This short Note presents EU Funds particularly useful for town councils and other local authorities.
There is a strong focus on European Structural and Investment Funds, but also on Programmes such as Europe for Citizenship, LIFE, Asylum, Integration and Migration Fund and the other “direct” funds particularly important for designing innovative local policies.
Furthermore, it deals with new instruments aimed at financing public services, especially Social Impact Bonds, civic crowdfunding and fundraising for the provision of public goods and social services.
Master "Riforme della PA e nuovi modelli di funding per le politiche pubbliche"Antonio Bonetti
All Italian Public Administrations (PAs), irrespective of their size, face increasing financial constraints. Furthermore, ongoing institutional and administrative reforms bring about both the set up of new functions and new public expenditure. That is the case in particular for Local Authorities.
Accordingly, this short master presents those financial instruments of the EU that could allow Local Authorities to keep financing local services, while coping with increasing fiscal constraints.
In addition, this master provides participants with an up-to-date presentation of;
1. main features and advantages of public-private partnerships (in particular project finance initiatives aimed at improving public infrastructures), and
2. issues and opportunities raised by new funding models for public policies, such as fundraising for PAs, crowdfunding and pay-for-success models (Social Impact Bonds and Saving Costs Bonds).
Arsial promozione e viluppo del terrritorio - presentazione_finanziare le pmi...Armando Panvini
Per il Comune di Serrone ho presentato un progetto, ammesso al finanziamento, per lo sviluppo e la promozione del territorio del vino Cesanese: story telling e business-plan. nella presentazione indichiamo le fasi di realizzazione del progetto, che ha comportato una serie di eventi dedicati al territorio.
ESIF: la nuova sigla unitaria dei fondi strutturali europeiParma Couture
La pubblicazione in oggetto, a cura di Agevofacile, approfondisce il tema cruciale dei nuovi finanziamenti europei per lo sviluppo regionale e la coesione. Le informazioni sono aggiornate al giorno 8 Maggio 2014, quando la Commissione Europea ha da pochi giorni (in data 5 Maggio) approvato il primo Accordo di Partenariato per l'utilizzo dei fondi strutturali e di investimento (ESIF) per il periodo 2014-2020: quello della Danimarca.
La principale novità del nuovo periodo di programmazione è rappresentata dall'approccio unitario fra i diversi settori di attività. Un corpus unico di regole disciplina, infatti, i 5 "fondi strutturali e di investimento" (in Inglese, European Structural and Investment Funds - ESIF) dell'UE:
Fondo europeo di sviluppo regionale - FESR
Fondo sociale europeo - FSE
Fondo di coesione - FC
Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale - FEASR
Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca - FEAMP
Indice della pubblicazione:
1. Lo sviluppo è uno: nuova sinergia fra i fondi strutturali
2. Regolamenti riguardanti i fondi strutturali e di investimento europei
3. Accordi di Partenariato
4. Programmi Operativi
5. Aggiornamento 8 Maggio 2014
6. Codice di condotta europeo per il partenariato
7. I Fondi ESIF nel dettaglio:
7.1. Fondo Europeo di Sviluppo Regionale
7.2. Fondo Sociale Europeo
7.3. Fondo di Coesione
7.4. Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale
7.5. Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca
Arsial - Promozione e sviluppo del territorio di Piglio e finanziare le PMI l...Armando Panvini
Ho presentato un progetto, ammesso al finanziamento, per lo sviluppo e la promozione del territorio del vino Cesanese per conto del Comune di Piglio (FR), realizzando lo story telling e business-plan. nella presentazione indichiamo le fasi di realizzazione del progetto, che ha comportato una serie di eventi dedicati al territorio.
Master "Riforme della PA e nuovi modelli di funding per le politiche pubbliche"Antonio Bonetti
All Italian Public Administrations (PAs), irrespective of their size, face increasing financial constraints. Furthermore, ongoing institutional and administrative reforms bring about both the set up of new functions and new public expenditure. That is the case in particular for Local Authorities.
Accordingly, this short master presents those financial instruments of the EU that could allow Local Authorities to keep financing local services, while coping with increasing fiscal constraints.
In addition, this master provides participants with an up-to-date presentation of;
1. main features and advantages of public-private partnerships (in particular project finance initiatives aimed at improving public infrastructures), and
2. issues and opportunities raised by new funding models for public policies, such as fundraising for PAs, crowdfunding and pay-for-success models (Social Impact Bonds and Saving Costs Bonds).
Arsial promozione e viluppo del terrritorio - presentazione_finanziare le pmi...Armando Panvini
Per il Comune di Serrone ho presentato un progetto, ammesso al finanziamento, per lo sviluppo e la promozione del territorio del vino Cesanese: story telling e business-plan. nella presentazione indichiamo le fasi di realizzazione del progetto, che ha comportato una serie di eventi dedicati al territorio.
ESIF: la nuova sigla unitaria dei fondi strutturali europeiParma Couture
La pubblicazione in oggetto, a cura di Agevofacile, approfondisce il tema cruciale dei nuovi finanziamenti europei per lo sviluppo regionale e la coesione. Le informazioni sono aggiornate al giorno 8 Maggio 2014, quando la Commissione Europea ha da pochi giorni (in data 5 Maggio) approvato il primo Accordo di Partenariato per l'utilizzo dei fondi strutturali e di investimento (ESIF) per il periodo 2014-2020: quello della Danimarca.
La principale novità del nuovo periodo di programmazione è rappresentata dall'approccio unitario fra i diversi settori di attività. Un corpus unico di regole disciplina, infatti, i 5 "fondi strutturali e di investimento" (in Inglese, European Structural and Investment Funds - ESIF) dell'UE:
Fondo europeo di sviluppo regionale - FESR
Fondo sociale europeo - FSE
Fondo di coesione - FC
Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale - FEASR
Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca - FEAMP
Indice della pubblicazione:
1. Lo sviluppo è uno: nuova sinergia fra i fondi strutturali
2. Regolamenti riguardanti i fondi strutturali e di investimento europei
3. Accordi di Partenariato
4. Programmi Operativi
5. Aggiornamento 8 Maggio 2014
6. Codice di condotta europeo per il partenariato
7. I Fondi ESIF nel dettaglio:
7.1. Fondo Europeo di Sviluppo Regionale
7.2. Fondo Sociale Europeo
7.3. Fondo di Coesione
7.4. Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale
7.5. Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca
Arsial - Promozione e sviluppo del territorio di Piglio e finanziare le PMI l...Armando Panvini
Ho presentato un progetto, ammesso al finanziamento, per lo sviluppo e la promozione del territorio del vino Cesanese per conto del Comune di Piglio (FR), realizzando lo story telling e business-plan. nella presentazione indichiamo le fasi di realizzazione del progetto, che ha comportato una serie di eventi dedicati al territorio.
I finanziamenti pubblici, siano essi provinciali, regionali, nazionali o comunitari, rappresentano un'occasione importante per imprese, associazioni, ONG, Università, nonché per gli stessi Enti Locali. Non sempre però si ha la capacità d'intercettare questi fondi e, da un Avviso Pubblico, giungere alla redazione di un progetto concreto.
Ecco dunque il nostro ruolo: rappresentare un meccanismo diaframmatico che informi tali organismi delle opportunità che si presentano, assistendoli nella preparazione dei progetti.
#Consulenza per progettazione, gestione e rendicontazione di #progetti finanziati con #fondi regionali, nazionali e comunitari
I programmi di #finanziamento #europei offrono l’opportunità di abbattere i costi connessi allo #sviluppo di progetti di ricerca e sviluppo, oltre ad offrire la possibilità di venire in contatto con enti ed aziende di eccellenza e di allargare la propria rete di partner strategici ed operativi.
Lo sfruttamento di queste opportunità richiede tuttavia il possesso di competenze tecniche spesso non presenti in aziende o enti (c.d. #europrogettazione). Ne deriva una sostanziale difficoltà nell’accedere a tali strumenti, che porta spesso ad una rinuncia ancor prima di conoscere i reali benefici.
Evento "Cowoshare2" organizzato da Rete Cowo® il 3/10/2015 a Milano dedicato a "I fondi pubblici questi sconosciuti" - Presentazione sui finanziamenti pubblici europei e nazionali a cura di Centro di Iniziativa Europea - Coworking Cowo® Milano/Nino Bixio
Breve presentazione della documentazione di riferimento per la progettazione europea: cosa è un programma comunitario, cosa è il bando (call), il vademecum e le linee guida.
Ho pubblicato "Il Manuale di europrogettazione" - Scrivere, gestire e rendico...GIANLUCA COPPOLA
Lo puoi acquistare in offerta lancio fino al 16 Ottobre su Il mio Libro a questo Link:
http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/manuali-e-corsi/193016/manuale-di-europrogettazione-2/
Se vuoi leggere l’indice ed un estratto vai a questo link:
https://www.dropbox.com/s/sa8ealgcq8v0yxf/Manuale%20Europrogettazione_Estratto.pdf?dl=0
ll manuale, 320 pagine, ha l’obiettivo di promuovere le competenze nel campo dell’europrogettazione sui fondi diretti Europei. Il libro l’ho pensato e scritto per chi si avvicina a questo mondo per la prima volta, con un linguaggio non troppo tecnico e l’uso costante di esempi, tabelle riepilogative, box di rimando. Decine di schemi da utilizzare e costanti riferimenti a link operativi. Ho sintetizzato in questo volume 20 anni di professione nel settore e 6 anni in attività formative sul tema presso importanti committenti a livello nazionale ed Europeo condividendo la mia metodologia per scrivere, gestire e rendicontare in maniera eccellente i progetti approvati che mi ha permesso in questi anni di costruire una carriera di successo basata su un fatto concreto: decine e decine di progetti scritti e vinti.
L’Italia ha da sempre una difficoltà storica nell’aggiudicarsi fondi diretti attraverso la presentazione di progetti vincenti. Le statistiche dimostrano che il nostro Paese nella quantità di progetti vinti e quindi fondi diretti attirati, deve faticare più degli altri per “portare a casa il risultato”.
Tutto questo lo interpreto ancora come una difficoltà di europrogettazione: certi Paesi pur presentando meno progetti (e non necessariamente per idee più innovative delle nostre), hanno tassi di successo più elevati. Ciò significa che sono più bravi di noi semplicemente a “scrivere” il progetto.
Il volume si compone di 4 sezioni:
1. Presentazione delle Istituzioni Europee, il bilancio dell'Unione e i tipi di fondi disponibili;
2. Introduzione alle basi tecniche e metodologiche per ideare, scrivere e presentare progetti europei eccellenti;
3. Una guida alla corretta gestione e implementazione dei progetti europei approvati;
4. Fondamenti per la gestione amministrativa e la rendicontazione finanziaria dei fondi diretti Europei.
Materiale presentato nel ciclo di incontri territoriali di informazione ed orientamento sulla nuova “generazione” 14-20 dei programmi comunitari a gestione diretta. Workshop di Roma, Latina, Frosinone, Rieti, Viterbo.
This Guide presents a strategic map on EU Funds, both those managed by the European Commission and its executive agencies directly and those managed by Member States and regions.
The Guide sets out how each European Programme is anchored in the general framework of EU policies and potential synergies between different EU Funds. Accordingly, there is a sharp focus on synergies between ‘centrally managed’ funds (such as EaSI, COSME, Justice) and European Structural and Investment Funds.
La “matrice di finanziabilità” delle organizzazioni non profitAntonio Bonetti
This Note is set to describe background to and main components of a matrix aimed at presenting key features of a non profit organization that enable it to access EU funds more easily. This matrix is named in Italian “matrice di finanziabilità”.
All non profit organizations, irrespective both of their size and their legal status, should devise such a matrix in order to improve their performance in accessing these funds.
I finanziamenti dell'UE per lo sviluppo ruraleAntonio Bonetti
Since its reform in 1992 (“Mac Sharry’s reform”), the Common Agricultural Policy (CAP) is structured around two pillars:
Pillar I: direct payments and market measures;
Pillar II: rural development measures.
This Note is set to describe rationale and main Measures of the EU rural development policy in the 2014-2020 programming period.
In particular, it focuses on: (i) objectives and main features of regional Rural Development Programmes in Italy, (ii) their coherence with the whole strategic approach of structural policies (co-financed by the European Structural and Investment Funds), clearly rooted in the “Europe 2020” strategy.
Le politiche di coesione: principi di fondo e questioni più dibattuteOpenCoesione
Presentazione di Paola Casavola DPS-UVAL durante il Seminario di formazione SSAI "Conoscere le politiche di coesione per lo sviluppo dei territori" (Roma, 1-5 luglio 2013)
Master "I fondi pubblici per la ricerca scientifica, la salute e l’invecchiam...Antonio Bonetti
This proposal outlines a short master focused on EU Funds aimed at fostering scientific research, health and active ageing.
Accordingly, it proposes an extensive presentation of Horizon 2020, but also of the Initiative ‘Ambient Assisted Living’.
With regard to the Italian context, the course focuses on Thematic Objectives 1 of the European Structural and Investment Funds and National Operational Programme “Research and Innovation”.
La programmazione del POR FSE Lazio 2014-2020: dal progetto “Lazio Idee” alla...Antonio Bonetti
The paper deals with the “participatory” formulation of the new 2014-2020 Regional Operating Programme co-financed from European Social Fund (ESF), adopted by the Region of Lazio.
The author entirely agrees with this “participatory” approach, aimed at formulating the new Programme according to the stakeholders’ proposals.
On the contrary, he argues about the actions co-financed from the ESF in order to uphold the startup of new enterprises. In particular, he puts forward the argument that policy makers should revise tools for and approaches to business creation.
The ESF sustains the start-up of new ventures, by providing potential new entrepreneurs with technical assistance and financial aid.
Potential new entrepreneurs are requested to formulate a business plan.
The paper suggests a revision of the process adopted by policy makers to sustain the start-up of new companies. Consequently, it suggests the adoption of very hands-on approaches, such as the lean-start-up approach and the Business Model Canvas.
Moreover, it makes a case for a wider use of new approaches to management, such as design driven and visual thinking.
I finanziamenti pubblici, siano essi provinciali, regionali, nazionali o comunitari, rappresentano un'occasione importante per imprese, associazioni, ONG, Università, nonché per gli stessi Enti Locali. Non sempre però si ha la capacità d'intercettare questi fondi e, da un Avviso Pubblico, giungere alla redazione di un progetto concreto.
Ecco dunque il nostro ruolo: rappresentare un meccanismo diaframmatico che informi tali organismi delle opportunità che si presentano, assistendoli nella preparazione dei progetti.
#Consulenza per progettazione, gestione e rendicontazione di #progetti finanziati con #fondi regionali, nazionali e comunitari
I programmi di #finanziamento #europei offrono l’opportunità di abbattere i costi connessi allo #sviluppo di progetti di ricerca e sviluppo, oltre ad offrire la possibilità di venire in contatto con enti ed aziende di eccellenza e di allargare la propria rete di partner strategici ed operativi.
Lo sfruttamento di queste opportunità richiede tuttavia il possesso di competenze tecniche spesso non presenti in aziende o enti (c.d. #europrogettazione). Ne deriva una sostanziale difficoltà nell’accedere a tali strumenti, che porta spesso ad una rinuncia ancor prima di conoscere i reali benefici.
Evento "Cowoshare2" organizzato da Rete Cowo® il 3/10/2015 a Milano dedicato a "I fondi pubblici questi sconosciuti" - Presentazione sui finanziamenti pubblici europei e nazionali a cura di Centro di Iniziativa Europea - Coworking Cowo® Milano/Nino Bixio
Breve presentazione della documentazione di riferimento per la progettazione europea: cosa è un programma comunitario, cosa è il bando (call), il vademecum e le linee guida.
Ho pubblicato "Il Manuale di europrogettazione" - Scrivere, gestire e rendico...GIANLUCA COPPOLA
Lo puoi acquistare in offerta lancio fino al 16 Ottobre su Il mio Libro a questo Link:
http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/manuali-e-corsi/193016/manuale-di-europrogettazione-2/
Se vuoi leggere l’indice ed un estratto vai a questo link:
https://www.dropbox.com/s/sa8ealgcq8v0yxf/Manuale%20Europrogettazione_Estratto.pdf?dl=0
ll manuale, 320 pagine, ha l’obiettivo di promuovere le competenze nel campo dell’europrogettazione sui fondi diretti Europei. Il libro l’ho pensato e scritto per chi si avvicina a questo mondo per la prima volta, con un linguaggio non troppo tecnico e l’uso costante di esempi, tabelle riepilogative, box di rimando. Decine di schemi da utilizzare e costanti riferimenti a link operativi. Ho sintetizzato in questo volume 20 anni di professione nel settore e 6 anni in attività formative sul tema presso importanti committenti a livello nazionale ed Europeo condividendo la mia metodologia per scrivere, gestire e rendicontare in maniera eccellente i progetti approvati che mi ha permesso in questi anni di costruire una carriera di successo basata su un fatto concreto: decine e decine di progetti scritti e vinti.
