Nella società mediatica del “villaggio globale”, tutti noi siamo continuamente esposti a messaggi comunicativi con finalità persuasive. E' stato calcolato che in media siamo esposti a circa duemila messaggi pubblicitari al giorno.
Cosa fa sì che un messaggio possa modificare i nostri atteggiamenti, cioè avere o meno un effetto persuasivo?
Cosa rende efficace una campagna pubblicitaria?
Quali sono i “trucchi” vecchi e nuovi che servono per manipolarci e come funzionano?
Nella società mediatica del “villaggio globale”, tutti noi siamo continuamente esposti a messaggi comunicativi con finalità persuasive. E' stato calcolato che in media siamo esposti a circa duemila messaggi pubblicitari al giorno.
Cosa fa sì che un messaggio possa modificare i nostri atteggiamenti, cioè avere o meno un effetto persuasivo?
Cosa rende efficace una campagna pubblicitaria?
Quali sono i “trucchi” vecchi e nuovi che servono per manipolarci e come funzionano?
Percorso di educazione al digitale così organizzato:
GIOVEDÌ 03 OTTOBRE 2019 // STRESS DIGITALE
• Le tecniche con cui le tecnologie digitali ci rendono consumatori dipendenti e perché
• Sovraccarico cognitivo e informativo
• Nomofobia, ovvero panico da telefono spento e altre dipendenze digitali
• Cosa dicono le ricerche scientifiche
GIOVEDÌ 10 OTTOBRE 2019 // DIGITAL BALANCE
Riequilibrare il proprio rapporto con la tecnologia.
• Cos’è il sovraccarico digitale e come fare un bilancio digitale
• Interazioni e distrazioni a casa, nella socialità, al lavoro
• Strumenti per stabilire un nuovo rapporto con le tecnologie
• L’uso consapevole delle tecnologie nell’Infosfera (tra reale e virtuale).
GIOVEDÌ 17 OTTOBRE 2019 // MINDFULNESS E TECNOLOGIA
Stabilire un rapporto equilibrato e soddisfacente con il mondo digitale.
•Rispondere agli stimoli con consapevolezza
• Allenamento all’attenzione nel momento presente
• Buone pratiche e tecniche per disattivare il pilota automatico
**************
DOCENTI
Debora Leardini: Psicologa, Psicoterapeuta ad approccio integrato e Formatrice nell’ambito della Gestione dello Stress, Prevenzione del Burnout, Comunicazione Efficace, Mindfulness MBSR e Riabilitazione Psicosociale in Italia e in Svizzera.
Matteo Adamoli: Docente universitario di Digital Storytelling e Pedagogia della Comunicazione presso lo IUSVE. Consulente aziendale per attività comunicative volte alla progettazione e all’uso strategico, narrativo e sociale dei media. Ideatore del format creativo Bookasface e giornalista pubblicista.
Lezione sulla Comunicazione Mediata da Computer e sui Social Media di Stefano...Riva Giuseppe
Lezione sulla Comunicazione Mediata da Computer e sui Social Media di Stefano Triberti per il corso di Psicologia della Comunicazione tenuto con il Prof. Giuseppe Riva all'Università Cattolica di Milano
La sfera pubblica è sempre più scossa
dall’emotional sharing, la condivisione emotiva
della conoscenza e dell’opinione.
Nuovi paradigmi dell’influenza sociale si
impongono nella società delle reti dove gli
Influencer sostituiscono gli Opinion Leader.
E’ di qualche anno fa questa riflessione sul KM, in forma di articolo, che alleghiamo. In esso si parla del Knowledge Management nelle aziende di servizi. In questo ambito, infatti, la conoscenza da “oggettiva” (quale può essere ad esempio una regola matematica) diventa “probabilistica” e “soggettiva” (qual è il modo migliore per condurre una riunione?), ossia data dall’incrocio tra conoscenze oggettive, esperienze, opinioni e abilità del soggetto che le mette in pratica.
