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GENITORIALITÀ IN ADOLESCENZA




                                           Tesina di:
                                  Valentina Cutinelli Rendina
                                      Marianna Del Muto
                                     Valerio La Verghetta
                                       Myriam Lo Presti
                                          Laura Pullo
                                       Michela Rossetti



CDL L-24: Scienze e tecniche psicologiche di valutazione clinica nell’infanzia, l’adolescenza e la
                                           famiglia

       Insegnamento: Psicopatologia dello sviluppo con 4 CFU di laboratorio (10 CFU)

                                Docente: Anna Maria Speranza




                                                                         Data 09/01/2012
Indice

Genitorialità in adolescenza………………………………………………….........pag.3
Epidemiologia e contesto sociale………………………………………………...pag.
Proposta d’intervento………………………………………………………………...pag.
Confronto tra la PDI e le osservazioni dirette………………………………pag.
Bibliografia………………………………………………………………………………..pag.


Appendice

   Trascritto PDI
   Osservazione n°1
   Osservazione n°2




                                                                 2
La genitorialità in adolescenza

Il fenomeno della genitorialità in adolescenza è stato molto studiato nella letteratura
scientifica, ed è stato affrontato da diverse prospettive al fine di capirne non solo le
conseguenze, ma anche i significati che esso sottende. La genitorialità di per sé è un fenomeno
molto complesso, che produce tutta una serie di effetti e trasformazioni nei neo-genitori ancor
prima della nascita del bambino (James P. McHale, 2010).Da questa considerazione possiamo
immaginare che quando la complessit{ della genitorialit{ s’intreccia con la complessità
dell’adolescenza, il quadro complessivo risultante sia quanto mai articolato e sfaccettato.
L’adolescenza è considerata come una fase del ciclo di vita in cui il giovane deve costruire una
nuova immagine di sé e una nuova identit{, attraverso l’elaborazione del lutto nei confronti
del corpo infantile e attraverso la rinuncia agli oggetti d’amore originari, i genitori, per
passare a nuovi oggetti libidici eterosessuali (G. Signorelli e A.F. Zampino, 2008).Come
evidenziato da Blos (1962, 1979), sviluppando i concetti di M. Mahler sullo sviluppo del
rapporto madre-bambino, l’adolescenza comporta un secondo processo di separazione e
individuazione, in cui il compito principale dell’adolescente è di distaccarsi dagli oggetti
internalizzati (i legami con i genitori) per amare oggetti esterni ed extra-familiari.
Questa fase di transizione dall’infanzia all’et{ adulta non è mai semplice, ma nemmeno
necessariamente patologica, né per l’adolescente né per i suoi genitori, che non sanno più chi
hanno davanti. Caratteristiche dell’adolescente sono l’ambivalenza e l’acting-out. Per
ambivalenza intendiamo quella caratteristica tipica dello status adolescenziale necessaria per
raggiungere l’autonomia individuale; essa si manifesta come un’alternanza tra uno sprezzante
spirito d’indipendenza e un atteggiamento regressivo verso la dipendenza infantile (M.
Andolfi, 2010). L’acting-out è un meccanismo di difesa che si manifesta nella tendenza ad
agire senza riflettere o senza apparente considerazione per le conseguenze negative
dell’azione (V. Lingiardi, 2007). Gli agiti dell’adolescente possono essere causati da conflitti,
ma possono anche essere l’espressione della necessit{ di un cambiamento (G. Signorelli e A.F.
Zampino, 2008). La gravidanza in questo senso può essere l’esito di un agito. Come sostiene A.
Maltese, la prematurità dei rapporti sessuali tra gli adolescenti rappresenta una fuga
nell’agire, volta a evacuare i fantasmi inaccettabili mobilitati dalla pubertà; questi rapporti
testimonierebbero la difficoltà della mente adolescente a coniugare corpo infantile e corpo
pubere e a rappresentarsi nella nuova immagine genitale (ivi). Se da un lato la gravidanza può
rispondere al desiderio tipicamente adolescenziale di dimostrare che il proprio corpo è in
grado di funzionare come quello materno, allo stesso tempo può rappresentare un modo di
sfuggire alle complesse dinamiche di separazione e d’individuazione nei confronti di dei
propri genitori, ma più specificatamente nei confronti della loro madre(R. Tambelli, in
Ammaniti, 2010).
L’intrecciarsi delle complesse dinamiche della gravidanza con i cambiamenti tipici dell’et{
adolescenziale rende particolarmente difficile la costruzione dell’identit{ materna, che va a
sovrapporsi a quell’immagine di sé come donna anziché essere la naturale continuazione (ivi).
Alcune linee di pensiero, come la prospettiva transazionale, considerano la gravidanza in
adolescenza un fattore di rischio per lo sviluppo sano del bambino. Essa però non è solo un
fattore di rischio in sé ma anche l’esito di altri fattori di rischio, come fattori di rischio sociali,
ambientali, familiari o culturali. Le ricerche sulla genitorialità in adolescenza indicano una
significativa presenza di traiettorie negative nelle interazioni precoci tra madri e bambini. Le
madri adolescenti sono molto più frequentemente soggette a sintomi depressivi, abuso di
sostanze ed episodi di maltrattamento nei confronti dei figli rispetto alle madri adulte
(Fergusson, Woodward, 1999). Inoltre i figli di madri adolescenti mostrano un maggior
numero di deficit cognitivi e socio-emotivi nel corso dello sviluppo (Spieker, Larson, Lewiset
al., 1999). Questo perché le madri adolescenti stabilirebbero relazioni genitoriali più povere,