L’Italia ha da sempre una difficoltà storica nell’aggiudicarsi fondi diretti attraverso la presentazione di progetti vincenti. Le statistiche dimostrano che il nostro Paese nella quantità di progetti vinti e quindi fondi diretti attirati, deve faticare più degli altri per “portare a casa il risultato”.
Tutto questo lo interpreto ancora come una difficoltà di europrogettazione: certi Paesi pur presentando meno progetti (e non necessariamente per idee più innovative delle nostre), hanno tassi di successo più elevati. Ciò significa che sono più bravi di noi semplicemente a “scrivere” il progetto.
Il volume si compone di 4 sezioni:
1. Presentazione delle Istituzioni Europee, il bilancio dell'Unione e i tipi di fondi disponibili;
2. Introduzione alle basi tecniche e metodologiche per ideare, scrivere e presentare progetti europei eccellenti;
3. Una guida alla corretta gestione e implementazione dei progetti europei approvati;
4. Fondamenti per la gestione amministrativa e la rendicontazione finanziaria dei fondi diretti Europei.
Materiale presentato nel ciclo di incontri territoriali di informazione ed orientamento sulla nuova “generazione” 14-20 dei programmi comunitari a gestione diretta. Workshop di Roma, Latina, Frosinone, Rieti, Viterbo.
This Guide presents a strategic map on EU Funds, both those managed by the European Commission and its executive agencies directly and those managed by Member States and regions.
The Guide sets out how each European Programme is anchored in the general framework of EU policies and potential synergies between different EU Funds. Accordingly, there is a sharp focus on synergies between ‘centrally managed’ funds (such as EaSI, COSME, Justice) and European Structural and Investment Funds.
La “matrice di finanziabilità” delle organizzazioni non profitAntonio Bonetti
This Note is set to describe background to and main components of a matrix aimed at presenting key features of a non profit organization that enable it to access EU funds more easily. This matrix is named in Italian “matrice di finanziabilità”.
All non profit organizations, irrespective both of their size and their legal status, should devise such a matrix in order to improve their performance in accessing these funds.
I finanziamenti dell'UE per lo sviluppo ruraleAntonio Bonetti
Since its reform in 1992 (“Mac Sharry’s reform”), the Common Agricultural Policy (CAP) is structured around two pillars:
Pillar I: direct payments and market measures;
Pillar II: rural development measures.
This Note is set to describe rationale and main Measures of the EU rural development policy in the 2014-2020 programming period.
In particular, it focuses on: (i) objectives and main features of regional Rural Development Programmes in Italy, (ii) their coherence with the whole strategic approach of structural policies (co-financed by the European Structural and Investment Funds), clearly rooted in the “Europe 2020” strategy.
Le politiche di coesione: principi di fondo e questioni più dibattuteOpenCoesione
Presentazione di Paola Casavola DPS-UVAL durante il Seminario di formazione SSAI "Conoscere le politiche di coesione per lo sviluppo dei territori" (Roma, 1-5 luglio 2013)
Master "I fondi pubblici per la ricerca scientifica, la salute e l’invecchiam...Antonio Bonetti
This proposal outlines a short master focused on EU Funds aimed at fostering scientific research, health and active ageing.
Accordingly, it proposes an extensive presentation of Horizon 2020, but also of the Initiative ‘Ambient Assisted Living’.
With regard to the Italian context, the course focuses on Thematic Objectives 1 of the European Structural and Investment Funds and National Operational Programme “Research and Innovation”.
La programmazione del POR FSE Lazio 2014-2020: dal progetto “Lazio Idee” alla...Antonio Bonetti
The paper deals with the “participatory” formulation of the new 2014-2020 Regional Operating Programme co-financed from European Social Fund (ESF), adopted by the Region of Lazio.
The author entirely agrees with this “participatory” approach, aimed at formulating the new Programme according to the stakeholders’ proposals.
On the contrary, he argues about the actions co-financed from the ESF in order to uphold the startup of new enterprises. In particular, he puts forward the argument that policy makers should revise tools for and approaches to business creation.
The ESF sustains the start-up of new ventures, by providing potential new entrepreneurs with technical assistance and financial aid.
Potential new entrepreneurs are requested to formulate a business plan.
The paper suggests a revision of the process adopted by policy makers to sustain the start-up of new companies. Consequently, it suggests the adoption of very hands-on approaches, such as the lean-start-up approach and the Business Model Canvas.
Moreover, it makes a case for a wider use of new approaches to management, such as design driven and visual thinking.
Sviluppo locale-partecipativo-ta'mterrae-festival-25-ott-2014Antonio Bonetti
This short presentation was discussed at the workshop “Weaknesses and potentials of the Lazio ecosystem at the dawn of the new EU programming period”, held in Terracina, Italy (25th October 2014) within the Terracina Ta’m Terrae Festival. The Festival and the workshop were jointly organised by AGIA Lazio, Ta’mTerrae and Cooperative ELP with the aim of broadening knowledge-sharing about new opportunities for the agricultural sector in the new programming period of EU policies.
Finalità e modello di intervento delle politiche di coesione [riflessioni teo...OpenCoesione
Intervento di OpenCoesione al Corso di Banca d'Italia sulle "Politiche per la coesione territoriale": Finalità e modello di intervento delle politiche di coesione [riflessioni teoriche, istituzionali e di esperienza pratica]
Master "Approccio strategico ai fondi dell’UE e tecniche di europrogettazione"Antonio Bonetti
This proposal is about a short master aimed at presenting the strategic approach to EU funds. Moreover, there is a strong focus on EU subventions, calls for proposals and project design and management.
It equips participants with an up-to-date presentation of:
1. main tools used when formulating the “logical framework” of projects;
2. templates to be used when submitting proposals;
3. analysis of administrative and award criteria aimed at evaluating proposals.
Gli interventi dell’UE per fronteggiare le conseguenze economiche dell’epidem...Antonio Bonetti
The short paper deals with EU measures aimed at tackling socio-economic impact of COVID-19 by harnessing 2014-2020 European Investment and Structural Funds. These measures – gathered together into the so called Coronavirus Response Investment Initiative Plus (CRII +) – could be sub-divided into three clusters: (i) measures that widen scope of support from the ERDF and/or types of interventions; (ii) measures meant to accelerate spending of financial resources; (iii) measures that reduce some administrative requirements.
VINCOLI AD UN PROGRAMMA DI SINISTRA PER LE AMMINISTRATIVEtramerper
L’obiettivo, per la sinistra, per ogni elezione, non dovrebbe essere (solo) quello di vincere le elezioni, ma dovrebbe essere quello di realizzare i cambiamenti che si promettono: e, per realizzarli, ovviamente si deve poter disporre delle risorse economiche necessarie.
Il controllo di interventi di policy e progetti cofinanziati dai Fondi Strutt...Antonio Bonetti
This short Note is about the Earned Value Analysis and its role in monitoring policy actions and projects cofinanced by the Structural Funds.
Earned Value Analysis is an integrated cost/schedule control technique widely used for monitoring infrastructural projects, but it could be used for social policy interventions and grands as well.
Earned Value Analysis could improve not only effectiveness and efficiency of policy actions, but also their accountability
Next Generation EU e i Piani Nazionali di Ripresa e ResilienzaAntonio Bonetti
This powerpoint presentation is aimed at providing some clarity on political and legal foundations of Next Generation EU (NGEU). Furthermore, it presents the structure of national Recovery Plans financed by Recovery and Resilience Facility (main instrument of NGEU
Il PON Governance e capacità istituzionale 2014-2020Antonio Bonetti
All Italian Public Administrations (PAs), irrespective of their size, face increasing financial constraints. Furthermore, ongoing institutional and administrative reforms bring about both the set up of new functions and new public expenditure. That is the case, in particular, for Local Authorities.
This short note presents National Operating Program ‘Governance e capacità istituzionale’, i.e. the main Program co-financed by the ERDF and the ESF aimed at sustaining the paradigm ‘open government’ and PA reforms in Italy.
Master "Fondi europei 2014-2020: focus su social entrepreneurship e social in...Antonio Bonetti
This proposal outlines a short master directed at equipping participants with a remarkable knowledge about those EU funds aimed at fostering social innovation and the development of social entrepreneurship across Europe. There is a strong focus on European Structural and Investment Funds, but also on Programmes such as EaSI, Health 2014-2020 and the “Ambient Assisted Living Initiative.
Master "Fondi europei e nuovi strumenti di funding per la scuola che cambia"Antonio Bonetti
This proposal outlines a short master directed at equipping participants with a remarkable knowledge about the National Operating Programme Education (in Italian, ‘PON Scuola’) and its synergies with “direct” funding of the EU aimed at fostering research, innovation and lifelong learning in Europe.
Approccio LEADER: il bando della Regione Lazio per la selezione dei PSL 2014-...Antonio Bonetti
This short Note presents:
1. objectives and selection criteria of the call launched by the Lazio Region in order to finance new Local Development Plans based on the LEADER approach (under the Measure 19 ‘LEADER’ of the 2014-2020 Rural Development Program);
2. a critical review of some methods established by the call for formulating Local Development Plans,
3. some remarks about the whole call, that seems excessively anchored in a “top down” approach, in contrast with the main features of the LEADER approach (‘place-based’ interventions, involvement of local communities and robust links between local problems and ‘intervention logic’ of the Local Development Plan).
Lo sviluppo locale di tipo partecipativo: l’approccio LEADER, il nuovo strume...Antonio Bonetti
This short Note presents the main instruments aimed at sustaining local development strategies in the 2014-2020 programming period of the European Structural and Investments Funds:
LEADER approach (within rural areas/regional Rural Development Programmes),
the new instrument ‘Community Led Local Development’ (CLLD).
The Note provides an overview of theoretical framework and tools for territorial policies and places marketing, including SWOT analysis, logic models and Porter’s diamond.
In addition, main approaches to formulating development plans (Logical Framework Approach, Results-Based Management and Outcome Mapping) are dealt with.
Interregional cooperation programmes in the framework of 2007-2013 EU Cohesio...Antonio Bonetti
This short presentation, named ‘Interregional cooperation programmes in the framework of 2007-2013 EU Cohesion policy’ was discussed at the seminar ‘The programs of territorial cooperation of the EU and the position of Basilicata in the Mediterranean’, organised by the Research Centre POLITEIA (Potenza – Italy) on 27 February 2010.
It aims at broadening knowledge-sharing and understanding about the cross-cutting objective European Territorial Cooperation of the Structural Funds.
The EU Programme for Employment and Social Innovation. EaSI at a glanceAntonio Bonetti
This Tool presents background to e objectives of EaSI, the new EU Programme aimed at sustaining employment, social innovation, social inclusion, and social entrepreneurship and micro-enterprises in the 2014-2020 programming period.
In accordance with Regulation (EU) No 1296/2013, EaSI (Programme for “Employment and Social Innovation”) extends political scope and support of three existing EU Initiatives:
the Programme for Employment and Social Solidarity (PROGRESS), established by the Decision No 1672/2006/EC;
EURES, the network of European Employment Services that promotes labour mobility within all the EU Member States, EEA Countries and the Swiss Confederation;
the European Progress Microfinance Facility for employment and social inclusion.
This Tool lays emphasis on the importance of EaSI for the implementation of the agenda on “social innovation” (currently at the top of EU political agenda) and of the Social Business Initiative (SBI), launched by the European Commission in November 2011.
Fondi europei e nuovi modelli di finanziamento per gli Enti Locali del Lazio
1. Fondi europei e nuovi modelli di finanziamento
per gli Enti Locali del Lazio
Antonio Bonetti
Nota 10/2016 - Ottobre 2016
F4R Lab
www.bonetti4reforms.com
2. OBIETTIVI E LIMITI DELLA NOTA
Obiettivi:
presentare in termini generali i Fondi europei (“diretti” e “a gestione concorrente”)
potenzialmente più utili per gli Enti Locali (EE.LL.),
proporre un focus tematico su priorità di intervento e Programmi che risultano maggiormente
funzionali alle riforme della PA (con particolare riguardo a “riforma Delrio” e “riforma Madia”),
presentare alcuni innovativi modelli di finanziamento per gli Enti Locali, segnatamente i
Social Impact Bond, il crowdfunding civico e il fundraising per la PA.
Antonio Bonetti
N.B. La Nota è stata chiusa il
30 ottobre 2016
Limiti:
non riporta una dettagliata presentazione di tutti i Fondi/programmi potenzialmente utili per
Enti Locali ed apparati centrali e decentrati della PA,
non vengono approfondite le analisi inerenti la struttura e il budget dei PO regionali (in
particolare vengono trascurati i POR FSE).
3. OBIETTIVI E LIMITI DELLA NOTA
Obiettivi:
presentare in termini generali i Fondi europei (“diretti” e “a gestione concorrente”)
potenzialmente più utili per gli Enti Locali (EE.LL.),
proporre un focus tematico su priorità di intervento e Programmi che risultano maggiormente
funzionali alle riforme della PA (con particolare riguardo a “riforma Delrio” e “riforma Madia”),
presentare alcuni innovativi modelli di finanziamento per gli Enti Locali, segnatamente i
Social Impact Bond, il crowdfunding civico e il fundraising per la PA.
Antonio Bonetti
N.B. La Nota è stata chiusa il
30 ottobre 2016
Limiti:
non riporta una dettagliata presentazione di tutti i Fondi/programmi potenzialmente utili per
Enti Locali ed apparati centrali e decentrati della PA,
non vengono approfondite le analisi inerenti la struttura e il budget dei PO regionali (in
particolare vengono trascurati i POR FSE).
4. Sezione 1. LE RAGIONI DEL FOCUS SUI FONDI EUROPEI PER GLI ENTI LOCALI
La Nota muove da alcune riflessioni sui seguenti aspetti:
i vincoli di stabilità (interni ed “europei”) impongono a tutti gli Enti Locali (EE.LL.) di valorizzare meglio la
finanza pubblica aggiuntiva resa disponibile dai Fondi dell’UE;
gli EE.LL. sono quelli che sono stati maggiormente penalizzati dalla riduzione della spesa pubblica per
1.1. Premesse della Nota
Antonio Bonetti
gli EE.LL. sono quelli che sono stati maggiormente penalizzati dalla riduzione della spesa pubblica per
investimenti e, quindi, sono quelli che maggiormente dovrebbero fare una riflessione sulla necessità di dotarsi
di un “approccio strategico” ai finanziamenti europei. Sono, infatti, molteplici i canali di finanziamento che li
vedono fra i possibili destinatari di tali fondi. Questo significa, quindi, che non solo le opportunità ci sono, ma
sono anche possibili molteplici sinergie fra le linee di finanziamento;
per gli EE.LL. si pone anche la esigenza di sperimentare nuove forme di finanziamento di alcuni tipi di
interventi che, per vari motivi, possano prestarsi a tradurre il senso civico degli individui in donazioni o in
lavoro volontario al servizio della collettività. Esempi virtuosi di donazioni liberali e di crowdfunding “civico”
per opere di pubblica utilità, per la ricerca pubblica, per certi servizi socio-assistenziali e per la tutela della
cultura, fortunatamente, si vanno moltiplicando anche nel nostro Paese.
5. La Nota si propone specificamente di:
diffondere, ampliare e migliorare la conoscenza dei principali strumenti di finanziamento dell’UE,
focalizzando l’attenzione soprattutto sui fondi dell’UE potenzialmente più utili per gli EE.LL.;
migliorare la conoscenza dei molteplici canali informativi sui finanziamenti diretti della UE, in modo da
accedere in seguito più facilmente all’informazione rilevante e da formulare proposte progettuali più adatte
1.2. Obiettivi specifici della Nota
Antonio Bonetti
accedere in seguito più facilmente all’informazione rilevante e da formulare proposte progettuali più adatte
a ciascun tipo di strumento finanziario;
sensibilizzare gli Enti Locali sull’importanza della lobbying a livello europeo e del networking
internazionale;
diffondere la conoscenza di nuovi modelli di funding delle politiche pubbliche informati alle pratiche in uso
nella raccolta fondi da privati.
Vanno tenute ben presenti le seguenti criticità: (i) i finanziamenti europei non sono così
abbondanti (il bilancio dell’UE si aggira su circa l’1% del PIL dell’UE); (ii) l’accesso a
tali finanziamenti – specialmente nel caso di quelli “a gestione diretta” – è costoso e,
non ultimo, rischioso. Ecco che di conseguenza, anche per gli Enti Locali si impone la
necessità di adottare un approccio strategico ai fondi dell’UE che, in primo luogo, sia
funzionale alla ricerca di varie sinergie fra i diversi strumenti di finanziamento.