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Percorso di educazione al digitale così organizzato:
GIOVEDÌ 03 OTTOBRE 2019 // STRESS DIGITALE
• Le tecniche con cui le tecnologie digitali ci rendono consumatori dipendenti e perché
• Sovraccarico cognitivo e informativo
• Nomofobia, ovvero panico da telefono spento e altre dipendenze digitali
• Cosa dicono le ricerche scientifiche
GIOVEDÌ 10 OTTOBRE 2019 // DIGITAL BALANCE
Riequilibrare il proprio rapporto con la tecnologia.
• Cos’è il sovraccarico digitale e come fare un bilancio digitale
• Interazioni e distrazioni a casa, nella socialità, al lavoro
• Strumenti per stabilire un nuovo rapporto con le tecnologie
• L’uso consapevole delle tecnologie nell’Infosfera (tra reale e virtuale).
GIOVEDÌ 17 OTTOBRE 2019 // MINDFULNESS E TECNOLOGIA
Stabilire un rapporto equilibrato e soddisfacente con il mondo digitale.
•Rispondere agli stimoli con consapevolezza
• Allenamento all’attenzione nel momento presente
• Buone pratiche e tecniche per disattivare il pilota automatico
**************
DOCENTI
Debora Leardini: Psicologa, Psicoterapeuta ad approccio integrato e Formatrice nell’ambito della Gestione dello Stress, Prevenzione del Burnout, Comunicazione Efficace, Mindfulness MBSR e Riabilitazione Psicosociale in Italia e in Svizzera.
Matteo Adamoli: Docente universitario di Digital Storytelling e Pedagogia della Comunicazione presso lo IUSVE. Consulente aziendale per attività comunicative volte alla progettazione e all’uso strategico, narrativo e sociale dei media. Ideatore del format creativo Bookasface e giornalista pubblicista.
Lezione sulla Comunicazione Mediata da Computer e sui Social Media di Stefano...Riva Giuseppe
Lezione sulla Comunicazione Mediata da Computer e sui Social Media di Stefano Triberti per il corso di Psicologia della Comunicazione tenuto con il Prof. Giuseppe Riva all'Università Cattolica di Milano
La sfera pubblica è sempre più scossa
dall’emotional sharing, la condivisione emotiva
della conoscenza e dell’opinione.
Nuovi paradigmi dell’influenza sociale si
impongono nella società delle reti dove gli
Influencer sostituiscono gli Opinion Leader.
E’ di qualche anno fa questa riflessione sul KM, in forma di articolo, che alleghiamo. In esso si parla del Knowledge Management nelle aziende di servizi. In questo ambito, infatti, la conoscenza da “oggettiva” (quale può essere ad esempio una regola matematica) diventa “probabilistica” e “soggettiva” (qual è il modo migliore per condurre una riunione?), ossia data dall’incrocio tra conoscenze oggettive, esperienze, opinioni e abilità del soggetto che le mette in pratica.
Similar to Emotional intelligence coaching for business (20)
2. Perché la necessità del
coaching nelle imprese?
La valorizzazione degli
«asset intangibili»
2
3. Perché la necessità del coaching?
3
L’IMPRESA NEL CONTESTO INDUSTRIALE DEL 1960-1980
IMPRESA
(OBIETTIVI)
MERCATO SETTORIALE
COMPETIZIONE
FORTE
SPECIALIZZAZIONE
DEL PERSONALE
PROFITTO
Come erano le organizzazioni aziendali del ‘900?
4. 4
Il modello gerarchico - funzionale
L’organizzazione gerarchico funzionale
corrispondente al paradigma industriale
Perché la necessità del coaching?
5. il trauma!!!
5
L’IMPRESA NEL CONTESTO POST-INDUSTRIALE DEL TERZO MILLENNIO
IMPRESA
(VISIONE)
MERCATO GLOBALE E CONCORRENZA SU LARGA SCALA
PERSONALE CON
COMPETENZE
«OLISTICHE»
STAKE
HOLDER COMUNICAZIONE
RISULTATI
(BILANCIO
SOCIALE)
CONCORRENTI
«GLO-CALI»
Perché la necessità del coaching?
