2. La Costituzione italiana:
Da cosa è costituita?
Che cos’è?
Qual è il suo scopo?
La Costituzione italiana è il testo legislativo fondamentale della
Repubblica Italiana entrato in vigore il 1 gennaio del 1948.
Essa stabilisce i fini dello Stato e i principi relativi alla sua
organizzazione e al suo funzionamento.
Si compone di 139 articoli e 18 disposizioni transitorie e finali. Nei primi 12 articoli sono
contenuti i principi fondamentali.
Link del firmamento della Costituzione: https://youtu.be/blmgorqo49g Link al testo della Costituzione italiana: http://www.senato.it/1024
3. Agenda 2030
CHI
COSA
COME
QUANDO
PERCHÈ
L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un piano d’azione per le
persone, il Pianeta e la prosperità.
193 Paesi delle Nazioni unite tra cui l'Italia.
Sottoscritta il 25 settembre 2015.
Essa definisce 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile da raggiungere
entro il 2030, articolati in 169 traguardi.
Per condividere l'impegno a garantire un presente e un futuro
migliore al nostro Pianeta e alle persone che lo abitano.
5. Goal 10
Art. 3
L’obbiettivo 10 punta a ridurre le disuguaglianze tra i
Paesi e al loro interno e rivolge dunque l’attenzione
all’inclusione sociale, economica e politica dei cittadini,
senza discriminazioni di età, sesso, disabilità, razza,
etnia, religione e favorendo in questo modo l’adozione di
politiche per la promozione di una maggiore eguaglianza.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti
alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di
religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine
economico e sociale che, limitando di fatto l’eguaglianza dei
cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e
l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione
politica, economica e sociale del paese
6. I target
Raggiungere e sostenere
progressivamente la crescita
del reddito del 40% più
povero della popolazione ad
un tasso superiore rispetto
alla media nazionale
Assicurare pari opportunità e
ridurre le disuguaglianze nei
risultati, anche eliminando
leggi, politiche e pratiche
discriminatorie e
promuovendo legislazioni,
politiche e azioni appropriate
a tale proposito
Adottare politiche, in
particolare fiscali,
salariali e di protezione
sociale, per raggiungere
progressivamente una
maggior uguaglianza
Entro il 2030, potenziare e
promuovere l’inclusione sociale,
economica e politica di tutti, a
prescindere da età, sesso,
disabilità, razza, etnia, origine,
religione, stato economico o
altro
1
2
3
4 5
Migliorare la
regolamentazione e il
monitoraggio di
istituzioni e mercati
finanziari globali e
rafforzare l’attuazione
di tali norme
7. 6
Assicurare una migliore
rappresentanza che dia voce ai paesi
in via di sviluppo nelle istituzioni
responsabili delle decisioni in materia
di economia e finanza globale e
internazionale, per creare istituzioni
più efficaci, credibili, responsabili e
legittimate
7
a
b
c
Rendere più disciplinate,
sicure, regolari e
responsabili la migrazione
e la mobilità delle persone,
anche con l’attuazione di
politiche migratorie
pianificate e ben gestite
Attuare il principio del
trattamento speciale e
differente riservato ai paesi
in via di sviluppo, in
particolare ai meno
sviluppati, in conformità
agli accordi
dell’Organizzazione
Mondiale del Commercio
Incoraggiare l’aiuto pubblico allo sviluppo e i flussi
finanziari, compresi gli investimenti diretti esteri, per gli
stati più bisognosi, in particolar modo i paesi meno
sviluppati, i paesi africani, i piccoli stati insulari in via di
sviluppo e i paesi in via di sviluppo senza sbocco al
mare, in conformità ai loro piani e programmi nazionali
Entro il 2030, ridurre a
meno del 3% i costi di
transazione delle
rimesse dei migranti ed
eliminare i corridoi di
rimesse con costi oltre il
5%
8. Inclusione Sociale
Il concetto di inclusione sociale,
comprende l’accesso di tutti i cittadini
alle risorse di base, ai servizi sociali, al
mercato del lavoro e ai diritti
necessari, per partecipare pienamente
alla vita economica, sociale e
culturale, e per godere di un tenore di
vita e di un benessere considerati
normali nella società in cui vivono.
I motivi che possono portare
all’esclusione sociale sono diversi:
● Povertà;
● Disabilità;
● Discriminazione infantile;
● Migrazione.
9. 1. Povertà
A livello globale si registra una diseguale distribuzione della ricchezza tra i
diversi Paesi.