                                                                                                     3
caratterizzate da una estrema limitazione delle comunicazioni verbali, da tendenze punitive e
da una frequente svalutazione delle competenze cognitive e comunicative del bambino. Le
madri adolescenti esprimono un maggior numero di emozioni di segno negativo e i loro
bambini, all’interno di situazioni che producono disagio, piangono di meno e mostrano una
minore quantità di rabbia (R. Tambelli, in Ammaniti, 2010). Ci sono studi che dimostrano che
in alcuni casi la maternità in adolescenza può portare a esiti negativi, come il rischio di nascite
pretermine, basso peso alla nascita, e ad alta mortalità legate alla gravidanza e parto(Maria de
Fátima Rato Padin, Rebeca de Souza e Silva, Elisa Chalem, Sandro SendinMitsuhiro, et al.,
2009).
La letteratura ci dice che le giovani donne che diventano madri durante l’adolescenza in
genere hanno meno successo rispetto alle madri più grandi nel raggiungimento di una buona
educazione per i loro figli, in genere vivono in condizioni di maggior disagio economico, e
hanno la più alta probabilità di essere genitori single (M. AnnEasterbrooks, Jana H. Chaudhuri,
SteinunnGestsdottir, 2005).
Per queste giovani donne, la famiglia d’origine, in particolar modo la madre (nonna), assume
un ruolo importante in quanto può agire come fattore protettivo, e quindi di sostegno alla
madre adolescente, ma può anche essere un fattore di rischio, specie in quei casi in cui la
nonna tende a sostituirsi alla madre nel ruolo di caregiver primario del bambino.
Lo studio condotto daM. AnnEasterbrooks, Jana H.Chaudhuri, eSteinunnGestsdottir (2005) ha
indagato il costrutto della “Disponibilit{ Emotiva” (EA, EmtionalAvailability di Emde, 1980)
utilizzando la relativa scala “EmtionalAvailability Scale” (EAS), in un campione di 80 coppie di
madri adolescenti e i loro bambini, per comprendere le variazioni nella genitorialità degli
adolescenti. Tale costrutto è di tipo relazionale e riflette gli scambi di adattamento che
regolano le comunicazioni emozionali tra neonati e caregiver. Può essere meglio definito
come la misura in cui gli individui, all’interno delle interazioni in corso, sono aperte ai segnali
emozionali, alle motivazioni, agli obiettivi del loro partner, la loro reattività e il carattere dei
loro cambiamenti affettivi. Sono stati così individuati 4distinti pattern di Disponibilità
Emotiva madre-bambino:
        Diadi ad alto funzionamento, che mostrano un’elevata Disponibilità Emotiva sia la
        madre sia il neonato;
        Diadi a basso funzionamento, che mostrano una bassa Disponibilità Emotiva sia la
        madre siail neonato;
        Diade di medio funzionamento;
        Pattern bambino disimpegnato /genitore medio.
Il pattern bambino disimpegnato /genitore medio è quello più interessante perché, mentre
queste madri hanno mostrato livelli più alti di qualità genitoriale, i loro neonati hanno
manifestato la più bassa connessione alle madri. Questo dato può riflettere il fatto che solo in
questo patternerano presenti madri che non erano i caregiver primari dei loro bambini. Le
nonne materne erano molto coinvolte nel fornire cure ai loro nipoti. Quando le nonne
assumono il ruolo di caregiver primario, i pattern di relazione tra madre, nonna e neonato
possono cambiare. Le madri in questo gruppo sembravano essere focalizzate sul loro sviluppo
in misura maggiore rispetto ad altre madri. Quando il focus della madre è diretto al suo
sviluppo personale, la relazione madre-bambino può risentirne fortemente e questo avrà un
costo sulla relazione a lungo termine tra madre e bambino. Dunque, nell’analizzare i differenti
casi è importante andare a considerare anche il contesto della famiglia allargata.
Anche gli autoriK. Sellers, Maureen M. Black, Neil W.Boris, Sarah E. Oberlander, e L. Myers
(2011), si sono occupati dell’influenza del rapporto nonna-madre adolescente sul
comportamento genitoriale. Gli autori sono partiti dall’ipotesi cheil rapporto conflittuale
nonna-madre adolescente predica un futuro stile genitoriale con controllo negativo e meno
supportivo nei primi due anni di vita del bambino. Lo studio, longitudinale e multi-metodo, è

