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L’acqua scorre in salita?
Sebbene l’acqua indubbiamente tenda ad andare “verso il basso”, dobbiamo osservare che quando la
portata di “uscita” è inferiore alla portata di “ingresso” il livello dell’acqua nel “contenitore” si alza.
Contenitore? Di che contenitore stiamo parlando? Letti dei fiumi, aree alluvionali che si riempiono
velocemente perché – appunto – la portata di uscita dall’area è inferiore alla portata di entrata. Insomma ci
siamo capiti. L’acqua normalmente va solo in discesa, dai monti al mare; ma se la discesa viene bloccata per
qualche motivo, o se il fenomeno è proprio del tipo“…una cosa così non l’avevamo mai vista…” l’acqua
prima di andarsene si accumula (“sale”) e travolge tutto. Con tante diverse modalità, ma che portano allo
stesso risultato: distruzione.
Per la gestione degli interventi legati al presentarsi di fenomeni eccezionali (ormai sempre meno
eccezionali…) che riversano imponenti masse d’acqua sul territorio in brevissimo tempo, va tenuto
presente che il livello ordinario dell’acqua che siamo abituati ad osservare in tempi ordinari può aumentare
di moltissimo. Addirittura letti di torrenti completamente asciutti (“in secca”) si trasformano rapidamente
in fiumi in piena (i cosiddetti fenomeni di “flash flood”), torrenti e fiumi che esondano e invadono e
devastano il territorio circostante e tutto quello che vi è “appoggiato sopra”… A questi vanno aggiunti i
danni dovuti all’asporto di materiale sul quale poggiano -tra l’altro- edifici e infrastrutture, soprattutto se
questi sono stati costruiti dove non dovevano essere costruiti (e potremmo proseguire con un elenco di
ulteriori effetti che in genere si raggruppano con la definizione di “dissesto idrogeologico”)
Ma quello che vogliamo sottolineare, in questo breve commento, è che ai fini della protezione della
popolazione resterebbero pochi margini di successo se intendessimo organizzarci solo nel momento in cui
l’evento si verifica.
Ovviamente le case e le infrastrutture non possiamo toglierle in poche decine di minuti …
Conseguentemente il tema su cui concentrarci, come soccorritori, è quindi : Quando e come “togliere” le
persone prima che l’acqua (e il fango e i detriti ecc. ecc.) le travolga?
Proviamo la solita “retro-programmazione” che ci aiuta nell’individuare la sequenza di azioni:
Le persone:
- Sono al sicuro nello shelter presso il punto di raccolta
- Vengono accolte nello shelter presso il punto di raccolta
- sono trasportate al punto di raccolta
- sono salite sul mezzo di trasporto
- sono state messe in sicurezza dove si trovano
- sono state raggiunte nel punto dove si trovano
- hanno atteso il salvataggio
- hanno dato l’allarme per essere salvate
- sono restate bloccate
- non sono riuscite ad evacuare in tempo
- non hanno ricevuto/percepito l’allarme in tempo
- si trovavano nel luogo soggetto ad inondazione
Per quanto riguarda il sistema e le squadre di soccorso:
- il sistema sta assistendo le persone nello shelter
- le squadre hanno accolto le persone nello shelter
- le squadre hanno trasportato le persone allo shelter
- le squadre hanno caricato le persone sul mezzo di trasporto
- le squadre hanno messo in sicurezza le persone dove si trovavano
- le squadre hanno raggiunto le persone dove si trovavano
- il sistema ha inviato le squadre
- il sistema ha localizzato la provenienza della chiamata
- il sistema ha ricevuto la richiesta di soccorso
- il sistema era pronto a ricevere la chiamata di soccorso
- il sistema ha diramato gli allarmi in tempo utile
- il sistema ha applicato i piani esistenti
- il sistema ha analizzato le informazioni meteo
- il sistema ha formato gli appartenenti al sistema di soccorso, popolazione compresa
- il sistema ha pubblicato e diffuso i piani
- il sistema ha elaborato i piani
- il sistema ha riconosciuto la necessità di elaborare dei piani
Come si può notare facilmente, il vero successo sta nel riuscire ad organizzarsi in tempo per by-passare
molti dei punti sopra indicati.
Infatti, se il sistema PRIMA del prossimo evento:
- ha riconosciuto la necessità di elaborare dei piani
- ha elaborato i piani
- ha pubblicato e diffuso i piani
- ha formato gli appartenenti al sistema di soccorso, popolazione compresa
- ha analizzato le informazioni meteo
- ha applicato i piani esistenti
- ha diramato gli allarmi in tempo utile
e conseguentemente le persone, quando si sta per manifestare l’evento:
- hanno ricevuto l’allarme in tempo e sanno che cosa fare
- si sono allontanate dalla zona pericolosa, in totale sicurezza
- hanno raggiunto autonomamente le postazioni shelter
- sono adeguatamente assistite nello shelter
in questo modo i soccorritori non si sono dovuti occupare del loro salvataggio.
Dover organizzare un salvataggio è un indice di insuccesso del sistema. Il sistema ha successo quando le
persone sono in grado di mettersi al sicuro da sole, perché hanno il tempo utile per farlo e sanno come
farlo. E questo dipende largamente dal sistema.
gmg 15/9/2017
Le Vostre osservazioni sono sempre gradite: gianmario.gnecchi@gmail.com

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Acqua scorre in salita

  • 1. L’acqua scorre in salita? Sebbene l’acqua indubbiamente tenda ad andare “verso il basso”, dobbiamo osservare che quando la portata di “uscita” è inferiore alla portata di “ingresso” il livello dell’acqua nel “contenitore” si alza. Contenitore? Di che contenitore stiamo parlando? Letti dei fiumi, aree alluvionali che si riempiono velocemente perché – appunto – la portata di uscita dall’area è inferiore alla portata di entrata. Insomma ci siamo capiti. L’acqua normalmente va solo in discesa, dai monti al mare; ma se la discesa viene bloccata per qualche motivo, o se il fenomeno è proprio del tipo“…una cosa così non l’avevamo mai vista…” l’acqua prima di andarsene si accumula (“sale”) e travolge tutto. Con tante diverse modalità, ma che portano allo stesso risultato: distruzione. Per la gestione degli interventi legati al presentarsi di fenomeni eccezionali (ormai sempre meno eccezionali…) che riversano imponenti masse d’acqua sul territorio in brevissimo tempo, va tenuto presente che il livello ordinario dell’acqua che siamo abituati ad osservare in tempi ordinari può aumentare di moltissimo. Addirittura letti di torrenti completamente asciutti (“in secca”) si trasformano rapidamente in fiumi in piena (i cosiddetti fenomeni di “flash flood”), torrenti e fiumi che esondano e invadono e devastano il territorio circostante e tutto quello che vi è “appoggiato sopra”… A questi vanno aggiunti i danni dovuti all’asporto di materiale sul quale poggiano -tra l’altro- edifici e infrastrutture, soprattutto se questi sono stati costruiti dove non dovevano essere costruiti (e potremmo proseguire con un elenco di ulteriori effetti che in genere si raggruppano con la definizione di “dissesto idrogeologico”) Ma quello che vogliamo sottolineare, in questo breve commento, è che ai fini della protezione della popolazione resterebbero pochi margini di successo se intendessimo organizzarci solo nel momento in cui l’evento si verifica. Ovviamente le case e le infrastrutture non possiamo toglierle in poche decine di minuti … Conseguentemente il tema su cui concentrarci, come soccorritori, è quindi : Quando e come “togliere” le persone prima che l’acqua (e il fango e i detriti ecc. ecc.) le travolga? Proviamo la solita “retro-programmazione” che ci aiuta nell’individuare la sequenza di azioni: Le persone: - Sono al sicuro nello shelter presso il punto di raccolta - Vengono accolte nello shelter presso il punto di raccolta - sono trasportate al punto di raccolta - sono salite sul mezzo di trasporto - sono state messe in sicurezza dove si trovano - sono state raggiunte nel punto dove si trovano - hanno atteso il salvataggio - hanno dato l’allarme per essere salvate - sono restate bloccate - non sono riuscite ad evacuare in tempo - non hanno ricevuto/percepito l’allarme in tempo - si trovavano nel luogo soggetto ad inondazione Per quanto riguarda il sistema e le squadre di soccorso:
  • 2. - il sistema sta assistendo le persone nello shelter - le squadre hanno accolto le persone nello shelter - le squadre hanno trasportato le persone allo shelter - le squadre hanno caricato le persone sul mezzo di trasporto - le squadre hanno messo in sicurezza le persone dove si trovavano - le squadre hanno raggiunto le persone dove si trovavano - il sistema ha inviato le squadre - il sistema ha localizzato la provenienza della chiamata - il sistema ha ricevuto la richiesta di soccorso - il sistema era pronto a ricevere la chiamata di soccorso - il sistema ha diramato gli allarmi in tempo utile - il sistema ha applicato i piani esistenti - il sistema ha analizzato le informazioni meteo - il sistema ha formato gli appartenenti al sistema di soccorso, popolazione compresa - il sistema ha pubblicato e diffuso i piani - il sistema ha elaborato i piani - il sistema ha riconosciuto la necessità di elaborare dei piani Come si può notare facilmente, il vero successo sta nel riuscire ad organizzarsi in tempo per by-passare molti dei punti sopra indicati. Infatti, se il sistema PRIMA del prossimo evento: - ha riconosciuto la necessità di elaborare dei piani - ha elaborato i piani - ha pubblicato e diffuso i piani - ha formato gli appartenenti al sistema di soccorso, popolazione compresa - ha analizzato le informazioni meteo - ha applicato i piani esistenti - ha diramato gli allarmi in tempo utile e conseguentemente le persone, quando si sta per manifestare l’evento: - hanno ricevuto l’allarme in tempo e sanno che cosa fare - si sono allontanate dalla zona pericolosa, in totale sicurezza - hanno raggiunto autonomamente le postazioni shelter - sono adeguatamente assistite nello shelter in questo modo i soccorritori non si sono dovuti occupare del loro salvataggio. Dover organizzare un salvataggio è un indice di insuccesso del sistema. Il sistema ha successo quando le persone sono in grado di mettersi al sicuro da sole, perché hanno il tempo utile per farlo e sanno come farlo. E questo dipende largamente dal sistema. gmg 15/9/2017 Le Vostre osservazioni sono sempre gradite: gianmario.gnecchi@gmail.com