I risultati economici per abitante, riferiti alla ricchezza media della popolazione,
segnalano un evidente squilibrio tra le aree euro-nordamericana e il resto del
mondo, in particolare l’Africa Sub-sahariana e l’Asia centrale.
NEL MONDO
● Il 24 per cento dell’intera popolazione europea è a rischio povertà o esclusione
sociale. Tra le categorie a rischio, rientrano il 27 per cento dei bambini, il 20 per
cento circa degli over 65 e il 9 per cento delle persone che hanno un lavoro.
● Il 10 per cento della popolazione europea vive in situazioni familiari dove nessuno
ha un lavoro.
● In Europa, 12 milioni di donne in più rispetto agli uomini vivono in condizione di
povertà.
IN EUROPA
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1. Povertà
IN ITALIA
● In Italia 1 persona su 4 è a rischio povertà.
● Oltre 5 milioni di persone vivono in uno stato
di povertà assoluta
● Nel nostro Paese il 5% più ricco della
popolazione possiede quanto il 90% più
povero.
● Nel 2017 il 12,1% dei minori ha vissuto in
povertà assoluta.
12. 2. Disabilità
Al livello globale, circa il 15% della popolazione vive con qualche forma di disabilità.
Almeno un quinto di essi, circa 110-190 milioni di persone, è costretto ad affrontare
difficoltà molto significative. I paesi a reddito più basso (Africa Sub-sahariana e Asia
centrale) hanno una presenza maggiore di cittadini disabili rispetto ai paesi con più
risorse economiche, infatti queste malattie colpiscono maggiormente persone in
condizioni di povertà.
Purtroppo non ci sono stati progressi nel tempo infatti le percentuali di disabilità
stanno aumentando a causa dell’invecchiamento della popolazione e dell’aumento
globale delle malattie croniche.
NEL MONDO
13. 2. Disabilità
Per quanto riguarda la questione in Italia si
stima che le persone con gravi limitazioni
siano 3 milioni e 119 mila.
La maggior incidenza di limitazioni si rileva
tra le donne 6,1%, uomini con 4,4%.
Tra coloro che hanno meno di 65 anni e
limitazioni gravi, il 25,8% vive con uno o
entrambi i genitori, circa il 64% vive in
coppia con o senza figli, mentre il 13,8%
vive da solo.
Chi ha età compresa tra 14 e 64 anni non
può contare sull’aiuto di parenti; il 36% non
può contare sull’aiuto degli amici e il 43%
sull’aiuto di persone che abitano vicino.
Delle quasi 157 mila persone con
limitazioni gravi che vivono sole, poco più di
46mila non possono contare su alcun aiuto
IN ITALIA
• Le percentuali di lavoro sono più basse per uomini
(53%) e donne disabili (20%), rispetto ai
normodotati.
• Tra le persone con limitazioni gravi, solo il 21,7% di
coloro che hanno più di 25 anni di età ha conseguito
almeno il diploma di scuola superiore. Nel resto
della popolazione, questa quota è ben più del
doppio: 56,2%.
• Nel mondo del lavoro vi accedono solo pochissime
persone con limitazioni gravi, appena l’11,1%,
mentre il tasso di occupazione nell’insieme della
popolazione è 55,2%.
• Le attività sociali, come partecipare a riunioni di
associazioni, organizzazioni sindacali, associazioni
professionali/di categoria, o di partiti politici o altre
iniziative sociali fra le persone con limitazioni gravi
è appena il 18,1%.
15. 3. Discriminazione infantile
Promuovere l’aiuto pubblico allo sviluppo, compresi gli investimenti agli Stati dove il bisogno
è maggiore. Le forme di discriminazione economica impediscono l’accesso a una serie di
benefici e servizi, impedendo la crescita personale e sociale degli individui.
Iniziative proposte dall'ONU:
- Coalizione Internazionale di Equal PAY (EPIC)
- Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP)
16. I territori interessati sono in particolar modo i paesi meno sviluppati,
dove la situazione è più grave in quanto la fascia più povera è priva di
mezzi di sussistenza e patisce la fame (paesi africani, piccoli stati
insulari e paesi senza sbocco al mare).
3. Discriminazione infantile
NEL MONDO
L'OMS, l'UNICEF e l'UNDP in Messico sostengono gli sforzi per garantire la piena
inclusione dei bambini con disabilità, che rappresentano circa l'1% della popolazione
nazionale. Qui l'obiettivo è conseguito per rafforzare le politiche pubbliche sulla prima
infanzia per consentire ai bambini con disabilità di raggiungere il loro pieno potenziale ed
esercitare pienamente i loro diritti.