6. 1.3. Fondi SIE ed Enti Locali (I)
Nella nuova programmazione dei Fondi Strutturali e per l’Investimento Europeo (Fondi SIE), gli Enti Locali hanno
minori opportunità e maggiori responsabilità. Questa esplicita posizione si attaglia soprattutto ai Fondi Strutturali
(FESR e FSE), mentre appare sostanzialmente invariato il novero delle opportunità legate all’attuazione dei
Programmi di Sviluppo Rurale regionali cofinanziati dal FEASR.
Se si guarda, in particolare, agli Obiettivi Tematici 1 e 3 dei Fondi SIE 2014-2020 è indubitabile che i principali
Antonio Bonetti
destinatari degli interventi saranno gli operatori del settore della ricerca e del sistema produttivo. Gli Enti Locali
(EE.LL.), invece, avranno maggiori opportunità in relazione agli Obiettivi Tematici 2, 4, 5 e 6.
A parere di chi scrive, quindi, i giudizi che talvolta si leggono sulle maggiori opportunità nella nuova
programmazione per gli EE.LL. appaiono quantomeno affrettati. Inoltre, non va dimenticato che tali opportunità
rischiano di restare lettera morta per le difficoltà dei Comuni di garantire la quota di cofinanziamento dei progetti e,
al tempo stesso, ottemperare al vincolo di stabilità interno.
Va anche aggiunto, tuttavia, che è assolutamente giunto il tempo in cui gli Enti Locali guardino con più interesse e
coraggio alle opportunità dischiuse dai finanziamenti “diretti” dell’UE, specialmente laddove ci siano linee di
finanziamento specificamente dedicate come nel caso di Europa per i Cittadini.
7. 1.4. Fondi SIE ed Enti Locali (II)
Ciò che è innegabile è che sono aumentate/aumenteranno le responsabilità degli EE.LL. in relazione
all’obiettivo di un efficace uso dei Fondi SIE 2014-2020, quantunque sia evidente una tendenza alla
“ricentralizzazione” per quanto concerne la programmazione degli interventi.
Questa considerazione muove in primo luogo dall’ulteriore revisione del sistema istituzionale italiano, con
una più forte deverticalizzazione verso il basso – a livello di Comuni e di Unione dei Comuni – diuna più forte deverticalizzazione verso il basso – a livello di Comuni e di Unione dei Comuni – di
responsabilità di governo e di gestione della finanza pubblica, comportata dallo svuotamento di poteri delle
Province (a seguito della “riforma Delrio” ex L. 56/2014).
In merito, va anche aggiunto che in Italia la nuova programmazione dei Fondi SIE è fortemente indirizzata,
inter alia, proprio all’obiettivo di migliorare il rapporto fra PA e cittadini e di aumentare l’efficienza dei
servizi pubblici.
Lo schema riportato nella slide che segue ha proprio la funzione di evidenziare come sia la “riforma Del io”
dell’ordinamento istituzionale del Paese (L. 56/2014), sia la “riforma Madia” della Pubblica
Amministrazione (L. 124/2015) possano costituire delle opportunità per gli Enti Locali (EE.LL.) anche in
termini di finanza pubblica aggiuntiva (europea e nazionale) che possono intercettare per migliorare la loro
efficienza e anche la qualità dei servizi erogati ai cittadini.
Antonio Bonetti
8. 1.5. Indicazioni su riforme istituzionali e amministrative e
finanziamenti potenzialmente utili per attuarle
Riforma “Riforma “DelrioDelrio” e “riforma “Madia”” e “riforma “Madia”
PON Città Metropolitane
Su riforme, Fondi SIE , PON Governance e PON Inclusione sociale si veda anche
l’Allegato IAntonio Bonetti
PON Città Metropolitane
PON Governance e Capacità Istituzionale
Iniziativa “ICT-enabled” Public Sector Innovation
Iniziative “Interreg Europe”, “Urbact” e “Urban
Innovative Actions”
9. 1.6. Fondi SIE, riforme e nuove responsabilità degli EE.LL.
per valorizzare meglio i fondi dell’UE
Gli EE.LL. dovranno saper passare da un ruolo passivo di mera reazione all’emanazione di avvisi pubblici di
finanziamento di enti sovra-ordinati, a un ruolo propositivo di progetti innovativi sia nei contenuti sia nelle modalità
di attuazione. E’ quello che ha saputo fare, nel Lazio, l’amministrazione comunale di Rieti con il progetto di recupero
urbano Next Rieti, solo per citare una iniziativa innovativa orientata al paradigma delle “smart cities”, incentrata
sul recupero di un impianto industriale dismesso localizzato a Rieti. Questa iniziativa attesta, fra l’altro, quanto sia
importante coinvolgere la cittadinanza nei processi di rigenerazione urbana e/o nei processi di sviluppo locale in
generale.
I decisori pubblici devono aprire non solo i processi decisionali alla partecipazione dei cittadini, ma anche iI decisori pubblici devono aprire non solo i processi decisionali alla partecipazione dei cittadini, ma anche i
processi di erogazione dei servizi, considerando i cittadini non come meri destinatari dei servizi, ma come “alleati
strategici” per la soluzione dei problemi collettivi (open government e civic engagement).
I decisori pubblici, inoltre, dovranno anche sperimentare nuove forme di partenariato pubblico privato che vadano
oltre quelle che interessano, tradizionalmente, il settore delle opere pubbliche. L’esperienza dei Social Impact Bonds
(SIBs) nei paesi anglosassoni – recentissima, essendo stata de facto avviata nel 2010 – dimostra chiaramente come
anche nel campo delle politiche sociali vadano ricercate nuove modalità di finanziamento dell’intervento pubblico.
Soprattutto i Comuni, nonostante gli stringenti vincoli del patto di stabilità interno, dovranno investire nelle
competenze dei funzionari e dei tecnici comunali, in quanto ancora oggi, soprattutto a livello decentrato, si ravvisano
notevoli margini di miglioramento nella gestione dei fondi europei e si riscontra una certa ritrosia a sperimentare
forme innovative di gestione e di finanziamento dei servizi pubblici.
Antonio Bonetti
10. 1.7. Motivi del focus tematico sui fondi europei più utili per gli EE.LL. del Lazio
La crisi della finanza pubblica colpisce soprattutto gli EE.LL. I dati dell’ISTAT, aggiornati al dicembre 2014,
certificano che fra il 2004 e il 2013 gli investimenti pubblici locali hanno registrato una caduta verticale del
26% (Fonte: Istat, Conti ed aggregati economici delle Amministrazioni pubbliche)
La continua flessione degli investimenti pubblici locali, peraltro, comporta che, nella fase attuale, gli Enti
Locali, siano quelli maggiormente sotto pressione, anche per la loro “prossimità” ai cittadini.
Gli Enti Locali, anche per la “prossimità” con i cittadini, sono anche quelli maggiormente pressati
sull’esigenza di sperimentare nuove forme di cittadinanza attiva e di partecipazione dal basso.sull’esigenza di sperimentare nuove forme di cittadinanza attiva e di partecipazione dal basso.
I Comuni (e le Unioni dei Comuni), soprattutto nella fascia appenninica del Lazio – strutturalmente più
debole – non partecipando a dei progetti di dimensione europea finanziati dai fondi “diretti”, si pregiudicano
anche la possibilità di accedere alle migliori pratiche nella soluzione dei problemi delle comunità e nella
gestione amministrativa degli interventi.
Al tempo stesso, gli EE.LL. hanno, nella programmazione 2014-2020, diverse opportunità di intercettare
finanza pubblica aggiuntiva europea o legata all’attuazione di priorità di policy trasversali, quali appunto
“smart cities”, digitalizzazione della PA, “riforma Delrio” e nuove funzioni di Comuni, Unioni di Comuni,
Province e Città Metropolitane.
Gli Enti Locali nella programmazione in corso possono beneficiare ampiamente anche di diverse Misure e
Sottomisure dei Programmi di Sviluppo Rurale (PSR) regionali, cofinanziati dal FEASR.
Antonio Bonetti
11. 1.8. Maggiori criticità che penalizzano gli EE.LL. nell’accesso ai fondi dell’UE
1. A livello di intero Paese continuano a registrarsi criticità:
nella gestione dei Programmi di spesa dei Fondi SIE da parte della Pubblica Amministrazione, per cui i
finanziamenti, anche quelli destinati alla ricerca e all’innovazione, in genere, vengono liquidati con grande
ritardo rispetto all’assegnazione formale del contributo,
nell’accesso alle sovvenzioni dell’UE. Questo è dovuto soprattutto al fatto che, sovente, alcuni operatori
faticano a raccogliere le informazioni con congruo anticipo rispetto alla emanazione degli avvisi pubblici di
finanziamento, in quanto ancora oggi non sono sufficientemente chiare le differenze di obiettivi e strumentifinanziamento, in quanto ancora oggi non sono sufficientemente chiare le differenze di obiettivi e strumenti
dei vari Fondi dell’UE, anche quelli gestiti a livello regionale e non sono ben noti i molteplici canali di
accesso alle informazioni. Nel caso dei finanziamenti diretti di Programmi quali Horizon 2020, LIFE,
COSME e altri, inoltre, si aggiungono fattori quali la complessità ormai raggiunta da tali programmi di
ricerca e l’estremo livello di concorrenza nell’accesso a tali finanziamenti, potenzialmente disponibili per gli
operatori di tutti gli Stati Membri,
nella corretta finalizzazione dei progetti sugli strumenti di finanziamento più adatti.
2. I Comuni sono fortemente penalizzati nell’accesso ai fondi dell’UE dallo stesso vincolo del ‘patto di
stabilità’ per cui, sovente, sono costretti a rinunciare a proporre dei progetti per il finanziamento, in quanto
non sarebbero poi in grado di impegnare risorse finanziarie a titolo di cofinanziamento
Antonio Bonetti
12. 1.9. Cenni sulle principali opportunità di finanziamento per gli EE.LL.
Sono molteplici i canali di finanziamento dell’UE che annoverano gli EE.LL. fra i possibili destinatari.
Questo significa, quindi, che non solo le opportunità ci sono, ma sono anche possibili molteplici sinergie fra le
linee di finanziamento. Concretamente significa che una volta formulato un progetto, mutatis mutandis, lo
stesso progetto può essere candidato a finanziamento su più linee di intervento dell’UE, sia dirette, sia gestite a
livello decentrato da Stati Membri e Regioni (si pensi ai progetti di tutela ambientale: questi potrebbero essere
finanziati dai Programmi di Sviluppo Rurale regionali, dal Programma “a gestione diretta” LIFE e anche
Antonio Bonetti
finanziati dai Programmi di Sviluppo Rurale regionali, dal Programma “a gestione diretta” LIFE e anche
dall’ambito tematico “bio-economia” del III Pilastro - “Societal Challenges” di Horizon 2020).
Alcune opportunità specifiche per gli EE.LL. sono riconducibili alla priorità data nella programmazione 2014-
2020 al tema “agenda urbana” che, concretamente, significa che vi deve essere una forte concentrazione degli
interventi dei Fondi Strutturali sulle città, in quanto da un lato “motore dello sviluppo” e, dall’altro, sede di
specifiche problematiche sociali e ambientali.
In Italia, come già detto, ulteriori opportunità per gli EE.LL. di valorizzare più canali di finanziamento sono da
ricondurre all’attuazione della “riforma Delrio” dell’ordinamento istituzionale del Paese (L. 56/2014) e della
“riforma Madia” della Pubblica Amministrazione (L. 124/2015).
13. 2.1. La mappatura dei fondi europei per gli EE.LL.
Sezione 2. LA RICERCA DEI FINANZIAMENTI PIÙ ADATTI PER GLI ENTI LOCALI
La Nota rimarca l’importanza di un approccio strategico – e quindi programmato, costantemente gestito e non
estemporaneo - ai fondi europei per tutte le organizzazioni.
Elementi cardine di questo approccio strategico ai finanziamenti europei sono senz’altro:
la mappatura dei fondi europei (si veda la Guida disponibile nella sezione Open Library/Guides del sito),
Antonio Bonetti
la mappatura dei fondi europei (si veda la Guida disponibile nella sezione Open Library/Guides del sito),
la “matrice di finanziabilità “delle organizzazioni (la cui definizione è data nella Guida citata sopra).
L’autore è dell’avviso che ogni organizzazione dovrebbe sempre far precedere alla fase di ricerca (oculata e
programmata per tempo) di avvisi di finanziamento e a quella di formulazione dei progetti, una fase di analisi
strategica in cui si pongono le basi per capire meglio quali siano i fabbisogni finanziari dell’organizzazione che
potrebbero realmente essere realmente soddisfatti con i fondi europei, per stabilire quali siano quelli più adatti
e, non ultimo, per rivedere l’intera strategia di finanziamento dell’organizzazione, in modo da ricercare le
adeguate sinergie fra fondi europei e altri strumenti di finanziamento.
14. 2.2. La mappatura dei fondi europei (I)
La “mappatura” dei fondi europei consiste semplicemente in una serie di “riclassificazioni” funzionali dei
vari strumenti di finanziamento dell’UE, riclassificazioni che consentono di capire meglio come questi abbiano
tutti una ben definita relazione con le politiche pubbliche dell’UE e, di riflesso, abbiano una puntuale
collocazione nel complesso sistema di finanza pubblica dell’UE (*).
La mappatura dei fondi dell’UE, peraltro, è solo apparentemente una sorta di esercizio accademico. Infatti,
così come la riclassificazione del bilancio civilistico di un’azienda commerciale è conditio sine qua non percosì come la riclassificazione del bilancio civilistico di un’azienda commerciale è conditio sine qua non per
capirne a fondo stato di salute e prospettive di redditività futura, la “riclassificazione” dei vari finanziamenti
dell’UE è essenziale sia per delineare un approccio strategico ai fondi dell’UE davvero efficace, sia per
formulare proposte progettuali che possano corrispondere agli obiettivi di policy e ai criteri di selezione degli
Enti finanziatori (Enti che possono andare dalle Direzioni Generali della Commissione Europea agli
Organismi Intermedi responsabili di parte degli interventi dei Programmi regionali).
Infine non va trascurato il fatto che la “mappatura” dei fondi dell’UE, peraltro, impone anche di individuare
correttamente i veri soggetti erogatori dei fondi (sovente si ascolta la frase “c’è un finanziamento europeo”,
ma un conto trattare di un finanziamento gestito dalla Regione e un conto trattare di un finanziamento
“diretto” della Commissione).
Antonio Bonetti
N.B. Per maggiori delucidazioni sia sulla mappatura dei fondi sia sulla matrice di finanziabilità delle
organizzazioni si veda la Nota 4/2016 “Approccio strategico ai fondi europei: il percorso
analitico per la formulazione della matrice di finanziabilità delle organizzazioni”
disponibile sulla sezione “Open Library” del sito.
15. 2.3. La mappatura dei fondi europei (II)
Le risorse finanziarie del bilancio dell’UE sono modeste (circa l’1% del RNL dell’UE), ma vi sono numerosi
Programmi/fondi.
E’ facile, pertanto, non riuscire a cogliere il nesso logico fra politiche e strumenti di finanziamento (un
elemento di estrema rilevanza per proporre progetti “pertinenti” e ben formulati).
E’ opportuno, quindi, procedere a una “mappatura” dei fondi europei, sulla base di vari parametri:
Tipologia dei fondi (modalità di erogazione dei fondi, indicate, anche nel regolamento finanziario, come
“operazioni di spesa”);“operazioni di spesa”);
Modalità di gestione (“metodo di esecuzione” del bilancio);
Enti erogatori (enti preposti alla gestione);
Ambito di policy (tipo di politiche pubbliche finanziate o settori economici di intervento);
Soggetti beneficiari (coloro che riceveranno e gestiranno i fondi);
Destinatari finali (‘gruppo target’).
L’approccio strategico ai fondi dell’UE richiede di capire bene il legame fra politiche dell’UE e
relativi strumenti di finanziamento.
Per questo si procede alla “mappatura” dei fondi dell’UE, che, peraltro, impone anche di
individuare correttamente i veri soggetti erogatori dei fondi.
Questo implica, infine, un miglioramento dei processi di accesso alle informazioni rilevanti.Antonio Bonetti
16. Il Reg. (UE, Euratom) N. 966/2012 – il nuovo regolamento finanziario generale sulla gestione
del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) e del bilancio annuale – indica quattro modalità di
erogazione dei fondi dell’UE (quattro “operazioni di spesa” dell’UE):
2.4. La mappatura per tipologia di fondi (per “operazioni di spesa”)
• appalti pubblici (Titolo V del regolamento finanziario),
• sovvenzioni (Titolo VI),
• premi (Titolo VII, art. 138),
• strumenti finanziari (Titolo VIII, artt. 139-140).
I Programmi “a gestione diretta” (Programmi “tematici”) e “a
gestione concorrente” (Programmi “territoriali”), una volta
approvati, vengono attuati principalmente attraverso
Sovvenzioni (grants) e Appalti pubblici (public contracts).Antonio Bonetti
17. 2.5. Programmi e fondi “a gestione concorrente”
Il Reg. (UE, Euratom) N. 966/2012 ha chiarito meglio quali sono le politiche e i Fondi “a
gestione concorrente”.
