alcune 
definizioni 
• Frequenze assolute 
• Frequenze relative 
• Distribuzione di frequenza 
• Frequenze cumulate 
Frequenza assoluta. Indica il numero delle volte che una determinata modalità compare nel collettivo in esame. Le modalità 
si indicano genericamente con xi per i=1,2,…,n 
Frequenza relativa. Si definisce frequenza relativa della modalità xi il rapporto tra la frequenza assoluta xi ed il numero 
complessivo delle osservazioni N. Le frequenze relative si indicano con fi. La somma di tutte le frequenze relative è sempre 
uguale ad 1. 
Distribuzione di frequenze. E’ l’insieme delle modalità e delle rispettive frequenze (assolute o relative), organizzato in 
forma tabellare. 
Frequenza cumulata. A partire da una distribuzione di frequenze, assolute o relative, si definisce la frequenza cumulata j-esima 
(assoluta o relativa) come la somma delle frequenze sino alla classe j-esima compresa. L’ultima frequenza cumulata 
assoluta è uguale a N, cioè al totale delle osservazioni, mentre l’ultima frequenza cumulata relativa è pari ad uno. La 
distribuzione di frequenza cumulata si rappresenta attraverso la Funzione di Ripartizione.
Le rappresentazioni grafiche: il calcolo delle frequenze assolute e 
relative. 
Esempio: Si consideri la seguente distribuzione di frequenza (Fonte dati Istat) 
Dati ISTAT: Laureati che nel 2004 lavorano per area 
didattica - Italia Indagine laureati – 2004. 
AREA DIDATTICA 
Laureati del 2001 che 
nel 2004 lavorano 
% 
Umanistica 25.016 22.1% 
Economica-sociale 33.667 29.7% 
Scientifica 13.952 12.3% 
Giuridica 13.569 12.0% 
Ingegneria e architettura 23.596 20.8% 
Medica 2.518 2.2% 
Educazione fisica 858 0.8% 
Totale 113.176 100.0% 
Modalità 
Frequenze assolute 
Frequenze relative 
percentuali
Le rappresentazioni grafiche: il calcolo delle frequenze relative 
cumulate. 
1° frequenza relativa cumulata 
2° frequenza relativa cumulata 
ultima frequenza relativa cumulata 
La distribuzione di frequenze cumulate si rappresenta con la Funzione di ripartizione 
che verrà analizzata nel dettaglio nel prossimo modulo.
Le rappresentazioni grafiche: il calcolo delle frequenze cumulate. 
Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 8
Le rappresentazioni grafiche: il calcolo delle frequenze cumulate. 
Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 9
Le rappresentazioni grafiche per le variabili qualitative: 
Il diagramma a Canne d’organo. 
Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 10
Le rappresentazioni grafiche per le variabili qualitative: 
Il diagramma a Canne d’organo. 
Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 11
Le rappresentazioni grafiche per le variabili qualitative: 
Il diagramma a Canne d’organo. 
Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 12
Le rappresentazioni grafiche per le variabili qualitative: 
Il diagramma a torta. 
Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 13
Le rappresentazioni grafiche per le variabili qualitative: 
Il diagramma a torta. 
Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 14
Le rappresentazioni grafiche per le variabili qualitative: 
Il diagramma a torta. 
Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 15
Le rappresentazioni grafiche per le variabili quantitative discrete: 
Il diagramma gambo-foglia. 
L’utilità del diagramma gambo-foglia consiste nella sua immediatezza visiva, che ci consente di 
individuare facilmente intorno a quali valori si concentrano le osservazioni. 
Il diagramma gambo-foglia si costruisce dividendo ciascuna osservazione nella sua parte 
principale (il “gambo” dell’albero) e in quella secondaria (le “foglie” dell’albero). 
Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 16 
Vediamo un esempio: 
Analizziamo i seguenti dati numerici: 
Per capire se i dati hanno una struttura la prima operazione da fare è ordinarli: 
29, 31, 31, 31, 31, 32, 33, 33, 33, 33, 34, 35, 35, 36, 37, 38, 39, 39, 41, 42, 42, 43, 44, 47, 51 
Al fine di rappresentare graficamente la serie ordinata è necessario adottare una codifica, operazione 
che consente di costruire il diagramma gambo-foglia. Nel diagramma la codifica è la seguente: 
2|9 = 29 
3- = intervallo 30 – 34 
3+ = intervallo 35 – 39 
25 - 29 9 
30 - 34 1 1 1 1 2 3 3 3 3 4 
35 - 39 5 5 6 7 8 9 9 
40 - 44 1 2 2 3 4 
45 – 49 7 
50 - 54 1 
Si può 
scrivere 
così: 
Oppure così 
2+ 9 
3- 1 1 1 1 2 3 3 3 3 4 
3+ 5 5 6 7 8 9 9 
4- 1 2 2 3 4 
4+ 7 
5- 1
Le rappresentazioni grafiche per le variabili quantitative discrete: 
Il diagramma gambo-foglia. 
Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 17
Le rappresentazioni grafiche per le variabili quantitative discrete: 
Il diagramma gambo-foglia. 
Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 18
Le rappresentazioni grafiche per le variabili quantitative discrete: 
Il diagramma a barre. 
Se si ruota di 90° il diagramma gambo-foglia si ottiene un diagramma a barre. Questa 
rappresentazione si utilizza quando le osservazioni si presentano con poche modalità. 
Nelle ascisse si indicano le modalità e nelle ordinate le frequenze (assolute o relative). 
Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 19
Le rappresentazioni grafiche per le variabili quantitative discrete: 
Il diagramma a barre. 
Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 20
Le rappresentazioni grafiche per variabili quantitative continue. 
L’Istogramma è la rappresentazione grafica dei dati quantitativi discreti, quando 
assumono un numero elevato di modalità, e dei dati quantitativi continui. 
Per poter essere rappresentati, i dati devono essere opportunamente raggruppati 
in classi e riportati in forma tabellare, ottenendo una distribuzione di frequenza 
per dati raggruppati. 
La caratteristica distintiva dell’Istogramma è che le frequenze delle modalità sono 
rappresentate nelle aree invece che nelle ordinate (così come accade nel 
diagramma a barre). In ordinata si indicano, invece, le densità di frequenza (o 
frequenze per unità di ampiezza). 
Nella costruzione della tabella merita una particolare attenzione la scelta del 
numero di classi e l’ampiezza di ciascuna di esse. 
Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 21
Costruiamo l’istogramma relativo alla distribuzione delle aziende per classi 
d’investimento (in migliaia di euro), di seguito riportata: 
Per rappresentare graficamente (attraverso un istogramma) una distribuzione 
in classi occorre: 
1. calcolare l’ampiezza di classe (limite superiore meno limite inferiore): [50 - 30], [100 - 
50], ecc; 
2. calcolare la densità di frequenza. Rapporto tra frequenza e ampiezza di classe; 
3. riportare su un sistema di assi cartesiani ortogonali, sull’asse delle ascisse le modalità 
(limiti delle classi) e sull’asse delle ordinate le densità di frequenza; 
4. costruire per ogni classe i rettangoli aventi come base l’ampiezza di classe e come 
altezza la rispettiva densità di frequenza. 
Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 22
Il risultato che si ottiene è il seguente: 
Frequenze 
Densità di frequenza 
Limiti (inferiori e superiori) delle classi 
Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 23
Riprendendo l’esempio sulla distribuzione delle altezze di 195 operai (trattato in precedenza) 
Scegliendo di formare 5 classi per rispettare la forma originaria della distribuzione, si 
suggerisce la seguente ripartizione: 
[165 − 168); [168 − 172); [172 − 175); [175 − 177); [177 − 178); [178 − 180]. 
A cui corrisponde, dopo aver costruito la distribuzione in classi, la seguente 
rappresentazione: 
Frequenze 
24 
Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 
Densità di frequenza 
Valori delle x
La funzione di ripartizione 
Nel precedente modulo abbiamo introdotto la definizione di frequenze cumulate, rimandando a 
questo, la rappresentazione. La distribuzione di frequenze cumulate relative (Fi) si rappresenta 
attraverso la Funzione di ripartizione. 
Nel caso di variabili discrete si definisce così: 
La contemporanea rappresentazione grafica di più funzioni di ripartizione permette di effettuare 
alcune osservazioni e facendo riferimento alla figura (dove si rappresenta la funzione di 
ripartizione delle famiglie secondo il numero di componenti in Puglia, linea continua e in 
Umbria, linea tratteggiata si può notare: 
• entrambe le curve sono crescenti; 
• entrambe le curve variano tra 0 e 1 e 
presentano dei salti in corrispondenza delle 
diverse modalità (la funzione è costante per 
intervalli); 
• le curve crescono più rapidamente nel tratto 
iniziale e medio in cui si addensa la maggior 
parte delle frequenze; 
• la funzione di ripartizione dell’Umbria non 
scende mai al di sotto di quella della Puglia e 
questo fatto significa che, in termini relativi, le 
frequenze associate alle modalità più basse sono 
maggiori in Umbria e quindi la dimensione delle 
famiglie è minore in Umbria rispetto alla Puglia. 
Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 25
La funzione di ripartizione per variabili continue 
Nel caso di distribuzioni di variabili quantitative ripartite in classi, il valore della 
funzione di ripartizione è noto solo in corrispondenza degli estremi delle classi e 
facendo l’ipotesi di distribuzione uniforme all’interno delle stesse, la funzione diviene 
una spezzata (all’interno della classe si ha un’interpolazione lineare). 
Si consideri ora la seguente Funzione di ripartizione per classi di età a Napoli e a Perugia: 
Fi 
xi 
Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 26
E’ la rappresentazione grafica della seguente distribuzione di 
frequenze 
Si possono fare alcune osservazioni: 
• a parità di ascisse la curva di Napoli è sempre più elevata: indica cioè che la 
popolazione è sistematicamente più giovane; 
• l’inclinazione di entrambe le curve si attenua come ci si avvicina alle età avanzate. 
Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 27

I metodi quantitativi

  • 1.
    Cos'è la Statistica- G. Garau, L. Schirru 1 Concetti di base Una popolazione (o universo) è l’insieme di elementi o delle “cose” che si prendono in considerazione. Un campione è la porzione della popolazione che si seleziona per l’analisi. Individuo o unità statistica: è l’unità di base della rilevazione. Carattere è ciascun tipo di informazione riferita all’unità statistica (es: se gli studenti che seguono un corso di statistica compongono la popolazione, i caratteri sono il sesso, l’età, la residenza, il titolo di studio, ecc.). Una variabile è una caratteristica che cambia da persona a persona (unità statistica).
  • 2.
    Concetti di base variabili qualitative quantitative sconnesse ordinabili discrete continue Colore capelli: Biondo, moro, castano Giudizio: Sufficiente, buono, ottimo Voto: 18, 25, 28, 30 Costo bibita: 0.70, 0.97, 1.25, 2.28, 3.0 Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 2
  • 3.
    Cosa si puòfare con le variabili qualitative e quantitative • Variabili qualitative: rappresentazioni grafiche, calcolo di frequenze assolute e relative, indici di connessione. • Variabili quantitative: rappresentazioni grafiche, calcolo di frequenze assolute e relative, funzioni di ripartizione, indici di posizione, indici di variabilità, indici di correlazione, regressione, ecc. Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 3
  • 4.
    Le rappresentazioni grafiche variabili qualitative quantitative sconnesse ordinabili discrete continue Diagramma a Canne d’organo Diagramma a torta Sia Diagramma Gambo - Foglia Diagramma a barre Istogramma Sia Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 4
  • 5.
    Le rappresentazioni grafiche:il calcolo delle frequenze assolute e relative. Per poter costruire delle rappresentazioni grafiche è necessario aver chiare alcune definizioni • Frequenze assolute • Frequenze relative • Distribuzione di frequenza • Frequenze cumulate Frequenza assoluta. Indica il numero delle volte che una determinata modalità compare nel collettivo in esame. Le modalità si indicano genericamente con xi per i=1,2,…,n Frequenza relativa. Si definisce frequenza relativa della modalità xi il rapporto tra la frequenza assoluta xi ed il numero complessivo delle osservazioni N. Le frequenze relative si indicano con fi. La somma di tutte le frequenze relative è sempre uguale ad 1. Distribuzione di frequenze. E’ l’insieme delle modalità e delle rispettive frequenze (assolute o relative), organizzato in forma tabellare. Frequenza cumulata. A partire da una distribuzione di frequenze, assolute o relative, si definisce la frequenza cumulata j-esima (assoluta o relativa) come la somma delle frequenze sino alla classe j-esima compresa. L’ultima frequenza cumulata assoluta è uguale a N, cioè al totale delle osservazioni, mentre l’ultima frequenza cumulata relativa è pari ad uno. La distribuzione di frequenza cumulata si rappresenta attraverso la Funzione di Ripartizione.
  • 6.