                                                                                                  4
stato condotto su 181 madri adolescenti primipare afroamericane residenti nel Maryland. I
risultati di questo studio hanno dimostrato che la qualità del rapporto nonna-madre
adolescente predice sia il livello di controllo negativo sia una genitorialità centrata sul
sostenere lo sviluppo del bambino. Le relazioni nonna-madre con bassi livelli di conflitto
erano correlate a bassi livelli di controllo negativo nella genitorialità delle adolescenti, specie
se la madre mostrava alti livelli d’individualizzazione e la nonna alti livelli di direttività.
Questo studio ha trovato che una nonna più diretta predice un controllo meno negativo da
parte della giovane madre e predice che un’individuazione maggiore porta con più probabilit{
ad una genitorialità positiva nel corso dei primi due anni di vita del bambino.
La letteratura sulla genitorialità in adolescenza si è concentrata prevalentemente sul ruolo
materno, come fattore che maggiormente influisce sullo sviluppo del bambino, trascurando
spesso il ruolo paterno, ma anche l’importanza di considerare entrambi i partner
contemporaneamente in quanto co-genitori. In uno studio condotto da P. Florsheim e A. Smith
(2005) in cui si esaminava il comportamento della coppia genitoriale adolescente verso il
bambino e lo si confrontava con un precedente studio simile ma con coppie adulte, si è messo
in luce che la qualità del comportamento della madre in attesa verso il suo partner prediceva
il comportamento paterno al follow-up. In altre parole, i padri sembravano trattare i loro figli
in un modo che riflette come loro sono stati trattati dalle proprie partner. Inoltre auna analisi
più dettagliata si è evidenziato che un clima interpersonale ostile tra i partner è probabile che
si riversi sul rapporto genitore-figlio.
[inserire articolo Myriam sul padre]

