2. I girasoli sono stati i
protagonisti nelle due
serie che Van Gogh
realizza tra l’agosto del
1888 e il gennaio del 1889
3. Storia
Nel febbraio del 1888 Van Gogh si trasferisce
ad Arles, in Provenza.
L’artista amò fin da subito il luogo e la sua
nuova casa, tuttavia si sentiva solo.
Per questo motivo, in primavera, gli venne
l'idea di invitare l'amico Gauguin, forse con
l’idea di stabilire una comunità di artisti nella
cittadina, di cui lui e l'amico sarebbero stati i
mentori.
Van Gogh realizzò queste tele per decorare la
camera del suo amico.
4. Per decorare la stanza dell’amico ed impressionarlo, Van Gogh aveva previsto di
dipingere una dozzina di tele, iniziando da quattro che dovrebbero essere:
Vaso con
dodici girasoli
Agosto 1888
Vaso con
cinque girasoli
Agosto 1888
Vaso con
tre girasoli
Agosto 1888
Vaso con
quindici girasoli
Agosto 1888
5. Vincent lavora instancabilmente alle tele,
creando un capolavoro dopo l’altro: i
soggetti sono sempre gli stessi, i fiori in
vaso, ma ogni tela è unica.
Il pittore lavora in fretta per evitare che
sfioriscano, e nelle tele definitive alcuni fiori
hanno perso tutti i petali, altri ne hanno solo
un paio, e altri ancora sono pieni e
felicemente ritti sui gambi.
6. —In una lettera a Theo
“Ci lavoro ogni mattina fin dall'alba.
Perchè i fiori appassiscono in fretta e
bisogna dipingere l’insieme tutto in
una volta”
7. Storia
La seconda serie serie è quella dipinta nel
gennaio 1889 e consiste in tre copie della
serie precedente.
Van Gogh si trova ancora ad Arles, ma è solo.
Il dramma del lobo reciso e della seguente
fuga di Gauguin si è consumato alla fine di
dicembre, a Natale. Come conseguenza, è
finito in ospedale ed è stato dimesso all’inizio
di gennaio.
8. Non appena torna a casa, si è rimette a lavorare. A gennaio, dunque, dipinge tre
nuove tele: una copia della versione a dodici girasoli e due copie della versione
a quindici girasoli
Vaso con
dodici girasoli
Gennaio 1889
Vaso con
quindici girasoli
Gennaio 1889
Vaso con
quindici girasoli
Dicembre 1888
9. Perchè i girasoli?
Per van Gogh il girasole simboleggia:
-prima di tutto la luce: quella calda della Provenza, che ha
scoperto una volta scappato dalla sua grigia Olanda;
-il calore, di nuovo dato dalla luce, ma anche dalla
vicinanza di un’altra persona;
-l’amicizia e il grande l’impegno che si ripone in essa;
-e per ultimo, la luce del girasole è la stessa che lo riscalda
mentre li dipinge e, per una volta, si sente totalmente
soddisfatto di ciò che ha prodotto.
11. I grandi fiori gialli, sono resi con grandi pennellate, che ne delineano
il volume, e spesse linee di contorno. Anche il vaso è riprodotto con
campiture bidimensionali e senza chiaroscuro. Allo stesso modo, il
piano e lo sfondo sono delineati esclusivamente con il colore. Ciò che
salta subito all’occhio è il netto contrasto tra la profondità dei fiori e la
bidimensionalità dello sfondo: manca del tutto la prospettiva
geometrica. Il piano e il muro sono separati da un spessa linea di
colore e lo spazio è reso esclusivamente grazie alla sovrapposizione
dei volumi.
Van Gogh era solito applicare il colore con pennellate ruvide e dense,
sovrapponendo gli strati uno sopra l’altro. Un approccio quasi
scultoreo che contribuisce, con lo spessore della pittura, a creare
giochi di luci e ombre. Van Gogh vedeva nel colore un mezzo di
esprimere le emozioni piuttosto che un modo per rappresentare la
realtà.