Tradizionalmente come Fondi “a gestione concorrente” venivano indicati i Fondi “a finalità
strutturale” (Fondi Strutturali della politica di coesione, fondi per lo sviluppo rurale, fondi per lastrutturale” (Fondi Strutturali della politica di coesione, fondi per lo sviluppo rurale, fondi per la
pesca), adesso definiti Fondi Strutturali e di Investimento Europeo (Fondi SIE).
Ora vengono inclusi fra i fondi “a gestione concorrente” anche:
- gli interventi nel settore dell’immigrazione e della tutela dei richiedenti asilo;
- altri interventi nel settore libertà, sicurezza e giustizia (art. 175 del regolamento finanziario) *.
Antonio Bonetti
* Questo è il motivo, ad esempio, per cui parte degli interventi del complesso
Fondo per l’Asilo, le Migrazioni e l’Integrazione (FAMI) è realizzato
tramite Programmi Nazionali. Il Programma Nazionale FAMI è gestito dal
Ministero dell’Interno e si può scaricare dal sito web di questo Ministero.
18. Politiche interne -
Fondi
dell’UE
Programmi/fondi
“tematici”
Strumenti finanziari
2.6. Politiche interne e sovvenzioni dell’UE a gestione diretta e “a gestione concorrente”
Fondi “a gestione diretta”
dell’UE
“tematici”
Fondi SIE
Fondi “a gestione
concorrente”
Sovvenzioni
Altri Fondi (FAMI, FEAD) e
alcune linee di finanziamento
del I Pilastro della PAC
Antonio Bonetti
19. 2.7. Mappatura “settoriale” dei fondi
Tale mappatura fa riferimento ai settori di intervento dei vari fondi dell’UE. A seconda di come
vengono individuati i settori, si può distinguere:
- una mappatura oggettiva basata sulla classificazione statistico-economica dei settori
(Classificazione NACE-ATECO dei settori produttivi);
Antonio Bonetti
(Classificazione NACE-ATECO dei settori produttivi);
- una mappatura soggettiva in cui la definizione del settore di interesse (e la conseguente
individuazione delle linee di finanziamento più adatte) è stabilita autonomamente da analisti
delle politiche europee, esperti di europrogettazione e dirigenti di organizzazioni privati e di Enti
della PA.
N.B. Si preferisce parlare di mappatura “settoriale” e non “tematica” per non ingenerare confusione. Molto spesso, infatti, i Programmi
“a gestione diretta” vengono anche indicati come Programmi “tematici” negli stessi documenti di lavoro della Commissione. La
mappatura “settoriale” qui presentata, invece, intende fare riferimento all’intero spettro dei finanziamenti europei.
20. 2.8. Mappatura dei fondi per ambiti di policy
Tale mappatura fa riferimento agli ambiti di intervento delle politiche pubbliche (politiche
industriali, politiche sanitarie, altro).
Questa mappatura è molto rilevante per:
definire un approccio strategico all’accesso ai fondi dell’UE,
Antonio Bonetti
definire un approccio strategico all’accesso ai fondi dell’UE,
delineare la matrice di finanziabilità delle organizzazioni (sia essa un Ente locale, o una
impresa commerciale o anche un ente non profit) e quella relativa al progetto,
organizzare meglio la stessa strategia di accesso alle informazioni realmente rilevanti (e anche
le strategie di lobbying, in quanto servono anche quelle),
formulare i progetti in modo che siano coerenti con le politiche generali dell’UE.
N.B. Tale mappatura, inevitabilmente, tende a sovrapporsi a quella “settoriale”, ma essa si distingue in quanto si fa riferimento a
settori di intervento (delle policies ) come indicati dal legislatore europeo.
21. 2.9. Politiche settoriali e fondi dell’UE “diretti” (I)
Politiche per la ricerca, la
tutela della salute e
l’invecchiamento attivo
Horizon 2020 – Pilastro III Sfide sociali (Sfida 1 “Salute”)
Health
Iniziativa “Ambient Assisted Living” (*)
Politiche per la ricerca nel
settore aereospaziale
Horizon 2020 – Pilastro II Leadership industriale (tema “Spazio”)
Iniziativa “Copernicus”
Iniziativa “Galileo”
Antonio Bonetti
* Tale Iniziativa nel corso del 2016 è stata ribattezzata “Active and Assisted Living”
22. 2.10. Politiche settoriali e fondi dell’UE “diretti” (II)
Politiche per la tutela
dell’ambiente e la mobilità
sostenibile
LIFE (Sottoprogramma “Ambiente” e sottoprogramma
“Clima/Adattamento al cambiamento climatico”)
Meccanismo Unionale di Protezione Civile
Connecting Europe Facility (CEF)
Politiche per l’educazione,
l’apprendimento
permanente, la cultura e la
cittadinanza europea
Erasmus Plus
Europa Creativa
Europa per i cittadini
Antonio Bonetti
23. 2.11. Politiche settoriali e fondi dell’UE “diretti” (III)
Politiche per la tutela dei
diritti dei cittadini e la
giustizia
Fondo per la sicurezza interna
Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI)
Giustizia
Tutela dei Consumatori
Programma Diritti, Uguaglianza e CittadinanzaProgramma Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza
Politiche per il sostegno di
PMI e imprese “a vocazione
sociale” (*)
COSME
EaSI
Antonio Bonetti
(*) COSME ed EaSI sono programmi-quadro e, quindi, sono previsti più
ambiti di intervento.
Ambedue i Programmi prevedono un ampio ricorso agli “strumenti finanziari”
per il sostegno a PMI e imprese “a vocazione sociale” .
24. SEZIONI DELLA NOTA
Sezione 1. Le ragioni del focus sui fondi europei per gli Enti Locali
Sezione 2. La ricerca dei finanziamenti più adatti per gli Enti Locali
Sezione 3. Politiche europee e Fondi SIE
Sezione 4. Priorità “agenda urbana” e fondi per le “smart cities”
Sezione 5. Struttura e importanza dell’Obiettivo Cooperazione Territoriale Europea
dei Fondi SIE
Antonio Bonetti
dei Fondi SIE
Sezione 6. Nuovi modelli di finanziamento della PA
Allegato I - Riforme e opportunità di finanziamento per gli Enti Locali
Allegato II - Alcuni fondi a gestione diretta utili per gli Enti Locali
Allegato III - La struttura del POR FESR Lazio
Allegato IV - INTERREG EUROPE
Allegato V - Gli interventi del PSR Lazio più adatti per gli Enti Locali
Allegato VI - Appalti pubblici, clausole payment-for-results e Social Impact Bond
25. Occupabilità
(inclusione lavorativa)
FSE OT 8
EaSI EURES
Fondo di Adeguamento alla Globalizzazione
Inclusione (e dignità) sociale
FSE OT 9
EaSI PROGRESS
Diritti, uguaglianza, cittadinanza
2.13. Mappatura dei fondi per l’inclusione e l’innovazione sociale
Lotta alla povertà estrema
FEAD
Azioni
Trasversali
FSE OT 10
EaSI Microfinance FAMI
Salute 2014-2020
Principali fondiPrincipali fondi
per l’inclusioneper l’inclusione
socialesociale
Antonio Bonetti
26. 2.14. Mappatura per modalità di gestione dei fondi ed enti erogatori (I)
1
Distinzione fra fondi “diretti” (“tematici”) e
fondi “a gestione concorrente”
Mappatura per modalità di gestione
del bilancio dell’UE
2
Mappatura per enti preposti alla gestione
(enti erogatori)
fondi “a gestione concorrente”
Rilevanza del sistema di Multi Level Governance dell’UE
(anche gli enti gestori si collocano su più livelli di governo, dalle
DG della Commissione agli OI)
Antonio Bonetti
27. TIPOLOGIE DI FONDI ENTI DELEGATI ALLA GESTIONE
Fondi tematici
(fondi diretti)
Fondi tematici a gestione centralizzata D.G. della Commissione
Agenzie esecutive
Fondi tematici a gestione decentrata Ministeri (Governo centrale)
2.15. Mappatura per modalità di gestione dei fondi ed enti erogatori (II)
Fondi tematici a gestione decentrata Ministeri (Governo centrale)
Agenzie nazionali
Fondi a gestione
concorrente
Fondi SIE
Ministeri (Governo centrale)
Regioni
Organismi Intermedi (es. GAL)
Altri fondi a gestione concorrente Ministeri (Governo centrale)
Antonio Bonetti
28. Sezione 3. POLITICHE EUROPEE E FONDI SIE
Europe 2020 Politiche strutturali (Fondi SIE)Politiche strutturali (Fondi SIE)
Programmazione top-down e base normativa informata
a obiettivi e flagship initiatives della strategia “Europe 2020”
3.1. Strategia “Europe 2020” e Fondi SIE
Antonio Bonetti
a obiettivi e flagship initiatives della strategia “Europe 2020”
Obiettivi delle politiche strutturali coerenti con quelli della strategia
“Europe 2020” (Obiettivi Tematici dei Fondi SIE)
Concentrazione “tematica” e vincoli sull’allocazione delle risorse del
FESR e del FSE
Impostazione della specifica strategia per l’innovazione ex RIS3 (*)
(*) Per RIS3 (Regional Innovation Smart Specialisation Strategy) si intende un nuovo
approccio alla formulazione delle strategie nazionali/regionali per la ricerca e l’innovazione volta a
renderle più coerenti con la strategia europea per la competitività e anche con i “punti di forza” dei
contesti regionali.
29. 3.2. La politica di coesione e il legame logico dei Fondi SIE con “Europe 2020”
I Fondi Strutturali (FESR e FSE) anche nella programmazione in corso sono gli strumenti più
importanti nell’ambito dei finanziamenti “a gestione concorrente” dell’UE (*).
Da un lato, essi, continuano ad essere il principale strumento della politica di coesione economica,
sociale e territoriale dell’UE (politica regionale europea). Al contempo, essi sono stati pensati come il
principale strumento di sostegno agli investimenti produttivi della strategia “Europe 2020”.
Antonio Bonetti
Non a caso, tutti i Fondi richiamati sopra – FESR, FSE, FEASR e FEAMP - vengono indicati come
Fondi Strutturali e di Investimento Europeo (Fondi SIE) ed inoltre vengono disciplinati da un solo
regolamento-quadro (o regolamento generale) pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’UE (GUUE) nel
dicembre 2013.
(*) Il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR) è stato istituito nel
1975 e nel tempo è diventato il principale strumento della politica di coesione.
Il Fondo Sociale Europeo (FSE), previsto già nei Trattati di Roma del 1957, è
stato formalmente reso operativo nel 1963.
30. 3.3. Le politiche strutturali e i Fondi SIE 2014-2020
Fondi SIEFondi SIE
Fondi Strutturali (FESR – FSE)
Politiche strutturaliPolitiche strutturali
Politica regionale per le regioni NUTS II
Fondo di Coesione
Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale
Fondo Europeo per le Attività
Marittime e la Pesca (FEAMP)
Politica regionale per SM con RNL/ab. < 90% Media UE
Misure per lo Sviluppo Rurale
Misure della Politica Comune per la Pesca
Antonio Bonetti
Per maggiori indicazioni sui legami fra politiche europee, bilancio dell’UE e Fondi SIE si veda
la Nota 3/2016 “Ratio, obiettivi e strumenti dei Fondi Strutturali 2014-2020”
disponibile sulla sezione “Open Library” del sito.
31. Investimenti in favore
della crescita e
dell’occupazione
Cooperazione transfrontaliera
Circa 313,3 Miliardi di
Euro, di cui il 52,5% per
le regioni “meno
sviluppate”
3.4. Obiettivi della “politica di coesione” (art. 89 del Reg. (UE) N. 1303/2013)
Antonio Bonetti
Obiettivi
Cooperazione interregionale
Cooperazione Territoriale
Europea (CTE)
Cooperazione transnazionale
(*) Qui si fa riferimento agli obiettivi generali della ‘politica di coesione’ nella programmazione 2014-2020 che non
vanno confusi con gli Obiettivi Tematici (OT).
Programmi monofondo
FESR per cui sono stati
stanziati circa 9 Miliardi
di Euro
32. Regioni meno sviluppate
Regioni il cui PIL pro-capite è inferiore al 75% della media del PIL
dell’UE-27
3.5. Le “categorie di regioni” (copertura geografica dei Fondi con riferimento all’Italia)
1 Basilicata
Calabria
Campania
Puglia
Sicilia
Antonio Bonetti
Regioni più sviluppate
Regioni il cui PIL pro-capite è superiore al 90% della media del PIL
dell’UE-27
Regioni in transizione
Regioni il cui PIL pro-capite è compreso fra il 75% e il 90% della media
del PIL dell’UE-27
2
3 Le 11 regioni e le due
Province Autonome del
Centro Nord
Abruzzo
Molise
Sardegna
33. 3.6. La programmazione in Italia (un quadro sintetico)
Categoria di
Regioni
Regioni Indice del PIL
procapite 2014
(Italia=100) *
Programmi Regionali
Regioni meno sviluppate Basilicata 68,6 1 POR FESR / 1 POR FSE
Calabria 59,5 1 POR Plurifondo
Campania 61,4 1 POR FESR / 1 POR FSE
Puglia 61,6 1 POR Plurifondo
Sicilia 61,2 1 POR FESR / 1 POR FSE
Regioni
in transizione
Molise 68,5 1 POR Plurifondo
Abruzzo 86,2 1 POR FESR / 1 POR FSE
Sardegna 70,7 1 POR FESR / 1 POR FSE
Regione più sviluppate
11 Regioni e 2 Province
Autonome del Centro-Nord
- 13 POR FESR
13 POR FSE
Dati di fonte SVIMEZ: SVIMEZ, Rapporto SVIMEZ 2015 sull’economia del Mezzogiorno, Il Mulino, 2015, p. 91
Antonio Bonetti
34. I documenti che caratterizzano l’approccio strategico dei Fondi SIE sono il Common Strategic Framework (CSF) che
interessa tutti i Fondi SIE, a livello europeo, e gli Accordi di Partenariato (AdP), a livello di Stati Membri (gli artt. 9-17
del regolamento-quadro disciplinano CSF e Accordi di Partenariato).
L’Accordo di Partenariato (AdP) dell’Italia è stato approvato dalla Commissione con Decisione di esecuzione il 29 ottobre
2014 e, come già accennato, prevede un framework strategico imperniato sugli 11 Obiettivi Tematici dei Fondi SIE.
3.7. Accordo di Partenariato (AdP) dell’Italia
L’AdP interessa tutte le regioni italiane suddivise nelle tre categorie previste dai regolamenti (v. slide 3.5), che solo in parte
rispecchiano realmente l’enorme divario inter-regionale interno. ISTAT e SVIMEZ stimano che nel 2014, fatto 100 il PIL
pro-capite dell’Italia, l’Indice del Trentino Alto Adige è pari a 141,7, mentre quello della Calabria è pari a 59,5. Di poco
L’Accordo, che copre tutti i Fondi SIE, ha una dimensione finanziaria consistente. Il contributo europeo ammonta a poco
più di 42 Miliardi di Euro, a cui va aggiunto il cofinanziamento nazionale.
Il pacchetto finanziario dei Fondi Strutturali (FESR e FSE) ammonta a circa 31,119 Milioni di Euro, al netto del contributo
di circa 1,1 Miliardi per l’Obiettivo Cooperazione Territoriale Europea.
pro-capite dell’Italia, l’Indice del Trentino Alto Adige è pari a 141,7, mentre quello della Calabria è pari a 59,5. Di poco
superiori sono gli Indici di Sicilia (61,2), Campania (61,4) e Puglia (61,6).
L’ultima regione “meno sviluppata”, la Basilicata registra un Indice pari a 68,6, ma nella precedente programmazione non
era collocata nella categorie delle regioni “più povere”.
La “questione meridionale”, purtroppo continua ad essere un problema grave. Nel 2014 l’Indice del PIL pro-capite per tutte
le otto regioni del Mezzogiorno storico è stato pari a 63,9.
Antonio Bonetti
35. 3.8. Programmazione top-down dei Fondi SIE 2014-2020
Strategia “Europe 2020”
Quadro Strategico Comune (QSC)
Regolamento-quadro e regolamenti verticali sui Fondi SIE
Livello UE
Accordo di Partenariato (AdP)*
11 PO Nazionali (PON)
POR FESR regionali
POR FSE regionali
Livello
nazionale
Livello
regionale
(*) L’AdP interessa tutti i
Fondi SIE ed è imperniato
su 11 Obiettivi Tematici (OT)
Antonio Bonetti
36. 3.9. La struttura dell’Accordo di Partenariato (I)
L’Accordo di Partenariato (AdP), come è ben noto, è strutturato in:
- Priorità tematiche: gli 11 Obiettivi Tematici (OT) previsti dal Quadro Strategico Comune
sui Fondi Strutturali e di Investimento Europeo (Fondi SIE) e dai Regolamenti sui Fondi SIE,
- Priorità territoriali,
- Priorità orizzontali.
Le priorità territoriali sono (*):
Aree urbane (si veda la Sezione 4 di questa Nota),
Aree interne.
N.B. Le “aree interne” interessate dalla strategia sono state concertate fra Governo e Regioni, a seguito di un lavoro
tecnico metodologicamente ineccepibile, e sono riportate sul sito web dell’Agenzia per la Coesione Territoriale (ex DPS).
(*) La sezione specifica dell’AdP sulle priorità territoriali richiama anche le
strategie macroregionali dell’UE e le strategie relative ai bacini marittimi
che interessano l’Italia.Antonio Bonetti
37. Sezione 1. LE RAGIONI DEL FOCUS SUI FONDI EUROPEI PER GLI ENTI LOCALI
La Nota muove da alcune riflessioni sui seguenti aspetti:
i vincoli di stabilità (interni ed “europei”) impongono a tutti gli Enti Locali (EE.LL.) di valorizzare meglio la
finanza pubblica aggiuntiva resa disponibile dai Fondi dell’UE;
gli EE.LL. sono quelli che sono stati maggiormente penalizzati dalla riduzione della spesa pubblica per
1.1. Premesse della Nota
Antonio Bonetti
gli EE.LL. sono quelli che sono stati maggiormente penalizzati dalla riduzione della spesa pubblica per
investimenti e, quindi, sono quelli che maggiormente dovrebbero fare una riflessione sulla necessità di dotarsi
di un “approccio strategico” ai finanziamenti europei. Sono, infatti, molteplici i canali di finanziamento che li
vedono fra i possibili destinatari di tali fondi. Questo significa, quindi, che non solo le opportunità ci sono, ma
sono anche possibili molteplici sinergie fra le linee di finanziamento;
per gli EE.LL. si pone anche la esigenza di sperimentare nuove forme di finanziamento di alcuni tipi di
interventi che, per vari motivi, possano prestarsi a tradurre il senso civico degli individui in donazioni o in
lavoro volontario al servizio della collettività. Esempi virtuosi di donazioni liberali e di crowdfunding “civico”
per opere di pubblica utilità, per la ricerca pubblica, per certi servizi socio-assistenziali e per la tutela della
cultura, fortunatamente, si vanno moltiplicando anche nel nostro Paese.
38. 3.11. L’allocazione dei Fondi Strutturali per OT e categorie di regioni (I)
Obiettivi Tematici (OT)
Regioni più
sviluppate
Regioni in
transizione
Regioni meno
sviluppate
Totale (a)
Val. ass. Val. % Val. ass. Val. % Val. ass. Val. % Val. ass. Val. %
OT 1 Ricerca, Sviluppo tecnologico e innovazione 909,3 12,5 177,4 13,6 2.266,0 10,6 3.352,7 11,2
OT 2 Agenda digitale 348,9 4,8 85,9 6,6 1.410,8 6,6 1.845,6 6,1
OT 3 Competitività dei sistemi produttivi 809,1 11,1 219,7 16,8 2.546,6 11,9 3.575,4 11,9
OT 4 Energia sostenibile e qualità della vita 773,0 10,6 132,1 10,1 2.233,5 10,4 3.138,6 10,4
OT 5 Clima e rischi ambientali 97,0 1,3 23,3 1,8 691,6 3,2 811,9 2,7
OT 6 Tutela dell'ambiente- Risorse culturali eOT 6 Tutela dell'ambiente- Risorse culturali e
ambientali 131,4 1,8 75,6 5,8 2.134,7 9,9 2.341,7 7,8
OT 7 Mobilità sostenibile di persone e merci 0,0 0,0 0,0 0,0 2.473,5 11,5 2.473,5 8,2
OT 8 Occupazione 1.846,5 25,4 193,0 14,8 2.047,0 9,5 4.086,5 13,6
OT 9 Inclusione sociale e lotta alla povertà 974,1 13,4 143,2 10,9 2.184,5 10,2 3.301,8 11,0
OT 10 Istruzione e formazione 1.258,9 17,3 210,0 16,1 2.647,1 12,3 4.116,0 13,7
OT 11 Capacità istituzionale e amministrativa - AT 134,7 1,8 47,8 3,7 821,5 3,8 1.004,0 3,3
Totale risorse per categoria di Regioni 7.282,9 100,0 1.308,0 100,0 21.456,8 100,0 30.047,7 100,0
Assistenza tecnica 285,2 - 42,4 - 743,7 - 1.071,3 -
Totale generale 7.568,1 1.350,4 22.200,5 31.119,0
(a) Comprensivo del FESR e del FSE e al netto del FEASR e del
FEAMP.
Fonte: elaborazioni SVIMEZ su dati Agenzia per la Coesione Territoriale
SVIMEZ, Rapporto SVIMEZ 2015 sull’economia del Mezzogiorno, Il Mulino, 2015, p. 387Antonio Bonetti
39. 3.12. L’allocazione dei Fondi Strutturali per OT e categorie di regioni (II)
La tabella riportata prima evidenzia che il pacchetto finanziario dei Fondi Strutturali, al netto del
finanziamento specifico per l’Assistenza Tecnica alle Autorità di Gestione, si divide come segue:
1. per quel che concerne le macro-categorie territoriali, le regioni più sviluppate raccolgono il 24,2% del
contributo dell’UE, quelle in transizione il 4,4% e quelle meno sviluppate il 71,4%;
2. per quel che concerne gli OT, quelli su cui si concentra maggiormente il contributo dell’UE sono l’OT 10
Istruzione e formazione (13,7% delle risorse UE), l’OT 8 Occupazione (13,6%), e l’OT 3 Competitività dei
sistemi produttivi (11,9%). Molto rilevante è anche la concentrazione finanziaria sull’OT 1 Ricerca e
innovazione (11,2% del totale delle risorse UE) e sull’OT 9 Inclusione sociale (11% del totale).
Il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) e il Fondo Europeo per le Attività Marittime e la
Pesca (FEAMP) non intervengono in tutti gli OT. Complessivamente il loro budget è il seguente:
FEASR: 10, 430 Miliardi di Euro, dei quali oltre 4 Miliardi sono allocati sull’OT 3;
FEAMP: 537,3 Milioni di Euro (*).
(*) L’attuazione del FEASR si basa su 21 PSR regionali e 2 Programmi Nazionali
L’attuazione del FEAMP si basa su un Programma Nazionale.Antonio Bonetti
40. 3.13. La strategia per le aree interne nell’ambito dell’Accordo di Partenariato (I)
Le sfide territoriali per CLLD/LEADER individuate nell’AdP sono: (i) migliorare il disegno e
l’implementazione delle politiche a favore di specifiche aree; (ii) promuovere una maggiore qualità della
progettazione locale, (iii) promuovere con flessibilità il coordinamento delle politiche (v. AdP, p.664).
Alcune specifiche sfide interessano le “aree interne”, che si caratterizzano per il fatto di essere:
a una distanza significativa dai principali “centri di offerta di servizi” (*);
dotate di risorse culturali e naturali rilevanti (e, sovente, sotto-utilizzate);
estremamente diversificate.
L’AdP delinea una strategia che, fondamentalmente, qualifica le “aree interne” come aree a forte rischio di
spopolamento. L’AdP, infatti, stabilisce che “per contrastare e invertire i fenomeni di spopolamento in
queste aree si intende agire attraverso progetti di sviluppo locale …, integrati da un intervento nazionale
volto ad assicurare alle comunità coinvolte un miglioramento dei servizi essenziali di istruzione, salute e
mobilità” (v. AdP, p. 690).
(*) I Centri di Offerta di Servizi sono definiti come “quel Comune, o aggregato di Comuni confinanti, in
grado di offrire simultaneamente: tutta l’offerta scolastica secondaria, almeno un ospedale di sede
DEA di I livello, almeno una stazione ferroviaria di categoria silver” (v. UVAL, Strategia Nazionale
per le Aree Interne: definizione, obiettivi, strumenti e governance, Materiali UVAL N. 31, 2014, p. 24)
Antonio Bonetti
41. 3.14. La strategia per le aree interne nell’ambito dell’Accordo di Partenariato (II)
L’obiettivo centrale della SNAI, in sostanza, è l’inversione dei trend demografici negativi che
caratterizzano le aree interne. Vengono individuati cinque obiettivi intermedi (v. slide successiva) che
vengono perseguiti tramite due classi di azioni (strumenti):
1. Progetti di Sviluppo Locale, da focalizzare sui seguenti temi (v. AdP, p. 692):
Tutela del territorio e comunità locali,
Valorizzazione delle risorse naturali, culturali e del turismo sostenibile;Valorizzazione delle risorse naturali, culturali e del turismo sostenibile;
Sistemi agro-alimentari e sviluppo locale;
Risparmio energetico e filiere locali di energia rinnovabile,
Saper fare e artigianato.
2. Adeguamento della qualità/quantità dell’offerta di servizi essenziali. Tali servizi vengono
individuati in quelli che definiscono i “diritti di cittadinanza” essenziali di una comunità, ossia servizi
scolastici, servizi sanitari essenziali (pronto-soccorso, emergenze punti parto, trasfusioni) e sistemi di
mobilità (interni ed esterni) di qualità accettabile.
Definizione delle c.d. “aree interne”: il Comitato per le Aree Interne ha
stimato che queste coprono 4.261 Comuni, interessando circa il 23% della
popolazione italiana, come rilevata dal Censimento della Popolazione 2011.Antonio Bonetti
42. La Nota si propone specificamente di:
diffondere, ampliare e migliorare la conoscenza dei principali strumenti di finanziamento dell’UE,
focalizzando l’attenzione soprattutto sui fondi dell’UE potenzialmente più utili per gli EE.LL.;
migliorare la conoscenza dei molteplici canali informativi sui finanziamenti diretti della UE, in modo da
accedere in seguito più facilmente all’informazione rilevante e da formulare proposte progettuali più adatte
1.2. Obiettivi specifici della Nota
Antonio Bonetti
accedere in seguito più facilmente all’informazione rilevante e da formulare proposte progettuali più adatte
a ciascun tipo di strumento finanziario;
sensibilizzare gli Enti Locali sull’importanza della lobbying a livello europeo e del networking
internazionale;
diffondere la conoscenza di nuovi modelli di funding delle politiche pubbliche informati alle pratiche in uso
nella raccolta fondi da privati.
Vanno tenute ben presenti le seguenti criticità: (i) i finanziamenti europei non sono così
abbondanti (il bilancio dell’UE si aggira su circa l’1% del PIL dell’UE); (ii) l’accesso a
tali finanziamenti – specialmente nel caso di quelli “a gestione diretta” – è costoso e,
non ultimo, rischioso. Ecco che di conseguenza, anche per gli Enti Locali si impone la
necessità di adottare un approccio strategico ai fondi dell’UE che, in primo luogo, sia
funzionale alla ricerca di varie sinergie fra i diversi strumenti di finanziamento.
43. 3.16. I Programmi Operativi per l’attuazione dell’Accordo di Partenariato
Programmi Operativi
(PO)
PO Regionali (POR)
18 POR FESR
18 POR FSE
3 POR Plurifondo3 POR Plurifondo
(Calabria, Molise e Puglia)
11 PO Nazionali (PON)
Antonio Bonetti
44. 3.17. Logica a cascata degli strumenti giuridici che disciplinano i Fondi SIE e dei relativi livelli di
programmazione strategica (struttura dei POR)
Quadro Strategico Comune
Regolamenti
Obiettivi Tematici (11)
Priorità di Investimento
Accordo di Partenariato
Risultati Attesi (Obiettivi Specifici dei
POR)
Azioni
I regolamenti verticali sul FESR e sul FSE prevedono 30 Priorità di Investimento per il
FESR e 24 per il FSE.Antonio Bonetti
45. 3.18. I POR FESR regionali e le politiche pubbliche. L’OT 4
Priorità di Investimento
Ris. Atteso
(Ob. Spec.)
Interventi
b) Promuovere l'efficienza energetica e l'uso
dell'energia rinnovabile nelle imprese
4.2 Riduzione dei consumi
energetici e delle emissioni
nelle imprese e integrazione di
fonti rinnovabili
Promuovere l’efficienza energetica e l’uso dell’energia
rinnovabile nelle imprese (riconversione delle aree produttive in
Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate)
Regione Lazio – Asse 4 Energia sostenibile e mobilità (OT 4 dell’AdP)
c)Promuovere l'efficienza energetica, la
gestione intelligente dell'energia e l'uso
dell'energia rinnovabile nelle infrastrutture
pubbliche, compresi gli edifici pubblici, e nel
settore dell'edilizia abitativa
4.1 Riduzione dei consumi
energetici negli edifici e nelle
strutture pubbliche o ad uso
pubblico, residenziali e non
residenziali e integrazione di
fonti rinnovabili
Promozione dell’eco-efficienza e riduzione di consumi di energia
primaria negli edifici e strutture pubbliche e sostenere
l’efficienza energetica nell’edilizia abitativa
e) Promuovere strategie per basse emissioni
di carbonio per tutti i tipi di territorio, in
particolare le aree urbane, inclusa la
promozione della mobilità urbana
multimodale sostenibile e di pertinenti
misure di adattamento e mitigazione
4.6 Aumento della mobilità
sostenibile nelle aree urbane
Interventi di mobilità sostenibile urbana anche incentivando
l’utilizzo di sistemi di trasporto a basso impatto ambientale, il
completamento, l’attrezzaggio del sistema e il rinnovamento
delle flotte
Viene riportato questo focus sugli OT 4, 5 e 6, in quanto questi OT sono anche quelli che
annoverano fra i principali beneficiari gli EE.LL.Antonio Bonetti
46. 3.19. I POR FESR regionali e le politiche pubbliche. L’OT 5 (I)
Regione Marche – Asse 5 Rischio idrogeologico (OT 5 dell’AdP)
Priorità di Investimento
Ris. Atteso
(Ob. Spec.)
Azioni
5.1.1 Interventi di messa in sicurezza e per
l’aumento della resilienza dei territori più
b) Promuovere investimenti per far fronte a
rischi specifici, garantire la capacità di
reagire alle catastrofi e sviluppare sistemi di
gestione delle catastrofi
5.1 Riduzione del rischio
idrogeologico e di erosione
costiera
l’aumento della resilienza dei territori più
esposti a rischio idrogeologico e di erosione
costiera
5.1.2 Manutenzione straordinaria del
reticolo idraulico, delle reti di scolo e
sollevamento acque, laminazione delle
piene e stabilizzazione delle pendici,
utilizzando, ove possibile, infrastrutture
verdi
5.1.4 Integrazione e sviluppo di sistemi di
prevenzione, anche attraverso meccanismi e
reti digitali interoperabili di allerta precoce
Antonio Bonetti
47. 3.20. I POR FESR regionali e le politiche pubbliche. L’OT 5 (II)
Regione Lazio – Asse 5 Rischio idrogeologico (OT 5 dell’AdP)
Priorità di Investimento
Ris. Atteso
(Ob. Spec.)
Interventi
b) Promuovere investimenti per far
fronte a rischi specifici, garantire 5.1 Riduzione del rischio Interventi di messa in sicurezza e per l’aumentofronte a rischi specifici, garantire
la capacità di reagire alle catastrofi
e sviluppare sistemi di gestione
delle catastrofi
5.1 Riduzione del rischio
idrogeologico e di erosione
costiera
Interventi di messa in sicurezza e per l’aumento
della resilienza dei territori più esposti a rischio
idrogeologico e di erosione costiera
N.B. La Regione Lazio, diversamente da altre Regioni, non ha attivato un Asse specifico per l’OT 6 “Preservare e tutelare l’ambiente
e promuovere l’uso efficiente delle risorse”. In pratica, alcune tipologie di interventi attivabili da questo OT saranno attuati tramite
la programmazione regionali degli interventi per lo sviluppo rurale finanziati dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Rurale (FEASR).
Antonio Bonetti
La struttura del POR FESR Lazio è riportata nell’Allegato III.
48. 1.3. Fondi SIE ed Enti Locali (I)
Nella nuova programmazione dei Fondi Strutturali e per l’Investimento Europeo (Fondi SIE), gli Enti Locali hanno
minori opportunità e maggiori responsabilità. Questa esplicita posizione si attaglia soprattutto ai Fondi Strutturali
(FESR e FSE), mentre appare sostanzialmente invariato il novero delle opportunità legate all’attuazione dei
Programmi di Sviluppo Rurale regionali cofinanziati dal FEASR.
Se si guarda, in particolare, agli Obiettivi Tematici 1 e 3 dei Fondi SIE 2014-2020 è indubitabile che i principali
Antonio Bonetti
destinatari degli interventi saranno gli operatori del settore della ricerca e del sistema produttivo. Gli Enti Locali
(EE.LL.), invece, avranno maggiori opportunità in relazione agli Obiettivi Tematici 2, 4, 5 e 6.
A parere di chi scrive, quindi, i giudizi che talvolta si leggono sulle maggiori opportunità nella nuova
programmazione per gli EE.LL. appaiono quantomeno affrettati. Inoltre, non va dimenticato che tali opportunità
rischiano di restare lettera morta per le difficoltà dei Comuni di garantire la quota di cofinanziamento dei progetti e,
al tempo stesso, ottemperare al vincolo di stabilità interno.
Va anche aggiunto, tuttavia, che è assolutamente giunto il tempo in cui gli Enti Locali guardino con più interesse e
coraggio alle opportunità dischiuse dai finanziamenti “diretti” dell’UE, specialmente laddove ci siano linee di
finanziamento specificamente dedicate come nel caso di Europa per i Cittadini.
49. Macro-categorie PON Fondi
Tutte le macro-categorie
di regioni
Governance e Capacità Istituzionale FSE, FESR
Città Metropolitane (Metro) FSE, FESR
Per la scuola FSE, FESR
Inclusione sociale FSE
Garanzia Giovani (Iniziativa Occupazione
FSE + fondi allocati
direttamente sul bilancio
3.22. I PON
di regioni Garanzia Giovani (Iniziativa Occupazione
Giovani)
direttamente sul bilancio
dell’UE
PON Sperimentazione Politiche Attive del
Lavoro (SPAO)
FSE
Regioni in transizione e regioni meno
sviluppate
Imprese e competitività FESR
Ricerca e Innovazione FSE, FESR
Regioni meno sviluppate
Infrastrutture e reti FESR
Cultura FESR
Legalità FSE, FESR
* I PON più utili per la città e gli enti locali sono il PON Metro, PON “Per la
scuola”, PON Inclusione sociale, PON Cultura, e anche PON
Infrastrutture e Reti (relativamente agli interventi nelle aree urbane) .Antonio Bonetti
50. 3.23. La dotazione finanziaria dei PON
PON
VA
(mln di Euro)
Quota di ogni
PON (%)
PON Città Metropolitane 588 5,5
PON Cultura 368 3,5
I PON nazionali hanno una dotazione finanziaria complessiva di quasi 10,7 Miliardi di Euro (escluso il cofinanziamento
nazionale), pari a circa il 34,3% del montante complessivo di Fondi Strutturali a disposizione per il settennio. I due PON
con il budget più elevato sono PON Imprese e Competitività e PON Infrastrutture e Reti.
PON Cultura 368 3,5
PON Governance e Capacità Istituzionale 584 5,5
PON Imprese e Competitività 1.776 16,7
PON Inclusione 827 7,8
PON Infrastrutture e Reti 1.383 13,0
PON Iniziativa Occupazione Giovani 1.135 10,6
PONLegalità 283 2,7
PON per la Scuola 1.615 15,1
PON Ricerca e Innovazione 926 8,7
PON Sistemi di politiche attive per l'occupazione 1.181 11,1
Totale 10.666 100,0
Antonio Bonetti
51. 4.1. Il dibattito su “agenda urbana” e “smart cities” in Italia
L’agenda urbana, come sviluppata nell’ambito dei PO, riprende ovviamente le indicazioni del regolamento-
quadro e, soprattutto, quelle del Capo II del regolamento FESR, oltre che i risultati delle riflessioni teoriche e
delle sperimentazioni di nuovi servizi in ambito urbano degli ultimi anni (a questo tema la Commissione ha
Sezione 4. PRIORITÀ “AGENDA URBANA” E FONDI PER LE “SMART CITIES”
dedicato negli anni recenti diverse Comunicazioni).
Fra i filoni di ricerca/contributi più significativi si segnalano:
la “Carta di Lipsia” sulle città sostenibili;
la “Carta di Toledo” sulla rigenerazione urbana;
l’agenda territoriale 2020 dell’UE;
lo studio “The city of tomorrow” e la Comunicazione della Commissione sulla “agenda urbana”: The urban
dimension of EU policies. Key features of an urban agenda, COM (2014) 490 finale del 18 luglio 2014.
N.B. Diversi pregevoli contributi sul paradigma “smart cities” si possono scaricare dal
portale del centro di ricerca World Economic Forum (www.weforum.org)Antonio Bonetti
52. 4.2. Il “patto di Amsterdam” sull’agenda urbana europea
Il Consiglio informale dei Ministri dei Paesi dell’UE responsabili per le questioni regionali e urbane sulla
c.d. “agenda urbana europea” (tenutosi ad Amsterdam il 30 maggio scorso) ha stabilito – con la ratifica
del “patto di Amsterdam” - che l’agenda urbana europea dovrà essere portata avanti sulla base di 12
partenariati che si occuperanno di altrettante aree tematiche prioritarie per lo sviluppo delle città,
ossia: 1) integrazione dei migranti e dei rifugiati, 2) qualità dell'aria, 3) povertà urbana, 4) alloggi, 5)
economia circolare, 6) posti di lavoro e competenze professionali nell'economia locale, 7) adattamento aieconomia circolare, 6) posti di lavoro e competenze professionali nell'economia locale, 7) adattamento ai
cambiamenti climatici, 8) transizione energetica, 9) uso sostenibile del territorio e soluzioni fondate sulla
natura, 10) mobilità urbana, 11) transizione digitale, 12) appalti pubblici innovativi e responsabili.
Fra questi 12 partenariati, 4 sono già stati avviati. Si tratta di quelli che si occupano delle seguenti aree
tematiche:
• integrazione dei migranti e dei rifugiati (coordinato dalla città di Amsterdam),
• qualità dell'aria (coordinato dall’Olanda),
• alloggi (coordinato dalla Slovacchia),
• povertà urbana (coordinato dal Belgio e dalla Francia).
Antonio Bonetti
53. 4.3. Smart cities, agenda urbana e gli interventi specifici del FESR (artt. 7-9 del Reg. FESR)
Art. 7 – Sviluppo urbano
sostenibile
(i) Il FESR sostiene lo sviluppo urbano sostenibile, tenendo anche
conto dell’esigenza di promuovere i collegamenti tra aree urbane e
rurali,
(ii) il FESR interviene attraverso:
- gli Investimenti Territoriali Integrati (art. 36 del regolamento
generale);
- un Programma Operativo (PO);
- un Asse di un PO.
Art. 9 – Rete di sviluppo
urbano
Art. 8 – Urban Innovative
Actions
La Commissione istituisce una Rete di Sviluppo Urbano per
promuovere il miglioramento delle competenze in materia di
politiche urbane, la creazione di reti e lo scambio di conoscenza e
buone pratiche fra le autorità urbane.
La Commissione sulla base dell’art. 8 ha lanciato un’azione
innovativa indicata come Urban Innovative Actions (UIA).
Antonio Bonetti N.B. Almeno il 5% delle risorse del FESR, nella programmazione 2014-2020,
deve essere allocato per la priorità orizzontale “agenda urbana”
54. 4.4. La priorità “agenda urbana” in Italia
A livello europeo e nazionale l’agenda urbana muove dalla consapevolezza che le città sono sia attrattori
delle migliori risorse mobili, sia il centro di molteplici problematiche.
In Italia il dibattito sulle “smart cities” è molto vivace da diversi anni e si interseca con quello sulla riforma
del sistema istituzionale e della Pubblica Amministrazione.
L’agenda urbana per la programmazione in corso è ampiamente tratteggiata nell’AdP e,L’agenda urbana per la programmazione in corso è ampiamente tratteggiata nell’AdP e,
fondamentalmente, interessa:
le 10 città metropolitane individuate con legge nazionale (*) e le 4 città metropolitane individuate dalle
Regioni a Statuto speciale (Cagliari, Catania, Messina e Palermo), per le quali interverrà il Programma
Operativo Nazionale Città Metropolitane (PON “Metro”),
le città medie e i poli urbani regionali (in primo luogo capoluoghi di provincia e di regione), che
beneficeranno dei POR regionali cofinanziati dal FESR e dal FSE.
(*) Le Città Metropolitane stabilite dalla L. 56/2014 (“legge Delrio”) sono: Genova, Torino, Milano,
Venezia, Firenze, Bologna, Roma, Napoli, Bari, Reggio Calabria
Antonio Bonetti
55. 4.5. La “riforma Delrio”
La “riforma Delrio” (L. 56/2014) imprime una forte accelerazione ai processi di riforma
dell’ordinamento istituzionale (“a Costituzione invariata”), prevedendo fra le altre cose:
l’istituzione delle Città Metropolitane (14), attuando finalmente il dettato della L. 142/1990;
la sostituzione di queste alle ex omonime Province;
un significativo svuotamento dei poteri delle altre Province, che vengono ridimensionate a Enti diun significativo svuotamento dei poteri delle altre Province, che vengono ridimensionate a Enti di
secondo livello non elettivi. Viene peraltro prevista una riduzione delle funzioni delle Province
nell’attesa della loro definitiva soppressione con legge di rango costituzionale;
l’adozione da parte delle Città Metropolitane di Piani Strategici (a marzo di quest’anno, stando a uno
studio di Ernst&Young, solo Firenze, Bologna e Torino si erano dotate di questo strumento);
leggi di riordino regionali (a marzo di quest’anno, solo Lazio e Molise non avevano provveduto ad
emanarle).
Antonio Bonetti
(*) Alle 14 Città Metropolitane corrispondono ben 1.357 Comuni che raccolgono quasi 22 milioni
di abitanti, ma un dato è indicativo di come l’agenda urbana in Italia dovrebbe concentrarsi
maggiormente sulle “città medie”: solo Roma e Milano nel nostro paese superano il milione di
abitanti.
56. 4.6. Alcune criticità della “riforma Delrio”
Stato
(governo centrale)
UE
Antonio Bonetti
Comuni
Regioni
Aree vaste
intermedie
ProvinceProvince
Quali funzioni attribuire agli enti
di secondo livello?
Come sostenere le città medie ed
evitare fratture socio-
demografiche infra-regionali?
Quale “rescaling” istituzionale
per le aree vaste intermedie?
57. 1.4. Fondi SIE ed Enti Locali (II)
Ciò che è innegabile è che sono aumentate/aumenteranno le responsabilità degli EE.LL. in relazione
all’obiettivo di un efficace uso dei Fondi SIE 2014-2020, quantunque sia evidente una tendenza alla
“ricentralizzazione” per quanto concerne la programmazione degli interventi.
Questa considerazione muove in primo luogo dall’ulteriore revisione del sistema istituzionale italiano, con
una più forte deverticalizzazione verso il basso – a livello di Comuni e di Unione dei Comuni – diuna più forte deverticalizzazione verso il basso – a livello di Comuni e di Unione dei Comuni – di
responsabilità di governo e di gestione della finanza pubblica, comportata dallo svuotamento di poteri delle
Province (a seguito della “riforma Delrio” ex L. 56/2014).
In merito, va anche aggiunto che in Italia la nuova programmazione dei Fondi SIE è fortemente indirizzata,
inter alia, proprio all’obiettivo di migliorare il rapporto fra PA e cittadini e di aumentare l’efficienza dei
servizi pubblici.
Lo schema riportato nella slide che segue ha proprio la funzione di evidenziare come sia la “riforma Del io”
dell’ordinamento istituzionale del Paese (L. 56/2014), sia la “riforma Madia” della Pubblica
Amministrazione (L. 124/2015) possano costituire delle opportunità per gli Enti Locali (EE.LL.) anche in
termini di finanza pubblica aggiuntiva (europea e nazionale) che possono intercettare per migliorare la loro
efficienza e anche la qualità dei servizi erogati ai cittadini.
Antonio Bonetti
58. PON Città Metropolitane
Agenda urbana europeaAgenda urbana europea
(“patto di Amsterdam”)(“patto di Amsterdam”)
4.8. I principali finanziamenti dell’UE per l’attuazione della “agenda urbana” in Italia
Agenda urbana:
i principali finanziamenti europei
per l’attuazione in Italia
PON Città Metropolitane
PON Inclusione sociale
Europa per i Cittadini – Strand 2 Impegno democratico
Iniziative “Urbact” e “Urban Innovative Actions”
(*) Vanno anche considerati gli interventi delle Regioni finanziabili con i POR FESR regionali (si segnalano, in
particolare, gli OT 4, 5 e 6 dell’AdP). In merito si veda l’Allegato III su struttura del POR FESR Lazio e OT 4, 5 e 6.Antonio Bonetti
59. POR FESR
1. LIFE
2. INTERREG EUROPE
3. Programmi di Cooperazione
Transfrontaliera
Accessibili per le città
dell’intero Paese
4.9. Altri finanziamenti per l’attuazione della “agenda urbana” in Italia (I)
PON “Legalità”
PON “Cultura”
Altri finanziamenti
POR FESR
PON “Per la scuola”
Accessibili solo per città delle
regioni “in ritardo di
sviluppo”
Antonio Bonetti
Programma Nazionale FAMI
60. 4.10. Altri finanziamenti per l’attuazione della “agenda urbana” in Italia (II)
In merito ai finanziamenti per le “smart cities” vanno aggiunte alcune precisazioni:
in linea di principio tutti gli Enti Locali e tutte le Istituzioni/aree della PA possono beneficiare di
quegli specifici interventi di “upgrade” della PA resi possibili dall’attuazione del PON Governance e
dell’OT 2 (agenda digitale) dei Fondi SIE 2014-2020. Vanno tenuti in debita considerazione, pertanto,
anche i Programmi pluriennali dell’AgID (Agenzia per l’Italia Digitale) per la c.d. “PA digitale” e
l’Iniziativa “ICT enabled Public Sector innovation”, attuata nell’ambito dell’Agenda digitale europea;
Antonio Bonetti
l’Iniziativa “ICT enabled Public Sector innovation”, attuata nell’ambito dell’Agenda digitale europea;
l’attuazione degli interventi per le “smart cities” chiama in causa anche il settore dei trasporti e,
quindi, si amplia (e complica) ulteriormente il quadro generale degli strumenti di finanziamento
potenzialmente disponibili. In questa luce va almeno richiamato il PON “Reti e mobilità” che interessa le
sole 5 regioni italiane “in ritardo di sviluppo”;
nell’ambito del Programma Quadro per la ricerca Horizon 2020 sono previste diverse linee di
finanziamento per migliorare l’efficacia dei servizi urbani (si pensi ai progetti “Lighthouse Smart
Cities”);
nell’ambito delle iniziative del “patto di Amsterdam”, la Commissione ha assunto l’impegno di
implementare entro la fine del 2016 uno sportello unico telematico (portale web) sulle questioni urbane
che, inter alia, dovrà contribuire a migliorare le informazioni disponibili sui finanziamenti per le città.
61. 4.11. Finanziamenti pubblici per la ricerca più utili per l’implementazione
del paradigma “smart cities”
1. Horizon 2020
Pilastro II
LEIT ICT (*)
Pilastro III
SC 1 – Health
SC 3 – Energy
SC 4 – Smart Transport
Smart living e domotica
(IoT per la casa)
Pilastro III
“Societal Challenges”
SC 4 – Smart Transport
SC 6 - Europe in a changing
world
2. Piano Nazionale della
Ricerca 2015 - 2020
(PNR 2015-2020)
In particolare, le “aree”:
9. Smart communities
12. Mobilità
Antonio Bonetti
(*) I LEIT (Leadership in
Enabling and Industrial
Tchnologies) sono uno dei
tre strand del II Pilastro.
PEI su “Smart Cities &
Communities”
62. 4.12. Partenariato Europeo per l’Innovazione “Smart Cities and Communities”
I Partenariati Europei per l’Innovazione (PEI) sono particolari strumenti sperimentali volti a
rafforzare l’orientamento alla ricerca e all’innovazione del sistema socio-economico europeo lanciati
nell’ambito dell’Iniziativa Faro “Unione dell’Innovazione” della strategia “Europe 2020”. I PEI che sono
stati lanciati sono:
Invecchiamento attivo,
Produttività e sostenibilità del sistema agricolo,
Smart Cities and Communities,Smart Cities and Communities,
Acqua,
Materie prime.
Il PEI Smart Cities and Communities - https://eu-smartcities.eu – era stato approvato nel 2011
con un budget di 87 milioni e con la missione di contribuire a ridurre i consumi energetici nelle aree
urbane. L’anno seguente questo PEI è stato varato ufficialmente con una missione più ampia (il PEI, da
quel momento, si occupa anche di ICT e di sistemi di trasporto) e con un budget più elevato (365 Milioni
di Euro). Nel corso del 2016 il PEI ha lanciato una importante consultazione pubblica sul civic
engagement in Europa, basata sul c.d. “European Manifesto on Citizen Engagement” .
Antonio Bonetti
63. 4.13. Le priorità della “agenda urbana” recepite dal PON “Città Metropolitane” (I)
Gli obiettivi specifici dell’agenda urbana (e del PON “Città Metropolitane”) sono:
Ridisegno e modernizzazione dei servizi urbani per i residenti e gli utilizzatori delle città
utilizzando tecniche e metodi innovativi, anche legate allo sviluppo dei servizi digitali (paradigma
“smart cities”);
Promozione di pratiche e di progetti di inclusione sociale per la popolazione e iPromozione di pratiche e di progetti di inclusione sociale per la popolazione e i
quartieri in condizioni di disagio, attraverso la riqualificazione degli spazi e la previsione di servizi
e percorsi di accompagnamento.
Il PON Città Metropolitane, indirettamente, avrà una funzione servente importante sia rispetto alla
attuazione della riforma ex L. 56/2014 (“riforma Delrio”), sia rispetto alla formulazione dei Piani
Strategici Metropolitani (piani triennali di cui si dovranno dotare le Città Metropolitane).
Antonio Bonetti
(*) Va anche segnalata, a titolo di completezza l’istituzione “Fondo per l’attuazione del Programma
straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie”, gestito dalla
Presidenza del Consiglio dei Ministri, con una dotazione di 500 milioni/€ per l’anno 2016. Questo
Fondo, ai sensi dell’art. 1, commi 974 – 978 della Legge 208/2015 (legge di stabilità per il 2016) finanzia
il “Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie
delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia”.
64. 4.14. Le priorità della “agenda urbana” recepite dal PON “Città Metropolitane” (II)
I drivers (tre stabiliti a livello nazionale e uno da ciascuna Amministrazione regionale) dello sviluppo
urbano sostenibile individuati nell’AdP sono:
Ridisegno e modernizzazione dei servizi urbani per i residenti e per gli utilizzatori delle città,
Pratiche e progetti per l’inclusione sociale per i segmenti di popolazione più fragile e per aree e
quartieri disagiati,
Rafforzamento della capacità delle città di potenziare i segmenti locali di filiere produttive globali,Rafforzamento della capacità delle città di potenziare i segmenti locali di filiere produttive globali,
Driver specifico stabilito da ogni regione (soprattutto con riferimento agli OT 5 e 6).
Il PON “Città Metropolitane” (PON Metro) interviene direttamente sui primi due drivers, ma non
sugli altri due, sui quali invece intervengono le Regioni con i POR FESR regionali.
In particolare, sul terzo driver intervengono le azioni dei POR FESR di cui all’OT 3 “Competitività delle
imprese”, mentre sul quarto intervengono le azioni di cui agli OT 5 e 6 dell’AdP (*) .
Antonio Bonetti
(*) Per quanto concerne il Lazio si ricorda la positiva esperienza, nella programmazione 2007-2013,
dei PLUS. Il Programma Piano Locale Urbano di Sviluppo (PLUS) è stato attuato nell’ambito
del POR FESR 2007-2013 dopo la sua riprogrammazione di medio termine. (www.pluslazio.eu)
65. 4.15. Il PON Città Metropolitane (I)
Il Programma Operativo Nazionale plurifondo Città Metropolitane 2014-2020 (PON
“Metro”), approvato dalla Commissione Europea il 14 luglio 2015, ha una dotazione finanziaria di oltre
892 milioni di Euro di cui 446 a valere sul Fondo di Sviluppo Regionale (FESR) e 142 sul Fondo Sociale
Europeo (FSE), cui si aggiungono 304 milioni di cofinanziamento nazionale.
Come già rilevato, esso tiene ampiamente conto del processo di revisione dei poteri istituzionali in Italia
ex L. 56/2014.
Il PON Metro interviene con tassi di contribuzione differenziati a seconda della categorie di regioni in
cui ricadono le Città Metropolitane (*) e, come emerge dalla slide 4.16, concentra sull’Asse 2
“Sostenibilità Urbana” (FESR) la quota maggiore delle risorse (35,6%).
L’Autorità di Gestione è l’Agenzia per la Coesione Territoriale, ma le città interessate saranno
individuate quali Autorità Urbane (AU), ai sensi dell’art.7 del regolamento FESR, venendo ad assumere
il ruolo di Organismo Intermedio (OI). La delega investe direttamente di responsabilità i sindaci dei 14
Comuni capoluoghi di Città metropolitane e costituisce conditio sine qua non per la piena operatività
del PON.
(*) La quota di partecipazione dei Fondi SIE è pari al 75% per le Città che ricadono nelle
regioni “meno sviluppate” e al 50% nelle altre aree.Antonio Bonetti
66. 4.16. Il PON Città Metropolitane (II)
Assi OT ex AdP Fondi SIE Budget (Euro)
Distribuzione
per Assi (in %)
Agenda digitale (FESR) OT 2 FESR 151.982.830,0 17,0
Sostenibilità urbana
(FESR)
OT 4 FESR 318.288.000,0 35,6
Servizi per l'inclusione
sociale (FSE)
OT 9 FSE 217.193.592,0 24,3
Infrastrutture per
l'inclusione sociale
(FESR)
OT 9 FESR 169.751.580,0 19,0
Assistenza tecnica
(FESR)
FESR 35.717.332,0 4,0
892.933.334,0 100,0
Antonio Bonetti
67. 4.17. Il PON Città Metropolitane (III)
Il PON Metro “si inserisce nel quadro dell’Agenda urbana nazionale e delle strategie di sviluppo
urbano sostenibile delineate dall’Accordo di Partenariato”.
“L’area interessata dal PON si riferisce al massimo al territorio delle Città metropolitane, con
interventi più mirati su porzioni di questi territori e in particolare sul territorio del Comune
capoluogo” (*).capoluogo” (*).
“Il PON Metro interviene per sostenere, con modelli di intervento comuni, specifiche e determinate
azioni prioritarie che compongono una strategia unificante a livello nazionale per le Città
metropolitane, affrontando congiuntamente e in modo coordinato alcune delle sfide che interessano
tali contesti territoriali”.
Fonte: Commissione Europea - Italia, “PON Città metropolitane”, Codice Identificativo: CCI 2014IT16M2OP004
(*) Sul testo ufficiale del PON Metro (v. p. 2) viene specificato che l’area territoriale di riferimento
è la Città metropolitana limitatamente alle azioni immateriali legate all’agenda digitale e ad azioni
di inclusione sociale cofinanziate dal FSE. Gli altri interventi del PON sono circoscritti al territorio
del Comune capoluogo.Antonio Bonetti
68. 4.18. Il PON Città Metropolitane (IV)
Il Programma Operativo Nazionale Città Metropolitane 2014-2020 prevede interventi nei
settori dell'agenda digitale, dell'efficienza energetica, della mobilità sostenibile, del disagio abitativo e
dell’inclusione sociale (i quattro Assi operativi, a cui si aggiunge l’Asse di assistenza tecnica).
Il PON “Metro”, pertanto, prevede non solo azioni inerenti PA digitale, tecnologie digitali per
migliorare i servizi urbani e sistemi di trasporto urbano organizzati meglio e meno inquinanti, ma anche
interventi di contrasto della povertà materiale e di riduzione della marginalità estrema attraverso l’Asse
3 e l’Asse 4, concentrando le azioni su due gruppi target:3 e l’Asse 4, concentrando le azioni su due gruppi target:
individui senza fissa dimora,
comunità emarginate (rom e altri alloggiati nei “campi nomadi”).
Questo PON, quindi, presenta rilevanti sinergie potenziali con un altro PON che interessa l’intero
territorio nazionale, ossia il PON “Inclusione sociale”, PON di cui è Autorità di Gestione il Ministero
del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Gli Assi operativi di questo PON sono: 1. Sostegno per l’inclusione attiva, 2. Innovazione sociale, 3.
Economia sociale, integrazione e antidiscriminazione, 4. Capacità amministrativa e azioni di sistema.
Antonio Bonetti
69. 4.19. La struttura del PON Città Metropolitane (V)
Assi Ob. Specifici (AdP) Azioni
1. Agenda digitale
metropolitana (FESR)
1.1. Digitalizzazione dei
processi amministrativi e
diffusione di servizi digitali
pienamente interoperabili
(agenda digitale)
1.1.1 Adozione di tecnologie per migliorare i servizi urbani della
smart city
2.1 Riduzione dei consumi
energetici negli edifici e nelle 2.1.1 Illuminazione pubblica sostenibile
2. Sostenibilità dei servizi
pubblici e della mobilità urbana
(FESR)
energetici negli edifici e nelle
strutture pubbliche o ad uso
pubblico
2.1.1 Illuminazione pubblica sostenibile
2.1.2 Risparmio energetico negli edifici pubblici
2.2. Aumento della mobilità
sostenibile nelle aree urbane
2.2.1 Infomobilità e sistemi di trasporto intelligenti
2.2.2 Rinnovamento e potenziamento tecnologico delle flotte
del TPL
2.2.3 Mobilità lenta
2.2.4 Corsie protette per il TPL e nodi di interscambio modale
Antonio Bonetti
(continua)
70. 4.20. La struttura del PON Città Metropolitane (VI)
Assi Ob. Specifici (AdP) Azioni
3. Servizi per l'inclusione
sociale (FSE)
3.1 Riduzione del numero di
famiglie in condizioni di
disagio abitativo
3.1.1 Azioni integrate di contrasto alla povertà abitativa
3.2 Riduzione della
marginalità estrema e
3.2.1 Percorsi di accompagnamento alla casa per le comunità
emarginate
(segue)
marginalità estrema e
interventi di inclusione
emarginate
3.2.2 Servizi a bassa soglia per l'inclusione dei senza dimora o
assimilati
3.3. Aumento della legalità
nelle aree ad alta esclusione
sociale
3.3.1 Sostegno all’attivazione di nuovi servizi in aree degradate
4. Infrastrutture per
l'inclusione sociale (FESR)
4.1 Riduzione del numero di
famiglie in condizioni di
disagio abitativo
4.2. Aumento della legalità
nelle aree ad alta esclusione
sociale
4.1.1 Realizzazione e recupero di alloggi
4.2.1 Recupero di immobili inutilizzati e definizione di spazi
attrezzati da adibire a servizi di valenza sociale
Antonio Bonetti
71. 1.5. Indicazioni su riforme istituzionali e amministrative e
finanziamenti potenzialmente utili per attuarle
Riforma “Riforma “DelrioDelrio” e “riforma “Madia”” e “riforma “Madia”
PON Città Metropolitane
Su riforme, Fondi SIE , PON Governance e PON Inclusione sociale si veda anche
l’Allegato IAntonio Bonetti
PON Città Metropolitane
PON Governance e Capacità Istituzionale
Iniziativa “ICT-enabled” Public Sector Innovation
Iniziative “Interreg Europe”, “Urbact” e “Urban
Innovative Actions”
72. 1.5. Indicazioni su riforme istituzionali e amministrative e
finanziamenti potenzialmente utili per attuarle
Riforma “Riforma “DelrioDelrio” e “riforma “Madia”” e “riforma “Madia”
PON Città Metropolitane
Su riforme, Fondi SIE , PON Governance e PON Inclusione sociale si veda anche
l’Allegato IAntonio Bonetti
PON Città Metropolitane
PON Governance e Capacità Istituzionale
Iniziativa “ICT-enabled” Public Sector Innovation
Iniziative “Interreg Europe”, “Urbact” e “Urban
Innovative Actions”
73. 4.23. Il PON Città Metropolitane e l’innovazione sociale (II)
Paradigma “ambient assisted living”
Azione 3.1.1
Azione 4.1.1
Paradigma “housing first”
Antonio Bonetti
Modelli di “community hubs”
Azione 3.3.1
Azione 4.2.1
Integrazione dei servizi di cura
N.B. Le azioni del PON richiamate sopra, specialmente la 3.3.1 e la 4.2.1 prevedono inter alia un
forte empowerment di enti non profit e imprese “a vocazione sociale”
74. 4.24. Il PON Città Metropolitane e l’innovazione sociale (III)
Un utile progetto per capire meglio il legame fra problemi delle aree urbane, innovazione sociale e
coesione sociale è certamente il progetto WILCO (Welfare Innovations at the Local level in
favour of COhesion).
Tale progetto è stato implementato fra dicembre 2010 e gennaio 2014 da un consorzio di 12 Istituti di
ricerca – fra cui, anche qui, il Politecnico di Milano – fruendo di un contributo dell’UE a valere del VII
Antonio Bonetti
ricerca – fra cui, anche qui, il Politecnico di Milano – fruendo di un contributo dell’UE a valere del VII
Programma Quadro di R&ST di quasi 2,45 Milioni di Euro. Gli obiettivi di fondo del progetto, articolato
in 8 Work Packages, sono stati:
identificare pratiche sociali innovative nelle città europee e i fattori che catalizzano la loro diffusione;
collocare opportunamente tali pratiche innovative nel contesto dato di politiche urbane e
problematiche sociali;
individuare suggerimenti concreti per sostenere l’innovazione sociale a livello locale.
WILCO Project: http://www.wilcoproject.eu/the-project/
Altri rilevanti progetti di ricerca sulla “social innovation” sono
presentati sul portale gestito dalla Commissione Europea:
http://siresearch.eu
75. 4.25. Il PON Città Metropolitane e nuovi modelli di integrazione di migranti e dop-out
Integrazione di individui “fragili” e paradigma “housing first”
Nel PON Metro (v. p. 77) tale paradigma viene spiegato nei seguenti termini: «secondo il paradigma “Housing First”
la disponibilità di una casa “adatta” alle esigenze dell’individuo fragile costituisce la precondizione essenziale per
consentire l’innesco del graduale percorso necessario alla sua piena integrazione nella società».
La crescente attenzione per il paradigma “Housing First” è anche confermato dall’analisi del bando 2016 del
Programma Housing della Fondazione Compagnia di San Paolo.
Un progetto molto interessante di applicazione di questo paradigma è il progetto Casa di Pina della Cooperativa AliceUn progetto molto interessante di applicazione di questo paradigma è il progetto Casa di Pina della Cooperativa Alice
ad Alba (CN). http://www.coopalice.net/index.php/casapina
Antonio Bonetti
Integrazione di migranti/rifugiati e rilancio di borghi a rischio spopolamento
Un altro esempio concreto di interventi innovativi nelle città per favorire l’inclusione sociale è stato sviluppato negli
anni recenti da diversi piccoli borghi isolati e rischio di spopolamento della Calabria. In questi piccoli borghi
l’abbattimento di pregiudizi sociali e la fornitura di alloggi nei centri storici e di occasioni di lavoro a migranti e rifugiati
ha consentito di bloccare il fenomeno dello spopolamento e di contrastare il declino dell’economia locale. Questo
movimento è partito dal Comune di Riace, dove l’iniziativa ha prodotto risultati così rilevanti da aver fatto diventare
il piccolo borgo di Riace una best practice oggetto di studio e di attenzione dei media internazionali.
76. 5.1. L’importanza dei Programmi di Cooperazione Territoriale Europea
I Programmi del secondo obiettivo della politica di coesione (politica regionale europea) sono tutti – direttamente o
indirettamente – particolarmente importanti per dare corso alla priorità “agenda urbana”, in quanto:
anche questi Programmi vanno considerati serventi rispetto agli obiettivi dell’agenda “Europe 2020”,
segnatamente alla promozione delle attività di ricerca e innovazione e alla diffusione di nuovi servizi basati sulle
Sezione 5. STRUTTURA E IMPORTANZA DELL’OBIETTIVO COOPERAZIONE
TERRITORIALE EUROPEA DEI FONDI SIE
segnatamente alla promozione delle attività di ricerca e innovazione e alla diffusione di nuovi servizi basati sulle
tecnologie digitali (ICT);
questi Programmi (specialmente quelli che ricadono nell’alveo della “cooperazione interregionale europea”)
hanno un focus specifico su problemi di trasporti, sulle reti (materiali e immateriali) e su una equilibrata
pianificazione territoriale (urbana).
Ai sensi dell’art. 2 del Reg. (UE) N. 1299/2013 sulla Cooperazione Territoriale Europea (CTE), le componenti di
questo secondo obiettivo della politica di coesione sono: (i) cooperazione transfrontaliera; (ii) cooperazione
transnazionale; (iii) cooperazione interregionale (Programmi INTERREG EUROPE, URBACT, INTERACT,
ESPON).
Antonio Bonetti
77. Cooperazione
Transfrontaliera
(i) 60 Programmi di Cooperazione transfrontaliera interna
(ii) 12 Programmi di Cooperazione transfrontaliera IPA
(iii) 16 Programmi di Cooperazione transfrontaliera ENI
Tali Programmi interessano le “regioni NUTS III” (in Italia
corrispondono alle Province o a parti di esse) e richiedono la
cooperazione politica fra Autorità pubbliche su due lati di un confine
(interno o esterno)
5.2. L’Obiettivo “Cooperazione Territoriale Europea” nel periodo 2014-2020
Cooperazione
Interregionale
Cooperazione
Transnazionale
4 Programmi di ricerca, scambio di buone pratiche e di networking
aventi per oggetto “agenda urbana” e politiche territoriali dell’UE
15 Programmi di cooperazione transnazionale
Interessano le “regioni NUTS II”, contribuendo a definire delle grandi
aree territoriali, fortemente integrate, che possono anche interessare
territori al di fuori dei confini fisici dell’UE (v. slide che segue)
Antonio Bonetti
78. 5.3. I Programmi di Cooperazione Transnazionale
Antonio Bonetti Fonte: Commissione Europea - DG Regio
79. 5.4. Programmi di Cooperazione che interessano l’Italia (I)
Cooperazione
transfrontaliera
Interna (8, tutti
cofinanziati dal FESR)
Esterna (3)
Cooperazione interregionale
CTE in Italia Cooperazione transnazionale
Urbact. Interreg Europe,
Interact, ESPON
4 Programmi
Antonio Bonetti
N.B. I tre Programmi di cooperazione transfrontaliera esterna vedono il cofinanziamento di IPA e
FESR o di ENI e FESR
80. IT – Francia Alpi (ALCOTRA);
IT - Francia marittimo;
IT – Svizzera;
IT- Austria;
IT – Croazia;
IT – Francia Alpi (ALCOTRA);
IT - Francia marittimo;
IT – Svizzera;
IT- Austria;
IT – Croazia;
ENI MED
ENI Italia Tunisia
IPA Italia Albania Montenegro
Programmi transfrontalieri esterni*Programmi transfrontalieri esterni*Programmi transfrontalieri interniProgrammi transfrontalieri interni
5.5. Programmi di Cooperazione che interessano l’Italia (II)
IT – Croazia;
IT – Malta;
IT – Slovenia;
Grecia – IT.
IT – Croazia;
IT – Malta;
IT – Slovenia;
Grecia – IT.
Il Lazio nella programmazione in corso è interessato da (i) il Programma ENI MED cofinanziato da ENI e
FESR (una delle priorità di azione è trattamento e riciclo dei rifiuti urbani) e da (ii) il Programma
Transnazionale Mediterraneo.
Spazio Alpino
Europa Centrale
Mediterraneo
Adriatico – Mar Ionio (Adrion)
Programmi transnazionaliProgrammi transnazionali
Antonio Bonetti
81. INTERREG EUROPE
(scambio di esperienze in relazione allo sviluppo
delle regioni e della politica regionale europea *)
URBACT
(scambio di esperienze su buone prassi in relazione
allo sviluppo urbano sostenibile)
5.6. Gli strand della componente “interregionale” dell’ Obiettivo CTE
INTERACT
(scambio di esperienze inerenti la gestione dei
Programmi di cooperazione)
ESPON
(analisi delle tendenze di sviluppo in relazione agli
obiettivi della politica di coesione e di uno sviluppo
armonioso del territorio dell’UE ex SSSE)
CooperazioneCooperazione
InterregionaleInterregionale
Antonio Bonetti
N.B. Su INTERREG EUROPE si veda l’Allegato IV
82. 5.7. URBACT 2014-2020. Base normativa e caratteristiche essenziali
URBACT è un programma di studio e trasferimento di conoscenze e buone pratiche fra città (autorità
urbane) che era stato varato nel 2002.
URBACT, quindi, finanzia ricerche e progetti di trasferimento di conoscenza/buone pratiche e non
investimenti o progetti pilota.
La base normativa è dettata dal Reg. (UE) N. 1303/2013 sui Fondi Strutturali e di Investimento Europeo
(Fondi SIE), dal Reg. (UE) N. 1299/2013 sulla CTE e dal Reg. (UE) N. 1301/2013 sul FESR (artt. 7-9).(Fondi SIE), dal Reg. (UE) N. 1299/2013 sulla CTE e dal Reg. (UE) N. 1301/2013 sul FESR (artt. 7-9).
L’Ente erogatore, per la parte FESR, è la Commissione Europea - Direzione Generale Politica Regionale e
Politiche Urbane.
Gli interventi del Programma sono definiti e finanziati sotto l’OT 11 dei Fondi SIE (“Capacity building”), ma
sono anche interessati gli OT: 1 “Ricerca e innovazione”, 4 “Low carbon economy”, 6 “Protezione
dell’ambiente e uso efficiente delle risorse”, 8. “Occupazione” e 9. “Inclusione sociale e lotta alla povertà”.
Fra le maggiori novità della programmazione 2014-2020 si segnala una maggiore attenzione non solo per la
fase di definizione delle migliori politiche, ma anche per quella di implementazione.
(*) Portale del programma: www.urbact.eu
In Italia si possono richiedere informazioni e chiarimenti al centro di ricerca dell’ANCI Cittalia.Antonio Bonetti
83. 5.8. URBACT 2014-2020. Missione e obiettivi specifici
Migliorare le politiche urbane, mettendo in gradoMigliorare le politiche urbane, mettendo in grado
le città di lavorare insieme e sviluppare soluzionile città di lavorare insieme e sviluppare soluzioni
integrate ai problemi comuniintegrate ai problemi comuni
Capacity for policy delivery
Missione
N.B. URBACT è un programma di apprendimento e trasferimento delle conoscenze che non finanzia
investimenti e progetti pilota
Policy design
Policy implementation
Building and sharing knowledge
Obiettivi specifici
Antonio Bonetti
84. 5.9. URBACT 2014-2020. Le tre principali azioni
1. Transnational
networking
1.2. Implementation
networks
1.1. Action planning
networks
1.3. Transfer of good
practices networks
2. Capacity building
activities
3. Capitalisation
and dissemination
(*) Interventi ammissibili a beneficio e beneficiari cambiano a
seconda delle tipologie di azioni, quindi bisogna sempre controllare
Programma ufficiale e call for proposal.Antonio Bonetti
85. 5.10. Gli obiettivi delle tre principali azioni
1. Transnational
networking
2. Capacity building
activities
3. Capitalisation
and dissemination
sostenere le città
mediante l'ideazione e la
valorizzare le competenze
degli attori urbani
costruire e condividere
conoscenze, pratiche emediante l'ideazione e la
realizzazione di strategie
urbane integrate
basandosi sul mutuo
apprendimento e sullo
scambio di buone
pratiche
degli attori urbani
aiutandoli a sviluppare
approcci integrati e
partecipativi alla creazione
e alla realizzazione di
politiche urbane*
raccomandazioni ed
informare sulla
progettazione e sulla
realizzazione delle
politiche urbane
sostenibili a livello
locale, regionale,
nazionale e comunitario
Antonio Bonetti
(*) Va evidenziato che l’esigenza di sperimentare approcci partecipativi
alla formulazione di politiche per le città e gli interventi degli EE.LL. è
centrale anche nell’Azione 3.1.5 del PON Governance.
86. 5.11. Copertura geografica e dotazione finanziaria di URBACT 2014-2020
Il Programma ha un budget di 96.324.550 Euro (meno di 100 milioni di Euro su 7 anni), con una
partecipazione del FESR che si attesta su circa 74,3 milioni di Euro; questo conferma la sua natura di “know
how programme”). In questa fase, tuttavia, ha una grande valenza politica in quanto programma servente
rispetto al rilancio delle città come “motori di sviluppo”. L’obiettivo, inoltre, è che i “networks di città” che
vengono creati possano durare oltre il progetto.
Le aree geografiche ammesse a beneficio sono:
Stati Membri,
Norvegia e Svizzera,
Paesi beneficiari dello Strumento di Pre-Adesione (IPA),
altri Paesi beneficiari.
(*) I tassi di cofinanziamento, in generale, sono differenziati a seconda delle categorie di regioni in cui
sono localizzati i partners del progetto:
i partners del progetto riceveranno un contributo FESR che copre fino all’85% dei costi eleggibili se
localizzati in regioni “in transizione” e “in ritardo di sviluppo”,
i partners del progetto riceveranno un contributo FESR che copre fino al 75% dei costi eleggibili se
localizzati in regioni “sviluppate”.
Antonio Bonetti
87. 5.12. Indicazioni sui principali destinatari
Principali beneficiari: Città, da intendersi in questi termini:
città di piccole, medie e grandi dimensioni (non ci sono limiti di popolazione);
livelli infra-comunali di governo come i distretti e i Municipi;
autorità metropolitane e agglomerati organizzati se hanno autonomia politico-amministrativa.
Altri beneficiari (in numero limitato):Altri beneficiari (in numero limitato):
agenzie locali definite come organizzazioni costituite da una città, parzialmente o totalmente di proprietà
della città e responsabili per questioni connesse allo sviluppo urbano;
autorità provinciali, regionali e nazionali;
università e centri di ricerca.
Vanno sempre ricordati due aspetti:
i partners ammissibili e il loro numero minimo nell’ambito del partenariato internazionale possono
variare a seconda delle tipologie di azioni,
il numero di “altri beneficiari” ammissibili è limitato.
Antonio Bonetti
88. 5.13. L’Iniziativa Urban Innovative Actions (UIA)
Base normativa e caratteristiche essenziali
Urban Innovative Actions (UIA) è un programma di interventi innovativi per le città europee avviato
sulla scorta dell’art. 8 del Reg. (UE) N. 1301/2013 sul FESR.
UIA, diversamente da URBACT, che finanzia solo ricerche e progetti di trasferimento di conoscenza/buone
pratiche, finanzia la sperimentazione di soluzioni particolarmente innovative e replicabile ai problemi
urbani, nella forma di progetti-pilota (progetti sperimentali).
Si tratta di progetti pilota inerenti soluzioni innovative o mai sperimentate prima per i problemi comuni
delle città europee, selezionati tramite call for proposal (indicativamente annuali).
Possono proporre progetti innovativi (soggetti eleggibili):
Autorità urbane (sindaci) di città di almeno 50.ooo abitanti;
Associazioni/raggruppamenti di autorità urbane, anche di diversi Stati Membri, di città che nel loro
insieme hanno una popolazione di almeno 50.000 abitanti.
UIA ha un budget di 372 milioni di Euro (FESR). Il contributo massimo di ogni progetto non deve essere
superiore ai 5 milioni di Euro. E’ stato fissato un tasso di cofinanziamento unico pari all’85% dei costi totali
eleggibili.
Antonio Bonetti
89. 5.14. Copertura tematica dell’Iniziativa UIA
Urban Innovative Actions (UIA) ha un novero alquanto ampio di possibili ambiti tematici che possono
essere interessati dai progetti innovativi:
Occupazione e competenze nelle economie locali,
Povertà urbana,
Edilizia urbana,
Integrazione di migranti e rifugiati,Integrazione di migranti e rifugiati,
Uso sostenibile del suolo,
Riciclo ed economia circolare,
Adattamento climatico,
Transizione energetica (efficienza energetica e sistemi locali di energie rinnovabili),
Mobilità urbana sostenibile,
Qualità dell’aria,
Transizione digitale,
Public procurement innovativo ed adattabile.
(*) Fra questi ambiti tematici, ogni anno, ne vengono selezionati alcuni
dalla Commissione. Sulla base degli ambiti selezionati vengono
strutturate la call for proposals dei progetti.
Antonio Bonetti
90. 5.15. Temi delle call for proposal dell’Iniziativa UIA
La prima call for proposal, lanciata il 15 dicembre 2015, aveva selezionato quattro ambiti tematici:
Transizione energetica,
Integrazione di migranti e rifugiati,
Occupazione e competenze nelle economie locali,
Povertà urbana, con un focus particolare sulle periferie degradate.
Sono state ricevute ben 378 richieste di finanziamento a conferma dell’attenzione degli amministratori locali per delle
soluzioni innovative per vecchi e nuovi problemi delle città.soluzioni innovative per vecchi e nuovi problemi delle città.
La seconda call for proposal dovrebbe essere pubblicata nel mese di novembre.
I temi individuati per la seconda call sono:
Integrazione di migranti e rifugiati,
Riciclo ed economia circolare,
Mobilità urbana sostenibile.
Per maggiori informazioni sulla nuova call:
http://www.uia-initiative.eu/en/uia-topics-second-call-proposals-announced
Antonio Bonetti
91. 5.16. Caratteristiche dei progetti
I progetti selezionati tramite le call for proposal dell’Iniziativa UIA devono essere:
innovativi,
di buona qualità,
formulati adottando un approccio partecipativo,
misurabili,
trasferibili/scalabili.
Questi, infatti, sono anche i criteri di premio per la selezione dei progetti di merito nell’ambito della
valutazione strategica dei progetti, che pesa per l’80% sul punteggio totale delle proposte progettuali (*).
I progetti ammessi a beneficio in genere coinvolgono fra 6 e 12 città e possono avere una durata massima di
3 anni.
Per ogni progetto deve essere previsto un Work Package finale di trasferimento delle conoscenze acquisite.
(*) Il processo di selezione prevede due fasi consecutive:
- la fase 1 – Valutazione strategica, che è maggiormente focalizzata su innovatività,
qualità progettuale e trasferibilità delle proposte.
- la fase 2 – Valutazione operativa, che considera maggiormente aspetti che concernono
la qualità del progetto e del percorso di implementazione.Antonio Bonetti
92. 6.1. Alla ricerca di nuovi modelli di finanziamento della PA
Riprendendo le Note preliminari presentate nel punto 1.1, appare evidente, dopo la lunga presentazione degli
strumenti, che gli Enti Locali, in misura crescente, dovranno saper andare oltre il “vincolo di stabilità” e sviluppare
una notevole capacità di:
Sezione 6. Nuovi modelli di finanziamento della PA
ricercare adeguate sinergie fra i vari fondi europei, sia a livello di fondi “diretti”, sia a livello di fondi “regionali” e,
non ultimo, serve una adeguata “cross fertilization” di fondi “diretti” e “regionali”;
informare i processi di appalto alle c.d. clausole “payment-for-results’, in base alle quali si concorda con i
soggetti esterni alla PA che gestiscono ed erogano i servizi non il pagamento dei servizi (e, quindi, gli input), ma
l’ottenimento di determinati risultati specificati nei bandi di evidenza pubblica (si pagano gli output ottenuti). Una
particolare forma di contratti di appalto “payment-for-results” sono i Social Impact Bond che, negli anni recenti,
sono stati sperimentati in tutto il mondo con un buon grado di successo (v. Allegato VI);
sperimentare nuove forme di finanziamento di alcuni tipi di interventi che, per vari motivi, possano prestarsi a tradurre
il senso civico degli individui in donazioni o in lavoro volontario al servizio della collettività (donazioni liberali e
crowdfunding “civico”).
Antonio Bonetti
93. 1.6. Fondi SIE, riforme e nuove responsabilità degli EE.LL.
per valorizzare meglio i fondi dell’UE
Gli EE.LL. dovranno saper passare da un ruolo passivo di mera reazione all’emanazione di avvisi pubblici di
finanziamento di enti sovra-ordinati, a un ruolo propositivo di progetti innovativi sia nei contenuti sia nelle modalità
di attuazione. E’ quello che ha saputo fare, nel Lazio, l’amministrazione comunale di Rieti con il progetto di recupero
urbano Next Rieti, solo per citare una iniziativa innovativa orientata al paradigma delle “smart cities”, incentrata
sul recupero di un impianto industriale dismesso localizzato a Rieti. Questa iniziativa attesta, fra l’altro, quanto sia
importante coinvolgere la cittadinanza nei processi di rigenerazione urbana e/o nei processi di sviluppo locale in
generale.
I decisori pubblici devono aprire non solo i processi decisionali alla partecipazione dei cittadini, ma anche iI decisori pubblici devono aprire non solo i processi decisionali alla partecipazione dei cittadini, ma anche i
processi di erogazione dei servizi, considerando i cittadini non come meri destinatari dei servizi, ma come “alleati
strategici” per la soluzione dei problemi collettivi (open government e civic engagement).
I decisori pubblici, inoltre, dovranno anche sperimentare nuove forme di partenariato pubblico privato che vadano
oltre quelle che interessano, tradizionalmente, il settore delle opere pubbliche. L’esperienza dei Social Impact Bonds
(SIBs) nei paesi anglosassoni – recentissima, essendo stata de facto avviata nel 2010 – dimostra chiaramente come
anche nel campo delle politiche sociali vadano ricercate nuove modalità di finanziamento dell’intervento pubblico.
Soprattutto i Comuni, nonostante gli stringenti vincoli del patto di stabilità interno, dovranno investire nelle
competenze dei funzionari e dei tecnici comunali, in quanto ancora oggi, soprattutto a livello decentrato, si ravvisano
notevoli margini di miglioramento nella gestione dei fondi europei e si riscontra una certa ritrosia a sperimentare
forme innovative di gestione e di finanziamento dei servizi pubblici.
Antonio Bonetti