Epidemiologia e contesto sociale

La genitorialità in adolescenza è un fenomeno sociale presente in quasi tutte le società e il
livello di distribuzione epidemiologica varia da paese a paese con un’incidenza più alta negli
Stati Uniti (7% tra i 10-14 anni, 35% tra i 15-17 anni, 20% tra i 18-19 anni) rispetto
all’Europa. In particolare in Italia il fenomeno si colloca al 4,7% (dati Istat 2005). Questo dato
assume ancora più valore se si considera il sostanziale calo delle nascite totale e andrebbe
valutato insieme alla percentuale delle interruzioni volontarie di gravidanza (R. Tambelli, in
Ammaniti, 2010).
Lo studio condotto da Maria de Fàtima Rato Padin et al. (2009) su 915 ragazze adolescenti
primipare e multipare, ha confermato che la maternità precoce tra i giovani a basso reddito è
un indicatore di una multiparità più probabile (Blankson et al.,1993;. Matsuhashi,Felice,
Shragg, &Hollingsworth, 1989). I livelli di precarietà socio-economiche e educative di gran
partedella popolazione nei paesi in via di sviluppo rendono molto più difficile ottenere
risultati positivi nelle gravidanze e nella maternità in età adolescenziale (BENFAM, 1996).
Anche nei paesi sviluppati, come gli Stati Uniti, c'è un risultato negativo per la maternità
adolescenziale nei casi in cui vi sono bassi livelli d’istruzione e di reddito. Inoltre, nelle classi
sociali più basse, lo stato di maternità è spesso correlato ad una più prominente posizione
sociale. In altre parole, c'è un cambiamento nello status sociale delle donne giovani: passano
dall'essere viste come adolescenti fino a raggiungere un'identificazione sociale come madri.
[inserire articoli Valerio]




                                                                                                   5
Proposta d’intervento
[inserire articolo Marianna sull’intervento]
[inserire articolo Valentina sull’efficacia degli interventi]

Confronto tra la PDI e le osservazioni dirette




Bibliografia
BENFAM. (1996).   The National Researchaboutdemography and health. Family Welfare Civil Society
 in Brazil.
BLANKSON, M. L., CLIVER, S. P., GOLDENBERG, R. L., HICKEY, C. A., JIN, J., & DUBARD, M. B.(1993).
 “Healthbehavior andoutcomes in sequentialpregnancies of black and whiteadolescents”,
 In:Journal of the American MedicalAssociation, Vol.269, pp. 1401-1403.
EASTERBROOKS M. ANN, CHAUDHURI JANA H., STEINUNN GESTSDOTTIR (2005) “Patterns of
 emotionalavailabilityamongyoungmothers and theirinfants: a dyadic, contextualanalysis”, In:
 InfantMentalHealth Journal, Vol.26(4), pp. 309-326
FERGUSSON,       D.M.,WOODWARD,      L.J.  (1999),   “Maternalage     and     educational    and
 psychosocialoutcomes in earlyadulthood”, In: Journal of Child Psychology and Psychiatry,
 Vol.43, pp. 479-489
FLORSHEIM       P.,   SMITH   A.,     (2005)   “Expectantadolescentcouples’     relations    and
 subsequentparentingbehavior”, In:InfantMentalHealth Journal, Vol.26(6), pp. 533-548
LAUFER M., LAUFER ME., (1986), Adolescenza e Breakdown evolutivo, Boringhieri Torino
LINGIARDI V., (2007) La personalità e i suoi disturbi. Lezioni di psicopatologia dinamica, Il
 Saggiatore
MARIA DE FÀTIMA RATO PADIN, REBECA DE SOUZA E SILVA,ELISA CHALEM, SANDRO SENDIN
 MITSUHIRO, MARINA MORAES BARROS, RUTH GUINSBURG, RONALDO LARANJEIRA, (2009) “Brief
 report: A socio-demographicprofile of multiparousteenagemothers”,In: Journal of
 Adolescence,Vol.32(3), pp. 715-721
MCHALE JAMES P., (2010) La sfida della cogenitorialità, Raffaello Cortina Editore
SELLERS K., BLACK MAUREEN M., BORIS NEIL W., OBERLANDER SARAH E., MYERS L., (2011),
 “Adolescentmothers’ relationship with theriownmothers: impact on parentingoutcomes”, In:
 Journal of Family Psychology, Vol.25, No. 1, pp. 117-126
SIGNORELLI G., ZAMPINO A.F., (2008) “Riflessioni su un caso di gravidanza in adolescenza”, In: La
 Rivista di Servizio Sociale. Studi di scienze sociali applicate e di pianificazione sociale, 2/08 n.s.
SPIEKER S.J., LARSON N.C., LEWIS M.S., KELLER T.E., GILCHRIST L., (1999) “Development trajectories
 of disruptive behavior problema in preschoolchildren of adolescentmothers”, In: Child
 Development, Vol.70(2), pp. 443-458


                                                                                                     6
TAMBELLI R.,  (2010) Dinamiche e competenze genitoriali nello sviluppo tipico e a rischio. In
 Ammaniti (a cura di) Psicopatologia dello sviluppo. Modelli teorici e percorsi a rischio, Raffaello
 Cortina, Milano




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Genitorialità in adolescenza

  • 1. GENITORIALITÀ IN ADOLESCENZA Tesina di: Valentina Cutinelli Rendina Marianna Del Muto Valerio La Verghetta Myriam Lo Presti Laura Pullo Michela Rossetti CDL L-24: Scienze e tecniche psicologiche di valutazione clinica nell’infanzia, l’adolescenza e la famiglia Insegnamento: Psicopatologia dello sviluppo con 4 CFU di laboratorio (10 CFU) Docente: Anna Maria Speranza Data 09/01/2012
  • 2. Indice Genitorialità in adolescenza………………………………………………….........pag.3 Epidemiologia e contesto sociale………………………………………………...pag. Proposta d’intervento………………………………………………………………...pag. Confronto tra la PDI e le osservazioni dirette………………………………pag. Bibliografia………………………………………………………………………………..pag. Appendice Trascritto PDI Osservazione n°1 Osservazione n°2 2
  • 3. La genitorialità in adolescenza Il fenomeno della genitorialità in adolescenza è stato molto studiato nella letteratura scientifica, ed è stato affrontato da diverse prospettive al fine di capirne non solo le conseguenze, ma anche i significati che esso sottende. La genitorialità di per sé è un fenomeno molto complesso, che produce tutta una serie di effetti e trasformazioni nei neo-genitori ancor prima della nascita del bambino (James P. McHale, 2010).Da questa considerazione possiamo immaginare che quando la complessit{ della genitorialit{ s’intreccia con la complessità dell’adolescenza, il quadro complessivo risultante sia quanto mai articolato e sfaccettato. L’adolescenza è considerata come una fase del ciclo di vita in cui il giovane deve costruire una nuova immagine di sé e una nuova identit{, attraverso l’elaborazione del lutto nei confronti del corpo infantile e attraverso la rinuncia agli oggetti d’amore originari, i genitori, per passare a nuovi oggetti libidici eterosessuali (G. Signorelli e A.F. Zampino, 2008).Come evidenziato da Blos (1962, 1979), sviluppando i concetti di M. Mahler sullo sviluppo del rapporto madre-bambino, l’adolescenza comporta un secondo processo di separazione e individuazione, in cui il compito principale dell’adolescente è di distaccarsi dagli oggetti internalizzati (i legami con i genitori) per amare oggetti esterni ed extra-familiari. Questa fase di transizione dall’infanzia all’et{ adulta non è mai semplice, ma nemmeno necessariamente patologica, né per l’adolescente né per i suoi genitori, che non sanno più chi hanno davanti. Caratteristiche dell’adolescente sono l’ambivalenza e l’acting-out. Per ambivalenza intendiamo quella caratteristica tipica dello status adolescenziale necessaria per raggiungere l’autonomia individuale; essa si manifesta come un’alternanza tra uno sprezzante spirito d’indipendenza e un atteggiamento regressivo verso la dipendenza infantile (M. Andolfi, 2010). L’acting-out è un meccanismo di difesa che si manifesta nella tendenza ad agire senza riflettere o senza apparente considerazione per le conseguenze negative dell’azione (V. Lingiardi, 2007). Gli agiti dell’adolescente possono essere causati da conflitti, ma possono anche essere l’espressione della necessit{ di un cambiamento (G. Signorelli e A.F. Zampino, 2008). La gravidanza in questo senso può essere l’esito di un agito. Come sostiene A. Maltese, la prematurità dei rapporti sessuali tra gli adolescenti rappresenta una fuga nell’agire, volta a evacuare i fantasmi inaccettabili mobilitati dalla pubertà; questi rapporti testimonierebbero la difficoltà della mente adolescente a coniugare corpo infantile e corpo pubere e a rappresentarsi nella nuova immagine genitale (ivi). Se da un lato