17. 3. Discriminazione infantile
IN ITALIA
Tra queste forme di emarginazione sociale rientra a pieno titolo il bullismo,
un fenomeno che in base ai dati ISTAT ha una diffusione preoccupante nel
nostro Paese, anche nella sua versione digitale, il cyberbullismo. A
testimonianza di ciò ci sono i dati dell’Osservatorio in Difesa, i quali
disegnano un quadro poco confortante sulla diffusione e gravità di questo
fenomeno. Lo scorso anno più del 50% dei ragazzi tra gli 11 e 17 anni sono
stati vittime di attacchi, nell'ambito digitale le più colpite sono le ragazze.
Si tratta di una forma di discriminazione a tutti gli effetti. La prospettiva
viene costruita attorno all’ipotesi di un nuovo paradigma: il PEL (Prodotto
Etico Lordo) cui è associata l’educazione alla sobrietà. In questa logica, la
Global Education diviene approccio pedagogico per promuovere l’educazione
alla cittadinanza globale per una vita degna e una dignità educativa.
18. 4. Migrazione
Le persone che hanno lasciato il proprio paese per vivere altrove sono oggi circa 272
milioni. Nel 1960 erano poco più di un terzo, 93 milioni. L’aumento è in linea con la
popolazione globale passata da 3 a 7,69 miliardi nel periodo 1960-2019. La quota è
rimasta costante nel tempo intorno al 3% ma potrebbe crescere.
La mobilità internazionale e la migrazione stanno creando tensioni nei vari paesi ma,
nel tempo, esse rappresentano un motore di avanzamento, perché pensate per
raggiungere obiettivi di miglioramento e sostenibilità. La migrazione rappresenta un
fattore di sviluppo per gli stessi emigrati, per i paesi in cui si sono inseriti e per i paesi,
le famiglie e le comunità di origine.
19. 4. Migrazione
Vi sono alcuni profili degli obiettivi che riguardano la dignità di ogni persona e lo sviluppo
inclusivo.
Obiettivi: 1) sconfiggere la povertà, 2) porre fine alla fame, 3) assicurare salute e benessere,
4) fornire un’educazione di qualità, 5) raggiungere l’uguaglianza di genere, 6) garantire acqua
pulita e strutture igienico sanitarie, 7) assicurare energia pulita e accessibile, 8) incentivare
crescita economica inclusiva e lavoro dignitoso, 10) ridurre le disuguaglianze, 11) garantire
alloggi e quartieri adeguati, 12) promuovere lo stato di diritto.
Tante sono le potenzialità della migrazione di ridurre le povertà e contribuire allo sviluppo e al
benessere, ma esse richiedono politiche pubbliche che ne favoriscano l’effettivo esercizio
attraverso una migrazione ordinata, sicura e regolare.
20. 4. Migrazione
Non sempre la migrazione riesce ad esprimere le potenzialità di sviluppo e benessere che le sono proprie.
Le cause sono molteplici..
● Causa delle norme che riducono e spesso impediscono le possibilità di una migrazione sicura,
ordinata e regolare e quindi di una proficua integrazione; l’incapacità o non volontà di governare i flussi
migratori e trarne i relativi benefici.
● Le cattive condizioni nei paesi di accoglienza: corruzione, criminalizzazione di minoranze vulnerabili,
limitazioni all’accesso al welfare, barriere amministrative, manifestazioni xenofobe; diminuita
collaborazione dei governi nazionali con le organizzazioni della società civile e le amministrazioni
locali.
● Il lavoro nero, lo sfruttamento e i bassi salari per molti lavoratori immigrati, costretti a subire ricatti
● Le crisi ambientali, con spostamenti e forzate migrazioni di massa che possono provocare violenze e
conflitti,
● Il land-grabbing, l’accaparramento speculativo delle terre da parte di investitori privati e istituzionali,
l’economia di rapina e il commercio sleale che creano condizioni di insicurezza umana ed espulsione
che forzano l’emigrazione.
● Le condizioni di lavoro, quello agricolo in particolare, dettate dal clima, dalla povertà, dai vincoli
sociali e culturali.
21. Powerpoint creato da Lacanale
Introduzione fatta e ripetuta da Lacanale
Ricerca sulla povertà fatta e ripetuta da Catoni
Ricerca sulla disabilità fatta e ripetuta da De Sanctis
Ricerca sulla discriminazione infantile fatta e ripetuta da Matera
Ricerca sulla migrazione fatta e ripetuta da Innaro
GESTIONE DEL LAVORO: