Elaborazione degli "injects" per le esercitazioni. Questo file è un estratto di tre pagine di un lavoro più complesso in corso di elaborazione. che riguarda, tra le altre cose, la preparazione dei materiali necessari per la realizzazione di "vere" esercitazioni. Visto che l'ho caricato il 24 dicembre... buon Natale e buone Feste a tutti.
ATTENZIONE! TUTTE LE ANIMAZIONI SONO VISIBILI SOLO NEL FILE PPT. POTETE SCARICARLO E PERSONALIZZARLO (POI RICARICATELO...)
ALCUNI PRINCIPI SUI LAVORI DI SOLLEVAMENTO E TIRO SPIEGATI GRAFICAMENTE
NOTICE! ALL ANIMATIONS ARE VISIBILE ONLY IN THE PPT FILE, YOU CAN DOWNLOAD IT.
Uno sguardo alle operazioni di soccorso del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco svoltesi a Genova dal 14 agosto 2018.
Search and rescue operations in Genua august 2018.
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ALCUNI PRINCIPI SUI LAVORI DI SOLLEVAMENTO E TIRO SPIEGATI GRAFICAMENTE
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Uno sguardo alle operazioni di soccorso del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco svoltesi a Genova dal 14 agosto 2018.
Search and rescue operations in Genua august 2018.
Corso per RSPP ideato nel 2016 con elementi di novità dal punto di vista didattico. Parliamo dei Sistemi di Gestione e della loro corretta implementazione (UNI INAIL e OHSAS18001) al fine di soddisfare i requisisti del Dlgs 81/08 e del Dlgs 231/01
Operare per processi eliminando la gestione gerarchica tradizionale attraverso la collaborazione di team di lavoro che condividono sul campo obiettivi, informazioni e strumenti.
Knowledge Management per la Sicurezza sul LavoroStefano Fiaschi
Presentazione della tesi di Master di II livello “Knowledge.com”, organizzato dall’Università di Roma “Sapienza", Facoltà di Scienze della Comunicazione.
"La modellizzazione dei processi" - webinar SUPSI
I processi sono al centro di tutte le organizzazione e di ogni cambiamento delle stesse; dalla “Qualità Totale” degli anni ottanta, ai progetti di digitalizzazione attuali, passando per i sistemi gestionali (Iso 9001, 14001, 27001,45001, ma anche GDPR/LPD,…) i processi sono i protagonisti dei cambiamenti aziendali.
Mapparli e rappresentarli nel modo adeguato alle necessità, è uno degli elementi cardine per individuare punti di forza e di debolezza delle organizzazioni.
QUALIFICA degli IMPIANTI Capitolo 9: Le conclusioniMonica Mazzoni
Nelle pagine precedenti, si è sottolineato il carattere interfunzionale della qualificazione degli impianti; si è anche evidenziata la necessità di non considerare nulla come “statico” e quindi, di conseguenza, la necessità di gestire tale evoluzione dinamica attraverso appropriate procedure che diano concretezza al “life cycle concept”.
Come preparare un esercizio (estratto) - How to organize an exercise (summary).Gianmario Gnecchi
Queste due slides (animate se scaricate il ppt) illustrano sommariamente i passaggi chiave (iniziali) per organizzare un esercizio che serva davvero per testare i piani, le procedure, l'organizzazione ed anche l'abilità dei partecipanti. Come si può capire serve molto impegno per preparare l'esercizio, molto di più di quello che i partecipanti ci metteranno nel momento in cui "giocano". La "regia" dell'esercizio, ovvero quella che si chiama EXCON (Exercise Control), è quella che richiede l'impegno maggiore. Sei gli addetti ad EXCON sono abili, anche l'esercizio avrà eccellenti risultati.
This is a small work summarizing (graphically) the initial steps for the preparation of a good exercise. It is written in Italian but it should be easy to understand.
Corso per RSPP ideato nel 2016 con elementi di novità dal punto di vista didattico. Parliamo dei Sistemi di Gestione e della loro corretta implementazione (UNI INAIL e OHSAS18001) al fine di soddisfare i requisisti del Dlgs 81/08 e del Dlgs 231/01
Operare per processi eliminando la gestione gerarchica tradizionale attraverso la collaborazione di team di lavoro che condividono sul campo obiettivi, informazioni e strumenti.
Knowledge Management per la Sicurezza sul LavoroStefano Fiaschi
Presentazione della tesi di Master di II livello “Knowledge.com”, organizzato dall’Università di Roma “Sapienza", Facoltà di Scienze della Comunicazione.
"La modellizzazione dei processi" - webinar SUPSI
I processi sono al centro di tutte le organizzazione e di ogni cambiamento delle stesse; dalla “Qualità Totale” degli anni ottanta, ai progetti di digitalizzazione attuali, passando per i sistemi gestionali (Iso 9001, 14001, 27001,45001, ma anche GDPR/LPD,…) i processi sono i protagonisti dei cambiamenti aziendali.
Mapparli e rappresentarli nel modo adeguato alle necessità, è uno degli elementi cardine per individuare punti di forza e di debolezza delle organizzazioni.
QUALIFICA degli IMPIANTI Capitolo 9: Le conclusioniMonica Mazzoni
Nelle pagine precedenti, si è sottolineato il carattere interfunzionale della qualificazione degli impianti; si è anche evidenziata la necessità di non considerare nulla come “statico” e quindi, di conseguenza, la necessità di gestire tale evoluzione dinamica attraverso appropriate procedure che diano concretezza al “life cycle concept”.
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Queste due slides (animate se scaricate il ppt) illustrano sommariamente i passaggi chiave (iniziali) per organizzare un esercizio che serva davvero per testare i piani, le procedure, l'organizzazione ed anche l'abilità dei partecipanti. Come si può capire serve molto impegno per preparare l'esercizio, molto di più di quello che i partecipanti ci metteranno nel momento in cui "giocano". La "regia" dell'esercizio, ovvero quella che si chiama EXCON (Exercise Control), è quella che richiede l'impegno maggiore. Sei gli addetti ad EXCON sono abili, anche l'esercizio avrà eccellenti risultati.
This is a small work summarizing (graphically) the initial steps for the preparation of a good exercise. It is written in Italian but it should be easy to understand.
Raccolta Pianificazioni AIB Anti Incendio Boschivo in vigore in Italia al 31-...Gianmario Gnecchi
SCHEMA GENERALE DI RACCOLTA DEI LINK AI PIANI AIB ESISTENTI AL 31 DICEMBRE 2016 - work in progress
Links to selected Forest Fires Planning in Italian Regions
Bergamo TUB Map - immaginando un futuro di Trasporti Unificati BergamaschiGianmario Gnecchi
Bergamo "TUB" Map (mappa immaginaria di "Trasporti Unificati Bergamaschi") - Progetto BG 2.(035).
Note per la lettura: Questa mappa è un mix di grafica, creatività e immaginazione, speranza e stimolo a pensare al futuro. Non è tanto importante la completa coerenza con la realtà attuale o futura quanto la possibilità per chi la osserva di far scaturire nuove idee sul trasporto pubblico, la mobilità e lo sviluppo della Bergamo del Futuro. La Bergamo “TUB” Map è realizzata seguendo i principi del metodo elaborato da Harry Beck che ha disegnato le prime mappe della London “Tube” Underground negli anni ’30 del secolo scorso.
G. Gnecchi, 14.12.2013
Questa pubblicazione è stata realizzata dallo staff dei Vigili del Fuoco che insieme alle Autorità locali e tutte le altre componenti del Sistema di Protezione Civile ha diretto e coordinato il COM di Foligno durante l'emergenza del sisma Umbria-Marche del 26/9/1997
2011 strategia gestione emergenze aeromobili a terraGianmario Gnecchi
Some information for pilots on how ARFF emergency services look at the fire and rescue strategy on ground. Materiale didattico usato in alcuni corsi di sicurezza antincendio per piloti. Alcune informazioni di carattere generale ed altre di strategia specifica sulla gestione delle emergenze ad aeromobili a terra, viste con gli occhi del personale antincendio aeroportuale.
Elaborazione degli "injects" per le esercitazioni.
1. ALCUNI SPUNTI PER L’ELABORAZIONE DEGLI INJECT* NELLE ESERCITAZIONI
gmg 21/9/2013, 22/9/2013
Premessa
Come noto, le esercitazioni (degne di questo nome) devono tendere innanzitutto a simulare i processi
decisionali messi in campo dai vari “attori”, sulla base delle problematiche suscitate dallo “script” (che è la
descrizione dello svolgimento atteso dell’esercitazione, predisposta dalla Regia Esercitativa e –
possibilmente – nota solo ad essa).
E’ evidente che risulta quindi decisamente di secondo piano l’importanza della valutazione degli altri fattori
quali ad esempio l’efficienza delle infrastrutture, dei mezzi e delle attrezzature o la competenza dei singoli
operatori. Questi aspetti possono essere valutati senza particolari difficoltà anche in fase di addestramento,
anche congiunto, o prove periodiche anche parziali.
Quello che conta innanzitutto è verificare da un lato la robustezza del sistema con le sue “regole” (i piani e
le procedure) e dall’altro la competenza dei livelli decisionali, partendo dall’abilità dei più alti ruoli di
comando e coordinamento fino all’abilità dei singoli capi delle squadre o degli uffici e servizi che operano
durante l’emergenza.
Qualsiasi sistema di gestione dell’emergenza, con i suoi piani, in linea di principio predispone (deve aver
predisposto) risposte standard a problemi standard previsti negli scenari di emergenza analizzati e che
vengono elencati e descritti nei singoli piani di emergenza.
E’ necessario però poter contare anche sulla flessibilità necessaria per adattare di volta in volta le soluzioni
standard previste alle varie condizioni reali nel momento in cui l’emergenza si verifica: fattori temporali, di
magnitudo, di sequenza, di contemporaneità, di “guasto”, di ritardo ecc. ecc.
Per questo motivo la “Regia Esercitativa”che sta dietro l’esercitazione , ovvero quella che viene chiamata a
livello internazionale DISTAFF (DIrecting STAFF) o anche EXCON (EXerciseCONtrol) predispone delle
sollecitazioni (dette, in gergo esercitativo internazionale, “inject”) che hanno lo scopo di stimolare il sistema
e di verificarne le possibili reazioni.
La Regia Esercitativa deve svolgere questo delicato lavoro in un modo che sia il più possibile equilibrato,
ovvero senza esagerare nel proporre problematiche che escono fortemente da un accettabile “range” di
complessità aggiuntiva. Lo scopo degli “inject” è proprio quello di far reagire il sistema gestionale e non di
distruggerlo. Anche perché è fin troppo facile immaginare di “accelerare” in continuazione la velocità di
arrivo dei problemi e giungere velocemente a portare il sistema di gestione dell’emergenza (e gli addetti
che lo devono far funzionare) all’affanno, alla crisi e poi al collasso.
Un esempio? Ad un Sindaco che ha previsto nel proprio piano di protezione civile la disponibilità di alloggi
d’emergenza per il 10% della sua cittadinanza, si può chiedere di predisporne un ulteriore 5 o 10% (che è il
doppio!) ma non si può certo chiedergli in esercitazione di svuotare il paese intero e di ricollocarlo tutto a
150 km di distanza. (Certo, lo si può fare, ma allora forse anche lo scenario di riferimento probabilmente
assume aspetti “catastrofici”; non è di sicuro questo il “primo gradino” su cui far sperimentare ai “Capi” i
primi “brividi” della gestione dell’emergenza. Ovviamente quando si matura e si guadagna esperienza allora
si può anche aumentare il ritmo; ma bisogna arrivarci pian piano, esercitazione dopo esercitazione).
2. DURANTE L’ESERCITAZIONE, QUALI SOLUZIONI ALTERNATIVE CI SI ASPETTA CHE VENGANO ADOTTATE?
Per poter sottoporre a “prova” il sistema decisionale (le persone che lo compongono, innanzitutto) occorre
elaborare, per ciascun “inject”, delle ipotesi che descrivano ad esempio:
Quale sarebbe stata la risposta standard a disposizione prevista nei piani.
o Quindi si può verificare se l’operatore è a conoscenza della risposta standard
o E anche se la risposta standard prevista era adeguata e sostenibile oppure no
Quali soluzioni alternative ci si aspetta che vengano messe in campo e quindi, si verificano
o I margini di “potere” dei decisori e la capacità di restare “lucidi”
o la competenza generale, l’esperienza e l’abilità
o il livello di cooperazione e sinergia messo in campo nel momento in cui viene elaborata la
soluzione
o la tempistica e la fattibilità delle proposte alternative, in termini di risorse umane,
materiali, finanziarie
Esempio di “scheda inject”
PROBLEMA STANDARD
descrivere(sulla base del piano esistente)
RISPOSTA STANDARD ATTESA
descrivere (sulla base del piano esistente)
VARIAZIONE PROPOSTA DALL’INJECT
(sulla base di esperienze di gestione dell’emergenza analoghe e di problemi riscontrati in precedenti
emergenze – o esercitazioni – a livello locale o prendendo spunto da altre situazioni in altri luoghi regionali,
nazionali internazionali)
- Descrizione del problema-inject:
- Modalità di rappresentazione del problema-inject durante l’esercitazione: (anche con l’ausilio di dati,
comunicazioni radio-telefoniche-web, schemi , disegni, fotografie, video, attori e simulatori. Insomma, tutto
quello che può ricalcare in qualche modo la realtà. A volte basta anche un messaggio e-mail nel quale si
pone il problema ai decisori per far “sudare” con decisione.
- Soluzioni che si immagina possano essere adottate:
- Tempi che si immagina possano essere sufficienti a risolvere il problema-inject:
- Uso delle risorse a disposizione al momento e di ulteriori risorse che ci si aspetta vengano richieste/
messe a disposizione per risolvere il problema-inject:
- Sinergie e cooperazioni che si immagina possano essere messe in campo per risolvere il problema-inject:
Come si può notare all’esempio della scheda (indicativo, perfezionabile e personalizzabile a piacere) i
migliori “produttori di “schede-inject” sono certamente i migliori esperti di ciascun settore che deve essere
stressato da quell’inject o dall’insieme di inject. Ecco perché nella composizione della regia esercitativa
serve prevedere elementi che rappresentino “il meglio “che quella tale organizzazione può mettere in
3. campo. Così li si “obbliga” a togliersi dallo svolgimento diretto dell’esercitazione e si “obbliga”
l’organizzazione a fare uso di altri elementi.
Come noto, non ha alcun senso parlare di esercitazione quando chi si esercita ha già partecipato allo studio
della descrizione puntuale dei possibili inject che saranno utilizzati nell’esercitazione.
E’ come se in una partita a carte io sapessi già il giorno prima quale è la sequenza di carte nel mazzo
coperto. Ovviamente tutti i giocatori devono conoscere le regole del gioco (il piano), tutti devono
conoscere le carte (le risorse) ma nessuno conosce la sequenza delle carte né le azioni e le reazioni dei
singoli giocatori. E’ un buon paragone?
In aggiunta si può dire che possiamo addirittura essere in grado – a volte – di portare partecipanti (i
giocatori) ad elaborare soluzioni che in un certo modo integrano o perfezionano le regole esistenti. E
questo è perfino meglio delle partite a carte.
COME VALUTARE LA CAPACITA’ DI REAZIONE DEL SISTEMA (ATTRAVERSO LA CAPACITA’ DI REAZIONE DEI
“DECISORI”) ?
Ci si potrebbe limitare ad aspettare la “fine” dell’esercitazione e valutare in generale l’andamento. Messa in
questi termini non è una cosa particolarmente complessa da attuare. In effetti gli “esperti” (cioè le persone
con più alto grado di esperienza e capacità di ciascuna Organizzazione) capiscono anche “ad occhio” se una
cosa è “andata a buon fine” oppure no.
Quello che però risulta più interessante è l’analisi anche del procedimento e non solo del risultato finale.
Proprio per scoprire le tante criticità ma anche le positività e perfino le soluzioni geniali alle quali non ci si
aveva minimamente pensato “in tempo di pace”, all’atto della redazione del Piano o durante la formazione
dei singoli operatori (operatori tutti, intesi come “dal numero uno al numero cinquecento” della propria
Organizzazione).
Per ottenere un risultato così importante, serve indubbiamente organizzare un sistema di osservazione e
valutazione che possa cogliere l’andamento del processo decisionale nei vari momenti e sia in grado di
rendicontarlo al termine dell’esercitazione. Serve quindi prevedere, come minimo:
valutatori, muniti di apposite griglie di valutazione e registrazione degli eventi, ed adeguatamente
preparati e informati/formati prima dell’esercitazione. Nelle griglie vanno evidenziati gli aspetti
chiave che chi organizza l’esercitazione vuole valutare.
sistemi di registrazione con i relativi operatori (audio, video, registri cartacei o informatici) che
“fissino in continuità l’evoluzione del processo decisionale” a fronte dei “problemi pervenuti sul
tavolo” (ad esempio il “log degli eventi”, tenuto di sicuro dalla regia – anche mediante la collezione
di quanto registrato dai singoli valutatori, ma anche sfruttando i singoli “log degli eventi” che
dovrebbero essere comunque tenuti dai gestori di un emergenza anche in caso reale)
la programmazione di una fase di debriefing che non si limiti ad un breve giro di commenti “a
caldo” ma preveda una fase strutturata di raccolta delle valutazioni/osservazioni e la loro
rielaborazione per una visione complessiva dell’andamento dell’esercitazione. Il Debriefing deve
essere considerato come parte strutturale del processo di apprendimento che sta alla base delle
esercitazioni. E quindi merita uno “spazio temporale” adeguato.