8. Il trauma: dal burn out all’alessitimia collettiva
8
Perché la necessità del coaching?
L'European Agency for Safety and Health definisce: «lo stress da lavoro correlato o
burnout una condizione che può essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di
natura fisica, psicologica o sociale ed è conseguenza del fatto che taluni individui
non si sentono in grado di corrispondere alle richieste o aspettative riposte in loro».
Il burnout viene esperito nel momento in cui le richieste provenienti
dall'ambiente lavorativo eccedono le capacità dell'individuo nel fronteggiare
tali richieste».
Nelle imprese, la proprietà o comunque il top management (il CEO ed i suoi primi
riporti) definiscono la linea strategica dell'impresa stessa. Non è dato sapere se, date
le condizioni del mercato di riferimento, tale indirizzo sia sempre percorribile o
meno. Questo può valere per imprese private, ma anche per imprese pubbliche,
laddove l'indirizzo politico delle stesse può non trovare riscontro nella realtà.
Chi deve tradurre la linea di indirizzo in linea operativa, con impatti effettivi
sul resto del personale, è il middle management (i c.d. quadri aziendali).
9. In generale, per alessitimia si intende la difficoltà di identificare,
descrivere e comunicare le emozioni. Con maggiore precisione, dal punto
di vista psicologico, l'alessitimia o alexitimia (dal greco “a-” mancanza,
“lexis” parola e “thymos” emozione: letteralmente «non avere le parole per
le emozioni») è un disturbo della personalità che consiste in un deficit
della consapevolezza emotiva palesato dall'incapacità di razionalizzare,
percepire, riconoscere e descrivere verbalmente i propri e gli altrui stati
emotivi. Viene attualmente considerato anche come un possibile deficit
della funzione riflessiva del Sé.
Include anche la povertà dei processi immaginativi, ovvero uno stile
cognitivo orientato verso la realtà esterna e l’adattamento sociale di tipo
conformistico.
9
Il trauma: dal burn out all’alessitimia collettiva
Perché la necessità del coaching?
11. 11
Il trauma: dar burn out all’alessitimia collettiva
Internet Addiction Disorder(cenni-sintomi)
Ivan Goldberg, 1995. Studi dell’American Psychiatric Association, 2014. Mancando ancora
una definizione chiara, si riportano le indicazioni della Presidenza del Consigno dei Ministri,
Politiche antidroga, 2014:
Dipendenza dalle relazioni virtuali (Cyber-Relational Addiction), caratterizzata da
un’eccessiva tendenza ad instaurare rapporti d’amicizia o amorosi con persone conosciute
in rete principalmente via chat, forum o social networks. In tale condizione, le relazioni
online diventano rapidamente più importanti dei rapporti nella realtà con la famiglia e
con gli amici reali.
Sovraccarico cognitivo (Information Overload), caratterizzato da una ricerca ossessiva di
informazioni sul web: gli individui trascorrono sempre maggiori quantità di tempo nella
ricerca e nell’organizzazione dei dati in rete.
Gioco Offline (Computer Addiction), caratterizzato dalla tendenza al coinvolgimento
eccessivo in giochi virtuali che non prevedono l’interazione tra più giocatori e non sono
giocati in rete.
Gioco Online (Net Compulsion), nel quale si evidenziano coinvolgimento eccessivo e
comportamenti compulsivi collegati a varie attività online quali il gioco d’azzardo, lo
shopping compulsivo, i giochi di ruolo.
Dipendenza dal sesso virtuale (Cybersexual Addiction), chat per adulti…
12. 12
L'alessitimia collettiva è un fenomeno psicosociale riconducibile, individualmente, al
disturbo psicologico dell’Alessitimia. La locuzione si riferisce al disturbo riscontrabile in
una fascia specifica della popolazione, attraverso l'analisi del linguaggio e dei media,
ovvero in un segmento specifico (cluster) di un gruppo sociale. In particolare,
attraverso l‘analisi del contenuto del Web, si può riscontrare una correlazione fra l'utilizzo
"intensivo" dei social media e l'alessitimia collettiva.