la gravidanza può rispondere al desiderio tipicamente adolescenziale di dimostrare che il proprio corpo è in grado di funzionare come quello materno, allo stesso tempo può rappresentare un modo di sfuggire alle complesse dinamiche di separazione e d’individuazione nei confronti di dei propri genitori, ma più specificatamente nei confronti della loro madre(R. Tambelli, in Ammaniti, 2010). L’intrecciarsi delle complesse dinamiche della gravidanza con i cambiamenti tipici dell’et{ adolescenziale rende particolarmente difficile la costruzione dell’identit{ materna, che va a sovrapporsi a quell’immagine di sé come donna anziché essere la naturale continuazione (ivi). Alcune linee di pensiero, come la prospettiva transazionale, considerano la gravidanza in adolescenza un fattore di rischio per lo sviluppo sano del bambino. Essa però non è solo un fattore di rischio in sé ma anche l’esito di altri fattori di rischio, come fattori di rischio sociali, ambientali, familiari o culturali. Le ricerche sulla genitorialità in adolescenza indicano una significativa presenza di traiettorie negative nelle interazioni precoci tra madri e bambini. Le madri adolescenti sono molto più frequentemente soggette a sintomi depressivi, abuso di sostanze ed episodi di maltrattamento nei confronti dei figli rispetto alle madri adulte (Fergusson, Woodward, 1999). Inoltre i figli di madri adolescenti mostrano un maggior numero di deficit cognitivi e socio-emotivi nel corso dello sviluppo (Spieker, Larson, Lewiset al., 1999). Questo perché le madri adolescenti stabilirebbero relazioni genitoriali più povere, 3
  • 4. caratterizzate da una estrema limitazione delle comunicazioni verbali, da tendenze punitive e da una frequente svalutazione delle competenze cognitive e comunicative del bambino. Le madri adolescenti esprimono un maggior numero di emozioni di segno negativo e i loro bambini, all’interno di situazioni che producono disagio, piangono di meno e mostrano una minore quantità di rabbia (R. Tambelli, in Ammaniti, 2010). Ci sono studi che dimostrano che in alcuni casi la maternità in adolescenza può portare a esiti negativi, come il rischio di nascite pretermine, basso peso alla nascita, e ad alta mortalità legate alla gravidanza e parto(Maria de Fátima Rato Padin, Rebeca de Souza e Silva, Elisa Chalem, Sandro SendinMitsuhiro, et al., 2009). La letteratura ci dice che le giovani donne che diventano madri durante l’adolescenza in genere hanno meno successo rispetto alle madri più grandi nel raggiungimento di una buona educazione per i loro figli, in genere vivono in condizioni di maggior disagio economico, e hanno la più alta probabilità di essere genitori single (M. AnnEasterbrooks, Jana H. Chaudhuri, SteinunnGestsdottir, 2005). Per queste giovani donne, la famiglia d’origine, in particolar modo la madre (nonna), assume un ruolo importante in quanto può agire come fattore protettivo, e quindi di sostegno alla madre adolescente, ma può anche essere un fattore di rischio, specie in quei casi in cui la nonna tende a sostituirsi alla madre nel ruolo di caregiver primario del bambino. Lo studio condotto daM. AnnEasterbrooks, Jana H.Chaudhuri, eSteinunnGestsdottir (2005) ha indagato il costrutto della “Disponibilit{ Emotiva” (EA, EmtionalAvailability di Emde, 1980) utilizzando la relativa scala “EmtionalAvailability Scale” (EAS), in un campione di 80 coppie di madri adolescenti e i loro bambini, per comprendere le variazioni nella genitorialità degli adolescenti. Tale costrutto è di tipo relazionale e riflette gli scambi di adattamento che regolano le comunicazioni emozionali tra neonati e caregiver. Può essere meglio definito come la misura in cui gli individui, all’interno delle interazioni in corso, sono aperte ai segnali emozionali, alle motivazioni, agli obiettivi del loro partner, la loro reattività e il carattere dei loro cambiamenti affettivi. Sono stati così