    Le rappresentazioni grafiche:il calcolo delle frequenze assolute e relative. Esempio: Si consideri la seguente distribuzione di frequenza (Fonte dati Istat) Dati ISTAT: Laureati che nel 2004 lavorano per area didattica - Italia Indagine laureati – 2004. AREA DIDATTICA Laureati del 2001 che nel 2004 lavorano % Umanistica 25.016 22.1% Economica-sociale 33.667 29.7% Scientifica 13.952 12.3% Giuridica 13.569 12.0% Ingegneria e architettura 23.596 20.8% Medica 2.518 2.2% Educazione fisica 858 0.8% Totale 113.176 100.0% Modalità Frequenze assolute Frequenze relative percentuali
  • 7.
    Le rappresentazioni grafiche:il calcolo delle frequenze relative cumulate. 1° frequenza relativa cumulata 2° frequenza relativa cumulata ultima frequenza relativa cumulata La distribuzione di frequenze cumulate si rappresenta con la Funzione di ripartizione che verrà analizzata nel dettaglio nel prossimo modulo.
  • 8.
    Le rappresentazioni grafiche:il calcolo delle frequenze cumulate. Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 8
  • 9.
    Le rappresentazioni grafiche:il calcolo delle frequenze cumulate. Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 9
  • 10.
    Le rappresentazioni graficheper le variabili qualitative: Il diagramma a Canne d’organo. Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 10
  • 11.
    Le rappresentazioni graficheper le variabili qualitative: Il diagramma a Canne d’organo. Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 11
  • 12.
    Le rappresentazioni graficheper le variabili qualitative: Il diagramma a Canne d’organo. Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 12
  • 13.
    Le rappresentazioni graficheper le variabili qualitative: Il diagramma a torta. Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 13
  • 14.
    Le rappresentazioni graficheper le variabili qualitative: Il diagramma a torta. Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 14
  • 15.
    Le rappresentazioni graficheper le variabili qualitative: Il diagramma a torta. Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 15
  • 16.
    Le rappresentazioni graficheper le variabili quantitative discrete: Il diagramma gambo-foglia. L’utilità del diagramma gambo-foglia consiste nella sua immediatezza visiva, che ci consente di individuare facilmente intorno a quali valori si concentrano le osservazioni. Il diagramma gambo-foglia si costruisce dividendo ciascuna osservazione nella sua parte principale (il “gambo” dell’albero) e in quella secondaria (le “foglie” dell’albero). Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 16 Vediamo un esempio: Analizziamo i seguenti dati numerici: Per capire se i dati hanno una struttura la prima operazione da fare è ordinarli: 29, 31, 31, 31, 31, 32, 33, 33, 33, 33, 34, 35, 35, 36, 37, 38, 39, 39, 41, 42, 42, 43, 44, 47, 51 Al fine di rappresentare graficamente la serie ordinata è necessario adottare una codifica, operazione che consente di costruire il diagramma gambo-foglia. Nel diagramma la codifica è la seguente: 2|9 = 29 3- = intervallo 30 – 34 3+ = intervallo 35 – 39 25 - 29 9 30 - 34 1 1 1 1 2 3 3 3 3 4 35 - 39 5 5 6 7 8 9 9 40 - 44 1 2 2 3 4 45 – 49 7 50 - 54 1 Si può scrivere così: Oppure così 2+ 9 3- 1 1 1 1 2 3 3 3 3 4 3+ 5 5 6 7 8 9 9 4- 1 2 2 3 4 4+ 7 5- 1
  • 17.
    Le rappresentazioni graficheper le variabili quantitative discrete: Il diagramma gambo-foglia. Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 17
  • 18.
    Le rappresentazioni graficheper le variabili quantitative discrete: Il diagramma gambo-foglia. Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 18
  • 19.
    Le rappresentazioni graficheper le variabili quantitative discrete: Il diagramma a barre. Se si ruota di 90° il diagramma gambo-foglia si ottiene un diagramma a barre. Questa rappresentazione si utilizza quando le osservazioni si presentano con poche modalità. Nelle ascisse si indicano le modalità e nelle ordinate le frequenze (assolute o relative). Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 19
  • 20.
    Le rappresentazioni graficheper le variabili quantitative discrete: Il diagramma a barre. Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 20
  • 21.
    Le rappresentazioni graficheper variabili quantitative continue. L’Istogramma è la rappresentazione grafica dei dati quantitativi discreti, quando assumono un numero elevato di modalità, e dei dati quantitativi continui. Per poter essere rappresentati, i dati devono essere opportunamente raggruppati in classi e riportati in forma tabellare, ottenendo una distribuzione di frequenza per dati raggruppati. La caratteristica distintiva dell’Istogramma è che le frequenze delle modalità sono rappresentate nelle aree invece che nelle ordinate (così come accade nel diagramma a barre). In ordinata si indicano, invece, le densità di frequenza (o frequenze per unità di ampiezza). Nella costruzione della tabella merita una particolare attenzione la scelta del numero di classi e l’ampiezza di ciascuna di esse. Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 21
  • 22.