L'alessitimia è infatti spesso caratterizzata dalla compresenza del disturbo dipendente della
personalità. Nel caso specifico, dal punto di vista collettivo, la compresenza in questo caso si
manifesta con la necessità compulsiva di controllare cosa riflette "la rete" in merito all'ultimo
stato pubblicato. Il fenomeno della dipendenza ha assunto, già dal primo decennio degli anni
2000, una forte connotazione sociale; nel caso dell'alessitimia collettiva la dipendenza è
specificatamente orientata ai social network. Essendo l'alessitimia collettiva un elemento
fenomenologico attinente alla psicologia sociale, non è possibile adottare soltanto
metodiche di tipo psicoterapeutico. Pur tuttavia, un approccio pedagogico orientato allo
sviluppo dell'intelligenza emotiva, adottando opportuni modelli pedagogici, può costituire
un primo contatto sia nell'analisi della manifestazione, sia nella composizione di possibili
criteri finalizzati ad una riduzione del fenomeno, o quanto meno all'attenuazione del
medesimo.
Il trauma: dal burn out all’alessitimia collettiva
Perché la necessità del coaching?
13. L’alessitimia collettiva e i social
13
Per chi pensa che non sia un problema:
- Avete misurato il tempo che intercorre tra una
visualizzazione e l’altra di whatsapp?
- Quante sono le email gestite nel corso della giornata?
- Quante email o altri tipi di messaggi interrompono la
vostra attività nel corso di una giornata?
- Chi si addormenta con un cellulare o un tablet in mano?
Hai facebook?
Hai whatsapp?
Hai instagram?
e telegram?
No… però se vuoi sono qui davanti a te
14. 14
Perché la necessità del coaching
aziendale?
Quanto costa a un’azienda lo stress da lavoro correlato?
E l’alessitimia «collettiva»?
Quanto è improduttivo il lavoro in queste condizioni?
La valorizzazione degli «asset
Intangibili» delle imprese
16. 16
Gli «asset intangibili»
«Ma in fondo, cos'è che cercavamo?... Credo che ciascun individuo
con tutte le sue forze cercasse:
• RICONOSCIMENTO,
• ACCETTAZIONE,
• INDULGENZA,
• APPROVAZIONE,
• RISCATTO»
(da "La scuola cattolica", Edoardo Albinati, Premio Strega 2016).
Ecco, appunto. Cos'è che cerchiamo tutti, nel mondo professionale?
Riconoscimento, Accettazione, Indulgenza, Approvazione,
Riscatto.
* Video “Ti Stimo Molto”
17. 17
Gli «asset intangibili»
L'intelligenza emotiva è un aspetto dell'intelligenza legato alla
capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo
consapevole le proprie ed altrui emozioni (*).
(*) mix di definizioni di
Mayer e Salovey, 1977;
H. Gardner, 1983;
R. Bar On, 1977 ;
Goleman 1995.
18. L’intelligenza emotiva
18
L’intelligenza emotiva è, dal punto di vista strutturale e fenomenologico,
diametralmente opposta dell’alessitimia.
Si tratta, a tutti gli effetti, di quella forma di intelligenza non legata strettamente
alle caratteristiche logiche tipiche del Quoziente Intellettivo, ma altrettanto
importante nella evoluzione armonica della personalità:
la capacità di riconoscere le proprie emozioni, i propri sentimenti e bisogni, di
conciliarli con gli obiettivi a breve e a lungo termine e con i bisogni e i sentimenti
delle altre persone coinvolte nel proprio percorso di vita.
Al centro dell’intelligenza emotiva c’è l’empatia, e la relazione che quest’ultima ha
con la propria motivazione. L'intelligenza emotiva è stata trattata la prima volta
nel 1990 dai professori Peter Salovey (Presidente of Yale University) e John D.
Mayer (University of Michigan).