individuati 4distinti pattern di Disponibilità Emotiva madre-bambino: Diadi ad alto funzionamento, che mostrano un’elevata Disponibilità Emotiva sia la madre sia il neonato; Diadi a basso funzionamento, che mostrano una bassa Disponibilità Emotiva sia la madre siail neonato; Diade di medio funzionamento; Pattern bambino disimpegnato /genitore medio. Il pattern bambino disimpegnato /genitore medio è quello più interessante perché, mentre queste madri hanno mostrato livelli più alti di qualità genitoriale, i loro neonati hanno manifestato la più bassa connessione alle madri. Questo dato può riflettere il fatto che solo in questo patternerano presenti madri che non erano i caregiver primari dei loro bambini. Le nonne materne erano molto coinvolte nel fornire cure ai loro nipoti. Quando le nonne assumono il ruolo di caregiver primario, i pattern di relazione tra madre, nonna e neonato possono cambiare. Le madri in questo gruppo sembravano essere focalizzate sul loro sviluppo in misura maggiore rispetto ad altre madri. Quando il focus della madre è diretto al suo sviluppo personale, la relazione madre-bambino può risentirne fortemente e questo avrà un costo sulla relazione a lungo termine tra madre e bambino. Dunque, nell’analizzare i differenti casi è importante andare a considerare anche il contesto della famiglia allargata. Anche gli autoriK. Sellers, Maureen M. Black, Neil W.Boris, Sarah E. Oberlander, e L. Myers (2011), si sono occupati dell’influenza del rapporto nonna-madre adolescente sul comportamento genitoriale. Gli autori sono partiti dall’ipotesi cheil rapporto conflittuale nonna-madre adolescente predica un futuro stile genitoriale con controllo negativo e meno supportivo nei primi due anni di vita del bambino. Lo studio, longitudinale e multi-metodo, è 4
  • 5. stato condotto su 181 madri adolescenti primipare afroamericane residenti nel Maryland. I risultati di questo studio hanno dimostrato che la qualità del rapporto nonna-madre adolescente predice sia il livello di controllo negativo sia una genitorialità centrata sul sostenere lo sviluppo del bambino. Le relazioni nonna-madre con bassi livelli di conflitto erano correlate a bassi livelli di controllo negativo nella genitorialità delle adolescenti, specie se la madre mostrava alti livelli d’individualizzazione e la nonna alti livelli di direttività. Questo studio ha trovato che una nonna più diretta predice un controllo meno negativo da parte della giovane madre e predice che un’individuazione maggiore porta con più probabilit{ ad una genitorialità positiva nel corso dei primi due anni di vita del bambino. La letteratura sulla genitorialità in adolescenza si è concentrata prevalentemente sul ruolo materno, come fattore che maggiormente influisce sullo sviluppo del bambino, trascurando spesso il ruolo paterno, ma anche l’importanza di considerare entrambi i partner contemporaneamente in quanto co-genitori. In uno studio condotto da P. Florsheim e A. Smith (2005) in cui si esaminava il comportamento della coppia genitoriale adolescente verso il bambino e lo si confrontava con un precedente studio simile ma con coppie adulte, si è messo in luce che la qualità del comportamento della madre in attesa verso il suo partner prediceva il comportamento paterno al follow-up. In altre parole, i padri sembravano trattare i loro figli in un modo che riflette come loro sono stati trattati dalle proprie partner. Inoltre auna analisi più dettagliata si è evidenziato che un clima interpersonale ostile tra i partner è probabile che si riversi sul rapporto genitore-figlio. [inserire articolo Myriam sul padre] Epidemiologia e contesto sociale La genitorialità in adolescenza è un fenomeno sociale presente in quasi tutte le società e il livello di distribuzione epidemiologica varia da paese a paese con un’incidenza più alta negli Stati Uniti (7% tra i 10-14 anni, 35% tra i 15-17 anni, 20% tra i 18-19 