    Costruiamo l’istogramma relativoalla distribuzione delle aziende per classi d’investimento (in migliaia di euro), di seguito riportata: Per rappresentare graficamente (attraverso un istogramma) una distribuzione in classi occorre: 1. calcolare l’ampiezza di classe (limite superiore meno limite inferiore): [50 - 30], [100 - 50], ecc; 2. calcolare la densità di frequenza. Rapporto tra frequenza e ampiezza di classe; 3. riportare su un sistema di assi cartesiani ortogonali, sull’asse delle ascisse le modalità (limiti delle classi) e sull’asse delle ordinate le densità di frequenza; 4. costruire per ogni classe i rettangoli aventi come base l’ampiezza di classe e come altezza la rispettiva densità di frequenza. Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 22
  • 23.
    Il risultato chesi ottiene è il seguente: Frequenze Densità di frequenza Limiti (inferiori e superiori) delle classi Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 23
  • 24.
    Riprendendo l’esempio sulladistribuzione delle altezze di 195 operai (trattato in precedenza) Scegliendo di formare 5 classi per rispettare la forma originaria della distribuzione, si suggerisce la seguente ripartizione: [165 − 168); [168 − 172); [172 − 175); [175 − 177); [177 − 178); [178 − 180]. A cui corrisponde, dopo aver costruito la distribuzione in classi, la seguente rappresentazione: Frequenze 24 Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru Densità di frequenza Valori delle x
  • 25.
    La funzione diripartizione Nel precedente modulo abbiamo introdotto la definizione di frequenze cumulate, rimandando a questo, la rappresentazione. La distribuzione di frequenze cumulate relative (Fi) si rappresenta attraverso la Funzione di ripartizione. Nel caso di variabili discrete si definisce così: La contemporanea rappresentazione grafica di più funzioni di ripartizione permette di effettuare alcune osservazioni e facendo riferimento alla figura (dove si rappresenta la funzione di ripartizione delle famiglie secondo il numero di componenti in Puglia, linea continua e in Umbria, linea tratteggiata si può notare: • entrambe le curve sono crescenti; • entrambe le curve variano tra 0 e 1 e presentano dei salti in corrispondenza delle diverse modalità (la funzione è costante per intervalli); • le curve crescono più rapidamente nel tratto iniziale e medio in cui si addensa la maggior parte delle frequenze; • la funzione di ripartizione dell’Umbria non scende mai al di sotto di quella della Puglia e questo fatto significa che, in termini relativi, le frequenze associate alle modalità più basse sono maggiori in Umbria e quindi la dimensione delle famiglie è minore in Umbria rispetto alla Puglia. Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 25
  • 26.
    La funzione diripartizione per variabili continue Nel caso di distribuzioni di variabili quantitative ripartite in classi, il valore della funzione di ripartizione è noto solo in corrispondenza degli estremi delle classi e facendo l’ipotesi di distribuzione uniforme all’interno delle stesse, la funzione diviene una spezzata (all’interno della classe si ha un’interpolazione lineare). Si consideri ora la seguente Funzione di ripartizione per classi di età a Napoli e a Perugia: Fi xi Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 26
  • 27.
    E’ la rappresentazionegrafica della seguente distribuzione di frequenze Si possono fare alcune osservazioni: • a parità di ascisse la curva di Napoli è sempre più elevata: indica cioè che la popolazione è sistematicamente più giovane; • l’inclinazione di entrambe le curve si attenua come ci si avvicina alle età avanzate. Cos'è la Statistica - G. Garau, L. Schirru 27

Editor's Notes

  • #5 Si potrebbe aggiungere del testo parlato…
  • #6 Le definizioni sono nel glossario, inserire il link come approfondimento, come già fatto per le altre definizioni.
  • #22 Titolo: Le rappresentazioni per dati quantitativi continui.
  • #23 Prima schermata dell’esempio.
  • #24 Seconda schermata dell’esempio.
  • #25 Titolo: Esempio
  • #26 Titolo: La funzione di ripartizione
  • #27 Titolo: La funzione di ripartizione per variabili continue
  • #28 Schermata 2 della precedente slide