19. L’intelligenza emotiva
19
La definizione esatta fornita da Salovey, in “Emotional development and Emotional
Intelligence: educational implications”, è:
"L'intelligenza emotiva coinvolge l'abilità di percepire, valutare ed esprimere
un'emozione; l'abilità di accedere ai sentimenti e/o crearli quando facilitano i
pensieri; l'abilità di capire l'emozione e la conoscenza emotiva; l'abilità di regolare le
emozioni per promuovere la crescita emotiva e intellettuale”
Pur tuttavia, è grazie al lavoro di Goleman (1995 e successivi) che l’intelligenza
emotiva ha trovato spazio anche nella cultura italiana (grazie alla traduzione in
lingua italiana del 1977 di Emotional Intelligence) . Goleman individua proprio
nell’empatia e nell’autocontrollo le due fondamentali competenze sociali che
consentono di costruire una vita relazionale ricca ed emotivamente soddisfacente
alla base del benessere psico-fisico della persona.
20. L’Intelligenza emotiva
20
Le cinque caratteristiche fondamentali individuate da GOLEMAN per lo sviluppo
dell'intelligenza emotiva, sono:
• Consapevolezza di sé, la capacità di produrre risultati riconoscendo le proprie
emozioni;
• Dominio di sé, la capacità di utilizzare i propri sentimenti per un fine;
• La capacità di individuare proprie motivazioni, scoprendo le ragioni profonde
del sé che spingono all’azione;
• L’empatia, ovvero la capacità di sentire gli altri entrando in sintonia mentale;
• Abilità sociale, la capacità di stare insieme agli altri cercando di capire le
dinamiche dei gruppi sociali.
21. Il «Coaching»
21
Cos’è quindi in Coaching, nell’ambito dell’intelligenza emotiva?
«Il coaching si contraddistingue come un processo di accompagnamento
destinato a favorire un ambiente di crescita e di ottimizzazione del
potenziale di un individuo o di un gruppo di persone, nel rispetto della loro
integrità» (P. Angel, P. Amar).
Non si tratta di counseling, tutoring o menthoring; l’approccio attinge alla pedagogia
sociale (valorizzare ciò che «in se» è già presente nell’individuo o nel gruppo).
Francese coche, ungherese kocsis, ceco koczi: «cocchiere»
Elemento cardine del rapporto di coachin g
è la maieutica, la gestione di una co-elaborazione,
dialettica fra co-attori e partner.
Può costituire il coach una guida per le aziende?
22. 22
Le imprese che vogliamo costruire
Gli «asset intangibili»
Un ologramma contiene, in una sola
parte dell’immagine, tutte le informazioni
relative all’immagine “intera”.
E’ il medesimo principio del dna presente
in una cellula. In termini organizzativi,
è applicabile ad un team.
24. 24
• competenze comunicative
• competenze di leadership
• competenze nella soluzione dei conflitti
• competenze nella soluzione dei problemi
• competenze nel prendere decisioni
…quali sono le competenze emotive fondamentali
per le learning organization?
Gli «asset intangibili»
25. Il programma del Corso
di Alta Formazione
in Emotional Intelligence
Coaching
25
26. EIC: il corso
26
Il Corso di Alta Formazione in EMOTIONAL INTELLIGENCE COACHING
istituisce la figura del PROFESSIONISTA DEL COACHING, che affianca il boarding
aziendale nei cambiamenti dell’impresa (change management)
Il completamento del corso con esito positivo consente l’accesso al Registro
Nazionale Coach Professionisti (RENACOP® – marchio registrato presso il
Ministero dello Sviluppo Economico ).
I professionisti formati dal Corso saranno in grado di operare, in qualità di Coach,
all’interno di organizzazioni pubbliche e private, in enti governativi, associazioni e
Onlus, in istituzioni italiane ed europee, in istituti di formazione, nelle realtà del
terzo settore. Potranno inoltre operare come consulenti e liberi professionisti.
