1. COMITATO ELETTORALE
CLAUDIA PORCHIETTO PRESIDENTE
Torino, 11 maggio 2009
Comunicato Stampa
Infrangere il patto di stabilità? Solo uno spot elettorale
Agli annunci elettorali di uno sforamento del patto di stabilità fatti dall’uscente presidente della
Provincia di Torino debbono seguire necessariamente alcune considerazioni.
“La necessità di pagare le aziende che hanno fornito la propria opera all’ente pubblico è sacrosanta
– attacca Claudia Porchietto, candidata del centrodestra alla presidenza della Provincia di Torino -,
e sono stata tra le prime a denunciare l’impellenza che tale debito venga estinto. Bisogna però
sapere quali sono state le scelte che hanno portato la Provincia a trovarsi bloccata dal patto di
stabilità. Ricordiamo che i limiti imposti da tale patto, che valgono per tutti gli enti italiani, non
vanno considerati come un ridimensionamento della possibilità di spesa, ma sono un’indicazione
necessaria ad applicare il massimo rigore nella destinazione delle risorse, che devono essere
indirizzate alle reali competenze dell’ente a cui fanno riferimento”.
“Suona davvero strano che proprio ora, solo in questi giorni, il presidente uscente si ricordi delle
aziende cui l’ente deve 25 milioni di euro. Perché proprio ora? Solo perché siamo in campagna
elettorale? - domanda Claudia Porchietto –. La verità è un’altra. Non è stato il patto di stabilità a
imporre alla giunta uscente di diminuire gli investimenti sull’edilizia scolastica di più del 50% dal
2004 a oggi, per impegnare, ad esempio, quasi 7 milioni di euro in quella vera e propria scatola
vuota che è stata l’acquisizione dei terreni Fiat in Tne, o per ripianare i debiti delle società
partecipare, o per la realizzazione della nuova sede della Provincia da più di 60 milioni di euro. Non
è stato il patto a indicare al presidente uscente di impegnare ingenti risorse, superiori al milione e
mezzo di euro come rilevato dai consiglieri del centrodestra in Provincia alle cui richieste di
spiegazione non è mai stato dato risposta, nella comunicazione istituzionale con volantini e cartine
usciti un mese prima della campagna elettorale.
Con una gestione più oculata degli investimenti, e non con un bilancio che destina le proprie risorse
per l’84% alla spesa corrente, in cui si pensi alla soluzione dei problemi, si sarebbe portato l’ente a
non dover invocare, con un triste spot elettorale che ho i miei dubbi verrà mantenuto, la volontà di
sfondare il patto di stabilità per pagare i propri debiti con i fornitori privati”.
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