anni) rispetto all’Europa. In particolare in Italia il fenomeno si colloca al 4,7% (dati Istat 2005). Questo dato assume ancora più valore se si considera il sostanziale calo delle nascite totale e andrebbe valutato insieme alla percentuale delle interruzioni volontarie di gravidanza (R. Tambelli, in Ammaniti, 2010). Lo studio condotto da Maria de Fàtima Rato Padin et al. (2009) su 915 ragazze adolescenti primipare e multipare, ha confermato che la maternità precoce tra i giovani a basso reddito è un indicatore di una multiparità più probabile (Blankson et al.,1993;. Matsuhashi,Felice, Shragg, &Hollingsworth, 1989). I livelli di precarietà socio-economiche e educative di gran partedella popolazione nei paesi in via di sviluppo rendono molto più difficile ottenere risultati positivi nelle gravidanze e nella maternità in età adolescenziale (BENFAM, 1996). Anche nei paesi sviluppati, come gli Stati Uniti, c'è un risultato negativo per la maternità adolescenziale nei casi in cui vi sono bassi livelli d’istruzione e di reddito. Inoltre, nelle classi sociali più basse, lo stato di maternità è spesso correlato ad una più prominente posizione sociale. In altre parole, c'è un cambiamento nello status sociale delle donne giovani: passano dall'essere viste come adolescenti fino a raggiungere un'identificazione sociale come madri. [inserire articoli Valerio] 5
  • 6. Proposta d’intervento [inserire articolo Marianna sull’intervento] [inserire articolo Valentina sull’efficacia degli interventi] Confronto tra la PDI e le osservazioni dirette Bibliografia BENFAM. (1996). The National Researchaboutdemography and health. Family Welfare Civil Society in Brazil. BLANKSON, M. L., CLIVER, S. P., GOLDENBERG, R. L., HICKEY, C. A., JIN, J., & DUBARD, M. B.(1993). “Healthbehavior andoutcomes in sequentialpregnancies of black and whiteadolescents”, In:Journal of the American MedicalAssociation, Vol.269, pp. 1401-1403. EASTERBROOKS M. ANN, CHAUDHURI JANA H., STEINUNN GESTSDOTTIR (2005) “Patterns of emotionalavailabilityamongyoungmothers and theirinfants: a dyadic, contextualanalysis”, In: InfantMentalHealth Journal, Vol.26(4), pp. 309-326 FERGUSSON, D.M.,WOODWARD, L.J. (1999), “Maternalage and educational and psychosocialoutcomes in earlyadulthood”, In: Journal of Child Psychology and Psychiatry, Vol.43, pp. 479-489 FLORSHEIM P., SMITH A., (2005) “Expectantadolescentcouples’ relations and subsequentparentingbehavior”, In:InfantMentalHealth Journal, Vol.26(6), pp. 533-548 LAUFER M., LAUFER ME., (1986), Adolescenza e Breakdown evolutivo, Boringhieri Torino LINGIARDI V., (2007) La personalità e i suoi disturbi. Lezioni di psicopatologia dinamica, Il Saggiatore MARIA DE FÀTIMA RATO PADIN, REBECA DE SOUZA E SILVA,ELISA CHALEM, SANDRO SENDIN MITSUHIRO, MARINA MORAES BARROS, RUTH GUINSBURG, RONALDO LARANJEIRA, (2009) “Brief report: A socio-demographicprofile of multiparousteenagemothers”,In: Journal of Adolescence,Vol.32(3), pp. 715-721 MCHALE JAMES P., (2010) La sfida della cogenitorialità, Raffaello Cortina Editore SELLERS K., BLACK MAUREEN M., BORIS NEIL W., OBERLANDER SARAH E., MYERS L., (2011), “Adolescentmothers’ relationship with theriownmothers: impact on parentingoutcomes”, In: Journal of Family Psychology, Vol.25, No. 1, pp. 117-126 SIGNORELLI G., ZAMPINO A.F., (2008) “Riflessioni su un caso di gravidanza in adolescenza”, In: La Rivista di Servizio Sociale. Studi di scienze sociali applicate e di pianificazione sociale, 2/08 n.s. SPIEKER S.J., LARSON N.C., LEWIS M.S., KELLER T.E., GILCHRIST L., (1999) “Development trajectories of disruptive behavior problema in preschoolchildren of adolescentmothers”, In: Child Development, Vol.70(2), pp. 443-458 6
  • 7. TAMBELLI R., (2010) Dinamiche e competenze genitoriali nello sviluppo tipico e a rischio. In Ammaniti (a cura di) Psicopatologia dello sviluppo. Modelli teorici e percorsi a rischio, Raffaello Cortina, Milano 7