27. EIC: il corso
27
Introduzione al Coaching professionale e cenni storici:
– interdisciplinarità del metodo e competenze chiave;
– competenze distintive per ambito di riferimento (life coaching, business
coaching, self coaching, team leader coaching)
• Il “Contratto di Coaching”, il Setting e le fasi della sessione di Coaching
Gli strumenti del coach: domande efficaci – feedback d’ascolto – silenzio
• La gestione della relazione di coaching: pragmatica della comunicazione,
comunicazione logica e analogica
• Gestione della Motivazione e Consapevolezza: ascolto e cura di sé;
autodeterminazione; identificazione dell’obiettivo motivante
• Elementi fondanti del Piano d’azione, Monitoraggio e gestione attiva del
cambiamento
• Sviluppo dei macro argomenti nelle aree di competenza suesposte: life coaching,
business coaching, self coaching, team leader coaching
28. EIC: il corso
28
Intelligenza emotiva ed organizzazioni intelligenti:
• Cenni di Psicologia e Sociologia delle organizzazioni (dal modello industriale al
modello organicistico)
• Deutero Learning e Learning Organization: le organizzazioni che apprendono,
il modello di Nonaka
• L’intelligenza emotiva; Intelligenza emotiva e “Teoria del Campo”
• L’intelligenza emotiva nel contesto organizzativo, contro l’ “Alessitimia
Collettiva”, per lo sviluppo e l’apprendimento organizzativo
• Introduzione al modello delle Varianze Cooperative e al “Cooperative
Management”
• Il Life Coaching Design quale strumento di progettazione esistenziale e
professionale
• Sperimentazioni ed esercitazioni pratiche
• Cenni sul concetto di Mindfulness
29. Pubblicazioni (2016) del gruppo di ricerca
29
Giorgi G, Dubin D and Fiz Pérez J (2016). Perceived organizational support for enhancing welfare at work: a
regression tree model.Front. Psychol. 7:1770. doi: 10.3389/fpsyg.2016.01770
Mucci N, Giorgi G, De Pasquale Ceratti S, Fiz-Pérez J, Mucci F and Arcangeli G (2016) Anxiety, Stress-Related
Factors, and Blood Pressure in Young Adults. Front. Psychol. 7:1682. doi: 10.3389/fpsyg.2016.01682
Giorgi G, Montani F, Fiz-Perez J, Arcangeli G and Mucci N (2016) Expatriates’ Multiple Fears, from Terrorism
to Working Conditions: Development of a Model. Front. Psychol. 7:1571. doi: 10.3389/fpsyg.2016.01571
Giorgi G., Fiz Perez J., Mancuso S, (2016). The negative effects of extrinsic motivation on organizational
emotional intelligence. Quality – Access to success
Di Marco, D.,López-Cabrera, R.,Arenas, A. Giorgi G. Arcangeli, G.,Mucci, N. (2016) Approaching the
discriminatory work environment as stressor: The protective role of job satisfaction on health Frontiers in
Psychology
Morone, M.,Giorgi, G.,Fiz Pérez, J. (2016) Emotional and organizational competency for success at work: A
review Quality - Access to Success
Mucci, N., Giorgi, G., Roncaioli, M., Perez, J.F., Arcangeli, G. 2016 The correlation between stress and
economic crisis: A systematic review Neuropsychiatric Disease and Treatment
Giorgi, G.,Mancuso, S.,Fiz Perez, F.,(...),Cupelli, V.,Arcangeli, G. (2016) Bullying among nurses and its
relationship with burnout and organizational climate International Journal of Nursing Practice
Giorgi, G.,Perminiene, M.,Montani, F.,(...),Mucci, N.,Arcangeli, G. (2016) Detrimental effects of workplace
bullying: Impediment of self-management competence via psychological distress 2016 Frontiers in
Psychology
Arenas, A.,Giorgi, G.,Montani, F.,(...),Mucci, N.,Arcangeli, G. 2015 Workplace bullying in a sample of italian
and spanish employees and its relationship with job satisfaction, and psychological well-being Frontiers in
Psychology